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Autore: bea shine    31/01/2008    6 recensioni
Una streghetta rimasta sola a soli sette anni con un forte desiderio di vendetta si ritrova a Hogwarts a vivere come una normale ragazzina alle prese con i compiti, le punizioni, il quiddicht e gli amici senza dimenticare il suo obiettivo. ritroverà ciò che aveva abbandonato e molto altro.. Ed eccovi le avventure a hogwarts e dopo della sorella maggiore di Harry Potter!!
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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La gente continuava a sparpagliarsi e dappertutto si udivano sonori ‘pop’ segno che gli invitati se ne andavano. I più audaci restarono, e vedendo i mangiamorte arrivare impugnarono la bacchetta.

“cominciavo ad annoiarmi..” ghignò Sirius impugnando la sua

Jaily sorrise vedendo i mangiamorte avvicinarsi

“facciamo a chi ne prende di più, ok Sir?” propose divertita

“preparati a perdere Samy!” disse Sirius e poi la sorpassò, non aveva certo intenzione di lasciare i mangiamorte migliori alla ragazza.

“Attenta Sam” la ammonì Remus che poi si rivolse alla sua neomogliettina “no, vattene, nelle tue condizioni non ti lascio combattere!”

“Remus, io resto! Sono un auror!” sbottò Tonks. Jaily decise che aveva già sentito abbastanza e si allontanò dai due. Cominciò a correre e presto raggiunse Sirius già impegnato a duellare con un mangiamorte. Jaily si guardò intorno e riuscì a intercettare all’ultimo secondo un lampo di luce rossa e quindi lo schivò.

“tu!” ruggì il mangiamorte che aveva cercato di colpire Jaily. E un altro lampo di luce uscì dalla sua bacchetta, ma Jaily agilmente lo deviò.

“chi non muore si rivede!” disse per poi contrattaccare. Dopo poco Jaily, più abile nelle arti magiche, riuscì a schiantare il mangiamorte per poi legarlo stretto in corde argentee. Jaily si voltò e vide molte coppie di duellanti, Sirius era impegnato con un grosso mangiamorte e sentendosi lo sguardo della ragazza addosso si voltò verso di lei.

“ti conviene muoverti” le disse “io sono già a tre!” aggiunse facendo un cenno con la testa verso tre mangiamorte stesi a terra privi di sensi. Jaily si concentrò, non aveva nessuna intenzione di farsi battere. Un mangiamorte aveva la bacchetta tesa e stava mormorando qualcosa, si voltò verso la vittima. Una ragazza molto bella dai capelli biondi era accasciata per terra e reggendosi la caviglia fissava terrorizzata il mangiamorte che voleva ucciderla. Jaily si gettò sulla ragazza senza pensarci e facendola rotolare a destra le evitò di essere colpita dall’ anatema che uccide. Jaily si drizzò in piedi mettendosi davanti alla ragazza con lo sguardo rivolto al mangiamorte che aveva tentato di ucciderla.

“Vattene, con quel vestito e quei tacchi non puoi fare niente!”

“ma io voglio rendermi utile!” protestò la biondina da dietro con accento straniero.

Jaily parò il colpo che il mangiamorte le aveva scagliato contro per poi attaccare a sua volta

“ho detto di andartene, qui sei solo di intralcio!” sbottò stufa impaziente

“ma io voglio restare! Non posso andarmene se il mio Bill è qui!” cinguettò con la voce stridula dal pianto.

Jaily sentendo le sue parole si raggelò, ma certo, vestito bianco, scarpe bianche e un bel diadema, era lei la sposa. Improvvisamente desiderò di non averla mai salvata, ma si pentì quasi subito del suo cattivo pensiero. Si voltò verso di lei per darle un’occhiata veloce. Lunghi capelli biondi e occhi celesti, davvero molto bella.

“se la caverà, tu va via!” queste parole costarono molta fatica alla bella ragazza che schivò per un pelo un lampo di luce verde proveniente dal mangiamorte.

“hey bambolina, non distrarti, non vorrei rovinarti quel bel faccino!” la beffeggiò il mangiamorte, probabilmente sarebbe stato meglio se non l’avesse mai detto.

Jaily lo guardò carica d’odio e di rabbia “mai chiamarmi bambolina” ringhiò per poi scagliarlo a parecchi metri di distanza con un colpo di bacchetta. Il mangiamorte sbattè violentemente la testa per terra e rimase a terra privo di sensi. Jaily diede un’occhiata in giro, la ragazza era sparita, notò che i mangiamorte erano sempre meno. Jaily neutralizzò un colpo e si voltò dalla parte da cui era arrivato. Un tipo incappucciato era impegnato a combattere contro un ragazzo molto elegante. Aveva la fronte sudata e i capelli castani erano legati in un codino dietro la nuca. Il viso era piuttosto rovinato e perciò Jaily ci mise un po’ a identificarlo come Bill Weasley. Il suo cuore mancò un battito, era passato così tanto tempo… all’improvviso le venne una gran voglia di correre da lui e di abbracciarlo, ma poi si ricordò che oramai non era più suo… perso, per sempre. Con questa nuova e dolorosa consapevolezza corse via, non voleva che lui la vedesse. Jaily intercettò un mangiamorte che voleva fuggire, ma schiantandolo glielo impedì.

“Andiamo! non è qui! L’hanno trovato !” gridò un mangiamorte e poi tutte le figure incappucciate si smaterializzarono.

Tutto tornò tranquillo, i corpi dei mangiamorte catturati furono spostati e una squadra di Auror li condusse via. Il giardino prima fin troppo curato era stato messo completamente in soqquadro, le sedie erano tutte ribaltate, i tavoli rotti e il piccolo altare dove i due fidanzati si sarebbero dovuti sposare era stato distrutto.  Sirius si avvicinò a Jaily.

“allora?” chiese passando un braccio attorno alle spalle della ragazza

“tre..” disse delusa

“e Felpato vince!” disse Sirius alzando il pugno al cielo “ va bè piccola, spero te ne farai una ragione..” disse falsamente drammatico

“ha-ha, simpatico..” disse Jaily, poi si voltò verso Bill, doveva andarsene prima che lui potesse vederla

“come conosci Bill?” chiese Sirius intercettando lo sguardo di Jaily

“non niente” disse vaga lanciando occhiate preoccupate nella direzione di Bill che però le dava le spalle e parlava con qualcuno che Jialy non riconobbe “ora devo andare!” disse e poi se ne andò. Sirius le piombò davanti “non credo principessina, avevo giurato a tuo padre che mi sarei preso cura di te e di Harry, finora non ho potuto ma adesso intendo mantenere la promessa!” disse improvvisamente serio

“Sir, ho ventitre anni, non ho bisogno di nessuno” sbottò lei cercando di superarlo, ma Sirius non glielo permise

“a quanto pare è da quando hai sette anni che sei convinta di non aver bisogno di nessuno, spiacente di deluderti piccola, ma sei umana!” . Jaily non lo ascoltava, troppo impegnata a cercare una via di fuga, quel giorno era già stato fin troppo impegnativo.

