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Autore: flors99    21/07/2013    9 recensioni
Ronald Weasley ha preso una grossa cotta per una ragazza del suo anno e chiede a Hermione di aiutarlo a conquistarla.
Aggiungeteci pure una scatenata Ginny Weasley e quell'imbranato del suo migliore amico...
Dal testo:
- Potresti scriverle una poesia! - suggerì Hermione.
[...]
- "All'una ho pensato alla luna,
alle due al bue,
alle tre al re,
alle quattro ho smesso di pensare, perché la rima non sono riuscito a trovare."
- ...
- Ti vedo scossa, Hermione, la mia poesia, per caso, non ti è piaciuta?
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VI libro alternativo
Capitoli:
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Per le ore a seguire Ron fu inconsolabilmente inconsolabile. Ginny poteva giurare di non avergli visto un muso tanto lungo neppure quando Fred e George gli avevano rovinato la sua collezione di Cioccorane. Neppure quando sotto i suoi occhi si era mangiata l’ultima fetta del suo dolce preferito, pur di fargli un dispetto.

Il che era tutto da dire.

- Ron, avanti…non è così grave. – borbottò la sorella, dandogli delle energiche pacche sulle spalle, sperando che il fratello reagisse in qualche modo, invece che restare inerme.
- Mi ha detto di no. – rispose semplicemente il Grifondoro, con sguardo triste. – Mi ha detto di no… - ripeté, fissando un punto imprecisato del pavimento con la testa persa in chissà quali pensieri.
Ginny corrucciò la fronte, non avendo un’idea ben precisa su cosa dovesse fare: il fratello era decisamente abbattuto e probabilmente voleva essere lasciato da solo, ma non se la sentiva di abbandonarlo in uno stato del genere.
- Ginny, credo che sia meglio andarcene. – le bisbigliò Harry, accanto a lei.
- Ma non posso lasciarlo solo! – borbottò, impensierita.
- Non sarà solo. – la corresse pazientemente il ragazzo. – C’è Hermione con lui. – fece un cenno con il capo verso la figura che sedeva accanto a Ron e che si limitava a fargli compagnia, senza dire niente.
- Sì, ma…
- Credimi, Ginny. – la interruppe Harry. – Non c’è niente di peggio che essere consolati dalla propria sorella, dopo essere stati scaricati dalla ragazza che ti piace. – spiegò, sussurrando, sperando che Ron non sentisse. La giovane Weasley non parve molto convinta della sua spiegazione, ma, vedendo che non riusciva a fare niente per il fratello, decise di provare a seguire il consiglio del suo ragazzo. Si alzò, scuotendo i lunghi capelli rossi, borbottando qualcosa sul fatto che doveva incontrarsi con Luna e dopo aver fatto un cenno di saluto ai suoi amici, se ne andò trascinandosi dietro Harry.
- Piano, Ginny! Hai intenzione di slogarmi una spalla? – domandò il Grifondoro, dopo l’ennesimo strattone, quando ormai avevano superato l’arazzo che li separava dalla Sala Comune.
- Non è a te che vorrei slogare una spalla. – sbottò come risposta.
- Uh? – borbottò Harry perplesso, notando il suo fastidio.
Ginny non rispose, ma rimase semplicemente a grugnire ancora un po’ per conto suo. Dopo vari minuti di strani versi fuoriusciti dalla bocca della rossa Harry si decise a rivolgerle nuovamente la parola.
- Sei per caso…uhm…arrabbiata?
- Io…no, non sono arrabbiata! – esclamò sconcertata la ragazza, guardandolo come se avesse detto una cosa stupida. Harry alzò le sopracciglia, lasciando intendere che a lui aveva dato tutt’altra impressione. – Oh, insomma…non sono proprio arrabbiata… - si corresse maldestramente la ragazza. – Sono…irritata, ecco.
- Per colpa di Megan?
- No. - rispose sinceramente Ginny. – Nonostante credessi che Megan avrebbe accettato l’invito di mio fratello, non posso biasimare una ragazza soltanto perché ha rifiutato un invito a un ballo. – spiegò. – Solo che…è la situazione che…che…Sì, insomma, dai che hai capito. – borbottò.
- Ho capito, ho capito… - mormorò Harry, prendendola per la vita e abbracciandola. - …ti dispiace per Ron. – concluse ridacchiando.
- Uhmpf. – sbuffò semplicemente Ginny, con uno strano incrocio tra un “Uhm” e un “Pff”.
- Sei adorabile quando ti preoccupi per gli altri. – le soffiò praticamente sulle labbra. La ragazza stava per ribattere dicendo che No!, non si preoccupava affatto per Ron – secondo lei, la sua era soltanto una sorte di solidarietà “fratellesca” – ma si ritrovò la bocca particolarmente impegnata.
Non le dispiacque più di tanto: si limitò a sorridere dolcemente e a trascinare Harry in un angolo più appartato.
 
