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Autore: Alexiel_Slicer    20/07/2013    2 recensioni
"Nella viscere della terra, oltre la vita, oltre la luce vi era l'Oltretomba. Un mondo abitato dalle creature delle tenebre, i vampiri.
I vampiri si dividevano in due ranghi: i purosangue e i mezzosangue. I primi erano dotati di poteri devastanti e facevano parte di casate nobiliari che regnavano l'Oltretomba, la casata del Dragone Rosso che era la dinastia regnante, la casata del Cavaliere Bianco dinastia formata da nobili vampiri corrotti in combutta con i Dragone Rosso e per ultima la casata della Rosa Nera, dinastia ormai estinta da secoli il cui ultimo e glorioso esponente fu Vladimir Thepes Draculea.
I secondi, invece, derivavano dall'unione di un vampiro e di un umano o dal morso di un vampiro nobile su un essere umano e questi formavano la maggior parte della popolazione dell'Oltretomba."
...Una ragazza che ha una catena che parte dal polso e finisce nel cuore...
Genere: Dark, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 13 - La fine dell'inizio


-Qualche tempo dopo-
Non aveva visto più Axel dopo l'incontro con Angelique. Ma il ricordo dell'ultima volta che l'aveva visto mentre sparava, per farla fuggire era impresso nella sua mente.
I sintomi avevano aumentato la loro frequenza e ferocia, tanto che non andava più neanche a scuola. Di lì a tre giorni avrebbe compiuto diciotto anni.
Quando si svegliò fuori stava già calando la sera e ancora nessuno dei suoi genitori adottivi avevano fatto rientro dal lavoro.
Abbandonò il letto e andò a sciacquarsi il viso; era stanca di trascorrere le giornate rilegata a letto.
Aprì il rubinetto e mise le mani sotto la fredda acqua corrente, poi unendole a formare una coppa le lasciò riempire e se le portò alla faccia. La sensazione che ne trasse fu benefica, rigenerante e rinfrescante.
Chiuse il fluire dell'acqua e si guardò per un istante nello specchio. Si vide diversa, aveva un'aspetto pallido e occhiaie sotto gli occhi. A volte non riusciva a dormire a causa del dolore persistente.
Ad un tratto la sua attenzione fu catturata dal suo naso. Dalla narice sinistra vide sgorgare qualcosa: sangue. Fece scorrere di nuovo l'acqua e vi mise il viso sotto e questa lavò via il sangue. Si asciugò e tornò a specchiarsi. Non c'era più niente.
Sentì la gola bruciarle. Tossì e sputò dell'altro sangue denso, macchiando la bianca ceramica del lavandino.
Si sentiva morire, era come morire, lei stava morendo. Altri tre giorni e la sua vita sarebbe arrivata al capolinea. Avrebbe chiuso gli occhi sprofondando nel sonno eterno e li avrebbe riaperti per vivere un'altra vita. Una vita le cui fondamenta affondavano propri nella morte. La fine, l'inizio.
Tornò a letto dove si accoccolò. Sentiva gli occhi farsi pesanti e i muscoli intorpidirsi. Magari stava per morire proprio in quel momento.
Voleva alzarsi, gridare. Nella sua mente lei compiva quelle azioni, ma nella realtà non accadeva nulla. Restava sul letto come prima, inerme, immobile.
La vista le si offuscò e prima di chiudere del tutto gli occhi vide un'ombra immobile davanti a lei e dei fili illuminati debolmente dalla luce dei lampioni che veniva da fuori.

***

Si trovò in una stanza, per le mani aveva dei cavalli di legno intagliati. Tutto il mobilio intorno a lei le sembrava talmente familiare che non aveva paura. Sentì una voce chiamarla da fuori. Urlava il suo nome affannosamente.
Istintivamente uscì. Vide una donna correrle incontro. Quando la raggiunse la prese per mano e la trascinò via continuando a correre. Alle loro spalle sentiva urli disumani, mostruosi. Gli stessi che aveva sentito al palazzo di Angelique.
Mentre correvano tutto intorno a loro sembrava essere così buio.
La donna si abbassò su di lei. Il suo viso era dolce, ma spaventato. In quei lineamenti riconosceva i suoi.
Le mise qualcosa intorno al collo, era una fiala. Nel frattempo le parlava, la sua voce appariva lontana. Kilian riuscì a captare le parole "Proteggila...Non dimenticare che io e tuo padre ti vogliamo bene". L'abbracciò.
Le urla si facero sempre più vicine.
Vide la mano di quella donna sanguinare, disegnare con esso qualcosa sul muro e un bagliore improvviso, poi la spinse dentro e tutto divenne buio.
Il sogno come fosse una pellicola ritornò indietro e Kilian si trovò di nuovo di fronte alla donna. La vide storcere il viso in una smorfia e nello stesso istante dal suo corpo schizzò una grande quantità di sangue che macchiò il volto ed i vestiti di Kilian. La donna cadde a terra morta e di nuovo quell'urlo atroce si levò nell'aria.

