Fanfic su artisti musicali > One Direction
Segui la storia  |       
Autore: harrehs    21/07/2013    14 recensioni
Harry Styles, ragazzo di un piccolo paesino, sedici anni, un sogno nel cassetto, tenta in tutti i modi di farsi notare dalla sorella del suo migliore amico, Allison Morris.
Lei, la ragazza che gli spezzò il cuore.
Quasi tre anni dopo, quando Harry è ormai una superstar internazionale ed è convinto di aver dimenticato il suo amore del liceo, un imprevisto li farà incontrare di nuovo.
Harry si ricorderà di avere con lei un conto in sospeso.
***
Appoggiò i palmi delle mani ai lati della mia testa, e piegò i gomiti in modo da avvicinarsi ancora di più.
La sua bocca sfiorò maliziosamente il lobo del mio orecchio, mentre i ricci ricadevano ormai sulla mia guancia, pungenti ed eccitanti al tempo stesso.
- Sai, mi fa impazzire...- mi soffiò sul collo, per poi poggiarci sopra le labbra.
Ci lasciò un bacio umido, che sembrò durare un'eternità.
Passò poi dall'altro lato.
- ... L'effetto che ora ho su di te.- finì,  ridendo lievemente. Era soddisfatto.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Louis Tomlinson, Niall Horan, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A





9. Nothing's fine



Well you couldn't be that man I adored
you don't seem to know - or seem to care what your heart's for
I don't know him anymore
there's nothing where he used to lie
my conversation has run dry
that's what's goin' on
nothing's fine
I'm
torn.

-Natalie Imbruglia, Torn

 



Allison's pov.

Avvolta nelle calde coperte del letto, cercavo di ignorare la luce del mattino che filtrava dalla finestra. Quella precedente era stata davvero una giornata movimentata.
Diedi uno sguardo alla sveglia sul comodino.
Le sei e mezza.
Era il momento di alzarsi, altrimenti avrei fatto tardi all'università.
Alzandomi, notai che il letto di Amy era vuoto; ma dov'era? Ieri sera non era tornata.
Accesi il cellulare e le lasciai un messaggio, preoccupata.
La sera prima lei era andata via con gli altri ragazzi, mentre io avevo avuto quel piccolo inconveniente con Harry.
Poi, uscendo, avevo pagato un taxi ed ero tornata a casa.
Ma di lei non c'era traccia.
Mi tolsi velocemente il pigiama, e solo in biancheria intima andai in cucina, per fare colazione. Sapevo che Adam era al lavoro, quindi non mi preoccupavo che qualcuno potesse vedermi così.
Logan inoltre, aveva rivelato senza problemi la sua omosessualità, dunque non mi coprii quando lo notai seduto al tavolo a ingurgitare la sua colazione.
-Buongiorno, sai nulla di Amy?- mi chiese subito. Era un tipo molto protettivo.
Scossi la testa, mentre mi preparavo un toast. Sospirò.
-Allora, programmi per oggi?- mi domandò, mentre ancora dovevo riprendermi dal mondo dei sogni. Pensavo alla sera precedente. E a quello che avevo provato.
Ai brividi.
Alle farfalle nello stomaco.
Alle scintille.
-Harry...- sussurrai sovrappensiero, sorridendo da ebete.
-Chi?-
-Cosa?- chiesi subito sulla difensiva, riprendendomi.
Scoppiò a ridere.
-Chi è Harry?- mi stuzzicò.
Boccheggiai. E ora?
-Nessuno...Solo...Un compagno con cui studio.- improvvisai. -Andiamo tutti a casa sua, dopo le lezioni di stamattina.- continuai, cercando di convincerlo.
Scrollò le spalle, e tirai un respiro di sollievo.
-Lavori stasera?- domandò poi. Annuii, e poi annunciai che dovevo correre a vestirmi, altrimenti avrei fatto tardi.
Diedi un'altra occhiata al display del cellulare: niente.
Ma in realtà, non stavo davvero aspettando una risposta da Amy.
Non da lei.
Mi stavo facendo già dei programmi in testa, vagavo con la fantasia.
Harry.
Ma niente.
Sospirai amareggiata e, una volta finito di prepararmi, mi diressi verso l'università.