 
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- Alla fine le tue lezioni non mi sono servite. – disse Ron, forse cercando di spezzare il silenzio. Infatti, al contrario di Ginny, Hermione non aveva pronunciato neanche una singola sillaba; si era limitata a stargli accanto, osservandolo in silenzio. A pensarci bene, la cosa poteva risultare anche parecchio inquietante – Hermione che stava zitta era decisamente una novità – ma Ron in quel momento era troppo depresso per potersi rendere conto delle stranezze della sua migliore amica. Stranezze che capitavano ormai da più di una settimana a quella parte.
- Megan è una stupida, Ron. – disse dopo parecchi minuti, sorprendendolo.
Hermione lo vide spalancare gli occhi e guardarla interrogativo, probabilmente sorpreso che avesse aperto bocca dopo tutto quel silenzio. Dal canto suo, la Grifondoro aveva preferito rimanere zitta per non risultare troppo ipocrita. Avrebbe potuto dire parole come “Mi dispiace tanto”, ma non sarebbero state vere. O meglio, le dispiaceva sul serio per Ron – vederlo così triste e abbattuto – ma non poteva mentire a se stessa, facendo credere che non fosse contenta che Megan avesse rifiutato l’invito.
- Come, scusa?
- Megan è una stupida. – ripeté la ragazza, con più convinzione.
- Perché? – domandò Ron, non capendo dove volesse arrivare la Grifondoro.
Hermione lo fissò con insistenza, facendolo sentire a disagio sotto il suo sguardo penetrante.
- Qualunque ragazza sarebbe fortunata ad avere te come compagno per il ballo. E no!... – disse immediatamente, vedendo che l’amico la stava già per interrompere. – …non te lo sto dicendo soltanto perché sono tua amica, ma perché lo penso davvero. – chiarì con sincerità, guardandolo dritto negli occhi.
Ron si schiarì la voce, arrossendo. Hermione era parecchio strana in quel periodo; nonostante lui non prestasse mai molta attenzione a ciò che succedeva in giro e - come lo definiva la sorella - fosse una strana specie di ameba che non si accorge di un emerito calderone, neanche quando le cose gli accadono sotto i propri occhi, non aveva potuto non notare le stranezze della sua migliore amica. Per questo, in quel momento, si chiese perché lo stesse guardando in quello strano modo, con gli occhi enormi che sembravano sul punto di piangere, mandandolo in confusione.
Anche se, a dir la verità, guardare Hermione negli occhi lo aveva sempre mandato in confusione.
- Tu sei mia amica. È ovvio che tu cerchi di consolarmi…– borbottò infine, distogliendo lo sguardo.
- Ti ho già spiegato che non è per quello! – esclamò la ragazza, più agguerrita di prima. – Merlino, Ron, non ti direi queste cose se non le pensassi sul serio! – ribatté, costringendolo a fissarla.
- Ah…uhm…grazie, allora. – rispose, un po’ stranito dal complimento. Raramente Hermione elargiva complimenti, meno che mai a lui.
- Prego. – rispose la Grifondoro, sorridendogli.
Rimasero in silenzio per un po’, ognuno perso nei propri pensieri.
Ron, ripensando al momento in cui aveva parlato con Megan, ricordò come quel silenzio gli avesse dato fastidio, come avesse desiderato che qualsiasi cosa – oggetto o persona che fosse – dicesse o facesse qualcosa per spezzare la tensione insopportabile che gli aveva riempito il petto. Invece, restare in silenzio con Hermione non gli dava minimamente fastidio. Era uno di quei silenzi in cui non sentiva il bisogno di dire qualcosa o di intavolare una conversazione; era uno di quei silenzi sottili, che non fanno pesare la propria presenza, ma che lo avvolgeva come una coperta calda.

Era una bella sensazione.

