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Autore: jawaass    20/07/2013    2 recensioni
Chloe Sullivan, Huntington Beach, niente da perdere ma tanto da vivere. E poi un incontro che la cambierà per sempre. Tutto quello che farà con la sua migliore amica, feste, bere, divertirsi, i ragazzi californiani...
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti, Wesley Stromberg
Note: What if? | Avvertimenti: Triangolo
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Can you hear the music?
 
Io e Jash siamo appena atterrate a Los Angeles, non so quante ore di viaggio abbiamo fatto perchè mi sono addormentate dato che ieri la nostre festa di "addio" è finita circa alle 4 di mattina... e avevamo l'aereo alle 8, quindi niente sonno. Appena recuperate le valigie usciamo dall’aereoporto, già sento l'aria di mare, mi guardo intorno per cercare un taxi ma Jash mi ferma prendendomi per un braccio 
- ma zia, dove vai? Stai qui ferma che adesso arriva la nostra auto-
- auto? Quale auto ... - 
Nemmeno il tempo di finire di parlare che una ferrari cupè rossa si ferma davanti alla mia faccia, scende un uomo tutto in giacca e cravatta che ci consegna le chiavi e se ne va. Mi era tipo caduta la mascella, e mentre ero li a contemplare quella magnifica auto, la mia amica prende tutte le valigie e non so come le mette nei posti dietro, poi sale alla guida. 
- cogliona, chiudi la bocca che qui che siamo al mare non ti entrano in moscerini, ma direttamente i gabbiani. Dai muovi il culo! -
Mi sveglio dal mio stato di trans e si, siamo molto fini! Mi siedo anche io e mi godo l'aria tra i capelli, intanto ammiro Los Angeles, saremmo di sicuro tornate per qualche occasione. Uscimmo dalla zona di case costeggiano la spiaggia, le varie città della costa sono proprio unite da quella strada.
- la senti la musica? - mi chiese Jash, non so se fosse quello che intendeva, ma accesi lo stereo al massimo. Era una festa scatenata su quella auto! Il nostro viaggio in auto duró per un’oretta. Finalmente arrivò quella svolta a sinistra verso la città di huntington o se avessimo proseguito saremmo finite a newport.
Abbassai la musica per non attirare l'attenzione, come se quella macchina non bastasse, non volevo che la gente ci prendesse male prima ancora di combinare qualcosa. Tra minuti in città e avevo già addocchiato un paio di locali, e soprattutto casa nostra, una villetta bianca infondo alla Sun Road, era stupenda. Entrammo dal cancello e c'era un box sulla sinistra dietro la casa, davanti un giardino con le palme ed una piscina immensa, completa di isolotto e ponte. PARADISO!
 
La casa era favolosa con un arredamento misto tra moderno e vintage. Su due piani, al piano terra una enorme sala che si affacciava sul giardino, poi una cucina abnorme, una stanza penso tipo dispensa e due bagni, uno di servizio con la lavanderia e uno enorme per il salotto. Al primo piano c'erano le stanze ma erano solo due con i due bagni annessi perchè il resto del piano era occupato dalla terrazza, dalla quale si vedeva la spiaggia. Scelsi la camera che aveva una finestra verso il mare e che aveva una parte comunicate con la terrazza, era piuttosto luminosa arredata sui toni del bianco e del celeste. Iniziai a poggiare la valigia e scesi giù a prendere il resto, ma non prima di aver dato una sbirciatina all’altra camera, era bellissima anche quella, molto luminosa e con una enorme finestra che si affacciava anch’essa sulla spiaggia. Scesi e recuperai il resto, ma mentre raggiungevo la macchina scoprì che dietro casa nostra c’era un capanno e un cancelletto, probabilmente per raggiungere la spiaggia. Io sono una persona molto curiosa, infatti aprì la porta del capanno e rimasi stupefatta! Era arridato con alcuni divani e un tavolo al centro, infondo davanti a me c’era un gradone rialzato rispetto al pavimento, come un piccolo palco, al muro c’erano appese delle tavole da surf e cera anche una parte per appoggiarle e/o riparale, una sorta di tavolo da lavoro.
 
Tornai in casa con l’ultima valigia, e dato che era già l’ora di cena decisi di preparare qualcosa, ma non c’era niente in frigo, allora presi il cellulare e cercai qualche ristorante nelle vicinanze.
 
Avevo convinto Jash a venire con me anche se era molto stanca e appena entrate ci fecero accomodare sotto un tetto di paglia, credo, che si affacciava direttamente sulla spiaggia. Io ordinai un insalata di pesce (quella con tipo cozze, gamberi, vongole e robe varie..) mentre la mia amica prese un fritto misto di pesce. 
 
Mente aspettavamo i piatti iniziammo a parlare
- senti ma Jash, cos’è il capanno sul retro di casa nostra?- le chiesi
- ah, l’hai già visto? Mizze che occhio, siamo entrate a casa da sue ore già sai tutto! Comunque era una specie di “sala prove” le persone che c’erano prima di noi avevano dei figli che facevano parte di una band allora… beh, ci dovrebbero aver lasciato delle tavole da surf, se ti interessa –
- ahahhahaah ma hai capito con chi stai parlando, qui sei tu quella sportiva! –
-dai lo so, so che vuoi provare, ma sei solo una fifona- aveva ragione, il surf mi aveva sempre affascinata, ma non sono mai stata capace di praticarlo, e non ho intenzione di provarci perché so che cadrei subito, sono una delle persone più negate negli sport che esistano sulla faccia della terra.
- vabbè mangiamo vah- tanto per cambiare discorso o avremmo finito per litigare.
 
 
Appena finto decidemmo di andare a fare una passeggiata sulla spiaggia, attirate da dei ragazzi che cantavano intorno al fuoco, cose che si vedono solo nei film, era fantastica l’atmosfera e cantavano evidentemente canzoni scritte da loro visto che non le avevo mai sentite, e si stavo ficcanasando. Pochi minuti dopo, Jash mi disse che voleva tornare a casa, quindi andai con lei. Non volevo che pensassero che fossi una stalker o roba simile.
 
In camera mia accesi la musica, ma non sapevo cosa fare, decisi di chiamare su skype Caty, una mia amica di Londra, le raccontai com’era stata la giornata, mi ha detto che se fosse riuscita, alle prime ferie che avrebbe avuto sarebbe venuta qui.
Dopo non feci altro che abbassare la musica e mettere qualcosa di “lento” amavo addormentarmi con le note nella testa, ma malgrado fossi molto stanca non riuscivo a prendere sono, quindi presi le sigarette dalla borsa e andai a cercare l’accendino nella valigia, ma non lo trovavo da nessuna parte, allora accesi la sigaretta con la candela che c’era sul terrazzo, troppo pigra per andare fino in cucina. Mi sedetti sulla panca a guardare il mare che si confondeva con il cielo, era stupendo quel posto, non mi stancherò mai di dirlo e di pensarlo.
Il giorno seguente sarei già dovuta andare a lavorare, allora puntai la sveglia per le 7, senza fretta mi sarei preparata. Finita la sigaretta rimasi li, fino a quando non mi addormentai.
 



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ecco il secondo capitolo , spero vi piaccia, qualche capitolo e appariranno magicamenta anche i ragazzi. Chissà se non già nel prossimo...

se anvete consigli o altro lasiate una recenzione

#peace 
   
 
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