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Autore: Joasteroide42    21/07/2013    4 recensioni
A volte le persone si comportano agendo d' impulso, scrivono delle cose che in realtà non pensano, ma dopotutto sono pensieri privati che nessuno saprà mai. Questo, ovviamente, se non si conta James Potter e di quando trovò il diario di Lily Evans.
Dal capitolo 1:
Mentre James tastava le assi del letto per assicurarsi che lì non ci fosse niente, un quadernetto verde cadde a terra e si spalancò.
James lo prese con l’intenzione di rimetterlo al suo posto, dato che gli appunti di Astronomia Mary aveva detto di averli presi in un quadernetto rosa, ma al suo occhio spuntò la scritta enorme che c’ era nella prima pagina:”DIARIO SEGRETO DI LILY EVANS; STATE ALLA LARGA!”.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Emmeline Vance, James Potter, Lily Evans, Remus Lupin, Sirius Black | Coppie: James/Lily
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: Malandrini/I guerra magica
Capitoli:
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-E questa cos’ è?- domandò James incredulo guardando il piatto con una fetta di torta di cioccolato che gli stava porgendo Lily. La rossa sbuffò:-Sinceramente, cosa ti sembra Potter?-
-Una fetta di torta- disse James guardando di nuovo la fetta di torta.
-Esattamente-
-E perché tu stai dando una fetta di torta a me?- domandò James non capendo, e Lily sbottò posando il piatto con una fetta di torta sul tavolo (precisamente sotto al naso di James):-Perché stamattina mi sono svegliata alle otto e mezza, cioè due ore fa, e ho deciso di preparare una torta. E tu sei il primo che è sceso per la colazione, escludendo Carol che non l’ ho nemmeno vista, deve essersi svegliata prima di me… perciò…-
-Perché ho il  terribile sospetto che  quella torta sia avvelenata?-
-Perché sei un malfidente, Potter. Ecco perché-
-Calcolando che l’ ultima volta che mi hai dato da mangiare qualcosa sono dovuto andare in bagno a vomitare…-
-Ok, ok- disse Lily frettolosamente, per poi aggiungere:-Ho capito che non si scherza con il cibo. Senti, fa come ti pare… ma giuro su Merlino che questa è solo una normalissima torta al cioccolato- e dicendo questo bevve poi un bicchiere di succo d’ arancia.
-D’ accordo- rispose James e cautamente infilò un pezzetino della fetta di torta in bocca.
-Ma è buonissima!- esclamò il moro un attimo dopo. Lily sorrise compiaciuta e disse:-Vedi che non  era avvelenata?-
-Si, avevi ragione, è deliziosa-
-Grazie-.
 Poi anche Lily prese una fetta di torta e insieme iniziarono a mangiarla.
Intanto, nella camera delle ragazze…
-Emmeline svegliati!Dobbiamo sbrigarci-
-Ancora dieci minuti, mamma- bofonchiò Emmeline ad occhi chiusi rigirandosi nel suo letto, ma delle mani forti la scossero per le spalle e  una voce le disse all’ orecchio:-Non sono tua madre, sono Sirius.  Devi sbrigarti. Avete cambiato la data, ricordi…domani sera partite … perciò  ci vuole un nuovo piano-
-Lasciami dormire, Sir. Prometto che ti darò tutte le mie gelatine TuttiGusti+1 se te ne vai- rispose Emmeline infilando la testa sotto al cuscino.
-Proposta allettante, ma ti devi alzare, è importante. Ehi, ho fatto la rima!- esclamò Sirius compiaciuto di sé stesso, e Emmeline sbottò da sotto il cuscino:-Buon per te, ora levati dai piedi-
Sirius, capendo che era l’ unico modo per farla alzare le tirò via tutte le coperte di dosso e le strappò via il cuscino buttandolo ai piedi del letto.
-Ehi!- sibilò Emmeline contrariata, ma sempre a bassa voce per non svegliare le amiche.
E prima che potesse replicare, Sirius la prese per le gambe e le prese letteralmente in braccio.
-E’ già la seconda volta in pochi giorni che mi prendi in braccio senza permesso-
-Tu non mi lasci altra scelta- rispose Sirius sorridendo e poi chiuse la porta della stanza delle ragazze dietro di sé.
Poi lasciò andare Emmeline, che lo fulminò con lo sguardo.
-Ti odio ufficialmente Sirius Black-
-Ma se mi adori!-
-Ora stai esagerando… e comunque ho fame. Pr.ima di architettare qualsiasi cosa tu abbia in mente, riempiamo lo stomaco- bofonchiò Emmeline stropicciandosi gli occhi.
Così scesero le scale e trovarono seduti a tavolo James che continuava a rubare dei pezzi di torta  di Lily con la propria forchetta.
-Smettila!E’ poi questa cosa non ha nessuno scopo, dato che tu hai già una fetta di torta!- esclamò Lily irritata, e James replicò:-Si , ma così è più divertente!-
-Ti ordino di piantarla subito, Potter-
-D’ accordo…-.
Ma propprio mentre James aveva finito di rubare la torta a Lily, Emmeline piombò di fianco alla rossa, prese una forchetta e inforcò un pezzo della fetta di torta.
-Emmeline!- esclamò Lily sbalordita. Emmeline scrollò le spalle:-Ho fame, Lils. A proposito, non è che c’ è dell’ altra torta?-
-In cucina- bofonchiò Lily mentre Emmeline si dirigeva in cucina a velocità della luce. Finalmente poteva mangiarsi la sua torta in pace.
Lily esultò mentalmente ringraziando il cielo per poter finalmente mangiare in pace quel poco che restava della sua fetta di torta. Purtroppo, Sirius, che era agile e svelto, colse al volo l’ occasione di infastidirla, prendendo l’ ultimo pezzo della fetta di torta di Lily e infilandosela in bocca.
-Sirius!- esclamò Lily disperata e soprattutto affamata. Sirius scrollò le spalle sorridendo, e anche James tratteneva a stento le risate.
-Non c’ è problema- replicò poi la rossa. Estrasse la bacchetta dalla tasca dei jeans e con un gesto pigro della bacchetta, formulò l’ incantesimo:-Accio torta!-
Il piatto con la torta che si trovava in cucina si catapultò veloce come il vento in sala da pranzo, per poi atterrare delicato esattamente di fronte a Lily.
-Perfetto!Adoro avere diciassette anni!- esclamò Lily compiaciuta di sé stessa, tagliando una fetta di torta e mettendola nel proprio piatto.
In quel preciso momento Emmeline Vance uscì dalla cucina per dirigersi come una furia vicino a Lily. Sembrava piuttosto arrabbiata.
-Lily, mi puoi spiegare perché diavolo l’ hai fatto?Stavo per tagliarmi  una bella fetta di torta quando ho sentito la tua voce che urlava “Accio Torta!” e la torta è voltata via!Proprio mentre la stato per mangiare, capisci?Stavo per mangiarla!-.