Le ore in quel corso non passavano davvero mai. Quattro lunghe, infinite ore. Uscita di lì, riaccesi il telefono, che avevo spento per la lezione.
Notai, anche da un leggero languorino, che era mezzogiorno. Dovevo mangiare qualcosa.
Di Amy non c'era ancora nessuna traccia e cercai di pensare positivo. Decisi di tornare a casa a mangiare qualcosa, e poi, se ancora non ci sarebbe stata nessuna risposta, l'avrei chiamata.
Quand'ero a metà strada, improvvisamente, il telefono squillò, e mi precipitai a rispondere, senza neppure controllare il nome sul display.
-Pronto?- ansimai preoccupata.
Silenzio.
-Pronto?- insistetti.
-Ciao Allison.- rispose timidamente una voce.
Mi mancò il fiato. Ci misi un attimo a riconoscere quella voce. Gli occhi si inumidirono, e neppure una parola riusciva ad uscire dalla mia bocca.
-Senti, lo so che non avrei dovuto chiamare ma...- continuò, e già lo immaginavo a grattarsi nervosamente la nuca e a mordersi con insistenza il labbro inferiore. -Mi manchi.- disse poi sospirando.
Gemetti.
-Allie?- chiese, per assicurarsi che io fossi ancora lì.
Deglutii e mi feci coraggio.
-No, non avresti dovuto.- risposi soltanto.
Seguì un breve silenzio.
-E' così bello sentire la tua voce, Allie.- ammise, e lo sentii sorridere, perché ormai lo conoscevo così bene. Eravamo stati insieme per quasi tre anni. Quasi tre anni.
-Che cosa vuoi Will?- sbottai all'improvviso, furiosa. Perché aveva richiamato? Perché lo aveva fatto proprio ora che cominciavo a sentirmi felice? Perché?
-Te, Allison. O almeno ci sto provando.-
Non aveva mai avuto problemi ad essere schietto e sincero. A volte era addirittura brutale. Sapeva come lasciarmi senza respiro, e sapeva anche come farmi sorridere.
Perché in quel momento infatti, nonostante l'arrabbiatura e l'ira dentro di me nei suoi confronti, io sorrisi.
Sorrisi, senza neppure accorgermene.
Poi, mi ricordai ciò che aveva fatto.
-Mi hai tradita, Will. E poi te ne sei andato. Mi hai abbandonata nel momento in cui avevo più bisogno di te. E ora mi richiami, e mi dici che ti manco? Cosa vuoi che ti dica?-
Silenzio, ancora.
-Sono uno stupido.- sentii sussurrare. Poi il telefono cominciò a squillare. Aveva attaccato.
Tipico di lui, scappare.
Rimasi con il telefono incollato all'orecchio, immobile e scandalizzata, per qualche minuto.
Poi mi ripresi, ma ormai ero intontita.
Continuai a camminare verso casa, ma non riuscivo a pensare ad altro, oltre alla voce di Will che nella mia testa si ripeteva all'infinito, sussurrando quelle due semplici parole: ''mi manchi''.
Mi manchi anche tu. Questo avrei voluto dirgli. Ma non potevo.
Will era la mia ancora, era la persona da cui correvo per sfogarmi, per essere me stessa. Ma lui ora non era più con me.
Tornai a casa, affamata.
Con mia sorpresa, trovai Amy ai fornelli.
-Dove sei stata?- le domandai immediatamente, senza ancora aver smaltito l'arrabbiatura.
Si voltò verso di me, raggiante.
-Ecco... Ieri sera i ragazzi mi hanno invitata a stare da loro e così..- mi spiegò, per poi terminare la frase con una risata.
Scossi la testa; almeno una di noi due ora era felice.
-E com'è andata?- le chiesi, cercando di distrarmi.
Scrollò le spalle.
-Niente di che, siamo stati a casa di Zayn, abbiamo cucinato, dormito e...- raccontava come se fosse stata una favola, con un certo brilluccichio negli occhi. Lo riconobbi subito, e provai tenerezza. Tanta. Ma anche dispiacere, per lei.
-Per chi di loro hai una cotta?- la stuzzicai. Si coprì il volto con le mani, colpevole.
Bene: non ne bastava solo una di noi cotta di una celebrità, ora eravamo due.
Un attimo: perché ho detto di essere cotta?
Si scoprì il viso e mi fissò emozionata con due dolci occhi verdi, mentre si torturava il labbro inferiore.
Scoppiai a ridere.
-Non fare finta di niente tu. Io sarò pure cotta di qualcuno, ma tu e Harry siete spariti tutta la sera.- svagò.
Harry: era sparito anche lui.
Ma dopotutto erano passate poco più di dodici ore, quindi non era un problema che ancora non si fosse fatto sentire.
Guardai il pavimento, amareggiata.
 -Oggi mi ha richiamata Will.- ammisi. La sua espressione si spense di botto. Divenne furiosa. Con lui.
-E che voleva?- chiese.
In quel momento, improvvisamente, mi sembrò palese e ovvio il motivo della sua chiamata. Ero stata così occupata dalla mia rabbia, che non mi ero neppure presa un attimo per pensare.
Io conoscevo Will più di chiunque altro. Sapevo il perché di ogni suo gesto. E capii anche quella volta.
Sospirai.
-Voleva sapere se lui mi mancava sì o no.- rivelai.
-E insomma?-
La guardai, colpevole.
-E ora sa che mi manca da morire.- finii.
Di certo lo aveva capito. Perché come io conoscevo lui, lui conosceva me.