La osservò per un attimo, soffermandosi sul viso, incorniciato da quei riccioli scarmigliati per cui l’aveva sempre presa in giro. Si ritrovò a pensare che anche Hermione, a modo suo, era bella. Non una di quelle bellezze per cui ti volti quando passa per i corridoi, ma era carina.
Ron arrossì, ricordandosi di quando gli era caduta addosso.
- Tu…ehm…con chi vai…uhm…al ballo? – borbottò allora, esitando leggermente nel porre la sua domanda. Sperava soltanto che, intavolando una nuova discussione, sparisse il disagio che aveva provato nel ricordare Hermione sopra di lui.
- Oh…ehm… - la ragazza sembrò leggermente spiazzata dalla sua domanda. – Io…ecco…veramente non so se andrò al ballo…
- Perché?
- Cioè…io…sono un po’ indietro con i compiti, così… - mentì, rendendosi conto di quanto la sua scusa risultasse assurda.
- Tu… - disse, per l’appunto, Ron. - …sei indietro con i compiti? – che il giovane Weasley non avesse creduto ad una singola parola era più che evidente.
- Ehm…io…non ne ho molta voglia, a dir la verità. – confessò. Beh, in effetti era vero: preferiva di gran lunga rimanere nella sua stanza a litigare col cuscino.
- Non puoi non venire, Hermione! Ci sarà tutta la scuola! – esclamò Ron.
- Sì, ma…ehm…ecco… - incespicò, tentando di trovare una scusa. – Non è che nessuno non mi abbia invitata… - chiarì, notando lo sguardo del ragazzo. Hermione ricordava ancora quando, imbarazzata, aveva declinato l’invito di due ragazzi, uno del settimo e l’altro del sesto anno. - …Non ho voglia di venire, tutto qua. – confessò alla fine, stringendosi nelle spalle.
- Anch’io non ho più tanta voglia a dir la verità… - ammise Ron, scompigliandosi i capelli.
- Tanto Ginny ci costringerà entrambi... – borbottò Hermione.
Ron rabbrividì. L’ultima volta che lui o Hermione non avevano voluto partecipare a un particolare evento, l’esuberante piccola di casa Weasley ce li aveva letteralmente trascinati, sfoderando le sue micidiali fatture Orcovolanti.
- Già…e ovviamente mia sorella farà anche in modo di trovarci i rispettivi accompagnatori. – Ron ridacchiò, rendendosi poi conto che Ginny poi l’avrebbe fatto sul serio.
- Potremmo… - Hermione si morse la lingua, indecisa se parlare o no. - …ehm…niente. – borbottò, preferendo non esprimere la pazzia che le era passata per la testa.
- Potremmo? – insistette l’amico.
- Ehm…io… - arrossì. - … dato che… nessuno di noi due, ha un accompagnatore… - Hermione lasciò la frase in sospeso, ma era impossibile equivocare il senso del discorso.
- Oh… – mormorò Ron. A dir la verità anche lui aveva pensato la stessa cosa: in fondo Hermione era sua amica e preferiva andare al ballo con lei che con un’altra ragazza, che non fosse Megan. Soltanto che si sentiva arrossire al solo pensiero di fare una proposta del genere: il perché, però, non lo sapeva nemmeno lui.
- Ok, niente, lascia perdere. – sentenziò la ragazza, avendo notato la sua reazione e maledicendo la sua maledetta lingua, che aveva parlato prima di pensarci per bene.
- No, non è una cattiva idea! – si affrettò a dire il Grifondoro. – Anzi, penso che tu abbia ragione: se tanto saremmo costretti comunque ad andarci e nessuno ha una persona da portare, potremmo andarci insieme.
- Ah. – rispose laconica. Onestamente, non aveva pensato all’eventualità che Ron le rispondesse di sì, anche se avrebbe dovuto immaginarselo.
- Credo che sia una buona idea! – continuò il ragazzo, un po’ più allegro rispetto a prima. Probabilmente la prospettiva di dover essere trascinato dalla sorella alla festa con una ragazza che non aveva mai visto, non doveva essere molto allettante. – Come amici, ovvio. – si affrettò ad aggiungere, notando la reazione strana di Hermione.
La ragazza sentì un tonfo al cuore.
 
Come amici, ovvio.
 
- Allora? Cosa ne pensi, Herm?
- Sì-ì, certo. Come amici, ovvio.
 
