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Autore: a cello song    22/07/2013    6 recensioni
« Hey, Malfoy, ci credi nell’amore a prima vista? »
Colpo di fulmine. Rose Weasley non sapeva neanche quasi cosa significasse, questa espressione, prima di caderne vittima. Lui era uno sconosciuto; non conosceva il suo nome né la sua Casa, prima di quel primo settembre.
Colpo di fulmine. Scorpius Malfoy non ci credeva, come non credeva nell'anima gemella; non esisteva il destino, ciò che volevi dovevi creartelo con le tue mani. O con quelle di qualcun altro.
Amicizia. Chloe Ryan conosceva bene Liam Nott, suo amico d'infanzia, o almeno così credeva. Da quel primo settembre, cominciò a dubitarne.
Amicizia. Alex Lloyd odiava sua sorella Allen; ma ancor di più odiava la sua migliore amica Sarah Calvinson.
Stelle. Orion Aldebaran era il nuovo insegnante di Divinazione, e amava prevedere il futuro guardando le stelle.
Stelle. Adhara Sullivan era l'insegnante di Astronomia, e amava la sua materia quanto odiava la Divinazione.
"Ma all’amore non scappò nessuno di loro."
Genere: Comico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albus Severus Potter, Altro personaggio, Lily Luna Potter, Rose Weasley, Scorpius Malfoy | Coppie: Rose/Scorpius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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hey the 13th




Grazie a VexDominil, Nipotina, Miri Weasley, BurningIce, Coccinella Allegra, Flaqui, OneDirection2001  :')


Di questi tempi noto spesso
quanto le mie scelte vadan dritte, ma all'inverso
non è il gusto dell'opposto
 non è anarchismo
ho semplicemente scelto di essere me stesso!

(The Sun, Outsider)






    Le vacanze di Natale erano prossime, ma la mole di lavoro non diminuiva affatto ad Hogwarts. Si poteva annusare il profumo delle feste in ogni angolo del Castello, nel più buio e irraggiungibile anfratto dei sotterranei si sentiva quell’inconfondibile odore di relax, mattinate trascorse in casa sotto le coperte e, soprattutto, distanza da Hogwarts. Ciononostante la maggior parte degli studenti, consapevoli della fine di quella parte dell’anno, era china su pergamene di compiti e gli stessi professori si trovavano spesso confinati nell’ufficio della preside in assemblea, dopo estenuanti ore di lezione.
    In quel momento i professori erano tutti riuniti attorno allo stesso tavolo, ma non per discutere di questioni scolastiche: si stavano godendo a pranzo le ultime ore di libertà prima delle lezioni pomeridiane e un’altra inevitabile assemblea.
Orion e Neville arrivarono, l’uno proveniente dalla Torre e l’altro dalle Serre, quando i piatti erano già in tavola e tutti stavano mangiando. Con respiro corto si sedettero come al solito l’uno accanto all’altro.
    «Che fai, non mangi?» Domandò Neville al compagno, che stava fissando il piatto con uno strano sguardo.
    «Come mai sei arrivato in ritardo, Neville?» Replicò Orion sviando la domanda.
  L’insegnante di Erbologia rimase sorpreso. Non era raro che arrivasse in ritardo, soprattutto per pranzo: spesso si ritrovava a dover predisporre in anticipo le piante che avrebbe usato nella lezione pomeridiana successiva, o rimettere tutto in ordine. Per di più, le serre non erano proprio dietro l’angolo. «Tu piuttosto, perché sei arrivato in ritardo?» Aggiunse alla sua spiegazione.
    «Ho avuto qualche problema in classe» Rispose evasivo, rimescolando ciò che aveva nel piatto e finalmente prendendo qualcosa da mangiare.
    «Va tutto bene, amico? »
    Orion si voltò verso Neville, in modo che, essendo questi l’ultimo della tavolata, nessun altro potesse vedere né sentire ciò che stava per dire. «Oh, sì. Ma c’è qualcuno che crede di avermi spaventato disegnando col mio cibo dei caratteri sfavorevoli, nemmeno fossero i fondi del tè. Dunque lasciamogli pure credere che io non sappia riconoscere uno scherzo dalla vera divinazione, no?»
    «Questo è un colpo basso. Non dovresti lasciare che ti prenda in giro così, chiunque sia l’artefice di questo.»
    «Oh, no. Sarà divertente. Guarda Adhara come se la ride con Jefferson. Sarà divertente.» Ripeté, mangiando ancora.
    «Non sarai mica geloso?» La buttò lì Neville, con apparente indifferenza.
    «Io? Di Jefferson? E perché? Ma per favore!»
    «È un po’ che non vi parlate, in effetti, voi due – tu e Adhara, intendo. E ora lei ha cambiato posto a tavola, siede vicino a qualcun altro... Non mi dirai che è successo qualcosa?»
    Effettivamente si erano parlati raramente da quella mattina in Sala Grande, Orion e Adhara. Non che si evitassero... lui non la evitava almeno... lei lo evitava! Non ci aveva fatto caso prima. Lei lo stava evitando! E chissà perché, poi. Insomma, erano colleghi e avevano avuto una singolare discussione singolare. Adhara era una donna molto suscettibile, dopotutto.
    «Nah, assolutamente niente degno di nota.»
    Non era geloso. Non lo era affatto.
    Però un po’ i battibecchi con Adhara gli mancavano. Sì, insomma, erano divertenti.