-Non è colpa mia se ti sei dimenticata di essere una strega maggiorenne. E, tra l’ altro, così imparare a rubare la torta altrui- rispose Lily sorridendo, e cercando anche lei di non ridere.
-Sbaglio o mi stai sfottendo?- insinuò Emmeline.
Lily sgranò gli occhi, facendo finta di essere incredula:-Io?Ma figuriamoci…-
-Ah, è così?Hai voglia di prendermi in giro?Questa me la paghi- esclamò Emmeline scoppiando a ridere, così prese la fetta di torta che Lily aveva appena messo nel proprio piatto e la spiaccicò sulla faccia della rossa.
-Vuoi la guerra, eh?E la guerra avrai!- esclamò Lily fingendosi indignata, ma stava ridendo anche lei. Si alzò, prese un pezzo di quella torta che aveva preparato con tanta cura quella mattina e la spalmò anche lei sulla faccia di Emmeline.
Intanto, Sirius e James le guardavano terrorizzati.
Poi Sirius sussurrò nell’ orecchio a James, con quel fare complice che per anni erano stati abituati ad utilizzare, essendo sempre e per sempre compagni di scherzi, avventure e disavventure:-Filiamocela, Ramoso-
-Sono perfettamente d’ accordo con te, Felpato. Al via- mormorò James, mentre le altre due continuavano a lanciarsi pezzi di torta in faccia (ma anche sui vestiti, sui capelli e sulle braccia).
-Tre- mormorò Sirius.
-Due- disse James mentre entrambi facevano un passo indietro.
-Uno…- stava finalmente dicendo Sirius, ma in quel momento Emmeline si voltò verso di loro con un espressione diabolica dipinta in viso:-James, Sirius…avete fame anche voi?-
-Già…vi va di assaggiare un po’ di torta?- aggiunse Lily malefica. James e Sirius sgranarono gli occhi impauriti, facendo un altro passo all’ indietro, ma prima che potessero scappare, Emmeline e Lily iniziarono a tirare fette di torte su di loro, e la rissa iniziò. Continuarono a tirarsi pezzi di torta per almeno un quarto d’ ora, ma la rissa giunse al culmine quando Lily tirò un abbondante pezzo di cioccolato della torta sui capelli di James.
-Come diavolo…?Evans, per Morgana!- esclamò James guardando disgustato i propri capelli. Lily rise e disse facendo un inchino:-Piacere di averti soddisfatto, Potter-.
SPLASH! Dell’ altra torta finì dritta sul petto di Lily, e il cioccolato finì sotto la maglietta andando a insinuarsi in dei punti del corpo poco piacevoli.
-Sirius, giuro che se osi fare qualche battutina del cavolo al riguardo, giuro che questa è la volta buona che ti ammazzo- disse Lily guardando Sirius che rideva come un matto, per poi lanciare un’ occhiataccia a James, che ritrasse lo sguardo.
James aveva esagerato, e lo sapeva. Insomma…andava bene lanciarsi un po’ di torta, ma, proprio lì… è solo che si era arrabbiato così tanto per la storia dei capelli.
-Mmmh…scusa…- bofonchiò James non guardandola.
Lily a quel punto sembrò perdere il controllo:-Ovviamente!Tutti questi “Scusa” e “Mi dispiace”… SAI DIRE UNICAMENTE QUESTO!Non me ne frega un bel niente se ti dispiace o no, per qualsiasi cosa. E per “qualsiasi cosa” sto parlando del fatto che hai letto il MIO diario!Degli “Scusa” non cambieranno un bel niente!Conosci il detto “Un gesto vale più di mille parole”…bene, tu non hai fatto niente!Non una singola cosa…niente! Non ci hai nemmeno provato!Non mi interessano le tue parole, volevo che tu facessi qualcosa! Ma hai la testa più bacata di un rinoceronte con la febbre! Sapevo che non ti importava granché di me, infondo…-
-Questo non è vero!- protestò James punto sul vivo.
 Lily lo guardò sprezzante:-Ah no?James tu ti rendi conto di quanto … di quanto mi hai fatto sentire…STUPIDA!TU, JAMES POTTER, HAI FATTO SENTIRE ME, LILY EVANS…STUPIDA!Stupida per aver creduto che potessi essere cambiato,  stupida per essermi fidata di te, stupida per averti voluto bene…STUPIDA!-
-Lily, tu non sei stupida- mormorò James, e Lily continuò, furibonda:-Certo che lo sono!Altrimenti avrei capito subito che il grande James Potter non è mai cambiato e non cambierà mai!-. Ci fu un momento di silenzio, in cui Emmeline e Sirius guardavano scandalizzati gli altri due.
Poi Lily sussurrò:-Vado di sopra a farmi una doccia-. Così, a testa alta e con dignità, anche se la tua testa era per un quarto di torta al cioccolato, Lily uscì dalla stanza.
Dopo pochi minuti entrò in bagno, si svestì, entrò nella doccia e aprì il rubinetto. L’ acqua bollente iniziò a penetrare nella sua pelle, e improvvisamente scoppiò a piangere. Era contenta di essere da sola. Lily, se piangeva, non piangeva mai in pubblico. Le poche volte in cui aveva pianto davanti a qualcuno, erano state quell’ anno e sempre davanti alla stessa persona: James. 
Ma... ora che ci pensava, non era vero. L’ unica volta in cui aveva pianto realmente in pubblico era quando aveva trovato il moro nella sua stanza per leggere il suo diario
Ma in quel momento, mentre lei faceva la doccia, non c’ era nessuno,  così avrebbe potuto piangere tutto il tempo che le andava…
E come succede spesso quando si è molto tristi, ci si mette a rimuginare su ciò che ci rende tali.
Lily sapeva di aver esagerato, in un certo senso. Sapeva che avrebbe potuto evitare di dire tutte quelle cose, ma quando aveva sentito quel odioso “Mi dispiace” da parte di James aveva perso le staffe. Solo ora si era accorta che da tempo, incoscientemente, aveva sempre aspettato che lui facesse qualcosa. Ma ora era certa che a lui non importasse niente di farsi perdonare, e non capiva nemmeno perché a lei invece  importasse tanto…
Aveva solo voglia di piangere…
Intanto, in un fast food in centro a Londra…
-Sai, non sono mai andato a fare colazione in un  fast food- disse Remus addentando un morso del proprio cheeseburger. Carol annuì, e  lo corresse sorridente dopo aver mangiato una patatina fritta:-Mai prima d’ ora-.
Anche lei diede un morso al suo cheeseburger, per poi dire:-Deve essere così forte andare a Hogwarts… scommetto che non ci sia annoia mai…-
-Questo non è del tutto vero..- stava dicendo Remus, al che Carol gli lanciò un occhiata scettica.
