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Autore: onedsharjbo    21/07/2013    6 recensioni
Scusa se non ci sono al tuo risveglio piccola, primo giorno di lavoro alla nuova caffetteria…non vorrei essere subito licenziato, speriamo che duri… ti voglio bene. Chris.
- Anche io fratellone.- sussurrai. Chris era la mia famiglia, l’unica persona che mi voleva bene. Mia madre era morta dandomi alla luce e perciò mio padre mi aveva da subito odiato  Si ubriacava, si drogava, andava a puttane, non si prendeva cura né di me e né di Chris, che non gli aveva fatto niente.Non era stato mio padre da bambina, c’era Chris che mi aiutava a fare i compiti, mi difendeva con i miei compagni e mi stringeva quando avevo gli incubi. Non era stato mio padre quando a tredici anni avevo iniziato a tagliarmi, c’era Chris ad abbracciarmi e a dirmi che sarebbe andato tutto bene. Chris Winter è ed è sempre stato la mia famiglia.
Mi sono inoltre fatta una promessa: non devo innamorarmi. Non devo rovinare la vita ad altri.
Genere: Drammatico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- IO ESCO!-

- OKAY!! IO LAVORO STASERA!!-

- VA BENE! CIAO!!-

- CIAO POOH!-

Infilai la tracolla e gli auricolari, dopodiché iniziai a camminare tormentandomi con lo stesso pensiero della giornata precedente: Harry.

Non si è fatto sentire, non si è fatto vedere.

È strano.

O almeno a me lo sembra, ho passato tutto di ieri aspettando che chiamasse, che mi scrivesse un messaggio o che si presentasse a casa mia, visto che io non so dove abita… avrei dovuto cercarlo io?...

Forse mi sto solo facendo troppo paranoie. Insomma, noi non stiamo insieme.

Alzai lo sguarda, rendendomi conto di essere arrivata davanti a quell’orrendo edificio grigio, meglio conosciuto come scuola. Entrai, stoppando la musica di malavoglia e togliendomi le cuffie, mi diressi al mio piano e successivamente al mio armadietto. Lo aprii ed iniziai a rovistare alla ricerca dei libri che mi servivano.

- Ciao.- disse qualcuno.

Sussultai.

Feci un giro su me stessa e vidi Harry fissarmi con uno sguardo strano.

- Ehi.- riuscii solo a dire.

- Ieri ho…avuto da fare.- disse poco convinto.

C’era distacco nel suo tono, e questa cosa non mi piacque affatto.

Che diamine è successo?

- Potrei sapere che succede?- ebbi il coraggio di dire.

- Che intendi?-

- Sei… freddo.- risposi intimorita.

Le sue labbra si incurvarono in un sorrisetto malizioso.

- Sono sempre freddo.-

Capii al volo il suo commento, ma io non intendevo quello.

- Non quel genere di freddo…mi stai parlando in maniera distaccata..-

Harry sbuffò.

Driiiin.

- Devo andare.- disse, con lo stesso tono.

- Harry…-

Troppo tardi, aveva già imboccato il corridoio. Mi voltai arrabbiata e tirai un pugno all’armadietto.

Che ho fatto ora?

Perché è venuto a salutarmi se poi mi ha parlato così?

Fanculo lui e il suo essere lunatico.

Presi i libri e chiusi l’armadietto, mi diressi verso la mia aula correndo riuscii ad entrare quando ancora il prof non c’era, ma tutti avevano ormai preso posto.

Ho perso tempo tirando quel pugno, e mi fa male la mano.

Adocchiai un banco libero, nella penultima fila, ma avrei dovuto avere Tomlinson come compagno. L’alternativa era il primo banco.

Sbuffai sonoramente e andai a sedermi accanto a Louis.

Che giornata di merda. Ed è appena iniziata.

- Giorno Winter.-

- Giorno.- risposi senza guardarlo.

