-
IO ESCO!-
-
OKAY!! IO LAVORO STASERA!!-
-
VA BENE! CIAO!!-
-
CIAO POOH!-
Infilai
la tracolla e gli auricolari, dopodiché iniziai a
camminare tormentandomi con lo stesso pensiero della giornata
precedente:
Harry.
Non
si
è fatto sentire, non si è fatto vedere.
È
strano.
O
almeno a me lo sembra, ho passato tutto di ieri aspettando che
chiamasse, che
mi scrivesse un messaggio o che si presentasse a casa mia, visto che io
non so
dove abita… avrei dovuto cercarlo io?...
Forse
mi sto solo facendo troppo paranoie. Insomma, noi non stiamo insieme.
Alzai
lo sguarda, rendendomi conto di essere arrivata
davanti a quell’orrendo edificio grigio, meglio conosciuto
come scuola. Entrai,
stoppando la musica di malavoglia e togliendomi le cuffie, mi diressi
al mio piano
e successivamente al mio armadietto. Lo aprii ed iniziai a rovistare
alla
ricerca dei libri che mi servivano.
-
Ciao.-
disse qualcuno.
Sussultai.
Feci
un giro su me stessa e vidi Harry fissarmi con uno
sguardo strano.
-
Ehi.-
riuscii solo a dire.
-
Ieri ho…avuto da fare.-
disse poco convinto.
C’era
distacco nel
suo tono, e questa cosa non mi piacque affatto.
Che
diamine è successo?
-
Potrei sapere che succede?-
ebbi il coraggio di dire.
-
Che intendi?-
-
Sei… freddo.-
risposi intimorita.
Le
sue labbra si incurvarono in un sorrisetto malizioso.
-
Sono sempre freddo.-
Capii
al volo il suo commento, ma io non intendevo quello.
-
Non quel genere di freddo…mi stai parlando in maniera
distaccata..-
Harry
sbuffò.
Driiiin.
-
Devo andare.-
disse, con lo stesso tono.
-
Harry…-
Troppo
tardi, aveva già imboccato il corridoio. Mi voltai
arrabbiata e tirai un pugno all’armadietto.
Che
ho
fatto ora?
Perché
è venuto a salutarmi se poi mi ha parlato così?
Fanculo
lui e il suo essere lunatico.
Presi
i libri e chiusi l’armadietto, mi diressi verso la mia
aula correndo riuscii ad entrare quando ancora il prof non
c’era, ma tutti
avevano ormai preso posto.
Ho
perso tempo tirando quel pugno, e mi fa male la mano.
Adocchiai
un banco libero, nella penultima fila, ma avrei
dovuto avere Tomlinson come compagno. L’alternativa era il
primo banco.
Sbuffai
sonoramente e andai a sedermi accanto a Louis.
Che
giornata di merda. Ed è appena iniziata.
-
Giorno Winter.-
-
Giorno.-
risposi senza guardarlo.
-
Caldo eh?-
sghignazzò notando che non indossavo la felpa.
Si bolliva in quei giorni, cosa piuttosto strana a Londra, e
così avevo evitato
le maniche lunghe.
-
Sei un cretino.-
-Buongiorno.-
grazie
al cielo il prof era entrato, interrompendo la mia conversazione con
Louis.
Alzai
gli occhi verso la cattedra, ma non riuscii ad
ascoltare neanche una parola di quello che diceva
l’insegnate, distratta dai
miei pensieri e dalla mano con cui avevo colpito l’armadietto
che mi pulsava.
-
Posso andare in bagno?-
chiesi dopo una mezzoretta di sofferenza.
Il prof annuì, sbuffando.
Cazzo
vuoi? Se non mi vuoi mandare basta dirlo.
Una
volta fuori dall’aula non mi diressi ai bagni, ma in
infermeria per prendere del ghiaccio. Facendo quel tragitto passai
davanti ad
un aula con la porta aperta, e tra gli alunni seduti riconobbi una
chioma
riccioluta. Mi fermai un istante, e non appena lo feci Harry si
voltò…
Giusto,
il mio odore.
Lo
guardai, e lui fece lo stesso…dopo meno di due secondi si
rigirò verso la cattedra.
-
Vaffanculo.-
sussurrai.
Sapevo
che lui aveva sentito.
Continuai
il mi percorso verso l’infermeria e presi il
ghiaccio, quindi ripercorsi il corridoio precedente e quando arrivai
davanti
all’aula di Harry notai che lui non
c’era…
-
Non sei stata molto educata prima.-
-
Cazzo…smettila di apparirmi dietro, mi fai cagare in mano!-
mi
lamentai voltandomi.
-
Non cambiare discorso.-
-
Non me ne frega dell’educazione…anzi te lo ripeto,
VAFFANCULO.-
Harry
abbassò il capo, non riuscivo a comprendere neanche le
sue espressioni facciali.
-
Volevo dirti che il lavoro da dog sitter non è
più disponibile.-
disse
ancora con la testa chinata. Poi si girò e tornò
nella sua aula. Io rimasi lì,
spiazzata.
AAA!
AL
DIAVOLO!
Ero
arrabbiata, perché non capivo. Avrei solo voluto sapere
perché…perché mi aveva parlato in quel
modo, perché era così freddo.
Un
cazzo di motivo voglio, non la luna.
