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Autore: Ruth Spencer    20/07/2013    5 recensioni
Sembriamo fatte su misura, per stare insieme ed essere amiche: ognuna con i propri sogni da realizzare e le sue paure intrappolate sotto il cuscino ma, comunque frammenti di uno stesso mosaico, uniti da una promessa che intendiamo mantenere.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sono di nuovo qui, con la seconda One Shot. Stavolta parliamo di una persona totalmente diversa: spero vi piaccia almeno quanto è piaciuto a me scriverla. Il trentuno sera aggiornerò con la terza One Shot. Ringrazio di cuore le due persone che hanno recensito e chi ha inserito questa raccolta tra le preferite/seguite. Siete stupende :)   
 
 
                                                                                                 Legno
 
                                     A Shatze, perché guarderemo il mondo dal nostro furgoncino hippie e sgangherato.
 
 
 
Ma, se mi volto ne incrocio un altro, di caso umano.
Tamburella ritmicamente le dita affusolate sul tavolo, suonando chissà quale melodia su un pianoforte invisibile. Il volto è celato da una cortina di capelli bruni, corti e pari che le sfiorano il collo e gli occhi grandi e castani, sotto delle sopracciglia scurissime e arcuate, sono rivolti verso il basso.
Per descriverla basterebbero poche parole scelte con attenzione oculata, qualche aggettivo gratificante e una manciata di virgole messe al punto giusto, ma forse, risulterebbero riduttive e semplicistiche. Non credo che renderebbero sino in fondo la sua personalità. Sotto la maschera di silenziosa timidezza infatti, si nasconde un mix esplosivo e sconvolgente di umor e originalità.
Per due anni quasi non vi rivolgete la parola e poi un giorno, durante l’intervallo ti dice che “Ti ricordavo meno simpatica”. E così ti rendi conto di cosa ti sei persa in questi due anni di frasi banali e castelli di ipocrisia e cartapesta.
Perché lei è vera, non come il resto del mondo. “Dante li mette all’Inferno i pusillanimi” commenta stizzita, perchè detesta chi non si schiera, chi non prende posizioni di fronte alle circostanze.
Odia studiare filosofia, forse perché la sua vita è un imperterrito ed instancabile filosofeggiare; vive di ideali, di sogni utopistici e discorsi insensati.
“Voglio imparare la lingua elfica di Tolkien.” Ti avvisa. “Come vorresti che fosse il tuo funerale?” chiede invece un’altra volta con il tono di chi ti sta domandando il gelato che preferisci.
Stilate liste infinite di film che prima o poi guarderete insieme sul divano di casa sua, tra cuscini e tranci di pizza, o delle esperienze che desiderereste vivere; fantasticate su un futuro comune in un angolo della sua camera con la carta da pareti ricoperta di scritte e citazioni tratte dalle canzoni dei Beatles.
Vi spedite lettere una volta al mese, pur vivendo nella stessa città e frequentando la stessa classe.
Perché lo fate? Perché vi piace la poesia e per voi, l’uomo senza poesia sarebbe solo un involucro vuoto di carne e sangue. Ridete senza un motivo tutte le volte che entrate in ascensore insieme e da quando Nelson Mandela è malato, entrambe avete una sua foto come sfondo del cellulare.
“Sei il mio alter ego.” ti dice, quando sparate le stesse battute o parlate all’uni solo. Condividete un amore platonico e segreto per Paul McCartney, Ewan McGregor e Jude Law , e generalmente se una di voi ha una fissazione tende a trasmetterla all’altra. Quando sedete vicine al banco di scuola, scarabocchia i bordi del tuo quaderno con disegni e vignette spiritose che crea sul momento e ogni volta che la inviti a cena, inverte la posizione di due quadri quasi identici appesi all’ingresso per vedere se tua madre questa volta se ne accorgerà; ruba sempre il Times ai vicini che hanno l’abbonamento e se ti dovessi addormentare incautamente sul suo letto, al risveglio potresti ritrovarti due baffi di dentifricio sotto il naso.
Shatze è generosa, disponibile ed umile. La prima volta che hai sciato, c’era lei davanti a te che volteggiava sulla neve come una farfalla, per guidarti sulla pista.
Piange solo di fronte ad un bel film, non dice mai parolacce e le sue tattiche per conquistare i ragazzi che le interessano ti lasciano tutt’ora perplessa; è lo specchio della tranquillità e della calma, tanto che sembra sempre avere il pieno controllo delle situazioni.
Shatze è come il legno, un ramoscello che scricchiola e si inclina su un lato allo sferzare gelido del vento, senza accennare a spezzarsi.
Lei non dipinge, non canta, non scrive. Eppure, a modo suo è un’artista.
Lei è Shatze, un caso umano.
 
 
  

   
 
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