Allora Remus ammise:-D’ accordo, diciamo che “noia” non è  un termine molto adatto per Hogwarts. Ma neanche la vita dei babbani deve essere così male…-
-Beh, non lo è , in particolare se hai degli amici che sono delle streghe e dei maghi- .
Entrambi scoppiarono a ridere.
Ora invece ci spostiamo di fronte a una pasticceria nella parte ovest di Londra…
Marlene uscì dalla pasticceria  con in mano una scatola di bignè. Si guardò intorno sperando di non vedere nessuno che conoscesse, ma, purtroppo per lei…
-Ciao Lene!- esclamò Mary  vedendola e avvicinandosi.
-Ciao Mary!Come mai qui?- domandò Marlene cercando di sembrare naturale.
-In realtà sono venuta proprio a cercarti… James, Emmeline e Sirius mi hanno detto che eri andata a prendere dei dolci quà e  così ho pensato di aggregarmi- rispose Mary, ma capì subito che l’ amica non era lì solo per prendere dei dolci.Ma per quale altro motivo avrebbe dovuto essere lì? Pensò Mary non trovando risposta.
-Esatto…comunque, hai idea del perché fossero ricoperti di torta al cioccolato?- le chiese Marlene. Mary scrollò le spalle:-Non ne ho idea, avranno fatto una specie di battaglia “Lancia torta” o qualcosa del genere.
Allora che dolci hai preso?Sono buoni?-
-Lo spero. Sono dei bignè…- rispose Marlene, per poi aggiungere frettolosamente:-Beh, ora potremmo tornare a casa…che ne dici?-
-Io in realtà pensavo, dato che comunque in casa di James ci sono molti dolci, che avremmo potuto fare colazione fuori, qua c’è una bella piazza…- rispose Mary guardandosi intorno.
-Mi piacerebbe, ma, che abbiano pure tutti i dolci che desiderano, ho detto agli altri che avrei preso dei dolci per tutti…-
-Oh, d’ accordo- replicò Mary, un po’ confusa.
-Ok, allora prendiamo un taxi…-.
Ma mentre Marlene si guardava intorno ansiosa alla ricecra di un taxi, Mary la osservava. 
 Ora era completamente sicura che la sua amica avesse mentito. Marlene normalmente non si sarebbe mai preoccupata di una cosa del genere come portare i dolci anche agli altri, e, pensò Mary, la sua amica non era poi neanche tanto brava a mentire.
Mary era una persona particolare. Non era propriamente estroversa o  loquace. Era sempre stata al contrario una ragazza piuttosto riservata, almeno con gli estranei. Per lei non era mai stato così semplice fare amicizia, e ci aveva messo un anno per diventare in confidenza con le sue compagne di dormitorio. Non che al primo anno non parlasse con nessuno, ovviamente, chiacchierava piacevolmente con le altre ragazze e con i membri della sua Casa, ma  non andava certo in giro a parlare dei propri segreti. Tuttavia, un anno era più che sufficiente per entrare in confidenza con i compagni, e dal secondo anno in poi era diventata molto amica con tutte le sue compagne di stanza,  e dal terzo anno anche con i Malandrini.
Ormai non era più molto timida, ma riservata si, quello si. Non nel senso che fosse sempre muta come un pesce, al contrario. Mary Mcdonald sapeva quando era il momento di parlare e quando non lo era. Perché riservata, allora?
Perché Mary parlava, ma non amava parlare di sé stessa. Le interessavano i problemi dei suoi amici, ma parlava raramente dei suoi.
E quando lo faceva, la maggior parte delle volte era perché le sue amiche le facevano domande in proposito.
Come fare da commentatrice alle partite di Quidditch… Mary si divertiva molto a farlo. Non che fosse una fanatica del Quidditch, ma le piaceva come sport, anche se ovviamente solo da guardare. Quando la Mcgranitt le aveva chiesto se il ruolo di commentatrice le interessasse, Mary era stata entusiasta della sua offerta. Come è stato citato poco prima,  a Mary piaceva parlare, ma non di sé stessa.  E soprattutto amava ascoltare. Forse era per quello che molte sue amiche trovavano così semplice confidarsi con lei.
-Sai- le aveva detto un giorno Alice:-Sei un ottima ascoltatrice… mi ha fatto bene parlare con te oggi…-
E un  altro giorno Lily aveva esclamato:-Merlino, Mary, mi fai dire un sacco di cose che normalmente non direi mai!-.
Ci sarebbero milioni di esempi, ma, per non perdere il filo della storia, è bene non divulgarci troppo.
Perciò non le rimaneva fare altro che aspettare, osservare, psicanalizzare, intuire, e, sopratutto, ascoltare.
Intanto, a casa di James …
-Abbiamo finito- sbottò James rimettendo sul lavandino  della cucina uno degli asciugamani che avevano usato per ripulire la sala da pranzo dalla torta al cioccolato.
-Grandioso- replicò Sirius senza un gran entusiasmo.
-Sono un idiota, non è vero?- bofonchiò James guardando il pavimento. Emmeline gli domandò sarcasticamente:-Vuoi il nostro modesto parere?-.
A quel punto James ci ripensò:-No… credo di no- e poi aggiunse uscendo dalla cucina:-Vado a farmi una doccia anch’ io…-
Emmeline strabuzzò gli occhi, e James chiarì:-Non nello stesso bagno in cui la sta facendo Lily, ovviamente-.
Così James uscì finalmente dalla stanza. In cucina regnò un silenzio abbastanza tetro per qualche minuto abbondante, fino a quando non fu Emmeline a romperlo:-Hai ragione, Sirius. Ci serve un nuovo piano… e alla svelta-.
Quella sera, quando tutti uscirono insieme per fare un giro per Londra, presero uno di quei pullmann turistici con i posti per sedersi anche nella parte superiore, ma James e Lily non si rivolsero la parola.
Lily era ancora troppo arrabbiata per parlare con James, e anche lui era ancora troppo scosso dalla litigata del pomeriggio per riuscire a parlarle.
L’ unica cosa che sembrò andare bene quella serata  fu che quando erano sul pullmann, Carol, (che era seduta accanto a Remus) appoggiò la testa sulla spalla del Malandrino.
-Ehm … - stava dicendo Remus imbarazzato, ma Carol lo interruppe:-Bella serata, questa, non è vero?-
-Certo- rispose Remus, arrossendo lievemente.
-Sai, Remus … mi piace molto Londra- affermò Carol socchiudendo gli occhi.
-Oh, anche a me … - replicò Remus, e quando Carol stava per chiudere definitivamente gli occhi, assonnata, Remus esclamò:-NO!-
Carol sgranò gli occhi, sorpresa, e si raddrizzò sullo schienale per vedere in faccia Remus, che pareva imbarazzato.