- Caldo eh?- sghignazzò notando che non indossavo la felpa. Si bolliva in quei giorni, cosa piuttosto strana a Londra, e così avevo evitato le maniche lunghe.

- Sei un cretino.-

-Buongiorno.- grazie al cielo il prof era entrato, interrompendo la mia conversazione con Louis.

Alzai gli occhi verso la cattedra, ma non riuscii ad ascoltare neanche una parola di quello che diceva l’insegnate, distratta dai miei pensieri e dalla mano con cui avevo colpito l’armadietto che mi pulsava.

- Posso andare in bagno?- chiesi dopo una mezzoretta di sofferenza. Il prof annuì, sbuffando.

Cazzo vuoi? Se non mi vuoi mandare basta dirlo.

Una volta fuori dall’aula non mi diressi ai bagni, ma in infermeria per prendere del ghiaccio. Facendo quel tragitto passai davanti ad un aula con la porta aperta, e tra gli alunni seduti riconobbi una chioma riccioluta. Mi fermai un istante, e non appena lo feci Harry si voltò…

Giusto, il mio odore.

Lo guardai, e lui fece lo stesso…dopo meno di due secondi si rigirò verso la cattedra.

- Vaffanculo.- sussurrai.

Sapevo che lui aveva sentito.

Continuai il mi percorso verso l’infermeria e presi il ghiaccio, quindi ripercorsi il corridoio precedente e quando arrivai davanti all’aula di Harry notai che lui non c’era…

- Non sei stata molto educata prima.-

- Cazzo…smettila di apparirmi dietro, mi fai cagare in mano!- mi lamentai voltandomi.

- Non cambiare discorso.-

- Non me ne frega dell’educazione…anzi te lo ripeto, VAFFANCULO.-

Harry abbassò il capo, non riuscivo a comprendere neanche le sue espressioni facciali.

- Volevo dirti che il lavoro da dog sitter non è più disponibile.- disse ancora con la testa chinata. Poi si girò e tornò nella sua aula. Io rimasi lì, spiazzata.

AAA! AL DIAVOLO!

Ero arrabbiata, perché non capivo. Avrei solo voluto sapere perché…perché mi aveva parlato in quel modo, perché era così freddo.

Un cazzo di motivo voglio, non la luna.

*

*

La giornata di scuola grazie a dio era finita, e il dolore alla mano si era un po’ alleviato. Una volta uscita da lì girai un po’, fino a quando, verso le tre mi ritrovai stranamente affamata, ma non avevo voglia di cucinare, così entrai nella prima pizzeria che mi capitò. Consumai il mio pasto e restai un po’ a smanettare al cellulare al tavolo, alle quattro finalmente mi decisi ad uscire. Percorrendo la strada di ritorno a casa mi accorsi che il piccolo supermercato dove io e Chris facevamo la spesa aveva esposto il cartello ‘cercasi personale’

Uhm…la cassiera. Non mi prenderanno mai, perché sono giovano e senza esperienza, ma vale la pena tentare. L’ho promesso a Chris.

Entrai, e facendo un sforzo immane per superare la mia merdosa timidezza, chiesi ad una ragazza con i capelli neri che lavorava alla cassa con chi dovevo parlare per il posto di lavoro.

- Vieni con me.- rispose alzandosi dalla sua postazione.

Doveva avere più o meno la mia età, cosa che mi rassicurò un pochino. Forse non assumevano solo chi aveva esperienza.

Quella mi condusse davanti ad una porta grigia e bussò.

- Prego.- disse una voce dall’interno.

- Dimmi Jade.- ripeté la stessa voce quando la ragazza aprì la porta.

- C’è una ragazza interessata al posto di lavoro.-

- Falla entrare.-

Io mi spostai da dietro Jade (a quanto pare quello era il nome della ragazza) e vidi una donna. Mi sforzai di sorridere e lei ricambiò.

- Grazie Jade puoi andare.-

La ragazza uscì e io rimasi sola con la donna.