Quella sera andai al lavoro, convinta che i problemi di quella straziante giornata fossero terminati. Invece, ce n'era ancora uno. Bradley.
A quanto pare, la sera prima, il biondo era venuto a prendermi a casa, alle otto, all'ora in cui avevamo appuntamento. Nel frattempo però io ero bloccata in una stanza con Harry Styles.
Ragazzo che ancora non si era fatto sentire.
Arrivata al lavoro vidi il biondo, lo salutai, per avere di risposta un'occhiataccia fulminante. E in quel momento, passate già un paio d'ore, mentre pulivo il bancone del pub, Bradley mi fissava deluso, braccia incrociate e mascella serrata.
Mi dispiaceva, ma non potevo di certo dirgli che non ero potuta venire all'appuntamento perché ero con una celebrità.
E dato che non avevo molta voglia di pensare ad una scusa plausibile, avevo optato per ignorarlo completamente.
Ma quando cominciò a tossicchiare e a sussurrare imprecazioni nei miei confronti, scoppiai.
-Mi dispiace, okay?- sbottai. Che poi, tra noi due, ad avere torto in quel momento, ero proprio io.
Avrei sicuramente dovuto riservargli un atteggiamento più dolce e gentile, servizievole, per scusarmi.
Invece gli avevo urlato in faccia, maleducatamente.
Si voltò e tornò al lavoro, così come feci io.
Avrei voluto richiamarlo, dirgli che mi dispiaceva seriamente, scusarmi per davvero. Invece lo lasciai andare, perché in quel momento non mi importava più essere carina con tutti.
Non mi importava più di niente, dato che era come se il mio cervello si fosse spento.