“ti prego Sir… lasciami andare, non posso restare, non ci riesco…” lo supplicò Jaily, poi diede un’occhiata alle sue spalle per controllare che Bill non l’avesse vista. Appena si voltò incrociò lo sguardo con due bellissimi occhi azzurri. Jaily si sentì mancare, troppo tardi. Bill la stava fissando senza ritegno con la bocca spalancata dallo stupore. Jaily si morse il labbro inferiore e abbassò lo sguardo posandolo sulle sue scarpe. Sirius notando l’insolito comportamento della ragazza si guardò intorno e vide Bill con le braccia che cadevano lungo i fianchi e un’espressione di pura meraviglia dipinta sul volto. Jaily cominciò ad avere i brividi,sentiva lo sguardo di Bill pesarle addosso, incolparla di averlo lasciato, di averlo fatto soffrire. Si sentiva una stupida, ricomparire così, all’improvviso dopo sette lunghi anni proprio nel giorno del suo matrimonio.

Bill la fissava, voleva distogliere lo sguardo, ma era più forte di lui. Lei, sempre bellissima, anche con la maglietta e i capelli un po’ disordinati, l’aveva riconosciuta subito. Non sapeva cosa provare, vederla lì era stato uno shock, e tanti bei ricordi gli riaffiorarono alla mente. Loro due che passeggiavano in riva al lago, lei che lo sgridava, lei che cercava inutilmente di farlo studiare, il loro primo bacio… poi la vide voltarsi, rivide i suoi splendidi occhi e quel viso che aveva tanto amato, i loro occhi si incrociarono. Lei d’un tratto si allarmò e abbassò lo sguardo, come se si vergognasse, ma di cosa? Poi piano piano cominciò a risvegliarsi dal suo apparente stato di trance mentale. Una miriade di sentimenti contrastanti si fecero spazio nel cuore del ragazzo. Ma poi, la rabbia, la frustrazione, la delusione prevalsero. Si ricordò di quel misero biglietto che gli aveva lasciato e di quanto era stato male dopo la sua ‘fuga’.

“Sam, che è successo con Bill?” chiese Sirius comprensivo alla ragazza

“n-niente, no, proprio niente” disse con la voce tremante.

Una ragazza comparì dal nulla e si precipitò tra le braccia di Bill.

“Bill!! Ero tonto in pensiero per toi!!” disse stringendolo forte e cominciando a singhiozzare. Bill non mosse un muscolo, ancora troppo sorpreso dalla ricomparsa di Jaily. La ragazza aveva rialzato lo sguardo e stava fissando la giovane donna che abbracciava il suo fidanzato. Bill intrecciò lo sguardo con quello di Jaily per qualche istante poi decise quello che voleva fare. Strinse a se la ragazza bionda e iniziò a sussurrarle parole dolci cercando di calmare la sua crisi isterica. Il suo obiettivo principale però non era quello di fare sentire meglio la sua fidanzata, ma bensì di fare soffrire Jaily. Voleva che lei soffrisse, che provasse tutto il dolore che l’aveva accompagnato per troppo tempo.
Jaily sbiancò e sussultò alla vista dei due innamorati e sentì una strana fitta al livello del cuore, che fosse gelosia? Non lo sapeva, ma faceva male, tanto male.

“stai bene Sam?” chiese Sirius premuroso vedendo la ragazza sussultare. Jaily si voltò verso Sirius e con grande sforzo gli regalò un meraviglioso sorriso, doveva mostrarsi forte era l’unica cosa da fare.

“ma certo” disse

Bill vedendo sorridere la ragazza si rabbuiò, non le aveva fatto nessun effetto vederlo baciare un’altra donna, forse a lei non importava più nulla di lui. E si chiese se infondo alla bella ragazza fosse mai importato di lui.

Una donna grassottella dai capelli rossi uscì dalla porta della casa che si affacciava sul giardino e iniziò a strillare a gran voce di entrare in casa. Erano rimasti pochi, la maggior parte se ne era andata prima del combattimento, altri subito dopo.

“allora andiamo?” disse Sirius inclinando leggermente la testa verso la casa

“cosa?!?!” chiese Jaily scandalizzata “non ci penso proprio!”

“Sam..” ormai erano rimasti da soli nel giardino e la donna si avvicinò verso i due per incitarli a entrare

“Sirius!” lo chiamò la signora “ allora entrate?”

“Molly, un momento” disse rivolto alla donna “allora? Sam..”

“no Sir, io vado…”
”non farti pregare, hai aiutato qui! Vieni dentro anche tu, sarai stanca!” disse la signora strattonandola per un braccio

“ma io..” tentò Jaily, ma fu bellamente ignorata

“io sono Molly Weasley, la mamma dello sposo… be, di quello che sarebbe dovuto essere lo sposo” disse non troppo dispiaciuta

“Molly, mi dispiace per come andata.. il matrimonio..” disse Sirius solidale

“ah, non importa, mi spiace solo che ci avevo messo molto tempo ad organizzarlo!”

Jaily non si spiegava come la signora Weasley potesse essere dispiaciuta per il lavoro inutile e non per il figlio al quale era stato rovinato quello che sarebbe dovuto essere il giorno più bello della sua vita. Jaily non aveva mai dato molta importanza ai matrimoni, li considerava più che altro una formalità. Non aveva mai sognato, neanche da piccolina, di indossare un’elegante vestito bianco con il velo e un grosso mazzo di fiori. Forse perché i suoi genitori si erano sposati quando lei ormai era grandina o forse perché era sempre stata un po’ maschiaccio. Jaily fu trascinata dentro casa sorprendendosi della singolare forza della signora Weasley. L’interno ero accogliente, sembrava una piccola casa di campagna. Si ritrovò in uno stretto corridoio e da dietro una porta provenivano delle voci

“vieni cara, gli altri sono tutti in cucina”

“emm, io aspetto Sirius” disse Jaily vedendo che l’uomo era rimasto un po’ indietro.

