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Autore: Gerugber    20/07/2013    1 recensioni
Tutti si ricordano il proprio diciottesimo compleanno.
Chi per cose brutte, chi per cose belle, ma tutti se lo ricordano.
E io mi ricordo il mio.
Era marzo ed ero fidanzato, ed ero felice, troppo felice.
Una felicità che sarebbe svanita poco a poco, per poi tornare alla vita di tutti i giorni.
Tutti hanno problemi con la propria anima gemella,
tutti hanno problemi a scuola.
Ma fidatevi quando vi dico che per un diciottenne gay è tutto più difficile.
Ed ecco la mia storia...
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Si non avevo dubbi, l’odore che sentivo era sapone.
Bagnoschiuma per l’esattezza.
Il mio bagnoschiuma se vogliamo essere precisi.
Dopo un attimo mi accorsi anche del rumore dell’acqua.
Ma chi si stava facendo la doccia in casa mia alle undici di sera?
Oddio era a casa, era lì!
“Max, sei tu?” chiesi ad alta voce.
Nessuna risposta.
Posai le chiavi e iniziai ad andare verso la luce che usciva dai lati della porta del bagno, per il resta casa era buia.
Penso che una persona normale dopo non aver ricevuto risposta non sarebbe andata avanti fino alla porta ma anzi si sarebbe iniziata a preoccupare.
Ma come avrete capito tutto sono tranne che normale.
Arrivato davanti alla porta l’odore di bagnoschiuma diventò più pungente ma la cosa mi rilassava.
Inoltre si sentiva anche attraverso la porta il calore che c’era all’interno.
Bussai.
“Chi è?” rispose una voce dall’altra parte.
La stessa voce che mi consolava nei momenti difficili, quella di Max.
Non so se l’avevate già capito ma il mio rapporto con Max era strano, Max stesso è strano.
Ogni tanto spariva lasciandoti solo, ma a volte sapeva quando avevi bisogno di lui e lui c’era.
E poi se avevo bisogno di divertirmi lui c’era e sapeva come tirarmi su di morale, su questo non c’era dubbio.
Magari erano discutibili i mezzi con cui lo faceva ma lui diceva sempre: “Il fine giustifica i mezzi.”
E mi ricordo ancora la prima volta che me lo disse:
 
Eravamo in discoteca, e non era la prima volta che mi portava là, e neanche la seconda.
Forse la terza, o la quarta.
Ma comunque quel mondo ancora non mi apparteneva.
Ero un ragazzino impacciato, con un il ciuffo ben pettinato e con gli occhiali.
Beh si ecco una caricatura di me stesso direi.
Fatto sta che io e Max eravamo seduti su un divanetto in disparte.
Il caldo mi faceva sudare e la musica mi trapanava le orecchie.
Beh Max era abituato. E poi era a petto nudo quindi non aveva esattamente problemi di sudorazione.
Erano ancora i primi tempi che uscivamo insieme e vederlo a petto nudo mi faceva ancora un certo effetto.
“Non ti preoccupare Alex, lasciali stare, sono solo degli stupidi non capiscono niente” mi disse quella sera.
Gli raccontai che dei miei compagni avevano preso il vizio di prendermi in giro per i miei modi di fare.
“Si ma Max non capisci, è difficile. A volte vorrei solo scappare via per qualche ora” sospirai.
“Ah ma per questo non c’è problema” mi disse. Prese la camicia sul braccio del divanetto e dal taschino tirò fuori una bustina.
“Cos’è?” chiesi.
Max scoppiò a ridere “Non la riconosci? E’ erba. E non quella del giardino” disse con un sorriso in faccia.
Io rimasi alquanto sbalordito, era la prima volta che vedevo dell’erba da vicino, e soprattutto mi faceva strano vederla in mano a Max.
“Allora, vuoi scappare per qualche ora? Guarda che il fine giustifica i mezzi” mi disse allungandomi il sacchetto.
E, ragazzi, cercate di capirmi.
Cosa ne sapevo io?
Ero completamente ed incondizionatamente innamorato, avrei fatto qualsiasi cosa per lui.
Devo ammettere che per quanto sbagliato fosse stato, mi sentivo meglio, o almeno pensavo...
 
“Max sono io” risposi.
“Alex?” sentii l’acqua chiudersi e la tenda della doccia spostarsi, dopo di che si aprì la porta e mi ritrovai avanti un Max completamente nudo.
“Alex dove eri finito? Ti avevo detto di rimanere a casa! Perché sei uscito?” mi sgridò.
“Io non lo so….scusa” ero del tutto imbarazzato davanti alle nudità di lui, cosa che lui non sembrava affatto, allora cercai di concentrarmi sui suoi occhi verdi.
Quei stupendi, magnifici e paurosi occhi verdi.
“No Alex non lo devi fare più. Lo sai che mi infastidisce quando disubbidisci. Però…” aggiunse “oggi è pur sempre il giorno del tuo compleanno quindi te la faccio passare.”
Il suo sguardo si addolcì, sorrise e poi mi baciò.
Una, due, tre volte.
Era il primo momento di intimità da soli da quando lui arrivò.
Appoggiai la testa sulla sua spalla e mi sussurrò “Sai, mi sono mancati tanto i tuoi baci.”
“Anche a me” pensai, ma non lo dissi.
Ero comunque imbarazzato dal fatto che lui era completamente nudo.
Nonostante stessimo insieme da un bel po’ di tempo, come vi ho detto all’inizio del mio racconto e adesso, mi faceva sempre un certo effetto vederlo nudo.
Beh cercate di capire anche questo, aveva un bel fisico.
Alto, muscoloso e senza peli.
Ma senza neanche un pelo.
Si esatto, la magia della ceretta.
Max mi baciò un’altra volta.
“Ehi tutto bene?” mi chiese.
“Si, ma lo sai che vederti nudo mi fa sempre un certo effetto” risposi arrossendo.
Lui rise, come sempre davanti ai miei comportamenti impacciati.
“Oh dai su, come se non mi avessi mai visto nudo” rispose guardandomi malizioso.
Ok si lo ammetto, abbiamo fatto sesso.
Ma penso che questo l’abbiate già capito tutti.
Vi giuro è così… bello.
Non sono il tipo di ragazzo che parla della sua vita sessuale perché mi imbarazza troppo.
Però se volete qualcosa ve la posso dire.
Beh tanto per iniziare quando succede mi sento così…goffo.
Sinceramente non so se sia lui troppo bravo o io troppo schifoso.
Una cosa è certa, non mi ha mai fatto pesare il fatto di non essere bravo a letto.
Anzi ogni volta che abbiamo finito lui mi fa i complimenti, e la cosa mi fa piacere.
Scusate i complimenti me li merito tutti dato che poi una volta finito per un giorno non posso sedermi!
E poi qualsiasi cosa faccia lui la fa sembrare così… sexy.
Anche il semplice fatto di sudare.
Io sembro una foca in calore, lui uno di quei fotomodelli che bagnano per fare i servizi fotografici.
“Sai, può darsi che io ti possa perdonare completamente solo se mi dai qualcosa in cambio” mi disse guardandomi negli occhi.
Ed era serio.
Mamma mia se era serio!
Come dire di no?
Bastò un sorriso e lui capì, dopo di che mi baciò e mi portò in camera. 
  
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