 
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- VAI AL BALLO CON MIO FRATELLO?!
L’urlo di Ginny Weasley si propagò per tutte le mura di Hogwarts. Un tonfo sordo annunciò a Hermione che molto probabilmente la mascella della sua migliore amica aveva appena toccato il pavimento.
- Tu… - la additò, come se fosse una specie di marziano. - …Hermione, non… - borbottò la giovane Weasley, mentre la Caposcuola non capiva cosa volesse dirle. - …Non devi sentirti costretta! – esclamò infine.
- Che? – domandò la riccia.
- Oh, Hermione! – disse poi Ginny, con gli occhi lucidi, abbracciandola, mentre la suddetta Hermione si stava chiedendo se la rossa non fosse del tutto impazzita. – Lo fai per Ron, vero? Ti senti triste, perché non può andare con Megan e pur di rasserenarlo un po’ andrai al ballo con lui! – dichiarò Ginny commossa dal suo gesto. – Sei addirittura disposta a sacrificare i tuoi piedi per mio fratello! Che cara che sei, Hermione!
- Ehm…Ginny…
- Sei così buona, Herm!

Se sapesse che invece – egoisticamente – un po’ lo faccio anche per me?

Hermione preferì tenere quel pensiero per sé. Non aveva ancora trovato il coraggio di parlare con Ginny della mezza cotta/mezza attrazione/ mezza qualunquecosafosse che provava per Ron, e probabilmente non lo avrebbe mai trovato.
- Eh…sai com’è…Anch’io non avevo nessuno con cui andarci, così… - spiegò, scrollando le spalle, con lo stesso tono con cui avrebbe detto che stava bollendo un piatto di patate. Strano a dirsi, ma Ginny – forse presa dall’euforia della notizia e felice che il fratello non avesse deciso di rimanere in camera sua a deprimersi per la sera del ballo – non fece neanche caso al tono di Hermione.
 

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Nei giorni successivi Hermione e Ron apparvero più rilassati del solito: il ragazzo aveva riacquistato il solito sorriso, nonostante si rabbuiasse quando scorgeva Megan in lontananza e diventasse leggermente nervoso; mentre la Grifondoro, dopo un primo attimo d’imbarazzo e confusione, aveva preso l’invito di Ron per il ballo come una bella notizia. Era vero che l’amico l’aveva solo invitata perché la ragazza che gli piaceva lo aveva rifiutato, ma – nonostante tutto – Hermione non riusciva a non esserne contenta. Volente o nolente lei e Ron avrebbe comunque passato una bella serata e si sarebbero divertiti alla fine.
Grazie alla tranquillità e alla serenità ritrovata, la ragazza si sentiva sempre di buonumore, tanto da avere la pazienza per aiutare Ron nelle materie in cui era rimasto indietro. Hermione non si era dimenticata il loro patto: lei lo avrebbe aiutato a conquistare Megan se lui si fosse impegnato maggiormente nello studio, ma dato che le sue lezioni non aveva portato allo scopo desiderato, aveva deciso di fare qualcosa per il suo migliore amico e aiutarlo nelle materie in cui più necessitava una mano.
Per questo in quel momento, con la piuma in bocca, stava controllando i vari errori nel tema che Ron avrebbe dovuto consegnare il giorno dopo al Professor Piton, correggendoli con attenzione.
- Fa così schifo? – domandò l’amico, scorgendo vari segni rossi sulla sua pergamena.
- Sì, fa proprio schifo, Ron. – ammise la ragazza con tono melodrammatico, nascondendo un sorrisetto.
- Hei! Come osi?
Hermione ridacchiò.
- Diciamo che è…abbastanza passabile. – ironizzò, mentre un vero e proprio sorrisone lottava per spuntare dagli angoli della sua bocca.
- Abbastanza passabile? Ma se ci ho messo l’anima in quel compito!
- Ma non mi dire…Hai creato un Horcrux? Sono sicura che Piton sarà fiero di te. – non poté più impedirsi di sorridere, quando osservò la faccia indignata di Ron.
- Ho come l’impressione che tu mi stia prendendo in giro. – sentenziò Ron, parandosi di fronte a lei, esibendo un’espressione minacciosa.
- Tu dici? – chiese Hermione, strappando di mano la pergamena al ragazzo, quando aveva cercato di riprendersela. – devo finire di correggerla! – esclamò, allontanando il foglio da Ron.
- Assolutamente no! Stai denigrando il mio tema perfettamente perfetto! Lo rivoglio indietro!
- SIGNOR WEASLEY!!! – strillò la bibliotecaria, facendo capolino da dietro un grosso scaffale di libri e facendogli prendere un colpo.  – Veda di fare silenzio, o sarò costretta a mandarla fuori! Ci siamo capiti?! – sbraitò, furiosa.
- Sì-ì, signora. Mi scusi. – borbottò Ron, rosso d’imbarazzo, mentre Hermione soffocava una risata.
Il ragazzo ricevette in cambio un’altra occhiataccia, mentre Hermione al suo fianco era sul punto di scoppiare a ridere.
- Ok, ok…adesso la smetto! – promise la ragazza, tendendo teatralmente le mani in segno di pace, dopo che Ron le ebbe rivolto uno sguardo omicida. Con il viso rosso per lo sforzo di non ridere, la Grifondoro si rimise a correggere il tema dell’amico, con i riccioli che – neanche a dirlo – le svolazzavano intorno, refrattari a qualunque tipo di trattamento. Si rigirò la piuma tra le mani, correggendo alcuni errori di svista, per poi ridare una lettura completa per essere sicura di avergli sistemato per bene il tema.
Quando ebbe finito, si voltò verso il ragazzo, ma il sorriso le morì sulle labbra. Ron la guardava dritta negli occhi, cosa a cui la giovane non era assolutamente preparata. Le era spesso difficile concentrarsi quando l’amico la guardava in quel modo: quando le permetteva di annegare nei suoi occhi azzurri e le faceva scorgere tutte le cose belle che c’erano dentro di lui. Gli occhi di Ron erano sempre stati particolari: non tanti per il colore, che comunque Hermione amava particolarmente, quanto più per quello che nascondevano. Perché se qualcuno avesse provato ad andare a fondo negli occhi del giovane amico, dietro quell’azzurro accecante vi avrebbe scorto la dolcezza sconfinata e la vivacità di un bimbo saltellante.
- Ho finito. – disse Hermione, schiarendosi la voce, mentre ormai l’abituale batticuore tornava a trovarla. Ma Ron guardò a malapena di sfuggita il suo compito, continuando a fissare lei. Proprio quando ragazza era sicura che si sarebbe sciolta come un budino se avessero continuato su questa strada, Ron parlò.
- Sono contento di andare al ballo con te, Hermione.
Il cuore smise di battere, per poi riprendere più forte di prima.
- Quando…quando Megan ha rifiutato il mio invito…ero a pezzi, Herm. – le confessò, arrossendo un po’. - …ma, nonostante tutto, adesso mi sento più tranquillo. E credo di doverlo a te: mi sei stata vicina in questi giorni, quindi…grazie, sul serio. E’ bello essere tuo amico. – concluse, accarezzandole una guancia, in un gesto d’affetto.
Per la seconda volta in pochi giorni, la Grifondoro sentì un tonfo sordo proprio all’altezza del petto. Stavolta però le fece più male.

