“Torniamo!” gridò Hermione non appena lei e Draco apparvero
in infermeria
Silente, Madama Chips, la famiglia Weasley e tutti gli altri professori gioirono
nel vederli.
Draco fu soccorso immediatamente, steso su di un letto e lasciato alle abili
cure di Madama Chips. La McGranitt abbracciò la ragazza “Hermione!”
le sussurrò stringendola forte “Stai bene, ti senti bene?”
chiese poi allarmata
“Mi lasci, dobbiamo tornare a prendere Harry!” gridò la ragazza
“Ci ha salvati dalla maledizione Avada Kedavra, ma non è riuscito
a venire con noi! Torniamo vi prego!” continuò con le lacrime agli
occhi guardando il preside
“Vi ha salvato?” chiese la professoressa Sprite incredula
“Si, si è interposto fra noi e il fascio di luce verde e ha sprigionato
una… una luce bianca potentissima dalla sua bacchetta respingendo la maledizione
lanciata da Lucius Malfoy!” disse d’un fiato Hermione
“Com’è possibile Albus?” chiese la McGranitt
“Ha finalmente imparato a canalizzare il suo potere, la sua energia, invece
di trasformarla in odio l’ha trasformata in amore!” rispose il preside
serafico continuando a guardare Hermione
“Ma come, dove ha imparato?” chiese ancora la professoressa McGranitt
“E’ stato sicuramente Severus ad insegnarglielo… mi sorprendo
che ci sia riuscito in una notte!” affermò Silente
“Professore, perché non mi ascolta!” chiese Hermione urlando
sempre di più “Dobbiamo tornare ad aiutarlo, è là
da solo, non potrà farcela contro Voldemort e tutti quei mangiamorte!”
“Non possiamo!” rispose il Preside gelando Hermione “Non esiste
passaporta in nostro possesso per raggiungere quel luogo, Harry ne ha usate
3 per rimandare prima Blaise, poi Ginny e dopo te e Draco, non ce ne sono più
e l’ultima si è richiusa non appena avete toccato terra!”
“Ma come è possibile? Lei non può… lei deve…
non può lasciarlo là!” chiese Hermione sempre più
disperata
“Professore!” mormorò Draco che finalmente si era ripreso
“Harry mi ha fatto giurare che avrei riportato Hermione da lei anche se
lui non sarebbe potuto venire, ma io… io credevo che avesse altre passaporte
con se, non l’avrei mai abbandonato là da solo!” disse ancora
mentre calde lacrime cominciarono a bagnargli il viso
“Non hai colpa Draco, Harry ha fatto una scelta in quel momento, era ben
consapevole di ciò che stava facendo. Quando è venuto da voi sapeva
a cosa sarebbe andato incontro, voleva salvarvi a costo della sua stessa vita!”
rispose il professore lasciando tutti basiti
“Mio Dio!” mormorò Minerva McGranitt
“Povero ragazzo!” sussurrò Arabella Figg mentre il professor
Vitious e Hagrid cercavano di consolare una Madama Chips e una Sig.ra Weasley
in lacrime.
Hermione era pietrificata, quelle parole le avevano spezzato il cuore in due,
guardò Draco, poi si girò a guardare gli amici stesi sugli altri
letti, malconci ma sani e salvi e con un filo di voce disse “Si è
sacrificato per noi, non lo rivedrò più…!” poi con
tutta la forza che aveva nei polmoni gridò “HARRYYYYYYYY!”
“Dunque Harry, come stai?” chiese Voldemort scrutandolo
“Starei molto meglio, se tu morissi una volta per tutte!” rispose
il ragazzo senza distogliere lo sguardo dagli occhi di Voldemort
“Bhè ragazzo la cosa è reciproca… darti la caccia
stà diventando la mia ossessione, dovremmo proprio darci un taglio!”
“Concordo!”
La tensione si tagliava con il coltello, Harry e l’Oscuro Signore non
davano segni di cedimento.
“Perché non ti unisci a me? Prometto che lascerò in pace
tutti i tuoi amici e le loro famiglie… pensa a quanta sofferenza risparmiata?”
propose all’improvviso l’uomo
“Ho smesso di credere alle favole da un pezzo Voldemort, sai bene che
preferirei morire piuttosto che unirmi a te!” rispose secco Harry
“E allora così sia… Petrificus Totalis!” gridò
all’improvviso
“Scudo Sempra!” rispose Harry e il colpo s’infranse a pochi
centimetri da lui
“Giochi in difesa Harry, su avanti fammi vedere di cosa sei capace…?!”
cercò di stuzzicarlo Voldemort
“Non farò il tuo gioco Voldemort! Vuoi attaccare, attaccami!”
rispose il ragazzo
“Ah!” rise l’uomo “Ma come osi darmi degli ordini…
io se voglio posso schiacciarti in un secondo stupido ragazzo!” sibilò
“Questo non cambia le cose!” rispose Harry calmo “Vuoi attaccare,
attaccami!”
“Crucio!” gridò Voldemort ma con suo grande stupore Harry
non cominciò a contorcersi dal dolore anzi sorrideva
“Ops! Dovresti saperlo che lo scudo ripara dalla maledizione Cruciatus!”
disse Harry ammiccando
“Bene, un nemico degno di questo nome finalmente… non come tuo padre
che non è riuscito neanche a bloccarmi per un minuto!” disse con
cattiveria
Harry sentì lo stomaco contorcersi dalla rabbia, sapeva che Voldemort
stava cercando di provocarlo e di fare leva sul suo dolore e sulle sue paure.
“Non osare parlare di mio padre viscido bastardo!” gridò
Harry e in quel momento tutti i bicchieri presenti in sala esplosero in mille
pezzi.
“Oh caspita, siamo un pochino suscettibili… dunque è questo
il tuo punto debole!” ghignò malignamente “La rabbia, non
sei capace di gestire ancora bene le tue emozioni!” gridò Voldemort
con tutto il fiato che aveva in corpo
Una goccia di sudure perlò il viso di Harry mentre lui cercava di mantenere
la calma e non farsi provocare.
“Sai…!” continuò l’uomo “Dovevi sentire
come mi supplicava tua madre di non ucciderti, di risparmiarti… peccato
che non ha voluto farsi da parte, era molto bella… proprio come la tua
Hermione l’altra notte quando è stata mia!” Urlò prima
di scagliare un altro incantesimo su un Harry iracondo che questa volta non
riuscì a controbattere. Il colpo lo colpì in pieno stomaco facendolo
sbattere violentemente contro il muro e facendogli perdere la bachetta che scivolò
lontana da lui.
I mangiamorte esultarono a quella mossa del loro maestro.
“Ops Potter, ti vedo un po’ in difficoltà” Gridò
l’Oscuro Signore pronto ad un nuovo attacco
Piton, si avvicinò furtivo, non sapeva come poter aiutare il ragazzo,
poi senza farsi sentire disse “Accio bacchetta Potter!” e Harry
si ritrovò di nuovo la bacchetta in mano appena in tempo per controbattere
un nuovo incantesimo di Voldemort.
“Mi stupisci ragazzo… sei davvero pieno di risorse!”
Harry sapeva che un angelo aveva vegliato su di lui, mentalmente parlò
al professor Piton.
“Grazie!” pensò
“Potter, non farti provocare, hai visto cosa è successo t’indebolisci
se ti lasci sopraffare dalla rabbia e dal dolore… concentrati, te la stai
cavando bene!” gli rispose Piton
Voldemort notò che Harry aveva qualcosa di strano e cercò di leggergli
nel pensiero ma non vi riuscì “Potter sono sconvolto, hai affinato
l’incantesimo che proibisce a chiunque di leggerti nel pensiero!”
sibilò l’Oscuro Signore riportandolo velocemente alla realtà
“Bravo peccato che tu non ci sia riuscito qualche hanno fa!” gridò
Bellatrix Lestrange “Magari saresti riuscito ad impedire che uccidessi
quel patetico incapace di mio cugino!”.
Harry ebbe un fremito di rabbia, dunque era lei, lei aveva ucciso Sirius…
“Maledetta!” pensò ma subito ripensò alle parole di
Piton e si calmò nuovamente.
“Pagherete tutti, prima o poi, per il male che avete fatto!” disse
Harry serafico “Forse non oggi, ma un giorno ci rincontreremo!”
“Ah davvero Potter, dunque sei convinto di sopravivere a questo nostro
duello? Bene mi piacciono le persone motivate!” disse Voldemort sorridendo
“Stupeficium!” gridò all’improvviso
“Revolta incantatem!” rispose Harry e il colpo di Voldemort ritornò
al mittente che, per evitarlo, cadde a terra.
“Expelliarmus!” gridò Harry e la bacchetta di Voldemort venne
scagliata lontano dal suo padrone
“Nagini… yasssaersessss!” gridò Voldemort e in men
che non si dica Harry si ritrovò il serpente arrotolato intorno al collo
pronto a strozzarlo.
“Nyasssaaa Nagini, Nyassairmessss!” sussurrò Harry al serpente
che cominciò ad allentare la presa
“Yasssaersessss Nagini yasssaersessss!” gridò Voldemort ancora
a terra e incredulo da quanto stava vedendo
“Nyasssaaa Nagini!” ripetè Harry guardando attentamente il
serpente negli occhi “Pontaressyass hamayresssaaaa!” A quelle parole
Nagini lasciò Harry e si allontanò lasciando il suo padrone basito.
“Accio bacchetta!” gridò Voldemort che poco dopo era di nuovo
nelle sue mani “Complimenti Potter, da quando parli il serpentese?”
“Da quando tu sei stato così gentile da insegnarmelo senza saperlo!”
ribattè il ragazzo “Mi è stato utile, ricordi il Basilisco,
la camera dei segreti… molto utile!”
“Saresti stato un ottimo Serpeverde ragazzo, peccato che tu sia invece
l’erede di Godric Grifondoro!” sibilò Voldemort
“Sai potendo scegliere…?! rispose sarcastico Harry
I mangiamorte continuavano a fremere, speravano che il loro padrone gli desse
l’ordine di attaccare il ragazzo, ma Voldemort non dava segni di volerglielo
far fare.
“Hermione?” sussurrò Ginny che nel frattempo era stata risvegliata
dalla morte apparente
La ragazza si voltò e la guardò senza parlare.
“Mi dispiace per Harry!” disse Ginny con un filo di voce
“Cosa?” chiese debolmente Ron risvegliandosi dal coma che lo aveva
cullato sino a quel momento “Cosa è successo a Harry?” chiese
mentre Fred lo abbracciava forte senza smettere di piangere e i Sig.ri Weasley
gioivano e si abbracciavano con George e Ginny dalla gioia.
“E’ ancora là, è venuto a salvarci ed è rimasto
a combattere con Voldemort!” rispose Hermione abbassando lo sguardo
Ron non disse nulla, i suoi occhi si riempirono di calde lacrime che poco dopo
non riuscì più a trattenere, pianse, un pianto silenzioso carico
di dolore e rabbia. Sua madre si avvicinò, gli accarezzò il viso
e disse “Tornerà presto amore, Harry è forte, non ti ha
mai deluso, vedrai che tornerà!”
“Perché non andiamo ad aiutarlo?” chiese il ragazzo con un
filo di voce
“Perché non ci è possibile!” spiegò Blaise
accarezzandogli dolcemente la mano
“Blaise?!” sussurrò lui nel vederla “Sei tu…
ho avuto così paura di averti perso!”
“Non ero io Ron, mio padre aveva creato una mia sosia… mi dispiace
tanto, se fossi morto non so cosa avrei fatto!” singhiozzò la ragazza
abbracciandolo
“Tranquilla ora stò bene, stò benissimo se tu sei con me!”
disse sorridendole
Madama Chips entrò in quel momento “Ah finalmente Signor Weasley,
era ora che la smettesse di riposare!” disse strizzandogli l’occhio
“Mi faccia controllare se stà bene… così poi le cambierò
le medicazioni. Ron sorise nel vederla e disse “Felice di rivederla Madama
Chips!”
Capitolo 20°: Il duello – II parte
Il duello tra Harry e Voldemort non accennava a diminuire anzì, era
sempre più veloce e i colpi sempre più diretti e mortali.
“Stanco Harry?” chiese Voldemort fissandolo
“Ti piacerebbe!” rispose il ragazzo ansimando
“Harry, finiamola!” disse col fiato grosso il maestro oscuro “Mettiamoci
seduti ad una tavolo e veniamo ad un accordo!”
“C’è solo un accordo Voldemort, Tu muori Io vivo!”
rispose il ragazzo stupendo anche se stesso
“Stupido sciocco, fino ad adesso abbiamo scherzato, vuoi davvero che mi
alteri?” disse sarcasticamente
Harry non rispose e lo fissò con aria di sfida.
“Sai Harry, la tua bella Hermione, credo che sarà un piacere per
me tenerle compagnia mentre tu giacerai sotto un metro di terra!” disse
maliziosamente “Ci siamo proprio divertiti insieme… devo ammettere
che è ancora un po’ acerba, ma sarà un piacere svezzarla
e farla diventare una vera donna!”
“Bastardo!” Gridò Harry con tutto il fiato che aveva in gola
mentre due degli otto grossi lampadari presenti nella sala esplosero e finirono
con lo schiantarsi a terra. “Non osare neanche pensare di toccarla con
un dito!” sibilò Harry
“Spiacente di deluderti, ma l’ho già toccata, ho già
annusato il profumo che emana il suo corpo, sfiorato la sua pelle setosa ed
assaggiato quelle labbra delicate!” rispose Voldemort con un ghigno
Harry era fuori di sé, l’odio stava crescendo in lui e non riusciva
a fermarlo.
Fu allora che Voldemort ne approfittò “Imperius!” gridò
il più velocemente possibile.
L’incantesimo colpì Harry all’improvviso facendolo accasciare
a terra. “Bene Harry, vediamo un po’, fai ciao ciao con la mano!”
chiese l’Oscuro Signore, Harry ubbidì “Finalmente! Ora vediamo
prova a saltare come una scimmia!” e poco dopo Harry imitò alla
perfezione uno scimpanzé.
“Ah ah ah!” rise malignamente l’uomo mentre si avvicinava
al ragazzo “Ed ora da bravo, puntati la bacchetta alla tempia e pronuncia
Avada Kedavra!” disse Voldemort mentre tutti i mangiamorte in sala applaudivano
esultanti.
Harry vide la propria mano cominciare a sollevarsi piano, stringere forte la
bacchetta e cominciare a indirizzarsi verso la propria tempia. Non riusciva
a contrastare la maledizione.
Piton era pietrificato, non sapeva che fare, poi si concentrò e provò
a parlare al ragazzo. “Resisti Potter, sai come fare, ricordati…
fai come abbiamo provato nello studio… resisti per Dio, pensa ai tuoi
amici, pensa ad Hermione, pensa ai tuoi genitori altrimenti saranno morti invano!”
La mano di Harry così come le sue labbra cominciarono a tremare visibilmente,
la bacchetta era ormai puntata alla sua tempia, il ragazzo cercava con ogni
mezzo in suo possesso di resistere alla maledizione. Voldemort lo guardava ammirato,
nessuno era mai riuscito a resistere tanto prima d’allora. Harry lo fissò,
ormai l’Oscuro Signore era a meno di due metri da lui, poi come un fulmine
a ciel sereno vide quegl’occhi rossi, divertiti brillavano di una luce
diabolica ma sotto sotto facevano trasparire paura. Harry fece un profondo respiro
e con grande stupore di tutti i presenti cominciò ad abbassare piano
il braccio e ad alzarsi in piedi, poi con quello che agli occhi di tutti i presenti
sembrò lo scatto più veloce mai visto in un duello, si smaterializzò
riapparendo dietro l’Oscuro Signore e afferrantolo alle spalle gli puntò
la bacchetta alla tempia.
“Che ne dici se la maledizione la lanciassi ora?” chiese il ragazzo
Voldemort rise sarcasticamente “Se avessi voluto farlo, lo avresti già
fatto!” gridò prendendolo e scagliandolo con tutta la sua forza
contro il muro.
Harry tossì sputando sangue, l’impatto contro la pietra grezza
sicuramente gli aveva rotto un paio di costole, ma si rimise in piedi e guardò
di nuovo l’uomo che gli stava di fronte.
“Saresti il migliore dei miei mangiamorte!” urlò Voldemort
guardandolo “Unisciti a me Potter, insieme saremo invincibili e conquisteremo
il mondo!”
“Mai!” Urlò Harry
“Unisciti a me oppure tutto ciò che ami verrà spazzato via
dalla mia furia!” gridò più forte l’uomo
“Capirai la novità!” rispose Harry guardandolo con disprezzo
“Sono 17 anni che ti stai impegnando a rendere la mia vita un inferno,
cosa ci sarebbe di tanto diverso?”
“Uno per uno Harry, li massacrerò personalmente uno alla volta,
vorrò vedere il loro strazio, il loro dolore, la loro paura e quando
mi pregheranno di lasciarli vivere riderò loro in faccia e gli dirò
che è per colpa tua che stanno morendo!”
“Sono pronti alla morte da quando mi conoscono, non ti sei mai risparmiato
con loro, perché dovrebbero temerti ora più di quanto non facciano
già?” chiese nuovamente il ragazzo fissandolo con forzata tranquillità
“Perché ciò che è stato fino ad ora è nulla
rispetto a ciò che sarà!” gridò Voldemort puntando
la bacchetta contro Harry
“Peggio dell’Avada Kedavra?” chiese Harry con un mezzo sorriso
“Cosa mai ci potrà essere di peggio?!”
Voldemort stava per esplodere… Harry era riuscito ad innervosirlo con
quella sua falsa tranquillità. L’Oscuro Signore lo fissò
per quello che sembrò un attimo eterno e proprio mentre stava per scagliare
un’altra maledizione contro il ragazzo, si accorse che un gruppo di Mangiamorte,
pronto ad attaccare, si era posizionato furtivamente alle spalle di Harry senza
che lui se ne accorgesse.. Piton fu un fulmine brandì la sua bacchetta
e schiantò il gruppo di mangiamorte alle spalle del ragazzo in men di
un secondo.
“Severus!” gridò Lucius Malfoy seguito a ruota dalla Lestrange
e da Zabini “Che diavolo pensi di fare?” disse afferrandolo per
il braccio
“Il nostro Signore aveva detto di non intervenire, Potter è suo
dimenticate, ho solo eseguito un ordine e protetto ciò che deve essere
suo!” disse Piton serafico senza far trasparire la minima emozione e strattonando
la presa di Malfoy.
Voldemort si voltò verso Piton e lo fissò.
“Severus!” sibilò piano “Da quando sei così
solerte nel far rispettare i miei ordini?” gli chiese mentre con uno sguardo
assassino lo trapassava da parte a parte
“Da sempre mio Signore!” rispose Piton che si rese subito conto
che Voldemort non aveva creduto a quella balla.
“Davvero, allora non ti dispiacerà se controllo gli ultimi incantesimi
fatti dalla tua bacchetta?” gli domandò aprendo la mano e facendo
gesto di passargliela.
Harry rabbrividì, sapeva che da lì a poco Voldemort avrebbe scoperto
che Piton lo aveva aiutato poco prima restituendogli la bacchetta persa…
cosa fare?
Piton consegnò la sua bacchetta e dopo essere stata interrogata con un
incantesimo Revelo,Voldemort sorrise “Severus, mio caro, ma come ho fatto
a dubitare di te e della tua lealtà?!” chiese buffamente mentre
restituiva la bacchetta al Mangiamorte. Harry tirò un sospiro di sollievo,
il professore doveva per sicurezza aver cancellato dalla memoria della bacchetta
quell’operazione… “Grande! C’è mancato poco!”
pensò Harry mentre Voldemort ritornava verso di lui.
“Però…!” gridò ad un tratto Voldemort girandosi
di scatto verso il professore “Vorrai scusarmi se ti rendo innocuo per
le prossime ore… sai tanto per essere sicuri!” e così dicendo
con un semplice gesto della sua bacchetta fece volare il professore contro il
muro in fondo alla sala. Piton preso alla sprovvista picchiò violentemente
la testa e svenne mentre un rigolo di sangue cominciava a rigargli il viso.
Harry sussultò a quella scena, Voldemort se ne accorse e guardandolo
sibilò con tutta la cattiveria possibile “Ora, sei proprio da solo
Potter! Non c’è più neanche il tuo caro professore ad aiutarti
di nascosto!”
“Caro è una parola grossa!” disse Harry cercando di mascherare
la preoccupazione “Costatavo che la tua ferocia non guarda in faccia a
nessuno, neanche ai tuoi servi più fedeli!” mentì
“Ah ah ah ah! Come attore non sei un granchè Harry, mi ritieni
tanto stupido? Anche se Severus ha cancellato gli incantesimi fatti, so accorgermi
quando un mio mangiamorte mi mente, ricordi so leggere nel pensiero… ma
questo non ha tradito Severus, è molto bravo a schermare i suoi pensieri,
in fondo gliel’ho insegnato io… ciò che l’ha tradito
è stato lo sguardo che ti ha rivolto per vedere se ti aveva colpito dopo
aver schiantato i suoi compagni… quello lo ha tradito… si è
preoccupato per te!”
Harry ormai non aveva più dubbi, Voldemort sapeva del tradimento di Piton,
ma allora perché non lo aveva ancora ucciso?
“Se sei tanto sicuro del suo tradimento perché non l’hai
ucciso?” chiese Harry fingendo di essere compiaciuto all’idea
“Perché prima voglio finire te e dopo divertirmi a torturare e
uccidere lui!” rispose con un ghigno mentre tutti i mangiamorte applaudivano
e fischiavano all’idea. “Lo ucciderò e mi prenderò
la sua anima, proprio come per tutti gli altri…!”
“Non sapevo collezionassi anime!” disse Harry senza distogliere
lo sguardo da Voldemort
“Oh bhè è un hobby, sai c’è chi colleziona
francobolli io colleziono anime e mi nutro della loro disperazione… vuoi
vederle?”
Harry rabbrividì, l’ultima cosa che avrebbe voluto vedere era proprio
un’anima disperata “Se proprio devo!” rispose fingendo un
certo menefreghismo
Voldemort non si fece attendere pronunciò una maledizione e poco dopo
orrende grida di disperazione e lamenti lancinanti spezzarono il silenzio della
sala. Il petto dell’oscuro signore, rimasto nudo per l’occasione,
si agitava come se al suo interno ci fossero esseri viventi che spingevano per
fuoriuscire. Harry vedeva distintamente visi, mani e piedi che premevano e deformavano
la pelle del mago mentre voci di uomini, donne e bambini straziati dal dolore
rimbombavano intorno a lui. Il ragazzo era pietrificato, non aveva mai visto
ne udito niente di più orribile, tutti quegl’esseri imprigionati
in un limbo di perenne dolore, angoscia e acuta disperazione.
Un unico, acuto lamento che pulsava instancabile stava trapanando la mente di
tutti i presenti eccetto per Voldemort che sorrideva compiaciuto. Era come se
tutte quelle anime stessero chiedendo a gran voce che qualcuno li aiutasse,
che qualcuno li liberasse e cocedesse loro la pace. Poi così com’era
venuto, all’improvviso tutto cessò.
“Che dici riprendiamo il nostro duello” gli chiese Voldemort secco
con un mezzo sorriso
Harry non parlò, lo guardò fisso, deglutì piano e stringendo
forte la sua bacchetta si preparò alla battaglia.
“E’ strano!” disse Silente “Solitamente posso comunicare
con Severus mentalmente, ma ora non mi riesce… è come se…”
poi si bloccò facendo un profondo respiro “Fosse morto!”
affermò con un filo di voce.
“Credi che lo sia?” chiese Minerva McGranitt spaventata
“Spero di no, mia cara Minerva, spero di no!” le rispose il preside
“Albus, ma non possiamo fare proprio nulla per cercare di aiutare Harry?”
chiese nuovamente il Sig. Weasley
“No, purtroppo non sappiamo dove si trovi, Draco non è riuscito
a scoprire in quale dei castelli di suo padre si trovassero… sono talmente
tanti che ci vorrebbe troppo tempo per visitarli tutti.”
“Dobby!” gridò all’improvviso Hermione “Professore
Dobby, potrebbe saperlo, se gli descriviamo la sala e le segrete magari saprà
dirci di quale castello si tratta… in fondo ha lavorato per i Malfoy per
anni prima che Harry lo liberasse!”
“Ottima idea signorina Granger!” e così dicendo fece chiamare
Dobby che arrivò poco dopo.
“E’… è permesso?” chiese l’elfo con la
vocina stridula
“Vieni Dobby, accomodati!” gli rispose Silente sorridendogli e indicandogli
una sedia dove potersi sedere
“Dobby ha commesso qualche errore signore? Dobby ha pulito male?”
chiese in panico l’elfo “La prego non cacci via Dobby, signore,
Dobby è felice di poterla servire!” continuò con le lacrime
agli occhi
“Dobby nessuno ti stà rimproverando per niente e nessuno ti caccerà
mai via!” disse veloce Silente “Sei stato chiamato perché
abbiamo bisogno del tuo aiuto!”
Il viso dell’elfo domestico s’illuminò “Oh Signore,
Dobby è onorato di poterla aiutare, signore, cosa può fare Dobby
per voi?” chiese euforico
Silente si fece serio e disse “Dobby, Harry è prigioniero in uno
dei castelli di Lucius Malfoy, ma non sappiamo quale… al momento è
da solo e stà combattendo contro Voldemort.. Hermione ti racconterà
cosa ricorda delle segrete e della sala grande, ti prego di fare uno sforzo
e provare a ricordare di quale castello si tratti!”
Dobby rimase pietrificato, il sorriso di poco prima si congelò sul suo
viso “Ha…rry Po…tter prigioniero!” sussurrò “Oh
che disgrazia… che sciagura… insieme all’Oscuro Signore…”
disse cominciando a sbattere la testa contro il metallo del letto di Draco.
“Dobby ti prego!” gridò Hermione “Ascoltami e cerca
di ricordare!”
La ragazza raccontò nei minimi particolari tutto ciò che ricordava
ma non sembrava che il piccolo elfo riuscisse a venirne a capo… “Troppo
uguale… troppo uguale a tanti, le segrete puzzano di muffa… ce n’è
tanta… e i lampadari sono sempre così…” Dobby guardò
sconsolato Hermione e Silente “Dobby non riesce, Signore, troppo uguali
gli indizi…!”
Hermione si accasciò nuovamente sul letto e ricominciò a piangere.
Silente sorrise all’elfo e lo rassicurò. Poi tutto d’un tratto
Dobby disse “Però… Dobby può andare dai vecchi amici
elfi a Malfoy Manor a chiedere dove può essere!”
Silente fece un cenno d’approvazione con il capo e con uno schiocco di
dita Dobby sparì.
L’elfo riapparì poco dopo alla tenuta ufficiale dei Malfoy, come
previsto non c’era nessuno… solo una cupa e tetra atmosfera.
“Dobby!” urlò una vocina dietro di lui
“Tipy!” rispose l’elfo guardando un vecchio compagno di lavoro
“Che fai tu qui?”
“Dobby, venuto per cercare Sig. Malfoy!”
A quelle parole l’amico rabbrividì e si ritrasse “Noooooo,
Dobby, oggi non buono per disturbare padrone… lui molto preso… ci
sono suoi amici, non puoi… vattene!”
“Dobby deve vedere Sig. Malfoy ora!” disse risoluto l’elfo
“No Dobby, ucciderà te e… me… via via presto lui potrebbe
salire e vedere te!”
“Salire?” chiese Dobby “Ma allora… lui è qui!”
L’amico cominciò a balbettare e ad agitarsi come un pazzo “Noooo,
lui qui ma non qui, lui fatto incantesimo, nessuno può scendere nelle
segrete… ne salire tranne noi… Dobby L’Oscuro Signore è
qui!”
“Tipy, Harry Potter è qui… è in pericolo… Dobby
scendere ad aiutarlo!” disse l’elfo avvicinandosi alla scala che
conduceva alle segrete e alla sala grande
“Noooooo Dobby non può, Dobby verrà ucciso, ora che Dobby
è libero, perché vuole tornare e morire?”
“Dobby vuole aiutare suo amico Harry Potter!” e così dicendo
scansò l’amico elfo e cominciò a scendere piano la scala
che portava alla sala.
Capitolo 21°: Il duello – III parte
“Potter! Ti fa male!” gridò Voldemort mentre una freccia
appuntita trapassava la spalla di Harry
Il ragazzo lanciò un gridò disumano ma riuscì a pronunciare
“Dardo invanesco!” e la freccia sparì lasciando solo una
brutta ferita sanguinante.
Harry sentiva il sangue colargli per il braccio sinistro, il dolore era indicibile
ma si fece forza e si rimise in posizione da combattimento.
“Non vuoi proprio arrenderti! Risparmiati di soffrire, lascia che io ti
uccida… perché sei così ostinato? Perché vuoi essere
torturato?” gli chiese Voldemort con un ghigno
“Non mi arrenderò MAI!” gridò Harry mentre schivava
per un pelo un’incantesimo congelante.
“Potter sono davvero stanco e poi mi è venuta fame… finiamola
una volta per tutte!” sibilò Voldemort guardandolo “Nebula
Confundus!” gridò e una fitta coltre di nebbia comparve nella sala
impedendo a chiunque di riuscire a vedere anche il proprio vicino.
Harry indietreggiò sino ad appoggiarsi ad una delle colonne presenti
nella sala, non riusciva a vedere più in là del suo naso, per
la prima volta ebbe davvero paura.
“Harry!” sussurrò una voce poco distante da lui. Il ragazzo
spaventato non rispose.
“Sono io Harry, Draco… sono venuto a prenderti!”
“Draco… ma come… come fa ad essere qui?” si chiese il
ragazzo tra il sospettoso e l’agitato
“Madama Chips e Silente mi hanno medicato e poi sono tornato a prenderti…
dai vieni scappiamo!”
“Non può essere Draco, non c’erano altre passaporte”
pensò Harry “Porca puttana non si vede nulla, non so dove andare!”
“Vieni da me… segui la mia voce e ti porterò fuori di qui…
dai forza vieni!” sussurrò nuovamente la voce.
Harry si staccò dal ruvido appiglio e con le braccia porte in avanti
cercò di andare dalla parte opposta di dove proveniva la voce dell’amico
ma all’improvviso una mano fredda lo afferrò al collo sollevandolo
da terra “Finalmente vicini Harry!” esclamò la voce cambiando
improvvisamente tono.
La nebbia sparì in un secondo e la scena che apparve agli occhi dei mangiamorte
li fece gridare di gioia ed esultare come matti. Voldemort in piedi nel centro
della sala, reggeva Harry per il collo a un metro d’altezza, la bacchetta
direttamente puntata al cuore del ragazzo.
“Peccato che debba finire così!” disse l’uomo mentre
stringeva la presa intorno alla gola di Harry che cercava disperatamente di
liberarsi.
“Proprio un peccato, che tu debba essere così cocciuto, così
puro di cuore… ma sai che faccio ora, te lo spezzo questo cuore!”
sorrise Voldemort
Harry chiuse gli occhi, Voldemort lo stava strozzando, sentiva che stava per
perdere le forze... “Aiuto… soffoco!” pensò Harry ma
all’improvviso una forza pari alla furia del mare in burrasca colpì
Voldemort allo stomaco, facendolo indietreggiare. L’Oscuro Signore colto
di sorpresa fece cadere il ragazzo che inspirò profondamente accasciandosi
a terra. I mangiamorte erano basiti chi aveva osato colpire il loro Signore?
“Chi ha osato?” gridò Lucius Malfoy “Tu, piccolo essere,
come ti sei permesso?” rincarò Bellatrix indicando la porta mentre
entrambi si incamminarono minacciosi verso Dobby che si trovava all’entrata
della grande sala.
Harry raccolse la bacchetta che nella collutazione con Voldemort gli era caduta
poco distante, si voltò verso l’Oscuro Signore che ancora cercava
di riprendersi dal colpo infertogli dall’elfo. Poi veloce guardò
Dobby, Lucius Malfoy e Bellatrix Lestrange, lo avevano chiuso in un angolo.
Harry si alzò, anche se a fatica, puntò la sua baccheta e recitò
“Separa!” i due mangiamorte vennero scaraventati lontano dal piccolo
elfo che nel vedere Harry sano e salvo di nuovo in piedi, sorrise.
Harry lo ringraziò con un movimento della testa e gli fece cenno di andarsene
e portare con sé il professor Piton. Dobby obbedì, corse verso
il professore che giaceva ancora esanime a terra ma aimè fu colpito da
un incantesimo congelante da Astor Zabini.
Dobby si congelò all’istante accanto al professor di pozioni.
Harry si voltò di nuovo verso Voldemort, l’uomo non c’era
più, si rigirò di scatto ma non abbastanza velocemente da schivare
un colpo allo stomaco che lo fece volare ancora contro la fredda e granitica
parete della sala.
“Harry pare che tu sia molto fortunato… c’è sempre
qualcuno che arriva a salvarti la vita all’ultimo minuto!” ghignò
Voldemort guardando l’elfo congelato
“Petrificus totalis!” gridò Harry
Ma Voldemort fu più veloce e schivò il colpo.
“Sciocco!” gli gridò il Signore Oscuro mentre si avvicinava
“Per chi mi hai preso per un maghetto alle prime armi! “Inflamare!”
urlò puntando la bacchetta su Harry
Una lunga lingua di fuoco si diresse a tutta velocità verso il ragazzo
che prontamente rispose “Glacio!” riuscendo a fermare la fiamma
che cadde a terra ghiacciata.
Voldemort era colpito da quanti incantesimi e controincantesimi conoscesse Harry,
in fondo era un ragazzo di soli 17 anni eppure poteva vantare una conoscenza
superiore a quella di tutti i suoi esperti mangiamorte.
“Frusta innerva!” gridò Voldemort e Harry si sentì
colpire violentemente da qualcosa che librava nell’aria di fronte a lui.
Era la frusta che poco prima era stata usata per punire Draco, Harry fu colpito
da un paio di fendenti prima di riuscire a sussurrare “Scudo sempra!”
e riprendere fiato.
Un taglio profondo al sopraciglio destro e numerosi tagli al petto e alle braccia
lo fecero gemere di dolore.
“Harry!” gridò nuovamente Voldemort “Quello scudo non
ti proteggerà per sempre!” e così dicendo scagliò
addosso al ragazzo la maledizione Avada Kedavra. Harry fu veloce a gettarsi
all’indietro e schivarla per un pelo anche se questa lo ferì di
striscio al fianco facendolo cadere a terra.
“Imago Invisibilum!” disse il ragazzo puntandosi addosso la bacchetta
e sparendo all’improvviso.
“Ma bravo! Codardo! Ti nascondi… che fai riprendi fiato?”
gridò Voldemort
Harry si trascinò facendo meno rumore possibile fin dietro una colonna,
ansimando e gemendo per le ferite riportate. Stava perdendo molto sangue dal
fianco. Chiuse gli occhi e fece due respiri profondi. Voldemort era nel centro
della sala e continuava a sbraitare come un ossesso.
“Mi deludi, Harry, credevo avresti combattuto lealmente…!”
“Da che pulpito!”pensò Harry
“Vediamo se posso convincerti ad uscire di nuovo allo scoperto…
Dissenno apparens!” gridò e una decina di dissennatori si materializzarono
all’istante.
Harry sentì la loro presenza, un freddo glaciale si stava espandendo
in tutta la sala. Anche gli altri mangiamorte non sembravano affatto contenti
del loro arrivo.
I dissennatori guardarono il loro padrone che con un gesto indicò il
professor Piton svenuto a terra.
Fu un attimo le dieci figure incappucciate circondarono l’uomo, con gesti
lenti e meccanici si sporsero in avanti rivelando parte della loro figura putrida.
Harry rabbrividì, i Dissennatori si stavano preparando a dare il famoso
“bacio” a Severus Piton.
“Non posso permetterlo!” pensò Harry mentre sempre invisile
si sporse dalla colonna e puntando la bacchetta recitò “Ecpecto
Patronum!”. All’improvviso uno splendido cervo argentato apparve
dal nulla e cominciò a galoppare nella direzione dei dissennatori facendoli
scappare e smaterializzare. Voldemort era scioccato, non aveva mai visto un
Patronus così potente e così ben fatto. Quel ragazzo era davvero
una continua sorpresa.
Harry sorrise debolmente, suo padre era venuto in suo aiuto ancora una volta
e dopo essersi imposto fiero agli occhi dei presenti sparì così
come era venuto.
Il ragazzo guardò il professor Piton, giaceva ancora inerme a terra…fortunatamente
illeso… invece Dobby non c’era più… “Probabilmente
l’incantesimo di congelamento era temporaneo ed è riuscito a scappare!”
pensò Harry mentre cercava di fermare l’emorragia al fianco che
purtroppo non ne voleva sapere di rimarginarsi.
Poi all’improvviso una mano rude benchè ben curata lo afferrò
e lo trascinò fino in mezzo alla sala.
Harry sdraiato a terra, con un piede che gli bloccava la mano che brandiva la
bacchetta e un altro direttamente addosso che lo obbligava a stare fermo sentì
la fredda voce di Lucius Malfoy dire “Il tuo sangue, non è invisibile
Potter! Dovresti saperlo che se feriti… non siamo più invisibili!”
dopodichè rise malignamente e recitò “Finite Incantatem!”
facendo riapparire il ragazzo.
Hermione era agitatissima “Perché Dobby non torna?” chiese
impaziente “Non gli sarà successo qualcosa?”
Proprio in quell’istante Dobby portato in braccio da un altro elfo comparve
nel mezzo dell’infermeria.
Silente fissò l’elfo mentre questi depositava Dobby a terra.
“E’ morto?” chiese il preside
“No Signore, solo schiantato da un incantesimo di congelamento…
io andare ora… solo venuto a riportare Dobby a casa!”
“Aspetta!” gridò Draco “Tipy sei tu?”
L’elfo si voltò e terrorizzato si inginocchiò a terra e
cominciò a piangere “Perdoooono… perdonooooo signorino Malfoy,
io non volere disubbidire, solo riportato Dobby a casa, avere detto a lui di
non scendere, di non andare… ma Dobby non ha voluto dare retta a me, io
spiegato che era pericoloso!”
“Tipy guardami!” disse dolcemente Draco “Non ti punirò,
non ti farò nulla… dov’è mio padre?”
L’elfo non accennava a smettere di piangere, tremando riuscì a
malapena a dire “Mi… mi ucciderà se sa che portato Dobby
via dalla sala!”
“Professore!” gridò Draco “Harry è a casa mia,
Tipy è uno degli elfi domestici di casa mia… sono a Malfoy Manor!”
Silente guardò l’elfo che singhiozzante era rannicchiato a terra
“Tipy devi tornare al castello e aprire una passaporta per me!”
L’elfo lo guardò stralunato “Noooo Tipy non può…
Tipy non deve… Colui che non deve essere nominato è là ed
è molto arrabbiato!”
“Tipy hai visto Harry, Harry Potter?” chiese Draco
L’elfo annuì
“Come stava Tipy, dimmelo, era vivo?” continuò il biondino
“Tipy non sa se Harry Potter stà bene, molto sangue a terra…
però vivo, lui in piedi quando Tipy preso Dobby vicino a uomo svenuto!”
“Quale uomo svenuto?” gridò Hermione “Non sarà
il professor Piton?”
Silente annuì “Ora si spiega perché Severus non si sia messo
in contatto con me!”
“Silente, possiamo smaterializzarci e andare là?” disse Arthur
Weasley risoluto
“Noooooo!” gridò Tipy “Voi non ammessi… incantesimo
senza perdono per chi arriva al castello!”
“Cooosa? Una maledizione su chi cerca di entrare al castello?” disse
Mineva McGranitt allibita
Tipy annuì “Nessuno può venire ne andare… solo io
può!”
“E’ per questo che ti ho chiesto di aprire una passaporta Tipy!”
disse Silente un attimo dopo
L’elfo lo guardò terrorizzato poi guardò Draco, che lo fissava
con un’aria supplichevole “Perdono!” disse e con uno schiocco
di dita sparì.
“Nooooooooooo!” gridò Draco mentre Hermione si portava una
mano alla bocca e gli occhi le si riempivano di nuovo di lacrime.
Capitolo 22°: Il duello – IV parte
“Allora Harry, vedo che la posizione non è delle più comode
per te!” disse Voldemort avvicinandosi al ragazzo
“Lucius mio caro, ti ho mai detto che delle volte hai delle idee davvero
brillanti!” continuò sorridendo a Malfoy senior. Lucius sorrise
e premette la scarpa sulla ferita alla spalla sinistra di Harry che gridò
dal dolore.
“Oh caspita Harry, non dirmi che ti fa male?” chiese Lucius ridendo.
“Bastardo!” gemette Harry mentre il dolore stava diventando così
forte da fargli perdere i sensi
“Sai che ti dico signor Potter, credo che ora ti lascerò un po’
in compagnia dei miei mangiamorte… tranquillo non ti uccideranno, ti faranno
solamente molto male, sanno che la tua morte dev’essere un mio privilegio!”
ghignò Voldemort
“Lucius, Bellatrix, Astor volete per favore condividere con il Signor
Potter alcuni di quei bei giochini di cui andate tanto fieri?” disse rivolgendosi
ai tre mangiamorte
“Con molto piacere mio Signore!” rispose Malfoy liberando Harry
dalla presa che lo bloccava a terra e dandogli un calcio nel fianco che lo fece
rotolare nella sala.
“Non vedevo l’ora!” aggiunse Bellatrix avvicinandosi
“Non aspettavo altro, per colpa sua ho perso mia figlia!” concluse
Astor Zabini impugnando la bacchetta
“Non capisco che cosa possa aver trovato in te, mio figlio, un Malfoy
che fa amicizia con un Potter, a dir poco ridicolo… ma pagherai anche
questo Harry, ti sei impicciato degli affari degli altri una volta per tutte…
Acido Guttas” gridò a squarciagola
Harry, ancora dolorante, vide arrivare a tutta velocità miliaia di goccioline,
le schivò in parte buttandosi di lato ma in parte colpirono i suoi Jeans
cominciando a corroderli “Acido ivanesco” gridò veloce il
ragazzo non prima però che alcune gocce raggiunta la sua pelle avessero
cominciato pian piano a bruciarla.
Voldemort se la rideva a più non posso, trovava molto ingegnoso il trucchetto
delle gocce d’acido, così sorrise a Lucius e gli fece un segno
a dire Ok bravo, bel lavoro.
Harry stava impazzendo dal dolore alle gambe e a fatica riuscì a rialzarsi,
era come se miliaia di spilli incandescenti si fossero conficcati nella sua
pelle “Ahhhhhhhh!” gridò mentre stringendo forte la sua bacchetta
ebbe la prontezza di riflessi di recitare “Impedimenta!” ed evitare
che l’incantesimo d’acciecamento lanciato da Bellatrix lo colpisse.
Harry ansimava, era spossato da una guerra che non gli dava tregua su nessun
fronte. Guardò i tre mangiamorte a qualche metro di fronte a lui, cercando
di capire da quale di loro sarebbe partito il prossimo incantesimo… era
già difficile tenere testa a uno di loro figuriamoci a tutti e tre insieme.
“Potter, non sai che soddisfazione è stata uccidere quel traditore
di mio cugino… e poi dare la sua anima in pasto al mio Signore!”
disse Bellatrix sorridendo sarcasticamente
“Pagherai per quello che hai fatto!” gridò Harry fissandola
con odio
“Ma davvero!” rispose lei ricambiando lo sguardo “E sarai
tu a farmela pagare?”
Il labbro di Harry tremò, la rabbia stava di nuovo facendosi strada dentro
di lui, il solo ricordo di quel maledetto giorno gli faceva sentire un enorme
fitta al cuore. “Devo stare calmo!” si disse il ragazzo mentre a
fatica si tratteneva dallo scagliare una maledizione senza perdono contro la
donna. “Non devo fare il loro gioco, cercano di provocarmi e distrarmi!
Harry calma… calma!” pensò fra sé senza mai staccare
gli occhi dal trio.
“Povero Sirius Black, imprigionato ad Azkaban ingiustamente per dodici
anni, fuggiasco per obbligo e poi martire in nome della causa suprema di Albus
Silente!” continuò Bellatrix “Mi fa quasi pena sai!?”
“Zitta!” ruggì Harry “Non sei neanche degna di pronunciare
il loro nome!”
“Silente è un vecchio pazzo Potter e presto farà la stessa
fine del tuo caro Sirius!”
“Questo è da ved…” aveva cominciato a rispondere Harry
quando all’improvviso sentì il terreno sotto i suoi piedi sciogliersi
e sparire. Harry vi sprofondò fino all’altezza del collo, il pavimento
si era liquefatto e al suo posto si erano formate delle sabbie mobili che lo
stavano risucchiando implacabili verso il fondo.
Voldemort e Astor Zabini commentarono allegramente quanto sciocco fosse quel
ragazzo così facilmente influenzabile, senza accorgersi però che
Harry, anche se a fatica riuscì a dire “Rena Potter Expulgo!”
e in meno di un secondo si sentì spingere verso l’alto fuori dalla
pozza di sabbie mobili che ormai lo avevano quasi sommerso.
Zabini applaudì sorridente “Potter mi sorprendi, mai nessuno è
uscito vivo dalle mie sabbie mobili! Pochi conoscono l’unico controincantesimo
veramente efficace!”
“Ho avuto un bravo insegnante!” gemette Harry
“Cecitax Tempora!” gridò nuovamente Bellatrix. Il suo incantesimo
questa volta colpì in pieno il ragazzo che a causa del volo giaceva ancora
a terra. All’istante le figure diventarono sfuocate sino a scomparire
completanmente lasciando solo nero ovunque. Lo sguardo perso nel vuoto e i suoi
begli occhi opachi non lasciavano dubbi… Harry era diventato cieco. La
mangiamorte rise di gusto soddisfatta.
“Fantastico!” gridò Voldemort a quella vista complimentandosi
con Bellatrix abbracciandola “Non avrei potuto fare di meglio! Che mi
dici Potter possiamo dare un taglio alla cosa o vuoi continuare?”
Harry non rispose, a tentoni aveva recuperato la sua bacchetta ed ora cercava
di capire, affinando gli altri sensi a sua disposizione, da dove provenissero
le voci di Voldemort e degli altri mangiamorte. Quand’ecco che senza farsi
sentire ne vedere, puntata la bacchetta sul ragazzo Caroline Zabini recitò
“Cecitax Ivanesca!” e Harry riacquistò la vista immediatamente
benchè un intenso bruciore agli occhi lo facesse lacrimare dal male.
“Riesco a vedere… Chi può avermi aiutato, Piton è
svenuto!?” pensò il ragazzo. Si guardò intorno lentamente
e poi con suo grande stupore vide una donna in un angolo a cui calde lacrime
stavano solcando il bel viso che gli fece un debole sorriso. Era stata lei,
la moglie di Astor Zabini lo aveva aiutato… “Grazie!” le disse
lui mentalmente.
“Hai salvato la mia Blaise! Ti dovevo un favore!” rispose lei prima
di volgere lo sguardo altrove.
Fu proprio in quel momento, mentre Voldemort continuava a complimentarsi con
i suoi fedeli servitori, che Harry abbassando lo sguardo vide accanto a se il
suo zainetto, estrasse veloce una delle pozioni preparate dal professor Piton
e con tutta la forza di cui ancora disponeva infranse a terra l’ampolla,
chiudendo velocemente gli occhi.
Una nuvola viola, spessa e maleodorante oscurò la vista a tutti i presenti
consentendo a Harry di recarsi dal Professor Piton, trascinarlo a fatica lontano
dagli altri mangiamorte e coprirlo con il mantello dell’invisibilità
di suo padre.
“Potter, che giochini sono questi?” chiese Voldemort irritato
“Signore, non vediamo!” gridò Zabini
“Lo vedo anch’io che non vediamo, c’è del fumo viola
che ce lo impedisce!” rispose sarcastico
“No, mio Signore, il fumo è sparito, io non la vedo, ho un velo
viola sugli occhi che me lo impedisce!” disse Lucius
“Complimenti Potter, pan per focaccia, cieco tu, cieco io!”