-No cosa?- chiese la bionda sconcertata, e Remus si corresse frettolosamente:-Ah, no scusami, insomma … non importa … -
-Dai, dimmelo- lo implorò Carol, e Remus bofonchiò:-Perché … ecco … è un peccato per gli altri, ecco … privare loro … della vista … dei tuoi occhi-. Le ultime tre parole le aveva dette così velocemente che erano a malapena comprensibili, ma la ragazza capì lo stesso.
Carol sorrise.
Quando scesero tutti dal pulmann e andarono in una  frappertia (come la chiamava Marlene, si avete letto bene, proprio frappertia!), lì le cose non migliorarono per Lily Evans e James Potter.
Non si rivolsero un monosillabo neanche lì, ma,a differenza di prima, James continuava a fissare Lily, che cercava come meglio poteva di ignorarlo.
La rossa in questione bevve un sorso del suo frappè cercando di consolarsi, e si ricordò all’ improvviso di aver preso un frappè ala fragola. Perché, poi?Aveva sempre odiato il frappè alla fragola…
Beh, pensò, se non bevo dovrò alzare lo sguardo e se alzerò lo sguardo i miei occhi non potranno impedirmi di vedere James Potter, perciò… ho deciso che oggi sarà il giorno in cui cambierò idea sul frappè alla fragola.
Così si costrinse a berlo, anche se le faceva davvero, davvero, davvero schifo.
Quella notte Lily si addormentò piuttosto tardi. Tornarono a casa di James all’ una di notte, e più o meno quella fu l’ ora in cui tutti andarono a letto, compresa Lily, ma lei si addormentò solo alle tre del mattino, a causa dei suoi pensieri fissi su James.
Quando si risvegliò alle nove e mezza, scoprì sorpresa che quella notte, in fatto di sogni, era stata decisamente apatica.
Sicuramente doveva aver sognato qualcosa, perché ricordava che quando faceva la terza elementare la maestra Elena Shubert aveva spiegato all’ intera classe, che, anche se la maggior parte delle volte le persone non si ricordano dei propri sogni, sognano sempre mentre dormono.
Ma questa volta Lily non ricordava assolutamente niente di nemmeno un sogno, e ne fu lieta. Non ci teneva a ricordare sogni in cui, con il novanta per cento delle probabilità, c’ era anche James.
 
Si sedette a tavola, in cui c’ erano già Remus e Mary.
-Ciao ragazzi- disse Lily in tono piatto. Si servì dalla caffettiera un dose abbondante di caffè, per poi prendere la brocca del latte e mettere anche un po’ di quello nella tazza.
-Ciao Lils- replicò Remus sorridendo e versandosi del the nella propria tazza.
-Buongiorno, dormito bene?- disse Mary prendendo un bombolone alla crema da un vassoio.
-Non proprio- rispose Lily intingendo una brioche nel suo caffellatte, per poi addentarne un morso.
Mary la osservò, è poi domandò:-Qualcosa non va?-
Ma prima che la rossa potesse rispondere, una voce familiare disse a disagio:-Ciao Remus, Mary … Lily-.
Remus e Mary lo salutarono mentre si sedeva accanto al primo di questi due, ma Lily continuò a bere la sua tazza di caffellatte, apparentemente non guardandolo.
Mary scrutò ansiosa prima James e poi Lily, e anche Remus pareva aver intuito qualcosa.
Ma prima che qualcuno potesse dire alcunchè , Lily ruppe il silenzio:-Io.. ecco..mi sono appena ricordata di … - si interruppe, per poi iniziare a dirigersi verso le scale, ma quando aveva salito il primo scalino, James si alzò di scatto e disse, titubante:-Se è per me, non c’ è bisogno che tu te ne vada. Posso andare via io, se vuoi-
Lily stette zitta un momento, con le labbra tremanti, poi mormorò:-Non sei al centro dell’ universo, Potter-.
Così salì le scale, e  James si lasciò cadere pesantemente sulla sedia.
-Sai, James … - cominciò Remus con un tono piuttosto irritato, e Mary continuò, accigliata:-Te l’ ho mai detto…-
-Che sei … - proseguì Remus, e Mary concluse:-Un vero disastro?-
-Zitti voi due- sbottò James infastidito.
Lily intanto si stava cambiando in bagno (dopo avere appena fatto una doccia) furiosa.
Beh, era vero che Lily se n’ era andata dalla cucina solo perché c’ era anche James … ma era decisamente arrogante da parte del moro pensarlo, anche se aveva ragione.
E non  avrebbe mai dato la soddisfazione a James Potter di avere ragione.
Lily indossò un maglione azzurro piuttosto carino, dei jeans bianchi, delle ballerine azzurre e una borsa bianca.
Stando ben attenta a non sporcare il maglione, si lavò i denti e la faccia.
 
Poi legò i capelli in una treccia accurata, e in quel momento si chiese come diavolo avrebbe potuto impiegare la mattinata.
Colta da un improvviso lampo di ispirazione, scese le scale che portavano alla sala da pranzo, e disse a Mary con entusiasmo:- Mary ti va di andare a fare una passeggiata?Possiamo passare in libreria, o andare in giro per negozi, o anche solo camminare e basta … che ne dici?-
Mary fu sorpresa da tutta quell’ allegria improvvisa dell’ amica, dato che solo sei minuti prima era salita al piano di sopra furiosa, però rispose:-Certo, Lily!Mi vesto  e vengo!-.
E mentre Mary andava a cambiarsi, Lily notò che James la stava guardando in modo strano, lo sguardo illeggibile. Cercò di ignorarlo, e disse a Remus:- Dov’ è Carol, Rem?-
-Credo stia dormendo, ma perché lo chiedi a me?- le domandò Remus un po’ accigliato, e Lily rispose sorridendo:-No, così … -
Dopo poco Mary scese dalle scale. Aveva i capelli castani raccolti in una coda di cavallo, indossava una maglietta rosa con sopra un giubbotto marroncino di pelle, dei blue jeans, una borsa rosa e delle ballerine beige. E non era sola: era accompagnata da Emmeline.
Anche questa, con indosso dei semplici jeans, una maglietta rossa, un golfino nero e delle ballerine dello stesso colore del golfino, stava piuttosto bene.
Come al solito portava i capelli raccolti in uno chignion basso.
-Ho incontrato Emmeline mentre ero di sopra...-  disse Mary, e Emmeline spiegò:-Mi sono alzata da poco, così … -
-Certo!Andiamo, allora?- domandò Lily alle due. Entrambe annuirono.
-Ciao Remus- disse Lily uscendo per prima dalla porta. Le altre due uscirono dopo poco di lei , avendo salutato però entrambi i ragazzi.