*

    Albus Severus Potter sembrava essere dotato di poteri divinatori, oppure era un Legilimens molto capace: qualsiasi cosa Alex tentasse di nascondergli, il moro lo scopriva sempre. Prima aveva scoperto come occupava il 70% del suo tempo, ora se ne era appena uscito con una frase che fece tremare Alex e la costrinse ad aggrapparsi al muro per non cadere giù. Ma era la reincarnazione di Merlino o il figlio di Harry Potter, quello che aveva davanti?
    «Allora? Ti ho fatto una domanda. Alle domande solitamente si risponde.»
    «Eh?» Alex era rimasta fossilizzata all’affermazione precedente, incapace di ascoltare altro.
Qual era il segreto di Albus Severus Potter? Perché aveva deciso di appiccicarsi a lei in quel modo? Con quale strano potere riusciva a scombussolarle l’esistenza in quel modo? Mille fatture e altrettanti incantesimi si affacciarono alla mente della ragazza che, per evitare una buona dose dei guai che ne sarebbero conseguiti – e anche perché, infondo, considerava Albus suo amico, benché fosse molto restia ad ammetterlo – evitò di scagliargli.
    «Ti ho chiesto», ripeté Albus, «come hai intenzione di vendicarti di Sarah¹. E non guardarmi così, ho solo fatto due più due.»
    «Perché? Perché devi essere sempre così ermetico?» Sbottò Alex. «Sherlock Holmes, il mago più brillante del secolo, o forse abile studente di Divinazione che non frequenti? Cosa sei, Albus Potter? Mi hai avvicinata contro ogni consenso, hai scoperto cose di me che nessuno sa... e rimani sigillato come una zip.» Sospirò. «Io giuro che non ti capisco.»
    «Non c’è molto da capire in me, Alex Lloyd. Sono perfettamente nella norma, niente è di spicco in me. Non sono popolare come James o intelligente come Lily. Non sono uno dei migliori giocatori di Quidditch del mio anno né una futura promessa del Ministero della Magia. Non sono niente tranne me stesso. Non ho etichette e non aspiro a farmene. Preferisco mille volte rimanere lo sfigato che nell’ombra dei suoi fratelli osserva il mondo... Preferisco mille volte non comportarmi come gli altri si aspettano che io mi comporti. Non c’è niente da capire tranne questo.»
    «Se fosse veramente così non avresti cominciato a perseguitarmi»
    «E se fosse una persecuzione, come dici, mi avresti allontanato diverso tempo fa.»
    Alex sospirò. «Non hai risposto, comunque.»
    Albus la guardò con aria interrogativa, come se si fosse già dimenticato la domanda.
    «Perché?» Ripeté Alex.
    «Ah, quello. Quello è stato un incidente di percorso.» Albus abbassò lo sguardo per sottrarsi ai gradi occhi azzurri di Alex, indagatori come mai prima. «Non era nei miei piani», si sforzò di fronteggiarla, «innamorarmi di te.»
    Albus Severus Potter era un ragazzo perfettamente nella norma, che viveva nell’ombra dei suoi fratelli al riparo da etichette insostenibili. Eppure aveva appena fatto uno sgarro. Qualcosa che nessuno si sarebbe mai aspettato da lui. Qualcosa che avrebbe portato il suo nome di bocca in bocca, che era proprio ciò che cercava di evitare. Ma al momento era ciò che gli importava di meno.
    «Tu... cosa?!»
    «Andiamo. Hai capito. Mi sono innamorato di te.»