“ok, vi aspettiamo allora” disse la signora Weasley sorridendole e sparì dietro la porta.

“non entri?” chiese Sirius quando l’ebbe raggiunta

“Sirius, ascolta, io non posso. Io e Bill stavamo insieme anni fa, io l’ho lasciato in un modo orrendo e sono sparita… non posso tornare…” disse in fretta

“è questo il motivo?”
”e poi, insomma Harry… se resto… lui è grande, non sa che esisto, se lo scopre mi odierà…” disse nervosamente mentre gli occhi le si riempivano di lacrime

“ehy piccolina.. tranquilla” la rassicurò Sirius abbracciandola. Jaily si calmò e affondò la testa nella spalla di Sirius. Quell’abbraccio la faceva sentire protetta e tranquilla, le ricordò tanto James..

“mi manca tanto papà…” disse senza accorgersene

Sirius sorrise impercettibilmente “anche a me Sam, anche a me” poi la allontanò da lui e le posò le mani sulle spalle

“ascolta” cominciò “tu non conosci Harry, lui è un ragazzo straordinario, ne ha passate di tutti i colori, ma non odia nessuno, cioè quasi, ma non odierà di certo te. Sei sua sorella, questo è un periodo orribile per lui, ha bisogno di te.. e non immagini quanto!”

Jaily abbassò lo sguardo apparentemente molto interessata alle sue scarpe.

“ora hai due possibilità, puoi decidere di andare via, isolarti dal mondo e da tutte le persone che ti vogliono bene oppure puoi decidere di restare e di affrontare le conseguenze dei tuoi sbagli. Sta a te decidere se vuoi continuare a fuggire Sam.”

Jaily alzò lo sguardo e vide che Sirius la stava guardando e la sua espressione era tremendamente seria. Lei sorrise

“non ti facevo così saggio..”

“e be… neanche io” disse sorridendo sornione e grattandosi la testa

Jaily trasse un profondo respiro

“allora? Cosa aspettiamo a entrare?”

“prima le signore..” disse aprendole la porta e sorridendole, era davvero orgoglioso della ragazza

Sirius entrato si chiuse la porta alle spalle, tutta l’attenzione dei presenti fu catturata dai due nuovi arrivati, in particolare da Jaily.

“ma quanto ci avete messo?” sussurrò Remus che si trovava vicino alla porta

“c’ho messo un po’ a convincere Sam” rispose Sirius a bassa voce in modo che solo Remus sentisse e poi si rivolse a tutti “scusate il ritardo” disse e poi si sedette su una sedia libera. Sirius ne indicò una a Jaily, ma lei scosse la testa, preferiva rimanere in piedi. Tenne lo sguardo fisso al pavimento, aveva troppa paura di incrociare lo sguardo di Bill.

“stavamo dicendo che Harry, Ron e Hermione sono spariti” disse Tonks

“cosa?!?” esclamò Jaily forse un po’ troppo forte

“tu conosci Harry?” chiese la signora Weasley

“io.. be ecco veramente no…” disse Jaily

“sono certo che sta bene, gli ho appena mandato un patronus per dire che qui è tutto a posto…”
”ma io ti conosco!” esclamò una ragazza indicando con il dito Jaily. Era la fidanzata di Bill che si trovava appollaiata sulle sue ginocchia. A Jaily si congelò il sangue nelle vene sentendo quell’affermazione e alzò lo sguardo fissando la biondina. Anche Bill sembrava stupito.

“tu hai salvato me la vita, da quel bruit manjamort!”

“oh… emm, si..” Jaily si rilassò, intendeva questo con ‘io ti conosco..’

“si.. bene…” riprese la parola Lupin “allora, il ministero è caduto, adesso è sotto il controllo dei mangiamorte”

“e probabilmente lo diventerà anche Hogwarts.. senza Silente non riuscirà a restare autonoma e poi..”
”aspetta!” disse Kinglesey “siamo sicuri che la ragazza sia dalla nostra parte?”

Tutti si voltarono verso Jaily che roteò gli occhi e sbuffò.

“si, è dalla nostra parte” disse Sirius

“vero” intervenì Remus

“come fate ad essere tanto sicuri?” chiese Kinglesey scettico

“ci sono fin troppi motivi” disse Remus

“personali” aggiunse Sirius precedendo le parole di Kinglesey

“ok..” si lasciò convincere Kinglesey “allora entri a far parte dell’ordine”
”cosa?!?”

“non puoi restare alle riunioni dell’ordine senza esserne membro”

“io fare parte dell’ordine?” chiese Jaily scettica

“Silente avrebbe voluto..” disse Remus

“Remus, non ci provare!”

“mi aveva detto che per te ci sarebbe sempre stato un posto nell’ordine della Fenice, e lui sarebbe stato estremamente felice di averti”

“Remus..” ringhiò Jaily tra i denti “stai giocando sporco”
”io?!?!? Tu sei libera di andartene se vuoi!” esclamò Remus sulla difensiva. Jaily spostò gli occhi da Remus e Sirius e poi da Sirius a Remus.

“vi siete messi d’accordo vero?” chiese incrociando le braccia

“no no” negò Sirius

Jaily trasse un lungo respiro “si resto..” disse poi e con la coda dell’occhio vide Remus e Sirius battere il cinque.

“perfetto, ti ho visto combattere, sei brava!” disse Arthur Weasley

“eri tu quella che stava volando e combattendo contro tutti quei mangiamorte?” chiese la signora Weasley

“si”

“ma cara, non è pericoloso? Sei così giovane… quanti anni hai?”

“ventitre..”

“come Bill!” disse la signora Weasley stupita

“tho che coincidenza” ghignò Fred

“ma non vi conoscete… sareste dovuti essere a scuola assieme!” disse la signora Weasley

“mamma, forse dovremmo parlare di cose più serie, che ne dici?” intervenne Bill e Jaily lo ringraziò mentalmente.

Parlarono per lungo tempo di quali sarebbero dovute essere le nuove protezioni da adottare e come fronteggiare il nemico ora che la situazione si era aggravata.

Quando ebbero finito la gente cominciò ad andarsene e la signora Weasley chiese a un po’ di gente se voleva restare a cena.

Fleur si avvicinò a Jaily che stava parlando con Tonks

“vuoi rimanere a scena?” cinguettò Fleur “c’est il minimo por avermi salvato la vite!”

“oh.. emm, sei gentile, ma è meglio che vada”
”permetti moi di insistere!” disse Fleur

“ecco, io..”