Passò un giorno. E poi un altro. E poi una settimana. Una settimana in cui mi sembrò di essere isolata dal mondo.
In realtà, lo ero davvero.
Tranne qualche rara chiamata da parte della mia famiglia, nessuno mi aveva più cercata.
Né Bradley, né Will e neppure Harry.
Harry era totalmente sparito.
Io non chiamavo lui e lui non chiamava me. Come due perfetti estranei.
L'entusiasmo iniziale sparì velocemente, e cominciai ad essere stufa di non avere più nessuna  novità nella mia vita.  
Un martedì pomeriggio, dopo l'università, decisi di tagliare la testa al toro, e di farmi avanti.
Uscii per le strade della capitale, coperta per bene. Febbraio si stava avvicinando, e la neve scendeva come non mai. Facendomi strada fra i fiocchi bianchi mi dirigevo verso l'edificio in cui io e Harry ci eravamo visti l'ultima volta.
Speravo con tutta me stessa che i ragazzi stessero ancora provando giornalmente in quel posto.
Arrivai al palazzo, e una fitta mi colpì lo stomaco. Ormai quel posto significava qualcosa per me.
Una guardia all'entrata. La stessa guardia.
-Ehm... Salve io... Non so se mi riconosce ma...- cominciai.
L'uomo mi squadrò per bene. Poi mi fece cenno di aspettare e sparì. Attesi circa cinque minuti, poi tornò e mi diede il via libera.
Mi feci largo tra i corridoi come l'ultima volta, fino a raggiungere la sala prove, chiusa. Bussai.
-E' aperto.- affermò una voce, e riconobbi Louis. Aprii.
Staff, vocal coach, e altre persone del settore non fecero caso alla mia entrata. Cercai con lo sguardo: Niall, Louis, Liam e Zayn. C'erano tutti, ma dov'era Harry? Pensai che fosse stato un viaggio a vuoto.
I quattro ragazzi vennero verso di me.
-Allie, è sempre un piacere vederti.- mi salutò Liam, cortese. Gli sorrisi.
-Come mai qui?- mi chiese Louis curioso. Che dire?
Mi guardai intorno, scrollando le spalle.
-Un... Saluto.- improvvisai.
-Be', grandioso.- commentò Niall, ma c'era freddezza. Imbarazzo. Come se stessero cercando di nascondermi qualcosa.
-Stavamo... Provando proprio ora...- disse qualcosa Zayn, tanto per interrompere il silenzio. Presi la palla al balzo.
- Ma siete solo quattro, dov'è Harry?- domandai, più che curiosa. I quattro si rivolsero uno sguardo imbarazzato. Poi, solo per un attimo, Louis spostò lo sguardo su una porta: la porta del bagno, dove avevo nascosto Harry l'ultima volta.
Ecco allora cosa volevano nascondermi.
-Non è potuto venire.- affermò schietto Louis.
Interpretai quella frase come un ''Non può uscire dal bagno per vederti''.
-Capisco...- commentai amareggiata. -Bene io... Vado.- finii.
-Ci ha fatto piacere vederti.- cercò di rimediare Zayn.
Mi stavo sgretolando pian piano. Dove avevo sbagliato?
-Senti Allie- cominciò Niall. -Domani sera c'è la festa per l'inaugurazione dello studio di registrazione... Noi saremo lì, vieni?- chiese sorridente. Poi si portò la mano alla bocca, come se avesse sbagliato. Gli altri tre lo guardarono furiosi. Cominciò a boccheggiare, ma ormai aveva già  sputato il rospo.
A quanto pare io non sarei dovuta essere a quella festa.
Ecco perché accettai.
-Certo, dove?- domandai sorridendo.
Finsero entusiasmo.
-Be', qui, al piano di sopra.- rispose Liam. Poi si accese qualcosa nel suo sguardo. -Porta chi vuoi.- aggiunse. Voleva che portassi Amy. Allora era per lui che la mia coinquilina aveva una cotta. Sorrisi e mi voltai. Ma stavo impazzendo.
Così tanto, che senza neanche accorgermene sputai tutto.
-Ragazzi, dov'è Harry? Dobbiamo parlare.- chiesi seriamente. Si guardarono ancora, sempre imbarazzati.
Fu Louis a parlare, che a quanto sembrava, ne sapeva più degli altri.
-Allie,- cominciò, cercando di avere tatto. Capii che ciò che stava per dirmi non sarebbe stato piacevole. -Harry non ha voglia di vederti. Non è per te ma... Ce lo ha fatto capire, ecco.- finì, e il suo sguardo si spostò di nuovo sulla porta del bagno.
Scossi la testa delusa. Incredula.
Ma cosa mi ero immaginata? Che lui potesse essere diverso? Che per lui potessi contare davvero qualcosa?
-Non fa niente, Louis.- dissi, ma non era così. -Quando uscirà dal bagno ditegli che sono passata. E che non passerò mai più.- dissi alla fine, e scappai via, chiudendomi dietro la porta. Poi respirai a fondo, e passo dopo passo andai avanti per quel corridoio desolato. Era una delusione dopo l'altra, quando mai avrei toccato il fondo?
Continuavo a camminare, a pensare, che quasi non mi accorsi che qualcuno urlava il mio nome, e correva verso di me. Mi voltai; Harry veniva verso di me.
Era quasi irriconoscibile, ormai, ai miei occhi.
Ora per me era di nuovo la superstar, quello del primo giorno in cui lo avevo rivisto. Qual ragazzo superbo, che poteva avere tutto. Tutto, persino me.
-Allie, ti prego, ferma.- implorò riprendendo fiato, piegato su se stesso, tenendosi la mano su un fianco.
Sbuffai.
Poi alzò lo sguardo verso di me.
-Mi dispiace, davvero. Hai ragione, sono uno stupido, come al solito. Dovevamo parlarne. Parliamone.- cercò di rimediare.
-Ora non ho tempo per te.- lo snobbai.
Si riprese e mi guardò serio. Davvero dispiaciuto.
-Avrei dovuto chiamare, lo so. Farmi vivo almeno.-
-Non ce ne è stato bisogno. Ho chiaro ciò che pensi.-
-No, Allie. Non sai ciò che penso e ciò che voglio, se mi lasciassi parlare sapresti che io ti...-
-Che tu cosa? Che tu stai scappando?- lo interruppi furiosa. Scatenando la mia rabbia su di lui. Per tutto. -Tutti scappate. Tu scappi. Will scappa. Sei come lui, Harry.- dissi con rancore.
Si bloccò. Scosse la testa velocemente, come se essere paragonato a Will fosse un affronto, un'offesa.
-No.- disse convinto.
-Io me ne vado.- annunciai. Non volevo andarmene davvero, ma stavo per scoppiare a piangere.
-Allie, ti prego, fammi parlare...- mi supplicò. Scossi la testa, non ammettendo obiezioni.
Mi voltai e andai via.
Lasciandomi Harry alle spalle. Lasciandomi tutto alle spalle, tranne il dolore.