*
*
La
giornata di scuola grazie a dio era finita, e il dolore
alla mano si era un po’ alleviato. Una volta uscita da
lì girai un po’, fino a
quando, verso le tre mi ritrovai stranamente affamata, ma non avevo
voglia di
cucinare, così entrai nella prima pizzeria che mi
capitò. Consumai il mio pasto
e restai un po’ a smanettare al cellulare al tavolo, alle
quattro finalmente mi
decisi ad uscire. Percorrendo la strada di ritorno a casa mi accorsi
che il piccolo
supermercato dove io e Chris facevamo la spesa aveva esposto il
cartello ‘cercasi
personale’
Uhm…la
cassiera. Non mi prenderanno mai, perché sono giovano e
senza esperienza, ma
vale la pena tentare. L’ho promesso a Chris.
Entrai,
e facendo un sforzo immane per superare la mia
merdosa timidezza, chiesi ad una ragazza con i capelli neri che
lavorava alla
cassa con chi dovevo parlare per il posto di lavoro.
-
Vieni con me.-
rispose alzandosi dalla sua postazione.
Doveva
avere più o meno la mia età, cosa che mi
rassicurò un
pochino. Forse non assumevano solo chi aveva esperienza.
Quella
mi condusse davanti ad una porta grigia e bussò.
-
Prego.-
disse una voce dall’interno.
-
Dimmi Jade.-
ripeté la stessa voce quando la ragazza aprì la
porta.
-
C’è una ragazza interessata al posto di lavoro.-
-
Falla entrare.-
Io
mi spostai da dietro Jade (a quanto pare quello era il
nome della ragazza) e vidi una donna. Mi sforzai di sorridere e lei
ricambiò.
-
Grazie Jade puoi andare.-
La
ragazza uscì e io rimasi sola con la donna.
-
Io sono Karen.-
-
Selena.-
Mi
chiese quanti anni avevo, che scuola frequentavo, se
avevo già lavorato…e poi la domanda che mi fece
raggelare.
-
Come mai hai bisogno di lavorare così giovane?-
-
Io e mio fratello siamo…orfani.-
risposi con lo sguardo sulle
mie scarpe.
-
Oh…mi dispiace…-
-
Non deve.- sforzai
di nuovo un sorriso.
-
Quanto anni ha tuo fratello? Lavora?-
Aiuto,
è un interrogatorio…
-
Venti, e lavora in un bar.-
-
Va bene…sei assunta, cominci domani alle 14.00.-
disse
sorridendomi.
-
Io…davvero? Oh grazie!-
-
Di niente…potresti darmi le tue informaz…-
-
Mamma!-
urlò qualcuno, interrompendola.
La
porta di aprì, io mi voltai e vidi un ragazzo dai i
capelli e occhi castani, abbastanza alto e con uno sguardo leggermente
incazzato.
-
Liam, non devi venire a disturbarmi al lavoro ogni volta, esiste il
telefono.-
rispose Karen visibilmente scocciata.
-
Ma…-
provò a ribattere lui.
-
Aspetta che finisco con la ragazza, poi mi dici. Allora,-
disse
poi rivolta a me. –
nome completo?-
-
Selena Isabelle Winter.-
risposi, lei lo scrisse al
computer.
-
Quella Selena?-
chiese il ragazzo dietro di me. Io mi voltai,
stranita.
-
Che intendi?-
chiesi.
-
Harry Styles.-
fu la risposta.
-
E beh?-
-
Sei tu quella che esce con lui?-
chiese lui.
-
Io…sì siamo usciti sabato in barca.-
-
Io sono il vicino di casa, Liam.-
si presentò tendendo la mano.
-
Ah, quello che mi ha dato buca col lavoro della dog sitter.-
sorrisi afferrandola.
-
Mi dispiace, avevo già trovato qualcuno, ma mi ero scordato
di dirlo ad Harry…-
-
Non fa niente.-
dissi. Tanto un lavoro ormai ce l’avevo.
-
Possiamo continuare?-
chiese Karen.
-
Certo, mi scusi…-
mi affrettai a dire. Dopo che ebbi finito di
dare le mie informazioni salutai entrambi e uscii dal supermercato.
Inviai subito
un messaggio a Chris con scritto che avevo trovato lavoro.
Era
buio, avevo fatto tardi con quel colloquio. Iniziava
anche a fare freschino, così imboccai una vietta che mi
avrebbe permesso di
arrivare prima. Faceva paura solo a vederla, c’erano solo
cassonetti e
sacchetti della spazzatura, ed era davvero buia.
Ad
un tratto sentii un rumore, mi voltai.
-
Una bella ragazza come te non dovrebbe andare in giro da sola al buio
in una
via del genere.-
disse una voce letteralmente inquietante.
Deglutii.
Una
figura di un ragazzo alto e col ciuffo di avvicino a me,
indietreggiai, ma resi solo più facile finire nella sua
trappola, perché mi
spiaccicai contro un muro. Lui si avvicinò a me, ancora non
vedevo il suo
volto, ma capii cosa voleva da me quando notai due cose brillare
all’altezza
della bocca.
Ma
che
sono io? Una calamita attira vampiri?
-
S-so che cosa vuoi da me… t-ti prego… non
farlo…-
balbettai.
In
quel momento provai la più grande paura della mia vita,
il ragazzo rise divertito nel vedermi terrorizzata e allungò
una mano,
spostandomi i capelli su una spalla, scoprendo così il mio
collo.
Harry!
Harry!
Aiuto!
Niente,
riuscivo solo a pensarlo, le parole non volevano
uscire dalla mia bocca, ero paralizzata.
Il
mio cuore batteva all’impazzata, il ragazzo rise di
nuovo, dopodiché aprì la bocca e la
avvicinò al mio collo. Stava per affondare
i canini dentro di me…
-
ZAYN! NO! Non lei.-
Urlò
una voce.
La
sua
voce.