*

    Il caso, il destino, il fato, le coincidenze, la natura, i Fondatori, qualunque cosa governasse il precario equilibrio di Hogwarts non aveva ancora finito di sorprendere Alex Lloyd quel giorno. Non era servito a niente dileguarsi con una scusa davanti a quella pesante affermazione, mi sono innamorato di te, no, ciò che l’attendeva sarebbe stato anche peggio. E lei nemmeno lo sapeva.
    Aveva lasciato Albus in corridoio, decisa a saltare la lezione verso cui si stavano dirigendo insieme. Non avrebbe potuto sopportare di starsene seduta accanto al Potter senza niente da dire, senza una parola, perché da qualsiasi cosa sarebbe nato imbarazzo. Sì, ecco, imbarazzo. Era imbarazzata, tremendamente. Fino a quel momento aveva pensato che Albus per lei fosse solo il Potter che la perseguitava, quello con cui trascorrere tranquillamente le mattinate a lezione – tranquillamente, sì, salvo le sorprese a quanto pareva non infrequenti che Albus Potter riservava al mondo –, ma niente più. Ora invece si vergognava, si vergognava di incontrarlo, di parlarci, di camminare con lui in corridoio o in giardino, di considerarlo suo amico. In un attimo aveva visto il loro rapporto crollare in mille pezzi; sentiva di non potersi più affidare ad Albus come prima avrebbe naturalmente fatto. Aveva solo in quell’attimo capito quanto dipendesse dal Potter.
    Hey, non poteva permettersi di piangere. Non lei.
                Con gli occhi e la testa rivolti in basso Alex correva il più lontano possibile dall’aula di Incantesimi, dal castello, dagli studenti. Arrivata all’atrio si sentì per un secondo spaesata, non sapendo dove potersi rifugiare, ma in un secondo decise di correre verso i sotterranei e il suo dormitorio, nella speranza che tutti fossero a lezione. E fu allora che, come un cataclisma, il secondo accadimento della giornata si abbatté su di lei.
    «Alex Lloyd.»
    Alex si voltò al sentire quella voce vagamente familiare pronunciare il suo nome.
    «Dove stai andando?»





¹come hai intenzione di vendicarti di Sarah: ricordo che è stata Sarah a mettere in crisi il rapporto tra Louis e Alex, fino poi a farli lasciare definitivamente. Ricordo anche che è per questo che Alex “scoppia” chiunque le capita a tiro: aspetta che Sarah si fidanzi con Liam per poi vendicarsi ;)


Mi sento cattiva.

Mi sento molto cattiva.

(1) per quello che succede OhmyAlbus çwç e (2) perché sono in superritardissimo. (A questo proposito, scusate, ma sono potenzialmente morta - una storia lunga che ha a che fare con una cotta tremenda, credo che questo basti a far intendere in che stato sono ç-ç).

Anyway, sappiate che ho appena finito di scrivere un capitolo Rose/Scorpius. Perché in 93284059 me lo chiedevate (checccare, siete dolcerrime :'3),  e sarà il prossimo. A proposito, è un capitolo superfAIgo, vi avverto. Anzi, vi lascio pure uno spoiler, perché è il mio capitolo preferito finora. 

«Scorpius, io sono carina?» Gli chiese, lo sguardo fisso all’orizzonte.

Grazie a tutti :’)

   
 
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