Bill intanto aveva raggiunto la fidanzata, le passò un braccio attorno alla vita e le diede un bacio sulla guancia.

“resta se vuoi” disse Bill rivolto a Jaily. Il suo tono non era cordiale ne invitante, era piatto e freddo.

Jaily si morse il labbro inferiore.

“ooo, lui è Bill!” disse Fleur indicando il suo fidanzato “non è un amour?” disse con occhi sognanti

“emm… “ fece Jaily, quella Fleur le sembrava una gallinetta un po’ stupida, non le sembrava affatto la tipa giusta per Bill. Pareva una di quelle ragazze con cui Bill usciva prima di mettersi con Jaily. Mai nulla di serio, giusto per divertirsi un po’. Ma forse la sua era solo un impressione, oppure Bill era cambiato.

“Sam!! Vieni con me un secondo!” disse Remus comparendo e strattonandola per un braccio.

“Bill, Fleur, scusate”

Jaily si fece trascinare da Remus nell’altro lato della stanza

“Remus, lo sai che ti adoro!!”

“posso capire, era lui quello che era con te più o meno nove anni fa a Hogwarts vero?”
”si”
”poi che è successo?”
”è morta Lizzie, e io non ce l’ho fatta…” sospirò Jaily

“mi dispiace..”

“è successo tanto tempo fa..”

I due raggiunsero Tonks e Sirius che stavano parlattondo.

“restate a cena voi?” chiese Sirius

“noi due si, Molly a isistito tanto..”
”tu?”

“si credo di si, Sam?” rispose Sirius
”ma va la!!”

“dai resta!” la incitò Tonks

Subito arrivò la signora Weasley

“tra poco è pronta la cena, mangiamo in giardino” disse

“io non resto..”
”invece resti! Tutta il cibo del matrimonio dove lo metto se no? E poi mi sembri un po’ troppo magra!” disse la signora Weasley squadrandola da capo a piedi

“ma io…”

“eddai non farti pregare!” disse Sirius

“non è questo, è solo che..”
”perfetto resta!” disse Remus per mettere fine alla discussione.

Tutti si sedettero a tavola, Jaily con la coda dell’occhio guardava Bill e Fleur dall’altro lato della stanza. La ragazza cercava di imboccarlo e lui era rosso dalla vergogna.

“dimmi cara, come ti chiami?” chiese la signora Weasley a Jaily

“Jaily” disse “ è veramente tutto buonissimo”

“grazie, avevo fatto tanta fatica perché fosse tutto perfetto ed è saltato tutto… mha, forse è meglio così” disse lanciando un’occhiata contrariata a Fleur che civettava con suo figlio.

“eri a Hogwarts?”tornando a concentrarsi su Jaily

“si”

“conoscevi Bill?”

“i-io si.. eravamo dello stesso anno..” disse vagamente

“dimmi, lo conoscevi bene?”

Jaily quasi si strozzò con un pezzo di carne e poi cominciò a tossicchiare

“tutto bene cara?” chiese preoccupata la signora Weasley

“si si..” disse ripresasi la ragazza

“sai te l’ho chiesto perché Bill è molto cambiato da quanto era a Hogwarts..” disse malinconica la signora Weasley

“le persone a quell’età maturano..” disse Jaily a disagio

“si, ma per lui è diverso, il suo carattere è completamente cambiato. Aveva un sacco di amici, ma ha interrotto i rapporti con tutti, è diventato un ragazzo chiuso e fin troppo serio… penso che sia successo dopo la morte della sua migliore amica… non so se la conoscevi, Lizzie McKenzie!”

“si, la conoscevo..”

“sai, ha sofferto moltissimo erano amici sin da piccoli…” disse assorta “oh! Ti presento Ginny, la mia bambina!” disse quando una bella ragazza dai capelli rossi le passò davanti

“Ginny!” la chiamò

“si mamma!” rispose avvicinandosi

“lei è Ginny, la più piccola” presentò la signora Weasley

“non sono piccola!” sbuffò Ginny incrociando le braccia “comunque molto piacere!” disse sorridente rivolta a Jaily.

“tutto mio” disse notando il dolce sorriso della sedicenne, tale e quale a quello del fratello maggiore

“lei è Jaily, la nuova ragazza dell’ordine” disse Molly Weasley a sua figlia

“tu fai parte dell’ordine?” chiese Jaily a Ginny. La ragazza si voltò verso la madre con un cipiglio severo e Jaily vide il volto della signora Weasley irrigidirsi.

“no, secondo mamma sono ancora una bambina!” disse contrariata

Jaily si pentì subito di aver toccato quel argomento, era chiaro che fosse tabù!
”sei ancora troppo giovane, quando sarai maggiorenne potrai fare come ti pare, ma ne hai solo sedici e quindi decido io” disse la signora Weasley con un tono che non ammetteva repliche. Ginny sbuffò sonoramente.

“io vado, Fred deve farmi vedere i suoi nuovi prodotti..” disse “ è stato un vero piacere conoscerti Jaily!”

Jaily quella sera conobbe molta gente, membri dell’ordine della fenice pronti a sacrificare la propria vita per gli altri. Anche ora che erano soli, senza Silente e senza il ministero non si arrendevano, il loro segreto si chiamava speranza. Speranza in un mondo migliore, nella pace. E lottavano per i loro ideali, rischiavano ogni giorno la loro vita per poter vivere. Jaily li ammirava per questo, ammirava la loro straordinaria forza, il loro non arrendersi. Lei combatteva Voldemort per un senso di vendetta, loro solo perché credevano in un futuro che sembrava lontano anni luce. Era anche per questo che all’inizio non era voluta entrare a far parte dell’Ordine. Loro erano mossi da nobili ideali, lei solamente da una fortissima voglia di vendetta. Jaily non sapeva quanto si sbagliasse, era così forte il desiderio di vendetta che la rendeva ceca. Non capiva che lei sarebbe stata comunque li, fianco a fianco di quelle persone, perché lei era una vera grifondoro, ma le non lo sapeva.

Per tutta la sera Bill tenne gli occhi fissi su Jaily senza farsi notare dalla fidanzata che non lo mollava un secondo. Voleva ignorarla, far finta che non esistesse, ma era più forte di lui, non riusciva a staccare gli occhi di dosso alla moretta. Seguiva ogni sua mossa con lo sguardo, ogni suo sorriso, i suoi movimenti, la studiava in ogni minimo dettaglio. I suoi modi gli sembravano sempre gli stessi, la trovava cresciuta e più bella di quanto la ricordasse.