- Io sono Karen.-

- Selena.-

Mi chiese quanti anni avevo, che scuola frequentavo, se avevo già lavorato…e poi la domanda che mi fece raggelare.

- Come mai hai bisogno di lavorare così giovane?-

- Io e mio fratello siamo…orfani.- risposi con lo sguardo sulle mie scarpe.

- Oh…mi dispiace…-

- Non deve.- sforzai di nuovo un sorriso.

- Quanto anni ha tuo fratello? Lavora?-

Aiuto, è un interrogatorio…

- Venti, e lavora in un bar.-

- Va bene…sei assunta, cominci domani alle 14.00.- disse sorridendomi.

- Io…davvero? Oh grazie!-

- Di niente…potresti darmi le tue informaz…-

- Mamma!- urlò qualcuno, interrompendola.

La porta di aprì, io mi voltai e vidi un ragazzo dai i capelli e occhi castani, abbastanza alto e con uno sguardo leggermente incazzato.

- Liam, non devi venire a disturbarmi al lavoro ogni volta, esiste il telefono.- rispose Karen visibilmente scocciata.

- Ma…- provò a ribattere lui.

- Aspetta che finisco con la ragazza, poi mi dici. Allora,- disse poi rivolta a me. – nome completo?-

- Selena Isabelle Winter.- risposi, lei lo scrisse al computer.

- Quella Selena?- chiese il ragazzo dietro di me. Io mi voltai, stranita.

- Che intendi?- chiesi.

- Harry Styles.- fu la risposta.

- E beh?-

- Sei tu quella che esce con lui?- chiese lui.

- Io…sì siamo usciti sabato in barca.-

- Io sono il vicino di casa, Liam.- si presentò tendendo la mano.

- Ah, quello che mi ha dato buca col lavoro della dog sitter.- sorrisi afferrandola.

- Mi dispiace, avevo già trovato qualcuno, ma mi ero scordato di dirlo ad Harry…-

- Non fa niente.- dissi. Tanto un lavoro ormai ce l’avevo.

- Possiamo continuare?- chiese Karen.

- Certo, mi scusi…- mi affrettai a dire. Dopo che ebbi finito di dare le mie informazioni salutai entrambi e uscii dal supermercato. Inviai subito un messaggio a Chris con scritto che avevo trovato lavoro.

Era buio, avevo fatto tardi con quel colloquio. Iniziava anche a fare freschino, così imboccai una vietta che mi avrebbe permesso di arrivare prima. Faceva paura solo a vederla, c’erano solo cassonetti e sacchetti della spazzatura, ed era davvero buia.

Ad un tratto sentii un rumore, mi voltai.

- Una bella ragazza come te non dovrebbe andare in giro da sola al buio in una via del genere.- disse una voce letteralmente inquietante.

Deglutii.

Una figura di un ragazzo alto e col ciuffo di avvicino a me, indietreggiai, ma resi solo più facile finire nella sua trappola, perché mi spiaccicai contro un muro. Lui si avvicinò a me, ancora non vedevo il suo volto, ma capii cosa voleva da me quando notai due cose brillare all’altezza della bocca.

Ma che sono io? Una calamita attira vampiri?

- S-so che cosa vuoi da me… t-ti prego… non farlo…- balbettai.

In quel momento provai la più grande paura della mia vita, il ragazzo rise divertito nel vedermi terrorizzata e allungò una mano, spostandomi i capelli su una spalla, scoprendo così il mio collo.

Harry!

Harry!

Aiuto!

Niente, riuscivo solo a pensarlo, le parole non volevano uscire dalla mia bocca, ero paralizzata.

Il mio cuore batteva all’impazzata, il ragazzo rise di nuovo, dopodiché aprì la bocca e la avvicinò al mio collo. Stava per affondare i canini dentro di me…

- ZAYN! NO! Non lei.-

Urlò una voce.

La sua voce.

   
 
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