 -Che cosa intendeva dire prima … di … di Carol?- disse Remus, e James gli lanciò un occhiata derisoria:-Oh, niente, Lunastorta-
-No … sul serio … - disse Remus, e James disse sorridendo e alzandosi:-Oh, non so, Rem, non credo che tu voglia avere consigli da un disastro come me-
-Beh, devi ammettere che con Lily … - stava dicendo Remus, ma James lo interruppe seccamente:-Non una parola, Lunastorta, o ti farò pentire di essere nato-
-Invece di discutere, potreste fare attenzione al mio arrivo trionfale?- domandò retorico Sirius Black ad un tratto scendendo dalle scale.
James e Remus alzarono gli occhi al cielo.
Intanto, in una via piuttosto rumorosa di Londra…
-..e veramente non ne posso più. Lo odio- Lily concluse il suo discorso incrociando le braccia al petto.
-Questo non è vero. Sai anche tu che non è vero- mormorò Emmeline lentamente.
-D’ accordo, non è vero … ma quanto vorrei che lo fosse!- ammise la rossa.
-Secondo me dovreste parlarne- intervenne Mary, saggiamente. Lily strabuzzò gli occhi:-Chi?Io e James?-
-E chi sennò?Ma certo che sto parlando di voi due!- esclamò Mary spazientita, e Lily replicò:-Bene, in questo caso, credo non seguirò il tuo consiglio, Mary -
- Lily, potrebbe essere davvero una buona idea- le fece notare Emmeline, ma la rossa ribatté cocciuta:-Non se ne parla!E di cosa dovremo parlare, poi?-
-Ehm … per esempio  chiarire quello che è successo con il tuo diario?- le fece notare di nuovo Mary,  e Lily disse seccamente:-Non c’ è niente da chiarire. So come sono andate le cose. Non c’ è niente da dire in proposito-
-Tu non sai come sono andate le cose. Tu credi di sapere come sono andate le cose, ma non le sai. Non del tutto. Tu sai la tua versione di quello che è successo, ma non quella di James. Dovresti ascoltarlo- replicò Emmeline.
-Vi ho detto di no-
- Ma Lils … - stava dicendo Mary, e a quel punto Lily la interruppe bruscamente:-Ma niente. Non mi interessa ascoltarlo, e non ho la minima intenzione di farlo. Non sono costretta a farlo … grazie al cielo non siamo come in uno di quelli smielati film gabbani in cui i due ragazzi rimangono chiusi in uno sgabuzzino o qualcosa del genere … -.
Un improvvisa lampadina si accese nella mente di Emmeline. Ma certo … come diavolo aveva fatto a non  pensarci prima?
Appena arrivata a casa avrebbe dovuto parlarne con Sirius.
A differenza però di quello che pensava, disse alle amiche:-Già, sarebbe una cosa altamente ridicola-
Lily annuì gravemente.
Il pomeriggio passò velocemente. Emmeline spiegò concitata la sua vaga  idea a Sirius in un piccolo salotto al terzo piano di casa Potter, e Sirius la perfezionò pianificando i dettagli. Ma fu questione di solo venti minuti. Per il resto del pomeriggio giocarono tutti  a spara schiocco, a carte, a scacchi e chiacchierarono.
Ovviamente Lily non rivolse la parola a James.
Quella sera decisero di mangiare tutti a casa degli zii di Alice, e poi sarebbero andati al cinema a vedere un film d’ azione.
Così cenarono tutti nel posto prestabilito, con una cenetta deliziosa cucinata minuziosamente da Mary, con l’ aiuto di un po’ di tutti.
Quando ebbero finito di mangiare, Sirius annunciò:- Lily, James stasera lavate voi i piatti-
- Perché?! - domandarono all’ unisono entrambi, uno a disagio e l’ altra irritata.
-Perché la volta scorsa nessuno di voi due ha lavato i piatti, e siete stati gli unici!- replicò Emmeline.
-Io stavo vomitando in bagno!-
-E io ero andata in un negozio giapponese perché mi sentivo in colpa di averlo fatto vomitare!-
Davvero?- domandò James sorpreso a Lily.
 Si ricordava che era venuta in bagno mentre stava vomitando, ma non aveva mai saputo che Lily era andata nel negozio giapponese in cui aveva comprato quel maledetto wasabi perché si sentiva in colpa …
Lily fu salva dall’ imbarazzo di rispondere da Sirius, che affermò:-In ogni caso siete stati gli unici che non l’ hanno fatto. Quindi ora noi incominciamo andare al cinema, d’ accordo?Così ci raggiungete più tardi...-
-Basta che ci sbrighiamo … - assentì Alice, e tutti, tranne Lily e James, uscirono dall’ appartamento richiudendosi la porta alle spalle.
Così tutti si incamminarono verso alle scale, ma a un certo punto Emmeline disse:-Ho dimenticato la mia borsetta … -
-E io la mia giacca- aggiunse Sirius. Gli altri alzarono gli occhi al cielo, ma Sirius si affrettò d’ aggiungere:-Non importa, andiamo a prendere un attimo le nostre cose e poi vi raggiungiamo … -
-Sicuri?- domandò Marlene, e Emmeline annuì. Così tutti gli altri uscirono dal palazzo, e Emmeline e Sirius ritornarono di nuovo di fronte alla porta dell’ appartamento degli zii di Alice. Sorridendo maliziosamente, estrassero dal porta ombrelli di fianco alla porta dell’ appartamento la borsetta di Emmeline e la giacca di Sirius.
-Sai, potremmo aprire un’ azienda :“Sirius e Vance - consulenze amorose” non sarebbe male-
-Sirius-
-D’ accordo … allora fuori le bacchette- disse Sirius. Entrambi estrassero le proprie bacchette dalle tasche dei pantaloni.
Fecero tantissimi incantesimi (non verbali) piuttosto complicati, e uscirono dal palazzo, per poi prendere un taxi che gli avrebbe  condotti verso il cinema.
 Intanto, dentro all’ appartamento …
-E abbiamo finito- esclamò Lily sollevata. Lei e James non si erano rivolti la parola mentre lavavano i piatti,  e quel silenzio era stato piuttosto imbarazzante.
-Già- replicò James senza un particolare entusiasmo nella voce, anzi, la sua voce era completamente piatta.
Lily decise di non  farci caso,  e premette la mano sulla maniglia sulla porta d’ ingresso. Con orrore, scoprì che questa non si apriva. Riprovò più volte, il panico crescente, ma la porta non voleva aprirsi.
- Potter - disse con voce acuta, e aggiunse allarmata:- La porta non si apre-
-Che cosa?Ma è impossibile!- esclamò James avvicinandosi alla porta e provando a sua volta ad aprirla.
- Caz … - stava dicendo James, ma Lily lo interruppe:-Non  c’è tempo per lamentarsi, apri questa porta, diavolo!-
-E come faccio se non si apre, Lily … -
-EVANS!-
-Ok, Evans, non è colpa mia, ti ho detto che  la porta non si apre!- esclamò James, e Lily borbottò disperata:-Magari dobbiamo infilare dentro alla serratura le chiavi dell’ appartamento … -
-Dubito che funzionerà, Evans, di solito la porta si apre sempre dall’ interno- disse James con aria esasperata,  ma Lily lo ignorò e provò ad aprire la porta con la chiave, ma senza alcun  risultato.