“Biiiiiiill! Ma mi ascoltiiiiii!!” cinguettò Fleur che era seduta sulle sue ginocchia. Bill la guarda, la mise a confronto con Jaily, la sua Jaily. No, non c’era paragone. Ma come aveva fatto a pensare di sposare quella ragazzina? Bella era bella, ma quando mai si era accontentato della bellezza? Accontentarsi, si era l’unica cosa da fare. L’unica donna che l’avrebbe reso felice non poteva essere sua, forse non lo era mai stata. Irraggiungibile e bellissima, ecco come Bill vedeva la sua ex. Nessuno poteva averla, nessuno. Poi un dubbio atroce lo colse, chi gli assicurava che non c’era davvero nessuno?

Erano le dieci di sera quando Sirius si avvicinò a Jaily che stava chiacchierando con Ginny. Le piaceva quella ragazzina, sapeva il fatto suo, testarda e molto graziosa. Le sembrava anche piuttosto sveglia e le piaceva da matti il quiddicht.

“ehy, io vado… vieni con me?” chiese Sirius

“con te?”

“la mia casa è enorme, c’è posto se vuoi!”
”oh, non preoccuparti, sto in un albergo babbano”

“in un albergo babbano?!?” ripetè Sirius esterrefatto “sei pazza? I mangiamorte sono sulle tue tracce e tu rischi la vita di centinaia di perosne?”

“be…” fece Jaily abbassando lo sguardo. Non ci aveva mai pensato, ma effettivamente il pericolo era reale.

“dai dammi la mano, ti guido io..”

Jaily si lasciò convincere e afferrò la mano di Sirius. Ad un tratto tutto divenne buio e poi si ritrovò all’interno di un’enorme casa. Sembrava antica e di famiglia nobile. Alle pareti erano appesi quadri di pomposi personaggi d’epoca.

“qu-questo è la casa dei Balck?!” chiese stupita Jaily e cominciò a curiosare in giro.

“se…” fece Sirius contrariato buttandosi su un vecchio divano di pelle nera

“è…macabra” commentò Jaily, non aveva mai visto una casa meno ospitale. Sembrava l’esatto opposto della tana e sapeva bene quale preferire anche se casa Weasley le sembrava un po’ troppo soffocante.

“dovevi vedere com’era prima..” commentò Sirius guardandosi intorno con un’espressione di disgusto scolpita in volto.

“non ti è mai piaciuto molto questa casa eh?” chiese Jaily notando la faccia di Sirius

“mai odiato di più un posto, sto pensando di trasferirmi…” disse Sirius ma fu interrotto da un rumore proveniente dal piano di sopra. Entrambi tirarono fuori le bacchette pronti ad attaccare in caso di necessita.

La porta della sala in cui si trovavano scricchiolò leggermente e poi si aprì di scatto. Jaily era pronta per scagliare un incantesimo, ma si bloccò. Un alto ragazzo dai capelli nera era entrato nella stanza con la bacchetta sguainata.

“Harry….” Sospirò Sirius accasciandosi di nuovo sul divano “ci hai fatto prendere un colpo!”
”Hermione, tranquilla è solo Sirius” disse Harry rivolto a una ragazza che era rimasta indietro.

“per fortuna!” esclamò Ron facendo capolino nella stanza “per oggi sono a posto con i mangiamorte”

Tutti si voltarono verso Jaily che era rimasta in silenzio con un’espressione di puro stupore disegnata sul viso. Fissava incredula Harry. Il ragazzo fece per coprirsi la cicatrice, era abituato alla gente che fissava la saetta sulla sua fronte, ma comunque lo metteva a disagio tutta questa attenzione. Ma dovette ricredersi, lo sguardo della ragazza non aveva indugiato neppure un istante sulla cicatrice concentrato com’era a fissare gli occhi di lui. Harry per la seconda volta quel giorno percepì un singolare senso di familiarità guardando la bella ragazza.

“fa un certo effetto è?” disse Sirius che naturalmente aveva capito lo strano comportamento della ragazza.

“è è.. incredibile…” disse a bassissima voce. Harry Potter era uguale al padre, tranne per gli occhi, quelli li aveva ereditati dalla madre. Ad un tratto Jaily sentì il bisogno di abbracciare Harry, il suo fratellino. Sentiva per il ragazzo un inspiegabile affetto fraterno che non credeva di essere in grado di provare.

Hermione era sempre più sospettosa, Harry Potter era famoso, certo, ma la reazione di Jaily era un po’ troppo esagerata. La moretta cercò di concentrarsi, eppure quel viso l’aveva già visto, ne era certa, solo non ricordava dove.

“ragazzi, forse è meglio se andate a dormire, io devo parlare con questa bella signorina!”

“non è un po’ giovane per te?” chiese Ron scettico. Jaily scoppiò a ridere a queste parole ridestandosi dalla sua sottospecie di trance.

Dopo che i ragazzi furono andati a dormire Jaily si sedette sul divano accanto a Sirius e appoggiò la testa  alla spalla dell’uomo. Inspirò a pieni polmoni sentendosi un po’ bambina come quando passava ore tra la braccia di Sirius Black.

“è strano vero?” chiese ad un tratto l’uomo

“è-è uguale… e gli occhi, sono come quelli di mamma.

“vero, quegli occhi.. erano in grado di mandare in tilt James come neanche il quiddicht! Dovevi vederlo, si incantava a guardare gli occhi di Lily e tutte le volte aveva una gran faccia da fesso!”
Jaily sorrise debolmente, non sapeva molto del passato da studenti dei suoi genitori, quando era piccola e chiedeva come si erano innamorati la sua mamma e il suo papà riceveva risposte vaghe.

“Sir.. no, ti prego…” non le andava di sentir parlare dei suoi genitori.

“hai ragione, parliamo di cose serie” disse solennemente

“basta che queste cose non abbiano il nome di Harry Potter”

“spiacente, ma è proprio ciò di cui dobbiamo parlare” disse lui “è ora di crescere Sam!”
”non è così facile.. però gli parlerò, devo farlo, appena trovo il coraggio e il modo…”

Sirius le sorrise radioso e le scoccò un tenero bacio sulla guancia

“ecco la mia bambina!” disse arruffandole i capelli

“Siriuuuuuus! Daaaaaaaaaai!”

