Fanfic su artisti musicali > One Direction
Segui la storia  |       
Autore: xswaghair_    22/07/2013    1 recensioni
Pronta a lavorare, Emma ritorna a Londra e rivive tutto quello che aveva visto qualche anno prima insieme alla sua famiglia. I primi mesi di lavoro non sono dei migliori, è naturale per una giovane giornalista in apprendistato. Fa già parte una redazione e il lavoro si complica: poco tempo per tante cose. Si allontana dalla famiglia, dal fidanzato, dai vecchi amici ma dai libri, ciò che le hanno insegnato a sognare, no. Fra la confusione nei sotterranei londinesi, però, comincia a ricordare. Cosa? ''Ero piccola, una ragazza appena uscita dalle medie mano nella mano con mamma e papà, proprio qui davanti questa parete. Ricordo che la fissavo felice, ma non riesco ad andare oltre...''. Ne sono passati tanti di giorni per riuscire a ricordare. Lì c'era una pubblicità, una volta. ''I miei idoli, i miei cinque ragazzi: i One Direction'' tutte incertezze che svaniscono dopo un ''vai ad intervistare questi due ragazzi, degli altri tre non ne ho notizie. Questi oggi sono ospiti nella...'' erano ospiti da Alan Carr, perché due su cinque? ''Non puoi entrare negli studi. Solo alla fine dello spettacolo...'' ripeteva il capo parlando di coloro che non si dimenticano con il cuore. Ma poi...
Genere: Mistero, Romantico, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A



MEMORIES
Fourty-third chapter.


Era un po’ come sapere che stavo andando contro vento, che poi ci sarebbe stata una soffiata più forte ed allora sì che non avrei più trovato la forza di rialzarmi dalla fossa in cui, Zayn Malik aveva confermato, ero caduta.

Ma finché avevo la forza, dovevo andare avanti.

« Ciao, mamma. » l’avevo chiamata, e cosa che più al mondo mi lasciò perplessa, fu che io riuscii a chiamarla “mamma”.

« Oh, Emma, ciao, come va? Ho sentito di... »

« Roberto? Beh, sì. »

Era davvero tutto cominciato da capo? Io non ero più sua figlia? Il suo punto di riferimento, quello centrale, era Roberto?

« Volevo chiedertelo da tanto tempo, ma prima vorrei scusarmi per Natale, sono stata poco educata; » continuai « sai, sono mesi che torturo i miei ricordi, la mia mente, forse per trovare una soluzione, ma... » non le avrei chiesto di Emelin, quello mai « puoi dirmi qualcosa sulla mia vera madre, quella biologica? ».

Tacque per qualche secondo.

Se mi fossi fermata a “la mia vera madre”, mi avrebbe detto che era lei, perché mi aveva cresciuta, ma continuai con “biologica” e quindi in qualche modo mi rispose, anche se quattro parole non mi bastarono.

« Chiedi a tuo padre. » la sentii sospirare.

Come?

Tu non sai nulla?

« Ma... »

« Emma, deve essere lui a parlartene, lui sa più di me. Avevi quasi un anno quando... » adesso le quattro parole si erano duplicate, triplicate, erano aumentate.

« Quando? » domandai.

« Quando decidemmo di formare una famiglia. »

Mancava qualcosa.

Un tassello di puzzle che poteva rendere quella conversazione più convincente, reale.

« Ed in che senso ne sa più di te, se mi avete entrambi adottata? »

« Nel senso che... »

« Che? » la incitai.

Stette zitta, sentivo che non ce la faceva, un peso troppo grosso da levare da dosso tutto insieme e sarebbe stato difficile ritornare ‘vuota’, senza quell’ingombro.

« E’ tuo padre, quello biologico. Avremmo dovuto dirti anche questo. E’ una storia lunga, non ne volevo far parte io, ma era amore il nostro e continua ad esserlo. Non potevo avere figli, ma non è questo il punto, avremmo pur sempre adottato qualche bambino, e tuo padre, all’inizio, era un po’ incredulo sulla relazione. Non voleva dirmi di te... o meglio, di voi. Tua sorella era stata adottata e cercava disperatamente qualche coppia che adottasse anche te. Io l’ho convinto dicendogli che non doveva, che ti avremmo tenuta e che doveva trovare tua sorella. Era in preda alla disperazione, voleva che qualcuno vi addottaste perché non sapeva come riuscire a stare con voi, non aveva il tempo di crescervi da solo, e quando cercò la donna a cui aveva affidato tua sorella... »

Ero pietrificata.

E forse lo era anche lei dato che si bloccò tutto di un tratto, singhiozzando.