-Beh?Cosa aspetti?Chiama qualcuno!- sbottò Lily. James alzò gli occhi al cielo, e domandò:-E chi dovrei chiamare, scusa?Sono tutti al cinema, nessuno è a casa!-
-Uhm … vediamo- disse Lily ironica facendo finta di  concentrarsi per riflettere, per poi esclamare irritata:- Potresti chiamare a casa tua, no?-
-Giusto- mormorò James. Compose il numero di casa sua con il telefono di casa degli zii di Alice, ma si accorse che all’  improvviso il telefono non funzionava.
-Non funziona!-
Lily gemette. Poi si ricordò di essere una strega, e sollevata, frugò le mani nella tasca dei pantaloni alla ricerca della sua bacchetta, ma scoprì che non c’ era.
-Merlino, non ho la mia bacchetta!-
-Potresti averla persa … - suggerì James, ma Lily scosse la testa:- Nient’ affatto, sono piuttosto ordinata e comunque stasera prima di mangiare era nella tasca dei miei pantaloni.
-Calmati, prendo la mia …-  cercò di tranquillizzarla James mettendo una mano nella tasca dei propri pantaloni, ma anche lui non vi trovò nulla!-
-Non c’ è neanche la mia!- sbottò, e Lily replicò, cercando di calmarsi:-Bene, è evidente che  qualcuno aveva voglia di farci uno scherzo … giuro che se è stato Sirius … -
-In effetti è proprio il genere di cose che lui farebbe…e..ma è chiaro!Ricordi?Sono stati Sirius e Emmeline che ci hanno praticamente costretto a lavare i piatti!-
-E so anche perché!Oggi Mary e Emmeline volevano convincermi ad ascoltarti per sentire cosa avevi da dire in proposito a quello che era successo con il mio diario, e  a un certo punto io ho detto che per fortuna non eravamo in uno di quei film babbani romantici in cui i due protagonisti vengono chiusi da altre persone in uno sgabuzzino o qualcosa del genere in modo che sono costretti a parlarsi!Sirius e Emmeline hanno cercato di farci parlare, credo!-
-Questo spiegherebbe anche perché la mattina in cui siamo usciti per far colazione non c’ era niente in frigo, l’ avevano tolto loro!- esclamò James mentre la consapevolezza affiorava nella sua mente.
-E quella sera, in traghetto, ora che ci penso … Emmeline e Sirius erano dietro a noi!Ci hanno superato per fare in modo che fossimo sicuramente vicini!- disse Lily sbalordita.
Stettero zitti per qualche minuto, per realizzare l’ accaduto. Poi James disse:-E così, ci hanno chiusi qua dentro per farci parlare … -
-Non pensarci nemmeno, Potter. Io vado nella camera di Alice…- disse Lily bruscamente, ma quando cercò di aprire la porta che conduceva alla camera della sua amica, scoprì che non si apriva nemmeno quella.
Agitata, provò ad aprire tutte le porte ( e anche finestre, sebbene fossero al quarto piano dell’ edificio) ma nessuna si apriva.
-Hai perso solo tempo. Conosco Sirius da anni, ed è troppo astuto per non pensare a dettagli del genere- le disse pigramente James.
Lily si sedette accigliata sul divano e sibilò tra i denti,sarcastica:-Perfetto. Assolutamente perfetto-.
James si sedette a sua volta sul divano, e Lily cercò di rivolgere lo sguardo altrove.
Che stupida, orripilante situazione, pensò Lily, sola nella stessa stanza con James. I miei incubi si stanno avverando.
Per dieci minuti circa nessuno dei due parlò, poi James mormorò:-Sai, credo che abbiano ragione-
-Cosa intendi dire?- domandò la rossa seccamente voltandosi verso il moro.
James sospirò, e poi disse:-Al fatto che dovremmo parlare … penso abbiano ragione-
-E io penso di no-
- Lily, so che hai ragione riguardo a quello che è successo con il diario. Non ho intenzione di giustificarmi né niente del genere per quello che ho fatto. Ma credo, che per essere  completamente sicura della scelta di avercela a morte con me per sempre, dovresti ascoltarmi. Non ti sto chiedendo di perdonarmi o quant’ altro. Voglio solo che tu mi ascolti. Poi potrai essere libera di odiarmi, detestarmi … ma prima ascoltami-
Lily lo osservò attentamente. Vide un qualcosa negli occhi del moro, come una scintilla di speranza. Giudicò in fretta le varie possibilità.
Se gli avesse detto di no, sarebbe potuta vivere con il rimpianto di non averlo mai ascoltato.
Mentre se gli avesse detto di si, sarebbe stata completamente sicura della sua scelta, e magari avrebbe smesso di rimuginarci sopra e farsi domande al riguardo. Guardò di nuovo gli occhi di James, e finalmente si decise.
-D’ accordo. Ti ascolto- mormorò.
James prese un bel respiro profondo e l’ avvisò:-Ti devo chiedere un favore, però, prima di spiegarti. Potresti non interrompermi?Poi, quando avrò finito, potrai dirmi tutto quello che pensi su ciò che ti ho detto, ma prima ti prego, puoi lasciarmi raccontare senza interruzioni?-
-Okay- fu tutto quello che riuscì a dire Lily.
Così James iniziò a raccontare:-Incominciò tutto quel maledetto ventuno di settembre.
Quel giorno io, Peter e Sirius salimmo al vostro dormitorio rubando della pozione non scivolante di Remus. Eravamo andati lì perché Mary doveva prestarci degli appunti di Astronomia, ma aveva detto a Sirius che se voleva averli doveva prenderseli da solo, ingegnandosi per entrare nel dormitorio delle ragazze. Come ti ho detto prima, riuscimmo ad entrare nel vostro dormitorio.
Così mettemmo  a frugare dappertutto in cerca del diario. Mi misi a cercare sotto a un letto, che ora so che è il tuo. Cercando tra le assi del letto,  cadde un quadernetto per terra, e la  la prima  pagina del quadernetto si spalancò mentre l’ oggetto cadeva sul pavimento. Stavo per rimetterlo a posto: Mary aveva detto di avere preso gli appunti in un quadernetto rosa  … e quello era verde. Ma, sfortunatamente vidi la prima pagina del diario, che, ricordo ancora, recitava:”DIARIO SEGRETO DI LILY EVANS; STATE ALLA LARGA!”. Subito sono stato un po’ indeciso se leggerlo no, ma poi, spinto dalla curiosità, iniziai a leggere il diario. Dato che sulla prima  pagina non avevi scritto niente di molto interessante, solo una breve presentazione,  mi misi a leggere la pagina di quel giorno. C’ era scritto, che mi odiavi, che non capivi come fossi potuto finire a Grifondoro, e che mi volevi morto-.