La mattina dopo Jaily si svegliò che era già mattina inoltrata, aprì gli occhi e cercò di mettere a fuoco la stanza. Si stiracchiò e poi si mise a sedere sul letto. Si guardò intorno e piano piano tutti gli avvenimenti del giorno prima le tornarono alla mente. Guardò fuori dalla finestra, tutto era avvolto da un inquietante nebbia che gelava il sangue. Jaily diede un’occhiata veloce all’orologio, erano le dieci e mezza di mattina. La ragazza si alzò e si posizionò di fronte allo specchio. I capelli erano tutti in disordine e i suoi occhi erano ancora sonnecchianti. Si infilò in bagno e dopo aver velocemente pettinato i capelli li raccolse in una coda alta. Jaily uscì dalla stanza e scese al piano di sotto in pigiama. Girò la maniglia ed entrò in cucina. Harry, Ron ed Hermione erano impegnati in una fitta conversazione, ma appena sentirono la porta scattare si ammutolirono e puntarono gli occhi verso la ragazza.

“ho interrotto qualcosa?”  chiese Jaily scrutandoli uno a uno.

“emm, no no.. caffè?” disse Hermione imbarazzata porgendole la caraffa con il caffè

“oh, si grazie!” disse versandosene una discreta quantità nella tazza “Sirius?”

“è uscito presto stamattina, affari dell’ordine” spiegò Ron.

I ragazzi restarono in silenzio sperando che Jaily se ne andasse per poter continuare la loro conversazione privata, ma Jaily si sedette al tavolo. I suoi occhi furono catturati da uno strano oggetto che Harry stringeva nella mano sinistra. Il ragazzo notando lo sguardo indagatore della ragazza cercò di nasconderlo, ma ormai era troppo tardi. Jaily alzò lo sguardo incrociando quello di Harry.

“cos’è quello?” chiese seria, l’espressione sul volto della bella ragazza era indecifrabile

“oh.. emm, niente!” disse forse un po’ troppo in fretta Harry. Jaily naturalmente non gli credette e alzatasi lo raggiunse. Fissò l’oggetto per alcuni lunghi istanti e poi guardò i ragazzi con attenzione, uno a uno.

“dove l’avete preso?” chiese Jaily

I tre si guardarono senza sapere cosa rispondere.

“Kreacher, era tra le sue cose..” mentì Hermione

“l’elfo domestico? Il medaglione di Salazar Serpeverde?” chiese scettica

“come lo sai?” chiese Harry stupito, quel prezioso oggetto non era molto famoso

“so molte cose” disse lei vaga “ma non è solo un vecchio medaglione vero?” chiese Jaily a Harry scrutandolo attentamente.

Harry sentì una spiacevole sensazione all’altezza dello stomaco, lei non poteva sapere, nessuno… poi però si ricordò che anche Regulus, il fratello di Sirius, sapeva e quindi non era poi così impossibile. Per l’ennesima volta Harry si chiese chi diavolo fosse quella ragazza.

Vedendo che nessuno di loro si degnava di rispondere, Jaily riprese la parola

“Silente sapeva, e l’ha detto a te, giusto?” chiese lei con un mezzo sorriso “probabilmente aveva pianificato tutto sin dall’inizio..”
”tutto?!? Silente è morto, come aveva potuto pianificare anche questo?” sbottò Harry

“è morto si, e a quanto pare aveva appena fatto in tempo ad istruirti ben bene..” disse lei pensosa

“non mi istruiva proprio su niente!”

“e il medaglione come lo spieghi?”
”i-io non.. io non devo spiegarti proprio niente! non so neanche chi sei!” sbottò Harry, quella ragazza lo metteva in soggezione

“ma certo, è sicuramente così!” esclamò Jaily persa nei suoi pensieri “Sirius mi ha detto che dovevate partire soli per fare chissà cosa, non ne avete parlato a nessuno e credo di sapere il motivo!”

I tre ragazzi erano sbiancati, non capivano i ragionamenti della ragazza, ma non sembrava essere poi tanto lontana dalla verità

“Silente vi ha detto di non dire a nessuno quello che dovete fare, si perché voi avete una missione, ne sono certa. Silente sapeva come distruggere Lord Voldermort e l’ha detto a voi, ecco il vostro compito.” Esclamò soddisfatta delle sue geniali intuizioni “ non aveva voluto dirmelo, così ho deciso di indagare per conto mio, sapevo che Voldemort era umano, come tutti noi. E la sua scomparsa era accaduta in circostanze molto sospette. Il suo corpo che cade a terra poi si dissolve e si forma una stana nuvola nera che poi sparisce… così ho fatto delle ricerche”
”come sai di come è successa la scomparsa di Voldemort?” chiese Hermione con crescente sospetto

“be..io.. dettagli..! “ disse Jaily colta alla sprovvista e poi continuò “comunque ho  fatto ricerche, ho viaggiato per il mondo e ho validi motivi di credere che Voldemort non sia morto perché aveva creato degli Horcrux!”

Hermione sussultò mentre i ragazzi si limitarono a sgranare gli occhi, Jaily soddisfatta continuò

“solo un mago potente e oscuro poteva pensare a una cosa tanto orribile come spezzare la propria anima, una mago così legato alla vita e così spaventato dalla morte da sacrificare la propria anima.” Jaily fece una breve pausa osservando soddisfatte le facce allarmate e sorprese dei sui interlocutori.

“devo confidarvi che fino a pochi secondi fa erano tutte supposizioni, ma le vostre facce hanno cancellato tutti i miei dubbi. Ci ho messo anni a capirlo e stentavo a crederci, ci sono arrivata consultando i più antichi libri di magia oscura e be, lo ammetto, in molti casi la fortuna è stata provvidenziale”

Una lunga pausa di silenzio segui le inaspettate parole di Jaily Anser, il mistero che avvolgeva la ragazza era sempre più intrigante per i ragazzi, tranne per uno, che era giunto alla conclusione.

“chi sei davvero..?” chiese Harry assottigliando gli occhi

“io lo so…” disse Hermione guardando negli occhi la ragazza. Jaily cominciò a innervosirsi, quella ragazza, Hermione, era un po’ troppo sveglia… “ci sono arrivata ieri sera, non è stato facile ricordare dove ti avevo gia vista e poi ho cercato la soluzione nel tuo nome, ma la vera conferma l’ho avuta stamattina, prima ti sei tradita e hai tradito il tuo segreto…”
Jaily era seriamente allarmata, era impossibile che Harmione sapesse… Silente aveva cancellato tutte le sue tracce, ma a quanto pare si sbagliava.

