Storie originali > Soprannaturale
Segui la storia  |       
Autore: Dark_Blame    19/07/2013    0 recensioni
Merda, pensò Nikolaj, avrò fregato Trenitalia salendo sui regionali senza biglietto si e no tre volte in tutta la mia vita, e la Morte lo sa.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Solo dopo mezz’ora di viaggio si accorse che qualcosa non andava, sul treno. Iniziò a guardarsi intorno. Il lettore mp3 funzionava a dovere, anche se le cuffiette stavano iniziando a rompersi. I sedili erano della solita, squallida qualità da treno, e del solito colore blu scuro finta pelle. Il gruppetto seduto sui quattro sedili di fronte a lui era esattamente lo stesso di quando era entrato: tre signori e una donna elegante, con l’aria di persone importanti, vestiti griffati, e discorsi stupidi. Guardò incerto nel suo riflesso nel vetro, che gli restituì un’espressione enigmatica – per quanto sembrasse stranamente più giovane e riposato del solito. Forse era una storia simile al dilemma filosofico del rosso. Magari quella sensazione di stranezza era qualcosa di elaborato dalla sua mente – il treno, in realtà, era lo stesso: era lui a vederlo diverso. Un po’ come ognuno vede le sfumature di colore a modo suo. Il passeggero di fronte a lui raccolse una rivista di Trenitalia dal tavolino, e solo allora si accorse che a posto della mano aveva un mucchietto di ossa bianche.

Nikolaj alzò gli occhi. La Morte ricambiò dal fondo delle orbite scure, dove due piccole monete d’oro restavano sospese nel buio e ruotavano placidamente.

«Mi piacciono le nuove promozioni sui biglietti» disse la Morte, dando al suo tono un’aria molto naturale. «Invogliano la gente a viaggiare, il che è bene»

«…d-davvero,» disse. Improvvisamente, tutta la saliva che fino a poco prima riempiva la sua bocca aveva deciso di emigrare. In un posto lontano, magari l’Honduras. La sua lingua si ritrovò a muoversi in un deserto.

«Certo. Prezzi più bassi implicano una maggiore affluenza, e stimolano gli utenti a comprare i biglietti, invece che salire senza. Ma tu dovresti saperlo. »

Merda, pensò Nikolaj avrò fregato Trenitalia salendo sui regionali senza biglietto si e no tre volte in tutta la mia vita, e la Morte lo sa. Per qualche assurda ragione, quel pensiero gli sembrò più pauroso dello scheletro in cappa nera che aveva davanti. Forse il suo cervello ancora non aveva recepito.

Forse aveva un tumore. «No, » commentò lei – se si poteva chiamare lei. Non era chiaro se stesse negando l’ipotesi della malattia o stesse esprimendo disappunto per un articolo sugli eventi estivi da vedere in Liguria. Forse non le piacevano le serate all’aperto. Lanciò un’occhiata sulla fila di sedili davanti a lui. Il quartetto di persone eleganti continuava a ciarlare allegramente. Qualcosa sul desiderio di avere un’amante da scoparsi in gran segreto e una moglie che ti prepara la cena quando torni. Passò un po’ di tempo. La Morte sembrava aver perso la parola, e sfogliava con l’ossuto indice le pagine del giornaletto.

Una sensazione di ansia gli si piazzò nel petto. Stava per crepare in un treno anonimo. Nessuno avrebbe raccolto i suoi ultimi pensieri. Sarebbe morto senza la possibilità di dire quelle poche, semplici parole che gli servivano. Se moriva lì, nessuno avrebbe spiegato a Gael cosa gli era successo.

«Dovresti lasciarla, sai.» Silenzio. Certo che l’avrebbe lasciata. Non gli risultava che si potesse rimanere fidanzati in quel modo – lui in una bara, lei viva? Era una storia d’amore paragonabile solo a Twilight. «Questa situazione» continuò la Morte, che probabilmente si divertiva a prenderlo in giro «non farà bene a nessuno dei due.»

Nikolaj cercò di raccogliere un po’ di saliva e di forza. L’ansia gli stava schiacciando un punto imprecisato sotto lo sterno. Da qualche parte fuori dal finestrino scorreva una città anonima, immersa nel buio. Piccole crepe di brina si stavano formando sul vetro, nonostante fosse luglio.

«Perché,» riuscì a dire, il tono della domanda che si perse in una secca affermazione. La Morte abbassò la rivista promozionale di Trenitalia. «Voi umani,» commentò «col tempo ho notato che avete una straordinaria predilezione per quell’esatta domanda. Non ho mai capito cosa ve la rende così affascinante. Forse, qualcosa nel vostro DNA.»

«Perché, » cercò di riprendere «dovrei lasciarla?»

«Mostrami il braccio sinistro.» il tono perentorio della mietitrice non ammetteva repliche. Nikolaj obbedì, e subito la mano scheletrica della Morte si chiuse sul suo polso come una morsa di ghiaccio. Digrignò i denti di dolore e cercò di ritrarsi, ma non accadde nulla. Il freddo gli mangiava la pelle. Era finita.

Guardò in faccia la sua assassina. I due zecchini dorati che aveva a posto degli occhi giravano calmi, placidi, due specchi che brillavano di luce propria. Il treno era sparito.

 

  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Soprannaturale / Vai alla pagina dell'autore: Dark_Blame