***

Kilian aprì gli occhi di colpo. La fronte era madida di sudore.
"Mamma, papà" mormorò a fior di labbra. Adesso ricordava l'ultima volta in cui aveva visto la madre. Ricordava le giornate della sua vecchia vita in compagnia della sua vera famiglia. Ricordava tutto.
Si guardò attorno. Si trovava in una strana stanza dalle pareti ricoperte di pietra. Era sdraiata su un letto di marmo bianco, completamente nuda, solo un panno di seta rosso la copriva dai fianchi fino a metà cosce, ed aveva braccia e gambe tirate verso i quattro vertici del letto e incatenate a dei pilastri di ferro.
Cercò di muoversi per liberarsi, ma fu inutile.
Si guardò di nuovo attorno e di fronte a sè, illuminato flebilmente da due torce sul punto di spegnersi appese al muro, c'era Axel. Stava appeso alla parete per le braccia. Intorno ai polsi aveva due spesse catene che andavano a conficcarsi nel tetto. Aveva l'addome scoperto e segnato da ferite sanguinanti. Il suo sangue sembrava contenere piccoli rubini luccicanti. Teneva il capo chino e ciocche dei lunghi capelli gli coprivano il viso.
L'avevano catturato e torturato per il tradimento. Se era in quello stato era colpa sua. Se non l'avesse aiutata a fuggire probabilmente non sarebbe finito così.
"Axel!" urlò lei dimenandosi per andare da lui e liberarlo, ma quell'intenzione non si realizzò.
"E' inutile, non puoi liberarti mio piccolo fiore".
"Io non sono il tuo fiore!" urlò Kilian fuori di sè.
Sentì i passi di Angelique avvicinarsi e poi vide la sua faccia incorniciata dai capelli d'oro "Quanto siamo aggressive oggi" disse con un sorrisetto compiaciuto poi indicò Axel "Non trovi che faccia la sua bella figura così? Abbiamo fatto davvero un bel lavoro. Dovevi sentire le sue urla mentre lo torturavamo" scoppiò a ridere.
"Maledetta bastarda!" le gridò contro.
"Pensavo di farti un favore. Lui è l'assassino dei tuoi genitori".
Kilian girò il viso per non guardarla.
Angelique andò verso Axel e affondò un dito nel suo torace. Lo perforò e tornò da lei con il dito macchiato del suo sangue luccicante.
"Oggi è il gran giorno, mia cara" disse la vampira soddisfatta disegnando sul seno sinistro di Kilian, in cui scomparivano le catene, uno strano simbolo.
"Mia signora" la interruppe Gerard.
"Cosa c'è?" rispose lei scocciata.
"Abbiamo catturato gli intrusi".
Si fece avanti la ragazza marionetta, Doll, che strascinò con sè Dakota e Dorian imprigionati dai suoi fili.
"Dakota!".
"Kilian!".
"Oh, ma che scenetta commovente" osservò divertita Angelique "Bene, iniziamo. Addio mio piccolo fiore" disse poi rivolgendosi a Kilian e tirando fuori dalla scollatura del suo vestito un pugnale d'argento.
"Quanta fretta Angelique" una voce rimbombò nella stanza. Era Kalliope.
"Maledetta! Dove sei?! Fatti vedere!".
Kalliope le spuntò alle spalle e la scaraventò lontano. Arrivò anche Aymon che tranciò i fili di Doll liberando Dakota e Dorian. Quest'ultimo con la sua spada distrusse le catene che bloccavano Kilian e lei scivolò giù dalla lastra di marmo.
Tutti stavano combattendo. Lei, invece, raggomitolata in una angolo li guardava con occhi spenti.
Accanto a sè trovò spiegazzata la camicia di Axel e la indossò.
Tutti combattevano per lei e lei non poteva aiutarli. Era inutile, poteva solo assistere.
Non aveva ancora compiuto diciotto anni e non sapeva come risvegliare il fatidico potere in anticipo.
Li vide cadere l'uno dopo l'altro. Dorian era stato ferito innumerevoli volte dai pugnali avvelenati di Gerard e adesso giaceva inerte contro una parete. Dakota era per terra, ingrovigliata dai fili del fantoccio e tremava come una foglia con gli occhi spiritati fissi in un punto nel vuoto. Stava manipolando la sua mente con qualche illusione. Kalliope combatteva ancora.
Kilian voleva correre da loro, ma fu fermata da un urlo terribile che le sembrò maledettamente vicino.
Improvvisamente davanti ai suoi occhi si materializzò un mostro alto dalla pella bianca e viscida. Aveva gli occhi cuciti e le narici schiacciate in faccia. La bocca era costellata da denti aguzzi e gialli. Indossava una specie di camicia di forza che gli bloccava le braccia. Aveva l'aspetto di qualcosa che un tempo era stato un uomo. Ecco la provenienza degli urli agghiaccianti.