“Errore, tu sei cieco, io no!” gridò Harry mentre si avvicinava
pian piano a Voldemort
Per la prima volta l’Oscuro Signore, sentì la paura scorrergli
nelle vene. Quel ragazzo era riuscito ad accecarlo, sebbene momentaneamente.
“Stupeficium!” gridò Harry puntando la bacchetta contro Malfoy,
la Lestrange e Zabini che caddero a terra schiantati.
“Harry, non vorrai uccidermi in queste condizioni, senza che io ti possa
guardare in faccia?” chiese subdolo Voldemort
“Non ho bisogno di guardarti in faccia per ucciderti Voldemort! Il tuo
viso mi perseguita da ormai sette anni, non c’è un singolo tuo
lineamento che io non conosca a memoria!” rispose il ragazzo che zoppicando
aveva raggiunto il Signore Oscuro.
“Bhè allora lascia che ti ricordi che noi serpenti non possiamo
venire accecati completamente, la nostra cornea è più spessa e
non si presta a questi giochetti con il fumo, se non per un breve momento!”
aggiunse Voldemort afferrando Harry e guardandolo fisso negli occhi prima di
scaraventarlo di nuovo a terra. I mangiamorte ancora seduti esultarono, sebbene
ciechi, riuscivano a percepire l’ira e la maestosità del loro Signore.
“Potter, è ora che tu vada a salutare mamma e papà!”
disse puntandogli addosso la bacchetta.
“Expelliarmus!” gridò Piton che senza che nessuno se ne accorgesse,
coperto dal mantello del l’invisibilità, si era finalmente svegliato.
Voldemort vide schizzare la sua bacchetta in fondo alla sala, si voltò
verso il professore di pozioni e disse con una smorfia di rabbia sul viso “Come
immaginavo Severus mi deludi, credevo che la sorte del figlio di James Potter
non ti stesse così a cuore!”
“Invece mi stà a cuore, lascialo stare!” gridò Piton
“Come osi dare degli ordini a me, tu, piccolo patetico uomo!” gridò
Voldemort mentre Harry strisciando riuscì a recuperare la sua bacchetta.
“Per troppo tempo ho permesso alla paura di soggiogarmi a te… ora
non te lo permetterò mai più!”
“Davvero? Accio Bacchetta!” gridò L’oscuro Signore
prima che Piton potesse parlare.
Harry realizzò immediatamente cosa sarebbe accaduto dopo, guardò
Piton e gridò “Si sposti, scappi, si smaterializzi!” ma il
professore sembrava pietrificato e non si mosse.
Come al rallentatore Hary sentì Voldemort pronunciare “A.v.a.d.a.
K.e.d.a.v.r.a!” e un fitto fascio di luce verde dirigersi verso Severus
Piton. Harry puntò la sua bacchetta sul fascio di luce e disse “Tempus
Fermus!” pregando con tutte le sue forze che quell’incantesimo imparato
all’ultimo momento funzionasse… e così fu, la luce si fermò
a meno di una spanna dal corpo immobile del professore, Harry gli diede una
spinta spostandolo di lato e con altrettanta velocità al suo posto recitò
“Revolta incantatem!”.
Quando il tempo e la vita ricominciarono a scorrere normalmente, la maledizione
senza perdono che Voldemort aveva lanciato rimbalzò come impazzita tornando
verso il suo padrone che venne colpito di striscio cadendo a terra sanguinante
e dolorante. Ciò però non bastò a piegarlo, Voldemort si
rialzò e con doppia se non tripla intensità scagliò la
medesima maledizione di nuovo, prima su Piton, che buttandosi a terra riuscì
a smaterializzarsi appena in tempo per schivare il colpo, poi sul ragazzo.
“Questa è la sorte che aspetta tutte le persone che ami!”
gridò furibondo “Moriranno e poi la loro anima resterà con
me per sempre…”
Harry era proprio sulla direzione del colpo, puntò la bacchetta, inspirò
profondamente e con tutto il fiato che aveva in gola urlò “No,
bastaaaaa!”. Un fascio di luce bianca potentissimo si sprigionò
dall’estremità della sua bacchetta andandosi a scontrare con il
fascio di luce verde che proveniva dall’altra parte. L’impatto fu
incredibile, l’energia sprigionata era immensa, fece esplodere tutti i
lampadari rimasti e schiantò tutti i mangiamorte presenti. Voldemort
era contratto in una smorfia di rabbia mentre Harry stava dando fondo a tutte
le energie che gli restavano in corpo. Sembrava che la cosa sarebbe potuta continuare
all’infinito, sia Harry che l’Oscuro Signore non davano segni di
cedimento, anzi pian piano la potenza che entrambi impiegavano raddoppiava.
Piton era senza parole, riapparso poco distante osservava la scena immobile,
Potter era circondato da un’aura di energia mai vista prima, neanche tra
i più potenti maghi mai esistiti che lui ricordasse, Voldemort invece
era completamente circondato da una luce verde pulsante. “Muori!”
gridò il viscido essere dando più potenza al suo fascio di luce.
Harry non rispose, chiuse solamente gli occhi concentrandosi di più…
all’improvviso la luce bianca si fece più intensa, cominciò
a farsi strada, lentamente avanzava… stava mangiando quella verde, la
respinse sino a farla rientrare nella bacchetta che l’aveva scagliata.
Fu allora che il fascio di luce bianca attraversò la bacchetta di Voldemort
colpendolo in pieno petto e facendolo schiantare violentemente contro una colonna
della sala. La bacchetta del mago oscuro esplose in mille pezzi mentre lui continuava
a contorcersi dal dolore. Voldemort in preda a spasmi acuti guardò Harry
e allungando una mano nella sua direzione gridò “Non ce la farai
Potter, sono parte di te… non puoi sconfiggermi… tor..nerò!”
“Non credo!” gridò Harry mentre la sua bacchetta scagliava
un ultimo colpo contro l’Oscuro Signore che dopo aver emesso un ultimo
lacerante grido smise completamente di muoversi e cadde a terra.
Harry ansimante abbassò la bacchetta, spossato da una tale lotta furibonda
guardò il professore che a sua volta lo fissò incredulo e senza
dire una parola cadde sulle ginocchia e si accasciò al suolo. Non c’era
un centimetro del suo corpo che non lo facesse impazzire dal dolore. Alcune
delle ferite riportate durante il duello erano molto brutte e non accennavano
ad arrestarsi dal sanguinare. Harry sentiva le forze venirgli meno, il professor
Piton gli si avvicinò e sussurrò “Resisti Potter, tra poco
saremo a Hogwarts!”, ma Harry non sentì mai quell’affermazione…
il suo braccio gli scivolò inerte dal petto sotto lo sguardo terrorizzato
di Piton.
“Harry, resisti, non mollare proprio adesso!” gridò il professore
che stringendolo forte attivò la passaporta che aveva in tasca.
Un attimo dopo Severus Piton, sorreggendo un Harry Potter privo di conoscenza,
a prima vista morto, apparve in infermeria sotto gli sguardi scioccati di tutti
i presenti.
Capitolo 23°: Cosa ti hanno fatto!
Il professor Piton era fermo in mezzo all’infermeria e reggeva il corpo
inerme di Harry.
Il ragazzo era davvero conciato male, dal braccio ferito che penzolava senza
vita colava senza sosta un rigolo di sangue che ormai aveva creato sul pavimento
una piccola pozza.
“Severus!” disse Silente risoluto avvicinandosi all’amico
“Harry!” disse Hermione con un filo di voce che le morì in
gola a quella vista
“Harry ti prego noooo!” balbettò Draco mentre Ginny disperata
lo abbracciava e cominciava a piangere sulla sua spalla. Ron e Blaise erano
pietrificati, guardavano l’amico e non riuscivano neanche ad emettere
un suono.
“Albus… io non sono riuscito a...” provò a dire il
professore ma una fitta tremenda alla tempia lo fece barcollare. Silente e Arthur
Weasley lo soccorsero e lo aiutarono a sdraiarsi dopo aver deposto Harry su
un letto.
Madama Chips corse immediatamente a soccorrere il ragazzo che senza ombra di
dubbio era quello più grave. “Mio Dio! Guardate cosa gli hanno
fatto!” disse vedendo le ferite sul corpo dopo avere fatto sparire con
un incantesimo i vestiti lacerati.
Hermione scoppiò a piangere “Madama la prego, lo aiuti!”
sussurrò mentre Molly Weasley l’abbracciava dolcemente
Madama Chips, fermò immediatamente l’emorragia al fianco, fece
delle flebo per stabilizzarlo e recitò un incantesimo per tenere sotto
controllo pressione e battito cardiaco “Chissà cosa diavolo gli
hanno scagliato addosso per procurargli questa ferita?” chiese con un
brivido nella voce.
“Temo sia l’Avada Kedavra!” rispose Silente
“Coosa? Ma come ha fatto a sopravvivere?” chiese Fred allibito pallido
come non si era mai visto
“Harry è potente al di là di ogni aspettativa!” rispose
il preside
“Già talmente potente che ora è sdraiato morente in quel
letto!” ribattè Hermione scoppiando a piangere nuovamente.
“Cara Hermione, se non lo fosse stato… ora non sarebbe li sdraiato!”
le rispose la McGranitt stringendole la mano in segno di conforto
“Gli hanno conficcato qualcosa nella spalla trapassandola da parte a parte,
è un miracolo che non gli abbiano staccato il braccio!” disse Madama
Chips mentre medicando la ferita una lacrima le cadeva silenziosa sulla guancia
“Animali!”
“Albus, credo che ce l’abbia fatta…” sussurrò
piano Piton
“Cosa, cos’ha detto?” chiese Arthur Weasley “Ce l’ha
fatta a fare cosa?”
Silente fece un mezzo sorriso e rispose “Pare che Harry ci abbia salvati
per la seconda volta, proprio come diciassette anni fa!”
“Albus non vorrai dire che… Harry è riuscito a… uccidere
Tu sai chi?” chiese l’uomo incredulo
“VOLDEMORT!” gridò Piton gemendo “Chiamiamo quel pazzo
assassino con il suo nome” disse il professore di pozioni prima di svenire
Arthur era allibito guardava Silente con gli occhi stralunati mentre quest’ultimo
con abili movimenti medicava Piton.
“Caro Arthur pare che così dica Severus, ci faremo raccontare non
appena si sveglia!” lo rassicurò Silente prima di venire interrotto
da Madama Chips.
“Albus, guardi Potter ha le gambe ferite da qualcosa che sembra acido…
venga qui mi aiuti a capire… non so come medicarlo!” disse Madama
chips sconvolta. Il preside si avvicinò e annuì “Acido Guttas!”
disse “Harry deve in parte essere riuscito a proteggersi con un controincantesimo
che forse però non è bastato! Non si preoccupi Madama, grazie
al suo unguento per le bruciature a Harry non resterà neanche una cicatrice”.
La donna annuì e cominciò a stendere un sottile velo di unguento
sulle ferite del ragazzo.
“Ma è pazzesco!” gridò Ron “Gli hanno lanciato
addosso dell’acido?!”
“E non solo quello a giudicare dalle ferite!” rispose secca Madama
Chips “Devono averlo anche frustato come con Draco e… oh cielo!”
scattò la donna “Ha subito un incantesimo d’acciecamento!
Guardate le sue pupille!”
“Cecitax Ivanesca Totalis!” gridò Madama Chips “E’
bene rimuovere tutto l’incantesimo altrimenti, a lungo andare, potrebbe
procurargli seri problemi agli occhi, sino a portarlo alla cecità!”
“Nooooo! I suoi occhi… ti prego Signore, fa che non sia successo
niente, lascia che possa vedermi ancora e che io possa rivedere il suo amore
attraverso quel suo sguardo fantastico!” pregò Hermione sentendo
quelle parole.
Harry era pallidissimo, la ragazza lo fissava, era così indifeso in quel
letto. Una lacrima le rigò la guancia e ben presto un’altra e un’altra
ancora le fecero compagnia. Non riusciva a smettere di piangere, Harry giaceva
morente in un letto e lo aveva fatto per salvare tutti loro.
“Deve avere almeno 3 o 4 costole rotte a giudicare dagli ematomi che ha
sull’addome… lo fascerò e aspetterò che si riprenda…
solo allora potrò somministrargli la pozione aggiusta ossa” commentò
fra sé una Madama Chips sempre più allibita dalle condizioni in
cui versava il ragazzo.
“Per fortuna non ha subito lesioni agli organi interni… fegato,
milza, polmoni, reni… sembra tutto a posto!” continuò mentre
la sua bacchetta si muoveva rapida su tutto il corpo del ragazzo.
Poi all’improvviso un suono lungo e acuto rimbombò nella sala dell’infermeria
facendo sobbalzare tutti i presenti.
“Ma che… diavolo succede!” urlò Madama Chips nel vedere
Harry agitarsi “Sono convulsioni! Presto datemi quel pezzo di stoffa?”
e in un batter d’occhio lo infilò in bocca al ragazzo per evitare
che soffocasse.
“Biiiiiiiiiiiiiiiiiiiiippppppppppppppppp”
“Mio Dio che succede!” gridò terrorizzata Hermione
“Stai calma Hermione!” disse Draco afferrandola al volo “Lascia
che Madama Chips si occupi di lui senza nessuno tra i piedi!”
“Draco, lasciami, lasciami… guardalo, Draco guardalo… stà
morendo, perchèèèè?” gridò Hermione
mentre cercava di liberarsi dalla presa del biondino finendo poi con l’accasciarsi
a terra disperata
“Hermione, stai calma… Harry ce la farà!” le rispose
il ragazzo abbracciandola forte
“Il cuore, si stà fermando!” sussurrò Ron con le lacrime
agli occhi “Harry… ti prego non ci lasciare!”
“Innerva Battito!” gridò la Chips puntando la bacchetta dritta
al cuore di Harry
Niente il Bip non accennava a spegnersi.
“Innerva Battito!” ripetè la donna aumentando la scarica
elettrica emanata precedentemente
Ma ancora niente.
“Posso lanciarne ancora uno, Potter forza stia con me!” pensò
mentre ripuntava la bacchetta al cuore del ragazzo
“Innerva Battito!” urlò per la terza volta ed un ultima e
potente scarica colpì Harry
Ci fu una pausa di silenzio che sembrò durare in eterno poi “Bip…
Bip… Bip… Bip… Bip…” il cuore riprese a battere
regolarmente anche se in modo molto debole.
“Si, bene Potter, così da bravo, resti con me!” gridò
Madama Chips continuando a recitare incantesimi per riuscire a stabilizzarlo.
“Oh cielo!” esultò Molly Weasley che per la paura aveva smesso
di respirare per qualche secondo
“Siiiiiiii!” gridò Ron mentre abbracciava una Blaise in lacrime.
Madama Chips trafficò senza rivolgere la parola a nessuno per altri 30
minuti dopodichè finalmente si girò e si rese disponibile per
dare delle spiegazioni.
“Madama come stà?” chiese Draco con un filo di voce
“Ragazzi è inutile che vi menta, ha perso molto sangue e ha ferite
molto profonde sia al fianco che alla spalla, ha 4 costole rotte e 2 incrinate,
bruciature e tagli su tutto il corpo. E’ scampato per un pelo a quest’arresto
cardiaco, ora è stabile ma… La cosa che mi preoccupa di più
è questa sua debolezza, Harry è un ragazzo forte e non l’ho
mai visto in sette anni tanto debole. E’ come se gli avessero prosciugato
l’energia vitale.” Rispose Madama Chips guardando i ragazzi.
“Si riprenderà?” chiese Hermione con voce tremante
“Lo spero signorina Granger, Harry deve superare la notte… è
molto debole, non so se riuscirà! Deve aver sopportato uno sforzo immane
che l’ha debilitato troppo. Un arresto cardiaco in un ragazzo così
giovane non è assolutamente concepibile, non è normale capite?
Nel suo corpo non c’è più un residuo di forza” le
rispose la donna abbassando lo sguardo. “Dobbiamo sperare che ne trovi
dell’altra… chissà dove non lo so!”
Nell’infermeria scese un silenzio quasi reverenziale. Ragazzi e i professori
avevano sperato di ricevere notizie più confortanti… nessuno osava
commentare quanto detto da Madama Chips che nel frattempo, staccatasi da Harry,
andò a controllare il professor Piton.
Hermione guardò il suo Harry, prese una sedia, si sedette accanto a lui
e tenendogli la mano cominciò a parlargli “Harry, so che puoi sentirmi”
disse baciandogli la mano “Ti ricordi il giorno che ci siamo conosciuti,
sul treno che ci portava ad Hogwarts, eri così gracile, così spaventato…
ed io così saccente e piena di me… già allora però
il tuo sguardo aveva qualcosa di speciale, faceva trasparire tutta la tua forza,
il tuo coraggio e la tua dolcezza… Harry non ti ho mai veramente detto
quanto la tua amicizia e ora il tuo amore mi abbiano cambiata, con te è
tutto più bello, tutto più speciale, riesci a farmi sentire così
bella e desiderata, mi fai salire così in alto che per guardare il paradiso
devo abbassare lo sguardo… oh Harry ti prego, resta con me, non mi lasciare,
hai lottato tanto per tutti noi, ora devi lottare un po’ per te, io lo
farò da qui, standoti accanto… ma ti prego tu non mollare, non
dargliela vinta. Ti prego amore mio, ci sono ancora così tante cose che
possiamo fare insieme, resta con me, non mi lasciare!”
Il professor Silente si avvicinò alla ragazza, le mise una mano sulla
spalla e dolcemente le disse “Non aver paura Hermione, Harry non rinuncerà
mai a tornare da te e da tutte le persone che ama, continua a stargli vicino
e vedrai che si sveglierà!”
La ragazza lo fissò con occhi lucidi e annuendo a quelle parole disse
“Posso solo immaginare la sofferenza che deve aver patito in quella sala,
da solo contro tutti, vorrei solo che per una volta potessimo fare noi qualcosa
per lui… è da sempre che Harry si sacrifica e lotta per il bene
di tutti, mettendo sempre da parte la propria felicità!”
Silente annuì e disse “Harry sapeva di avere un compito da compiere,
non solo per il nostro bene ma soprattutto per il suo. Sapeva che presto o tardi
avrebbe dovuto affrontare Voldemort, affrontare le sue paure e le sue debolezze…
non per noi ma per se stesso. Le loro vite erano influenzate l’uno dall’altro,
un’unica cosa, legati da una maledizione che li faceva vivere in una sorta
di simbiosi. Ha fatto una scelta, sapeva a cosa sarebbe andato incontro, ma
ha scelto per poter finalmente ottenere la libertà che gli spettava da
diciassette anni.”
Hermione non rispose abbassò solamente lo sguardo e fissò nuovamente
il ragazzo moro steso nel letto accanto a lei e pian piano ricominciò
a sussurrargli dolci parole all’orecchio.
Harry non si mosse quella sera, come non lo fece nelle tre settimane successive.
Ormai vegetava in un coma controllato da quasi un mese, senza il minimo movimento.
Hermione ogni giorno seduta accanto a lui, accarezzandolo e baciandolo continuò
a parlargli per ore e ore di tutto, di lei, della scuola, degli esami, degli
amici, di loro, soprattutto di loro e dei bei momenti trascorsi insieme. Finchè
un freddo pomeriggio all’inizio di dicembre…
“No Ron! Si pronuncia Scudo Sempre non Scudo Sempra!” Disse la ragazza
scocciata
“Hermione sono sicuro è “Scudo Sempra” la professoressa
Figg ce l’ha insegnato due settimane fa!”
“Ti sbagli Ron… sono sicura!” continuò la ragazza
“Hermione hai torto… sono sicuro che Harry darebbe ragione a me!”
disse il ragazzo scocciato
“Ah davvero, adesso glielo chiedo… amore Ron sostiene che per l’incantesimo
di difesa con lo scudo si deve pronunciare Scudo Sempra?” chiese Hermione
continuando a fissare Ron che sbuffando si era voltato dall’altra parte.
“Ha.. rag..io…ne!” rispose debolmente Harry guardandola
Hermione pietrificata si voltò lentamente “Harry” sussurrò
mentre le lacrime cominciarono a rigarle il bel viso “Ti sei svegliato
finalmente!” sorrise senza smettere di piangere
“Harry!” disse Ron singhiozzando “Ben tornato amico!”
“Scu..do Sempr…a …amore!” continuò debolmente
il ragazzo.
Alla parola amore, Hermione cominciò ad esultare, a gridare, a ridere
e piangere insieme, a saltare per tutta l’infermeria, abbracciò
Ron, abbracciò Neville che ferito da una pozione era stato ricoverato
due letti più in là, abbracciò Madama Chips richiamata
dalle sue urla di gioia. Finalmente il suo Harry si era svegliato e nessuno
poteva impedirle di gridarlo al mondo.
Dopo essersi riuscita a staccare da un’Hermione impazzita Madama Chips
sorridente controllò il ragazzo “Finalmente signor Potter, ero
un po’ stufa di vedere la signorina Granger accampare in infermeria!”
Harry sorrise alzando lievemente gli occhi al cielo
“Davvero!” Sbuffò Madama Chips ricambiando il sorriso
Hermione arrossì e poi abbracciò Harry con tale impeto che il
poverino dovette chiedere aiuto per non morire soffocato.
Tutta la scuola seppe ben presto che Harry Potter si era svegliato. Non appena
fu loro possibile Draco, Ginny e Blaise entrarono di corsa in infermeria e si
precipitarono a salutare l’amico.
“Hey Potter, te la sei presa comoda… pensavamo che avresti dormito
fin dopo gli esami!” gli disse Draco strizzandogli l’occhio
“Harry ben tornato!” disse la bella rossa stringendogli la mano
“Già, ci sei mancato… non vedevamo l’ora di frequentare
con te le lezioni di smaterializzazione!” aggiunse Blaise sorridendo.
Harry fece loro cenno che stava bene anche se in realtà era come se lo
avessero spezzettato in mille pezzi e poi rimesso insieme.
“State tutti bene?” chiese con un filo di voce
“Oh Harry!” singhiozzò Hermione “Non lo fare mai più,
non provarci mai più a lasciarmi da sola!”
Lui la guardò e con uno sforzo immenso, accarezzandole la guancia, disse
piano “Herm, questa volta era necessario!”
“Finalmente!” gioì Silente entrando nell’infermeria
seguito dal professor Piton “Come ti senti Harry?” chiese il professore
felice
Harry sollevò il pollice piano mentre una Madama Chips sbraitava “Lasciatelo
stare… non vedete che è ancora molto debole… forza fuori,
ho detto tutti fuori, potrete tornare a fargli visita domani, via rausss!”
e così dicendo spinse tutti i ragazzi e i due professori fuori dall’infermeria.
“Ma caspita che zucconi!” continuò avvicinandosi al ragazzo
che con uno sguardo complice le fece capire che aveva apprezzato il gesto. Madama
Chips controllò nuovamente la flebo che Harry stava per terminare e sorridendogli
con un filo di magone disse “Ben tornato Harry, abbiamo avuto tanta paura
di perderti… fortunatamente non ci hai deluso neanche questa volta!”
Harry le sorrise e le strinse piano la mano in segno di affetto poi sussurrò
“Grazie! Scommetto che ha avuto il suo bel da fare…!”
Madama Chips contraccambiò la stretta di mano e uscì lasciandolo
tranquillo a riposare.
Capitolo 24°: Non ricordo!
La mattina seguente Harry stava molto meglio, riusciva a parlare senza fatica
anche se sentiva un certo indolenzimento in tutto il corpo. Il fianco e la spalla
gli davano ancora parecchio noia ma nulla a confronto di tre mesi prima. Gli
amici erano come previsto già accampati fuori dall’infermeria e
non appena ebbero autorizzazione di poter passare entrarono come dei tornadi
nella sala.
“Come ti senti?” chiese Draco
“Bhè come dire, riposato! Mi sembra di aver dormito una settimana
consecutiva” disse sorridendo
“A dir la verità è un po’ di più… quasi
tre mesi!” lo corresse Ron
“Tre mesi?” chiese il ragazzo
“Sei rimasto in un coma controllato per quasi dodici settimane!”
spiegò Hermione sorridendogli
“Coma? Accidenti dovevo proprio essere conciato male!” commentò
“Se ti stai chiedendo come diavolo hai fatto a riprenderti… la risposta
ce l’hai davanti agli occhi!” gli disse Ron indicando una bella
ragazza dagl’occhi color cioccolato.
“Già, in tutto questo tempo Hermione ti è stata vicina parlandoti
tutti i giorni e Madama Chips è riuscita a curare quasi tutte le tue
ferite!” gli spiegò Blaise
“Non dargli retta Harry, sei tu che hai deciso di guarire e tornare da
noi, io ti ho solo dato un motivo in più per farlo!” disse Hermione
mentre gli stringeva la mano
“Lo so! Ti sentivo Herm, ma non riuscivo a parlarti… ho sentito
quasi tutto ciò che mi hai detto!” rispose il ragazzo stringendole
forte la mano
Alla ragazza scesero due lacrime silenziose mentre annuiva felice.
Ormai erano passati tre giorni da quando Harry si era svegliato e le sue condizioni
miglioravano velocemente.
Unico inconveniente erano degl’incubi terribili non molto chiari che lo
perseguitavano durante la notte… Harry si svegliava più volte tremante
e tutto sudato senza ricordare bene per quale motivo e riuscendo a prendere
finalmente sonno solo alle prime luci dell’alba. Poi una mattina…
“Buongiorno!” disse Silente
“Buondì professore!” rispose Harry sorridente ma con occhiaie
molto marcate
“Ho dovuto promettere a Madama Chips che non ti avrei fatto domande…
però una te la voglio fare Harry… come ti senti?”
“Bene!” rispose il ragazzo sbadigliando
“No, voglio sapere se stai veramente bene o se c’è qualcosa
di cui tu voglia parlare con me!”
“Stò bene professore!” sussurrò convinto il ragazzo
“Vorrei solo capire come ho fatto a finire qui?”
A quelle parole Silente e gli altri lo guardarono allibiti.
“Scusa?” disse Ron
“Harry ma che dici?!” chiese Draco stupito
“Draco, non ricordo, sono caduto dalla scopa alla partita di Quidditch
per caso?”
“Mi stai prendendo in giro vero?” gli chiese il biondino sempre
più incredulo
“No, ricordo solo che Ron è caduto, il perché sia precipitato
dalla finestra non lo ricordo, che ero con il professor Piton… ma poi
niente!”
Draco a bocca aperta guardò il preside.
“Madama Chips!” la chiamò Silente “Dovrebbe gentilmente
controllare la memoria di Harry, pare che stia facendo le bizze!” le disse
preoccupato cercando di sdrammatizzare
“Tutto a posto!” disse la donna qualche minuto dopo aver fatto i
soliti controlli di routine “Niente di strano, la tua memoria è
perfetta, dovresti ricordare tutto quello che è succes…”
ma non riuscì a finire la frase perché un Harry alquanto irritato
disse “Ricordare cosa? Cosa diavolo è successo e perché
non ricordo nulla?”
“Harry, calmati probabilmente è un modo di difesa che stà
usando la tua mente per proteggerti, in fondo hai vissuto degli avvenimenti
piuttosto intensi che forse al momento è bene che tu non ricordi!”
gli disse Silente calmo
Ma il ragazzo non voleva calmarsi “Professore cosa ho fatto? Cosa è
successo due mesi e mezzo fa per farmi restare in coma undici settimane?”
chiese arrabbiato
“Ebbene…” iniziò Silente dolcemente “Hai salvato
i tuoi amici e hai combattuto con Voldemort in un duello all’ultimo sangue
che pare, dai racconti di Severus, tu abbia vinto!”
Harry non parlò più, la mascella gli si era paralizzata a mezz’aria.
Guardò il preside con l’aria di chi stava valutando se gli era
stata raccontata una balla “Non ricordo più nulla! Come ho fatto
a dimenticare?” disse lasciandosi cadere di nuovo sul cuscino.
I ragazzi lo guardarono confusi, cosa cavolo poteva essere successo che da un
giorno con l’altro Harry non ricordasse più nulla.
“Ti aiuterò a ricordare Harry, posso capire il tuo tentativo inconscio,
ma dimenticare non ti farà stare meglio, devi invece ricordare e convivere
con quello che è successo… quando te la sentirai ne parleremo insieme!”
lo rincuorò il vecchio preside
Harry annuì mentre pensieroso si chiese nuovamente il perché volesse
dimenticare e come facesse Silente a capire come si sentiva.
“Harry!” sussurrò Hermione “Non ti preoccupare ormai
è finita! Non c’è più nulla da temere!”
Harry le sorrise e fece cenno di sì con la testa mentre il vecchio preside
si diresse tranquillo verso l’uscita.
“Professore!” lo chiamò Harry “Ero con il professor
Piton vero? Sta bene?”
“Si Harry… più tardi verrà a trovarti!”
“Venite insieme… per favore!” rispose il ragazzo
Silente fece un cenno con la testa e uscì dall’infemeria.
“Harry ti assicuro che hai fatto cose incredibili in quella sala almeno
fino a che sono rimasto cosciente per vederle” Disse Piton guardandolo
“Perché poi che è successo?” chiese il ragazzo ansioso
di sapere
“Voldemort ha capito che ero lì per proteggerti e mi ha colpito,
ho perso conoscenza e tu te la sei cavata da solo sino a quando mi sono ripreso
e ho visto il vostro scontro finale… mi hai salvato la vita Potter…
“ disse tossendo imbarazzato il professore
“Io le ho salvato la vita?” chiese il moretto incredulo “Oh
porca puttana… come posso aver dimenticato? oh mi scusi professore”
disse svelto il ragazzo arrossendo
“Possiamo provare con la Dormiens Ipnosis” disse Piton guardando
il ragazzo e Silente
“Cos’è?” chiese Harry
“E’ una pozione che ti aiuterà a rivivere quei momenti e
a ricordarli… l’unica cosa però che essendo molto potente
potrebbe farti rivivere certe emozioni provate non troppo piacevoli!”
”Sono pronto!” disse Harry “Voglio sapere, devo ricordare!”
“D’accordo allora non appena Madama Chips ti dimetterà ci
vedremo tutti insieme al vecchio club dei duellanti, là potremo concentrarci
senza essere disturbati.” Rispose Piton indicando il piano superiore.
La domenica successiva in tarda mattinata Harry fu dimesso dall’infermeria,
ancora un po’ dolorante a causa del fianco e della spalla fasciati ma
per il resto in gran forma. Quando fece il suo ingresso in sala grande per il
pranzo fu accolto con grida, applausi e manifestazioni di stima da tutti gli
studenti e professori presenti. Vistosamente imbarazzato da tanta manifestazione
d’affetto Harry si andò a sedere al tavolo dei caposcuola dove
i suoi amici lo stavano aspettando sorridenti.
“Che palle Harry, sei sempre il solito, non ce la fai proprio a passare
inosservato?” gli disse Draco strizzandogli l’occhio e abbracciando
Ginny che ridacchiava divertita.
“A quanto pare!” rispose il ragazzo rosso come un peperone
“Harry… Harry!” gridò Colin Canon “Ciao, finalmente!
Come stai?”
“Bene Colin… grazie!” sospirò Harry
“Posso farti una fotografia? Andrà nel mio album privato…
non vedo l’ora di farla vedere a mia mamma… ora che hai ucciso colui
che non deve essere nominato… divent…!”
“Cos’hai detto?” chiese Harry brusco alzandosi e facendo cadere
la sedia a quel movimento
“Cosa?” rispose Colin stupito da tanta irruenza
“Chi avrei ucciso?”
“Colui che non deve essere nominato!” rispose il ragazzo un po’
in panico
“Non dire sciocchezze Colin, nessuno può uccidere quell’essere
tantomeno io!” e detto questo se ne andò lasciando tutti ammutoliti
al tavolo.
“Harry aspetta, che ti succede?” lo rincorse Hermione afferrandolo
al braccio
“Niente Herm, stò bene… scusami ma vorrei stare un po’
da solo!” disse dirigendosi verso la sua camera.
La ragazza annuì, preoccupata lo lasciò andare e fece ritorno
al tavolo dagli altri
“Che succede?” le chiese Ron
Hermione scosse la testa senza rispondere
“E’ solo un po’ scosso per questa storia della memoria…
stiamogli vicino senza stressarlo” disse Draco prendendo la mano di Hermione
“E’ strano, è come se ci fosse qualcosa in lui di diverso…
questa storia lo stà logorando!”
“Dov’è andato?” chiese Blaise piano
“Non lo so credo alla torre est!”
“Andiamo da lui, distraiamolo un po’… vedrai che gli farà
bene” le disse Ginny sorridendo
Hermione annuì e insieme agli amici s’incamminò verso l’uscita
della sala grande.
Harry stava salendo le scale quando la voce del professor Piton, di Silente
e di Madama Chips catturarono la sua attenzione. Aveva completamente dimenticato
il loro appuntamento.
“Strano, che non ricordi!” disse Madama Chips
“Credi che stia fingendo Albus? Chiese nettamente la voce di Piton
“No, non credo che stia mentendo! credo invece che ci sia sotto qualcosa,
è come se Harry sapesse più di quanto possiamo immaginarci…
cose talmente orribili da costringere la sua mente ad accantonarle in un angolino
della memoria.” Rispose il preside
“Credi che… lui …” mormorò Piton
“Lo scopriremo presto Severus, tra poco Harry verrà al club!”
“Buongiorno!” disse piano il ragazzo interrompendoli dalla loro
discussione
“Buondì Harry, vedo che anche stanotte non sei riuscito a dormire?”
chiese il preside
“Bhè si non tanto!” sorrise il ragazzo “Mi capita spesso
da quando mi sono svegliato!”
“Potter, sei pronto?” chiese il professore di pozioni
“Certo, non sapere mi stà facendo diventare pazzo!” rispose
il ragazzo risoluto
“Accomodiamoci allora!” indicò Silente mentre faceva strada
nella vecchia aula adibita ai duelli. “Madama Chips è presente
perché magari la pozione risveglierà in te particolari emozioni
che lei saprà assopire!” disse svelto Silente mentre Harry annuiva
con la testa
I professori seguiti da un Harry curioso entrarono nell’aula buia. Il
preside con un semplice gesto della bacchetta fece comparire delle candele per
far loro compagnia.
“Dunque Harry, funzionerà così… ti farò sdraiare
sulla passerella dei duelli e ti coprirò con una coperta. La pozione
ti farà andare in ipotermia e subito dopo in una specie di trance…
ti sembrerà di vedere un film, immagini, suoni, colori, profumi, tutto
ciò che è successo e soprattutto cosa hai provato sembrerà
così vivido da sembrare reale, non ti spaventare se la cosa dovesse degenerare
saprò come interrompere l’incantesimo e riportarti qui da noi.”
Spiegò Severus Piton mentre versava in un calice una pozione fluorescente
di colore rosa.
Harry si sedette sulla passarella, afferrò il calice e in men che non
si dica inghiottì la pozione sotto lo sguardo attento dei tre professori
dopodichè si sdraiò e in pochi secondi si addormentò.
“Ecco, stà già facendo effetto!” disse Piton mentre
lo copriva
“Ma trema!” sussurrò Madama Chips
“Si è normale, la temperatura corporea si abbassa tantissimo, è
necessario per poter entrare in trance!”
“Severus mi raccomando prudenza, non voglio che Harry ne esca provato!”
disse Silente che non aveva staccato lo sguardo dal viso del ragazzo
Piton annuì con la testa e sentì il polso a Harry “Ci siamo!”
esclamò proprio nel momento in cui il ragazzo spalancò gli occhi
e cominciò a sollevarsi
“Che fa Severus?” chiese madama Chips allarmata
“Tranquilli, siamo venuti qui proprio perché c’è abbastanza
spazio perché lui si possa muovere liberamente!”
Harry si alzò in piedi e con gli occhi persi nel vuoto cominciò
a respirare in modo affannorso “Dove sono!” disse “Non li
trovo!” mentre con un’espressione preoccupata sembrava cercare qualcosa.
“Probabilmente stà rivivendo gli attimi nei sotterranei!”
disse Piton
“Ginny… è morta, bastardo….. scappa Draco portala via…
ORA!, non parlare di mio padre…, Ahhhhhhhhhhh…” gridò
il ragazzo piegandosi su se stesso e sputando sangue a terra “le gambe
bruciano, acido ivanesco! Voldemort… scudo sempra, dissennatori…
Piton… bacio… aiuto papà…” Harry sembrava ripercorrere
tutto il duello con il signore oscuro e i suoi mangiamorte.
“Dissennatori, maledizioni senza perdono, acido, ma è incredibile
tutto quello che ha dovuto sopportare!” disse Madama Chips sconvolta
Piton, osservava attentamente ogni movimento del ragazzo cercando di captare
ogni sua parola.
“…soffoco…!” urlò Harry portandosi le mani alla
gola “Non vedo più… SIRIUS! Bastarda… professore si
sposti… tempus fermus!” continuò il ragazzo imitando i gesti
da lui fatti durante il duello.
Poi all’improvviso la sua voce, divenne più roca e più trascicata
“Oh no, eccoli… sono in trappola… perché è solo
un bambino?” gridò Harry accasciandosi a terra e prendendosi la
testa fra le mani “Noooooooo, non puoi, non puoi ucciderli… non
farlo!” urlò
“Mio Dio le anime… mi chiamano!” disse Harry con un sospiro
“E’ orribile, orribile!!”
“Anime… ma di cosa stà parlando?” chiese Madama Chips
sempre più spaventata
“Non saprei, deve essere successo qualcosa quando ero svenuto!”
le rispose Piton
“Guardate!” disse Silente indicando Harry
Il ragazzo tutto d’un tratto smise di urlare e piangere, si rialzò
e cominciò a recitare incantesimi e controincantesimi mai sentiti prima,
maledizioni antiche che lo stesso Silente non sentiva da anni. Li recitava ad
una velocità fuori dal comune e con una padronanza dei termini che lo
stesso Piton si stupì.
“Ma cosa…?” chiese Severus
“Shhhh!” rispose il preside “Lasciami sentire cosa dice”
Harry cominciò a tremare, poi sotto gli occhi increduli di Silente, della
Chips e di Piton si sollevò a un metro da terra vibrando a mezz’aria
e disse “Liberaci… perché ci hai lasciati con lui…
continueremo a chiamarti… torna da noi!”
“E’ inqiuetante, professore ma cosa stà dicendo?”
“Harry, cosa dici?” chiese Silente
Il volto del ragazzo si voltò meccanicamente nella direzione del preside
con uno scatto “Chi è Harry?” disse piano
“Tu sei Harry!” gli rispose il preside
“Il ragazzo non deve dimenticare per poter tornare da noi!”
“Dove deve tornare?”
“A liberarci!”
“Chi siete?”
“Siamo le anime erranti, siamo il dolore e la disperazione, siamo stanchi
vogliamo uscire e lui deve liberarci!... Lasciate che ricordi, solo così
potrà aiutarci!”
“Non siamo noi che gli impediamo di ricordare, è nel suo inconscio!”
“Noi lo stiamo chiamando, gli stiamo facendo vedere, presto ricorderà
di nuovo”
“Dove… dove deve tornare?” chiese Piton d’un fiato
“Egli ha visto, lui sa dove ci troviamo? sa come venire da noi!”
“Ma siete dentro di lui?” chiese di nuovo Piton
“No, siamo prigionieri di ben altro essere!”
“Voldemort?” chiese Silente piano
Nessuno rispose, lo strano spirito svanì e Harry cominciò pian
piano a tornare a terra sotto lo sguardo sconvolto di Piton e della Chips. Poco
dopo il ragazzo riaprì gli occhi.
“Harry come stai? Come ti senti” gli chiese la donna avvicinandosi
e sentendogli il polso
“Stò bene, io…”
“Ricordi qualcosa Harry?” gli chiese Piton
“No, si cioè io… sono un po’ confuso, non …”
cercò di dire il ragazzo
“Non ti preoccupare Harry quando sarà il momento ricorderai. Ora
vai pure nella tua stanza a riposarti un po’!” gli disse Silente
calmo
Il ragazzo moro non disse nulla, uscì dalla sala e si diresse alla torre
est.
Capitolo 25°: A volte ritornano!
“Harry!” disse Hermione correndo verso di lui nel momento in cui
varcò la porta della stanza
“Dov’eri Harry?” chiese Ron visibilmente preoccupato
“Ero con Silente e Piton” disse il ragazzo in evidente stato confusionale
“Stai bene?” gli chiese Draco
“Si, io sono solo stanco, io…”
“Harry cosa è successo?” chiese Blaise guardandolo
“Ho bevuto una pozione per ricordare e poi… ho visto!”
Ron si avvicinò all’amico e guardandolo negli occhi chiese “Cosa?
Cosa hai visto Harry?”
Harry contraccambiò lo sguardo, poi si voltò verso Blaise e rispose
“Sai Blaise, tua madre mi ha salvato in quella sala, mi ha tolto l’incantesimo
agli occhi, ha permesso che io vedessi ancora!”
“Davvero?” chiese la ragazza con un filo di voce
Harry annuì “Ha detto che mi doveva un favore per aver salvato
la sua bambina!” Le disse sorridendo mentre gli occhi diventavano lucidi.
“Oh Harry, ma tu ricordi?” disse Hermione abbracciandolo
“Si, tutto! Ho rivisto tutto e di più” rispose il ragazzo
stringendola forte “Ora so perché avevo cercato di dimenticare!”
“Harry… stai bene?” richiese Draco allarmato “Forse
era meglio non ricordare per il momento… devi aver passato…”
“Tranquillo, preferisco sapere e ricordare tutto!” gli rispose il
moretto che guardandolo fisso continuò “Tuo padre mi ha chiesto
che cosa mai ci avessi trovato in me per diventare mio amico?! Ha detto che
avrei pagato per essermi intromesso…”
”Oh Harry mi dispiace, mio padre… lui è così…”
“Non ti preoccupare Draco, non rimpiango un minuto di tutto ciò
che ho fatto, niente di niente, alla fine sono riuscito a schiantarlo, non so
però che fine abbia fatto!”
“Non m’interessa, se l’hai schiantato hai fatto solo bene!”
rispose Draco tristemente
“Ragazzi, basta lasciamolo tranquillo… Harry riposati un po’,
devi essere esausto, ne parliamo più tardi!” disse Hermione risoluta
Il ragazzo le sorrise e abbracciandola disse “D’accordo, ti va di
rimanere un po’ con me, a farmi compagnia… solo per restare un po’
accoccolati?”
“Certo” rispose lei e insieme si diressero verso il letto a baldacchino
del ragazzo.
Draco e Ginny insieme a Ron e Blaise decisero di lasciare i due ragazzi in pace
così uscirono dalla stanza e si diressero nella camera delle ragazze.
Sdraiati sul letto, con la testa appoggiata al cuscino, Harry e Hermione non
parlavano. Il ragazzo continuava a fissarla rapito dalla sua bellezza poi chiuse
gli occhi, prese dolcemente la sua mano e disse “Herm, Voldemort mi ha
detto che tu e lui…!”
“Mi ha baciata Harry, nient’altro, uno squallido freddo bacio a
fior di labbra… ti giuro che non è successo nulla!” lo interruppe
lei in ansia
“Herm, mi dispiace tanto, credevo d’impazzire quando mi ha detto
quelle cose, non riuscivo a darmi pace, continuava a ripetermi che si sarebbe
occupato lui di te… se ti avesse fatto del male io…”
“Harry, non è successo, a costo di farmi uccidere non gli avrei
mai permesso di toccarmi…” rispose Hermione accarezzandogli la guancia
“Grazie a te stiamo tutti bene, se non fossi venuto da noi a quest’ora
saremmo tutti morti!” continuò lei dolcemente
“Hermione, sei la mia vita, non ti avrei mai lasciata da lui senza tentare
di aiutarti… e questo lui lo sapeva bene!”
“Lo so, sei stato molto coraggioso ad affrontarlo… ho avuto così
paura di perderti… ma finalmente è finita, grazie a te Voldemort
non potrà più fare del male a nessuno!”
Il ragazzo la guardò, fece un respiro profondo e stringendole forte la
mano disse “Herm non so come dirtelo, ecco vedi ora che ricordo…
io so la verità e…”
“Cosa Harry… cosa sai, mi stai facendo paura?!”
“Voldemort non è morto!” disse d’un fiato il ragazzo
Hermione sgranò gli occhi “Cooosaaaa?! Non è possibile ma…
ma Piton ha detto che tu sei riuscito a sconfiggerlo… come può
essere ancora vivo?!” Balbettò la ragazza incredula
“E’ debole e senza granparte dei suoi poteri, ma è ancora
vivo, si stà nutrendo e presto ritornerà al potere!”
“Si stà nutrendo? Ma di cosa… Harry non capisco, di cosa
diavolo si sta nutrendo?”
“Di disperazione, dolore, paura, angoscia e strazio, di tutto ciò
che le anime imprigionate dentro di lui gli possono offrire!”
Hermione lo guardò terrorizzata “A…anime?!” chiese
Harry fece un cenno d’assenso con la testa e le spiegò ciò
che Voldemort durante il duello gli aveva mostrato. La ragazza era senza parole,
nella sua testa migliaia di paure riaffiorarono all’istante “No
Harry, non andrai da lui di nuovo… non ti permetterò di rischiare
ancora la tua vita, non voglio perderti !” e così dicendo si alzò
di scatto dal letto e cominciò a camminare istericamente avanti e indietro
per la camera borbottando parole fra sé.
Harry la raggiunse, la bloccò e guardandola fissa negli occhi sussurrò
“Hermione, non capisci se non libero le anime Voldemort non potrà
mai morire!”
“Nooooooooo!” gridò Hermione ormai con le lacrime che le
rigavano le guance “Perché tu? Perché non Silente? Perché
Harry, spiegamelo!” disse strattonando la presa del ragazzo
“E’ necessario Hermione, questo è il mio destino!”
cercò di spiegargli lui “La profezia l’ha predetto, è
tra me e lui, nessun altro può…”
“Smettila!” gridò più forte Hermione tanto che gli
amici nella camera accanto se ne accorsero e corsero a vedere che stava succedendo.
“Hermione ti prego?!” le disse Harry cercando di farla ragionare
In quel momento la porta si spalancò e i quattro amici entrarono preoccupatissimi
da quelle grida.
“Che c’è?” chiese Ron
“Hermione perché piangi?” gridarono Ginny e Blaise abbraciando
la ragazza
“Harry ma che cazzo succede?” chiese Draco impietrito
Il ragazzo fissò gli amici poi come se nulla fosse accaduto disse “Scusatemi
devo andare da Silente”
“Eh no, adesso ci spieghi… rimani 10 minuti da solo con Hermione
e lei cominia ad urlare come una pazza… se permetti ci devi una spiegazione!”
gli disse Draco spostandosi proprio di fronte all’uscita della camera
impedendo al moretto di uscire
“Spostati Draco… vi spiegherò poi, ora devo andare!”
“Eh no, cazzo, tu ci spieghi adesso, siamo i tuoi migliori amici, non
ci puoi trattare così!” ribattè Ron affiancandosi a Draco
che non aveva la minima intenzione di spostarsi
Harry chiuse gli occhi e sparì, riapparendo pochi secondi dopo dietro
ai due ragazzi che a quel gesto erano rimasti senza parole ad osservare la zona
in cui prima si trovava il ragazzo.
“Se volessi potrei andarmene senza darvi comunque una spiegazione!”
disse loro cercando di mantenere la calma
“Ma bravo hai imparato a smaterializzarti… touchè ci hai
spiazzato, però ora dicci che cosa stà succedendo?” chiese
Draco fissandolo negli occhi
“Vold… Voldemort è vivo!” disse Hermione secca sedendosi
su di una sedia lì accanto
Blaise si portò la mano alla bocca mentre Ginny indietreggiò spaventata
a quelle parole. Draco la guardò di scatto con aria interrogativa mentre
Ron chiese “E’ vero? Harry dimmi, è ancora vivo?”
Il ragazzo annuì facendo un lungo respiro.
