Storie originali > Introspettivo
Ricorda la storia  |       
Autore: Ruth Spencer    18/07/2013    6 recensioni
Sembriamo fatte su misura, per stare insieme ed essere amiche: ognuna con i propri sogni da realizzare e le sue paure intrappolate sotto il cuscino ma, comunque frammenti di uno stesso mosaico, uniti da una promessa che intendiamo mantenere.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
                                                                                                A Lavinia, Ludovica, Martina e Margherita
                                                                                                                       perché abbiamo condiviso tanto.
 
 
 
 
Okay. Ho appena finito di scrivere Tomboy ed entro un quarto d’ora aggiornerò. Intanto però ho pubblicato questo. L’idea mi è venuta in mente grazie ad una domanda su ask alla quale, purtroppo, non ho potuto rispondere completamente per problemi di spazio. Sarà una raccolta di cinque One Shot, quattro delle quali dedicata ad una persona in particolare, che fa parte del mio “universo quotidiano”, e che prenderà il titolo da un materiale diverso, come il vetroin questo caso. E’ lo scritto più  personale che abbia mai pubblicato qui, su EFP, anche più di “Memorie di una squilibrata” e “The Lady is a Tramp”, perché in ognuna di queste quattro persone riesco a riconoscere una parte di me stessa. Mi auguro con il cuore che vi piaccia e che lo troviate poetico, perché al mondo di poesia ce n'è davvero poca.  
                            
 
                             
                                         
                                                                           
 
                                                                                                          Vetro
 
                                                      A Naima, perché prima o poi troverai la tua forma proprio come il vetro.
 

 
 
Il telefono squilla e l’eco del suo trillo si disperde nella stanza vuota, e va ad infrangersi contro i muri. Vedo balenare nell’oscurità due occhi neri come l’inchiostro, ombreggiati da ciglia scure, che mi restituiscono uno sguardo ammiccante: le labbra carnose sono distese in una sorriso contagioso che mostra una fila di denti perfetti e candidi, sulla pelle ambrata di un viso dalla fronte alta e gli zigomi così affilati da sembrare scolpiti nel marmo.
Le potrei ripetere cento volte quanto sia attraente, ma non mi presterebbe mai ascolto: perché lei è fatta così, testarda, orgogliosa e determinata come pochi; è pigra quanto intelligente, schietta e piena di senso critico; eclettica ed ironica. Qualsiasi discorso venga intrapreso, dalla politica alla musica, lei esporrà sempre una sua idea. Vivace, teatrale e spigliata; sa essere raffinata a tavola e altrettanto scurrile con le amiche.
Si innamora ogni giorno, non è mai convinta del colore dei suoi capelli, odia la carne e si sottopone a diete assurde; soffre di insonnia e sviene spesso tanto da averla soprannominata “il mio cerotto ambulante”.
Ma, lei è fatta così, con la sua risata limpida e il suo senso dell’umorismo. Lei che a volte si fa del male da sola e sembra non capirlo: in quei momenti, vorrei potesse bastare un abbraccio e un “Ti voglio bene” per convincerla a smettere. Ma, lei non si scompone: la barriera che si è costruita attorno attutisce i colpi e rende più flebili le mie proteste. Ride e si stringe nelle spalle ai miei “Non fare cazzate, Naima”.
Naima è una strana combinazione di forza e fragilità, incoerenza e frustrazione allo stato puro; un continuo fluire di pensieri, contraddizioni e speranze, che riesce a intuire gli altri, ma non se stesso.
Quando ho un dubbio o un problema, il primo numero della rubrica che cerco è il suo; discorriamo per ore intere di tutto, del mondo che vorremmo e di quello che invece abbiamo, della gente che incontriamo e delle persone con cui talvolta ci scontriamo; discutiamo su come trascorrere il fine settimana e su come trascorrere la nostra vita. Facciamo progetti per il domani effettivo e per quello ideale, progetti da infiocchettare con un nastro rosso, da seppellire nella terra umida in attesa che germoglino, da conservare nei cassetti polverosi delle nostre stanze per gli anni a venire.
Naima è lunatica e curiosa, teme di essere sbagliata, un giorno apprezza la sua voce calda e profonda e quello dopo la detesta. Adora i suoi due cani e le volte in cui le sento dire al telefono “Tesoro mio!”, non si riferisce certo a me, ma ad uno di loro. Con un bicchiere di birra sarebbe perfettamente in grado di ubriacarsi, si spalma il burro di cacao sulle labbra almeno dieci volte al giorno, mangia latte e cereali a cena e cucina solo pesce. Ama l’anticonformismo e gli anticonformisti in generale.
-Tu sei come il vetro…- le bisbiglio. Nei suoi occhi neri come il mare e la notte, come le delusioni e il sapore dell’insoddisfazione vi è tutta la sofferenza che si porta addosso inconsapevolmente. Così, capisco: è ossido silicio che ha dimenticato di cristallizzarsi, vetro bollente tra le dita che deve trovare ancora la sua forma.
Sembriamo fatte su misura, per stare insieme ed essere amiche: ognuna con i propri sogni da realizzare e le sue paure intrappolate sotto il cuscino ma, comunque frammenti di uno stesso mosaico, uniti da una promessa che intendiamo mantenere.
Il telefono continua a squillare alle 14 e 43 e lei non risponde. Starà dormendo, perché avrà trascorso un’altra notte insonne.
Lei è Naima, un caso umano.
                                                     

   
 
Leggi le 6 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Introspettivo / Vai alla pagina dell'autore: Ruth Spencer