Non era quella la risposta che cercavo.

Io volevo sapere che fine avesse fatto mia madre e lei tirò fuori un altro argomento?

Che il mio padre biologico lo avevo sempre avuto accanto e che voleva farmi adottare?

Questo era quel che mi aveva detto?

« … non c’era più. Gli dissero che era scappata dall’Italia, che se n’era andata per sempre perché non voleva più avere a che fare con questo paese. »

« M-ma mia m-mamma? L-lei l’hai c-conosciuta? » tremavo, balbettavo, ero confusa.

« No. Tua mamma non si è fatta più sentire dopo il parto, stando a quel che dice tuo padre. Io avevo cominciato a pensare che fosse stata lei a prendere tua sorella, ma tuo padre sostiene ancora che l’ha data in affidamento. Solo che né di tua sorella, né della tua madre biologica, né di quella adottiva di Francesca, abbiamo avuto notizie finché... »

Era ritornata seria, sembrava più calma, anche più libera.

« Francesca? » Si chiamava Emelin, anche se tutti la chiamavano Amy, avrei detto.

« Tua sorella, tuo padre voleva chiamarla così. Stavo dicendo... finché un giorno non ci arrivò una chiamata. Erano stranieri, non si capì molto. Ci dissero che trovarono dei documenti che contenevano delle informazioni su tuo padre, tra cui il numero di telefono, l’indirizzo ed altro, e ci dissero se conoscevano una ragazza sui quattordici anni » lì mi sentii morire sul serio, ma non era certo quel che pensavo, no, non lo era « bruna, chiara di carnagione, altina... quel giorno ti osservai tutto il tempo. Sapevo cosa stava succedendo, o meglio... era già successo. Tuo padre, appena ebbe la conferma, cercò di mantenere la calma, ma di notte piangeva come un matto disperato. Cercavo di tranquillizzarlo, ma perdere una figlia così? Una figlia, che tra l’altro, si era suicidata affogando nell’acqua di un lago? Alla fine decidemmo che quell’estate dovevamo andare a respirare l’aria del luogo in cui era morta: Londra. Non si chiamava Francesca, ma Amy, se non sbaglio. Vedemmo il suo viso stampato su ogni rivista, come se fosse divenuta lo scandalo di tutta l’Inghilterra e la gente, nella metro, fissava te che eri identica. Cosa cambiava? Che tu mettevi solo un filo di trucco, lei si era spacciata per una diciottenne vestendosi anche con abiti versace. Era una di quelle ragazze stra-ricche e montate. Allora parlavano che aveva una relazione con un cantante, ma tuo padre non ci crede. O forse, non vuole crederci. E poi c’eri tu che ne eri innamorata pazza di quella band e che rompevi le scatole ogni cinque secondi quando vedevi qualche cartellone pubblicitario con quei cinque ragazzi, tra cui quello. Quello con cui si pensa avesse avuto una relazione Francesca. Quindi mi venne la paura che tu continuassi ad amare quella band, che mettessi in rilievo quel ragazzo bruno rispetto agli altri, e così quando mi parlasti per la prima volta di Roberto avevo capito che forse tutte le mie lamentele su quella band ed il resto fossero servite a farti capire che bisogna tenere ben salda la testa sulle spalle. Finalmente io e tuo padre potevamo avere i nostri anni di relax e tu crescevi come una normale ragazzina. Poi ti venne la geniale idea di andare a Londra, di nuovo, però questa volta per lavorare e studiare. » concluse ironicamente.

Era necessario essere ironici?

A me era morta una sorella, avevo una madre scomparsa ed era importante che io non mi innamorassi di uno appartenente ad una band? Per non finire come mia sorella?

E lei che ne sapeva di Amy? Che ne sapeva se non era sul serio innamorata di Zayn?

Che ne sa se non lo sono anche io, tuttora?

Ora capivo il suo nervosismo, quando vidi quel pezzo di carta nel sotterraneo dell’Underground a Londra.

Ora, però, sapevo qualcosa in più: mia sorella aveva fatto finta di essere una maggiorenne, era morta a quattordici anni e tutto quanto il mio passato era fortemente legato a lei, nonostante non l’avessi mai conosciuta.

Concludemmo la chiamata sconvolte. Sia io che mia madre adottiva.

Lei si era liberata di un peso, ma mi aveva detto che mi amava davvero e che non farebbe più nessuno sbaglio.

Ma ormai sia io, sia mio padre, che lei avevamo sbagliato.


Adesso sentivo le parole di Zayn che mi rimbombavano più frequentemente in testa.