“Oh mio Dio! Ma come è possibile?” chiese Draco ancora scioccato
“Ho spiegato ad Hermione come è possibile, è difficile da
capire ma lui si nutre del dolore e della disperazione delle persone che ha
ucciso e di quelle che hanno ucciso per lui! Sino a quando queste anime non
saranno libere Voldemort non potrà mai morire!” rispose Harry serio
“E’ per questo che devo andare…”
“Dove?” urlò Ron “Ma che cazzo dici, non vorrai tornare
da lui?”
“Ora capisco… perché Hermione è così disperata,
vuoi tornare da lui, vuoi affrontarlo ancora?!” affermò Draco irritato
“Non voglio… DEVO è diverso, possibile che nessuno di voi
lo capisca!” sbottò il ragazzo secco
“No, scusaci se non capiamo e se facciamo fatica ad abituarci all’idea
di perderti… chiamaci bambini, chiamaci nostalgici, ma ci vien proprio
difficile accettare che tu vada a rischiare ancora la tua vita!” lo freddò
il biondino
“Con o senza il vostro appoggio, dovrò farlo comunque, lo so io,
lo sapete voi, lo sa Silente e lo sa anche Voldemort!”
“Ah bhè, allora perché non diamo un bel party per festeggiare
la cosa!” gridò Ron mentre una lacrima scivolava dalle sue ciglia.
“Non potete capire, non avete visto quelle facce contorcersi dentro il
suo petto, non avete sentito quei lamenti implorare di essere aiutati…
non avete sentito vostro padre e vostra madre chiamarvi…” disse
Harry ansimante mentre a fatica cercava di respingere le lacrime
“Harry, noi non vogliamo perderti… lo capisci?” disse Ginny
guardandolo
“Certo che lo capisco, cosa credete che io invece smani dalla voglia di
morire… siete la mia famiglia, le uniche persone per le quali mi butterei
nel fuoco se fosse necessario, credete davvero che io voglia lasciarvi? Però
purtroppo devo risolvere questa questione se voglio vivere finalmente la vita
che voglio!” le rispose Harry e così dicendo uscì dalla
porta lasciando i cinque ragazzi immobili e senza parole.
“Albus, hai visto anche tu… ha rivissuto tutto il duello e poi
è come se una presenza esterna si fosse impossessata di lui!”
Silente guardò il professore di pozioni senza proferire parola poi come
colpito da un fulmine disse “Ma certo, Voldemort non è morto!”
“Coooosaaaaaaa?” chiese Piton sconvolto “Albus, ma ho visto
con i miei occhi che si accasciava a terra senza vita, la sua bacchetta è
esplosa, non può essere vivo!”
“Purtroppo invece lo è caro Severus, vive grazie a quelle anime,
grazie al loro dolore e all’angoscia che la loro paura riesce a generare…
vive in un limbo al momento, senza un corpo fisico ma presto sarà di
nuovo forte e tornerà in carne e ossa!”
“No Albus, non dirmi che questo calvario non è ancora finito, cosa
diavolo ci vuole per spazzare via quell’essere immondo mi chiedo?”
“Harry!” rispose secco il preside
Piton lo guardò e scoppiò in una risata isterica “Ah ah
ah, ma che novità, chissà magari questa volta ce la fa a farsi
ammazzare… non possiamo chiedergli di tornare da lui, ha già rischiato
abbastanza non credi? Questo è ridicolo, cosa deve fare stò ragazzo…
morire per forza?”
“A quanto pare… sembra proprio che in un modo o nell’altro
uno dei due dovrà farlo!” rispose Harry al posto del preside che
sollevando piano gli occhi disse “Benvenuto Harry, prego accomodati!”
“Grazie!” rispose il ragazzo sedendosi
“Potter, non se ne parla, troveremo un’altra soluzione… non
è veramente il caso di prendere in considerazione… e poi tu non
ricordi ed è bene che ti riposi un pochino… il professor Silente
e io vedremo di…!” Piton non sapeva più che dire si stava
arrampicando sugli specchi pur di distogliere il ragazzo da quel pensiero
“Professor Silente la prego di dire lei al professor Piton che ricordo
perfettamente ogni singolo minuto trascorso in quella sala… dal primo
secondo sino all’ultimo… e purtroppo proprio perché ricordo
ciò che è accaduto, so anche che non vi è altra soluzione
possibile se vogliamo davvero dare un taglio netto con questa storia.”
Piton fissò il ragazzo, poi fissò Silente e rassegnato si sedette
nella sedia accanto in attesa di sapere come si sarebbe proceduto.
Harry cominciò a raccontare per filo e per segno tutto ciò che
aveva vissuto nella sala, le emozioni provate, gli incantesimi usati, le maledizioni
subite e i controincantesimi lanciati per respingerle, raccontò loro
di Dobby e della sig.ra Zabini ma sopratutto descrisse attentamente tutta la
faccenda delle anime.
“Lì per lì non avevo capito… solo dopo il Dormiens
Ipnosis ho capito chi fossero!” deglutì piano Harry mentre una
lacrima gli solcò la guancia “Erano i miei genitori e migliaia
di altre anime a chiamarmi, mi imploravano di liberarli, di aiutarli!”
Piton era ammutolito, come aveva fatto Harry, con la sua giovane età,
a sopportare tutto quel dolore.
“Se vogliamo sconfiggere Voldemort una volta per tutte, dobbiamo liberare
le anime che tiene prigioniere e di cui si ciba!” disse il ragazzo guardando
Silente.
“E sia, studieremo un modo per raggiungere il Signore Oscuro ovunque egli
si trovi e pianificheremo una strategia per distruggerlo una volta per tutte!”
disse risoluto il preside alzandosi e accarezzando Fanny che dormiva appollaiata
sul suo trespolo.
Piton fece un cenno d’approvazione con la testa e fissò Harry che
con gli occhi al cielo aveva appoggiato la testa allo schienale della poltrona
in cui sedeva.
“Andrò da solo!” asserì il ragazzo con un filo di
voce “E’ così che dev’essere vero?” continuò
squadrandoli
Silente e Piton si guardarono e annuirono contemporaneamente.
A quel gesto Harry si alzò e con un mezzo sorriso dicendo “Ho vinto
qualche cosa?! Comincio a stufarmi di essere così fortunato!”
“Andiamo in sala grande Harry, si è fatto tardi… continueremo
dopo la nostra chiaccherata, ora è bene che tu mangia qualcosa!”
gli disse Silente sorridendogli
“Già e poi mi dicono che stasera c’è il pasticcio
di carne!” cercò di sdrammatizzare Piton mentre s’incamminavano
tutti e tre verso la scala di pietra.
Harry entrò nella sala grande accompagnato da Silente e Piton, gli sguardi
interrogativi di tutti gli studenti delle quattro case e degl’altri professori
denunciavano che la cosa aveva destato un certo stupore e interesse. Mormorii
si alzarono dai vari tavoli mentre venivano indicati al loro passaggio. Giunti
al tavolo dei caposcuola i due professori si congedarono da lui augurandogli
buon appetito e il ragazzo si sedette accanto a Draco che continuava a fissare
immobile il suo piatto vuoto.
La tensione si tagliava con il coltello, Ron e Blaise parlavano fitti senza
farsi sentire, mentre Ginny cercava ancora di consolare una Hermione alquanto
affranta. Poi la voce di Draco squarciò quel silenzio innaturale “Mi
dispiace!” disse alzando lo sguardo e posandolo sul moretto accanto a
lui.
“Scusa, ma cerca di capirci, questa cosa ci ha scioccato abbastanza!”
“Non hai nulla di cui scusarti Draco, ne tu ne loro, vi capisco…
avrei reagito allo stesso modo se le parti fossero state invertite!” gli
rispose Harry ricambiando lo sguardo
“No, devo scusarmi perché ho dubitato del tuo amore nei nostri
confronti, la paura mi ha fatto credere che preferissi fare l’eroe invece
che stare con noi… ti chiedo scusa solo ora capisco quanto siamo stai
egoisti e sciocchi!” continuò il biondino
Harry gli sorrise e lo abbracciò fraternamente
“Harry perdonami!” sussurrò Hermione con gli occhi gonfi
di lacrime
“Amore non piangere ti prego, odio vederti piangere!” le rispose
lui accarezzandole il viso e baciandola dolcemente “Mi sarei preoccupato
di più se avessi esultato alla notizia!” continuò strizzandole
l’occhio riuscendo così a strapparle un mezzo sorriso.
“Comunque a me sta storia continua a non andarmi giù!” disse
Ron tristemente
“Lo so non va giù neanche a me, ma anche Silente e Piton sono d’accordo
che purtroppo è indispensabile!” gli rispose il moretto guardandolo
“Che ne dite se non ci pensiamo per un po’ e ci godiamo questa cena?!”
propose poi cercando di allentare la tensione.
I ragazzi annuirono e piano cominciarono a servirsi delle splendide portate
apparse sulla tavola.
Capitolo 26°: Di nuovo qui!
La cena proseguì tranquilla, Harry cercava in ogni modo di distrarre
gli amici da pensieri tristi.
“A quando la prossima uscita a Hogsmeade?” chiese all’improvviso
“Tra tre settimane!” rispose Blaise “Perché?”
“Oh bhè… essendomi perso l‘ultima visita visto che
facevo il bello addormentato… ecco pensavo di fare un saltino da Madama
Pettiblue e dare un’occhiata alle novità!” disse ammiccando
guardando Hermione che a quelle parole arrossì furiosamente
“Harry Potter vergognati!” disse la ragazza fingendosi scandalizzata
“Si, vergognati signor Potter!” sorrise malizioso Draco “Se
non mi ci porti in quel negozio ti massacro!”
“Oh si, caro… signor Malfoy, ho giusto un completino col pizzo che
le starebbe un amore!” gli rispose Harry strizzando l’occhio e imitando
una Madama Pettiblue con la erre moscia
Tutti i ragazzi scoppiarono in una sonora risata che rimbombò nella sala
contagiando anche i tavoli accanto.
“E’ bello vedervi ridere!” disse una voce alle loro spalle
facendoli girare
“Professor Silente!” sussurrò Hermione perdendo immediatamente
il buon umore
“Signorina Granger, ragazzi buonasera, vorrete scusarmi se disturbo ma
ho bisogno che Harry venga via con me e con il professor Piton!”
A quelle parole anche Draco, Ron, Blaise e Ginny persero il sorriso e fecero
un cenno di assenso con la testa.
Harry si alzò dalla sedia, diede un bacio in fronte a Hermione e prima
di allontanarsi disse “Ragazzi ci vediamo più tardi in camera!”
Nessuno rispose.
Silente seguito dal ragazzo e da Piton riattraversò l’immensa sala
destando nuovamente non pochi commenti.
“Tutto bene Harry?” chiese Piton mentre uscivano dalla sala
“No, loro non l’hanno presa molto bene… anzi direi proprio
che l’hanno presa malissimo!”
“Capisco… non dev’essere facile neanche per loro!” rispose
il professore di pozioni
“Già, non lo è per nessuno!” confermò il ragazzo
guardandolo
“Ah Potter dimenticavo, dalla sala quel giorno ho recuperato un paio di
cose che ti saranno sicuramente utili” e così dicendo gli porse
il mantello dell’invisibilità di suo padre e la sua bacchetta.
“Grazie! Pensavo di averli persi” disse il ragazzo afferrandoli
“Oh prego, in fondo è grazie a quel mantello se sono ancora vivo…!”
“Già ed è grazie a lei se lo sono io… mi ha aiutato
con la bacchetta e ha impedito a Voldemort di uccidermi prima dello scontro
finale, non l’ho dimenticato!” disse il ragazzo con un mezzo sorriso
“Bhè sono sempre a debito, se non sbaglio c’erano dieci dissennatori
che volevano farmi la festa a quanto ho capito durante la tua trance…
salvarmi la vita, dev’essere un vizio di famiglia per voi Potter!”
“Lo prendo come un complimento!” Disse Harry sorridendo
Piton non rispose ma fece un gesto a dire “Fai tu!”
“Severus, Harry sono qui!” disse Silente mentre varcarono il suo
ufficio. “Salite!”
I due non se lo fecero ripetere due volte e raggiunsero il preside vicino al
telescopio.
“Ecco, secondo i miei calcoli Voldemort si trova in una sorta di limbo,
in una dimensione temporale prossima a quella onirica… pertanto per poterlo
raggiungere dovrebbe bastare potersi…”
“Addormentare!” terminò Harry “E’ come se lo
sapessi già, non so come spiegarvelo ma è come se conoscessi di
già l’iter da seguire per andare da lui!”
“Curioso, due settimane d’insonnia a causa di incubi ed ora dormire
sembra essere l’unica soluzione per sconfiggere l’incubo!”
disse Piton guardandolo
“Harry durante la trance hai pronunciato antichi incantesimi e controincantesimi
che non sentivo da anni… formule mai più usate ormai da molto tempo,
mi piacerebbe sapere dove le hai imparate?” gli chiese Silente
“Non lo so professore, se me le chiedesse ora non saprei che dirle…
è possibile che una persona conosca delle formule senza esserne consapevole?”
chiese il ragazzo
“Bhè avendoti sentito mi viene da rispondere Si, certo!”
“Quando si dovrebbe fare?” chiese di nuovo il ragazzo
“Non appena ti sarai ristabilito completamente, non è opportuno
che si affronti Voldemort ancora doloranti o feriti!”
Il ragazzo concordò che era decisamente meglio non avere ferite aperte
mentre si affrontava l’Oscuro Signore.
“Dove si farà? Useremo sempre la vecchia aula adibita al club dei
duellanti?” chiese Harry
“No! Sarai in infermeria, sotto stretto controllo medico da parte di Madama
Chips, sarà più facile per lei poter intervenire nel caso fosse
necessario!” rispose Silente secco
Harry annuì, sapeva che la cosa sarebbe stata richiosa pertanto avere
Madama Chips accanto pronta ad intervenire lo rassicurava un poco.
“Come accadrà professore? Berrò di nuovo la pozione dell’altra
volta?”
Questa volta a rispondere fu Piton “No, ne berrai un’altra che si
chiama “Dormiens Animae” consente di poter svincolare l’anima
dal proprio corpo e lasciare che questa viaggi nelle varie dimensioni temporali.
Se Voldemort è in una di queste dimensioni la tua anima riuscirà
a trovarlo!”
“Oh lui troverà me!” disse secco il ragazzo guardando il
professore
“Si, è possibile che sia lui a trovarti, in fondo non aspetta altro,
questa volta non sarà più un duello fisico ma mentale… saranno
le vostre anime a scontrarsi e a combattere. Una sorta di guerra delle emozioni,
vincerà chi riuscirà a gestirle meglio!”
Harry rabbrividì, non era proprio il suo forte riuscire a gestire le
emozioni, aveva ancora molto da imparare benché fosse già migliorato
tanto.
“Harry, mai come laggiù dovrai restare calmo e non farti provocare…
altrimenti verrai risucchiato in una spirale di autocommiserazione, non distinguerai
più la realtà dalla finzione, non riuscirai più a tornare
indietro e finirai con il farti imprigionare da quell’essere!” disse
Silente guardandolo serio
“Lo so, è ciò che mi spaventa di più… farmi
provocare e cedere ai suoi giochetti!”
“Harry sarai veramente da solo, nessuno di noi potrà venirti in
aiuto a meno che tu non riesca a scoprire come, sino ad allora l’unica
cosa che ci è consentito fare sarà seguire ciò che dirai
e farai grazie ad un incantesimo di apparizione.” Spiegò Silente
al ragazzo
“Una sorta di trasposizione virtuale di te e di Voldemort apparirà
in infermeria.” Continuò Piton
“Come al cinema!” cercò di sdrammatizzare il ragazzo
“Già, come al cinema!” ripetè il preside con un mezzo
sorriso “Ricordati che tutto quello che Voldemort creerà sarà
finzione, non può lanciarti addosso nessuna maledizione, tutto ciò
che vedrai non esisterà! Non lasciarti ingannare”
Cadde un silenzio tagliente poi una voce destò all’improvviso i
professori.
“Va bene, capito…! se non vi dispiace i ragazzi mi aspettano, vorrei
poter tornare da loro e rilassarmi un po’!” disse Harry battendo
le mani
“Certo, trovo sia un’ottima idea!” rispose il preside sorridendogli
Piton lo salutò e gli augurò buona serata.
Harry ricambiò gli auguri e uscì deciso diretto verso la torre
est.
Pochi minuti dopo il ragazzo aprì la porta della camera ma con suo enorme
stupore non c’era nessuno. Nessuno neanche nella camera delle ragazze
“Ma dove sono?” si chiese
Proprio in quel momento un brusio di voci che saliva dalle scale attirò
la sua attenzione.
“Hermione… forse abbiamo esagerato, non credi!” disse Ron
ansimando sommerso da un pila di libri d’incantesimi
“Hai voluto aiutarmi ora non lamentarti!” gli rispose la ragazza
che a sua volta trasportava altri grossi volumi
“Scusate, se la smettete di discutere e vi muovete a salire ste scale
magari non mi viene l’ernia…!” sbuffò scocciato Draco
che a fatica sorreggeva l’ennesima pila di grossi libroni
“Ragazzi ma che diavolo state facendo?” chiese il moretto
“Oh ciao, sei tornato, meno male tieni reggi questi… devo dare una
mano a Blaise e Ginny!” e così dicendo Hermione scaraventò
all’improvviso i suoi pesi addosso a Harry e si diresse di corsa giù
dalle scale. Il ragazzo preso alla provvista riuscì a fatica a reggere
i grossi volumi poi guardò confuso i due amici che alzando gli occhi
al cielo dissero “Non dire niente, almeno tu ti sei risparmiato il calvario
per cercarli tutti in libreria!” disse Draco “E’ impazzita!”
ansimò Ron “Non si è fermata un attimo, continuava a dire
“Ci serve quello, no prendete quell’altro… ah caspita come
posso dimenticare di prendere questo!”
“Sentite, qualcuno gentilmente vuole spiegarmi che cosa stà succedendo?”
chiese Harry col fiatone appoggiando i volumi impolverati sul tavolo in camera
“Te lo spiego io!” disse Hermione sorridente sulla porta mentre
Ginny e Blaise la aiutavano a portare gli ultimi libroni “Devi andare
da lui… allora ci andrai preparato come mai nella tua vita” Disse
la ragazza con una strana luce negli occhi.
“Herm ma che…” cercò di ribattere Harry
“Shhhhhh signor Potter!” disse lei mettendogli un dito sulle labbra
“Sai che quando mi metto in mente una cosa non ci sono storie che tengano,
se devi andare da Voldemort allora farò tutto ciò che è
in mio possesso per farsì che tu possa affrontare la cosa preparato…
e tornare da me!”
Harry sorrise e diede un bacio al dito che premeva sulle sue labbra “Ai
suoi ordini signorina!”
Hermione sorrise soddisfatta e si voltò verso i ragazzi che giacevano
a terra stremati “Bhè non sarete mica stanchi?” chiese loro
sarcastica
Ron fece per risponderle ma rinunciò subito dopo guardando lo sguardo
assassino della bella ragazza.
“Naaaaa, che dici siamo freschi come una rosa, anzi quasi quasi facciamo
un salto in biblioteca a prenderne un altro paio!” Le disse Draco indicando
la porta
“Bene allora possiamo cominciare!” disse euforica la ragazza
“Hermione, no! Scusami ma io ora scenderò nelle cucine, prenderò
delle burrobirre, tornerò qui, ne stapperò una, vi chiederò
se volete condividere con me una bella e sana bevuta dopodichè mi siederò
su questa sedia e sarò pronto a fare tutto ciò che vorrai…
ma prima di tutto questo, scordatelo!” disse Ron tutto d’un fiato
alzandosi in piedi
Harry guardò ammirato l’amico, per la prima volta in sette anni
era riuscito a far restare Hermione senza parole… un evento che rasentava
l’incredibile.
“Trovo la proposta di Ron molto allettante… e se posso dire la mia
porterei su anche qualche dolcetto!” s’intromise Harry sorridendo
“Ben detto Harry, credo che Ron abbia bisogno di aiuto!” concluse
Draco alzandosi e mettendo una mano sulla spalla del rosso.
“Più di uno… veniamo anche noi!” dissero Ginny e Blaise
felici
“Ok torniamo tra poco… fate i bravi mi raccomando!” sorrise
il biondino malizioso prima di chiudere la porta dietro di sé e lasciare
Harry e Hermione da soli.
“Irresponsabili!” urlò la ragazza “Dobbiamo iniziare
ci sono tante cose da guardare e studiare e…”
“Shhhh signorina Granger!” disse il ragazzo imitandola e mettendole
un dito sulle labbra “Abbiamo tempo per ammazzarci d’incantesimi
e controincantesimi non credi!” Disse sussurrrando avvicinandosi a lei
“Sai che quando mi metto in mente una cosa…” ma non finì
la frase perché Hermione gli prese il viso tra le mani e lo baciò
con passione. Harry non si fece pregare a quell’invito, la strinse forte
tra le sue braccia e ricambiò il bacio con un’intensità
mai vista, tanto che finirono con lo sbattere contro il muro senza neanche accorgersi.
“Oh Herm… quanto mi sono mancati i tuoi baci!” disse a fatica
il ragazzo mentre cercava di assaporare il dolce succo di quelle labbra di miele.
“Solo questo… ti sono mancati solo i baci?” chiese lei ansimando
mentre Harry scendeva a baciarle sensualmente il collo
“Non mi provocare signorina Granger!” disse il ragazzo guardandola
maliziosamente “Sono bravo a sopportare il dolore quando ne vale la pena!”
Hermione sorrise e accarezzò delicatamente il fianco fasciato del suo
ragazzo facendolo rabbrividire di piacere “Davvero? Allora se proprio
insisti credo che rimanderò a domani i miei insegnamenti!” disse
baciandolo nuovamente dopo aver mordicchiato e leccato le sue labbra.
“Ottima idea!” mugugnò lui prima di intraprendere una lotta
furibonda con la lingua impertinente della ragazza.
“Che buon odore che ha la tua pelle!” sussurrò in estasi
Harry mentre spostava delicatamente la camicia della ragazza “Mi fai impazzire
Hermione!” disse prima di morderla con passione sulla spalla “Che
profumo è? Che bagnoschiuma usi che mi manda fruori di testa?”
“Muschio bianco!” sussurrò lei piano all’orecchio del
ragazzo mentre con la lingua ne percorreva il profilo
“Te ne regalerò un barile!” Le disse continuando a darle
piccoli baci su tutta la spalla
“Buona idea così dovrai aiutarmi ad usarlo!” rispose lei
ammiccando
“Tesoro stai esagerando! Ti avverto che il mio self-control stà
andando a farsi fottere!” disse il moretto che agitato inciampò
nel tappeto e cadde a terra tirando con sé la ragazza
“Ouch! Che male!” gemette lui a causa del fianco ancora dolorante
“Harry… tutto ok? Dove ti fa male?” chiese la ragazza dolcemente
“Al fianco! Questa ferita non guarisce più!” rispose lui
fissandola
“Bhè conosco un rimedio per farti passare il dolore!” e così
dicendo gli diede un bacio sulla parte dolorante.
Harry la guardò compiaciuto e disse “A dir la verità mi
fa male anche il gomito…” ed Hermione lo baciò “La
spalla… il collo… e la guancia… poi non ti dico!” continuò
il ragazzo indicando le parti.
Hermione non si fece attendere e piano piano baciò prima il gomito, salì
poi fino alla spalla e svelta si concentrò sul collo per finire spostandosi
sorridendo alla guancia dove con abili piccoli baci lo fece gemere di piacere
senza però concedergli il tanto sospirato bacio sulle labbra. Harry non
resistette nel momento in cui la ragazza si voltò per osservarlo sorridente
si sporse e catturò le sue labbra in un appassionato e travolgente bacio.
“BRAVI!” gridò Ron entrando nella camera “Vi lasciamo
soli dieci minuti e vi troviamo attorcinati sul pavimento… Vergogna!”
I due ragazzi non risposero continuarono a baciarsi sotto gli occhi compiaciuti
dei loro amici.
“Piccioncini… Yuuuhuuuu… cosa mi combinerete dopo aver benuto
un paio di burrobirre?!” Chiese Draco sorridendo
Harry e Hermione scoppiarono a ridere staccandosi, anche se a fatica, da quella
dolce agonia e si unirono agli amici. Il party poteva iniziare.
“Tieni Harry” disse Draco passandogli una burrobirra e voltandosi
verso Ginny che già un po’ brilla rideva come una pazza sdraiata
a terra.
“Amore stai bene?” le chiese ridendo
“Beeeenissimo!” rispose la ragazza ribaltandosi all’indietro
“Forse quelle tre burrobirre in cucina non dovevo berle!” disse
piano con fare da cospiratrice
Draco si mise a ridere e le accarezzò una guancia “Sei bella anche
quando sei ubriaca!” disse sorridendole
“Iooo ubriaca… nooooo guarda come stò in piedi!” asserì
convinta provando ad alzarsi ma, come previsto, cadde rovinosamente addosso
al biondino che scuotendo la testa disse “Si si lo vedo, sei sobria quasi
quanto Blaise!”
“Chi mi chiama?” disse la bella moretta “Sono pronta al duello!”
continuò scattando in piedi come una pazza e mettendosi in posizione
da karateka
“Sei pronta? Si ma per dormire… vieni qua “Miss io l’alcol
lo reggo bene!” Le disse Ron afferrandola al volo
Hermione e Harry si godevano la scena e se la ridevano come matti. “Ma
quante burrobirre gli avete fatto bere?” chiese il moretto
“Poche due o tre a testa!” rispose Ron “ma a quanto pare sono
troppe!” continuò bloccando Blaise che aveva cominciato a spogliarsi
“Allora devo recuperare!” disse Hermione piano all’orecchio
di Harry rubandogli poi un sorso di burrobirra
“Preferirei che fossi in te… più tardi!” le rispose
lui sorridendo malizioso riprendendosi la bottiglia
La ragazza fece un cenno con la testa e lo baciò sulla guancia.
“Bhè ragazzi credo che il nostro addestramento, per ovvie ragioni,
inizierà domani e continuerà sino a quando Harry non…”
e s’interruppe abbassando lo sguardo
“Sino a quando Harry stufo e stremato, non vi proibirà di stressarlo
con nuovi incantesimi e controincantesimi!” terminò il ragazzo
per Hermione che lo guardò immagonata
“Concordo!” disse a fatica Ron mentre cercava di impedire a Blaise
di prendere un’altra burrobirra
“Si, si ottima idea…!” accennò Draco che visibilmente
imbarazzato cercava di sfuggire alle attenzioni un po’ troppo “lanciate”
della sua ragazza.
“Ma dove scappi?” chiese Ginny facendogli cenno con il dito di andare
da lei
“Ginny, credo che ti porterò a nanna!” le rispose il biondino
che cercava di aggiustarsi la divisa che la bella rossa aveva slacciato
“Fantaaaastico… e tu vieni a rimb…occarmi le coperte?”
chiese maliziosa abbracciandolo
“Si più o meno… di sicuro ti ci metto sotto le coperte!”
le rispose lui sorridendo
“Ma mi vuoi bene?” chiese la rossa con occhi da cerbiatto
“Certo che te ne voglio! che domande mi fai?”
“Ma quanto da 1 a….?” e allargò le braccia
“Molto di più!” disse Draco acchiappandola al volo prima
che si ribaltasse nuovamente al’indietro
“Bene, bravo!” disse Ginny dandogli un buffetto sulla guancia “Allora
se mi vuoi bene… resterai a farmi compagnia!?”
“Povero me… sarà una lunga notte!” disse il biondino
mettendosi una mano sul viso
Harry era sdraiato a terra dalle risate, Ron e Draco erano esilaranti e Ginny
e Blaise decisamente sopra le righe.
“Che ti ridi Harry?!” sbuffò Ron mentre una Blaise impazzita
aveva cominciato a dire “Ron, ho proprio voglia di andare dalla Park…inson
e spaccarle quella faccia da culo… ah si, ora vado e la massacro…”
”Noooo, Pansy è già KO… ci ho pensato io!” mentì
Ron afferrandola “Che ne dici invece se ce ne andiamo a nanna anche noi?”
“Caro mio ma la notte è giovane!” rispose la ragazza un po’
delusa indicando la luna splendente fuori dalla finestra “Chi potremmo
pestare allora?”
“Nessuno Blaise è tardi e tra poco andremo tutti a letto…
vero Harry che sei stanco e te ne vai a letto anche tu?” chiese Ron guardando
l’amico con aria implorante pregandolo di stare al gioco
“Oh si, caspita come sono stanco!” rispose Harry facendo finta di
sbadigliare
“Visto… tutti a letto!” le indicò il rosso prendendole
la mano “Di buonanotte!”
“B…notte!” disse Blaise sempre più delusa mentre Ron
la trascinava fuori dalla stanza
“A domani ragazzi!” lo seguì Draco che ormai reggeva in braccio
una Ginny mezza addormentata aggrappata a lui modello sanguisuga
“Ciao!” rispose Hermione
“Buonanotte!” disse Harry ridacchiando mentre chiudeva la porta
“Sembra proprio che dovrai dormire qui!” disse felice voltandosi
verso la ragazza
“Già sembra proprio…!” rispose lei avvicinandosi al
letto
“Che peccato!” disse falsamente il ragazzo che dopo averla raggiunta
cominciò a baciarla dolcemente
Hermione sorrise, lo tirò a sé e insieme caddero sul morbido letto.
“Ouchh!” gemette Harry nuovamente
“Oh … Ridimmelo un pò dove ti fa male?” chiese maliziosa
la ragazza
Harry fece un sorriso e molto sensualmente rispose “Ovunque!”
Capitolo 27°: Come ti permetti!!
La mattina dopo per Hermione fu un dolce risveglio. Quando aprì gli
occhi si accorse di essere ancora abbracciata al suo Harry. Lui la stringeva
protettivamente. Questa volta non era scappato facendole trovare una rosa al
suo posto.
“Buongiorno!” le disse lui aprendo piano gli occhi
“Ciao!” rispose la ragazza guardandolo
“Che c’è? Perché quella faccina?” chiese il
moretto curioso
“Bhè… niente è che mi ha fatto piacere trovarti accanto
a me!”
“Capito!” disse lui stiracchiandosi un pochino e gemendo per il
dolore al fianco
“Ancora… ma insomma con tutti i bacini che ti sei preso ieri sera…
non dirmi che ti fa ancora male?!” chiese Hermione sorridendo furbescamente
“Un pochino, mi sa che quei baci non sono bastati!” rispose lui
finto serio “Mi sa che ci vorrebbe un’altra razione di coccole e…”
“E cosa? smettila dobbiamo alzarci, fare la doccia e scendere a fare colazione!”
lo freddò lei sorridendo
Ma Harry non aveva la minima intenzione di farla uscire da quel letto, la bloccò
prendendole i polsi, si spostò sopra di lei e cominciò a baciarle
il collo piano piano dicendo “Ti prego, restiamo qui… facciamoci
portare la colazione in camera da Dobby, se mangiamo qua abbiamo ancora un paio
d’ore prima dell’inizio delle lezioni…”
“Harry smettila, spostati… sii serio!” disse Hermione con
un tale scarso impeto che tradì spudoratamente le sue vere intenzioni
“Ma io sono serissimo… vorrei tanto ripetere un paio di cose che
ieri sera mi hanno davvero colpito!” e così dicendo catturò
le sue labbra in quello che il guinness dei primati avrebbe premiato come il
bacio più sexy mai dato.
Hermione non si fece pregare più di tanto, lo abbracciò e cominciò
a rispondere ai baci del ragazzo con tutta la passione possibile. “E’
stato bellissimo ieri sera!” le sussurrò all’orecchio il
moretto mentre in estasi lasciava che la bella ragazza gli facesse i grattini
sulla schiena.
“Sei tu che rendi tutto così speciale!” gli rispose lei cominciando
a massaggiare molto sensualmente la zona lombare del ragazzo
“Oh Herm, cosa pensavi di fare finita la scuola?” chiese lui chiudendo
gli occhi e abbandonandosi a quel tocco magico
“Bhè, io pensavo di seguire l’ad…str…nto per
..iven…a..re uror!” biascicò piano la ragazza mentre
i massaggi diventavano sempre più audaci
“Cosa ?!” ansimò Harry
“Aur..or!” rispose nuovamente piano lei
“Herm non ho… capito!” gemette il ragazzo quando la mano di
lei sfiorò l’interno coscia e salì piano
“Non possiamo parlarne dopo?” Chiese la ragazza cercando di cambiare
discorso
“Si, va bene parliamone dopo… che bella che sei!” disse guardandola
e baciandole dolcemente la punta del naso
“Grazie!” rispose Hermione mentre finalmente la sua mano aveva raggiunto
l’eccitazione di Harry
“Oh cavolo… amore se fai così io…!” balbettò
Harry visibilmente eccitato dalla cosa
“Tu cosa Signor Potter?” chiese lei maliziosa senza smettere di
far andare le mani
“Io… io… oh Dio… io…!” riuscì solamente
a dire il moretto prima di abbandonarsi al piacere che i movimenti esperti di
Hermione gli avevano procurato.
“Scusami!” disse poco dopo un Harry imbarazzatissimo “Guarda
che casino ho combinato!”
“Non c’è problema” disse lei baciandolo dolcemente
“Limpia!” recitò e pochi istanti dopo era tutto pulito “l’importante
è che ti sia piaciuto?”
“Parecchio… come hai potuto vedere!”
“Già!” sorrise lei
“Ti amo da impazzire Hermione e vorrei che finita la scuola tu…
prendessi in considerazione l’idea di… ecco si, bhè di…”
disse Harry arrossendo
“Di…?” chiese lei curiosa mentre il cuore le batteva mille
all’ora
“Ecco.. io vorrei che tu, cioè… che noi, se ti va…
potremmo pensare a…!” disse Harry confusamente cercando di schiarirsi
la voce sempre più imbarazzato
“Harry spiegati meglio che cosa…”
“Si dicevo, finita la scuola, io vorrei che tu… si insomma vuoi
..?” ma il ragazzo non riuscì a finire la frase perché Ron
e Draco bussarono pesantemente alla porta facendolo sobbalzare.
“Sveglia piccioncini… se siete ancora a letto sappiate che tra tre
minuti sfonderemo questa porta a calci… forza maiali, non vi è
bastata questa notte… vergognatevi!!” urlò Ron invidioso
“I minuti sono diventati due…!” disse Draco
Hermione scese veloce dal letto, prese tutte le sue cose e si chiuse in bagno,
Harry invece indossati i suoi boxer si diresse alla porta aprendola scocciato
“Ma cosa cavolo volete? Proprio ora dovevate arrivare?”
“Oh bhè Draco, mi sa che abbiamo disturbato il caro Harry, che
a quanto vedo non era pronto all’uso…!” disse Ron
“Deficienti, stavo chiedendo ad Hermione una cosa importante!” sbuffò
il ragazzo
“Scusaci bel moretto, ma ora muoviti fatti una doccia e vestiti che dobbiamo
correre c’è Piton questa mattina!” disse Draco passandogli
i vestiti sparsi un po’ ovunque
Proprio in quel momento Hermione uscì dal bagno, vestita di tutto punto
e visibilmente imbarazzata.
“Ciao ragazzi, buongiorno!” disse senza guardarli negli occhi
“Buongiorno Herm, come siamo carine questa mattina!” disse Ron ridacchiando
“Ciao Hermione!” le sorrise Draco “Se puoi dare un’occhiata
alle tue due compagne, credo che abbiamo bisogno del tuo aiuto… sai il
loro risveglio non è stato dei migliori questa mattina!” continuò
il biondino ammiccando
“Oh si vado subito, ciao ci vediamo dopo!” e scappò via lanciando
un’occhiata a Harry che ancora restava in boxer in mezzo alla stanza.
“Herm, ma dove vai aspetta…!” gridò il ragazzo mentre
la bella brunetta sfrecciava fuori dalla camera
“Muoviti latin lover… fatti sta doccia alla velocità della
luce e vestiti!”
Harry si diresse verso il bagno mugugnando qualcosa simile a “Bastardi
me la pagate!” e pochi minuti dopo si unì agli amici per dirigersi
in sala grande.
“Che mal di testa!” sussurrò piano Ginny
“Shhhhhhh non parlare così forte!” le disse Blaise con la
testa appoggiata al tavolo
“Ragazze vi ho fatto preparare un po’ di the, tenete bevetelo ho
aggiuto un po’ di pozione anti sbornia… vedrete che vi sentirete
meglio!” disse Hermione passando alle due ragazze due tazze fumanti
“Grazie… ma come ho fatto a conciarmi così?” chiese
Blaise sorseggiando il the “Proprio non me lo ricordo!”
“Me lo ricordo io!” disse Ron mentre si sedeva accanto a lei “Ti
sei scolata cinque burrobirre, tre nelle cucine con Ginny, mentre io e Draco
preparavamo i dolcetti, e due in camera di nascosto… la sesta sono riuscito
a strappartela dalle mani!”
“Giuramelo?!” disse la ragazza
“Te lo giuro amore, eri buffissima, volevi a tutti i costi picchiare la
Parkinson o chiunque altro a disposizione… ho fatto una bella fatica a
starti dietro, ogni tanto mollavi un colpo di Karate qua e là…!”
disse Ron imitando i colpi
Blaise sorrise “Che figura!”
“Naaa eri molto carina, avrei voluto approfittarne ma sai com’è
sono un gentiluomo…!”
“Si ci credo proprio… di la verità ci hai provato e ti sei
preso un pugno…vero?”
“Bhè ecco… si, più o meno!” rispose Ron arrossendo
Draco e Harry scoppiarono a ridere fragorosamente
“Hai poco da ridere biondino… se non mi sbaglio anche tu hai fatto
il salto ieri sera!” disse il rosso indicando Ginny
“Ron vergognati!” gridò Ginny al fratello
“Vergognati? Senti da che pulpito, mia cara ieri sera Draco è stato
davvero un signore altrimenti sai che fuochi d’artificio con te in quelle
condizioni… se lo sapesse mamma!!”
“Quali condizioni Ronald Weasley, ho bevuto solo una o due forse tre burrobirre
ma non ricordo niente di quello che stai dicendo!” sbottò la rossa
“Amore le burrobirre erano 4 e ti assicuro che ieri sera eri parecchio
come dire… “lanciata e disinibita”, per mia fortuna dopo un’estenuante
lotta, ti sei addormentata di colpo così sono riuscito a metterti sotto
le coperte!”
“Oh cavolo… proprio non me lo ricordo…!” disse Ginny
arrossendo
“Tranquilla amore ho conservato tutte le cose che hai fatto apparire…
se nel tuo inconscio ci sono certe fantasie chi sono io per impedirti di realizzarle!”
le strizzò l’occhio lui
“Quali fantasie?” chiese Ginny allarmata e non sicura di volerle
sapere
Draco estrasse un paio di manette e le depositò sul tavolo sotto gli
occhi increduli degli amici
“Ginny!” urlò Ron indicandole
“Caspita, vorrei provare anch’io!” disse Blaise
“Già!” annuì Hermione mentre Harry se la rideva come
un pazzo
“A…amore, non è possibile, non sono mie… vero?”
balbettò Ginny imbarazzatissima le cui guance ormai rasentavano il color
porpora
“A dire il vero lo sono e non vedo l’ora di esaudire il tuo desiderio!”
disse il biondino baciandole maliziosamente la mano
“Smettila!” Sorrise la ragazza spintonandolo via “Nascondile
ci manca solo che le veda Silente!”
I ragazzi continuarono a prendersi in giro per un quarto d’ora buono,
fecero colazione e infine si diressero allegri in classe.
La giornata trascorse rapida, le lezioni si susseguirono ad un ritmo velocissimo.
Pozioni, Trasfigurazione e Storia della magia al mattino e Divinazione, Aritmanzia,
Erbologia e Cura delle creature magiche al pomeriggio.
Finalmente era ora di cena e i ragazzi si ritrovarono, dopo aver frequentato
lezioni diverse, al tavolo dei caposcuola.
“Ragazzi muovetevi a mangiare che dobbiamo iniziare con gli incantesimi
di Harry!” disse Hermione mentre addentava una carota.
Gli amici annuirono. Harry la guardò, era particolarmente bella quella
sera… all’improvviso gli venne in mente che la ragazza non aveva
risposto alla sua domanda di quella mattina così con falsa tranquillità
le chiese “Herm, non mi hai poi detto cosa intendi fare finita la scuola?”
Alla ragazza andò di traverso ciò che stava mangiando e cominciò
a tossire diventando paonazza.
“Oh caspita… che brutto quando ti va di traverso qualcosa…”
disse cercando di cambiare discorso
“Herm allora che pensi di fare?” le chiese di nuovo Harry
“Harry, non vorrei ti arrabbiassi con me ma… ho deciso di seguire
l’addestramento per diventare un Auror!” disse d’un fiato
la ragazza abbassando lo sguardo
“Coooosa?!” chiese Harry che tutto si aspettava tranne quella risposta
“Stai scherzando vero? Non vorrai davvero seguire quel corso, dura due
anni e saremo impegnati giorno e notte in addestramenti durissimi, Hermione
ma io credevo che avresti voluto insegnare e…!”
“Harry, non c’è bisogno di reagire così… ti
assicuro che…!” cercò di spiegare la ragazza
“Cosa Herm, mi assicuri che questa è una stronzata passeggera,
mi assicuri che cambierai idea, mi assicuri che non dovrò avere l’ansia
un domani di saperti in pericolo?” chiese il ragazzo acido
“Che c’è Potter, certe cose le puoi fare solo tu?”
chiese la ragazza che si stava alterando non poco
Harry sbattè la mano violentemente sul tavolo attirando l’attenzione
degli amici e dei commensali dei tavoli vicini “No, sicuramente farsi
ammazzare non è solo mia prerogativa, ma pensavo che tu fossi più
furba del sottoscritto!”
“Se permetti decido io della mia vita, Harry Potter, come osi farmi la
paternale quando proprio tu rischi la vita in ogni momento… è giusto
che io tema per te ma non è giusto che tu sia in pena per me, è
questo che mi stai dicendo?” gli urlò in faccia la ragazza a meno
di una spanna dal viso
“Hermione, ma ti senti, tutti i progetti che avevi di specializzarti e
insegnare, che fine hanno fatto?” disse Harry furioso
“La specializzazione la prenderò comunque, una cosa non limita
l’altra mi sono già informata… ma poi perché te lo
dico a quanto pare ti sei già fatto il tuo bel programmino, non vorrei
rovinartelo!”
Blaise e Ginny erano ammutolite, non avevano mai visto Hermione così
arrabbiata d’altra parte però anche Harry non si era mai visto
così fuori di sè
“Ragazzi, vedete di calmarvi, state dicendo cose che non pensate e…”
cercò di dire Draco
“Zitto!” urlò Hermione “Non sono cose che ti riguardino!”
“Per l’amor del cielo Draco non dirle niente!” disse Harry
sarcastico “Non è più possibile parlarle non vedi come s’incazza!”
“Fanculo Harry, sai benissimo perché sono così arrabbiata
non farmi passare per una pazza isterica!” disse Hermione secca
“E’ vero non sei una pazza isterica sei solo una sciocca, rinunci
ad essere felice e tranquilla per cosa?” gridò Harry alzandosi
in piedi
“Come ti permetti!” gridò Hermione mollandogli il ceffone
più forte che si potesse ricordare nella storia degli schiaffi
Un ohhhhhhh si alzò dalla sala che ammutolita assisteva alla scena che
ormai, per ovvie ragioni, non era più circoscritta al solo tavolo dei
caposcuola
Harry guardò Hermione poi con un filo di voce disse “E’ pericoloso,
non capisci, lo è per un uomo perché vuoi rischiare, cazzo dimmelo
Hermione perchè?”
“Cos’è non mi credi all’altezza, solo tu puoi diventare
un Auror? mi spiace deluderti signor Potter ma ormai ho fatto la mia scelta
e ne tu ne nessun altro potrà farmi cambiare idea… e se lo vuoi
sapere mi sarebbe piaciuto poter avere qualcosa che mi avvicinasse ancora di
più a te, che ci facesse stare insieme e combattere fianco a fianco per
qualcosa di buono e di giusto!”
“Non voglio che ti succeda niente, lo capisci!” gridò Harry
sbattendo nuovamente le mani sulla tavola
“Non è più un problema tuo!” rispose Hermione allontanandosi
dalla tavola e uscendo dalla sala
Harry dalla rabbia aveva le mani che gli tremavano vistosamente “Lo spettacolo
è finito… potete ricominciare a mangiare!” urlò risedendosi
al tavolo ancora molto irritato
“Harry…” Cercò di dire Ron
“Ron non è davvero il momento per farmi sapere come la pensi…
senza offesa ma ho i coglioni che mi girano a mille e non vorrei rispondere
male anche a te!” lo segò il moretto
Ron stava per rispondere ma Draco gli fece cenno di lasciare perdere.
“Signor Potter, avrei bisogno di parlarle!” Disse il professor Silente
avvicinandosi al tavolo
“Ora?!” chiese Harry duro stupendo tutto il tavolo per quella risposta
“Si, ora! La prego di seguirmi!” rispose calmo il professore
Harry si alzò di getto facendo cadere la sedia e seguì il preside
fuori dalla sala sotto gli sguardi ancora sconvolti di tutti i presenti.
28° Capitolo: Testa dura!
“Merda… ma l’ha sentita, no dico vuole diventare un Auror…
è fuori, fuori come un balcone!” sbraitò Harry entrando
nell’ufficio di Silente
“Ho sentito Harry!” rispose il preside
“Bene, visto che la pensa come me adesso per favore la convoca e le dice
che stà facendo una cagata, che deve cambiare idea e che…”
partì in quarta Harry
“Non ho detto che la penso come te, ho solo detto che ho sentito ciò
che la signorina Granger ti ha detto in sala!” lo fermò il preside
“Auror professore, vuole diventare un Auror del Ministero!” gridò
il moretto
“Anche tu se non sbaglio vuoi diventarlo!” chiese il preside
“Si ma è diverso!”
”In cosa Harry, forse perché tu sei un uomo e lei una donna? Ci
sono stati Auror donne potentissime, molto più di molti loro colleghi
uomini!”
“Cosa fa le da ragione…? professore Hermione vuole diventare un
Auror e rischiare la sua vita ogni giorno per dare la caccia a Voldemort e ai
suoi seguaci… Come può lasciare che faccia questa stronzata?”
“Rispetto le sue scelte Harry è molto semplice, cosa che invece
tu non fai!”
“Certo io la amo a differenza sua, non voglio che venga uccisa o ferita
o sfigurata o chissà cosa!” rispose il ragazzo furibondo
“Harry è proprio quando amiamo una persona che rispettiamo le sue
scelte, possiamo non condividerle ma le dobbiamo accettare, non puoi mettere
le persone che ami sotto una campana di vetro, devi lasciarle libere di spiccare
il volo anche se questo può comportare distacco e sofferenza! Amare qualcuno
non significa possederlo!”
“Professore Hermione è la cosa più importante della mia
vita, se perdessi anche lei non potrei sopportarlo!” disse piano il ragazzo
accasciandosi sulla sedia di fronte alla scrivania.
“Credo proprio che dopo questa sera rischi di perderla comunque!”
sussurrò Silente “Credo che tu le debba delle scuse, per ciò
che le hai detto e per come l’hai aggredita in quella sala!”
“Mi ha fatto venire qua per dirmi questo?” chiese il ragazzo di
colpo “Per dirmi che Hermione ha ragione e io ho torto?!”
“No, non solo almeno, ti ho fatto venire perché Madama Pince mi
ha avvisato che la bilioteca è stata saccheggiata da ogni libro d’incantesimi
e controincantesimi. Volevo sapere cosa ne vuoi fare?” chiese il preside
guardandolo dai suoi occhialetti a mezzaluna.
Harry sospirò “Hermione voleva prepararmi al combattimento con
Voldemort nel miglior modo possibile… ma credo che la cosa non accadrà,
pertanto non si preoccupi riporterò in biblioteca tutti i libri entro
domani!”