James fece un piccola pausa per vedere come aveva reagito la ragazza, e notò che si era portata una mano davanti alla bocca, e aveva gli occhi spalancati.
James cercò di non farci caso e proseguì:-E’ per questo motivo che quel giorno a cena, ti trattai male. E’ per questo motivo che il giorno dopo ti ignorai, e poi ebbi una breve discussione con te, dicendo in poche parole che eri una persona falsa …  ma credo che tu te ne ricordi già. Comunque, più tardi ho parlato con Remus , che mi ha fatto capire di aver sbagliato perché quello che avevi scritto tu sarebbe dovuto essere personale e io ti avevo trattato da schifo senza spiegazione … sta di fatto che io, da stupido, per capire meglio come stavano le cose, due giorni dopo, mi sembra, tornai a leggere il  tuo diario. Come la volta precedente, eri ad Antiche Rune ,perciò era normale che non ci fosse nessuno in dormitorio. Questa volta però lessi, con soddisfazione e sollievo, che in realtà tu non mi odiavi, che non mi volevi morto e che avresti cancellato subito quella frase dopo averla scritta se non fosse arrivata Alice-
-Così corsi dritto da te per chiederti di uscire, e tu, a buon ragione, mi spinsi via arrabbiata. Beh, prima che facessimo una partita di Quidditch di gruppo, il resto lo sai anche tu. Ti chiesi scusa prima dei provini di Quidditch, in seguito ad essi ti atterrai con la mia scopa, e mi perdonasti tutto durante una delle ronde dei Caposcuola … -
Si interruppe perché vide che Lily aveva alzato la mano, e le domandò:-E’ molto importante quello che mi devi dire?-
Lily annuì.
Allora James cedette :-Okay. Spara-
-Io … non … mi dispiace per quello che avevo scritto, ma … -
 
-Non fa niente, Lily. E’ passato- la rassicurò James e  la rossa aggiunse titubante:-La mattina dei provini per la squadra di Quidditch, tu venni a scusarti con me per come mi avevi trattata. Ricordo che ti chiesi perché ti eri comportato quel modo … e tu, anche se non del tutto, mi mentisti. Posso, sapere perché?Insomma … se mi avessi detto la verità allora, certo mi sarei arrabbiata, ma non così tanto … dopo poco tempo ti avrei perdonato … perché mi mentisti?Perché volevi continuare a leggere il mio diario?-
-No, non si tratta di questo. La risposta è facile: quel giorno ti mentii per il semplice fatto che sono un completo idiota-
Lily alzò un sopracciglio  e chiese:-Questo lo sapevo anch’ io … che sei un idiota, intendo.  Ma io dicevo … ragionando da idiota, con quale logica hai ragionato... perché insomma ti sei comportato così?-
-Credo … credo di avere avuto paura. Avevo paura che tu non mi avresti parlato mai più, e avevo paura della tua reazione. Vedi, Lily, durante il tragitto in traghetto ho che io non avevo paura di nulla, ma è una bugia bella e buona. Hai già scoperto solo alcune cose di cui ho paura sono in pochi giorni. Una è questa, l’ altra è l’ imbarazzante paura del sangue-.
Lily fece un piccolo sorriso, ma non disse nulla.
-Posso continuare, ora?- chiese gentilmente James alla rossa, che annuì.
James allora riprese la sua spiegazione:-Beh, come dicevo prima, facemmo una partita di quidditch in gruppo. E andava tutto bene, fino a quando, mentre giocavamo, ti arrivò una lettera. Tu...la lessi sconvolta e andasti al castello. Io ti raggiunsi, ma tu mi dissi che non ne volevi parlare,( o qualcosa del genere, non ricordo con esattezza), e semplicemente salisti per i dormiti. Io ero così preoccupato, volevo aiutarti, volevo sapere cosa avessi per darti una mano... così, mentre eri ad Antiche Rune ritornai nel tuo dormitorio per leggere il tuo diario. Scoprii così quello che ti aveva detto Petunia... così scesi le scale e ritornai in Sala Comune. Quando tu tornasti...ti abbracciai, ricordi? Ero così dispiaciuto per quella cosa, e lasciami dire che tua sorella è una vera...-
Ma vide l' occhiata ammonitrice che gli stava lanciando Lily, perciò decise di non pronunciare quell' insulto decisamente poco carino e proseguì:-Beh, sta di fatto che io mi stavo sempre...stavo diventando sempre più legato a te. Così decisi di non leggere più il tuo diario, e  nei mesi successivi mantenni la mia parola. Fino a quando, prima di Natale, tu cominciasti ad essere triste. Io non sapevo perché, e la cosa mi faceva stare male, era brutto vederti così... sta di fatto che andai a leggere il tuo diario, facendo attenzione a leggere solo quello che avevi scritto quel giorno ( non mi interessava leggere altro) e scoprii che eri triste perché in quei giorni tua sorella si sposava e non eri stata invitata, ma quel giorno tu tornasti prima da Antiche Rune e mi trovasti lì a leggere il tuo diario. Il resto lo sai. Questo è tutto-.
Finì il suo discorso fissandola con aspettativa.
Lily aveva la strana sensazione che presto per il suo troppo sforzo il suo cuore avrebbe smesso di battere.  
Così... James non aveva mai letto il suo diario per mesi... ma solo quattro volte!
In più l' aveva letto perché (almeno le ultime due volte) era preoccupato per lei!
Lily continuò a respirare con foga, ma non serviva, il suo cuore proprio non voleva saperne di calmarsi. Ma doveva farlo, perché c' era un domanda importante che doveva porre al moro.
Così mormorò con voce smorzata:-Se tutto questo è vero...per quale motivo eri preoccupato per me?Perché ti importava se io fossi triste o meno?Perché...-
-Questa domanda è giusta, ma è un po' più difficile risponderle rispetto all’ altra...- disse James agitato, all' improvviso cominciando anche lui a respirare rumorosamente.
- James - disse Lily con voce piatta, e James notò immediatamente il ritorno al nome di battesimo.
Il moro sospirò, poi, titubante, le prese una mano, e con sua sorpresa, Lily non ritirò la mano, anzi, la strinse.
James tacque un minuto, poi sussurrò, cercando di tirare il suo coraggio da vero Grifondoro e guardandola negli occhi:-Io... il motivo per cui ero preoccupato per te e che... io... io ti amo, Lily. Non so di preciso quando ho iniziato ad amarti, so solo che è così. E vederti triste, è così... sto diventando troppo sentimentale-. James disse l' ultima frase con un tono un po' sprezzante nella voce.
All' improvviso notò che Lily aveva gli occhi lucidi. La rossa gli credeva, non aveva dubbi. Le parole che James le aveva detto l' avevano toccata profondamente.