Lo immaginavo preso dalla rabbia che aveva accumulato in tutti quei mesi.

Lo immaginavo mentre teneva forte il telefono.

Lo immaginavo che cercava di tenere i piedi ben saldi al suolo per non cadere per terra e spaccare tutto, tutto quello che io non ero arrivata a rompere in tempo. Tutto quello che era rimasto di noi.

Lo immaginavo furioso, come non mai, e forse, quando aveva messo da parte il telefono, una lacrima era scesa anche a lui, e gli aveva rigato la guancia, percorrendo il suo alto zigomo e arrivando all’estremità del mento, dove si sarebbe buttata e da lì sarebbe scomparsa per sempre, come Emelin.

Come Emelin”, sempre come lei.

Lei che non aveva fatto nulla per me, anzi, una cosa sì: peggiorarmi la vita.

Ed io? Ed io che cercavo sempre qualcosa da scoprire, qualcosa di nuovo, qualcosa di interessante.

Ma rimanevo più ferita che mai.

Più ferita nel sapere che era meglio rimanere chiusa in quella bolla di sapone, non farla scoppiare una ed un’altra volta ancora.

Ma una cosa mi fece rimanere perplessa: “Quello con cui si pensa avesse avuto una relazione Francesca”.

Non capivo. Non era certo?

Liam mi aveva fatto capire che loro avevano una relazione seria e tutti quei ritratti... beh, erano un po’ una conferma.

Perché quel “con cui si pensa”? Perché?


Non ci volle molto a capirlo, e non era nulla di serio.

Era solo il tipico punto interrogativo che aveva posto mio padre a quell’evento.

Era lui a non crederci, solo lui, e quindi lei aveva usato quella frase come per citare lui in tutto quel discorso.

Però, adesso che sapevo tutto su mia sorella, mi rimanevano tre punti da chiarire:

1. perché mio padre non me ne aveva parlato prima;

2. che fine avesse fatto la mia mamma biologica;

3. come aveva passato Zayn gli anni prima di me, e soprattutto quelli con Amy.

DOPO QUASI UNA SETTIMANA, MA ECCOMI! VOLEVO SCUSARMI PER IL CAPITOLO UN PO' PIU' CORTO DEL SOLITO, MA QUESTO ERA BASATO SU UN LUNGO DISCORSO E SPERO CHE SIA RIUSCITA A CHIARIRE GRAN PARTE DELLA SITUAZIONE, IL RESTO POTRA' DIRCERLO IL CARO ZAYNUCCIO, EH?
IN QUANTO A VOI, SCUSATE SE ANCORA NON SONO PASSATA NELLE VOSTRE FF,  NE HO UN BOTTO DA RECENSIRE E MOLTE VOLTE LEGGO MA NON LO FACCIO! STASERA MI METTO D'IMPEGNO ANCHE SU QUESTO!!
FATEMI SAPERE COME VI SEMBRA, PER FAVORE! 
GRAZIE NUOVAMENTE A CHIUNQUE LEGGESSE QUESTA FF E A TUTTI COLORO CHE LA METTONO FRA LE RICORDATE/SEGUITE/PREFERITE ED A mitchie Justice CHE CONTINUA A LEGGERE QUESTA STORIA E LA RECENSISCE!
SPERO DI AVERLO SCRITTO BENE E COME HO CHIESTO PRECEDENTEMENTE POTRESTE FARMI IL PIACERE DI COMMENTARE E SCRIVERE SE HO FATTO EVENTUALI ERRORI DI BATTITURA, SE VORRESTE SAPERE QUALCHE ANTICIPAZIONE COMPLESSIVA DEI FUTURI CAPITOLI POTETE RINTRACCIARMI QUI FACENDOMI QUALCHE DOMANDA --> http://ask.fm/xzaynsmoustache , NON SONO PRONTA A RISPONDERE A TUTTE QUELLE CHE PROBABILMENTE MI FARETE RIGUARDANTI IL TESTO, PERCHE' SINCERAMENTE NON HO GIA' PRONTI TUTTI GLI ARGOMENTI DA TRATTARE ANCHE NEI PROSSIMI CAPITOLI, TIRO TUTTO FUORI IN MODO SPONTANEO E MOMENTANEO QUINDI ADESSO NON SO COSA POTREI SCRIVERE NEGLI ALTRI CAPITOLI, lol. 
SPERO VI SIA PIACIUTO E VI RINGRAZIO IN ANTICIPO PER AVER LETTO CIO' CHE RIGUARDA DUE MIEI GRANDI SOGNI. GRAZIE, DI NUOVO
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: xswaghair_