“Non ho detto questo Harry, volevo solo sapere per cosa ti servissero
i libri. Se posso consigliarti concentrati sull’imparare incantesimi per
non farti incantare e protezioni per gestire le emozioni!”
Il ragazzo annuì.
“Ora vai, hai avuto una serata movimentata!” disse il preside indicando
la porta
“Professore le chiedo il permesso per prendere la mia scopa e andare al
campo di Quidditch per volare un po’… mi rilasserebbe!” disse
Harry guardandolo
“So che se ti dicessi di non andare probabilemte lo faresti lo stesso
pertanto d’accordo, vola quanto vuoi ma cerca di non fare troppo tardi!”
gli rispose il preside ricambiando lo sguardo.
Harry ringraziò e uscì dall’ufficio dirigendosi verso la
torre est.
In camera Draco e Ron seduti sul letto aspettavano l’amico ansiosi.
Quando entrò gli fecero un cenno di saluto e si misero a sedere guardandolo
prendere la Firebolt e l’attrezzatura per volare.
“Che fai?” chiese Ron
“Vado al campo da Quidditch per volare un po’, così cercherò
di rilassarmi!”
“Tutto bene con Silente?” chiese Draco
“Si, più o meno!”
“Non ti ha fatto cazziatoni per la storia con Hermione successa stasera
vero?” chiese Ron curioso
“Silente non fa mai cazziatoni, dovresti saperlo Ron, Silente ti proprina
la sua verità e tu la devi accettare. Mi ha detto che chi ama veramente
accetta le scelte altrui… vero ma non è così semplice farlo
però!” sbottò il ragazzo mentre si cambiava e indossava
gli abiti adatti per volare.
“Harry, perché non le parli, eravate entrambi molto arrabbiati,
avete detto cose che non pensavate…!” iniziò a dire Draco
ma Harry lo interruppe dicendo “Errore Draco, io pensavo tutto quello
che ho detto, così come lei… credo che al momento ci sia ben poco
da dirsi!”
“Harry ma che cazzo stai dicendo, è Hermione non la prima sciacquetta
che ti sei trombato… è la ragazza di cui sei innamorato da anni,
quella per la quale moriresti se fosse necessario e…!” cercò
di dire Ron
“Si e quella a cui stasera volevo chiedere di sposarmi… ma forse
la cosa è univoca non credete?”
“Harry, sei arrabbiato ma…!” disse Draco cercando di farlo
ragionare “Parlale, non vorrai buttare nel cesso il vostro amore per una
cagata simile?!”
“Sono scelte Draco, come dice Silente bisogna accettarle anche se non
le condividiamo!” e detto questo uscì sbattendo la porta dietro
di sé.
Scendendo le scale il ragazzo incrociò Ginny che saliva portando con
sé una scatola di fazzolettini. I due ragazzi si guardarono “Harry!”
disse la rossa “Ginny!” rispose il moro
“Dove stai andando?” le chiese lei squadrandolo
“A volare un po’!” rispose secco lui
“A quest’ora?” chiese la ragazza
“Ginny, posso aiutarti in qualcosa? Sai sono di fretta!!” chiese
lui scocciato
“Si, dovresti farmi un favore, scendere dal tuo piedistallo di onnipotenza
e darti del coglione!”
Harry la guardò stupito “Scusa?!”
“Hai capito bene, vai pure a volare e mentre voli, datti mentalemente
del coglione e magari anche dell’egoista e dell’insensibile…
dopodichè quando atterri ricorda a te stesso che non sei l’unico
essere sulla faccia della terra ad amare e ad avere delle paure, l’unico
a cui è stato concesso di combattere per il bene supremo o l’unico
a cui è concesso offendere e ferire un’altra persona senza preoccuparsi
delle conseguenze!” disse Ginny prima di voltarsi e incamminarsi su per
le scale
Harry rimase di sasso scese le scale e uscì veloce dalla torre est, giù
sino all’entrata e poi fuori sino al campo da Quidditch.
Ginny entrò in camera. Hermione e Blaise erano sedute a terra accanto
al letto a baldacchino della ragazza mora circondate da un miliaio di fazzolettini
usati ormai accartocciati.
“Tieni, sono riuscita a recuperare questa scatola di fazzolettini!”
disse Ginny porgendo la scatolina all’amica
“Grazie!” singhiozzò Hermione
“Ho incontrato Harry sulle scale… stava andando al campo da Quidditch
per volare un po’!” disse piano la rossa
“Era ancora arrabbiato?” chiese Hermione
“Si, e forse ho un po’ esagerato, gli ho detto di volare e di darsi
del coglione, dell’egoista e dell’insensibile, di scendere dal suo
piedistallo e di ricordarsi che non è l’unico ad amare ed ad avere
paura e…” disse Ginny svelta
“Cavolo Gyn, l’hai ribaltato ben bene come un calzino!” disse
Blaise
“Bhè forse mi sono lasciata un po’ prendere… mi dispiace
Herm… non avrei dovuto intromettermi, scusami!”
“Non ti preoccupare, Harry ha chiaramente detto come la pensa stasera
in quella sala!” disse piano Hermione prima che nuove lacrime le rigassero
il bel viso
“Hermione io credo che lui abbia reagito così male proprio perché
ti ama tanto e ha paura che ti succeda qualcosa, questo non lo giustifica, però
non pregiudicare il vostro rapporto per questa cosa, cerca di capirlo…!”
cercò di calmarla Blaise.
“Blaise lui non si fida di me, mi crede una sciocca e non mi ritiene all’altezza
capisci, non puoi immaginare come mi sono sentita nel sentirmi dire quelle cose!”
esplose Hermione ricominciando a piangere
“Dovete chiarire, siete due teste dure!” disse Draco entrando nella
camera seguito da Ron
“C’è poco da chiarire Draco, hai sentito come la pensa!”
rispose la ragazza soffiandosi il naso
“Certo che è proprio vero, Dio li fa e poi li accoppia, cos’è
vi siete messi d’accordo sulle risposte? Dite le stesse cose e nessuno
dei due le pensa davvero. Un bel confronto è quello che ci vuole, non
siete più dei ragazzini che tengono il broncio offesi. Hermione, Harry
ha sicuramente sbagliato a reagire in quel modo ma questo non lo deve bollare
come l’insensibile, lo stronzo o come quello che non ti rispetta e non
ti ama. Anzi forse è proprio il troppo amore che l’ha spinto a
reagire così.”
“Bhè che devo fare correre al campo di Quidditch e scusarmi con
lui?” chiese la ragazza secca
“Non ho detto questo, ho solo detto di chiarire la cosa!” le rispose
il biondino altrattanto secco
Nel frattempo Harry sfrecciava avanti e indietro, su e giù per tutto
il campo da Quidditch incurante del freddo e della pioggia che lo stava inzuppando
fino al midollo. Pensava e ripensava a quanto accaduto, a quanto gli aveva detto
Hermione e a quanto Ginny lo avesse colpito con quelle parole taglienti. Finalmente
esausto decise di atterrare, aveva volato sicuramente per ore. Appena toccò
terra cadde in ginocchio sull’erba sottostante, lasciò cadere la
sua Firebolt li accanto e cominciò a tremare, un po’ per il dolore
al fianco che si era riacutizzato a causa dello sforzo e un po’ perché
stava realizzando che la reazione avuta con Hermione era stata decisamente esagerata.
“Sono stato un coglione!” si disse fra sé “Ho fatto
un bel casino, chissà se vorrà parlarmi ancora?” si chiese
pensando a tutto quello che aveva detto “Non voglio che le succeda nulla…
la amo così tanto!” pensò mentre una lacrima scendeva sul
suo viso mischiandosi alla pioggia “Gestire le emozioni… chissà
perché finiamo sempre qua alla fine!” si domandò facendo
un mezzo sorriso e rimettendosi a cavalcioni della sua scopa. “E’
proprio il mio punto debole!” Pensò mentre si dirigeva verso il
castello.
Risalì veloce le scale sino alla torre est lasciando una bella scia d’acqua
al suo passaggio. Recitò un incantesimo per asciugare gli abiti che grondavano
come se fossero stati appena tirati fuori dal lago e il più silenziosamente
possibile varcò la sala comune della torre. Ad aspettarlo addormentata
vicino al camino c’era una bella ragazza con gli occhi color cioccolato
coperta da un plaid in pile. Harry la fissò, illuminata dalla luce morente
del caminetto era ancora più bella. Le si avvicinò piano e rimase
a fissarla immobile per qualche minuto. Erano ormai scoccate le 2 e 30 del mattino,
Harry guardò l’orologio e pensò che non era il caso di svegliarla
a quell’ora, così con tutta la delicatezza che poteva usare la
prese in braccio e risalì le scale sino alla porta della sua stanza.
La aprì piano e con passo felpato si diresse verso il letto di Hermione.
Harry adagiò la ragazza delicatamente sul morbido letto a baldacchino
e la coprì con le lenzuola e le coperte. “Harry…” sussurrò
Hermione nel sonno, muovendosi piano, mentre una lacrima le scendeva bagnandole
la guancia.
Il ragazzo le si avvicinò e accarezzandola piano disse “Perdonami
amore, mi dispiace, ti amo così tanto!” dopodichè la baciò
sulla fronte e uscì di nuovo dalla stanza tornando in camera sua.
Draco e Ron dormivano profondamente già da ore, si spogliò e s’infilò
sotto le coperte ma non riuscendo a dormire decise di leggere uno dei vari libri
che Hermione gli aveva consigliato di studiare. Fu una lettura molto interessante
che contribuì a farlo addormentare solo alle 4.45 del mattino.
Hermione si svegliò la mattina seguente sotto le calde coperte del suo
letto. “Ma che ci faccio qui?!” si chiese realizzando dove si trovava.
“Buongiorno!” le disse Blaise sorridendole “Com’è
andata?”
“Non lo so, ricordo di essermi seduta accanto al fuoco e di averlo aspettato
ma poi devo essermi addormentata e… ora sono qui sotto le coperte, deve
avermi portata a letto lui.” Rispose la ragazza
“Buon segno allora!” le sorrise Blaise
“Perché non mi ha svegliata? Lo avrebbe fatto se non fosse stato
arrabbiato!” continuò la ragazza abbassando lo sguardo
“Ora non trarre conclusioni senza sapere com’è andata, cerca
invece di beccarlo prima che scenda in sala grande!” le rispose Blaise
prima di entrare in bagno
Hermione annuì scese dal letto e cominciò a preparare i vestiti
che avrebbe indossato quella mattina. Spostando la gonnellina a pieghe vide
un pacchettino con un fiocco viola che giaceva accanto alla camicia. “Il
regalo di Harry!” si disse chiudendo gli occhi, “Non sono ancora
riuscita a darglielo!” sospirò tristememente.
“Ciao!” disse Ginny distraendola dai suoi pensieri
“Ciao Ginny, dov’eri?” chiese riponendo il pacchettino nel
suo baule
“Oh stamane sono uscita presto, ho fatto una bella camminata fino alla
gufiera e ho mandato una lettera a mamma… tu che mi dici, hai chiarito?”
chiese la rossa sorridendo
“Niente, mi sono addormentata accanto al fuoco e poi mi sono svegliata
qui!” le rispose Hermione
“Ti ci ha portata lui, allora non è più arrabbiato…
Herm tranquilla sarà tornato molto tardi e conoscendolo non voleva svegliarti…
forza cambiati lo beccherai tra poco, salendo ho sentito delle voci provenire
dalla camera dei ragazzi!” la consolò Ginny abbracciandola
“Com’è andata?” chiese Ron appena Harry uscì
dal bagno bagnato vestito solo di un asciugamano.
Il ragazzo non rispose e cominciò ad asciugarsi.
“Harry, le hai parlato?” chiese nuovamente Ron mentre Draco alzò
lo sguardo in direzione del moretto
“No!” rispose il ragazzo che ora era passato ad asciugarsi i capelli
I due amici lo fissarono silenziosi in attesa che continuasse a spiegare il
perché.
“Era tardi, erano le 2.30 e lei stava dormendo beatamente, non ho voluto
svegliarla, l’ho presa in braccio e l’ho riportata a letto!”
continuò Harry ricambiando lo sguardo
“Bhè allora muoviti che tra poco usciranno da quella stanza, potrai
chiarire questa mattina!” gli disse Draco guardando l’orologio
“Si, certo…!” cercò di dire il moretto poco convinto
“Harry, non farmi incazzare, ora uscirai da questa stanza e chiarirai
con Hermione tutta questa assurda discussione” gli disse Draco risoluto
alzandosi in piedi
Harry non rispose e cominciò a vestirsi.
“Pronta?!” chiesero Blaise e Ginny voltandosi nella direzione dell’amica
Ma la ragazza non rispose, la porta aperta della stanza faceva chiaramente intuire
che se n’era andata.
“Ma dov’è? Era qui due minuti fa?” chiese Ginny allibita
“Forse è andata a chiamare Harry?” le rispose Blaise “Andiamo
a vedere!”
Proprio in quel momento i ragazzi uscirono dalla loro stanza ma nessuna traccia
di Hermione.
“Buongiorno!” disse Draco baciando Ginny mentre Ron faceva lo stesso
con Blaise
“Buongiorno!” disse loro Harry sulla porta
“Buongiorno!” risposero le due ragazze guardandosi
“Hermione è ancora in bagno?” chiese Harry all’improvviso
“No, ecco veramente… lei è… stamattina è già…
non c’è!” rispose Ginny imbarazzata dalla situazione
“Capisco!” rispose Harry abbassando lo sguardo e dirigendosi verso
le scale
“Come non c’è?!” chiese svelto Draco abbassando la
voce
“E’ sparita all’improvviso, era qui due minuti fa, io e Blaise
siamo andate un secondo in bagno e uscendo non l’abbiamo più trovata!”
rispose sussurrando la ragazza
“Fantastico, otto ore per convincerlo a parlarle e lei non si fa trovare!”
disse il biondino uscendo dalla camera seguito dalle due ragazze e da Ron.
29° Capitolo: Gelosie e chiarimenti
Hermione sedeva da sola al tavolo dei caposcuola, era scappata, la paura di
affrontare Harry l’aveva fatta uscire di corsa dalla stanza. Pensierosa
al tavolo non si accorse che Jonas Flitt le si era avvicinato e la stava guardando
sorridente.
“Ciao, mi spiace vedere una bella ragazza che sconsolata fa colazione
da sola!” le disse sedendosi di fronte a lei
“Oh ciao Jonas, scusami non ti avevo visto!”
“Tranquilla ho immaginato che fossi un po’ presa dai tuoi pensieri…
tutto OK?” le chiese gentilmente
“Non tanto, ma tu come stai?”
“Non cambiare discorso Hermione, mi è spiaciuto molto per ieri,
vedervi litigare così furiosamente mi ha lasciato senza parole!”
“Jonas scusami ma non voglio parlare di questa storia… Harry ed
io eravamo molto arrabbiati e abbiamo detto cose che non pensavamo e…”
“Hermione non devi giustificarti con me… ero solo venuto a dirti
che mi spiaceva vederti così triste, ieri sera avete scioccato tutti
quanti!” le disse appoggiandole una mano sulla spalla
“Si, mi spiace di aver dato spettacolo!” rispose lei portandosi
le mani sul viso
“Quale spettacolo… sei stata grande, anzi ricordami di non litigare
mai con te… non vorrei beccarmi una di quelle sberle!” le disse
allegro facendola sorridere.
Proprio in quel momento Harry entrò nella sala grande seguito dal resto
dei ragazzi e la scena che gli si parò davanti lo fece trasalire pietrificandolo
vicino all’entrata. Hermione era seduta al tavolo dei caposcuola a chiaccherare
con Jonas Flitt. Il serpeverde stava mormorando qualcosa riuscendo a strapparle
dei sorrisi.
Harry sentì il sangue ribollirgli nelle vene, guardò Draco furibondo
e disse “Non ha voglia di parlare con me ma a quanto pare si trova bene
a parlare con il tuo amico Jonas!”
“Non giudicare dalle apparenze, ti assicuro che Jonas stima Hermione ma
non la tacchinerebbe mai!” rispose svelto Draco cercando di calmare l’amico
che non nascondeva minimamente la sua gelosia
“Davvero, allora perché la stà abbracciando?” chiese
rabbioso Harry
Draco si voltò verso il tavolo effettivamente Jonas stava abbracciando
Hermione ma il biondino era sicuro che non c’era malizia nel suo gesto.
“Grazie Jonas… mi hai distratta un po’ dai miei pensieri tristi,
senti ma perché non ti unisci al gruppo?” disse Hermione abbracciandolo
“Grazie, ma preferisco non essere così vicino a Blaise… sai
io…” rispose Jonas imbarazzato
“Oh capisco, comunque sappi che se decidi di cambiare idea sarai il ben
accetto!” disse la ragazza prima di salutarlo e risedersi al tavolo
Gli amici la raggiunsero pochi secondi dopo. Le loro facce le fecero capire
che c’era qualcosa che non andava.
“Che c’è?” chiese la ragazza “Dov’è
Harry?”
Ron indicò il tavolo dei Tassorosso dove il moretto stava parlando con
Hanna Abbott, una bella ragazza rossa anch’essa caposcuola che lo stava
subissando di complimenti e smancerie varie… e alle quali lui sembrava
non tirarsi indietro.
Hermione sentì il cuore spezzarsi in due a quella vista.
“Hermione non credere a quello che vedi, pochi minuti fa ti ha vista chiaccherare
allegramente con Jonas e non l’ha presa molto bene, sai stamattina sei
sparita… c’è rimasto male!” cercò di dire Draco
“Si lo vedo, è davvero provato… comunque Jonas stava solo
cercando di essere gentile niente di più e se questo lui non lo capisce
probabilmente non ha proprio capito nulla della sottoscritta!” e dicendo
questo si alzò scocciata e s’incamminò verso l’uscita
della sala.
Harry la vide passare con la coda dell’occhio, si congedò veloce
da Hanna che sbavando lo salutò e la seguì fuori dalla sala.
“Come te ne vai già!” disse sarcastico dopo averla raggiunta
Hermione si voltò a quelle parole, lo fissò furente e rispose
“Si, non credo di dover chiedere il permesso a te per poterlo fare! O
vuoi mettere becco su tutte le scelte della mia vita?!”
Harry le si avvicinò, aveva uno sguardo davvero cattivo, Hermione non
lo aveva mai visto così “No, fai pure, mi stavo solo chiedendo
se avessi salutato Jonas prima di uscire?!” le chiese secco
“Sei davvero un poverino Potter, hai anche il coraggio di fare il geloso…
ma non ti fai pena da solo, Jonas è stato gentile a chiedermi come stavo
tutto qui… ma se vuoi pensare che ci sia dell’altro fai pure, probabilmente
non mi conosci poi così bene!”
“Meglio far pena che mentire a se stessi!” Rispose il ragazzo brusco
“Ah caspita Sig. Freud, così io starei mentendo a me stessa e su
cosa sentiamo?”
“Su noi, a quanto pare la cosa non è più così importante
per te… o mi sbaglio?” disse Harry risoluto
Hermione lo guardò incredula “Già averti aspettato invano
sul divano ieri notte è decisamente sinonimo che la cosa non mi interessa
più… o mi sbaglio?!”
“Era tardi, non volevo svegliarti!” le disse con tono più
pacato senza però staccare gli occhi da lei
“Già come sempre Harry, tu non vuoi questo, non vuoi quello, decidi
sempre tu per me… forse dovresti lasciare le persone libere di decidere
come meglio credono una volta ogni tanto!”
“Scusa la prossima volta ti sveglierò e resteremo a parlare fino
alle 5 del mattino, contenta?!”
“Si, avrei preferito… volevo chiarire con te quello che era successo,
cercare di spiegarti, ma tu non hai voluto, non me l’hai permesso!”
“Hermione, era tardi, mi spiaceva che mi avessi aspettato tutto quel tempo,
ho pensato che avremmo potuto parlarne tranquillamente questa mattina, ma tu
te la sei squagliata e quando ti ho vista al tavolo con Jonas a chiaccherare
mi sono girati i coglioni come un frullatore… sono geloso lo ammetto è
forse una tragedia esserlo!” disse tutto d’un fiato
“Cresci Harry!” fu la risposta secca della ragazza
Il ragazzo la guardò senza parlare per qualche secondo, poi lentamente
disse “Finisce così allora, senza chiarimenti, senza possibilità
di rimediare?”
“Harry… no io non volevo dire questo!” rispose Hermione in
panico a quelle parole
“Cosa volevi dire allora Herm?” chiese piano il ragazzo
“Che vorrei che tu accettassi le mie scelte e cercassi di capirmi, non
chiedo che tu le condivida tutte ma sapere che mi rispetti, che ti fidi di me
e che…” iniziò a dire la ragazza
Harry non la fece finire l’abbracciò e disse “Perdonami Hermione,
so di avere esagerato ieri sera, ma ti amo così tanto che l’idea
di perderti mi ha mandato fuori di testa. Io ti rispetto, mi fido ciecamente
di te, non devi neanche pensare il contrario… so quanto sei in gamba e
che sarai un ottimo Auror, anche migliore del sottoscritto....”
“Harry, io…!” provò a dire la ragazza
“Aspetta lasciami finire… voglio anche scusarmi per essere stato
un stronzo egoista, è che tu sei così importante per me che non
vorrei mai che ti succeddesse niente… ho solo sbagliato modo per fartelo
capire!”
Hermione lo abbracciò forte, si asciugò le lacrime che nel mentre
le avevano rigato silenziose le guance poi disse “Harry, ho detto cose
che non pensavo… o comunque guidata dalla rabbia mi dispiace. Avrei dovuto
dirtelo prima ma avevo un po’ paura per come avresti reagito… e
se mi consenti non avevo poi tutti i torti!” gli sorrise lei
“Bhè si anch’io non sono stato molto gentile, scusami!”
le rispose portandosi una mano alla testa
“Ma poi perché ti ostinavi a chiedermi cosa volessi fare finita
la scuola?” chiese all’improvviso la ragazza curiosa
Harry sbiancò “Adesso che dire?” pensò “Ah la
scuola… ma niente era così tanto per sapere!” mentì
poco convinto
“Harry Potter, capisco quando mi dici una bugia… forza dimmelo perché
volevi saperlo?” chiese Hermione con fare indagatorio
“Ma niente Herm… davvero niente!” rispose lui arrossendo furiosamente
“Harry… dimmelo!” disse Hermione che nel mentre lo aveva messo
spalle al muro
“Oh cavolo…. Si, io ecco… volevo chiederti se finita la scuola
tu… volevi…”
“Volevo…?”
“Se volevi venire a vivere con me!” disse facendosi coraggio il
moretto
“Condividere una casa vuoi dire… tutti insieme?” chiese lei
agitata
“Bhè non proprio, io intendevo se volevi sposarmi ma se tu preferisci
convivere con gli altri…” le rispose lui “Mi sta bene anche
così l’importante è stare insieme!”
Hermione fece un sorriso a 44 denti, lo abbracciò all’improvviso
e cominciò a dire “Si, lo voglio, lo voglio, lo voglio, Harry io
si che domande assolutamente si!”
“Sono felice Herm, ma si a quale delle due cose?” chiese ansioso
“Si, che ti sposo Harry, non vedo l’ora!”
Harry sentì il cuore scoppiargli in petto la strinse forte e le diede
un bacio che la fece barcollare tanto era passionale.
Il bel quadretto fu però interrotto dalle urla di Gazza che li fece sobbalzare.
Durante la loro discussione non si erano accorti che gli altri studenti avevano
abbandonando da un pezzo la sala grande per dirigersi nelle rispettive classi.
Erano in ritardo!!
“Andiamo futura signora Potter, Piton ci starà aspettando!”
disse lui prendendola per mano e correndo verso i sotterranei.
“Potter, Granger, comodi… la lezione è iniziata da 10 minuti…
10 punti verranno tolti a Grifondoro per il vostro ritardo!”
“Ci scusi professore!” disse Hermione che non riusciva a smettere
di sorridere
“Forza muovetevi, unitevi ai gruppi e preparate la pozione scritta alla
lavagna!”
Harry si unì a Draco e Ron, Hermione invece a Blaise e Lavanda.
“Ma dove cacchio eravate finiti?” chiese a bassa voce Draco mentre
aggiungeva un ingrediente alla pozione
“Dovevo chiarire una cosa… ora è tutto a posto!” rispose
sorridendo in modo ebete
“Era ora!” disse il biondino “Uomo geloso rimbambito!”
Harry annuì.
“Ma perché hai quella faccia beata… che è successo?”
gli disse Ron puntandolo con una radice
“Niente ragazzi, ho chiarito sono solo felice!”
“Smettila di dire balle, orami sei un libro aperto per noi!” continuò
Ron guardandolo storto
“Ho solo chiesto ad Hermione una cosa e lei mi ha risposto di si!”
“Cosa?” Chiese Draco distratto senza togliere lo sguardo dalla pozione
Harry arrossì vistosamente e non rispose.
“Bhè che le hai chiesto? Si può sapere?” rincarò
il biondino
“Ecco, cosa pensate di fare finita la scuola…?” disse il moretto
“Che centra?” chiese Ron
“Centra centra… allora cosa pensate di fare?” richiese Harry
“Pensavo di seguire l’addestramento per diventare Auror!”
rispose Draco
“Si anch’io, anche tu Harry e a sto punto anche Hermione…
ma che centra con lei?” continuò Ron
“Bhè prima di iniziare l’addestramento, abbiamo tutti un
altro impegno!” disse Harry con un filo di voce “Anzi ci terrei
che vi teneste liberi!”
Draco e Ron si guardarono confusi poi come colpiti dalla rivelazione del secolo
dissero “No, non posso crederci… non dirmi che le hai chiesto di…
sposarti?”
Harry sorrise imbarazzato
“Harry ma quando?” domandò Ron
“Pensavo finita la scuola… a settembre… che ne dite?”
“Dico che sei matto, ma che sarà un onore farti da testimone!”
rispose il biondino abbracciandolo
“Mia madre impazzirà di gioia… aspetta un matrimonio da secoli!”
gli sorrise Ron abbracciandolo nuovamente
“Ma che succede oggi, Potter, Malfoy, Weasley la finiamo di scambiarci
stupide e inutili effusioni?” sbraitò Piton avvicinandosi
“Scusi!” dissero in coro i tre ragazzi rimettendosi immediatamente
a finire la pozione
“Hermione tutto ok?” le chiese Blaise
La ragazza annuì “Poi ti racconto!!” disse stringedole la
mano.
La lezione di pozioni finì e per la gioia dei ragazzi quella di erbologia
saltò a causa di un imprevisto della professoressa Sprite. Si ritrovarono
così in giardino, c’era una bella e fredda giornata di sole.
Hermione ne approfittò per raccontare a Blaise di come aveva chiarito
le cose con Harry e di come lui si fosse dichiarato. Blaise era impazzita, continuava
a gridare dalla gioia, ad abbracciarla e a comlimentarsi “Non ci posso
credere, ma è stupendo, pensa appena lo racconti a Ginny…!”
“Racconti cosa?” chiese Harry che seguito da Draco e Ron le aveva
raggiunte alla panchina dov’erano sedute
“E bravo il mio Harry… auguri!” urlò Blaise abbracciandolo
e facendolo arrossire
“Oh grazie!” disse piano Harry mentre la moretta lo stringeva “Amore
deduco che hai raccontato a Blaise la novità?”
“Bhè si, non dovevo?” rispose Hermione divertita nel vedere
la scena
“Certo certo ma forse dovevi poi darle un calmante!” sorrise lui
staccando l’amica dal suo collo
I cinque ragazzi scoppiarono a ridere.
“Potter!” si sentì chiamare
Harry si voltò era Piton “Venga deve partire!”
“Partire per dove?” chiese il ragazzo sotto gli sguardi attenti
degli amici
“Venga, le spiegherò mentre andiamo dal professor Silente!”
Il ragazzo guardò Hermione le sorrise e disse “Non ti preoccupare!”
e detto questo si allontanò con il professore di pozioni.
30° Capitolo: Cornelius Caramell
“Accomodati Harry!” disse Silente
“Professore ma che succede, il professor Piton mi ha detto che devo partire…
ma per dove? Non ha voluto dirmelo…”
“Harry il ministero sa che Voldemort non è morto, messaggi dei
suoi mangiamorte sono stati trovati sul luogo di un attentato… Caramell
ha deciso, contro ovviamente il mio consiglio, di farti andare al centro addestramento
Auror per poter controllare a che livello i tuoi poteri sono arrivati!”
“Ma quando? Per quanto?” chiese il ragazzo preoccupato
“Partirai stasera!”
“Stasera? Ma perché non vengono qui loro… perché devo
allontanarmi dalla scuola?”
“Mi dispiace Harry, Caramell non ha voluto sentire ragioni, pare che il
ritorno del Signore Oscuro sia prossimo!”
“E loro vogliono avere la certezza che saprò farmi valere!”
disse il ragazzo schifato
Il preside non disse nulla, guardò Piton e gli fece cenno di lasciarli
soli. Il professore di pozioni si congedò e uscì dall’ufficio.
“Harry, è mio pensiero che il Ministero stia cercando di usarti
per catturare Voldemort e i suoi seguaci, Caramell non ha voluto credere a quanto
gli ho raccontato della dimensione in cui il Signore Oscuro si trova, credo
sia convinto che sapendoti fuori da Hogwarts Voldemort si farà vivo!”
“E’ pazzo oltre che stronzo… ma perché non crede mai
a quello che gli diciamo?” chiese il ragazzo irritato
“Infinita stupidità alimentata dalla paura di affrontare la realtà!”
rispose secco il preside
“Cosa devo fare?” chiese Harry appogiandosi allo schienale della
poltrona davanti a sé
“Stare attento, questa cosa non mi convince per niente… purtroppo
non posso rifiutarmi di far uscire un alunno dalla scuola se il Ministero me
lo richiede ufficialmente, però posso metterti in guardia!”
“Chi verrà a prendermi?” chiese Harry
“Caramell in persona!” gli rispose il preside “Userà
una passaporta, pertanto devi farti trovare qui per le ventidue di stasera
Il ragazzo annuì e imbufalito si smaterializzò apparendo poco
dopo alla torre est.
Si mise veloce abiti babbani, jeans e maglione, dopodichè mise la sua
bacchetta in tasca e cominciò a sfogliare i libri che Hermione aveva
recuperato per lui in biblioteca. “Se devo andare è bene che mi
prepari!” pensò fra sé cercando di capire e imparare più
formule possibili. La cosa però veramente strana era che Harry conosceva
già la maggiorparte di quei vecchi incantesimi e controincantesimi.
Le ore passarono e Harry non si fece vedere a nessuna delle lezioni del pomeriggio,
Hermione era preoccupatissima per non dire angosciata “Sarà già
partito… ma dove lo avranno portato?” chiese in panico guardando
Ginny
“Non ti preoccupare, proviamo a tornare alla torre magari è là,
vedrai che se non c’è sarà sicuramente con Silente!”
provò a dirle l’amica
I 5 corsero alla torre e con loro grande stupore trovarono Harry seduto sul
suo letto sommerso da quasi tutti i libri che si trovavano nella stanza.
“Harry, non sei partito allora!” disse Ron vedendolo
“No, non ancora partirò stasera!” gli rispose il ragazzo
senza distogliere lo sguardo dal libro che stava finendo di leggere
“Ma dove ti portano?” chiese Hermione tristemente
“Ministero, area addestramento Auror, vogliono valutare i mie poteri!”
le rispose guardandola
“Starai via molto?” chiese Draco
“Non lo so… spero di no!” gi rispose alzandosi dal letto e
dirigendosi ad abbracciare Hermione
“E’ incredibile… ma che palle, non si può stare tranquilli
due minuti!” ruggì Ron dando un pugno al muro accanto a lui
“Ho finito i libri!” disse il moretto guardando gli amici e cercando
di cambiare discorso
“Finiti, tutti?” chiese Blaise allibita
“Si, la magior parte degli incantesimi li conoscevo già, non chiedetemi
come ma li sapevo… pertanto è stata una sorta di ripasso!”
Le ragazze si scambiarono uno sguardo confuso poi si diressero in camera a cambiarsi
per la cena. Una volta soli Harry spiegò a Draco e Ron il vero motivo
per cui Caramell lo voleva fuori da Hogwarts
“Ma non ci posso credere questo è davvero un coglione!” disse
Draco incazzato nero
“Mi raccomando raga, acqua in bocca con le ragazze… non voglio che
si preoccupino!”
“Ma come farai… da solo!?” chiese Draco
Harry non rispose perché le ragazze rientrarono in camera.
“Wow!” disse Ron guardandole “Siete bellissime!”
Draco e Harry erano rimasti senza parole, le ragazze erano veramente stupende.
Ginny si avvicinò al biondino e accarezzandogli la guancia disse “Ciao
bel ragazzo, saresti così cortese da accompagnarmi a cena?!”
“Volentieri!” rispose Draco baciandole la mano
“Ron, che c’è?” chiese Blaise guardandolo maliziosa
“10 e lode amore… sei… sei... così bella che non ho
parole!” le rispose il rosso prendendola in braccio
“Ciao, futura signora Potter! Ma come siamo belle” disse Harry avvicinandosi
alla ragazza
“Ciao Harry… io volevo darti una cosa!” disse Hermione un
po’ imbarazzata porgendogli il pacchettino dal fiocco viola
“Grazie, ma non dovevi, cos’è?” chiese prendendolo
“Volevo dartelo a Natale, ma come ben sai non eri in te… poi mi
sono dimenticata e si insomma aprilo!”
Harry scartò piano il regalo, all’interno di una bellissima scatolina
vellutata di colore blu scuro c’era una catenina sottile d’oro che
reggeva un cristallo viola. Harry guardò attentamente il cristallo “Ma
è bellissimo!” disse guardandola
“E’ Ametista!” disse la ragazza “E’ un catalizzatore
di energie positive, dovrebbe aumentare i tuoi poteri quando la indossi…
almeno così risulta dai miei studi e poi ti ricorderà di me quando
siamo lontani!”
“Grazie!” disse il moretto prendendole il viso tra le mani e baciandola
dolcemente “Lo indosserò sempre!” e così dicendo si
allacciò la catenina al collo mentre un’Hermione soddisfatta sorrideva
felice.
“Harry a che ora dovrai partire?” chiese Ginny interrompendo quel
momento magico
“Alle dieci! Verrà Caramell nell’ufficio di Silente con una
passaporta!” rispose il ragazzo
“Allora puoi cenare con noi!” disse la rossa sollevata
Harry fece cenno di sì con la testa
“Andiamo allora!” suggerì Draco facendo strada aprendo la
porta da bravo cavaliere
I ragazzi uscirono e si diressero veloci in sala grande.
Nessuno fece caso che il mantello dell’invisibilità di Harry, appoggiato
quella mattina sul suo baule, era sparito.
Le ragazze entrarono sorridenti nella sala seguite dai tre ragazzi. Al passaggio
di Harry Hanna Abbott balzò in piedi e lo rincorse.
“Harry, scusa posso parlarti?” chiese mentre Hermione la squadrava
con odio
“Certo dimmi Hanna!” rispose sorridendo il ragazzo che aveva visto
il lampo fulminante negli occhi della bella moretta
“Senti, volevo chiederti, visto che tu e Hermione avete… si bhè
non siete più… va bhè hai capito, volevo sapere se al ballo
di fine anno ti andava di venirci con me?” domandò arrossendo la
rossa di Tassorosso
“Oh… Hanna ti ringrazio per l’invito ma vedi in realtà
io e Hermione abbiamo fatto pace e così…”
rispose Harry imbarazzato
“Oh scusa non sapevo… perdonami!” disse la Abbott diventando
viola per la vergogna e scappando a sedersi al tavolo della sua casa.
“Che ti ha detto?” chiese Hermione fingendo tranquillità
quando Harry si sedette al tavolo
“Signorina Granger siamo gelose?” chiese soddisfatto il ragazzo
“Io, assolutamente no, lo sai che non lo sono!” sbuffò Hermione
facendo una mezza risatina isterica
“Non te lo dico se prima non ammetti di essere gelosa anche tu!”
disse Harry a meno di una spanna dal suo viso
“Potter sei odioso, dai che ti costa… dimmelo?”
“Niente da fare!” sorrise lui guardandola
Draco e Ron e le rispettive ragazze ammiravano la scena e se la ridevano come
pazzi
“Sono g..l.sa!” biascicò Hermione
“Come?” chiese Harry
“Sono gelosa!” ripetè la ragazza in un sussurro
“Proprio non ti sento Herm, che dici!” richiese Harry portandosi
la mano all’orecchio
“E va bene… SONO GELOSA!” disse la ragazza scocciata scandendo
bene le parole
“Ah mi sembrava d’aver capito bene!” rise Harry battendo le
mani
“Bhè me lo dici o no che ti ha detto quella sciacquetta!”
chiese Hermione stupendo gli amici
“Oh caspita Harry, siamo passati agli insulti… presto diglielo altrimenti
si alza e va là a farle un occhio nero!” disse Ron sempre più
divertito
“Mi ha chiesto di andare al ballo di fine anno con lei, credeva che ci
fossimo lasciati!” rispose il moretto mentre sorseggiava un po’
di succo di zucca
“Coooosaaaa? E tu che le hai risposto?” domandò Hermione
con la forchetta puntata verso il ragazzo
“Le ho risposto che avendo fatto pace, la ringraziavo ma dovevo reclinare
l’invito visto che a quel ballo ci sarei andato con te!” rispose
Harry abbassandole la forchetta e dandole un bacio sulla guancia
“Ah davvero? Bene risposta esatta Potter te la sei cavata in estremis!”
Harry la guardò e ridendo fece cenno con la mano di scampato pericolo.
Draco e Ron continuarono a prendere in giro Hermione per questa mini scenata
di gelosia per un’altra mezz’ora buona sotto lo sguardo divertito
di Ginny e Blaise e di Harry che si stava godendo la sua rivincita.
Poco dopo apparvero i dolci e i ragazzi gioirono nel vedere che gli elfi domestici
si erano cimentati in ogni ben di Dio, budini, torta di mele, creme caramel,
panna cotta, torta al cioccolato, e molte altre cose deliziavano i loro occhi
e ben presto avrebbero deliziato anche i loro palati.
Blaise si servì di budino alla vaniglia e con fare provocatorio cominciò
a stuzzicare Ron che sedeva di fronte a lei. “Ne vuoi?” chiese la
mora ammiccando
“Com’è buono?” rispose Ron guardandola
“Molto!” disse Blaise leccandosi le labbra
“Allora che ne dici di farmelo assaggiare?” chiese il rosso avvicinandosi
“Volentieri!” rispose Blaise imboccandosi e baciando il ragazzo
subito dopo
“Umhhhh buono! ne vorrei ancora per favore?” disse Ron
“Va bene ancora un po’ allora!” rispose Blaise ripetendo l’operazione
fatta poco prima
“Complimenti!” urlò Silente che aveva assistito a tutta la
scena “Adoro le coppie innamorate, però vi prego di non esagerare,
la professoressa McGranitt non è larga di vedute come me!”
Ron e Blaise si staccarono all’istante diventando rossi come mai prima
d’allora “Ci scusi professore!” dissero in coro
“Tranquilli ragazzi, ero solo venuto a ricordare a Harry il suo impegno
delle dieci, continuate pure arrivederci!” rispose il preside allontanandosi
dal loro tavolo
Harry e Draco si stavano sganasciando mentre Ginny e Hermione cercavano di trattenersi
“No dai vi prego ditemi voi se questa non è sfiga… ma vi
pare possibile beccati da Silente in persona!” disse Ron appoggiando la
testa al tavolo
Blaise continuava a ripetere “Che figura di merda, che figura di merda,
che figura di merda!”
“Blaise abbiamo capito, non insistere!” disse Draco senza smettere
di ridere
“Scusate però un po’ ve la siete cercata… vi mettete
a fare sti giochini in sala grande a meno di cinque metri dal tavolo dei professori!”
affermò Ginny ribaltata sulla sedia
“Vero, siamo due deficienti!” sospirò Blaise mettendosi poi
a ridere
Le risate continuarono per un bel po’ facendo trascorrere il tempo velocemente.
“Accidenti, sono le nove e quaranta, devo andare!” disse Harry guardando
l’ora
“Possiamo accompagnarti?” chiese Hermione
“Penso di si, dai venite!” disse il moretto alzando le spalle e
incamminandosi verso l’uscita della sala seguito dai suoi amici.
Silente accolse i ragazzi nel suo ufficio facendoli accomodare, all’appello
mancavano solo Draco e Ron che si erano defilati, adducendo come scusa l’organizzazione
di una seratina romantica per le rispettive ragazze. Harry era piuttosto nervoso,
continuava a girare avanti e indietro per l’ufficio.
“Harry tutto bene?” chiese Hermione
“Certo, scusa, tutto bene è che aspettare mi innervosisce!”
rispose il ragazzo sorridendo e lanciando uno sguardo particolare a Silente
che capì al volo che le ragazze non sapevano la verità.
“Ecco!” disse il presidente indicando il camino “La passaporta
è il camino!” disse guardando Harry
“Buonasera!” disse Cornelius Caramell apparendo nella stanza
“Buonasera Cornelius!” rispose Silente
“Buonasera!” disse Harry squadrandolo
“Buonasera Ministro” dissero le ragazze vedendolo
“Vedo che c’è chi è venuto a salutarti Harry, tranquille
ragazze vi rimanderò il vostro beniamino tra qualche giorno!” affermò
con una freddezza insolita “Pronto Harry?” chiese poi guardando
il ragazzo
“Cornelius, ti rinnovo la mia richiesta a prendere in considerazione di
lasciare qui Harry e mandare una squadra dei tuoi migliori Auror al castello,
in modo da poterlo valutare e nel contempo consentirgli di continuare le lezioni!”
affermò Silente risoluto
“Spiacente Albus, sai che tutti i migliori sono impegnati al momento.
Harry causerà meno disturbo a venire da noi… sarà trattato
benissimo non ti preoccupare!” rispose il Ministro secco
“Che venga trattato bene lo do per scontato Cornelius… mi preoccupa
solo quest’urgenza improvvisa di testare le capacità del ragazzo!”
continuò il preside
“Albus non ho tempo di discutere con te e poi stai spaventando le ammiratrici
del Sig. Potter!” disse Caramell avvicinandosi al camino e facendo cenno
a Harry di raggiungerlo all’interno
Harry guardò Silente che annuì, poi si voltò e salutò
Ginny e Blaise e abbracciò forte Hermione sussurrandole all’orecchio
“Non ti preoccupare, ho il tuo cristallo con me, tornerò presto!”
dopodichè le diede un bacio sulla guancia ed entrò nel camino.
“Hai!” disse Harry guardandosi il piede poco prima che i due sparissero
in pochi secondi.
“Professore, non le sembrava strano?” chiese Hermione
“Non ti preoccupare Hermione, gli starò alle costole e chiederò
sue notizie ogni giorno!”
La ragazza annuì “Facciamo così vi accompagno alla torre
ma prima facciamo un saltino nelle cucine… dovrebbe esserci ancora un
po’ di budino!” disse il preside sorridendo
Le amiche sorrisero e uscirono dall’ufficio accompagnate dal preside.
Capitolo 31°: Sorpresa!!
Harry e Caramell apparvero in una sala buia nei sotterranei del Ministero della
Magia.
Ad un gesto del ministro delle lanterne si accesero rivelando un grosso salone
completamente vuoto, munito di pavimento di marmo e stucchi elaborati sul soffitto.
Di fronte a loro un’unica porta dorata chiusa.
“Dove siamo? E’ questo il dipartimento riservato all’addestramento
degl’Auror?” Chiese il ragazzo mentre si guardava intorno
“No, il dipartimento è al di là di quella porta!”
rispose secco il ministro indicandogli di seguirlo “Vieni entriamo!”
disse Caramell spingendolo nella stanza accanto dopo che la porta si aprì
ad un suo preciso comando vocale.
La stanza accanto era molto diversa, più piccola e meno fastosa, al centro
c’era un letto e sulla parete di sinistra una grossa libreria ricolma
di antichi libri, per lo più dedicati alle arti oscure.
Harry cominciò a preoccuparsi che diavolo ci faceva un letto in quella
stanza “Signore, a che cosa serve il letto?” chiese fissando il
Ministro immobile dietro di lui.
“A farti riposare Harry!” disse una voce fredda alle sue spalle
Il ragazzo si voltò di scatto e ciò che vide non gli piacque per
niente, Lucius Malfoy, Bellatrix Lestrange e Astor Zabini erano in piedi di
fronte a lui.
“Ben tornato Harry!” disse Bellatrix sorridendo
“Imperius Ivanesco!” recitò Zabini puntando la sua bacchetta
sul Ministro che si accasciò senza vita a terra
Harry indietreggiò e afferrò la sua bacchetta.
“Non ti sembra un Dejà-vu Harry?” chiese sarcastico Lucius
Malfoy
“A quanto pare!” rispose secco il ragazzo
“Tranquillo non vogliamo farti del male, tu ci servi!” disse la
Lestrange avvicinandosi
“Non fare un altro passo!” urlò Harry guardandola con odio
“Vedo che ti sei ripreso, credevamo che la battaglia ti avesse ucciso…
e invece eccoti qui! Sei un ragazzo forte e decisamente pieno di sorprese!”
affermò la donna fermandosi a un metro da lui
“Cos’è stato?” chiese Astor Zabini all’improvviso
“Cosa?” gli chiese Malfoy Senior guardandolo
“Non siamo soli! C’è qualcuno, ho sentito un rumore!”
disse l’uomo scrutando ogni angolo della stanza.
“Astor, ti prego manteniamo la calma vuoi? Potter è qui, Silente
a miliaia di chilometri di distanza e noi abbiamo fretta!!” lo freddò
il biondo mangiamorte
“Allora Harry ti starai chiedendo perché sei qui?” disse
Bellatrix “Il nostro padrone ci chiama, ha bisogno di te… per poter
tornare da noi!”
Harry rabbrividì a quelle parole ma cercò di non darlo a vedere.
“Già ora berrai questa pozione e andrai a prenderlo!” disse
Zabini indicando una boccetta che conteneva un liquido azzurrino
“Perché io, perché non va uno di voi a prenderlo?”
chiese Harry senza staccare lo sguardo dai tre
“Perché pensa un po’ il destino, pare che solo tu possa raggiungerlo
in questa dimensione parallela in cui l’hai mandato… e poi non vuoi
dare un taglio, una volta per tutte, a questo rincorrersi a vicenda?”
Rispose Lucius ridendo
Nel frattempo nell’angolo destro dietro a Harry due ragazzi terrorizzati
assistevano pietrificati a quanto stava accadendo nascosti sotto ad un mantello
dell’invisibilità.
“Cazzo, mio padre, Bellatrix e Zabini, i mangiamorte più fedeli
di Voldemort!” sussurrò Draco all’orecchio di Ron
“Lo sapevo che c’era qualcosa di strano! Caramell era sotto l’incantesimo
Imperius e ora è morto!” rispose Ron “Cosa facciamo, dobbiamo
avvertire Silente, ma se torniamo con la passaporta, non potremo aiutare Harry!”
“Schiantiamoli e portiamo via Harry!” propose Draco
“Non riusciamo a beccarli tutti e tre insieme e se uno di loro schiantasse
noi, saremmo degli ostaggi in più!” disse Ron
“Aspettiamo qualche minuto e vediamo che succede!” mormorò
il biondino. Ron annuì.
“Bevi!” gridò Zabini
“Astor ti prego… dammi qua e allontanati, vai a sentire dove sono
gli altri!” disse la Lestrange indicando la boccetta e spingendo l’uomo.
Zabini con un gesto di stizza le passò l’ampolla con la pozione
e uscì dalla porta.
“Già, come vedi non ci si può smaterializzare!” disse
Bellatrix “Ora torniamo a noi, che ne dici di accellerare la cosa, non
c’è più molto tempo!”
“Scordatevi che berrò quella cosa!” disse il ragazzo “Se
davvero Voldemort non può tornare perché andare a prenderlo?”
“Perché te lo ordiniamo noi!” esplose la donna “Con
le buone o con le cattive berrai!” disse puntandogli la bacchetta addosso.