Kilian cadde all'indietro terrorizzata. Non aveva la forza di muovere un muscolo. Aymon balzò sopra il mostro ed iniziò una colluttazione con lui.
Kilian gattonò verso Dakota, ma una quantità di bambole sbucate dal nulla le salirono addosso. Le spinse via e se le scrollò e ad un tratto guardandosi attorno vide Aymon con il pelo bianco macchiato di rosso e Kalliope riversa sul pavimento.
Angelique si sistemò una ciocca di capelli fuori posto dietro l'orecchio "Oggi vedrai morire i tuoi amici e poi li seguirai anche tu mio piccolo fiore".
Fece liberare Axel da Gerard che lo buttò sul pavimento davanti ad Angelique. Questa gli si abbassò e l'afferrò per i capelli.
"Lui sarà il primo. Non temere mia cara presto potrete ricongiungervi".
Lo colpì violentemente sul petto e Axel si contorse sotto quel colpo, poi Angelique lo lasciò cadere a terra come spazzatura e lo spinse con una piede.
"No!" gridò strozzata Kilian che gattonando lo afferrò per le braccia e lo strascinò lontano da Angelique. Gli fece appoggiare la schiena sulle ginocchia e lo strinse a sè. Pianse, mentre con il viso contro quello del ragazzo si dondolava.
"Davvero patetico" disse Angelique disgustata.
Kilian alzò gli occhi verso di lei. Erano cupi, ricolmi d'odio e rabbia.
"Tu..." ringhiò "Tu! Te la farò pagare!".
"Ah, davvero? E come mio piccolo fiore?".
La ragazza non rispose. Il suo corpo fu pervaso da violenti spasmi. La catena iniziò a creparsi, per poi spezzarsi del tutto.
Angelique la guardava incantata, mentre quell'enorme potere che tanto aveva bramato si risvegliava.
Kilian sentiva qualcosa di terribilmente forte e vigoroso scorrerle nelle vene. Sentiva un'energia che mai si sarebbe esaurita. Al tempo stesso però sentiva il respiro mancarle e il corpo andarle a fuoco.
Si alzò con le gambe tremanti e rivolse lo sguardo ad Angelique.
I suoi occhi erano rossi, fiammanti, privi di ogni scintilla d'umanità. La forza che avvertiva dentro di sè la inebriava.
Si scagliò contro ogni cosa che si frapposse tra lei ed Angelique. Distrusse Doll riducendola in piccoli pezzetti di porcellana, uccise Gerard e tutte le mostruose bambole che le vennero addosso. Uccise anche i mostri che invisibili arrivavano per poi urlare e materializzarsi nel loro aspetto terrificante. E finalmente arrivò faccia faccia con Angelique.
Questa indietreggiò, ma Kilian la colpì. La colpì ripetutamente e con ferocia. Angelique cadde a terra con il volto crepato e sanguinante. Si sistemò i capelli con una mano e sorridendo con arroganza disse "Su, uccidimi piccolo fiore. Hai vinto, sei meravigliosamente forte".
Kilian la guardò con disprezzo e le sferrò un calcio che la decapitò.
Si osservò attorno: era finita, era finalmente finita. Si lasciò cadere in ginocchio, ma un istante dopo gli occhi le caddero su Axel. Strisciò verso di lui e gli accarezzò la fronte.
"Kalliope" mormorò "Kalliope fa qualcosa!" urlò.
La donna la raggiunse, si teneva il braccio sinistro con una mano "Non posso fare niente, mi dispiace".
"No! Non può finire così! Io...io posso fare qualcosa? Io adesso...".
"No, non puoi fare niente. Nessuno ha il potere di riportare in vita i morti, neanche tu".
"Allora a cosa serve questo maledetto potere?! Non me ne faccio niente!".
"Hai ucciso Angelique".
"Al diavolo quella strega!" gridò accasciandosi su Axel.
"Kilian...". Kalliope posò una mano sulla spalla della ragazza, ma questa la respinse.
"Lasciatemi sola! Andate via!" ringhiò.
Rimase sola. Stringeva Axel, passava le dita tra i suoi capelli e piangeva. Erano così morbidi.
Ad un tratto sollevò la testa da lui e si aggrappò all'ultima, remota speranza che le balenò per la testa.
"Forse..." mormorò.
Si voltò e vide luccicare il coltello d'argento con il quale Angelique voleva toglierle il cuore. Lo prese e si ferì il polso. Liquido rosso, brillante iniziò a sgorgare. Lo fece cadere sulla bocca del ragazzo e aspettò ansiosa.
Poco dopo vide di nuovo quegli occhi azzurri guardarla e il cuore di lei nonostante fosse morto sembrò battere.

FINE
  
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