Ma c' era qualcosa che non andava. Il suo cuore le diceva di gettargli le braccia attorno al  collo,  e stranamente questa volta anche il cervello era
d' accordo con il cuore.
Solo l' istinto era in disaccordo. Sembrava scontento, non del tutto soddisfatto.
Sapeva perché. Sapeva anche quello che detto da lì a poco le sarebbe costato molto, ma voleva  essere sincera con James. Così tolse la propria mano da quella del capitano della squadra di Quidditch , ma invece di rimetterla lungo ai fianchi,  iniziò ad accarezzare dolcemente quella di James.
- James...io ti credo. So che non stai mentendo....ne sono sicura...vedi, ora capisco il motivo per cui l' hai fatto e ti perdono. Ma...non credo che potremmo frequentarci o anche essere solo amici, non adesso, almeno. Io lo vorrei tanto, te lo assicuro, ma il mio istinto... non credo che per il momento io riesca a fidarmi completamente di te. Con questo non dico che non dobbiamo più rivolgerci la parola, possiamo farlo se ci va, ma essere amici o frequentarci...credo sia meglio non vederci troppo spesso in questo periodo. Per me, nei rapporti con le persone in generale, la fiducia è di massima importanza. Forse un giorno potremo... ma non ora. Non stanotte. Io... oh, James, mi dispiace così tanto!-. Una piccola minuscola lacrima cadde dall' occhio destro di Lily, ma lei si affrettò ad asciugarla e altre lacrime non scesero dal suo volto. 
-Io...non posso dirti certamente di esserne contento... ma posso capire. Voglio solo che tu sappia che se tornassi indietro...non farei mai più lo stesso errore- disse James sincero.
Lily fece un piccolo sorriso triste, e mormorò:- Ti voglio molto bene, James -.
Anche James sorrise, ma come quello di Lily, il suo non era un sorriso felice.
Lily gli diede un delicato bacio sulla guancia, e poi si allontanò di qualche centimetro per scusarsi di nuovo, ma qualcosa, o meglio qualcuno, li interruppe.
-Sir, Em, siete due idioti!- sbottò Remus aprendo la porta. All' improvviso tutti i loro amici entrarono nell' appartamento, e Lily e James si alzarono dal divano di scatto.
-Cosa diavolo succede qui?- sbottò Alice sempre rivolta a Emmeline e Sirius.
Poi Remus spiegò a Lily e James:-Stavamo guardando il film, poi abbiamo visto che non arrivavate, ma ci sono voluti venti minuti prima che ci convincessimo ad andare, perché Emmeline e Sirius continuavano a inventare scuse assurde … -
-Dire che Lily magari aveva contratto una rara malattia a causa delle cioccorane non è assurdo!- protestò Sirius, e Emmeline lo guardò male:-Sai, Sir, questa è la cosa più ridicola che abbia mai sentito-
-Ma anche tu hai mentito!- ribatté Sirius, e Emmeline replicò:-Ma non ho detto cose così … -
Ma Lily la interruppe seccamente:-Emmeline, Sirius, io e James vorremmo riavere le nostre bacchette-
-Cosa?Avete preso le loro bacchette?!- esclamò Marlene sconcertata.
Sirius scrollò le spalle, mentre Emmeline arrossì imbarazzata.
Sirius uscì un attimo dall’ appartamento, estrasse le due bacchette degli amici dal portaombrelli e le lanciò a James e Lily, che le presero al volo.
Poi Emmeline si accorse degli occhi arrossati di Lily e domandò:-Ehm… va tutto bene?-
-Si..va tutto benissimo. E comunque Emmeline abbiamo capito tutto il vostro giochetto … stasera, il giro in traghetto, la colazione … -
-Un piano ingegnoso, ma non perfetto- concluse James. Lily gli sorrise, e poi annunciò a tutti:-Beh, ora io sono un po’ stanca, domani mattina ci svegliamo presto, perciò … io me ne vado a letto, buonanotte-.
Ma non sapeva ancora che non avrebbe chiuso occhio tutta notte. Quando arrivò in camera, Emmeline la raggiunse, scusandosi:- Lily io … mi dispiace tanto, ma … -
-Non c’ è bisogno che tu dica niente, Em. Davvero, è tutto a posto- replicò Lily dolcemente.
-E con James?Che cosa è successo?- aggiunse Emmeline un po’ titubante. .Lily sospirò, e dato che in quel momento arrivarono anche le altre ragazze raccontò loro tutto quello che era successo.
Quando ebbe finito, Marlene domandò sbalordita (e anche un po’ schifata):-Ti ha detto che ti ama?!-
-Marlene,  non è il momento di insultare James- le fece notare Carol, e Lily le sorrise riconoscente.
Poi tutte  abbracciarono la rossa. Lily si sfogò per un po’ con loro ma poi andarono tutte quante  a letto.
Lily  però non riuscì a dormire e si alzò il mattino dopo alle sei con le occhiaie e un terribile mal di testa.
Le altre invece sembravano più riposate, ma comunque tutte, compresa Lily, fecero in fretta i bagagli. E arrivò il momento degli “ addi” (anche se, escludendo Carol, si sarebbero rivisti tutti il giorno dopo alla stazione di King’ s Cross per tornare a Hogwarts).
 
Remus abbracciò un po’ impacciatamene Carol, che scrisse frettolosamente il proprio indirizzo su un piccolo foglietto di carta, e porgendolo al ragazzo, disse:-Questo è il mio indirizzo … sono anni che scrivo a Lily via gufo, ma dato che io non ne ho, dovresti essere tu a mandarmi la prima lettera, così posso rispondere con il tuo … sempre se ti va-
-Certo!Allora … ci teniamo in contatto- disse Remus, un po’ nostalgico, e Carol sorrise.
Intanto Sirius stava abbracciando a sua volta Emmeline, e lei sbottò:-Sirius, ci vediamo domani in stazione-
-Così fa più scena … - replicò lui sciogliendo l’ abbraccio, e entrambi scoppiarono a ridere.
Invece  Lily stava salutando James:-Beh, allora, ci vediamo … -
-Domani- concluse James, e Lily annuì. Fece per abbracciare James, ma si interruppe, ricordandosi che se voleva stare per un po’ lontana da James avrebbe dovuto incominciare subito.
Così si limitò a porgergli una mano, che il  moro strinse. Poi tutte le ragazze unirono le proprie mani l’ una in quella dell’ altra, e con un Crac si smaterializzarono.
 
NOTE DELL' AUTRICE:Ciao a tutti!Oltre a scusarmi per il solito ritardo ringrazio anche tutti quelli che leggono/recensiscono e mettono queste storie tra le preferite/seguite/ ricordate!Spero che il capitolo vi sia piaciuto, anche se è un po' triste!Al prossimo capitolo!
  
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