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Autore: ILoveItBaby    20/07/2013    7 recensioni
Quando gli angeli si chetano
Quando il ciel si rabbuia
Quando il sussurro del vento svanisce
Quando la terra smette di tremare
Quando tutto tace e c'è solo il silenzio di chi attende
è il momento di correre.
********************
Dal Capitolo 1:
"Era evidente che gli dolesse, ma il ragazzo smise di massaggiarle e fece segno di no, poi perfido disse “Non è che ti sei innamorata di me e tentavi di stare un po' sola con il sottoscritto. Mi spiace ma dovrai metterti in fila, anche se...per te potrei anche fare un'eccezione!”. Greys lo fisso con il suo sguardo da Bestia Incarognita®."
[...]
"Una lieve brezza le mosse i capelli rossi e lei rabbrividì. Draco le passò il braccio intorno alle spalle e la strinse per scaldarla, con grande stupore di Greys. Non si sarebbe mai aspettata di vedere quel ragazzo così romantico, o semplicemente gentile. Gli tolse la mano e si raddrizzò. Infatti, era troppo dolce, e sinceramente non ci credeva, stava tentando di farla diventare uno dei suoi trofei."
********************
Bhe............spero con tutto il cuore che vi piaccia!!!!
Genere: Fantasy, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro personaggio, Draco Malfoy, Famiglia Malfoy, Severus Piton, Tom Riddle/Voldermort
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VII libro alternativo
Capitoli:
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by Julie TheStrange

Capitolo 1 - Parte Prima

 
«A volte la strada più lunga è l'unica che ti porta dove desideri»
 
Oggi,
Inghilterra


Sono in volo. Il vento mi accarezza le piume bianche e argento.
Il mio nome è Greys. Solo Greys. Nessun cognome. Non più.
Sono un'umana. Ero un'umana. Sono un angelo. Ero un angelo. Ora sono nulla, solo un ombra del mio popolo.
Mi hanno scelta. Mi hanno salvata. Mi hanno condannata e poi gettata.
E ora sono qui.
Per vendetta? Non ho nessuno su cui vendicarmi.
Per ricominciare? Non ho nulla da ricominciare.
Sono qui perché mi vogliono. E perché non mi prendano.
 