“Harry perché vuoi complicare le cose… su bevi e facciamola
finita!” continuò Lucius abbassando la bacchetta di Bellatrix
Harry si spostò verso destra liberando perfettamente la visuale a Draco
e Ron che impugnate le loro bacchette uscirono allo scoperto urlando “Stupeficium!”
Bellatrix fu colpita e cadde a terra schiantata mentre Lucius riuscì
a schivare il colpo a lui diretto recitando “Scudo Sempra!”
“Harry vieni qui!” gridò Draco
Il ragazzo non si fece pregare, corse dagli amici mentre Ron lo proteggeva con
il medesimo incantesimo scudo usato da Malfoy senior.
“Draco, che stai facendo?” gridò l’uomo “Sei
una delusione su ogni fronte!”
“Che novità è papà… una delusione. Ci sarei
rimasto male a sentirti dire il contrario. Sai che c’è… che
non mi va che mio padre cerchi di ammazzare i miei amici!” disse calmo
il ragazzo con un tono che faceva chiaramente trasparire odio.
“Amici… ah ah ah ma ti senti? Amici, come sei caduto in basso figliolo,
frequenti pezzenti babbanofili e sporche mezzosangue, ma quali amici?”
sbraitò furioso “Quel ragazzo ci serve, il Signore Ocuro è
troppo debole, ma lui può andare a prenderlo e riportarlo da noi!”
“Aspetta aspetta che ci penso…!” disse Draco facendo finta
di meditare, poi scosse la testa e disse “No, non sei stato molto convincente…
scusami ma preferisco riportare il mio AMICO a casa!” e detto questo sparì
portando con sé Ron e Harry
I tre apparvero un attimo dopo nell’ufficio di Silente sotto gli occhi
basiti del preside e del professor Piton.
“Harry!” gridò Silente
“Draco, Weasley!” rincarò Piton nel vederli
“Professore, Caramell è morto, era sotto l’influsso della
maledizione Imperius, ad aspettarmi c’erano Malfoy, la Lestrange e Zabini…
Draco e Ron mi hanno salvato, e…!” disse Harry tutto d’un
fiato
“Calma!” disse Albus Silente “Sedetevi e raccontatemi quanto
è successo!”
I ragazzi si sedettero e spiegarono come nascosti sotto il mantello avevano
seguito Harry e il Ministro nel camino
“Ti ho anche pestato un piede” disse Ron sorridendo
“Ora capisco!” Disse Harry scuotendo la testa
“Si e hai anche inciampato cadendo a terra, facendo un casino della madonna!”
sospirò Draco
“Bhè Harry pare che tu sia stato salvato dai due più inorganizzati
e irresponsabili salvatori!” sbottò Piton guardandoli “Sapete
cosa avete rischiato?”
“Calma Severus, credo che i ragazzi sappiano di aver sbagliato ma ciò
non toglie che il loro intervento, anche se molto fortunoso, sia stato provvidenziale!”
Piton sbuffò mentre Harry cominciò a raccontare tutto quello che
Lucius Malfoy e la Lestrange gli avevano detto.
“Dunque Voldemort non può tornare?” chiese il preside
“Così dicono, pare che solo io possa andare da lui!” asserì
Harry
“Non sono convinto di questo, penso invece che al momento lui sia troppo
debole per farlo e voglia te, come ultimo trofeo!” continuò Silente
I ragazzi fissarono i due professori senza parlare “Dovrò andare
comunque allora?” chiese qualche secondo dopo Harry
“Se vogliamo ucciderlo, temo proprio di si!” rispose il preside
“Ma professore, hanno detto che non può tornare… lasciamolo
là a marcire!” disse Draco scattando a quelle parole
“Non può tornare ora, ma magari tra uno o due o forse tre anni
sarà abbastanza forte per farlo e saremo di nuovo da punto a capo!”
gli rispose l’uomo
Draco e Ron scossero la testa in segno di disapprovazione.
Harry invece sorrise. Guardando prima gli amici e poi il preside si alzò
dalla sedia e disse “Professore che ne dice se ne parliamo domani, ora
vorrei riportare i miei amici alla torre e ringraziarli come si deve! Stasera
mi hanno salvato la vita!”
Silente annuì e dopo averli ammoniti di non ripetere bravate simili li
lasciò tornare alla torre est.
“Grazie ragazzi!” disse Harry abbracciando prima uno poi l’altro
“Se non mi aveste seguito, a quest’ora chissà!”
“Ci puzzava troppo la cosa!” rispose Ron ricambiando l’abbraccio
“Draco ha avuto l’idea geniale di prendere il tuo mantello e inventare
la scusa della seratina romantica!”
“Grazie davvero raga!” ripetè Harry
“Che diciamo alle ragazze? Siamo spariti senza dire nulla saranno furiose!”
disse Draco impallidendo all’idea di affrontare una Ginny furibonda
“La verità!” disse il moretto mentre con un “Buonasera!”
varcava la porta della camera delle ragazze
“Harry! Che ci fai qui?” chiese Hermione vedendolo
“Ecco… sorpresa, abbiamo una storia da raccontarvi!” rispose
per lui Ron che a fatica schivò uno scappellotto di Blaise
I tre ragazzi raccontarono per filo e per segno tutta la storia.
“Non ci posso credere, Caramell morto, Imperius, mangiamorte, ma questo
calvario non finirà mai!” esplose Hermione “Se non ti avessero
seguito…!” balbettò spaventata
“Herm vieni qui… è andato tutto bene, mi vedi sono qui accanto
a te e stò benissimo!” disse il moretto abbracciandola
“Harry ma…!” provò a dire la ragazza
“Niente ma, non voglio vederti piangere!” le disse lui baciandole
le guance bagnate di lacrime
“Bravo amore!” disse Ginny abbracciando Draco “Sei stato un
genio, molto coraggioso!”
“Io invece ero lì a reggere il mantello!” fece Ron fingendosi
offeso
“Sei stato molto coraggioso anche tu tesoro!” gli disse Blaise baciandolo
“Meriti un premio!” e con un cenno della testa indicò il
budino appoggiato sul suo comodino
Ron sorrise “Finalmente un po’ di coccole per il sottoscritto!”
“Chissà che incazzatura tuo padre” affermò Ginny guardando
Draco.
Il biondino annuì e poco dopo un sorriso soddisfatto spuntò sul
suo bel viso.
“Ragazzi scusatemi ma stasera penso che farò indigestione di budino
pertanto non voglio disturbarvi e me ne vado di là a fare indigestione
nel mio letto” disse Ron prendendo Blaise in braccio che reggeva budino
per un esercito.
Harry annuì e senza dire bah afferrò Hermione e la portò
sino al suo letto eclissandosi poco dopo dietro le tende insieme a lei. Draco
e Ginny fecero lo stesso senza mai staccarsi dal baciarsi.
Ron entrò nella sua camera e dopo aver deposto Blaise a terra chiuse
la porta con un incantesimo anti intrusione. L’ultima cosa che il ragazzo
udì prima di gettarsi sulla bella ragazza fu “Ma dove le avrà
messe quelle manette Draco?”
La mattina seguente un Ron molto soddisfatto si svegliò con ancora il
profumo di Blaise addosso. La ragazza dormiva betamente accanto a lui in tutta
la sua bellezza.
Blaise era davvero bellissima, il suo fisico slanciato e la sua carnagione delicata
la facevano sembrare una bambola di porcellana. I suoi capelli corvini risaltavano
perfettamente l’ovale del suo bel viso. I suoi occhi blu sembravano due
pezzi di cielo e le sue labbra carnose sembravano create apposta per farlo impazzire.
Ron la guardava e più lo faceva più non riusciva a staccare gli
occhi da lei.
Vestiti sparsi ovunque denotavano che la serata era stasta parecchio movimentata,
Ron fissò il piatto del budino vuoto a terra e sorrise a ripensare a
quanto si erano divertiti con quel dolce.
“Sei fantastica amore!” disse il ragazzo baciandole la spalla nuda
che spuntava da sotto le coperte.
Lei non si svegliò ma si girò dalla sua parte scoprendo un seno.
Ron non resistette, a tale vista, si chinò e le diede un delicato bacio
sul capezzolo rosa, che ha quel tocco s’irrigidì. Blaise questa
volta si svegliò, guardò il ragazzo accanto a lei e sorridendo
disse “Buongiorno!”
“Buongiorno amore, mi spiace non volevo svegliarti, è che sei troppo
bella per starti solo a guardare!” le disse il rosso ricambiando il sorriso
“E’ tanto che sei sveglio?” chiese lei abbracciandolo fingendosi
assonnata
“Abbastanza perché?” chiese curioso
“Potevi svegliarmi prima!” rispose la ragazza tirandolo a sé
e spostandosi sopra di lui
“Bambina non iniziare ciò che poi non puoi finire!” le disse
Ron mentre Blaise cominciava a baciargli il petto soffermandosi a giocare con
i capezzoli del ragazzo
“Sai che non faccio mai promesse se non posso mantenerle!” rispose
la ragazza mordicchiandolo e facendolo gemere di piacere
Ron chiuse gli occhi e lasciò che le esperte mani di Blaise solleticassero
i suoi sensi, la ragazza sapeva bene come mandarlo in estasi e portarlo all’estremo.
Il ragazzo cominciò ad accarezzarle la schiena con movimenti molto sensuali
che pian piano diventarono sempre più audaci, Blaise lo adorava quando
la accarezzava così. Lo guardò e staccandosi momentaneamente dal
baciargli il petto salì per catturare le sue labbra in un bacio superappassionato.
Ron contraccambiò con un’intesità doppia tanto che dovettero
staccarsi per poter riprendere fiato.
“Ti amo Ronald Weasley!” disse la bella mora guardandolo
“Sapessi io!” rispose lui mentre con la lingua stava percorrendo
il profilo delle labbra della ragazza.
Ron la fece sdraiare accanto a sé e invertì la posizione, questa
volta era lui a dirigere il gioco.
In men che non si dica Blaise si ritrovò le mani legate sopra alla testa
dalle manette che Draco aveva nascosto.
“Trovate!” disse Ron sorridendo maliziosamente mentre cominciava
a baciarle sensualmente il collo, scendendo piano piano verso i suoi seni perfetti.
La ragazza strinse forte la testata del letto a cui Ron l’aveva legata
mentre il ragazzo leccava e mordicchiava i suoi capezzoli.
“Ron Dio mio!” ansimò piano quando lui scedendo oltre l’ombelico
le accarezzò l’interno coscia con la mano e gridò il suo
nome quando il ragazzo si concentrò, con abili colpi di lingua, a procurarle
piacere. Blaise raggiunse presto l’orgasmo e mentre Ron soddisfatto riemergeva
dalle lenzuola senza mai smettere di baciarla lei disse “Slegami, ti prego
amore slegami!”
“Ai suoi ordini signorina!” disse il rosso che con un colpo di bacchetta
la liberò in men che non si dica
Non appena potè muovere le mani Blaise ricambiò il ragazzo del
piacere ricevuto. Lo fece stendere e sinuosamente cominciò a strusciarsi
su di lui con movimenti che lo fecero impazzire. Entrambi erano molto eccitati,
i loro corpi esprimevano chiaramente quanto.
A cavalcioni la ragazza aiutò Ron a posizionarsi correttamente e lentamente
lasciò che scivolasse dentro di lei. “Blaise!” gridò
lui non appena si sentì avvolgere da un calore immenso. La ragazza cominciò
a muoversi piano sopra di lui che ad occhi chiusi e a braccia aperte strinse
forte le lenzuola. I movimenti diventarono ogni minuto sempre più profondi
e veloci, perfetti da tanto erano in sintonia i due corpi e continuarono sino
a quando entrambi non raggiunsero l’estremo piacere gridando all’unisono
i propri nomi. Stremata Blaise si accasciò sul petto di lui lasciando
che il ragazzo le accarezzasse delicatamente la testa. Lentamente si spostò
di lato permettendo a Ron di liberarsi da quella più che piacevole agonia.
Ron aveva il cuore che batteva a mille all’ora, le emozioni che la ragazza
riusciva a risvegliare in lui erano al pari di una scarica tripla di adrenalina.
Chi avrebbe immaginato che si sarebbe innamorato di una Serpeverde… e
che Serpeverde ragazzi, la migliore sotto tutti i punti di vista.
“Ron che ne dici se ci facciamo una doccia?” chiese la bella mora
dolcemente
“Con o senza manette?” rispose lui sorridendo
“Scemo, senza è ovvio... non c’è tempo per farla con…!”
continuò la ragazza ammiccando scendendo dal letto e dirigendosi come
mamma l’aveva fatta verso il bagno.
Ron guardò l’orologio “Eh si, non c’è tempo…
peccato!” disse sconsolato raggiungendola sotto la doccia.
Capitolo 32°: Due chiacchere con Silente!
Una mezz’oretta dopo Blaise e Ron abbracciati entrarono nella sala grande
e si diressero verso il tavolo dove gli amici già stavano facendo colazione.
“Heilà, piaciuto il budino?” chiese Draco sollevando una
fetta di pane con la marmellata
Blaise sorrise mentre Ron si limitò a dire “Molto grazie!”
“Buongiorno ragazzi, vi vediamo un po’ stanchini” disse Harry
sorridendo
“Non più di te o del biondino!” rispose l’amico guadandolo
maliziosamente
“Oh si, bello mio… più di noi sicuro!” disse il moretto
battendogli sulla spalla
Hermione a quelle parole diede una sberla sulla testa a Harry che girandosi
verso di lei e guardandola con la faccina da bravo ragazzo disse “Che
c’è amore, non ho detto migliore di noi o detto più di noi…
non qualità, quantità capisci!”
“Smettila Harry, vedi di finirla e vergognati!” sorrise Hermione
fingendosi offesa
“Già! Di cosa vi lamentate!” continuò Ginny, che con
uno sguardo che la diceva lunga, stava squadrando Draco
“Amore detto niente io… fatto tutto Harry… chi si lamenta!”
rispose lui indicando l’amico
“Infame bugiardo! Eri tu stamattina che dicevi “Bella Ron, beato
lui, quante ne avrà fatte!” fetente rinnegatore…ora neghi
eh?!” disse Harry imitandolo
“Non mi ricordo!” fece il biondino fingendo l’amnesia
“Draco!” urlò Ginny furibonda
“Amore, ti giuro che Harry esagera… non ho proprio detto così…
e poi se mai ho detto qualcosa di simile…. era sicuramente riferito alla
quantità… mai e poi mai alla qualità!” asserì
con un mezzo sorriso Draco che si stava arrampicando sugli specchi
“Vorrei anche vedere!” sbottò la rossa mentre addentava una
fetta biscottata con il miele
Ron se la rideva come mai nella sua vita mentre Blaise ascoltava rapita gli
insulti che Ginny riusciva a dire al serpeverde accanto a lei… “Harry
questa me la paghi!” sussurrò Draco ormai inginocchiato a chiedere
perdono. Il moretto sorrise e disse “Scusa, non volevo! Però ti
vedo bene in ginocchio… mai pensato di fare il prete?”
“Fanculo!” gli disse tra i denti mentre guardava la ragazza di fronte
a se
Hermione non smetteva di ridere, Draco stava diventando pietoso… “Ragazzi
è ora di andare!” disse aiutando il biondo ad alzarsi da terra.
“Ok!” fece Harry acchiappando l’ultima fetta biscottata al
volo e raccogliendo i suoi libri
“Ginny!” gridò Draco “Ti prego… si scherzava!
Non puoi tenermi il broncio per questa cagata!”
“Ma amore, non sono più arrabbiata! Eri così carino inginocchiato
che non ho voluto interromperti!” rispose la rossa sorridendo
“Ah questa poi… brava mi hai lasciato lì in terra come uno
scemo!” provò a dire lui, ma la ragazza gli diede un bacio e disse
“Te lo meritavi!” dopodichè si unì ad un gruppo di
compagne e scappò in classe.
I restanti amici si diressero a lezione di smaterializzazione.
Il professor Silente in persona, assistito dal professor Piton e dalla professoressa
Mc Granitt, avrebbe tenuto quella lezione. Entrando in aula i ragazzi rimasero
stupiti, si sedettero veloci e si fissarono curiosi in attesa che i professori
parlassero.
“Buongiorno ragazzi!” disse Silente vedendo la classe al completo
“Buondì Professore!” risposero in coro gli allievi
“Bene, oggi come ben sapete imparerete finalmente a smaterializzarvi.
Abilità fondamentale da apprendere per tutti gli allievi del settimo
anno. So che fra di voi c’è già chi ha imparato a farlo…”
un brusio si alzò nell’aula “Harry, ti prego di raggiungere
me e gli altri professori qui al centro dell’aula!” disse Silente
facendogli cenno di andare
Il ragazzo si alzò e attraversò l’aula sotto gli sguardi
rapiti dei compagni
“Saresti così gentile da smaterializzarti che so… in sala
grande e poi tornare qui!” gli disse il preside sorridendo
Harry chiuse gli occhi e scomparì accompagnato da un Ohhhhhhhh generale
per riapparire un attimo dopo con una brioche in mano.
“Ah che bella idea!” disse il preside prendendo la brioche e dandole
un morso “Bravo Harry, ben fatto!” mormorò il professore
con la bocca mezza piena
“Albus!” lo ammonì la Mc Granitt con un’occhiata storta
“Avrei preferito la marmellata però… oh si, procediamo!”
sussurrò il preside strizzando l’occhio al ragazzo “Bene,
come avete potuto notare Harry è riuscito perfettamente a sparire e a
ritornare, qualcuno di voi sa dirmi come ha fatto?” chiese gentilmente
La mano di Hermione rimase, per la prima volta, ben ferma sul tavolo.
“Signorina Granger neanche un’idea?” chiese il preside sorridendo
“Ecco… veramente se non ricordo male, Harry deve aver chiuso gli
occhi ed essersi concentrato sul luogo dove voleva andare, dopo deve aver recitato
una formula che però al momento non ricordo!” disse la ragazza
arrossendo
“Quasi perfetto Hermione… non ti preoccupare la professoressa Mc
Granitt e il professor Piton ora vi divideranno in due gruppi e vi spiegheranno
come poter fare!” le rispose il preside “Harry e io invece faremo
una bella chiaccherata, non c’è bisogno che partecipi a questa
lezione è già molto bravo!”
La classe annuì e poco dopo fu smistata in due gruppi.
Harry e Silente invece uscirono e si diressero in giardino dove una bella mattina
di sole consentì loro di poter fare una passeggiata per il parco che
circondava la scuola.
“Harry, come va?” chiese il preside sedendosi su di una panchina
Il ragazzo rimase qualche istante in silenzio “Cosa le devo dire professore,
vivo alla giornata… so che un giorno di questi dovrò addormentarmi
e non so se mai mi sveglierò di nuovo!” rispose poi abbassando
lo sguardo
“Harry sei sempre stato un ragazzo molto maturo per la tua età,
forse fin troppo, ma questa tua qualità ti ha permesso di fare cose che
nessuno era mai riuscito a fare prima di te!”
“Molte volte mi chiedo perché io, perché tutto questo non
è capitato a qualcun altro… delle volte vorrei poter tornare indietro
e con un colpo di bacchetta cambiare la storia!” disse il ragazzo sedendosi
e guardando avanti a sé
“Ti capisco, hai dovuto affrontare molte difficoltà e fare molti
sacrifici ma questi hanno contribuito a formare la persona che sei oggi!”
continuò il preside
“Avrei voluto essere come tutti i miei compagni e preoccuparmi solo dei
problemi della mia età invece di convivere con il peso di dover essere
sempre “Colui che è sopravvissuto, colui che libererà il
mondo magico dal flagello di Voldemort!” Avrei voluto poter litigare con
i miei genitori come fanno tutti gli adolescenti al mondo e chiedere loro consiglio
nei momenti brutti e tristi! Mi mancano da impazzire, so così poco di
loro!” sussurrò piano il moretto
Silente sorrise e annuì, poi disse piano “I tuoi genitori erano
persone molto speciali, proprio come te… tua madre era una persona molto
determinata, molto intelligente e preparata, tra le persone più dolci
che avessi mai conosciuto… era una Serpeverde lo sapevi?” chiese
all’improvviso il preside
“Serpeverde!” disse Harry allibito “Ma io credevo che fosse
una Grifondoro come mio padre?”
“Lily era la migliore di tutti i Serpeverde. La più bella e la
più invidiata, alta forse poco di più della tua Hermione con capelli
rossi e occhi verdi… i tuoi, James se ne innamorò non appena la
vide sul treno. La corteggiò per due anni prima che tua madre decidesse
di frequentarlo!”
“Non lo sapevo!” fece il ragazzo sorpreso
“Lily s’innamorò presto di tuo padre, James era spericolato,
aveva questa faccia da bravo ragazzo ma sotto sotto era un vero terremoto, come
dire allergico alle regole… proprio come te!!” sorrise il preside
guardandolo “Aveva un coraggio fuori dal comune, era un ottimo allievo,
non al pari di tua madre ma comunque molto in gamba. Grigondoro lo adorava,
ottimo cercatore, sempre disponibile e pronto a farsi in quattro per gli amici.
Non mi stupisco che Sirius e Remus lo adorassero, era il miglior amico che si
potesse avere.”
Una lacrima scese silenziosa sulla guancia di Harry “Avrei voluto conoscerli,
tutti me ne parlano come di due persone straordinarie… quando ci penso,
non posso fare a meno di maledire il giorno in cui gli ho persi!”
“Harry, i tuoi genitori sarebbero stati molto fieri di te, ti amavano
alla follia, ti avevano desiderato
tanto e quando Lily restò incinta ricordo chiaramente tuo padre, che
per festeggiare la cosa, si prese una sbornia colossale con i suoi amici…
talmente devastante che Sirius dovette portarlo a casa due giorni dopo tanto
era conciato male!”
“Gli assomiglio?” chiese Harry accennando un mezzo sorriso
“Molto, i capelli sono quelli di tuo padre, neri e sempre spettinati,
anche il sorriso beffardo è il suo ma gli occhi verdi e la bocca sensuale…
sono quelli di tua madre, proprio come lei”
Il ragazzo arrossì.
“Sei un bel ragazzo Harry non mi stupisco che la signorina Granger si
sia innamorata di te!” disse Silente dandogli una pacca al braccio
Harry diventò ancora più rosso
“Hermione assomiglia molto a Lily… determinata, bella e intelligente,
sarebbero andate molto d’accordo!” disse il preside ridendo
“Oh caspita, certe volte Hermione è proprio “insopportbile”…
ma riesce sempre a tirare fuori il meglio di me, la amo così tanto che
credo d’immaginare cosa può aver provato mio padre per mia madre!”
Il preside annuì e gli battè una pacca sulla spalla.
“Non voglio lasciarla professore, ho paura di abbandonarla e di non riuscire
a... tornare da lei”
“Non dirlo Harry, l’amore vince sempre sopra ogni cosa!”
“Già… chissà se vincerà anche questa volta!”
sospirò il ragazzo guardando di nuovo tristemente i suoi piedi.
“Harry, non sei obbligato ad andare da lui, nessuno può obbigarti
a farlo, nemmeno io… e non lo farò perché credo che tu abbia
già fatto tanto per tutti noi. Voldemort è una piaga, un’erbaccia
che però non devi per forza essere tu ad estirpare!” disse il preside
guardandolo
“Ma la profezia ha detto che solo io posso sconfiggere il Signore Oscuro…
non riuscirei a girarmi dall’altra parte e far finta di niente!”
“Nessuno ti accuserebbe per questo!”
“Lo so ma vivrei con l’angoscia che potesse far del male alle persone
che amo, non potrei sopportare di perderli sapendo che potevo fare qualcosa
ma che non l’ho fatto per paura!”
“Harry, non è peccato aver paura, non devi vergognarti per questo!”
“Non me ne vergogno, voglio solo che non siano loro a governare la mia
vita… non potrei accettarlo!” disse il ragazzo fissando il professore
negli occhi
“Harry, sei molto potente, ogni giorno che passa lo diventi sempre di
più… mi sconvolge vedere quanti incantesimi e controincantesimi
conosci, nessuno alla tua età può vantare una tale conoscenza,
Voldemort ne è cosciente e questa cosa gli fa paura… è per
questo che ha cercato di convincerti ad unirti a lui!”
“Crede davvero che possa farcela?”
“Certo, le tue abilità non sono inferiori a quelle di Voldemort!”
“Ma lei è più potente di me, professore, Voldemort la teme,
non ha mai cercato di attaccare Hogwats”
“Si, solo perché ho anni di esperienza che tu ancora non hai…
purtroppo però la maledizione che ti lega a lui esclude la possibilità
a me di poterlo uccidere, posso affrontarlo, ma non annientarlo!”
“Se solo fossi un Auror” disse il ragazzo scuotendo la testa
“Non è fondamentale, sei già molto potente, comunque lo
diventerai e sarai uno dei più grandi… proprio come tuo padre!”
Harry spalancò gli occhi “Mio padre era un Auror?!” chiese
balbettando
“Si, uno tra i migliori, lui e i genitori di Neville si addestrarono insieme.
James decise di seguire l’addestramento appena terminata la scuola, proprio
come vuoi fare tu! Si addestrò e cominciò a combattere i seguaci
del Signore Oscuro, fu allora che grazie a tua madre fece amiciza con Severus
e lo aiutò a tornare dalla nostra parte!”
“E’ incredibile, e mia madre… anche lei era una Auror?”
chiese il moretto curioso
“No, lei si era specializzata in arti oscure e pozioni e aiutava il ministero
a trovare antidoti e controincantesimi alle maledizioni peggiori!”
“Cavolo!” sospirò Harry “Erano due grandi… con
poteri pazzeschi!”
“Ce l’hai nel sangue figliolo, anche tu come loro sei molto potente,
ancora in addestramento è vero, ma molto potente… Ciò non
toglie comunque che vorrei che tu ci pensassi bene e che mi facessi sapere cosa
decidi!”
“Professore, ho gà deciso, andrò… ma non per fare
l’eroe o perché mi sento obbligato, andrò perché
voglio che Voldemort non possa più fare del male a nessuno, voglio liberare
le anime che tiene prigioniere ma soprattutto… perchè voglio riprendermi
la mia vita.” Affermò Harry risoluto
Il vecchio preside annuì e alzandosi disse “So da Madama Chips
che le tue ferite sono guarite!”
“Si, solo il fianco mi dà un pochino di noia, ma niente che non
si possa sopportare!”
“Va bene, allora se dobbiamo farlo è bene farlo presto, stasera
dopo cena berrai la pozione del professor Piton!” disse Silente piano
Harry lo guardò e fece un cenno d’assenso con la testa, poi insieme
al vecchio preside tornò al castello.
Capitolo 33°: la guerra del sonno
Harry e il preside varcarono la grande porta e poi s’incamminarono su
fino all’aula di smaterializzazione.
Il professor Piton e la McGranitt avevano già terminato di spiegare ai
loro gruppi come poter svolgere correttamente la smaterializzazione. Uno alla
volta i ragazzi avevano poi provato a smaterializzarsi ma con scarsi risultati,
solo una persona era riuscita dopo diversi tentativi a smaterializzarsi al di
fuori dell’aula, Neville Paciock.
“Complimenti Signor Paciock, ero certo che la sua timidezza prima o poi,
avrebbe lasciato il posto alle sue abilità!” disse Silente sorridendo
al ragazzo
“Grazie Signore, io non so bene come ci sono riuscito, ma grazie!”
rispose Neville diventando paonazzo
“Caro Neville, anche i suoi genitori erano bravissimi nella smaterializzazione…
e non solo… mi dica cosa le piacerebbe fare finita la scuola, so che i
suoi voti sono ottimi, magari dovrebbero migliorare un po’ in pozioni,
comunque mi dica cosa le piacerebbe fare?” chiese Silente sorridendogli
“Bhè Signore, io vorrei seguire le orme di mio padre e di mia madre,
sono molto fiero di loro e so che loro lo sarebbero di me se potessi dirglielo!”
rispose il ragazzo a cui per la prima volta la voce non tremò
“Ottima scelta Signor Paciock, so che saprà farsi valere come i
suoi genitori fecero a loro tempo, fino a prova contraria sono due dei migliori
Auror del Ministero!”
Gli altri ragazzi trasalirono a quelle parole “I genitori di Neville sono
Auror, caspita!” si sentì bisbigliare tutt’intorno
“E’ vero, lo sono!” disse Neville mentre una lacrima solcò
la sua guancia“Due dei migliori!”
“Caro ragazzo, trovo che lei assomigli molto ai suoi genitori, ha preso
la bontà e la dolcezza di sua madre e la purezza d’animo e la determinazione
di suo padre!” gli sorrise Silente
“Grazie Signore, non potrei essere più fiero di essere loro figlio…
sono felice che Harry, Ron e Hermione li abbiano conosciuti due anni fa, da
allora non è cambiato molto ma io sono fiducioso e lotterò anche
per questo!”
Silente annuì mentre Hermione abbracciò forte il ragazzo che contracambiò
la stretta.
“Bene ragazzi, siete liberi di andare la lezione è finita, domani
farete dell’altra pratica pertanto non temete tutti imparano a smaterializzarsi…
l’importante è non scoraggiarsi.
La classe annuì e uscì dall’aula.
“Neville, bravo, sono molto fiera di te!” disse Hermione ancora
stretta al ragazzo
“Grazie Herm!” sussurrò lui
“Hey Neville, bravo!” disse Harry mettendogli una mano sulla spalla
“Harry… grazie!” rispose il ragazzo abbracciandolo fraternamente
“Ti ho considerato sempre un esempio, come il fratello che non ho mai
avuto, grazie a te!”
“Davvero bravo Paciock!” disse il professor Piton stupendo tutti
i presenti in primis Neville che lo guardò a bocca aperta
“Grazie professore!” balbettò il ragazzo
“Prego, quando se lo merita… ora forza andate o farete tardi alla
prossima lezione!” disse il professore di pozioni inidicando la porta
I ragazzi salutarono e uscirono d corsa dall’aula
“Non ci posso credere… Piton che fa un complimento a Neville, il
mondo stà davvero andando alla rovescia!” gridò Ron a Draco
mentre scendevano di corsa le scale verso l’aula del professor Vitious.
Le lezioni proseguirono veloci e dopo una rilassante lezione di Cura delle creature
magiche con gli unicorni i ragazzi si ritrovarono a pranzo in sala grande.
“Che bello aver lavorato con gli unicorni!” disse Blaise mentre
addentava un pezzo di trota salmonata
“Già sono così belli e puri!” disse Hermione con aria
trasognata
“Ma le senti!!” fece Ron indicando le due ragazze
“Si, sono carine dai, riescono ancora ad emozionarsi per qualcosa di semplice…!”
rispose il moretto sorridendo nel vedere i loro occhi brillare “Siamo
noi che siamo due disillusi che non apprezzano più le cose belle della
natura!” continuò mettendosi a ridere
“Idiota, ti avevo creduto per un attimo! la cosa dei disillusi è
forte te la sei preparata dì la verità?” chiese Ron
“Ebbene sì, lo ammetto, me l’ero preparata e speravo di dirtela
prima o poi… piaciuta?” chiese il moretto strizzando l’occhio
“Da matti, mi sa che me la rivendo appena posso!” sorrise l’amico
mentre sorseggiava del succo di zucca
“Ciao!” disse Ginny sedendosi al tavolo
“Ciao Gyn!” risposero Blaise e Hermione
“Ciao amore” le disse Draco baciandola
“Heilà signorina Weasley, com’è andata dalla Cooman?”
chiese Harry curioso
“Oh bhè al solito, ha predetto una tragedia imminente e la mia
espulsione dalla squadra di Quidditch!” rispose mentre si serviva di pasticcio
di carne
“Sempre simpatica vedo?!” disse Ron scuotendo la testa “E
di chi avrebbe predetto la morte stavolta?”
“Di Harry è ovvio, dev’essere il suo preferito per queste
cose!!”
“Porca troia bello, datti una grattatina và… questa mena
d’un gramo pazzesco!” disse Draco guardando l’amico
“Me la do si, la grattata e anche bella potente… visto che stasera…!”
iniziò a dire Harry
“Stasera cosa?” chiese Hermione allarmata
“Stasera, mi addormenterò…andrò da Voldemort!”
rispose piano Harry guardandola
A quelle parole Ron sputò il succo di zucca, a Draco andò di traverso
la trota salmonata che stava masticando, Blaise e Ginny si portarono le mani
alla bocca e ad Hermione calde lacrime cominciarono a bagnare il bel viso.
“Ragazzi io… vi prego cerchiamo di mantenere la calma… Herm
amore!” disse lui prendendole la mano
“Harry, non andare ti prego, non andare!” cominciò a singhiozzare
la ragazza
“Herm, guardami… ti prego guardami!” e così dicendo
le tirò su il viso sino a guardare i suoi occhi colmi di lacrime “Ti
giuro che tornerò da te, te lo giuro Hermione, non piangere amore!”
La ragazza annuì piano con la testa asciugandosi le lacrime poi si sforzò
di fare un mezzo sorriso e accarezzò dolcemente il viso di Harry “Lo
so, so che tornerai da me… ricordi abbiamo un impegno finita la scuola!”
Il ragazzo la abbracciò forte e le sussurrò “Ti amo Herm,
non lo dimenticare mai!”
Le lezioni del pomeriggio ricominciarono ma i ragazzi sembravano persi nei loro
tristi pensieri.
Hermione aveva lo sguardo vacuo, perso nel vuoto continuava a pensare che quella
sera il suo Harry si sarebbe addormentato e che forse non si sarebbe mai più
svegliato.
“Hermione non ci pensare!” le disse Blaise
“Non ce la faccio… è come se fosse partito un conto alla
rovescia!” le ripose la ragazza tristemente
L’amica le strinse la mano e le sorrise dolcemente mentre la ragazza continuava
a fissare un punto indefinito di fronte a sé.
Ron e Draco non erano da meno, pensierosi, continuavano a lanciarsi occhiate
preoccupate e a sospirare dimostrando un certa irrequietezza.
“Ragazzi vi prego!” disse il moretto guardandoli
“Scusaci Harry ma…” provò a rispondere Draco
“Lo so, vi assicuro che per me è lo stesso… però ho
bisogno che almeno voi due siate più forti, fatelo per Hermione e le
ragazze!” rispose l’amico stringendogli la mano
Il biondino annuì lentamente mentre Ron rispose sconsolato “D’accordo
Harry!”
La cena volò come mai prima d’allora e i ragazzi si ritrovarono
in un attimo davanti alla porta dell’infermeria. Harry si voltò,
li guardò uno per uno e sorrise loro. “E’ ora!” disse
con un filo di voce “Vi saluto qui… perché là dentro
non so se...!”
Ginny lo abbracciò di colpo e gli diede un bacio sulla guancia “Harry…”
singhiozzò la ragazza “Tranquilla Gyn!” le rispose ricambiando
l’abbraccio. Poco dopo Blaise fece lo stesso stringendolo forte e cedendo
il posto al suo bel Serpeverde.
Draco si avvicinò e stretta la mano al ragazzo disse “Se vedi che
non và torna da noi… non fare l’eroe del cazzo! Promettimelo
Harry, promettimi che se le cose si metteranno male tornerai da noi?!”
Harry lo abbracciò “Ti prometto che non farò l’eroe,
ma sai che non posso prometterti che mi tirerò indietro se le cose vanno
male… non l’ho mai fatto e non lo farò stasera!” gli
sussurrò all’orecchio
“Harry!” cercò di dire il biondino ma il moretto lo fermò
e mormorò “Promettimi invece che, finchè sarò via,
vi prenderete tutti cura di Hermione e… se mai non dovessi tornare cercherete
di farla sorridere!”. Draco non parlò, annuì debolmente
mentre gli occhi gli si riempirono di lacrime. Strinse forte l’amico e
si spostò di lato.
Ron guardò Harry, puntò il dito indice su di lui, lo strinse nel
pugno e se lo portò al cuore. Harry gli sorrise e fece lo stesso. Era
il loro segno per dirsi che si volevano bene e che c’era una parte di
loro nei rispettivi cuori. Un’amicizia profonda che durava ormai da sette
anni, niente e nessuno l’avrebbe distrutta. Si abbracciarono fraternamente
senza dire una parola staccandosi pochi secondi dopo.
Il momento più doloroso era giunto. Harry lo sapeva, si voltò
verso Hermione che appoggiata al muro era spostata poco più in là.
La ragazza lo fissava senza parlare. Lui le si avvicinò piano, le prese
il viso tra le mani e la baciò dolcemente. Lei lo strinse forte mentre
il ragazzo continuava a baciarla lentamente. I loro occhi s’incontrarono
e il color cioccolato si perse all’interno del bel verde smeraldo. “Ti
amo Harry!” sussurrò la ragazza “Non mi lasciare da sola…
ti prego torna da me!”
“Tornerò Herm, ti giuro che tornerò, fosse l’ultima
cosa che faccio!” disse baciandola di nuovo “Mi devi però
promettere che..” continuò il ragazzo mentre Hermione cominciò
a scuotere la testa “…che cercherai di essere felice anche senza
di me!” finì il ragazzo prendendole di nuovo il viso tra le mani.
“Non posso senza di te!” balbettò la ragazza
“Si che puoi amore, sei bella, intelligente e determinata… puoi
essere tutto ciò che vuoi!” le disse abbracciandola un’ultima
volta prima che la porta dell’infermeria si aprisse cigolando.
“Harry!” lo chiamò Silente
“Sono qui professore!” rispose il ragazzo staccandosi da Hermione
“Vieni, siamo pronti” disse l’uomo sulla porta
Il ragazzo varcò l’infermeria seguito dagli amici. Madama Chips
era vicino a Silente mentre Piton poco distante da lei sorreggeva una boccetta
panciuta.
Harry si sedette sul letto sotto lo sguardo spaventato degli amici, il preside
gli si avvicinò e disse “Mi raccomando Harry, ricorda tutto quello
che ci siamo detti… gestire le emozioni dev’essere la tua priorità,
solo così riuscirai a sconfiggerlo!”
Il ragazzo annuì, Piton gli passò la boccetta e il ragazzo bevve
in un sorso tutto il liquido azzurino contenuto all’interno. Dando un’ultima
occhiata complice agli amici si stese piano sul letto, chiuse gli occhi e pochi
secondi dopo cadde profondamente addormentato.
Piton lo coprì con una coperta, sentì il polso e disse “Ci
siamo tra poco andrà in ipotermia!”
Harry non si fece attendere, cominciò a tremare sotto gli occhi preoccupati
dei ragazzi
“Professore che succede? Perché trema?” chiese Ron
“E’ normale Weasley, è un passaggio necessario per farsì
che l’anima si stacchi dal corpo!” rispose secco Piton
“Oh Dio!” disse in un sussurro Hermione che non aveva staccato un
minuto gli occhi da Harry
“Tra poco smetterà non abbiate paura!” continuò il
professore nel vedere i loro sguardi allarmati
Infatti così accadde, Harry si bloccò di colpo.
Madama Chips si avvicinò e recitò vari incantesimi per monitorare
cuore e le principali funzioni vitali “Tutto a posto!” disse spostandosi
di lato e lasciando spazio al professor Silente che puntata la bacchetta sul
ragazzo recitò “Apparens imago animae”
Qualche istante dopo l’immagine di Harry sdraiato a terra apparve fluttuante
nell’infermeria.
“Ma è Harry, dov’è?” chiese Draco
“Non è Harry, è la sua anima!” rispose il professore
“Tra poco si sveglierà!”
“Vuole dire che quella è l’anima di Harry… o cielo
ma come possiamo vederlo… cioè vederla? vuole dire che lui è
già là… già nell’altra dimensione?” chiese
ancora il biondino stupito
Silente non rispose perché l’immagine di Harry si svegliò
di soprassalto facendo un grosso respiro e catturando l’attenzione di
tutti i presenti.
Capitolo 34°: La guerra del sonno – II parte
Harry, o meglio la sua anima, si alzò di scatto. Fece per brandire la
bacchetta ma questa non c’era nella sua tasca, guardò spaventato
in quella direzione, la bacchetta non era lì.
“Stà cercando la bacchetta, oddio l’ha persa, è laggiù
senza bacchetta!” gridò Hermione
“Non ne ha bisogno!” disse calmo Silente “Laggiù non
gli servirà, sarà un duello della mente, niente incantesimi!”
I ragazzi a bocca aperta spostarono lo sguardo dal preside all’immagine
fluttuante e sobbalzarono quando questa disse “Eccoci, Harry tranquillo,
la bacchetta non c’è, non ti serve… ricorda cosa ha detto
Silente!”
“Ma parla!” urlò Ron allibito “Ma come può parlare?”
“Shhhhhh!” fece Piton scocciato lanciando un’occhiata furente
“Se volete restare… tacete!” continuò freddando il
ragazzo
“Ma dove sono? Sembra un… un… ospedale!” disse l’Harry
fluttuante incamminandosi in quella che a prima vista poteva sembrare una grossa
e tetra camerata.
“Niente infermieri o medici, solo letti… piccole divise, ma dove
cavolo sono?” disse sforzandosi di capire “Potremmo essere in una
scuola… si ma con dei letti? Ma si certo in un orfanotrofio” disse
a bassa voce mentre veniva distratto dai singhiozzi di un bambino che piangeva
nell’angolo destro in fondo alla stanza
“Ciao, chi sei?” chiese il ragazzo avvicinandosi
“Vai via lasciami stare!” rispose il bambino rannicchiato senza
sollevare il viso dalle gambe in cui l’aveva nascosto
“Ti posso aiutare, dimmi chi sei?”
“Non mi picchiare, vai via!” gridò il bambino
“Piccolo non voglio farti male, voglio aiutarti!”
“Noooo tu sei cattivo come tutti gli altri!” piagnucolò il
ragazzino dai capelli neri
“Te lo giuro, non voglio picchiarti, guardami… dimmi chi sei?”
chiese dolcemente Harry che ormai lo aveva quasi raggiunto
“Io… Io… sono Tom, Tom Riddle!” rispose il bambino singhiozzando
All’anima di Harry, se mai possibile, si fermò il cuore…
il ragazzo si bloccò all’istante e fece un passo indietro, quello
era Voldemort, o meglio Tom Orvoloson Riddle, il futuro Signore Oscuro quando
ancora era un bambino!
“Tom… che ci fai qui?” balbettò Harry
“Non voglio stare qui… portami via con te… qui mi trattano
male, mi picchiano sempre e non mi danno da mangiare!” rispose tirando
su con il naso
“Va… va bene Tom, ora vediamo cosa si può fare!” disse
Harry continuando ad indietreggiare
Fu allora che il bambino alzò la testa e i suoi occhi neri fissarono
quelli verdi di Harry “Perché stai andando via?” chiese alzandosi
“Stò andando a cercare qualcuno… per poter chiedere di farti
venire via con me!” rispose Harry ma la sua voce tradiva del panico
“No, tu stai scappando da me!” disse il bambino incamminandosi verso
di lui con gli occhi che brillavano di una luce cattiva
“Scappa, scappaaaaa!” gridò Hermione facendo spaventare
tutti i presenti
“Signorina Granger!” urlò Piton portandosi la mano al cuore
“Mantenga la calma la prego! E non urlì mai più così!”
“Guardate!” disse Blaise indicando l’immagine sospesa
Il bambino cominciò a dirigersi verso Harry e ad ogni passo la sua figura
si stava trasformando sino a quando non divenne un ragazzo all’incirca
di diciassette anni. Harry respirava in modo affannoso, il Tom adolescente si
trovava ormai a meno di tre metri da lui.
“Chi sei?” chiese il ragazzo moro
“Mi chiamo Harry!” rispose l’anima
“Che ci fai qui?”
“Devo liberare degli amici… e tu che ci fai qui?”
“Io, ah ah ah… sono venuto ad ammazzare la maestra e tutti gli altri
babbani che hanno osato maltrattarmi da piccolo!” disse Riddle digrignando
i denti
“Perché invece non aiuti me a liberare i miei amici?” chiese
Harry guardandolo negli occhi
“Perché io non faccio niente per niente… cosa me ne viene
se ti aiuto?”
“Te ne sarò per sempre riconoscente!” rispose Harry
“Hai detto che ti chiami Harry vero? Bhè Harry, Lord Voldemort
non ha bisogno della riconoscenza altrui, Lord Voldemort ha bisogno della paura
altrui!” disse sarcastico
Harry indietreggiò ancora, ormai era a pochi passi dalla porta…
tutto d’un tratto però la stanza cambiò e si ritrovò
all’interno di una grossa villa, tre persone stavano cenando sedute ad
un lungo tavolo situato al centro di una larga e fastosa sala da pranzo.
“E’ casa Riddle!” pensò Harry “Voldemort stà
per uccidere suo padre!”
Urla agghiaccianti rimbombarono poco dopo nella sala, la scena che Harry aveva
davanti agli occhi era surreale, sembrava di assistere ad un film, Voldemort
aveva appena lanciato la maledizione Avada Kedavra sul padre e sui genitori
paterni.
“A me animae!” gridò il ragazzo e poco dopo tre fasci di
luce si conficcarono nel petto dell’assassino “Ah Ah Ah finalmente
vendetta!” gridò nuovamente girandosi poi di scatto verso Harry
“Hai visto la faccia di quel maledetto babbano, non avrebbe mai dovuto
rinnegare mia madre… ora lui e la sua sporca famiglia hanno pagato!”
gridò mentre acute risa risuonarono tutt’intorno.
“Ma era tuo padre!” disse piano Harry ancora scioccato
“Padre? Quale padre, non ne ho mai avuto uno!” sibilò rabbioso
l’altro “Non ha neanche voluto conoscermi, mi ha rinnegato appena
ha saputo che mia madre era una strega. Mi ha lasciato marcire in quel orfanotrofio…
meritava di morire tra il dolore più atroce, ed ora io mi ciberò
della sua paura e della sua disperazione per sempre!” disse soddisfatto
portandosi le mani al petto mentre Harry scuoteva lievemente la testa incredulo
a quelle parole.
L’immagine cambiò di nuovo, Harry questa volta si trovava in mezzo
ad una strada, di fronte a lui una villetta a schiera della Londra Babbana…
il ragazzo capì all’istante “Noooooooo!” urlò
con quanto fiato aveva in gola correndo a perdifiato all’interno della
casa. Troppo tardi… un uomo dai capelli neri arruffati e gli occhiali
giaceva a terra morto.
“Bip.. Bip.. Bip.. Bip.. Bip.. Bip.. Bip..Bip” il cuore di Harry
cominciò a battere in modo irregolare. Madama Chips corse al capezzale
del ragazzo cercando di stabilizzarlo. “Albus ha la tachicardia…
se non si calma può rischiare un collasso!” disse la donna svelta
“Sta rivivendo l’assassinio dei suoi genitori è un po’
difficile che si calmi!” rispose il preside senza distogliere lo sguardo
dall’immagine “Fai quello che puoi per aiutarlo Poppy!”
Madama Chips annuì e si voltò di nuovo verso Harry, il cui cuore
non accennava a calmarsi.
“Papà, noo!” gridò Harry “Bastardoo!”
disse subito dopo correndo su per le scale giusto in tempo per vedere l’Oscuro
Signore, ormai adulto, scagliare la maledizione senza perdono contro una bellissima
donna dai capelli rossi, che poco dopo si accasciò a terra morta. Harry
pietrificato dal dolore si appoggiò al muro della piccola stanza, vedeva
se stesso infante all’interno del lettino. Vide il fascio di luce verde
colpire il bambino e rimbalzare verso l’essere ad una velocità
impressionante. Voldemort gridò di dolore e scomparve.
Il corpo di Harry fece un salto sul letto nel momento in cui la maledizione
colpì se stesso bambino nell’immagine… lo scatto fu così
repentino che fece sobbalzare Madama Chips dallo spavento.