“tranquilla” la rassicurò Hermione “non dirò niente, perché, be… non creda stia a me..”

Jaily accennò un mezzo sorriso alla ragazza

“sei in gamba..” si complimentò

Jaily si vestì poi uscì, non era mai stata una ragazza casalinga, le mura di un’abitazione le vedeva più come una prigione che come un luogo caldo e accogliente. Forse perché è una casa c’è solo quando ci sono delle persone amate che ti spingono a fare ritorno, o forse perché da alcuni anni la sua casa era il mondo. Passeggiò a lungo per le strade di Londra babbana. Di tanto in tanto si fermava a guardare le vetrine dei negozi o a scrutare il cielo. Da qualche tempo era più cupo e spettrale del solito, lungo le strade deserte si respirava un’aria tetra che metteva i brividi. Rifletté molto durante quelle ore di completa solitudine, rifletté sulle sue scelte, sul suo passato che aveva condizionato drasticamente il presente. Pensò al giorno prima, a Bill che stava per sposarsi, a Harry che stava per partire e probabilmente non avrebbe fatto ritorno, a Remus in attesa di un bambino… tante cose erano cambiate, fin troppe. Chissà cosa si era aspettata, cosa credeva? Di poter tornare quando voleva e di poter trovare tutto come aveva lasciato. Gli eventi seguivano il loro corso naturale, con o senza di lei. Se Bill presto avrebbe avuto una splendida moglie francese era in parte colpa, o merito, suo. Jaily Anser non credeva nel destino, credeva negli eventi e nelle persone. Ora come ora le cose stavano così, non sapeva cosa le riservava il futuro, davanti a se vedeva solo Voldemort. Non aveva mai guardato oltre perché non credeva che ci sarebbe stato un dopo. Vedeva gli Horcrux, non sapeva quali, non sapeva quanti, sapeva che erano uno ostacolo, difficile si, ma da abbattere in ogni modo.

Jaily tornò verso le sette di sera e trovò la tavola apparecchiata per cinque persone. Sirius, Harry, Ron e Hermione erano a sedere e la stavano aspettando. Dopo la cena i tre ragazzi si ritirarono nella stanza di Harry e Ron per parlare in privato. In quei giorni avevano scoperto dove si trovava un Horcrux, il medaglione di serpeverde, erano quindi decisi ad andarlo a prendere. Consapevoli che non sarebbe stata una passeggiata infiltrarsi nel ministero pullulante di mangiamorte, i tre ragazzi stavano cercando di pianificare nei minimi dettagli la loro incursione. Infatti il medaglione si trovava al ministero, precisamente nelle mani di Dolores Umbridge.

Mentre si stavano organizzando sentirono bussare alla porta e una radiosa Jaily fece capolino nella stanza.

“allora? Cosa vi state dicendo di tanto segreto?” chiese senza aspettarsi una reale risposta

“è un segreto appunto, non possiamo dirlo” disse Ron

“be si… ma dato che ormai ho capito quello che state combinando che male c’è a mettermi al corrente delle vostre mosse? Posso aiutarvi..”

“si forse” disse Harry “ma di te sappiamo solo che sei piovuta dal cielo, che conosci Remus, Sirius, Fred e George e che ti chiami Jaily Anser… non credo di riuscire a fidarmi..”
”capisco…” sospirò Jaily affondando le mani nelle tasche dei pantaloni. Fissò per alcuni istanti la punta delle sue scarpe e poi si decise a rialzare lo sguardo.

“potrei parlare con Harry da sola?” chiese a un certo punto rompendo il silenzio che si era creato

“non ci sono segreti tra noi!” sbuffò Ron “se hai qualcosa da dire dilla”

“infatti” lo sostenne Harry “non ho segreti con loro”

“si.. lo so… ma sono cose private…”

“ti abbiamo detto che non ci sono cose private, quello che riguarda Harry riguarda anche noi!” disse Ron

“non si tratta di Voldemort o del prescelto… riguarda solo Harry!” esclamò la ragazza

“Avanti Ron, andiamo!” disse Hermione tirando Ron per un braccio. La ragazza uscì dalla stanza tirandosi dietro Ron che brontolava per essere stato escluso. Una volta che la porta fu richiuse Harry e Jaily si guardarono negli occhi per alcuni istanti.

“allora?” la incitò Harry

Jaily abbassò lo sguardo e si morse il labbro inferiore

“non è così facile…” disse cercando di apparire tranquilla “emm.. posso sedermi?” chiese poi alludendo al letto.

Harry le fece posto e lei gli sedette accanto. Jaily inspirò profondamente per farsi coraggio e poi rivolse la sua completa attenzione al ragazzo.

“non sapevo come dirtelo… anzi, non volevo dirtelo… ma devo… e voglio… che tu sappia..”

Jaily fece una breve pausa come per cercare le parole giuste da dire “vedi, forse non ti importerà niente, o forse mi odierai, ma è un rischio che devo correre..” detto questo Jaily aprì la borsa che portava a tracolla e sfilò un pacchetto regalo e lo porse a Harry.

“buon compleanno..”

“oh, emm grazie, ma non dovevi” disse Harry imbarazzato

“dovevo invece, avresti dovuti riceverne molti altri…” disse “avanti aprilo” lo incitò lei

Harry rivolse un ultimo sguardo indagatore alla ragazza poi scartò il regalo. Non aveva capito il senso della frase di Jaily, poche cose le erano chiare di quella ragazza, ma soprattutto non capiva cosa avesse di tanto importante da dirgli. Il regalo era un libro rilegato in pelle. Non aveva nessun titolo e nessun segno sulla copertina. Harry lo aprì molto lentamente e scoprì che non si trattava di un libro, ma bensì di un album fotografico. Nella prima pagina c’era la foto di una bellissima ragazza dai capelli rossi stesa su un letto di ospedale che teneva tra le braccia un bebè. Harry guardò il viso di sua madre adolescente che gli sorrideva stanca dalla foto. Harry alzò gli occhi su Jaily riservandole uno sguardo interrogativo. Cosa ci faceva la foto di sua madre in un album di Jaily Anser?

“continua” disse Jaily come risposta a quello sguardo e il ragazzo ubbidì.