Quella sera lavoravo ancora, e la situazione con Bradley era sempre la stessa. Decisi di dare una svolta, stufa. Così, mentre stavamo per chiudere e mettevamo a posto, mi scusai ancora, ma stavolta seriamente.
-Mi dispiace Bradley.- dissi tutto ad un tratto, catturando la sua attenzione. -Per ogni cosa. E' un periodaccio, ma non è una scusa.-
Sorrise.
-Potevi dirmelo se non volevi uscire con me.- disse.
Scrollai le spalle.
-Non è questo ma... Dovevo essere sincera con te. Non ti biasimo se non vorrai più parlarmi..-
-Ti va di rimediare?-
-Cosa?- chiesi stupita dalla sua domanda.
-Nel senso... Ti va se ci riproviamo?- domandò ancora.
Perché insisteva tanto? Forse di Bradley potevo fidarmi.
Annuii. Poi mi venne un'idea.
-Domani sera c'è una festa, vieni con me?- chiesi.
-Ci sarà da bere?- domandò scherzosamente, e scoppiai a ridere.
-Quanto ne vorrai.- stetti al gioco.
-Ci sto.- rispose.

Presi un taxi e mi avviai verso casa. Ci misi un po' ad addormentarmi quel giorno. I pensieri si affollavano dentro di me. Bradley... Will... Harry.
Li sognai tutti e tre.
La mattina dopo però, trovai a casa una sorpresa che mi fece dimenticare di tutto.



***
Ciao bella gente.

Okay, ennesimo ritardo.
Scusatemi.
Non faccio altro che chiedere scusa.
Le recensioni stanno diminuendo di molto
e anche le visite ai capitoli.
So che è colpa mia che non aggiorno più come una volta.
Ma se la storia non vi piace più,
davvero,
non fate vi fate scrupoli a dirmelo.
La interrompo.

Ora passiamo alla storia...
Allison e Harry non andranno mai d'accordo, si è visto.
Lui le stava per dire una cosa, ma lei lo ha interrotto.
Liam e Amy, awww *-*
Bradley io lo trovo adorabile.
E poi c'è Will.
Quale sarà la sorpresa che ha trovato Allison?

Nel prossimo capitolo ci sarà la festa...
Preparatevi a un capitolo confusionario AHHAHAHAHA
Proverò ad aggiornare presto
LO GIURO.

Fra poco pubblicherò la nuova storia,
se volete saperne di più,
CONTATTATEMI.
Twitter:
@xsmilecmon
Ask: http://ask.fm/shelovesya

XXX
harrehs


 

  
Leggi le 14 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: harrehs