“Che succede!” chiese la donna in panico
“E’ l’Avada Kedavra!” rispose Piton correndo da lei
“Guarda Severus la cicatrice di Harry stà brillando!” disse
la donna indicando la fronte del ragazzo
“E’ la maledizione!” sospirò Piton nuovamente
“Oh Dio, ha visto morire i suoi genitori… ma è straziante!”
disse Hermione piangendo
“Herm calmati, guarda stà bene è solo un po’ scioccato!”
le disse Ginny afferrandola al braccio
“Bene Ginny, secondo te stà bene… ma guardalo!” gridò
la ragazza indicando l’anima che con occhi sbarrati non si muoveva dal
muro della stanza. Adeso alla parete, Harry guardava ansimante un punto indefinito
di fronte a sé senza muoversi.
Qualche attimo dopo però la scena cambiò di nuovo e questa volta
il ragazzo si ritrovò all’interno di un grande salone… la
cosa lo fece riprendere dallo shock anche se non del tutto.
“E’ casa mia!” Gridò Draco “E’ Malfoy Manor…
il giorno del duello”
I professori, così come i ragazzi, rividero per filo e per segno tutto
quello che Harry visse in quello scontro. Silente stesso commentò che
il ragazzo era stato magnifico a sopportare tanti attacchi e a combattere ad
un tale livello.
Poi all’improvviso, ancora una volta, tutto sparì e l’anima
di Harry si ritrovò circondata da bianco ovunque.
Un unico puntino nero si stava avvicinando dalla parte opposta di dove si trovava
il ragazzo. Puntino che pian piano divenne chiaramente la figura di un uomo,
o almeno ciò che ne restava dopo anni dedicati al male e al potere oscuro.
Voldemort si fermò a due metri dal ragazzo, i suoi occhi rossi brillavano
intensamente “Credevo che non saresti venuto?” disse l’Oscuro
Signore guardando Harry
“Sono stato tentato, ma poi mi son detto che un’occasione così
non si sarebbe più ripetuta!” rispose l’anima.
“I miei mangiamorte ti hanno convinto allora?” chiese l’essere
sorridendo
“No, i tuoi mangiamorte l’hanno presa in quel posto, ho deciso di
venire, ma a modo mio!”
“Bhè l’importante è che tu sia qui… vedi mi
stò pian piano ristabilendo, ma avere la tua “essenza” chiamiamola
così, mi consentirebbe di guarire più in fretta!” disse
Voldemort aprendosi la tunica e rivelando le anime che si contorcevano intrappolate
dentro il suo corpo.
“Ahhhhhhhhh!” urlarono quasi tutti i presenti in infermeria “E’
orribile!” disse Piton distogliendo momentaneamente lo sguardo.
“Ma cosa sono?” gridò Blaise coprendosi gli occhi con le
mani
“Sono le anime di cui mi parlava Harry… le anime di tutte le persone
che Voldemort ha ucciso o che hanno ucciso per lui… ecco di cosa si ciba!”
Disse Hermione con un filo di voce.
“Zitti!” gridò Silente visibilmente preoccupato “Fatemi
sentire!”
“Harry dimmi, ti è piaciuto il mio regalo?”
Il moretto lo fissò stupito e confuso senza dare risposta.
“Si il mio regalo… dai… vedere mamma e papà morire?”
disse serafico Voldemort
Harry chiuse gli occhi per un istante, sentiva la rabbia crescergli dentro ma
sapeva di dover gestire le sue emozioni. “Si, è stata una visione
molto interessante!” rispose il ragazzo cercando di controllarsi e non
cedere all’odio che si stava facendo subdolamente strada dentro di sé.
“Che ne dici di fargli un salutino?!” urlò l’uomo e
poco dopo due anime vennero risucchiate fuori dal petto dell’Oscuro Signore
“Di ciao a mammina e papino!” disse ancora Voldemort mostrando le
due entità al ragazzo
“Mamma, papà!” sussurrò Harry mentre dall’agitazione
la vista gli si appannò momentaneamente.
L’anima di Lily alzò un braccio in direzione del ragazzo mentre
quella del padre sorrise debolmente.
Harry stava ansimando furiosamente… sembrava in preda ad un attacco d’asma
“Lasciali!” gridò all’improvviso
“Spiacente ma mi servono… non puoi immaginare quanto fossero potenti
i tuoi genitori… sono un toccasana quando ho bisogno di ristabilirmi!”
rispose cattivo Voldemort
“Bastardooo!” urlò nuovamente Harry ma in quello stesso istante
una fitta tremenda al petto lo fece accasciare a terra.
“Funziona, lo sapevo!” esultò l’uomo “Vedi Harry,
ogni qual volta non gestisci bene le tue emozioni, ti autoinfliggi dei colpi…
qui la tua anima soffre, sente il dolore, ma al te stesso umano proporzioalmente
viene inflitta la ferita. Al momento dovresti avere un bel taglio profondo al
petto… sempre se non mi sbaglio, ma raramente mi accade!” rise beffardo
l’essere immondo.
Madama Chips fece sparire con un incantesimo il maglione di Harry, il petto
del ragazzo era stato lacerato, come se avesse subito una tremenda frustata.
“Oh cielo guardate!” disse la donna mentre cercava di medicare la
ferita
“Non deve cedere!” disse Silente stringendo i pugni “Deve
gestire le sue emozioni!”
Harry si rialzò piano da terra, il colpo subito era stato molto doloroso,
guardò le facce tristi dei genitori e una morsa al cuore lo paralizzò.
Li vedeva lì di fronte a lui e non poteva far nulla per aiutarli.
“Vuoi sentirli parlare?” chiese subdolo Voldemort
Il ragazzo non rispose ma un istante dopo un grido di disperazione rimbombò
intorno a lui.
Harry si tappò le orecchie, cadendo nuovamente a terra. Sentirli gridare
ed implorare aiuto lo stava facendo impazzire.
“Ti piace?” gridò il suo nemico “Non sai quanto queste
urla mi facciano sentire bene!” disse poi ridendo malignamente
Il dolore alle orecchie era lancinante, a Harry sembrò che dovessero
staccarsi dalla sua testa, sembrava quasi che qualcuno gliele stesse trapanando
con una punta rovente… poi all’improvviso tutto finì così
com’era cominciato.
Proprio come aveva spiegato Voldemort, in infermeria le orecchie del ragazzo
cominciarono a sanguinare, Madama Chips cercò in tutti i modi di fermare
quell’improvvisa emorragia… senza grandi risultati però.
Hermione e gli altri ragazzi erano pietrificati, l’immagine dei genitori
di Harry che imploravano di essere liberati era quanto di più terribile
avessero mai visto e soprattutto udito.
“Harry, stai facendo il suo gioco… non li salverai così!”
si disse il ragazzo rialzandosi piano tenendosi con un mano il petto dolorantre
e con l’altra l’orecchio sinistro che pulsava orribilemente.
“Che c’è Potter, fa male?” chiese Voldemort contento
Il ragazzo non rispose, si fece forza, abbassò le braccia e guardando
con tutto l’amore possibile sua madre disse “Sei bellissima, proprio
come ti avevo immaginato! Ti voglio così bene, non aver paura, presto
sarà tutto finito!” poi sorridente si voltò verso il padre
che a sua volta lo guardò orgoglioso e disse “Saresti fiero di
me… negli ultimi sette anni sono stato il miglior cercatore a Hogwarts!
Ne hanno mangiata di polvere i Serpeverde! Ti voglio bene sai!?”
“Potter smettila, che diavolo stai dicendo!” sbraitò Voldemort
con tutta la rabbia che aveva in corpo… ma quasi contemporaneamente emise
un grido di dolore così acuto che Harry si distrasse un attimo per vedere
che gli era accaduto. Poi capì! “Se vale per me… vale anche
per lui!” si disse sorridendo impercettibilmente.
“Bene!” esultò Silente facendo sobbalzare tutti in infermeria
“Così… bravo pan per focaccia, amore contro odio, Voldemort
non ha gestito le sue emozioni a vedere Harry così felice e calmo…
e automaticamente si è autoinflitto una ferita!”
“Bravo Harry, speriamo che continui a fare così… credi che
abbia capito come funziona Albus?”
chiese Piton sorridendo
“Credo di si!” rispose il preside mentre gli occhi gli brillavano
di una luce potente
L’anima di Harry continuò a raccontare ai suoi genitori di tutte
le cose belle che facevano parte della sua vita, raccontò della scuola,
delle partite di Quidditch, degli amici, del fatto che voleva diventare un Auror
e infine di Hermione.
Più il ragazzo raccontava di sé e delle sue gioie più Voldemort
gridava e pativa atroci dolori.
“Sapete lei è così bella e speciale, la amo immensamente.
Le ho chiesto di sposarmi e ha accettato, pertanto dovete per forza venire con
me, non vorrete certo mancare al mio matrimonio… Ha un bel caratterino
ma è intelligentissima e molto determinata, riesce a completarmi…
mi rende migliore!” disse Harry raggiante “Mi dicono che assomigli
tanto a te mamma!”
L’anima della madre sorrise a quelle paorle mentre Voldemort si accasciò
a terra ansimante, da qualche parte il corpo dell’Oscuro Signore stava
ricevendo colpi su colpi che sicuramente stavano infierendo molto pesantemente.
In infermeria Hermione era diventata color porpora… alla parola matrimonio
tutti i professori si erano voltati verso di lei con uno sguardo interrogativo
dipinto sul viso… la ragazza fece spallucce e arrossì ancora di
più.
“Non ci sarà nessun matrimonio Potter, perché lei è
mia!” gridò il mago oscuro rialzandosi all’improvviso “Fammi
uscire da qui e vedrai che bella fine farà la tua Hermione, diverrà
la mia regina, la mia amante e la mia schiava per l’eternità!”
A quelle parole l’anima ebbe un fremito mentre il se stesso stesso a letto
cominciò a perdere sangue dal naso, stava nuovamente cedendo alla rabbia…
“Non osare neanche pensarlo, lurido viscido animale!” sussurrò
Harry piano ma come un lampo un’altra fitta tremenda al petto lo fece
urlare di dolore.
“Ancora!” gridò Madama Chips mentre un’altra lacerazione profonda compariva sul petto del ragazzo. Questa era anche più profonda dell’altra.
“Va bene e sia!” gridò Voldemort “Vedo che i tuoi
genitori più di tanto non ti toccano!” disse risucchiando di nuovo
le anime di Lily e James dentro di sé “Vediamo se questo invece
è di maggiore interesse per te!” sospirò il mago Oscuro
mentre l’immagine di Hermione appariva di fronte a Harry.
“Vuoi vedere cosa è successo nei sotterranei del castello di Malfoy?”
chiese Voldemort subdolo
Il ragazzo non rispose, il suo sguardo attento era fisso sulla ragazza mora.
L’immagine di Hermione cominciò a muoversi e a parlare “Buonasera
Mio Signore, mi sei mancato tanto!” ansimò la ragazza mentre avvicinandosi
a Voldemort con fare molto sensuale cominciò ad accarezzarlo sul petto
scendendo poi piano sui fianchi senza mai smettere un attimo di leccare, mordicchiare
e baciare con passione il viso dell’Oscuro Signore.
“Mente!” gridò Hermione “Non è mai successo
nulla del genere, non l’ho mai sfiorato con un dito quel viscido mostro!”
“Lo so mia cara!” rispose Silente “Ora è Harry che
deve riconoscere che si tratta di una finzione”
“Professore perché non ragisce?” chiese Ron spaventato
“Perché la sua mente non riesce a capire che si tratta di un bluff,
Harry in questo momento è convinto che davvero Hermione stia facendo
quelle cose o che le abbia fatte!”
“Noooooooo! Harry, ti prego” sussurrò Hermione piangendo
“Credi in me, credi in noi… Ti prego”.
Capitolo 35°: La guerra del sonno – III parte
Il ragazzo a bocca aperta e sconvolto oltre ogni immaginazione aveva cominciato
a tremare dalla rabbia. Non riusciva a sopportare quella vista, gli vennero
addirittura dei conati di vomito che lo fecero inginocchiare a terra.
“Non è vero, non è vero!” gridò nello stesso
istante in cui un colpo pazzesco allo stomaco, come un pugno dato all’improvviso,
fece sputare sangue al sé stesso umano.
“Oh si che è vero, sapessi poi quanto le è piaciuto sentire
le mie mani sul suo corpo, farsi toccare, farsi prendere con la forza!”
rincarò Voldemort soddisfatto
“Oh Dio, professore ma che stà dicendo… è un pazzo,
Harry non può credergli!” disse piangendo Hermione mentre Draco
la abbracciava cercando di consolarla.
“Certo che non ci crede Herm, lui si fida di te, come tutti noi!”
le disse il biondino stringendola forte “Vedrai che tra poco si riprenderà!”
Harry ansimò sbattendo pesantemente il pugno a terra mentre un altro
taglio al petto si unì ai precedenti.
“Hermione!” sussurrò piano fra sé… “Herm!”
disse sporgendosi in avanti e consentendo casualmente al ciondolo, che la ragazza
gli aveva regalato, di fuoriuscire dal maglione. Il ragazzo lo vide e stupendo
tutti compreso se stesso cominciò a ridere dicendo “Sei un bastardo,
so che non è vero niente, Hermione si ucciderebbe pur di farsi toccare
da te, lei mi ama, mi rispetta… quella mio caro… non è Hermione!”
disse secco il moretto che pochi attimi dopo vide l’immagine della ragazza
svanire improvvisamente.
Il sorriso si congelò sul viso di Voldemort sino a diventare una smorfia.
Ancora una volta Harrry era riuscito a mandare all’aria i suoi piani.
“Sei molto forte ragazzo, ma non ti servirà resistermi, tra poco
cederai e la tua anima sarà mia! Hai visto no, tutto quello che ho passato,
sai che se voglio una cosa, prima o poi, me la prendo!” esclamò
il mago oscuro
Harry si rialzò e fissandolo in quegl’occhi color sangue disse
“Scordatelo!”
Ma Voldemort continuò “Ho visto che hai fatto un saltino nel mio
passato! Bello spettacolo vero?”
“Bellissimo, quasi quanto andare al cinema!” rispose Harry sarcastico
“Almeno ora sai cosa ho vissuto e cosa mi ha portato a essere ciò
che sono!” asserì secco Voldemort “Mi puoi capire!”
“Capire?! Ma per favore, risparmiami le tue cazzate da bambino maltrattato,
adolescente solitario e vendicativo… non vorrai farmi credere che sei
un pazzo assassino perché sei stato picchiato da piccolo o perché
ti sentivi solo… caro mio tu hai scelto di essere ciò che sei,
non sono gli eventi che ti ci hanno fatto diventare… sei diventato un
mostro per tua volontà!” disse Harry calmo
Voldemort trasalì e una fitta al fianco lo fece barcollare.
“Che ne può sapere un ragazzo di cosa ho vissuto? niente di niente
Potter!” sbraitò l’Oscuro Signore cadendo a terra
“Ah davvero, allora secondo la tua teoria io dovrei diventare o già
essere un pazzo assassino, infuriato con il mondo! Si… perché grazie
a te anch’io non ho mai avuto una famiglia e degli amici che mi volessero
bene, mai amore, cibo decente, vestiti puliti e della mia misura, niente di
niente! Per undici anni ho vissuto nella solitudine e nella disperazione più
totale. Com’è che tra me e te c’è questo abisso di
differenze?” chiese Harry guardandolo
Voldemort non rispose ma lo fissò con odio.
“Se il tuo orfanotrofio era un inferno… avresti dovuto vivere undici
anni con i Dursley… ti assicuro che ti sarebbe sembrato un’oasi
felice al confronto” sibilò il ragazzo schifato
“Come osi sminuire le mie sofferenze!” urlò Voldemort iracondo
“Tu… piccolo…” ma quest’ennesima esplosione di
rabbia lo fece sobbalzare a terra e contorcere a causa di fitte tremende che
toglievano il respiro.
Harry stava per rispondergli ma all’improvviso accadde una cosa inaspettata…
dal petto supino dell’uomo, steso a terra ancora dolorante, uscì
un fascio di luce che fluttuò veloce di fronte a Harry.
Poco istanti dopo l’anima divenne ben visibile e riconoscibile agli occhi
del ragazzo.
“Sirius!” cercò di dire il moretto mentre una lacrima cadeva
piano dalle sue ciglia
“Ciao Harry!” rispose Felpato alzando la mano e facendo un cenno
come per accarezzandogli la guancia
“Perdonami Sirius, è tutta colpa mia se ti trovi in questa situazione!”
disse Harry abbassando gli occhi
“Non dire sciocchezze… è valsa la pena morire per te, se
potessi e se fosse necessario lo rifarei! Guardalo” Disse calmo il padrino
indicando Voldemort “Lo stai facendo soffrire, e le anime lo sentono…
sono in trepidante attesa Harry!”
“Sirius mi manchi da morire, vorrei poterti parlare sempre e abbracciare
e…!”
“Verrà un giorno Harry in cui accadrà di nuovo, te lo prometto!”
“Cosa devo fare Paddy per liberarvi?” chiese il ragazzo veloce “Io…
non so come fare!”
“Chiama le anime ragazzo… e loro verranno da te!” disse qualche
attimo prima che Voldemort infuriato lo risucchiasse di nuovo dentro al suo
petto.
Harry fece per acchiappare l’anima del padrino ma questa era già
sparita nuovamente.
“Ora basta Potter, mi sono stufato, è finalmente giunto il momento
di prendermi ciò che voglio” e così dicendo s’incamminò
piano verso il ragazzo.
Harry indietreggiò spaventato mentre Voldemort continuò ad avanzare.
La paura si stava facendo largo dentro il ragazzo che preso alla sprovvista
non seppe che fare. Voldemort ne approfittò e giunto di fronte a lui
gli conficcò il pugno chiuso nel petto trapassandolo.
L’anima del ragazzo divaricò le braccia e gridò con quanto
fiato aveva in gola mentre l’Oscuro Signore sembrava beneficiare da quel
gesto. Voldemort stava aspirando la linfa vitale di Harry.
In infermeria il corpo del moretto cominciò a tremare ed ad avere convulsioni.
Tutti gli incantesimi di monitoraggio che Madama Chips aveva recitato per tenere
il ragazzo sotto controllo, sembravano impazziti. Il cuore stava chiaramente
per fermarsi, polmoni e reni sembrava che si stessero atrofizzando, i tagli
sul petto ricominciarono a sanguinare vistosamente e la pressione sanguigna
era precipitata… Harry stava morendo!
“Lo aiuti Madama Chips!” gridò Hermione “La prego
non lo lasci morire!”
“Oh mio Dio!” fu l’unica risposta della donna, che per la
prima volta non sapeva che fare, il corpo del ragazzo era prossimo al collasso
totale.
“Innerva animae!” gridò Silente all’improvviso puntando
la sua bacchetta sul corpo di Harry
L’anima nell’immagine fece un balzo all’indietro liberandosi
dalla stretta di Voldemort mentre contemporaneamente il Signore Oscuro fu scaraventato
dalla parte opposta.
“Forza ragazzo torna da noi!” gridò Silente sotto gli sguardi
terrorizzati di tutti i presenti “Andiamo, ce la puoi fare…. Forza
alzati!” gridò nuovamente l’uomo
“Innerva animae in corpus!” recitò nuovamente il preside
con un ulteriore colpo di bacchetta, cercando in ogni modo di riportare l’anima
nel corpo del ragazzo.
Piton e la Chips gli si affiancarono e ripeterono lo stesso incantesimo.
Ma Harry o ciò che di lui restava, non si muoveva. L’anima riversa
sulla schiena, giaceva a terra inerme. Sembrava priva di vita.
Il mago oscuro invece si era ripreso, si voltò verso il ragazzo e con
un mezzo sorriso in viso, cominciò a strisciare lentamente nella sua
direzione. Benchè anche Voldemort fosse provato da una battaglia così
“sottile”… stava raccogliendo tutte le sue forze per raggiungere
nuovamente Harry e finire l’opera cominciata poco prima. Ormai era a circa
sei metri da lui, lo aveva quasi raggiunto, quando un impercettibile movimento
del ragazzo fece sobbalzare tutti in infermeria.
“Albus l’hai visto? Si è mosso!” disse Piton con voce
tremante
Il preside annuì senza proferire verbo.
“Eccoci Potter!” disse ansimando l’essere strisciante “Ci
siamo quasi… ora non mi puoi più scappare!”
Il ragazzo aveva appena aperto gli occhi quando Voldemort fece per ripetere
il gesto di poco prima.
L’anima però, anche se a fatica, riuscì a scansarsi appena
in tempo rotolando poco più in là.
“Potter!” gridò Voldemort con tutta l’ira possibile
“Vieni qui e facciamola finita!” sibilò mentre il dolore
al petto si riacutizzava
Harry non rispose, cercò di strisciare il più lontano possibile
dall’essere che nel vedere la sua fuga cominciò ad imprecare maledizioni
gemendo terribilmente al contempo stesso.
Era un bene che anche il Signore Oscuro fosse ferito e che le urla d’ira
lo bloccassero a terra dolorante perché la velocità di fuga di
Harry era pari a quella di una lumaca al top delle proprie performance…
lentissimo, ma ciò bastò per consentirgli di allontanarsi quel
tanto per fermarsi e riprendere fiato.
Improvvisamente una sorta di grossa bolla luminosa apparve accanto al ragazzo
che la fissò in modo interrogativo… poi Harry capì e ansimando
disse “Professore… so che mi sente… non cerchi più
di farmi tornare… sa bene che non posso permetterglielo!”
“Ma che dice!” gridò Hermione sentendo quelle parole
“La ringrazio per avermi salvato, il suo intervento…” ansimò
“E’ stato provvidenziale ma non tornerò… non fino a
quando non lo avrò annientato. So che ha capito anche lei, devo restare
e combatterlo fino alla fine… ora so come fare!” continuò
il ragazzo mentre lentamente cercava di rimettersi in piedi.
“Nooooooo Harry, torna, torna ti prego!” gridò Hermione
in lacrime “Non può, non può permetterglielo!” urlò
la ragazza rivolta a Silente che aveva ascoltato ad occhi chiusi ciò
che il ragazzo aveva detto
“Signorina Granger!” provò a dire Piton
“Signorina Granger cosa? perché… perché volete che
si sacrifichi per forza, perchèèèè!?” chiese
secca al professore di pozioni con una tale irruenza che lo stupì lasciandolo
senza parole
“Riportatelo indietro, vi prego, vi scongiuro, fate qualcosa!” disse
la ragazza accasciandosi a terra in preda ad un pianto isterico
“Non ce lo permette!” rispose il preside a bassa voce “E’
quello che abbiamo cercato di fare, ma Harry non vuole, è lui che deve
entrare nella bolla, se non lo fa, non possiamo riportarlo qui!”
“Dio mio!” disse Draco sbattendo il pugno al muro “Ma cosa
vuole fare? C’è mancato un pelo che lo uccidesse poco fa!”
“Sa fare cosa? A cosa sta pensando?” chiese Ron tremando, angosciato
all’idea di saperlo
In infermeria scese un silenzio di tomba, anche Hermione aveva smesso di singhiozzare
e terrorizzata aspettava che Silente spiegasse loro qualcosa. Poi finalmente
il preside parlò.
“Animae Appello!” disse con un filo di voce
Piton e la Chips sobbalzarono a quelle parole
“Che cos’è?” chiesero Blaise e Ginny contemporaneamente
“E’ l’antica formula che Harry ha intenzione di pronunciare
tra poco!” rispose l’uomo
“E allora… che c’è di male?” scattò Draco,
al quale un brutto presentimento stava facendo battere forte il cuore
“Si tratta di un incantesimo molto potente e molto pericoloso!”
rispose Silente abbassando lo sguardo “Harry chiamerà a sè
tutte le anime contenute in Voldemort, queste passeranno dal Signore Oscuro
a lui venendo poi automaticamente liberate”.
“Ma come professore, poi non resteranno imprigionate in Harry?”
chiese Ron
“No Ron, proprio perché Harry le vuole liberare lo useranno come
canale di fuga, entreranno sì in lui… ma per essere ripulite e
lasciate poi andare!”
“Ri…ri..pulite!” balbettò Hermione
Silente fece un lungo respiro e annuì tristemente poi disse “Ripulite
da tutte le sofferenze, dalla paura, dal dolore e dalle angosce che hanno vissuto!”
“Ma chi le ripulirà, cosa centra Harry?” chiese ancora la
ragazza “Se lo usano come canale…”
“Hermione…” singhiozzò Draco interrompendola “Possibile
che non capisci, sarà Harry a ripulirle, facendole passare nel proprio
corpo!”
La ragazza guardò sconvolta il biondino come se quest’ultimo avesse
detto un’eresia.
“Le anime lasceranno l’oscurità dietro di sé e abbracceranno
finalmente la luce!” disse piano Piton guardandola
“Cosa vuol dire?” chiese la ragazza ancora incredula “Professore
non capisco!”
La professoressa Chips si portò una mano alla bocca e mentre calde lacrime
cominciarono a rigarle il viso si voltò dirigendosi a controllare le
condizioni del ragazzo steso sul letto lì accanto.
“Ripulendo le anime Harry si farà carico di tutto l’orrore,
la sofferenza, il dolore, le paure e lo strazio che ciascuna di esse ha patito.
Tutto ciò rimarrà imprigionato dentro di lui a meno che…”
“Coosaaaaaaaa?” domandò la ragazza sbarrando gli occhi “Mi
stà dicendo che per poterle salvare Harry deve farsi carico di anni di
male e torture… ma come può sopportare tanto dolore?” chiese
con la voce rotta dal pianto
“Infatti non può!” rispose il preside “A meno che non
riesca a trovare un modo per combattere una tale ondata di malvagità!”
“Prof….professo…re, mi stà dicendo che Harry morirà!”
chiese la ragazza con un filo di voce
Silente e Piton non risposero, Madama Chips si lasciò scappare un lamento
causato dal magone che a forza cercava di controllare.
“PROFESSORE!” gridò Hermione “Ripeto, mi stà
dicendo che Harry morirà?” richiese la ragazza ansimante mentre
il suo cuore cominciò a battere all’impazzata.
“Probabilmente sì!” le rispose Silente mentre una lacrima,
per la prima volta dopo tanti anni, rigò nuovamente il suo viso stanco
“Nooooooooo!” urlò Ron mentre Hermione si lasciava cadere
a terra a quella risposta
“Ron!” disse Blaise abbracciandolo forte
“Nooooooooo! Ci dev’essere pur un modo per poterlo aiutare, per
fare diversamente!” gridò ancora il ragazzo staccandosi dalla stretta
della sua ragazza
“Ron!” disse Draco afferrandolo
“Draco lasciami, lasciami… dobbiamo aiutarlo!” pianse il rosso
cercando invano di divincolarsi dalla presa dell’amico “Non possiamo
lasciare che muoia così!”
Fu proprio in quel momento che un grido acuto catturò l’attenzione
di tutti i presenti.
Voldemort era riuscito a rialzarsi e fissava l’anima di Harry, distante
da lui una decina di metri, con tanto odio nello sguardo che avrebbe potuto
incenerirlo.
“Morirai! Presto o tardi lo farai!” disse il Signore Oscuro indicandolo
“Può darsi! Ma se questo servirà a distruggerti… ne
sarà valsa la pena” rispose Harry che fissando l’uomo e senza
tanti altri indugi recitò “Animae Appello!”
Ciò che accadde subito dopo fu qualcosa di totalmente soprannaturale.
Il ragazzo aprì le braccia piano, gli occhi gli diventarono opachi rivoltandosi
all’indietro e cominciò a levitare a trenta centimetri dal suolo.
Capitolo 36°: La guerra del sonno – IV parte
“Harry, nooooooooo!!” gridò Hermione a quella vista mentre
Ginny e Blaise la abbracciavano
Silente strinse forte i pugni mentre Piton, per la prima volta davanti a degli
studenti, perse il controllo e scaraventò una sedia a tre metri di distanza.
“L’ha fatto!” mormorò sconsolato Ron ancora in lacrime
“Non posso crederci… perché?”
Draco, scioccato da quanto stava accadendo, strinse forte il braccio del rosso
e disse “Ce la farà, vedrai… lo sento! Non può finire
così!”.
Il rosso annuì debolmente, fece un lungo respiro e guardò Madama
Chips che imperterrita continuava a controllare che le condizioni del ragazzo,
appena stabilizzate, rimanessero tali.
Voldemort, preso alla sprovvista, non seppe che fare, l’anima del ragazzo
ormai fluttuava a qualche metro da lui… circondata da una strana aura
di energia bianca pulsante, una cosa mai vista, sembrava posseduto da chissà
quale potere antico.
Poi tutto d’un tratto Harry cominciò a recitare una strana cantilena:
“Animae disperse,
animae precipitate nell’oblio
io vi chiamo,venite a me,
o animae erranti,
voi che senza sapere dove andare,
con la paura di non morire,
avete sofferto per mano del male,
trottole in una vita schiava
che non può il tempo
ridarvi o creare,
io vi chiamo venite a me, o
creature perse nell'infinito,
incognite del destino
che fugge nel vuoto.
Ascoltatemi, io vi chiamo,
venite a me e per me
finalmente libere
godete ora e per sempre
della pace eterna!”
“Che diavolo stai dicendo Potter!” gridò l’oscuro
Signore che improvvisamente cominciò a contorcersi. Spasmi tremendi lo
fecero piegare e distendere e poi di nuovo accasciarsi e ancora distendersi.
Più Harry recitava quelle parole, più Voldemort gridava e si contorceva
dal dolore.
Le sue urlà echeggiarono in infermeria tanto forte che si sentirono in
tutto il castello.
Il ragazzo continuò imperterrito a ripetere quelle parole… una,
due, tre, mille volte sino a quando il mago di fronte a lui cominciò
anch’esso a sollevarsi piano e sul suo corpo sdraiato a mezz’aria
cominciarono a crearsi come delle fessure che lentamente diventarono sempre
più grandi lasciando fuoriuscire una debole luce.
La prima anima riuscì a uscire dal corpo di Voldemort e veloce si diresse
nella direzione di Harry, che ancora sollevato e con le braccia aperte non accennava
a voler smettere di recitare la medesima cantilena.
L’anima si fermò davanti al ragazzo, lo fissò aspettando
una sorta di autorizzazione a procedere.
“E’ ora che tu vada, la pace ti attende!” disse il ragazzo
secco con una voce che pareva provenire chissà da dove
L’entità non si fece attendere, con un movimento rapido, entrò
nel corpo di Harry, fuoriuscendo pochi istanti dopo rinnovata di una luce splendente.
“Grazie!” disse l’anima che un attimo dopo sparì.
Poco dopo altre entità fecero lo stesso, entravano nel corpo del ragazzo,
vi rimanevano pochi istanti, fuoriuscivano splendenti e poì sparivano.
La processione delle anime era iniziata.
“Albus aiuto!” gridò Madama Chips
Il preside e tutti i ragazzi accorsero per darle una mano. Sul corpo del moretto
si erano aperte numerose ferite, una particolarmente impressionante proprio
sotto la clavicola destra. Un’altra sul viso, altre sulle gambe, allo
stomaco.
“Lo stanno ammazzando!” disse Hermione cercando di tamponare il
sangue che scorreva copioso da un taglio profondo al fianco destro.
“Mio Dio Albus, cosa possiamo fare?” chiese Madama Chips balbettando
“Ogni anima pulita, trasferisce sul corpo di Harry i propri patimenti
e le proprie pene, non ce la farà a sopportare tutto il processo…
Sono troppe!!”
Il preside estrasse la sua bacchetta e cominciò a recitare un antico
incantesimo che Piton riconobbe essere la “La misericordia degli Dei”.
“O dei, se veramente è in voi misericordia,
se nel giorno estremo, proprio nell'ora della morte,
aiutate qualcuno, volgete benigno lo sguardo
a lui infelice; e, se fu giusto in tutta la sua vita,
sradicate dall'animo il male che l’annienta,
che s'è insinuato profondamente in lui
come dolore e strazio, togliendogli ogni gioia.
Ora non chiedo più che voglia combattere,
né, cosa incredibile, che sia fedele alla causa:
voglio che guarisca, liberatelo di questo male orribile.
Ascoltatemi, dei, per l'amore che vi porto!”
Dalla bacchetta di Silente partì una luce rosa che avvolse tutto il
corpo del ragazzo. Parte delle brutte ferite cessarono di sanguinare ed altre
si rimarginarono all’istante, sembrava che una sorta di magia stesse guarendo
Harry.
“Albus!” gridò Severus Piton afferrando al volo il preside
che, a causa dello sforzo dell’incantesimo, barcollò rischiando
di cadere a terra.
“E’ tutto a posto Severus, devo solo sedermi un attimo!” rispose
Silente ansimando
“E’ la Misericordia degli Dei vero?” chiese il professore
di pozioni
L’amico annuì.
“Credi che resisterà per tutte le anime?” disse Piton preoccupato
“Non lo so Severus, lo spero, purtroppo non è possibile ripetere
l’incantesimo come ben sai. Gli “Dei” consentono solo una
volta che venga enunciato sulla medesima persona.
“Professore! Guardi Voldemort!” gridò Ginny indicando l’immagine
in mezzo all’infermeria
L’anima dell’Oscuro Signore si stava come raggrinzendo, man mano
che le anime prigioniere lo abbandonavano e venivano liberate, Voldemort peggiorava.
Tutta la sua forza e il suo potere stava svanendo con esse.
“Professore, ma lui stà… stà…” balbettò
Ginny senza riuscire a finire la frase
“Sì, signorina Weasley, Voldemort stà morendo!”
Nessuno si era accorto che l’anima di Harry, non fluttuava più
da qualche minuto e che i suoi occhi erano ritornati di un bel verde brillante.
Il ragazzo non era più in trance ma aveva continuato a permettere alle
anime di entrare in lui, pulirsi e sparire.
Ben presto però l’anima del ragazzo, ormai stremata, cominciò
a tremare… la pulitura delle anime era qualcosa che richiedeva un sforzo
sovrumano. Fu proprio allora che le ultime tre anime uscirono dal corpo del
Signore Oscuro e si diressero dal moretto.
Harry era caduto a terra, respirava a fatica e si reggeva il petto dolorante.
Voldemort giaceva ormai quasi privo di vita a pochi metri da lui.
“Forza Harry, un ultimo sforzo!” si disse rialzandosi a fatica e
sollevando lo sguardo sulle ultime tre anime che in piedi di fronte a lui lo
stavano guardando ammirate.
“Mamma, papà… Sirius!” mormorò il ragazzo scoppiando
a piangere e barcollando dall’emozione
“Tesoro!” disse la voce dolce di Lily “Come sei cresciuto!
Sei così uguale a tuo padre… sei diventato proprio un bel ragazzo”
continuò mentre una lacrima solcava il suo bel viso
“Mamma!” singhiozzò Harry guardandola
“Tuo padre, Sirius e io siamo molto fieri e orgogliosi di te e ti amiamo
tanto, ti abbiamo sempre amato tanto!” disse scoppiando a piangere la
donna
“Lily, non piangere!” disse James Potter “Figliolo, non sai
quanto tu mi abbia reso fiero di te, lo sono sempre stato a dire la verità,
ma stasera hai fatto una cosa inimmaginabile!”
Harry alzò il braccio e fece per toccare il viso dei genitori ma ovviamente
essendo anime, passò loro attraverso.
“Non mi è neanche concesso potervi toccare un ultima volta!”
disse il ragazzo guardandoli
“Figliolo ma non c’è bisogno di avere un contatto fisico,
non saremo sempre con te ora, basterà chiamarci e verremo da te!”
gli rispose il padre sorridendo
“Te l’avevo promesso o no?!” chiese Sirius
“Sirius, mi mancate così tanto che certe volte vorrei morire per
venire da voi!” sospirò il ragazzo
“Non dire sciocchezze Harry, tu sei stato la nostra gioia, la nostra ragione
di vita, il nostro amore per te non finirà mai. Un giorno potremo riabbracciarci
non ti preoccupare, hai ancora molto da vivere… quel giorno è ancora
lontano!”
“Dovete andare!” disse il ragazzo mentre asciugandosi gli occhi
annuiva facendo un debole sorriso “Forza pulitevi!”
“No!” disse Lily risoluta “Siamo morti con l’Avada Kedavra
è troppo pericoloso per te, sei già molto debilitato, non voglio
rischiare!”
“Che dici mamma, forza entrate in me e pulitevi, altrimenti le vostre
anime non saranno mai veramente libere!” disse secco il ragazzo guardandola
“E’ il prezzo che abbiamo deciso di pagare per la tua salvezza!”
rispose James per la moglie
“Per favore, non ho fatto tutta questa fatica per lasciare dannate le
uniche tre persone che mi interessava davvero salvare!” disse il ragazzo
alzando la voce “Sirius forza, tu non sei morto con l’Avada Kedavra,
vai!”
“No, Harry abbiamo deciso che non entreremo dentro di te!” gli rispose
felpato
“Ah davvero?” disse repentino il ragazzo buttandosi addosso al miglior
amico del padre che colto all’improvviso fu risucchiato nel petto del
figlioccio uscendone poco dopo brillante più che mai.
“Harry che hai fatto!” disse Sirius poco prima di sparire e raggiungere
finalmente la pace
Il ragazzo cadde a terra, quella pulizia era stata particolarmente faticosa.
“Oh no!” gridò Madama Chips “Professore lo scudo,
la protezione di Harry stà svanendo… quante pulizie mancano?”
“Due!” rispose il preside tristemente “Le due più pericolose
da fare!”
“Come farà senza protezione, l’Avada Kedavra lo ucciderà!”
urlò Hermione
“Non è ancora del tutto sparita… speriamo faccia in fretta!”
le rispose il preside
“Amore!” gridò Lily mentre James si abbassava a controllare
che stesse bene
“Stò bene!” disse a fatica il ragazzo prima di rialzarsi
“No, non stai bene, guardati… Silente! Silente!” gridò
Lily con quanto fiato aveva in gola “Riportalo da te... Presto!”
“Ho detto di no!” urlò il ragazzo “Non me ne andrò
senza prima avervi aiutato, che questo sia chiaro!”
“Harry, ti ordiniamo di andare!” gli disse il padre risoluto
“Si Harry, vai e lasciami mammina e papino!” gridò Voldemort
alle spalle di James e Lily prima che venissero risucchiati di nuovo nel suo
petto
“Noooooooooo!” urlò Harry “Non ti lascerò prendere
ancora i miei genitori!” e così dicendo si scagliò sul Signore
Oscuro proprio come aveva fatto precedentemente l’uomo con lui, trapassandogli
con il pugno chiuso il petto.
Ciò che Silente, Piton, la Chips e tutti i ragazzi videro fu incredibile.
Voldemort a braccia aperte era incapace di muoversi, Harry stava risucchiando
tutta la linfa vitale che ancora era celata all’interno di quell’essere
viscido.
Prima Lily poi James passarono dal corpo dell’Oscuro Signore a quello
del figlio.
Le due anime cominciarono il processo di pulitura. Nonostante lo sforzo sovrumano
e il dolore lancinante il ragazzo non estrasse il braccio da Voldemort, aspettò
finchè le due anime splendenti come mai nessuna prima di loro, uscirono
dal suo corpo.
“Harry!” gridò sua madre
“Figliolo lascialo!” rincarò il padre
“Noooooo, deve pagare per tutto il male che ha fatto, non voglio che gli
rimanga neanche una briciola di energia… deve lasciarmi in pace una volta
per tutte!” gridò il ragazzo mentre Voldemort cominciava a cadere
a terra
“Harry smettila, potresti non sopravvivere allo sforzo!” gridò
nuovamente il padre
“Andate! ho promesso che lo avrei annientato e così farò!”
rispose poco prima che i genitori sparissero.
“Professore, la protezione è svanita!” disse la Chips con
un filo di voce
“Mio Dio… ti prego fa che sopravviva!” pregò Hermione
chiudendo momentaneamente gli occhi
“Potter, non stai succhiando via solo le mie energie.. stai prendendo
anche il mio lato oscuro!” sibilò debolmente Voldemort che ormai
era prossimo al collasso
“Che stai dicendo, bastardo!” gli urlò in faccia Harry
“Morirò… ma almeno avrò la certezza di aver creato
il mio degno sostituto!” sussurrò l’uomo con un mezzo sorriso
A quelle parole ai ragazzi si gelò il sangue nelle vene.
“Che stà dicendo Professore, Harry non diventerà come lui?”
chiese Draco allarmato
“Temo che se lascerà che il male che si trova ora dentro di lui
prenda il sopravvento, un nuovo Signore Oscuro prenderà il posto di Voldemort!”
“Non è possibile… non può, non deve!” gridò
Ron con gli occhi sgranati
“Oh Dio allora l’ho perso comunque!” disse piano Hermione
“O muore per lo sforzo o diventa un essere malefico… in ogni caso
lo avrò perso!”
“Hermione non parlare così!” gridò Draco poco prima
di venire distratto da un grido lancinate.
“AHHHHHHHHHH!!!!!” urlò Voldemort prima che la sua anima
esplodesse in mille pezzi dissolvendosi.
Harry a causa dell’esplosione fu scaraventato a cinque metri di distanza
mentre il suo corpo umano cominciò ad avere delle tremende convulsioni.
La schiena inarcata del ragazzo sembrava attraversata da corrente elettrica.
Poi all’improvviso, un lungo e acuto suono risuonò per la seconda
volta in quella stanza facendo pietrificare tutti i presenti.
“Biiiiiiiiiiiiiiiiiiiiippppppppppppppppp” il cuore del ragazzo si
era fermato di nuovo.
“No, no, no, noooooo!” gridò Madama Chips
“Innerva animae in corpus!” gridò Piton prima che Madama
Chips recitasse la formula per ripristinare il battito
“Niente Innerva battito Poppy altrimenti morirà. Con la scarica
elettrica la sua anima non potrà più rientrare nel corpo!”
urlò Piton guardandola
“Ma Severus, così morirà comunque!”
“Ma così non potrà più tornare!” disse Piton
“Severus preferisco saperlo vivo e trovare un modo per riportarlo da noi,
che averlo morto qui!” disse Silente prima di puntare la sua bacchetta
e lanciare l’incantesimo per ripristinare il battito cardiaco al ragazzo.
Come la volta precedente Harry, riuscì a riprendersi in estremis solo
al terzo tentativo… ma se non altro ora il suo battito benché debolissimo
batteva regolarmente.
Tutti tirarono un sospiro di sollievo, solo una persona rannicchiata in un angolo
dondolava piangendo tenendosi le gambe.
“Non tornerà più… non tornerà più!”
sussurrò piano Hermione in evidente stato di shock
“Hermione, guardami, ti prego tesoro guardami!” le disse dolcemente
Ron sollevandole il viso ma la ragazza continuava a ripetere sempre la stessa
cosa “Non tornerà più… non tornerà più!”
Madama Chips stabilizzò Harry, gli medicò le ferite riportate
nell’ultimo scontro e si diresse di corsa ad assistere Hermione. La fece
sdraiare su di un letto vuoto e le somministrò un calmante.
La ragazza pochi attimi dopo si addormentò.
Capitolo 37°: Un nuovo Oscuro Signore
I giorni passavano ed Hermione non reagiva, sdraiata a letto viveva come in
catalessi.
Tutto le scivolava addosso senza più generare in lei la minima emozione.
La ragazza, dal giorno in cui Harry era rimasto intrappolato nella dimensione
onirica, aveva rinunciato a vivere. Si era lasciata andare, mangiava pochissimo
e ormai viveva perennemente vestita con il pigiama rinchiusa nella sua camera
nella torre est.
La notizia che Harry Potter era in coma, quasi celebralmente morto aveva fatto
il giro della scuola, suscitando non poco clamore. A nessuno era concesso di
andare a trovarlo in infermeria eccetto che per gli amici più cari. Nonostante
questo però Hermione non era più andata a fargli visita in infermeria,
vederlo immobile sdraiato in quel letto la faceva impazzire dal dolore.
Un mese dopo, la situazione stava degenerando.
I ragazzi avevano lasciato alla ragazza tutto il tempo per accettare la cosa,
le stavano vicini e cercavano di scuoterla. Ma niente da fare.
Il fondo lo toccò quando la professoressa McGranitt visibilmente preoccupata
per lei, si recò alla torre per esortarla a reagire e a ricominciare
a frequentare le lezioni.
“Non mi interessa!” rispose la ragazza acidamente “Non voglio
più specializzarmi e non voglio più che lei mi scocci con queste
banalità!”
“Hermione, capisco il tuo dolore, ma devi reagire… Harry vorrebbe
questo!” provò a dirle la donna
“Harry è morto e io non voglio più specializzarmi…
perché non riesce a capirlo, devo forse scriverglielo. Bene allora manderò
una gufo ufficiale e rinuncerò alla borsa di studio!” gridò
la ragazza
“Non te lo permetterò, sei la ragazza più dotata di questa
scuola e quella che potrebbe ottenere i migliori risultati… parlerò
con il professor Silente è ora di dare un taglio a questa storia!”
Le rispose la McGranitt scocciata
“Harry è il ragazzo più dotato di questa scuola e guardi
dov’è finito… non mi disturbi più con questa storia,
tanto non m’interessa più!”
“Ma Hermione… non puoi… non devi… cerca di…”
“Faccia come le pare, ma ora mi lasci in pace!” disse la ragazza
ributtandosi sul letto
La professoressa uscì dalla stanza, ancora visibilmente scossa e incrociò
gli amici della moretta sulle scale.
“Professoressa che ci fa qui?” chiese Draco stupito
“Sono stata a parlare con Hermione, senza grossi risultati… come
potete ben immaginare. Vuole rinunciare alla specializzazione è davvero
un vero peccato!” Rispose la McGranitt scuotendo la testa
“Cooooosa?” disse Ron “Vuole rinunciare alla specializzazione?
Stà scherzando vero?”
La professoressa scosse la testa tristemente “Cercate di convincerla voi,
se ci riuscite!” e detto questo s'incamminò giù per le scale.
I ragazzi annuirono e poco dopo entrarono nella camera.
“Adesso basta!” gridò Ron “Avanti, alzati Hermione!”
disse aprendo le tende del suo letto e strappandole le coperte.
“Vattene, lasciami stare!” rispose la ragazza voltandosi dall’altra
parte
“Ho detto ALZATI!” gridò Ron prendendola per un braccio e
trascinandola verso il bagno.
“Lasciami, lasciami bastardo, fatti gli affari tuoi!” cominciò
a gridare
“Questi sono affari miei! Ti voglio bene e sono stufo di vedere che ti
butti via, ma guardati... cosa pensi di fare, credi che comportandoti così
lo riporterai da te!” le urlò contro Ron mentre aperta la doccia
la sbatteva sotto e ce la teneva bloccata
“Sei un bast..., sei una mer... lasciami, io faccio quello che mi va capito!”
disse a fatica la ragazza ormai bagnata fradicia
“Hermione, è ora di reagire… stai buttando via la tua vita…
guardati!” disse il ragazzo tirandola fuori dalla doccia e spingendola
di fronte allo specchio “Dimmi ti piaci, è l’Hermione che
vuoi essere?” le chiese poi
“Fottiti Ron, che ne vuoi sapere tu di come stò dentro, di cosa
provo, di come vorrei ogni sera addormentarmi e non svegliarmi più…
ma che ne sai?!” gridò la ragazza strattonando la presa dell’amico
e uscendo furibonda dal bagno
“Hermione anch’io ho perso un’amico che era al pari di un
fratello, non sei l’unica che stà soffrendo, non sei la sola a
svegliarsi la notte con le lacrime agli occhi… darei tutto quello che
ho per vederlo entrare da quella porta, ma questo non mi impedisce di continuare
a vivere e di farlo anche per lui!” continuò i l ragazzo con tono
più dolce ma pur sempre deciso
“Non ce la faccio!” esplose la moretta scoppiando a piangere e lasciandosi
cadere a terra “Senza di lui, non riesco a trovare neanche un motivo per
essere felice!” singhiozzò
“Tesoro, guardami!” Sussurrò Ron prendendole il viso tra
le mani “Ci sono io vicino a te, ti aiuterò, piano piano ce la
farai… ma ti prego tu devi fare il primo passo!”