Girò pagina e vide un’altra foto. In questa c’era un ragazzo molto bello dai capelli neri e gli occhi color nocciola che teneva tra le braccia un bebè. Di fianco, un ragazzo della stessa età del primo dai capelli e gli occhi nerissimi, rideva a crepapelle dell’amico che non sapeva come tenere in braccio il bambino. Harry fu molto sorpreso di vedere il padre e Sirius nella foto, ancora non capiva. Harry continuò a sfogliare le pagine, ovunque c’erano foto dei suoi genitori con una bambina che cresceva. Era una bambina molto graziosa, aveva dolcissimi occhi color nocciola e i capelli castani le arrivavano alle spalle. La maggior parte erano state scattate a Hogwarts. Spesso era in braccio alla madre, oppure con i malandrini al completo. In altre stava in groppa a un maestoso cervo o a un grosso cane. In una o due giocherellava con un topolino. Alcune la raffiguravano in sella a una scopa stretta al padre mentre sorrideva divertita. A Harry era saltata in mente una strana idea che gli pareva così assurda che la scansò subito. eppure… Girò una pagina e quello che vide lo lasciò a bocca aperta. Si riconobbe in braccio alla madre che lo guardava adorante e vicino stava suo padre che teneva sulle ginocchia la solita bambina. Hrry finì di sfogliare l’album e lentamente alzò lo sguardo su Jaily che lo scrutava nervosa e in febbrile attesa. Harry riconobbe gli occhi della bambina in Jaily, e solo in quel momento notò la straordinaria somiglianza tra la ragazza e sua madre.

“cosa significa?” bisbigliò Harry confuso

“non hai ancora capito..?”
”i-io credo di si… solo che è… impossibile, insomma..” Harry non poteva crederci era tutto così… irreale e sconvolgente.

“senti Harry, io volevo dirti che mi dispiace, mi dispiace per averti abbandonato, sono stata una sorella orribile e…. be… se mi odi lo capisco, ma sono contenta che tu lo sappia”
Harry non disse niente, continuava a guardarla, non sapeva cosa pensare e tantomeno cosa dire

“perché non me l’hai mai detto…” chiese

Jaily sorrise amaramente, la famosa domanda

“paura” disse semplicemente “non ti ho seguito dai Dursley perché li odiavo tutti e perché odiavo…” ma si interruppe

“me” finì per lei la frase Harry

Jaily trasse un lungo respiro

“ero piccola, e con questo non sto cercando di giustificarmi, e avevo bisogno di qualcuno a cui dare la colpa, Voldemort era scomparso e quindi decisi che la colpa era tua. La profezia su di te aveva spinto Voldemort a dare la caccia a mamma e papà, questa mi sembrava un valida scusa. Col tempo sono cresciuta e ho capito quando ero stata ingenua ad affibbiarti la colpa. Che responsabilità può mai avere un bambino di un anno? Però ormai mi sembrava troppo tardi. Aveva paura della tua reazione Harry, non avrei sopportato di vedermi sbattere la porta in faccia o peggio di vedere sulla tua faccia un’espressione si completa indifferenza. Ritardavo sempre il momento del nostro incontro consapevole che prima o poi avrei dovuto affrontarlo..” Jaily si bloccò e alcune lacrime le solcarono i dolci lineamenti del viso.

Harry era rimasto letteralmente di sasso, poi le sue labbra si incurvarono in un sorriso indeciso. Poi fece qualcosa di totalmente inaspettato, abbracciò la ragazza che stava piangendo davanti a lui. Harry era felice, consapevole di avere una sorella, un motivo in più per cui lottare. Non le imputava alcuna colpa, perché gli importava solo di avere trovato un’altra persona da amare e che, ne era certo, lo amava a sua volta. Jaily rimase spiazzata dall’abbraccio che presto ricambiò, appoggiò il mento nell’incavo della spalla di Harry e poi sorrise commossa. “grazie fratellino…” sussurrò. Dopo un po’ si staccarono, entrambi avevano gli occhi lucidi.

“quindi come ti chiami?” chiese Harry

“Samantha, Samantha Potter, ma tutti mi chiamano Sam!”

“be ora si spiegano molte cose…”

“tipo?”

“tipo perché conoscevi Sirius e Remus.. ma come mai non sapevo che esistevi?”
”ho voluto io così… e Silente ha provveduto a far sparire ogni mia traccia”
”Silente… altre bugie…” disse cupamente Harry

“non incolparlo ingiustamente” disse Jaily cogliendo l’amarezza nelle parole di Harry “sono io che ho voluto così, la colpa è solo mia, lui ha solo assecondato le mie scelte”

Tra i due calò il silenzio. Harry rimuginava dentro di se.

“com’erano?” chiese poi

“è?”

“mamma e papà, com’erano? Non come persone, quello lo so… intendo come genitori”
Jaily sorrise a quell’ingenua domanda che poco si addiceva a una diciassettenne che aveva sulle sue spalle un peso troppo grande

“be… io sono nata quando avevano appena sedici anni. Mamma era dolcissima, un’ottima cuoca, era intransigente e alle volte un po’ troppo protettiva. Papà, be lui lo adoravo, era sempre dalla mia parte anche quando combinavo dei disastri, lui la chiamava creatività. Mi ha insegnato a volare e mi ha trasmesso la passione per il quiddicht.”

Harry aveva assunto un’espressione sognante, quanto gli sarebbe piaciuto aver potuto passare più tempo con loro…

Harry e Jaily parlarono a lungo, passarono la notte svegli a conoscersi. Parlarono anche degli Horcrux, di Silente e del suo testamento. Parlarono di quiddicht e dei loro genitori. Ogni minuto che passava si sentivano sempre più legati, uniti da un affetto sincero. Quello di un fratello e di una sorella.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Scusate scusate e scusate!!! Mi dispiace per il ritardo, ma davvero non riuscivo a scrivere. La scuola è un casino ed è ora che io cominci a studiare… poi tutte le volte che provavo a scrivere mi venivano in mente i versi della poesia… ma vi pare possibile che a un liceo scientifico-tecnologico si debba imparare a memoria il quinto canto dell’inferno?!?! Ma che morisse Dante!! E poi secondo il prof, ho delle ‘responsabilità superiori verso Dante’, e questo solo perché ho la grandissima sfiga di chiamarmi Beatrice!!!grrrrrrrrrr!!! spero che il cap non vi faccia troppo schifo, perché personalmente lo odio! L’ho pubblicato solo perché mi sembrava ora, ma non sono per niente soddisfatta…. Nel prossimo vi prometto che Bill sarà moooooooooooolto più presente!! Spero che recensiate (gli insulti ci stanno) e scusate ancora tantissimissimo per il ritardo. Spero di essere più veloce con il prossimo! Un bacino!

 

                                                                                                             Bea*

  
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