Amico.

Amico.

Amico. 

Amico.  

Amico.

Era questa l’unica parola che rimbombava nella testa di Hermione, mentre il suo corpo non poteva fare a meno di tremare per la carezza di Ron.

E’ questo il problema, Ron. Tu per me non sei solo un amico.

Non poteva più andare avanti così. Non poteva sentirsi così vulnerabile di fronte a lui, ogni maledetta volta.
- Hermione? Stai bene? – domandò preoccupato il ragazzo, mentre la scrutava attentamente. – C’è qualcosa che vorresti dirmi? – da qualche giorno a Ron sembrava che Hermione fosse sempre sul punto di dire qualcosa, ma poi – all’ultimo secondo – scuoteva la testa e non apriva bocca.
- Io…

Io mi sto innamorando di te.

E non c’era niente di sbagliato in quel pensiero. Niente d’ingiusto. Ma allora… perché? Perché sembrava tutto così difficile?
- Io… – tentò nuovamente di dire, non sapendo bene neanche lei cosa davvero volesse dirgli. Sentiva soltanto che quell’emozione così forte che stava provando premeva per uscire e lei non era più in grado di contenerla.
- Hermione, stai male? – stavolta il Grifondoro sembrava davvero preoccupato e si preoccupò ancora di più quando prendendolo il viso tra mani si rese conto che la pelle della ragazza scottava. – Forse…hai un po’ di febbre… - mormorò, insicuro.

Non è la febbre, Ron.

- Non è la febbre, Ron. – il suo pensiero venne fuori, prima che potesse avere la forza per fermarlo.
- Ah…ehm…oh…allora cos’hai?

Mi sto innamorando di te.