“Ron mi manca da morire… perché mi ha lasciata sola?!”
chiese l'amica abbracciandolo e abbandonandosi finalmente ad un pianto liberatorio
“Herm… tornerà, ne sono sicuro!” le disse baciandola
dolcemente sulla guancia
“Perché, non sono morta anch’io almeno non soffrirei più!”
“Non dirlo neanche per scherzo, sciocchina! Poi chi si sarebbe occupato
di me!" Disse il rosso abbracciandola più forte “Dai fatti
una doccia e scendiamo a mangiare qualcosa!”
La ragazza annuì debolmente, prese i suoi vestiti e si diresse verso
il bagno.
Draco e le ragazze erano rimasti allibiti, vedere Ron così determinato
e furente non capitava spesso.
Non appena riacquistarono le facoltà vocali, si complimentarono con lui
per l’ottimo lavoro.
Hermione uscì dal bagno pochi minuti dopo, la divisa le stava un po’
larga, era dimagrita 5 chili in quell’ultimo mese, il viso era molto sciupato
ma faceva comunque trasparire tutta la sua bellezza.
Ron le puntò la bacchetta addosso e disse “Performa!” e l’abito
si modellò perfettamente alle forme attuali del corpo della ragazza.
“Ecco ora sì… che sei bellissima!”
Hermione dopo un mese... fece il suo primo mezzo sorriso.
I cinque ragazzi entrarono nella sala grande sotto gli sguardi stupiti di tutti
i commensali.
“Hai visto, com’è conciata Hermione…? Non sembra neanche
più lei!”, “Si, si ti dico che è la Granger!”,
“Pensavo che non l’avrei più rivista!” commenti simili
provenivano dai quattro tavoli delle case. La ragazza fece per andarsene ma
Ron le strinse forte la mano e guardandola dolcemente disse “Insieme Herm…
tranquilla ci siamo qui noi!”
La bella moretta, ricambiò la stretta del ragazzo e sorridendo debolmente
accompagnata dagli amici si sedette al tavolo dei caposcuola.
Un attimo dopo però si rialzò “Scusatemi, devo delle scuse
ad una persona!” e così dicendo si diresse al tavolo dei professori.
Gli amici la videro avvicinarsi alla professoressa di trasfigurazione ed a testa
bassa mormorarle qualcosa. Minerva McGranitt per la prima volta nella storia
di Hogwarts si alzò, girò intorno al tavolo e davanti a tutta
la sala abbracciò calorosamente la ragazza che ancora sostava in piedi
senza alzare lo sguardo. Hermione contraccambiò l’abbraccio e dopo
essersi asciugata le lacrime che silenziose le avevano bgnato il dolce viso,
sorrise alla professoressa e si diresse al tavolo dove Ron e gli altri ragazzi
l’aspettavano.
Neville come molti altri studenti nella sala avevano osservato, senza fiatare,
il gesto di Hermione. Il viso della ragazza era davvero molto sciupato e faceva
ben intuire quali pene avesse sopportato, nonostante questo la sua bellezza
era rimasta tale.
A Neville si strinse il cuore nel vederla così triste, da sempre la stimava
per la sua intelligenza e per la sua bontà d’animo, più
di una volta lo aveva aiutato senza pretendere nulla in cambio.
“E’ ora che faccia qualcosa io per lei!” si disse il ragazzo
fra sé mentre perso nei suoi pensieri continuava a scribacchiare appunti
su di una lunghissima pergamena assai consunta.
“Sono sicuro che ci sono quasi… basta davvero poco per ottimizzare
la formula… devo chiedere aiuto… ma a chi? A chi?” si chiese
Neville portandosi le mani sul viso, poi all’improvviso la voce del professor
di pozioni lo fece voltare. “Ma certo Piton, chi meglio di lui…
domani finita la lezione glielo chiederò!” e così dicendo
prese i suoi libri e si diresse verso la torre di Grifondoro insieme agli altri
ragazzi della sua casa.
Severus tra un’ora ci vediamo in infermeria!” disse il preside
guardando il professore di pozioni.
Piton annuì e finì di sorseggiare il suo succo di zucca.
“Minerva, andiamo, smetti di singhiozzare… hai visto, Hermione si
è finalmente ripresa!” disse poi alla professoressa di trasfigurazione
che ancora commossa non accennava a smettere di tirare su con il naso.
“Oh Albus, come sono felice… quella ragazza ha così tante
capacità, sarebbe stato un vero peccato rinunciare a tutto!” rispose
la donna asciugandosi gli occhi in un bellissimo fazzolettino che il preside
le aveva passato
“Lo so, mia cara Minerva e fortunatamente il signor Weasley è riuscito
a farla ragionare… suvvia basta piangere!” disse sorridendole
La professoressa ricambiò il sorriso e stringendo forte la mano al preside
rispose “Grazie!”
“Minerva vorrei che venissi anche tu in infermeria con Severus e me!”
disse poi Silente guardandola negli occhi
“Va bene, ma di cosa si tratta?”
“Ve ne parlerò dopo, qui è meglio di no… mi raccomando
siate puntuali!”
I due professori annuirono nuovamente mentre il preside congedandosi dalla tavola
si allontanò silenzioso.
Un’ora dopo i tre professori, radunati accanto al letto di Harry stavano
discutendo fitto con Madama Chips.
“Ne sei sicura Poppy?” chiese Severus Piton incredulo
“Si, vi dico che questa matina si è mosso!” rispose la Chips
“Ma Poppy, si trattava di un riflesso condizionato dovuto a qualche tua
stimolazione o di un movimento volontario?” chiese Silente visibilmente
emozionato
“Albus, credo si trattasse di un movimento volontario… molto debole
ma volontario!”
“Oh cielo ma è fantastico!” esclamò la McGranitt “Significa
che la sua anima stà rientrando nel corpo?” chiese felice
“Si, più o meno!” rispose la Chips che però a differenza
degli altri professori non era poi così allegra
“Che c’è Poppy, ti vedo proccupata?” chiese Silente
freddando l’entusiamo di Severus e di Minerva
“Albus, devi vedere una cosa… non mi piace per niente e vorrei il
tuo giudizio in merito!” e così dicendo recitò “Apparens
imago animae” e l’immagine di Harry, ancora una volta, apparve fluttuante
in mezzo alla stanza dell’infermeria.
“Allora… mi fate uscire da qui, stupidi idioti o devo fare tutto
da solo!” disse Harry con un tono di voce strafottente e freddo
“Lucius, incapace… cosa devo fare aspettare quarant’anni?”
continuò stizzito il ragazzo “E poi dicono di essere i miei più
fedeli servitori… ma se non sono in grado di fare nulla!” gridò
subito dopo
“Noooooo, mio Dio, ma cosa stà dicendo… Non sarà
Lucius Malfoy quello di cui parla?” chiese la McGranitt con un filo di
voce
“Temo di si!” le rispose Piton portandosi una mano alla bocca
“Aspettate non avete ancora visto nulla!” disse loro la Chips indicando
l’immagine
Silente la guardò e poco dopo rispostò lo sguardo sull’anima
del ragazzo che all’improvviso aveva cambiato espressione e tono di voce
“Professor Silente, se mi sente, deve trovare il modo di non farmi tornare…
sempre più spesso mi capita di non essere io, è come se un altro
Harry fosse dentro di me, un Harry malvagio che non sempre riesco a controllare…
sento che stà diventando ogni giorno più potente, sento che stà
trovando il modo di tornare… la prego professore non glielo permetta!”
disse il ragazzo con voce quasi rotta dal pianto.
“Semttila di frignare femminuccia!” gridò subito dopo “Ringraziami
che mi stò sbattendo anche per te… almeno tra poco ce ne andremo
da questa prigione mentale!”
Il ragazzo si voltò di scatto e disse “Vattene, tu non sei me…
tu sei solo un povero pazzo!”
“Ah davvero… bhè dovrai abituarti ad avermi accanto, ormai
siamo una cosa sola, io e te!!!” si rispose da solo mentre continuava
a cambiare espressione e tono di voce
“Non ti permetterò di tornare e fare del male!”
“Si, si va bene… questo lo vedremo, fammi uscire da qui e te lo
faccio vedere io che bella novità per il mondo magico… ah ah ah!”
rise malvagiamente “Harry Potter il nuovo Signore Oscuro!” gridò
il moretto aprendo le braccia e alzando gli occhi al cielo
A quelle parole la McGranitt trasilì, Piton inspirò di scatto
e Silente strinse forte il pugno.
“Albus, Harry a causa del lato oscuro che ha risucchiato a Voldemort,
ha sviluppato una doppia personalità!” disse la Chips abbassando
lo sguardo “Purtroppo, le volte che Harry è in sé stanno
diminuendo… sempre più spesso diventa il suo alter ego malvagio
e questa non è assolutamente una buona cosa… è come se l’Harry
cattivo stia pian piano segregando l’Harry che conosciamo in un angolino!”
“Ma è pazzesco!” gridò Piton “Ma com’è
possibile?”
“Troppa malvagità!” rispose Silente “Temevo che sarebbe
potuto accadere!”
“Harry/Voldemort si è già messo in contatto con Malfoy e
gli altri mangiamorte, spiegando loro quanto accaduto… ed esortandoli
a fare qualcosa per tirarlo fuori di lì!!” continuò la Chips
sempre più affranta “Inutile dire che ci stanno riuscendo, visti
i progressi che il ragazzo stà facendo! Non riuscirò a bloccarli
ancora per molto!”
“Cosa possiamo fare Albus, non possiamo lasciare che Harry diventi il
nuovo Signore Oscuro!” Disse la McGranitt immagonata
“Certo che no, fosse l’ultima cosa che faccio!” le rispose
risoluto il preside
“Albus, qui non ho le attrezzature necessarie per aiutarlo come si deve…
è bene che venga trasferito a San Mungo, laggiù sono molto più
forniti di me!” disse infine la Chips guardandolo
Ci fu un attimo di silenzio poi annuendo il preside acconsentì al trasferimento
del ragazzo.
“Chiamerò oggi stesso Arthur Weasley, da quando è il nuovo
Ministro della Magia, stà facendo ottime cose… lui saprà
mettere a disposizione la miglior equipe medica… inoltre lo allerterò
di mettere un auror o due a guardia del ragazzo… se veramente si stà
per riprendere Dio solo sa quanto c’è necessità che ci sia
qualcuno a tenerlo sotto controllo!”
“Cielo Albus, Harry è molto potente, immagina cosa potrebbe fare
se il lato oscuro prendesse il sopravvento su di lui… sarebbe dieci volte
più potente di quanto non fosse Voldemort in persona!” balbettò
Piton rabbrividendo alla sola idea
Il preside si diresse verso la porta dell’infermeria, poi poco prima di
uscire e dirigersi al suo ufficio per chiamare il Ministro della Magia, disse
“Già! È proprio questo che mi preoccupa di più…
Harry ha già sviluppato poteri straordinari… se veramente passerà
dalla parte del male, sarà quasi impossibile contrastarlo!”.
Capitolo 38°: San Mungo
Quella stessa sera, all’insaputa di tutta la scuola, Harry fu trasferito
all’ospedale di San Mungo, dove un’equipe di medimaghi specializzati
nello sdoppiamento di personalità già stava lavorando giorno e
notte per cercare di capire come poter aiutare i maghi e le streghe colpiti
da tale problema.
Il ragazzo era stato messo in isolamento. Due Auror del ministero lo sorvegliavano
ventiquattrore su ventiquattro, senza mai staccarsi dal suo capezzale.
Vista la gravità della cosa, per ovvie ragioni il Sig. Weasley fu costretto
a classificare Harry come il pericolo numero uno da tenere sotto controllo.
Niente fu più doloroso per lui che dare quell’ordine.
Le settimane passarono, ma di miglioramenti neanche l’ombra anzi…
purtroppo le cose stavano peggiorando sensibilmente. Ormai l’Harry malvagio
era sempre più presente del suo Alter ego buono.
Anche se il Ministero della Magia cercava di tenere ben celata la notizia e
per il momento sembrava esserci riuscito, una domanda ricorrente aveva cominciato
a girare per tutto il mondo magico: Che fine a fatto Harry Potter?
Urgeva una soluzione e veloce. Non si poteva annunciare al mondo che Harry era
diventato o poco ci mancava il nuovo Signore Oscuro ma neanche rivelare che
si trovava a San Mungo, altrimenti i suoi fedelissimi si sarebbero fatti vivi
per portarlo via… dunque che fare?
Arthur Weasley fece visita a Silente per chiedere un consiglio e dopo ore di
discussioni e di proposte convennero che l’unica momentanea soluzione
era quella di dichiarare che Harry era morto.
“Arthur, sai che dovrai reggere il gioco anche con i tuoi figli e con
Molly?” gli chiese Silente
“Lo so! io, te, i due Auror e l’equipe di medimaghi saremo gli unici
a sapere la verità!” rispose l’uomo mentre una lacrima solcava
il suo viso
“Sarà dura Arthur, vedrai delle persone a te molto care soffrire!”
“Lo so Albus, ma non posso dirgli la verità, so che cercherebbero
di fare qualcosa e sarebbe anche peggio!”
“Dovrai dirlo a loro prima di annunciarlo pubblicamente… almeno
questo glielo devi!” disse Silente guardando l’amico
Il Sig. Weasley annuì e Silente fece chiamare i ragazzi nel suo ufficio.
Poco dopo arrivarono, non mancava proprio nessuno, Ginny, i gemelli, Draco,
Ron, Blaise e Hermione.
“Papà!” disse Ron sorpreso nel vederlo “Che ci fai
qui, ciao come stai?”
“Ciao Ron, ragazzi, stò bene…” biascicò l’uomo
visibilmente emozionato
“Che bella sopresa!” disse Ginny abbracciandolo “Hai ricevuto
il nostro gufo?”
“Si tesoro, l’ho ricevuto!” rispose il padre stringendola
forte
“Che c’è papà, come mai sei qui?” Chiese un
attimo dopo la ragazza percependo che c’era qualcosa di strano
L’uomo non rispose subito, deglutì e li guardò.
“Papà… ti prego non sarà successo qualcosa a mamma?”
chiese Fred allarmato
“No Fred!” rispose l’uomo
“A Bill o a Charlie?” Rincarò George mentre preoccupato faceva
un passo avanti
“No, ragazzi a nessuno…” cercò di rispondere il Sig.
Weasley
“A Harry!” disse piano Hermione mentre tremante lo guardò
con gli occhi pieni di lacrime
Il Sig. Weasley ricambiò lo sguardo e l’abbracciò forte
“Mi dispiace Hermione!” disse baciandole la testa
“Nooooooo! Che stai dicendo… papà cosa vuoi dire?”
chiese Ron sconvolto
“Sig. Weasley la prego ci dica cosa è successo a Harry!”
disse Draco mentre calde lacrime scivolarono sul suo bel viso
“E’ morto ragazzi!” rispose loro debolmente “Mi dispiace
Harry ci ha lasciati questa sera!”
Hermione svenne e fu afferrrata al volo dal Ministro, Ginny si accasciò
a terra così come Blaise scoppiando a piangere. I ragazzi cominciarono
a gridare che non era possibile e che non era giusto.
“Come? Com’è successo?” gridò Ron in preda ad
una crisi isterica
“Figliolo, ha avuto un arresto cardiaco, i medimaghi non sono riusciti
a rianimarlo!” disse Arthur
abbracciandolo “So che è doloroso ma cerca di farti forza!”
“Papààààààà…. Perché,
perchèèèèèèè?” pianse
il ragazzo tra le braccia del padre
La scena straziante continuò per altri trenta minuti, poi pian piano
i ragazzi furono riaccompagnati nelle loro camere e fu dato loro un calmante
per cercare di farli dormire.
Soli, il Ministro guardò Silente e chiese “Albus, avrò fatto
la cosa giusta? Hai visto come soffrivano!”
“Te l’avevo detto Arthur, ormai non puoi tornare indietro devi reggere
il gioco almeno fino a quando sarà necessario farlo!”
Arthur Weasley annuì sconsolato e poco dopo afferrò la passaporta
che lo aveva condotto lì e sparì.
La mattina dopo il Ministro fece trapelare la falsa notizia che Harry Potter
era morto. L’annuncio ovviamente ebbe l’effetto di una bomba in
tutto il mondo magico, tanto che numerose veglie in suo onore vennero organizzate.
Non c’era mago o strega che non piangesse quel ragazzo.
Ad Hogwarts la situazione non era certo migliore. Per i corridoi si vedevano
capannelli di persone singhiozzare e tirare su col naso. I ragazzi erano degli
stracci, andavano ormai a lezione per inerzia e il loro sguardo perso nel vuoto
la diceva lunga. Tutti i professori furono molto comprensivi e cercarono di
aiutarli a farsene una ragione. La notizia ovviamente aveva sconvolto anche
loro.
Solo un ragazzo sembrava, benchè dispiaciutissimo, arso dal desiderio
di saperne di più.
Quella mattina Neville Paciock, finita la lezione di pozioni, si fermò
a parlare per la prima volta in sette anni con il professor Piton.
“Paciock, in cosa posso esserle utile?” chiese secco l’uomo
“Professore, devo parlarle di una cosa molto importante, ma vorrei che
restasse solo fra me e lei, se possibile!” rispose serio il ragazzo
Piton lo squadrò stupito poi disse “Certo, mi dica!”
“Signore, non so perché il Ministero abbia voluto dire che Harry
è morto… ma io ho la certezza che questo non sia vero!”
Piton impallidì a quelle parole “Paciock ma che dice? Si rende
conto dell’accusa che ha appena formulato, mi stà dicendo che il
Ministero della Magia ha inscenato la morte di Potter per qualche motivo?”
“Si, Signore… ripeto, non so perché ma posso provarglielo!”
rispose il ragazzo senza tremori nella voce
“Paciock, non stai scherzando allora?” disse Piton alzandosi dalla
sua sedia
“Potrei mai secondo lei scherzare su una cosa del genere?” chiese
il ragazzo
“Spiegami!” disse il professore un secondo dopo
“Come ben saprà i miei genitori sono ricoverati a San Mungo, e
io appena posso vado a trovarli.
Mio padre da qualche mese è stato trasferito nell’area riservata
a coloro che hanno sviluppato una doppia personalità a causa di maledizioni
Imperius troppo potenti. E’ lì che è ricoverato anche Harry…
e le assicuro che l’altra domenica non sembrava assolutamente morto, anzi
da come gli Auror e i medimaghi si affrettavano a correre da lui, mi sembrava
più che vivo!”
“Come fai a sapere che fosse lui… sarà sicuramente in una
zona off limits!” chiese Piton sospettoso
“Certo che lo è, ma casualmente ho sentito due dei medimaghi parlare
fra loro che Potter stava peggiorando… le parole esatte sono state “Ormai
non c’è più una briciola di bontà in lui!”
Sa non sono un genio ma mi hanno insegnato che un morto non peggiora…
è morto punto e basta!”
“Non ci posso credere, allora era tutta una messinscena… ma perché?”
chiese Piton sconvolto
“Perché signore, Auror del Ministero fanno la posta alla stanza
di Harry senza mai spostarsi di lì per un secondo… c’è
qualcosa che non và, non è normale la cosa!” rispose il
ragazzo guardandolo
“Hai ragione… come posso fare?” cominciò a borbottare
il professore camminando avanti e indietro “Puoi farmi venire con te domenica
prossima?” chiese poi all’improvviso
Il ragazzo fece un mezzo sorriso e annuì “Certo!”
“Ci servirà il mantello dell’invisibilità di Potter!”
“Ci penso io a recuperarlo, non si preoccupi!” disse svelto il ragazzo
“Però voglio venire con lei!”
Piton lo fissò incredulo “Venire dove Paciock?”
“Venire con lei, mi manca poco professore, devo capire bene una cosa…
ma credo che con il suo aiuto potremmo aiutare Harry!”
“Cooooosa?” chiese sempre più allibito il professore
“Venga mi accompagni a lezione dalla professoressa Sprite e le spiegherò
strada facendo!” rispose il ragazzo raccogliendo i suoi libri.
Piton senza fiatare si alzò e uscì dall’aula seguendo il
suo alunno.
“Capisce, è una formula che stò studiando per mio padre
ormai da mesi… settimana prossima la testeranno e se funziona, e sono
sicuro che sarà così, potremo poi adattarla a Harry!”
“Paciock mi sconvolgi, queste abilità in pozioni da dove ti sono
saltate fuori?” chiese Piton sconvolto
“Sa tutti i suoi rimproveri all’inizio mi intimorivano e mi demoralizzavano,
poi però grazie a Harry e ad Hermione, ho cercato di ristrutturarli in
esortazioni ad impegnarmi di più… studiavo la notte e mi esercitavo
nelle ore libere nella vecchia aula di storia della magia, quella in disuso
al quinto piano. Così pian piano ho acquistato fiducia in me stesso e
ho potuto portare avanti i miei studi.”
“Complimenti Paciock, dovrò decisamente rivedere i miei voti…
comunque torniamo a noi, mi dici che una combinazione di piante unite ad un’antica
pozione per la rinascita della personalità possono davvero aiutare Harry?”
“Ne sono quasi certo Signore, ho solo bisogno di sapere in cosa la nuova
personalità di Harry si è trasformata… capisce quali lati
ha acquisito, che so pazzia, cattiveria, xenofobia, ecc… solo così
potrò dosare gli ingredienti nel modo giusto!”
“D’accordo, non sarà facile oltrepassare i medimaghi e gli
Auror, ma ci proveremo. Potrei già dirti in cosa o peggio in chi si stà
trasformando ma devo averne la certezza!”
Neville fece un cenno con la testa e fece per aprire la serra numero sette dove
il resto della classe unita ai Tassorosso aveva già cominciato la lezione
da dieci minuti.
“Paciock!” lo chiamò il professore pochi istanti prima che
il ragazzo aprisse la porta. Neville si voltò in attesa di sentirlo parlare
“Mi raccomando, non dica niente a nessuno, neanche a Weasley, la Granger
e amici, si sono appena ripresi dal duro colpo non voglio dar loro false speranze!”
Il ragazzo annuì ed entrò nella serra.
I giorni passarono veloci e la domenica arrivò presto.
Quella mattina Neville, che in settimana aveva recuperato di nascosto dalla
torre Est il mantello di Harry, era sceso prestissimo a fare colazione.
“Ciao Neville!” disse una voce facendolo sobbalzare
“Oh ciao Hermione!” rispose il ragazzo
“Scusa non volevo farti spaventare, sei pronto per andare dai tuoi genitori?”
chiese la ragazza dolcemente
“Si, tra poco andrò… ma tu come stai?”
La ragazza abbassò lo sguardo e con voce tremante rispose “Stò
cercando di farmene una ragione Neville, sembra così assurdo che lui
non ci sia più… mi manca così tanto!”
“Oh Herm, non piangere, scusami non volevo… io cercavo solo di…”
“Tranquillo Neville, apprezzo il tuo interesamento, se ti fa piacere la
prossima volta vorrei venire con te a trovare i tuoi genitori!” disse
la ragazza asciugandosi gli occhi
“Ce… certo!” balbettò il ragazzo prima di abbracciarla
“Mi farebbe molto piacere!”
“Scusami ora vado al tavolo dai ragazzi, ci vediamo dopo!”
“Ciao, divertitevi a Hogsmeade!” le rispose il ragazzo risedendosi
al tavolo
La colazione fu veloce, Neville e Piton si ritrovarono come concordato alla
stazione di Hogsmeade e presero insieme il treno che li avrebbe condotti dritti
dritti alla stazione di King’s Cross e poi sino all’ospedale di
San Mungo.
Una volta ovviate le solite procedure di riconoscimento i due si ritrovarono
ben presto all’interno del grande ospedale brulicante di infermieri e
medimaghi e pazienti di ogni sorta.
“Ecco di là!” indicò il ragazzo “Dobbiamo prendere
quell’ascensore e scendere sino al quattordicesimo piano!”
Piton annuì e i due s’infilarono senza dare troppo nell’occhio
nell’argentato ascensore.
“Andiamo immediatamente da tuo padre, voglio vedere se la pozione ha fatto
effetto!” disse il professore
Poco dopo Neville entrò nella camera del padre e una medimaga molto carina
gli si avvicinò sorridente “Complimenti Neville, ha funzionato,
finalmente non ha più quei disturbi di sdoppiamento della personalità,
non si è ancora svegliato ma è stato un grosso passo avanti per
lui!” disse abbracciandolo forte
Il ragazzo ricambiò la stretta e si asciugò una lacrima. Poi come
ridestato da un sogno disse “Oh scusami Clarissa, ti presento il mio professore
di pozioni, Severus Piton, lui mi aiutato molto in questa cosa!” disse
il ragazzo svelto
“Molto piacere sono Clarissa Banks, dev’essere molto fiero di questo
ragazzo, ha fatto una cosa eccezionale!” disse la donna allungando la
mano verso di lui
“Molto!” rispose Piton stringendogliela “Neville, è
molto determinato! Mi ha decismente stupito!”
La ragazza sorrise e guardò nuovamente il ragazzo “Vi lascio un
po’ con lui, ora devo andare!” disse abbassando lo sguardo e cambiando
espressione
“Clarissa, devi andare da lui vero?”
“Neville che dici!” rispose imbarazzata la ragazza fermandosi di
colpo
“Non mi mentire Clarissa, so che la dentro c’è il mio amico,
ti prego aiutami, posso aiutare lui come ho aiutato mio padre!” disse
risoluto il ragazzo
“Neville… ma che stai dicendo?!” chiese la bella medimaga,
guardando il professor Piton, sempre più rossa per l’imbarazzo
“Tranquilla lui sa, gliel’ho spiegato e vuole aiutarmi!” la
rassicurò avendo notato la sua preoccupazione
Piton annuì e la dottoressa si sedette su di una sedia lì vicino.
“Neville se sanno che ti ho aiutato… mi licenzieranno, verrò
radiata dall’albo e non potrò…!”
“Non succederà!” la interruppe Severus prendendole la mano
“Abbiamo un mantello dell’invisibilità dobbiamo solo avere
qualcuno che ci aprà la porta senza che questa si aprà da sola,
qualcuno autorizzato ad entrare là!”
“Ma se vi scoprono… come farete a spiegare!”
“Non ti preoccupare Clarissa, non faremo mai il tuo nome, te lo giuro!”
disse Neville inginocchiandosi ai piedi della ragazza
“Neville lui è molto cambiato da come lo conoscevi tu, è…
è… praticamente irriconoscibile!” disse la ragazza portandosi
una mano alla bocca
“Lo so è per questo che dobbiamo agire in fretta, non voglio che
rimanga così per sempre… è un ragazzo speciale, ha il diritto
di tornare come prima non credi?!”
Clarissa annuì e alzandosi disse “Va bene, se dobbiamo farlo, è
bene andare ora, l’equipe arriverà tra un’ora, questa mattina
io devo controllare a che punto è la trasformazione!”
A quelle parole Neville rabbrividì, guardò il professore che pallido
più del solito ricambiò lo sguardo e prese il mantello.
“Andiamo!” rispose coprendo se stesso e Neville completamente “Gli
Auror percepiscono gli incantesimi dell’invisibilità ma paradossalmente
sono meno attenti ai mantelli dell’invisibilità!”
La ragazza annuì e aprì loro la porta, la scena sarebbe stata
alquanto buffa se non ci fosse stata tanta tensione, Piton si era piegato scomodamente
per arrivare alla medesima altezza di Paciock e questo lo guardava sbuffare
e cercare di mantenere la calma.
In un attimo giunsero davanti alla porta sorvegliata dai due Auror che come
di rito chiesero “Si identifichi per favore?”
“Clarissa Banks, medimaga 1° livello, incaricata di controllare lo
stato di avanzamento della trasformazione dell’ospite!”
Uno dei due Auror, fece un cenno d’assenso con la testa dopo aver controllato
il tesserino e poco dopo l’altro spalancò la porta d’entrata.
“A segno convenzionale la lasceremo uscire!” dissero in coro i due
guardandola. La ragazza annuì e spostandosi lievemente di lato, consentendo
a Piton e Neville di oltrepassarla, ringraziò ed entrò nella stanza.
Harry giaceva immobile come nell’infermeria di Hogwarts, i suoi lineamenti
però era cambiati, si erano induriti.
Clarissa puntò la bacchetta e recitò “Apparens imago animae!”
e poco dopo l’anima del ragazzo apparve fluttuante al centro della stanza.
Neville sobbalzò a tale vista mentre Piton chiuse momentaneamente gli
occhi.
Harry, non era più Harry, i suoi begl’occhi verdi erano diventati
di color rosso rubino, la sua pelle, una volta liscia e delicata, era squamosa,
la sua voce era diventata roca e fredda. I suoi lineamenti si erano così
trasformati tanto da renderlo irriconoscibile. Il moretto era pressochè
il sosia di Voldemort.
“Mio Dio!” sussurrò Neville “Ma… ma… è
diventato…”
“Si, ragazzo, non ho voluto dirtelo prima perché volevo averne
la certezza… purtoppo Harry è sempre più come il Signore
Oscuro!”
“Ma come possiamo fare allora, la mia pozione funzionerà anche
con lui?” chiese allarmato Paciock
“Non lo so, ma di sicuro, meglio di quanto stanno facendo questi medimaghi…
senza offesa per la tua amica!” rispose l’uomo
“Guardate!” sussurrò Clarissa indicando l’anima che
caduta a terrà aveva riacquistato le vecchie sembianze del ragazzo moro
“Harry!” urlò Neville senza pensarci, prima che Piton gli
tappasse la bocca fulmineo
Questo però non fu sufficiente, i due Auror entrarono di corsa nella
stanza “Chi ha urlato?”
“Io scusatemi, mi sono lasciata commuovere dal ragazzo che era tornato
normale per pochi secondi!” mentì svelta Clarissa
“Ma si rende conto, credevamo che si fosse svegliato e l’avesse
attaccata, non si permetta mai più… non conosce le regole?”
sbraitò l’Auror più alto
“Mi scusi io… ero sovrappensiero!”
“Che incoscienza… ha finito qui?” chiese l’altro Auror
stizzito
“Si quasi... scusatemi, tra pochi minuti esco, un ultimo controllo e vengo
via!” rispose la medimaga arrossendo
I due uomini uscirono visibilmente scocciati richiudendo la porta dietro di
loro.
“NEVILLE!” sibilò la donna arrabbiata “C’è
mancato poco che vi scoprissero!”
“Scusami Clarissa, ma a vederlo normale, mi è venuto spontaneo
chiamarlo… scusami davvero non accadrà più!”
“Certo che no, forza usciamo o si insospettiranno!” disse prima
di battere tre volte sulla porta.
Di nuovo in camera, Piton e Neville tolsero il mantello e ringraziarono Clarissa
che ancora accaldata per lo scampato pericolo continuava a girare avanti e indietro
per la stanza.
“Quando pensate di tornare?” chiese poi all’improvviso
“Non appena messa a punto la pozione!” le rispose Piton “Però
devo chiederti gentilmente i dati raccolti durante i controlli che fate giornalmente
al ragazzo.
“Non posso… sono dati riservati… se mi scoprono!” disse
risoluta a voce bassa la ragazza
“Lo so che ti chiedo molto ma ci hai aiutato fino ad adesso, ti prego
non ci mollare ora!” le disse Piton, con una dolcezza stranamente riconducibile
a lui.
“E va bene, aspettatemi qui… cercherò di radunarvi tutti
i dati su di un’unica pergamena.” Rispose arrossendo lievemente
la medimaga prima di uscire dalla stanza
Neville guardò il professore e fece un mezzo sorriso malizioso. Il professore
ricambiò lo sguardo e lo freddò dicendo “Non ci provare
Paciock, ogni commento in merito sarà punito severamente!”
Neville sorrise mentre Piton arrossì lievemente.
La donna ritornò poco dopo e consegnò la pergamena a Severus “Ecco
se ci sono novità, vi manderò un gufo!”
Piton le sorrise e dopo aver salutato uscì insieme a Neville dalla stanza.
Ritornati al castello, i due si separarono per non dare nell’occhio,
Paciock si diresse alla torre di Grifondoro mentre Piton come una furia s’incamminò
verso l’ufficio di Silente.
Un attimo dopo vi entrò come un uragano e urlò “Sapevi e
non mi hai detto nulla!”
“Buonasera Severus, accomodati, vedo che hai fatto visita a Harry!”
Capitolo 39°: La pozione!
“Albus, sapevi e non me l’hai detto… perché?”
chiese infuriato Piton
“Severus, ho dovuto reggere il gioco del Ministro, meno persone lo sanno,
meglio è!” rispose calmo Silente
“Questo è ridicolo, e tu lo sai, dovevi dirmelo… non mi ritenevi
abbastanza discreto per non dirlo a nessuno?”
“Assolutamente no, ma se l’avessi detto a te avrei dovuto dirlo
anche a Minerva e a tutto il corpo docente e sono sicuro che prima o poi, davanti
al dolore dei ragazzi, qualcuno avrebbe ceduto e avrebbe detto loro la verità!”
“Ma Albus…” sbraitò Piton
“Comunque, a quanto vedo l’hai scoperto, come hai fatto?”
chiese sorridente il preside
“Non ci crederai mai… me l’ha detto Paciock!” rispose
secco il professore di pozioni abbassando il tono
A quelle parole Silente sobbalzò “Vuoi dire che i ragazzi lo sanno?”
chiese allarmato
“No, solo Paciock lo sa, l’ha scoperto perché il padre è
stato trasferito nel medesimo reparto… ma non è tutto Albus, quel
ragazzo pare abbia creato un antidoto, una sorta di pozione, che ovviamente
va perfezionato e adattato al caso di Harry, ma che potrebbe riportarlo da noi
com’era!” sussurrò Piton
Silente lo guardò curioso e gli fece cenno di continuare a spiegarsi.
Piton continuò e spiegò tutto al preside che terminata la dissertazione
esclamò “Bravo Neville, da oggi Severus, ti autorizzo a concentrarti
completamente su questa faccenda… aiuterai il signor Paciock a perfezionare
la pozione… il come somministrarla al ragazzo sarà problema mio
da risolvere”
Il professore di pozioni annuì
“Però mi raccomando, nessun altro deve venire a sapere di questa
cosa, tanto più Hermione e gli altri ragazzi, non voglio che soffrano
ancora se la cosa non dovesse funzionare!”
“Albus, avresti dovuto vederlo…” balbettò Severus Piton
guardando fisso negli occhi Silente “Era irriconoscibile, il lato oscuro
ha praticamente divorato la sua anima, l’ha trasformato, anche i suoi
lineamenti umani sono cambiati, sono diventati più duri e marcati, non
c’è quasi più nulla del vecchio Potter in lui!”
“Lo so Severus, Arthur Weasley, mi manda una relazione ogni tre giorni
dei cambiamenti in atto in Harry… è per questo che ho bisogno che
tu mantenga la tua lucidità, verrò a darvi una mano anch’io
vedrai che insieme ce la faremo!” gli rispose l’amico mettendogli
una mano sulla spalla.
Piton annuì nuovamente e accompagnato dal preside si diresse verso la
sala grande per la cena.
Entrati nella sala i due professori si divisero. Silente si diresse immediatamente
al tavolo dei professori mentre Piton si fermò al tavolo dei Grifondoro.
“Paciock!” disse con la solita aria burbera “Più tardi
devo parlarle del suo ultimo compito di pozioni… praticamente scandaloso,
la prego di raggiungermi dopo cena nel mio ufficio!”
Neville mangiata la foglia annuì spaventato e balbettò un timoroso
“Va be…bene signore!”
Il professore si allontanò pensando fra sé che il ragazzo avesse
anche notevoli doti come attore e si sedette poco dopo accanto alla professoressa
McGranitt intenta a servirsi il secondo mestolo di una vellutata zuppa di carote.
“Perché Piton tratta sempre Neville così male?” chiese
Hermione agli amici
“Non lo so, probabilmente oggi gli gira male!” rispose Ron
“Oggi, ma se non perde occasione per massacrarlo… mi fa venire i
nervi!” continuò la brunetta
“Non ci pensare, Neville ormai c’è abituato, non ci fa neanche
più caso alle sue urla!” disse Draco osservando il ragazzo che
aveva ricominciato a scherzare con gli altri Grifondoro
“Ciò non toglie che sia odioso quando fa così! Proprio oggi
che era andato a trovare i suoi genitori… perché deve rovinargli
sempre la giornata?” continuò un’Hermione veramente scocciata
dalla cosa
“Herm, se non se la prende lui, non vedo perché devi prendertela
tu… dai mangia la tua zuppa ti si stà raffreddando!” la freddò
Ron
“Si, è meglio che non ci pensi!” disse la ragazza ricominciando
a mangiare la sua zuppa “Ma dopo voglio parlare a Neville… ecco
perché non è possibile farsi trattare così… e poi…!”
“HERMIONE!” la seccò Ron “MANGIA!! Ora, subito, adesso!!”
La ragazza fece per rispondere ma dopo aver sbuffato s’infilò un
cucchiaro di zuppa ormai freddina in bocca.
La cena finì e ogni studente si diresse come al solito nel proprio dormitorio.
Hermione con uno scatto felino raggiunse Neville proprio ai piedi della scala
grande.
“Neville, aspettami!” gli urlò
“Hermione, ciao, dimmi?” rispose cortese il ragazzo
“Ciao Neville, senti ho visto come ti ha trattato Piton e mi ha dato parecchio
fastidio… e mi chiedevo come mai ce l’avesse tanto con te…
perché non gli rispondi… ma se posso darti una mano in qualche
compito devi solo chiedere… e…” disse la ragazza tutto d’un
fiato lasciando il povero Neville senza parole
“Hermione, tranquilla, va tutto bene… ho scritto io quel compito
e so d’aver fatto un pasticcio, il professor Piton mi stà dando
delle specie di ripetizioni e si è infuriato che avessi fatto tanti errori
è comprensibile… anzi ti prego di non farne parola con gli altri,
sai ci incontriamo nel suo ufficio all’insaputa di tutti gli studenti,
non vorrei che si dicesse in giro che fa preferenze…” mentì
spudoratamente il ragazzo complimentandosi mentalmente con se stesso per la
prontezza avuta nel raccontare una balla così ben studiata.
“Oh d’accordo scusa, non sapevo… tranquillo con me il segreto
sarà al sicuro!” e detto questo lo abbracciò e scappò
alla torre Est mentre senza dare nell’occhio il ragazzo si diresse nei
sotterranei.
“Ben arrivato!” disse Piton vedendolo
“Mi scusi per il ritardo ma ho dovuto seminare Hermione… quando
vuole sa essere molto tenace”
“Lo immagino!” disse il professore con finto stupore “Bene
iniziamo… diamo prima un’occhiata ai tuoi appunti dopodichè
vediamo dove è necessario intervenire… io ho già dato una
scorsa ai dati che Clarissa, cioè che la dottoressa Banks, ci ha fornito
e mi sembrano moto interessanti.”
Professore mi stà dicendo che faremo lo stesso la pozione?” chiese
Neville reastando a bocca aperta
“Certo Paciock, il tuo lavoro ha, a dir poco, del miracoloso, bisogna
solo aggiustargli il tiro, vuoi o no che Harry torni da noi?” chiese retorico
il professore con un mezzo sorriso
“Certo che lo voglio!” esclamò il ragazzo rimboccandosi le
maniche, smaterializzandosi e riapparendo poco istanti dopo con tutti i suoi
appunti in mano.
“Complimenti vedo che ormai la smaterializzazione non ha più segreti
per te!”
Neville sorrise e passò le pergamene al professore che cominciò
a guardarle con molta attenzione.
Ogni tanto lo si sentiva mormorare “Non ci posso credere… fantastico…
chi l’avrebbe mai detto!”
Mentre il ragazzo lo osservava impaziente in attesa di un commento.
“Allora che ne dice?” chiese timoroso
“Dico che è straordinario il lavoro che hai fatto… chi avrebbe
mai immaginato che unendo queste piante sarebbe stato possibile attivare queste
proprietà guaritrici e non solo l’unione di determinate pozioni…
può davvero fare la differenza per migliaia di malati!”
Neville era al settimo cielo, guardò fisso il professore e lo ringraziò
di cuore di quelle belle parole.
“Ora dobbiamo solo personalizzare la struttura base della pozione e adattarla
a Harry, hai visto in chi si è trasformata la sua anima… inutile
che te lo ricordi, pertanto dobbiamo renderla il più completa possibile,
il più performante alla sua situazione odierna!”
“D’accordo professore che dice di partire con l’aumentare
la calendula… come ben sa la sua proprietà calmante è famosa…
e si potrebbe…”
Piton e Neville continuarono per altre quattro ore, aggiungi, togli, rimescola,
grattuggia, filtra, fai bollire, raffredda, insomma non si davano pace…
allo scoccare però della mezzanotte il professore lo congedò con
un “Vediamoci domani alla stessa ora! E’ bene che entrambi riposiamo
un pochino che ne dici?”
“Va bene, ci sarò!” rispose il ragazzo mentre raccolte tutte
le sue cose si smaterializzò un istante dopo.
Gli incontri segreti di Piton e Neville, accompagnati spesso e volentieri dal
professor Silente, continuarono per un altro mese e mezzo, ormai era maggio
inoltrato e tutti gli studenti, chini sui libri, si preparavano ansiosi agli
esami imminenti mentre fuori le giornate allungandosi concedevano lunghe ore
di sole.
“Ci siamo manca poco, abbiamo coperto quasi tutti i lati oscuri emersi
in Harry, ne rimane solo uno!” disse Silente la notte di un afoso 20 maggio
“Ma in realtà non è un vero e proprio lato oscuro!”
disse Neville
“Oh si, ragazzo, forse è il peggiore, rinunciare al potere e accettare
di dover essere una persona “Normale”… questo è il
vero bivio” intervenne Piton
“Normale, ma Harry non lo è, non lo è mai stato!”
lo interruppe il ragazzo
“Si, ma l’Harry di adesso non se lo ricorda più… è
bramoso di potere, di gloria, di fama… proprio come Voldemort lo è
stato prima di lui!” rispose Silente
“Ma non c’è rimedio alla volontà, al proprio libero
arbitrio, Harry è il solo che può scegliere cosa essere!”
disse Neville con un filo di voce
“Bravo ragazzo, vedo che hai capito, è per questo che la nostra
pozione non sarà mai più perfetta di così, possiamo fornire
gli strumenti a Harry ma dev’essere lui a scegliere se restare ciò
che è diventato o tornare ad essere ciò che era!” affermò
il preside guardandolo
“Capisco… come faremo a somministrargli la pozione?” chiese
Paciock
“Ecco, questo è un altro problema, pare che Harry sia ormai inavvicinabile,
con la sola forza del pensiero ha già ferito gravemente tre medimaghi,
gli Auror a guardia non lasciano più entrare nessuno!”
“Medimaghi? Chi, chi è stato ferito?” chiese Piton ansioso
“Il dottor Parker, la dottoressa Banks e il Dottor Liebermann!”
rispose Silente
“Banks? Non sarà Clarissa Banks?” richiese Piton decisamente
preoccupato
“Si, perché? La conoscete?” domandò il preside curioso
“Si, professore è la medimaga che ci ha aiutati la prima volta
ad entrare da Harry, si occupava di mio padre e faceva parte dell’equipe
che seguiva Harry. Ma come stà, è fuori pericolo, cosa le è
successo?” rispose Neville agitato
“Tranquilli, ora stà bene… ha rischiato grosso però…
almeno a quanto mi ha detto Arthur!”
“Come faremo allora a somministrare a Potter la pozione?” chiese
Piton ancora scioccato dalla notizia di Clarissa
“Dovremo addormentarci, distrarre la sua anima quel tanto che basta per
somministrargliela senza incidenti!!” rispose secco il preside
“Chi? Chi si addormenterà?” chiese Piton incredulo “Ne
tu, ne io possiamo farlo, capirebbe che c’è qualcosa che non va,
Arthur non ne parliamo, durerebbe a mala pena qualche istante, ai ragazzi non
possiamo dirlo… Albus chi?”
“Vorrei andare io professore!” disse Neville risoluto
“Paciock per favore sii serio, non ti faremo rischiare la vita, l’hai
visto in faccia… laggiù sarete tu e quell’essere… non
l’Harry che conoscevi…!”
“Si, è vero ma vorrei andare lo stesso, Harry ha sempre fatto molto
per me e voglio ricambiare in qualche modo!”
“No, no, assolutamente no!” rispose Piton secco “Troveremo
un’altra soluzione, non temere!”
“Ma non c’è tempo, ha letto il resoconto del ministro Weasley,
Harry è ormai nella fase finale, se si trasforma completamente non sarà
più possibile riportarlo indietro!” urlò il ragazzo
“Certo che ho letto il resoconto, ma tu non rischierai la tua vita, che
questo sia chiaro non perderò un altro alunno dotato!” sbraitò
Piton più forte
“Signori!” escamò Silente zittendoli “Troverò
una soluzione, l’importante è mantenere la calma… vi prego
non cediamo proprio all’ultimo!”
Neville e Piton annuirono debolmente.
“Mi metterò in contatto con Arthur e gli spiegherò la situazione,
domani vi farò sapere cosa abbiamo deciso!” e detto questo si smaterializzò
un secondo dopo lasciandoli senza parole.
L’indomani a colazione Neville era stranamente agitato. Continuava a
cercare con lo sguardo il professore di pozioni ma questo non sembrava volerlo
guardare.
Ad un tratto entrarono i gufi della posta, che come d’abitudine si sparpagliarono
nella sala consegnando le lettere, copie della Gazzetta del Profeta e pacchettini
vari ai diretti interessati.
Una grossa Civetta bianca e marroncina, che Neville riconobbe essere Florin,
quella di Clarissa, lasciò cadere una lettera sul grembo del ragazzo
e volò via in men che non si dica.
“E’ sicuramente di Clarissa!” pensò Neville aprendo
con foga la lettera
Caro Neville,
scusa tanto se non mi sono fatta più sentire, ma come saprai ho avuto
un incontro ravvicinato con il nostro amico comune… per fortuna ora stò
bene, ma è stato davvero impressionante… ti racconterò!
Ti scrivo perché è necessario che tu e Mr. P. veniate qui immediatamente,
non so a che punto sia il vostro progetto, ma va bene qualunque sia lo stato
attuale perché non abbiamo più molto tempo… purtroppo il
Ministero ha deciso di “Eliminare” l’ospite e di farlo entro
due giorni, ormai ritengono impossibile un suo recupero!!
Fate presto o sarà troppo tardi!
Un abbraccio Clarissa
Neville si alzò di scatto dalla sedia, destando non poco interesse nei
compagni seduti accanto. Anche Piton si accorse di quella reazione esagerata
e intuì che il ragazzo avesse ricevuto notizie su Harry.
“Neville, che ti prende amico?” chiese Seamus guardandolo storto
“Oh scusa Seamus, mia nonna… non stà tanto bene… sono
un po’ preoccupato!” rispose svelto il ragazzo nascondendo la lettera
in tasca
“Sei scattato come un pazzo!” disse poco dopo Dean Thomas mentre
inzuppava una fetta biscottata nel caffelatte
“Scusatemi ragazzi, non volevo farvi spaventare, devo andare… ci
vediamo dopo!” e così dicendo scappò fuori dalla sala e
si diresse di corsa verso la torre di Grifondoro.
“Che c’è Paciock?” chiese serafico Piton spuntando
all’improvviso da dietro una colonna e facendo sobbalzare il povero Neville
“Tenga legga… dobbiamo andare a San Mungo o Harry morirà!”
rispose piano il ragazzo mostrando la lettera al professore
“Coooosa? Che cosa dice… accidenti, questa non ci voleva!”
disse Piton dopo aver letto la lettera di Clarissa
“Professore, andiamo non c’è tempo da perdere, converrà
con me che non possiamo aspettare che il professor Silente ci dica chi si addormenterà…
la prego ha letto cosa mi ha scritto Clarissa, se vogliamo salvarlo dobbiamo
agire subito.
“E va bene Paciock, ma non sarai comunque tu ad addormentarti, lo farò
io… vado nel mio ufficio a prendere la pozione e l’antidoto, tu
recupera il mantello, ci vediamo alla stazione di Hogsmeade tra quindici minuti!”
detto questo il professore sparì così com’era comparso mentre
Neville si precipitò a prendere ciò che gli era stato detto.