Il sole timido spuntò all'orizzonte, illuminando le brulle colline e riflettendosi nel lago nero. Lentamente la sua corona illuminò il castello, ancora pallido e grigio nella sua spessa pietra. Il vento si alzò, accarezzando dolcemente i rami degli alberi con il suo tocco freddo, gelido, e trasportando le foglie non verdi verso una nuova terra lontana. La brezza arrivò fino allo scuro lago, increspandone la superficie e liberando la brina sull'erbetta che si affacciava alla costa.
Nonostante il teporino del sole arrivasse fino al castello, esso rimaneva impassibile e freddo come solo la roccia può essere, inneggiando una stagione vagamente cupa.
Ormai era la fine di agosto, e sotto gli alberi cominciavano a raccogliersi le foglie con colori caldi e spensierati, simbolo autunnale per eccellenza. Hogwarts, sotto quel bel sole che la illuminava, irraggiava bellezza luttuosa e, a modo suo, piangeva i brutti tempi riempiendo ogni crepa o spiffero di aria gelida che congelava chiunque gli passasse vicino. Il suo silenzio faceva rimbombare tra le spesse mura, il duro rumore di tacchi sul pavimento piastrellato. Il passo era veloce e deciso, ma altrettanto leggero.
Una alta ragazza dalla chioma rossa passò nel atrio ampio del piano terra, diretta al maestoso scalone che portava ai piani superiori. Sugli scalini il vestito nero svolazzava, facendo intravedere l'alto stivale scuro. La ragazza volò fino al secondo piano, percorse svariati corridoi, per raggiungere due grosse statue: gargouille. Si fermò tra esse e chiese gentilmente “Posso salire?”.
Si tastò il vestito, poi alzò una piccola chiave argentea appesa a una catenina, apparsale in mano. Si aprì una piccola porta nella roccia.
La ragazza entrò e salì sui gradini a chiocciola che cominciarono a muoversi placidamente. Non volendo aspettare oltre, prese a saltare due o tre gradini alla volta con ampie falcate. Aprì la porta di legno ed entro.
Lo studio era esattamente come Silente lo aveva lasciato, o meglio come se lo ricordava la giovane dall'anno prima. Non aveva pensato che sarebbe dovuta tornarci così presto. L'ultima volta era andata per chiedere consiglio al suo più caro amico d'infanzia: Albus Silente.
Il tempo non aveva scalfito minimamente l'affascinante stanza. Non era stato spostato nessuno degli oggetti argentei, degli antichi strumenti, nemmeno un quadro o una sedia.
Tra tutto quello splendore, un elemento stonava con l'ambiente: un uomo davanti alla finestra osservava il panorama mozzafiato. Era alto, avvolto in un mantello nero, dello stesso colore dei suoi capelli. Il naso adunco si spostò dalla finestra alla ragazza, per poi tornare alla evidentemente più interessante vista dalla finestra.
Passò qualche secondo prima che l'uomo parlasse con voce bassa “Greys, come mai qui?”. La ragazza prese una sedia dalla scrivania e la girò verso di lui, accomodandosi sopra.
“Come stai Severus?”.
Piton ignorò la domanda e continuò.
“Se hai bisogno di qualcosa sbrigati; tra poco devo andarmene. Allora?” disse con tono aspro.
Greys sospirò guardandosi intorno. Pensò a quanto Piton rispettasse Silente, anche da defunto, non aveva nemmeno spostato nulla, come rifiutando di essere lui il preside in quel momento. Decise comunque di non esprimere il suo pensiero in parole.
“Devo chiederti un favore. Vorrei poter entrare in una classe dell'ultimo anno. Va bene qualsiasi Casa, ovunque ci sia un posto libero.”
Piton non disse nulla; standosene lì in piedi si girò verso di lei e la osservò per un secondo, ma subito distolse lo sguardo.
“Una ragazza si è ritirata all'ultimo momento perché si è trasferita con i genitori in Europa. Lavoro. Sai che le camere sono contate, credo comunque che ci sia ancora, è nei Serpeverde, ho solo questo.”
Immediatamente Greys chiese “Chi era?”
“Philicia Stokwel. Ma non ci sarà bisogno di usare il suo nome.”
“Va bene. E... tu, come stai?” chiese Greys. Piton rispose alzando le spalle.
“Deve essere difficile fare...” si bloccò. La spia. Non ora, non lì.
Greys rimise la sedia davanti alla scrivania di legno e andò verso la porta. Prima di uscire si voltò tentando di rimettere insieme i suoi pensieri per poter formulare una frase, ma uscì solo un “Ciao” strozzato.
Greys chiuse con dolcezza la porta e scese i gradini, che al suo tocco si mossero adagio.
Era l’ultimo giorno di Agosto, il dì seguente sarebbe partito il treno 9 e tre quarti per il castello; rifletté che sarebbe stato più prudente se fosse salita su quel treno assieme agli altri studenti, invece di trovarsi già al castello, affinché la sua presenza non desse nell’occhio.
Ricordò inoltre di non avere nulla per frequentare la Scuola, nemmeno un libro; anche se questo non era un problema di grandi entità. Avrebbe fatto un giretto a Diagon Alley, andando da librai e sarte di sua conoscenza per ottenere il materiale. Diversi commercianti l'avevano a cuore, così la aiutavano e le portavano gli oggetti in tempi record. D'altronde dopo secoli di assiduità, si creavano forti legami, affetto o denaro, o a volte entrambe.
Nonostante ciò non potevano evitare di domandarsi come facesse ad essere sempre una affascinante diciannovenne dopo tanto tempo. Secoli? Millenni? Nessuno lo sapeva e né lo chiedeva, nemmeno i più vicini a lei, che comunque la conoscevano solo di vista o dopo aver parlato con lei una manciata di volte.
Si mormoravano le teorie più disparate, tra quei pochi che la conoscevano, ma nessuna che riportasse minimamente la verità. Spesso lei stessa rideva per l’assurdità del vociare circa la sua natura.
Uscì dal castello in silenzio.









Angolino Autore Autrice
Ciaoo a tutti nuovamente, sono tornata per rompervi ancora, e già!
Vi saluto tanto e vi ringrazio, perchè se state leggendo sta schifezza, vuol dire che il prologo non vi ha uccisi (ottimo risultato, no?)!!
Ora vado. Tanti saluti,
Giulia
   
 
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