Di nuovo quel pensiero sembrava così giusto, così perfetto. Così forte.
Si avvicinò di più a lui, guardandolo dritto negli occhi.
- Io… - Hermione sentiva il proprio corpo tremare da capo a piedi; non aveva la minima idea di cosa le prendesse, sapeva soltanto che aveva bisogno che Ron sapesse la verità, che la stringesse, che la baciasse fino a non avere più aria, fino a soffocarla, se necessario. Sapeva solo che in quel momento non aveva il pieno possesso delle sue facoltà mentali.
Stava finalmente per mettere insieme una frase coerente, quella frase – mi sto innamorando di te – che avrebbe messo fine a un’amicizia durata sette anni o forse avrebbe creato qualcosa di ancora più bello, quando gli occhi di Ron, fissando un punto oltre la sua figura, si adombrarono e il suo sguardo perse di vivacità. Hermione odiò qualunque cosa avesse spento quella luce che in pochi secondi era scomparsa dagli occhi dell’amico. E quando si voltò – per capire cosa avesse turbato Ron – e vide Megan guardare nella loro direzione, l’odio sembrò aumentare a dismisura.
- Io…io credo che andrò, Hermione. Grazie per il tema. – il ragazzo si defilò così in fretta che la Grifondoro credette di essersi immaginata la sua presenza per tutto quel tempo. Un attimo primo Ron le teneva il viso tra le mani, un attimo dopo era sparito, lasciandola sola, nella più totale confusione e in balia di troppe emozioni intense.
Un attimo prima gli stava confessando – pazza! – che si stava innamorando di lui e un attimo dopo l’aveva lasciata lì, con il cuore a pezzi.
Fissò il punto in cui il suo migliore amico se n’era andato, e non seppe se ritenerla una fortuna, la sua fuga. Stava per…stava per…confessargli i suoi sentimenti…
 
Mi sto innamorando di te.
 
Le veniva da piangere. Le sembrava che le fosse stato strappato via qualcosa di vitale. Hermione ingoiò un groppo in gola, non sentendo più l’aria arrivare ai polmoni: non sapeva se esserne preoccupata o no; in quel momento l’aria le sembrava una cosa così priva d’importanza in confronto a quella spiacevole e dolorosa emozione che provava.
Come un automa, il proprio corpo iniziò a raccogliere gli oggetti rimasti sparsi sul tavolo della biblioteca, rendendosi conto solo in quel momento quanto le tremassero le mani.
Fu in quel momento che si accorse di una figura che era vicino a lei e le aveva raccolto una piuma che era caduta per terra. Alzò lo sguardo per ringraziare lo studente che aveva compiuto quel gesto e per poi scacciarlo in modo che non vedesse quanto fosse vulnerabile in quel momento, ma non riuscì ad aprire bocca quando vide chi era.

L’ultima che avrebbe voluto vedere in un momento simile.

 
 
 
 
 
 
 
Angolo Autrice
 
Heiiiiiii!!!!!!! :)) Ma salve lettori e lettrici! Lo so, sono in ritardo, ma sempre meglio dell’ultima volta, no? Inoltre ho una buona notizia per voi: il prossimo capitolo è quasi pronto, quindi non dovrete aspettare troppo per il futuro aggiornamento.
Bene, passiamo al commento di questo capitolo! Ron e Hermione pian piano si avvicinano sempre di più e andranno – forse – al ballo insieme. Dico forse perché non si può sapere quello che la mia mente bacata partorirà nel prossimo capitolo. Ù.ù
Inoltre…vi sfido a indovinare chi è la persona di fronte a Hermione alla fine del capitolo! Anche se forse è abbastanza ovvio…xD
Beh, poi non ho tanto altro da dire su questo capitolo, tranne che a me non piace per nulla .___. Se non fossi in un ritardo pazzesco l’avrei già cancellato.
Il prossimo però – almeno a mio parere – sarà migliore di questo. Finalmente le cose si smuoveranno e – forse – anche Ron si sveglierà ;)
Ringrazio tutti coloro che hanno messo la mia storia tra le preferite/seguite/ricordate e quelle 6 dolcissime persone che hanno recensito lo scorso capitolo: One direction2001, yoo_bro, Soly Dea, MimiRyuugu, Voglioungufo e chiara_1997.
Sappiate che le vostre recensioni me le leggo e rileggo almeno una decina di volte, perché mi fanno davvero tanto piacere!
Un abbraccio stritolatore,
 
flors99
  
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