Seduto su di una panchina sotto la pensilina alla stazione di Hogsmeade, sotto
un caldo sole, Neville non riusciva a stare fermo… continuava ad accavallare
le gambe, poi a scavallarle, alzare il braccio e ad abbassarlo, poi guardò
l’ora, poi si alzò e si risedette un attimo dopo… insomma
sembrava affetto da delirio acuto.
L’arrivo del preside e di Piton lo fecero balzare nuovamente in piedi.
“Buongiorno Neville!” gli disse gentilemente il preside
“Buongiorno professore… tutto a posto?” chiese ansioso
“Certo, trovo sia un’ottima giornata per fare una bella gita in
città!” rispose il professore guardando il limpido cielo azzurro
Il ragazzo lo guardò allibito, come se di fronte a lui ci fosse un povero
vecchio pazzo che straparlava “Signore, mi scusi… il professor Piton
le ha parlato della lettera?”
“Certo, trovo sia stato molto gentile da parte della tua amica dottoressa
avvisarci… ho anche parlato con Arthur che mi ha confermato la cosa, ci
darà una mano ma dobbiamo agire oggi stesso!”
A neville una goccia di sudore rigò il viso “Chi si addormenterà?”
chiese con un filo di voce il ragazzo che ormai grondava sudore come se fosse
rinchiuso in una sauna.
“Non tu, mio caro, non posso permetterlo… il professor Piton prenderà
un pozione per cambiare aspetto e si addormenterà… cercherà
di distrarre Harry quel tanto che basta per somministrargli per via endovenosa
il tuo antidoto.
“Ma…!” provò a replicare il ragazzo
“Niente MA… Paciock, il professor Silente ha deciso di permetterti
di venire, ma ad una condizione niente colpi di testa!” lo freddò
Piton in un secondo
Il ragazzo annuì debolmente e si risedette sulla panchina abbassando
lo sguardo.
“Caro ragazzo, posso immaginare quanto tu sia preoccupato, ma cerca di
metterti nei nostri panni, non possiamo permettere che Harry ti faccia del male,
non è più l’Harry che conoscevi tu, ti ucciderebbe!”
disse Silente sedendosi accanto al moretto che piano rispose “Lo capisco
Signore, è che vorrei essere più utile!”
“Ma diamine, Neville, se Harry può avere una speranza è
solo merito tuo! Più utile di così?!”
“Non è proprio la stessa cosa, vede…” cercò
di finire il ragazo ma un fischio acuto lo interruppe
“E’ ora!” disse Silente alzandosi
“E’ ora per cosa?” chiese Neville guardandosi intorno confuso
visto che nessun treno era in procinto di arrivare in nessun binario
“Accomodati Neville!” disse il preside indicando poco davanti a
sé. Il ragazzo si alzò e guardò stupito l’uomo che
sorridendo disse “Ora puoi!”
Voltandosi nuovamente, il ragazzo vide che era comparsa una magnifica carrozza
trainata da sei splendidi unicorni alati. A bocca aperta salì e si accomodò
e poco dopo fecero lo stesso anche il professor Piton e Silente. “A San
Mungo per favore!” disse deciso il preside e un istante dopo erano già
in volo per la loro destinazione.
“Siamo invisibili Signore? chiese Neville mentre ammirava il paesaggio
sottostante
“Certo, diverrebbe un po’ complicato spiegare ai babbani che le
carrozze possono volare se trainate da cavalli magici come gli unicorni alati!”
rispose sorridendo il vecchio preside
“Ma a che velocità stiamo viaggiando?” richiese poco dopo
il ragazzo sempre più entusiasta
“Più o meno a 300 km orari!” rispose calmo Silente
“Significa che se i miei calcoli sono esatti tra meno di quindici minuti
saremo all’ospedale!” disse Piton guardandolo
Neville sorrise felice all’idea che avessero fatto così in fretta.
Quindici minuti più tardi però smise di colpo di sorridere quando
arrestata la carrozza Silente salutò un gruppo di Auror fuori dall’entrata
dell’ospedale. Non ci voleva un genio per capire che quegli uomini erano
lì per occuparsi di Harry nel momento in cui fosse arrivata l’autorizzazione.
Il ragazzo rabbrividì e strinse forte lo zainetto che conteneva il mantello
dell’invisibilità, la pozione “Dormiens Animae” e il
suo antidoto.
“Hey, ma io ti conosco! Non ci posso credere!” fece un Auror, alto
almeno due metri, indicando il ragazzo “Tu sei il figlio di Paciock!”
A quelle parole anche i compagni dell’uomo si voltarono e fissarono Neville.
“Si, sono io!” rispose lui piano
“E’ un piacere conoscerti, sono Michael Cain, lavoravo con tuo padre,
era un brav’uomo!” disse porgendogli la mano
Neville la strinse e secco disse “Lo è ancora!”
“E’ vero, scusami… non volevo offenderti!”
“Non c’è problema ci sono abituato!”
“Sei qui per andare a trovarlo?” chiese l’uomo
Neville deglutì piano poi prima che potesse rispondere Piton venne in
suo aiuto “Si, ci teneva molto che io e il professor Silente vedessimo
i progressi fatti… è un caro ragazzo!” disse battendogli
una pacca sulla spalla
“Bhè allora buona visita… e salutamelo!” disse l’auror
prima di congedarsi e raggiungere gli altri della squadra
“Non mancherò!” rispose Neville mentre spariva dentro il
passaggio segreto che portava all’interno dell’ospedale.
Capitolo 40°: Eroe o martire?
Quando le porte argentate si aprirono, Neville riconobbe immediatamente la
bella figura di Clarissa che veniva loro incontro. Aveva un braccio fasciato
stretto al petto e qualche vistosa escoriazione sul viso… niente però
che un po’ di riposo non potesse guarire.
“Neville!” disse la ragazza abbracciandolo “Hai ricevuto il
mio gufo allora? Pensavo fosse stato intercettato!” bisbigliò
“Tutto a posto Clarissa, ti presento il Professor Silente è il
preside della mia scuola mentre il professor Piton già lo conosci!”
disse il ragazzo indicando i due uomini
“E’ un onore professor Silente, Neville mi ha parlato spesso di
lei!” disse la medimaga stringendogli la mano “Professor Piton che
piacere rivederla!” disse invece sorridendo a Severus che arrossì
lievemente
“Dottoressa Banks!” rispose lui un po’ impacciato
“Venite con me… presto!” e così dicendo fece loro cenno
di seguirla dentro la camera del Sig. Paciock “Qui possiamo parlare più
tranquillamente!”
La bella ragazza raccontò tutto ciò che sapeva, di come Harry
sarebbe stato ucciso perché ormai ritenuto incapace di riprendersi “Non
vogliono rischiare che un nuovo Signore Oscuro scateni la sua furia nel mondo
magico” e di come ormai il ragazzo fosse irriconoscibile e potentissimo
“Ha sviluppato questa capacità di colpire tramite la telepatia
è incredibile quello che stavamo per fare sotto suo ordine!”
Piton la guardò preoccupato poi celando l’emozione chiese “Perché
cosa vi ha ordinato!”
La donna scosse la testa e descrisse per filo e per segno di come, sotto l’influsso
della maledizione Imperius, sia lei che gli altri due medici avevano non solo
rischiato di richiamere l’anima dannata nel suo corpo, ma anche di come
avessero cercato di uccidersi nei modi più assurdi “Per quanto
mi riguarda mi sono buttata contro una vetrata, frantumandola… sono precipitata
per tre piani, atterrando fortunatamente su degli scatoloni vuoti che in parte
hanno attutito il colpo… ho spaccato 6 costole, rotto la gamba destra
e perforato un polmone, mi hanno operata d’urgenza e miracolosamente eccomi
qua…ora ho ancora qualche graffio e il braccio fasciato a causa di una
brutta ferita al tendine ma per il resto tutto OK!”
Silente e Piton la guardarono stupiti “Bhè è una fortuna
che tu sia atterrata su quegli scatoloni!” disse il professore di pozioni
con un filo di voce
“Si, è vero… tra l’altro non dovevano neanche essere
lì!” rispose lei sorridendogli
Silente notando l’imbarazzo crescente di entrambi cambiò discorso
e disse “Cara Signorina Banks, con l’ausilio del Ministro Weasley
noi avremo a disposizione giusto mezz’ora per riuscire ad entrare in quella
stanza e somministrare al ragazzo l’antidoto preparato da Neville e dal
professor Piton… dopodichè starà a quel ragazzo fare la
sua scelta:”
“Ma come farete a distrarlo? E’ praticamente impossibile entrare
là senza essere aggrediti… riesce a leggerti nel pensiero e conosce
le tue paure e…!” Disse la ragazza con la voce rotta dall’emozione
del ricordo
“Il professor Piton berrà la pozione Dormiens Animae!” disse
il preside “E’ stata studiata per farsì che chiunque la beva
si addormenterà e raggiungerà la stessa dimensione onirica in
cui si trova Harry, in modo da distrarlo mentre noi somministreremo l’antidoto.”
“Ma è pericolosissimo, quel ragazzo è… è…
un demonio, non ha più nulla di umano, non potete immaginare!”
disse svelta la ragazza senza minimamente nascondere la sua preoccupazione.
“Come farete a passare?”
“Abbiamo il mantello dell’invsibilità nello zainetto!”
Rispose cortesemente Piton indicando una zona ai piedi del letto del papà
di Neville.
“Quale zainetto chiese Clarissa?” guardando in quella direzione
“Quello zainetto!” le rispose Piton voltandosi “E’ sparito…
Paciock ma dove diavolo… ma dov’è?”
“Oh no, non sarà andato da lui” balbettò la medimaga
“Ha lasciato solo l’antidoto da somministrare a Harry… incosciente!”
gridò il professore di pozioni raccogliendo la boccetta da terra.
“Severus, se Neville è riuscito a oltrepassare gli Auror, significa
che avrà già bevuto la pozione e tra poco si sveglierà
dall’altra parte!” disse Silente con un filo di voce
“Oh mio Dio… ma cosa crede di fare?” chiese la bella medimaga
“Spero l’eroe e non il martire!” rispose Piton piano
Fu incredibile come Neville, senza farsi accorgere dai due professori e dalla
dottoressa intenti dai loro discorsi, fosse riuscito a sgattaiolare fuori dalla
stanza, con la boccetta infilata in tasca e coperto dal mantello dell’invisibilità
di Harry. Neanche lu si spiegava come ci fosse riuscito.
Ma il vero colpo di genio l’ebbe quando realizzò che coperto dal
mantello poteva comunque smaterializzarsi dove voleva, tanto più all’interno
di quell’area protetta e, una volta là, bere tranquillamente la
pozione senza che Harry lo attaccasse… in fondo era invisibile.
“Forza Neville, ora o mai più!” si disse prima di chiudere
gli occhi e ritrovarsi un attimo dopo davanti al letto di ciò che restava
del vecchio Harry Potter.
“Mio Dio… anche il suo aspetto umano è cambiato dall’ultima
volta… chissà come sarà diventata la sua anima nel frattempo!”
pensò il ragazzo mentre nel vedere l’amico così conciato
un morsa allo stomaco lo fece tremare
“Andiamo Neville, è Harry, in lui ci dev’essere ancora del
buono… è lo stesso che ti ha sempre aiutato, è ora che tu
faccia qualcosa per lui!” e pensato questo, cercando di farsi coraggio,
inghiottì in un sol colpo tutta la pozione che il professor Piton aveva
preparato. Pochi secondi dopo la vista cominciò ad annebbiarsi e forti
brividi di freddo percorsero tutto il corpo del moretto. Neville si sdraiò
a terra vicino al muro e qualche istante dopo si addormentò.
Un profondo respiro rimbombò in quello che sembrava un lungo corridoio,
molto familiare, un corridoio di Hogwarts.
“Ma dove sono sembra di essere a scuola” disse Neville alzandosi
da terra
Intorno a lui il silenzio e la tenebra più cupi, solo in lontananza la
fioca luce di quella che poteva sembrare una candela, tremolava illuminando
debolemente l’ambiente.
Il ragazzo cominciò ad incamminarsi piano verso la luce, guardandosi
attentamente intorno per vedere se riusciva a scorgere qualcosa di anomalo.
Per sua fortuna o sfortuna, dipende dai punti di vista, non si accorse che una
figura, nascosta nell’ombra più scura, lo stava osservando curiosa.
“Fateci passare!” sbraitò Piton ai due Auror, che decisi,
gli impedivano di oltepassare la porta che conduceva nella stanza in cui Harry
e ora anche Neville giacevano addormentati.
“Signore, le consiglio per il suo bene di allontanarsi da qui, o sarò
costretto ad intervenire!” disse risoluto l’Auror di destra
“Tu forse non hai capito, l’ha dentro c’è un mio alunno…
anzi ce ne sono due, vi siete lasciati passare sotto il naso un ragazzino coperto
da un mantello dell’invisibilità… che ora stà rischiando
la vita per cercare di salvare il suo amico!” urlò più forte
il professore facendo un passo avanti.
“Non dica eresie… di qui non è passato nessuno, con o senza
mantello dell’invisibilità!” rispose secco l’altro
Auror
“Davvero… ma ditemi invece se io volessi smaterializzarmi all’interno…
potrei farlo?” chiese Piton digrignando i denti
I due Auror si guardarono e visibilmente agitati risposero “Si, è
possibile smaterializzarsi all’interno ma le assicuro che non è
successo perché altrimenti lo avremmo sentito gemere di dolore e accasciarsi
a terra!”
“Certo più che giusto… mi consenta però di dubitare…
le ripeto che quel ragazzo indossava un mantello che lo rendeva invisibile pertanto
neanche l’essere rinchiuso lì dentro se ne sarà accorto!”
urlò di nuovo il professore
“Controlla!” disse un Auror all’altro, quest’ultimo
si affacciò all’oblò di vetro e scrutò l’interno
per qualche secondo “Niente, non c’è nessuno!”
“Ma allora siete due piante grasse!” urlò a squarciagola
Clarissa “Lo volete capire che Neville è là dentro coperto
da un mantello che lo rende invisibile?! E’ ovvio che non lo vediate!!”
“Forza fatemi passare!” disse Piton spintonando uno dei due Auror
“Ho detto di non insistere!” gridò l’uomo puntando
la bacchetta sul professore di pozioni “Non vi lascerò entrare
è troppo pericoloso!”
“Abbiamo ancora 20 minuti e poi li avremo persi entrambi… stupido
idiota lo vuoi capire!” gli sputacchiò Piton ormai fuori dalla
grazia del Signore
“Severus, Albus che succede?” chiese Arthur Weasley all’improvviso
“Signor Ministro, finalmente Signore questi uomini stanno cercando a tutti
i costi di entrare nella stanza, mi autorizzi a schiantarli per favore?”
disse svelto l’Auror a difesa della porta
“Ma ti schianto io, imbecille!” gridò Severus Piton mentre
a fatica un infermiere lo tratteneva per la tunica
“Per l’amor del cielo Fermi tutti!” gridò il Ministro
“Nessuno schianterà nessuno, Albus ti prego di spiegarmi?”
chiese poi rivolto al preside che, ancora compiaciuto per la reazione avuta
dall’amico professore, fece un rapido ma molto ben dettagliato riassunto
della situazione.
“Dimmi che stai scherzando?” chiese Arthur Weasley
Silente lo guardò senza rispondere.
“Oh cielo, vuoi dirmi che Neville Paciock ora si trova nella dimensione
onirica con Harry e che… o cielo! Presto aprite quella porta!” ordinò
risoluto l’uomo
“Ma Ministro… la ucciderà!” rispose l’Auror più
alto
“Cain, le ho detto di aprire la porta… il professor Silente ha detto
che Harry non ci farà del male perché distratto da Neville, se
esiste una possibilità di salvare quel ragazzo è nostro dovere
provarci!” lo freddò il Ministro
L’uomo annuì e si spostò di lato consentendo a Piton e a
Silente di entrare seguiti subito dopo da Clarissa e da Arthur Weasley.
“Apparens imago animae!” gridò la medimaga e poco dopo l’immagine
di Neville apparve fluttuamte nella stanza
“Non c’è, dov’è Harry?” chiese la donna
Ma la risposta non tardò ad arrivare, dalla zona in ombra alla sinistra
di Neville uscì un essere dall’aspetto diabolico, che strisciando
piano alle spalle del ragazzo poco dopo chiese sibilando “Chi sei?”
Il ragazzo a quella domanda sobblazò e si voltò di scatto rimanendo
pietrificato dall’orrore nel vedere come l’anima dell’amico
si fosse ormai quasi completamente trasformata nell’essere più
ripugnante che avesse mai visto.
“Mi chiamo Neville, Neville Paciock, sono un amico!” rispose il
ragazzo
“Amico di chi?” chiese l’anima
“Tuo, un amico tuo!” sussurrò piano il ragazzo cercando di
mantenere lo sguardo fisso su quegl’occhi rossi pulsanti
“Davvero? Saresti un mio amico… e sentiamo perché ti trovi
qui Neville?” chiese avvicinandosi al ragazzo che deglutì e rispose
“Volevo salutare Har… cioè salutarti!”
“Il tuo nome non mi è nuovo, Paciock hai detto?” disse pensieroso
l’essere malvagio
“Stiamo frequentando la stessa scuola, siamo nella stessa casa a Hogwarts!”
continuò piano Neville
“Hogwarts!” gridò l’anima “Tu sei un amico di
quello sfigato di Harry Potter!”
“Noooo!” urlò il ragazzo dandosi mentalemente dell’imbecille
per la gaffe commessa “Io odio Harry, sono venuto perché sapevo
che avrei potuto aiutarti!”
“Non mentirmi Paciock, ora mi ricordo di questo nome… attento, se
dici le bugie potrei chiedere alla mia amica Bellatrix di fare su di te ciò
che ha fatto ai tuoi genitori!” urlò malignamente Harry, o ciò
che di lui ne restava
“Se lo meritavano! Erano dei traditori, si meritavano di fare quella fine!”
disse risoluto il ragazzo cercando di trattenere la rabbia che stava per esplodere
in lui.
L’anima rimase colpita da quelle parole e girando intorno al ragazzo chiese
“Dunque sei qui per aiutarmi? E sentiamo come vorresti farlo? Vuoi immolarti,
darmi la tua anima, per consentire la mia rinascita? Vuoi passarmi informazioni
segrete? Vuoi uccidere qualcuno per me?”
“Vorrei servirti e diventare un tuo mangiamorte!” disse il ragazzo
inginocchiandosi e chinando la testa “Sarei onorato, non appena ti sveglierai,
di partecipare alla cerimonia!”
“Ma senti senti, vuoi unirti a me… se è vero allora provamelo!”
Accalcati nella stanza Silente e gli altri ascoltavano rapiti come Neville
riuscisse a distrarre il ragazzo. Se la stava cavando egreggiamente per il momento.
“E’ ora!” disse il preside “Signorina Banks se mi consente
somministrerò io stesso l’antidoto a Harry, la vedo un attimo in
difficolotà!?”
Clarissa annuì e indicò al preside il punto esatto dove fare l’iniezione.
Silente si avvicinò e delicatamente forò il braccio del ragazzo
con l’ago rilasciando al suo interno tutto il liquido dell’antidoto.
In quello stesso istante l’anima trasfigurata gridò accasciandosi
a terra “Cosa, cosa è stato… Ahhhhhhhh! Cosa mi stai facendo?”
chiese digrignando i denti
Neville indietreggiò, sapeva che Silente finalmente aveva inoculato il
suo antidoto, ora bisognava solo aspettare.
“Nulla, non stò facendo nulla!” rispose il ragazzo facendo
finta, ma non troppo, di essere spaventato.
Un altro urlo agghiacciante tagliò l’aria e un attimo dopo l’anima
buona, quella del vecchio Harry si scisse dal suo Alter ego cattivo. Paciock
era allibito di fronte a sé aveva alla sua destra l’Harry di sempre,
alla sua sinistra l’essere mostruoso in cui si era trasformato.
“Harry!” mormorò il ragazzo vedendolo
L’anima buona aprì piano gli occhi e disse “Neville, che
ci fai qui?”
L’amico gli sorrise, avrebbe voluto tanto andare da lui e abbracciarlo
ma era meglio non tradirsi così spudoratamente…
“Guardate!” gridò Clarissa “Ci è riuscito,
ha scisso le due anime, allora c’è ancora una speranza che Potter
ritorni in sé!”
Il Ministro annuì felice mentre Piton, sempre più ansioso, mormorava
fra sé parole confuse
“Bravo Neville!” pensò il preside
“Lo sapevo!” gridò l’anima cattiva “Non è
vero che lo odi, tu sei qui per lui!”
Neville tacque per qualche istante che fu di troppo. Prima che potesse replicare,
l’Harry malvagio lo guardò e con tutto l’odio possibile gli
disse “Se vuoi davvero servirmi, devi dimostrarmelo, forza uccidilo!”
Il panico e la paura si leggevano chiaramente in faccia al ragazzo che riuscì
a biascicare un debolissimo “Ma… io… come?”
“Ah ah ah ah ah ah!” rise sguaiatamente l’anima “Sei
patetico, credo che mi divertirò di più torturandoti… tanto
per vedere se sono ancora allenato e capace di farlo!”
“Mio Signore dubiti di non essere in grado?” chiese coraggiosamente
il ragazzo guardandolo
“Bhè sai com’è, quando hai ancora una palla al piede
come lui!” fece indicando l’Harry buono che pian pano si era rialzato
da terra “Si, diamine c’è questa parte buona di me che interferisce
con la mia grandezza!”
“Guarda che qui se c’è qualcuno di troppo… quello sei
tu!” disse l’Harry di sempre
“Lascia che mi occupi di questo tuo caro amichetto e dopo mi occuperò
una volta per tutte anche di te parassita!” urlò l’essere
al se stesso buono
“Spiacente, ma il mio amico non lo tocchi, se vuoi prendertela con qualcuno…
forza fatti avanti!” rispose immediatamente l’erede di Godric Grifondoro
“Ah Ah Ah Ah!” rise nuovamente il futuro Signore Oscuro “Davvero,
allora guarda qua!” e così dicendo chiuse gli occhi e un attimo
dopo Neville si accasciò a terra urlando e tenedosi la testa fra le mani.
“Neville!” gridò Harry “Cosa gli stai facendo?”
urlò guardando il se stesso malvagio che sorrideva felice
“Oh niente di che, gli stò facendo provare quello che hanno vissuto
i suoi genitori!” disse spietato “Carino vero! Se continuo ancora
per dieci minuti impazzirà… proprio come loro!”
“Non te lo permetterò!” urlò l’anima buona che
chiusi gli occhi riuscì a sprigionare da se stessa un fascio di luce
bianca che colpì in pieno Neville riuscendo a ripararlo dalla maledizione
scagliata dal suo alter ego cattivo.
“Come osi Potter?” gridò l’anima dannata
“Professor Silente non possiamo richiamare Neville, ormai ha fatto quello
che doveva?” chiese Clarissa preoccupatissima “Stà rischiando
troppo!”
Silente non rispose la guardò e disse piano “Se riapriamo adesso
il passaggio anche Harry lo attraverserà… e non sappiamo quale
dei due arriverà da noi! Dobbiamo aspettare il momento più opportuno!”
“Ma se Neville… o mio Dio!” singhiozzò la ragazza appoggiandosi
al petto del professor Piton che coltò di sorpresa non potè far
altro che abbracciarla e consolarla.
“Harry!” disse piano Neville guardando l’amico mentre ansimando
cercava di rialzarsi “Puoi vincere, puoi tornare da noi… devi solo
volerlo, devi scegliere Harry… scegli di restare così come sei…
devi…devi…” ma il ragazzo non riuscì a finire il discorso
perché svenne ricadendo a terra.
“Bene bene, allora è per questo che è venuto… per
spiegarti come tornare!” disse malignamente l’anima crudele “Oh
ma che peccato che non sia riuscito a dirtelo!”
“Smettila!” gridò l’anima buona del moretto
“Che c’è Potter, ti ruga che sia venuto qui per niente?”
chiese l’altra ridendo
Fu proprio in quel momento che distratti dal loro litigio le due anime non si
accorsero che quella svenuta del ragazzo stava per essere completamente risucchiata
da una bolla ondeggiante.
“Nooooooo!” gridò l’essere maligno accorgendosi troppo
tardi che il passaggio per la salvezza si era appena richiuso davanti ai loro
occhi
“Ah Ah Ah Ah!” rise Harry “Spiacente ma siamo di nuovo io
e te!!
“Bene allora, se guerra dev’essere… che sia!” gridò
il suo gemello mal riuscito prima di lanciarsi contro di lui
Harry riuscì a spostarsi per un pelo, poi di scattò si voltò
a guardare se stesso e si preparò alla battaglia… Potter contro
Potter, chi sarebbe sopravvissuto?!
Capitolo 41: E’ ora di scegliere!
Il corpo del ragazzo, sempre nascosto dal mantello dell’invisibilità
giaceva ancora supino vicino al muro.
“Severus, cerchiamolo dev’essere qui!” disse Silente cominciando
a tastare per terra
“Trovato!” urlò Piton togliendo il mantello e facendo riapparire
Neville “E’ svenuto Albus, ma il battito è regolare!”
“Via spostatevi, fatemelo visitare!” disse agitata Clarissa mentre
inginocchiata recitava varie formule di controllo sul moretto sdraiato a terra
“Clarissa stai calma, è andato tutto bene… ora è qui
con noi e non può succedergli niente!” le disse il professore di
pozioni dolcemente
La donna fece un cenno d’assenso con la testa e con un mezzo sorriso continuò
fare i suoi controlli.
Poco dopo fece apparire una barella e adagiatoci sopra Neville lo condusse in
una delle camere lì accanto. Le condizioni generali del ragazzo erano
discrete era solamente spossato. L’intervento di Harry gli aveva salvato
la vita.
La medimaga somministrò un sonnifero per consentirgli di continuare a
dormire e rigenerarsi. Dopodichè ritornò nella stanza del duello.
“Che è successo?” chiese a Severus
“Si stanno combattendo a vicenda senza esclusioni si colpi… è
difficile dire chi stia avendo la meglio!”
“Non puoi sbarazzarti di me… io sono te, che tu lo voglia o no!”
gridò l’anima cattiva
“Come ti ho creato, posso anche distruggerti!” gli rispose l’alter
ego buono
“Bhè ma se distruggi me, distruggerai anche te stesso!”
“Se così dev’essere allora sia, l’importante è
che tu sparisca!”
“Povero illuso, io sono più forte di te, ti risucchierò
ancora dentro di me!”
“Credo che invece sarò io a risucchiare te!” lo freddò
Harry e con un scatto felino saltò all’interno del se stesso malvagio
“Ah Ah Ah Ah! Bella mossa Potter, avevo giusto bisogno che tu ritornassi
dove riesco a gestirti meglio!” gridò l’anima viscida ma
un attimo dopo, con sua somma sorpresa, sentì come se qualcosa di bollente
scorresse nelle sue vene.
“Che stai facendo?” urlò “Smettila!”
Fu allora che l’Harry buono riuscì dal corpo del sosia e guardandolo
sorridendo disse “Non avrai creduto che ti lasciassi da solo… bello
mio, mi sa che ci divertiremo parecchio io e te! Forza fammi vedere di cosa
sei capace!”
Nella stanza Silente, Piton, Clarissa e Arthur Weasley assistevano senza fiatare
al duello.
“Albus!” disse piano il ministro “Ma che diavolo succede?
Chi stà vincendo?”
Il preside lo guardò e sconsolato rispose “Temo che stia vincendo
l’Harry malvagio!”
“Ma come?” chiese Piton “Ma se Potter riesce a tenergli testa!
Mi sembra che se la stia cavando più che bene!”
“Già e se notate, pian piano stà diventando freddo e strafottente
proprio come il suo Alter Ego… non ha colto che l’anima lo stà
provocando, l’unica sua possibilità di vincere è capire
che per farlo non deve combattere, o meglio, si difendersi ma non ucciderlo!
deve risparmiarlo… proprio come avrebbe fatto il vecchio Harry!”
“Albus, sai cosa sarò costretto a ordinare se questo non accade!”
disse Arthur Weasley
“Si, lo so… non sarò certo io ad impedirtelo!” gli
rispose secco il preside “Ti pregherei solamente di non farmi assistere,
sarebbe troppo doloroso realizzare di averlo perso veramente!”
“Albus, ma… che stai dicendo?” chiese Pton sconvolto “Non
puoi permettere che lo uccidano!”
“Severus, temo che Harry, non abbia capito… Neville non è
riuscito a spiegarsi correttamente, non sa cosa deve fare e guardalo stà
combattendo con la stessa foga e la stessa cattiveria dell’altro se stesso!”
“Albus potremo pur fare qualcosa, creerò dell’altra pozione
e mi addormenterò e…”
“Severus, non ce n’è il tempo…!” sospirò
Silente
“Perché quanto tempo gli viene concesso?” chiese il professore
di pozioni guardando il Ministro che con lo sguardo fisso non rispose “Arthur
ti ho chiesto quando lo ucciderete?” gridò un attimo dopo
“Massimo ventiquattr’ore Severus, non di più! Mi dispiace!”
“Cosa? Ma in ventiquattrore non… non è possibile che lui…
andiamo Arthur!” balbettò Piton
“Mi dispiace Severus, devo… sai quanto questo mi faccia soffrire
ma purtroppo è una decisione che spetta a me!” e così dicendo
uscì dalla stanza seguito da Silente.
Clarissa guardò il professore di pozioni che ancora incredulo osservava
le immagini fluttuanti dei due Harry combattersi senza sosta.
“Mi dispiace Seveurs!” disse la donna prendendogli la mano
L’uomo annuì e rispose “Anche a me!”
“Vieni andiamo da Neville, controlliamo come stà?”
“Vai avanti, tra poco ti raggiungo!” le disse lui guardandola e
stringendole la mano
La medimaga uscì e richiuse dietro di sé la porta della stanza
lasciando Severus Piton da solo. L’uomo ancora non si capacitava della
cosa… era a un passo da Harry e non poteva aiutarlo. La situazione era
talmente frustrante che cominciò, senza neanche accorgersi, ad imprecare
e lanciare maledizioni su tutto, sul destino infame, sull’ingiustizia,
sull’impotenza, sulla incapacità umana di reagire, ne aveva per
qualunque cosa… poi all’improvviso urlò con quanto fiato
aveva in gola ad una spanna dalla faccia del ragazzo steso a letto “Accidenti
a te Potter, possibile che molli proprio adesso… sei una delusione, hai
capito una stramaledettissima delusione! Credevo che saresti stato come tuo
padre, leale e coraggioso fino alla fine, ma forse mi sbagliavo! Non sei degno
di essere il filio di James Potter… stupido egocentrico ragazzo…
James si sarebbe vergognato di te… mi hai sentito, VERGOGNATO! Perché,
perché mi chiedo non riesci a capire che non combattere è l’unica
soluzione!! IDIOTA!!” e detto questo uscì come una furia dalla
stanza senza accorgersi che il duello si era interrotto.
“Vuoi smetterla di parlare di mio padre!” disse tutto d’un
tratto Harry al se stesso malvagio
“Cosa pazzo che non sei altro, che stai dicendo?”
“La senti? La senti questa voce che grida il nome di mio padre?”
chiese Harry premendosi un dito sulla tempia
“Ma quale voce imbecille… e poi tu saresti quello più forte
tra noi due… ti devi far rinchiudere altro che… per fortuna che
tra poco ti faccio fuori, così eliminiamo il problema alla radice!”
“Zitto!” gridò Harry accasciandosi a terra mentre si teneva
forte la testa “Fammi sentire!”
L’Harry malvagio, fu colto alla sprovvista da tale comportamento e immobile
restò a guardare per qualche minuto cosa aveva intenzione di fare il
suo gemello buono.
La vecchia anima di Harry cominciò a dondolare come se fosse in trance,
nella sua testa rimbombavano quelle parole “… vergognati…
non sei degno di essere il figlio di James Potter, sei una delusione…
molli proprio adesso… non combattere è l’unica soluzione!!
… IDIOTA!!…leale e coraggioso… non combattere è l’unica
soluzione!!… leale e coraggioso…”
Tutto divenne sempre più sfocato e buio e un attimo dopo Harry svenne
cadendo a terra.
Il suo Alter Ego lo fissò e credendolo morto si disse” Bhè
che gentile ha fatto tutto da solo! Fatica risparmiata… ah ah ah ah ah
ah!”
La notte trascorse veloce, Clarissa e Severus si erano addormentati al capezzale
di Neville. Furono svegliati alle prime luci dell’alba nel momento in
cui il ragazzo disse “Professore, Harry dov’è?”
Piton si svegliò di soprassalto “Chi, cosa, che c’è?”
chiese ancora spaesato
“Professor Piton, Harry dov’è?” richiese il ragazzo
con più ansia.
L’uomo abbassò lo sguardo e rispose “Niente da fare Neville,
ha scelto di combattere il male con la stessa moneta pertanto si è fatto
trarre in inganno, a quest’ora la sua anima si sarà ritrasformata…
tra un’ora arriveranno gli Auror del Ministero ad ucciderlo”.
Neville non rispose, calde lacrime cominciarono a rigargli il viso mentre guardando
Clarissa chiese “Voglio vederlo un ultima volta!”
“Neville è pericoloso se è tornato l’essere malvagio
che…” provò a rispondere la donna ma il ragazzo era già
sceso dal letto e si stava rivestendo
“Ho detto che voglio rivederlo un’ultima volta! Non m’interessa
cosa è diventato!” la segò il moretto
“Andiamo!” gli disse Piton accompagnandolo fuori dalla stanza
Il Ministro insieme a cinque Auror si trovava già nella stanza…
“Ragazzi, dev’essere una cosa veloce e indolore… vi prego
di fare in fretta!” disse Arthur Weasley visibilemnte provato
“Sig. Weasley!” chiamò Neville “La prego, vorrei salutarlo
un ultima volta… prima che voi…” chiese con gli ochi lucidi
il ragazzo
Arthur lo fissò e annuì “D’accordo Neville hai dieci
minuti, non un minuto di più! Signori usciamo, lasciamo il ragazzo da
solo!” sentenziò il Ministro che un attimo dopo s’incamminò
fuori dalla stanza seguito dai cinque Auror, da Piton e da Clarissa.
“Harry!” mormorò il ragazzo prendendogli la mano fredda “Mi
dispiace tanto, non sono riuscito ad aiutati come avrei voluto, credevo che
il mio antidoto ti avrebbe aiutato a tornare da noi… ci manchi così
tanto, sapessi come soffrono Hermione, Ron e Draco… Oh Harry perdonami
ho fallito anche in questo!” disse scoppiando a piangere il ragazzo
“Errore Paciock!” sibilò una voce alle sue spalle che lo
fece voltare di scatto “Sei stato molto in gamba invece… è
per questo che non ti uccideremo… è grazie a te se il nostro nuovo
Signore Oscuro è tornato!”
Neville si alzò di scatto e fece per correre alla porta ma all’improvviso
si ritrovò scaraventato a terra. “AIUTOOOOOOO!” gridò
come un pazzo
“Andiamo Neville, credi davvero che siamo così stupidi… Bellatrix
ha insonorizzato la stanza, Astor ha fatto in modo che nessuno possa materializzarsi
o smaterializzarsi dentro e fuori e io ho bloccato la porta. Nessuno può
entrare e nessuno può uscire!” rise malignamente Lucius Malfoy
“Cosa volete da me?” chiese il ragazzo in panico “Ho fallito,
non sono riuscito a salvarlo!”
“Oh si, invece l’hai salvato… guarda!” e detto questo
si voltò verso il corpo immobile del moretto steso a letto e recitò
“Innerva animae in corpus!”
Quello che accadde un secondo dopo fu strabiliante, il corpo di Harry cominciò
a brillare di un’immensa luce bianca, tanto abbagliante che illuminò
tutta la stanza per qualche secondo. Nel momento in cui la luce sparì,
Harry aveva riaperto gli occhi, dopo un sonno durato quasi sette mesi.
I tre mangiamorte s’inginocchiarono nel vederlo sedersi sul letto “Mio
Signore!” dissero in coro con il capo chino.
Il ragazzo non parlò continuò a fissarli silenzioso, poi all’improvviso
si alzò e si diresse verso Neville che ancora steso a terra era pietrificato
dalla paura. Le sembianze erano quelle dell’amico, anche i suoi lineamenti
erano ritornati quelli di un tempo ma il suo modo di camminare e agire non presagiva
nulla di buono.
Harry si fermò davanti a Neville e disse “E’ te che devo
ringraziare suppongo!”
L’amico deglutì nervosamente mentre al di fuori della stanza si
stava scatenando il putiferio.
Infatti la piccola folla radunata all’esterno della stanza, si era accorta
della luce di poco prima e inutilmente ormai da cinque minuti cercava di entrare
nella stanza.
“Oddio, liberatelo, guardate ci sono dei mangiamorte e Harry si è
svegliato!” gridò Clarissa
“Severus, spostati, gli Auror distruggeranno la porta!” gridò
Arthur
“Nooooo! Potreste uccidere anche Neville, non posso permettervelo!”
sbraitò il professore di pozioni posizionandosi davanti alla porta
“Accidenti, cosa dovremmo fare allora lasciarli andare?” chiese
il Ministro
“No certo, ma non vi lascerò sfondare questa porta, è troppo
rischioso per la vita di quel ragazzo”
“Spostati!” gridò Cain puntado la sua bacchetta sull’uomo
“Non provarci!” sibilò Piton estraendo veloce la sua
“Calma… state calmi, ditemi che succede?” chiese Weasley
“Stanno parlando!” rispose Clarissa dopo essersi voltata
“Allora rispondimi… è te che devo ringraziare ragazzo?”
chiese con un tono glaciale Harry
“Si, mio Signore, il ragazzo ha studiato un antidoto che ha accellerato
il tuo processo di ritorno nel corpo.
Harry annuì e disse “Bene, allora sarai ricompensato a dovere,
il Signore Oscuro non dimentica chi lo aiuta!”
A quelle parole il cuore di Neville si fermò e preso da un scatto di
rabbia si alzò di corsa, si scagliò contro l’amico facendolo
cadere a terra e iniziò a picchiarlo a più non posso. I due cominciarono
una lotta furibonda, a suon di pugni e calci, rotolandosi a terra più
volte… Harry aveva immobilizzato Neville a terra, lo guardò fisso
negli occhi e lo fece sobbalzare sotto di lui… ma ad un tratto Lucius
Malfoy intervenne dicendo “Separo!” e subito dopo “Stupeficium!”
schiantando così Neville in un secondo.
“Ben fatto Lucius!” disse il ragazzo moro alzandosi da terra “Che
dite, mi dona questo corpo così giovane?” chiese poi sarcastico
“Mio Signore sei… sei così… è strano vederti
con le sembianze di Potter!” disse Bellatrix guardandolo
“Lo so ma purtroppo è quel che passa il convento…!”
rispose con un mezzo sorriso
“Signore abbiamo recuperato dei vestiti e la sua… cioè la
tua bacchetta!” disse Astor Zabini passandogli gli indumenti e la bacchetta
“Oh che tempismo, grazie… forza andiamocene da qui!” disse
qualche attimo dopo essersi cambiato “Mi sono un po’ stufato di
sentire urlare quei pazzi là fuori!” e detto questo tutti e quattro
toccarono la passaporta che Astor reggeva in mano e sparirono un istante dopo.
Contemporaneamente la porta si spalancò e la piccola folla irruppe nella
stanza con l’impeto di un terremoto. Clarissa corse subito a soccorrere
Neville, scoprendo con grande gioia, che era stato solo schiantato. Il ministro
invece seduto sul letto continuava a ripetere “Lo sapevo, lo sapevo che
dovevo agire prima!”
“E’ tutta colpa vostra!” gridò Cain in faccia a Piton
“Volevi ammazzare quel ragazzo?” chiese il professore indicandolo
“Eppure hai lavorato al fianco del padre!”
“Meglio un solo ragazzo che migliaia di altre persone… non credi?”
gli rispose sarcastico l’Auror
“No, non credo!” rispose l’uomo avvicinandosi
“Adesso lo scoveremo e lo uccideremo! Ma se ammazzaerà qualcuno
sarà solo colpa vostra!”
Piton fece per rispondere ma la medimaga attirò la sua attenzione.
“Severus!” lo chiamò Clarissa, “Corri, Neville stà
dicendo qualcosa ma non riesco a capire!”
Il professore accorse e chinato sul ragazzo cercò di capire che stesse
dicendo “…oter…è.. u..no..mi st..r…ato…l’oc…o!”
“Cosa? Neville non ho capito, spiegati meglio!” disse il professore
Ma il ragazzo svenne di nuovo e non rispose.
“Presto, lo porto in rianimazione, giusto per controllare che non abbia
ferite interne, ti faccio sapere al più presto!” disse la bella
donna uscendo con Neville su di una barella
“Severus, avvisa Albus, digli che più tardi passerò da lui…
ho bisogno di parlargli!”
Piton annuì e uscì dalla stanza lasciandolo solo con gli Auror.
“Signori, inutile che vi dica quanto sia piuttosto urgente trovare quel
ragazzo e ucciderlo!”
Gli uomini annuirono e uscirono di corsa dalla stanza.
Nel frattempo a Malfoy Manor una rimpatriata di mangiamorte stava festeggiando
il ritorno del loro Signore, bevendo e mangiando ogni ben di Dio che elfi domestici
ben addestrati avevano preparato con cura.
“Lucius, ti dico che è strano, c’è qualcosa che non
va!” disse la Lestrange guardando Harry seduto in una comoda poltrona,
parlare con Astor Zabini
“Bellatrix, è lui… ammetto che è dificile associarlo
a quel ragazzo ma è lui, non hai visto l’incantesimo oscuro che
ha fatto prima di entrare in sala… chi altri avrebbe potuto farlo?”
le rispose il biondo mangiamorte
“Eppure secondo me… c’è qalcosa che non torna!”
“Rilassati è la tensione che abbiamo accumulato… sapere che
Voldemort era morto ma che sarebbe tornato sotto sembianze di Harry Potter ha
sconvolto un po’ tutti!”
“Non è questo… guardalo sembra che non ci riconosca!”
“Dagli tempo Bellatrix, è stato imprigionato in quel limbo per
sette mesi!!”
“Lucius dobbiamo accertarci, anche a costo della vita, che sia davvero
lui!” disse secca la donna
“No, non esagerare… sai che verremmo puniti per aver dubitato…
dagli tempo!” la freddò l’uomo allontanadosi subito dopo
e raggiungendo Astor e Goyle che discutevano allegramente con il nuovo Signore
Oscuro.
“Albus ti dico che è scappato e si è trasformato! Non era
più il nostro Harry!” disse Arthur Weasley
“Ne sei sicuro Arthur?” chiese il preside
“Certo, anche Severus era presente… chiedilo a lui, il ragazzo ha
attaccato Neville e poi si è smaterializzato con Malfoy, Zabini e la
Lestrange!”
“Capisco, Severus mi ha invece informato che pare che il Signor Paciock
sostenga che l’Harry che si è svegliato sia quello buono…
pare che gli abbia strizzato l’occhio durante la colluttazione!”
“Potrebbe essersi confuso… quel ragazzo in fondo stava lottando,
come può essere certo che Potter abbia strizzato l’occhio?”
“E’ vero, ma d’altra parte potrebbe anche aver ragione!”
“Non è possibile Albus, perché sarebbe andato con loro allora,
perché non li ha schiantati ed è restato con noi?” chiese
il Ministro sospettoso
“Probabilemente non voleva rischiare che uccidessero Neville o qualcuno
di voi… conoscendo Harry lo avrebbe fatto!” rispose il preside
“Se questo è vero stà rischiando su due fronti… con
loro e con noi, i miei Auror sono sulle sue tracce e presto lo troveranno…
hanno l’ordine di ucciderlo!” disse Arthur Weasley
Il preside tacque poi si alzò e disse “Speriamo, che sappia quel
che stà facendo… se veramente è l’Harry di sempre
si farà vivo, altrimenti è un bene che i tuoi Auror siano sulle
sue tracce!”
Il Ministro annuì, salutò Silente e afferrò la passaporta
per dirigersi alla tana.
Capitolo 42°: Chi sei?
I giorni passarono e di Harry, nessuna notizia.
Era diventata una certezza, il ragazzo si era davvero trasformato nel nuovo
Signore Oscuro. Gli Auror però non riuscivano a scovare ne lui ne i suoi
mangiamorte.
Ormai era il cinque giugno, l’estate era prossima così come gli
esami di fine anno. La tensione degli studenti era arrivata alle stelle, Hermione
e Blaise continuavano a ripassare ogni cosa. L’ansia da esame finale aveva
contagiato anche Ron e Draco che non avevano mai studiato così tanto
in tutta la loro vita scolastica. Nonostante questo però, per i corridoi
già si stava parlando da più di un mese del famoso ballo di fine
anno, indetto in onore dei ragazzi e delle ragazze del settimo anno che si sarebbero
diplomati.
“Come ti vestirai?” chiese Blaise a Hermione staccando momentaneamente
gli occhi dal libro di pozioni che aveva sotto il naso
“Non lo so… non so neanche se mi va di venire!” rispose la
bella moretta
“Andiamo Hermione, se Harry fosse qui vorrebbe che tu ci andassi!”
disse l’amica
“Se Harry fosse qui, ci andrei con lui… ma non c’è,
quindi non mi va tanto di andarci!”
“Promettimi che ci penserai, è comunque una cosa bella da condividere
con noi?”
“Va bene Blaise ti prometto che ci penserò d’accordo?”
disse la ragazza guardando la moretta
L’amica sorrise e si rituffò nuovamente sul suo libro.
Hermione non era l’unica a schivare le domande e a studiare come una pazza,
da quando era tornato dall’ospedale, Neville era un vero straccio e di
pessimo umore, nessuno capiva che cosa gli fosse accaduto ma nessuno osava chiedere
spiegazioni perché il ragazzo seccava tutti quelli che ci provavano con
“Niente grazie stò bene, sono solo un po’ stanco!”
e se ne andava subito dopo.
Poi una calda domenica mattina accade qualcosa di strano, a colazione il Grifondoro
ricevette una lettera che lo fece impallidire.
So che sai, ti aspetto al tuo albero oggi alle 16.00
Niente firma, niente nomi solo quelle poche parole. Neville andò in
panico “Se fosse una trappola?” si chiese nervoso “Bhè
se invece non lo è?” si domandò subito dopo “Non me
lo sono sognato, mi ha strizzato l’occhio quel giorno, avrà finto?
No, non credo… a che pro? Forse vuole intrufularsi a Hogwarts… o
forse vuole solo qualcuno che lo aiuti?” Neville era sempre più
confuso “Il mio albero?” si chiese “Come fa a conoscere quel
posto? Non lo conosce nessuno, ci vado quando voglio restare solo!” e
perso nei suoi pensieri non si accorse che il professor Piton si stava avvicinando
al suo tavolo.
“Paciock?” lo chiamò
Il ragazzò trasalì “Cosa?” gridò spaventato
“Tutto bene?” chiese l‘uomo sorpreso da quella reazione
“Certo Signore… scusi ero sovrappensiero!” disse il ragazzo
accartocciando la lettera nella mano destra
“Senta, oggi pomeriggio volevo rivedere con lei delle pozioni che ha preparato
la scorsa settimana, può venire nel mio ufficio alle quindici?”
“Ah… si, certo non mancherò!” rispose il ragazzo che
già stava pensando alla scusa da inventare più tardi per squagliarsela.
“D’accordo allora alle tre da me!” e detto questo il professore
se ne andò.
“Deciso, andrò… se è Harry veramente, devo saperlo!”
si disse fra sé mentre sorseggiava la sua tazza di thè.
Le tre arrivarono in fretta e il ragazzo corse sino allo studio del professor
Piton, bussò ed entrò pochi secondi dopo. Non c’era nessuno.
“Professore, Signore sono io, Neville!” disse il ragazzo ad alta
voce ma nessuno gli rispose
“Professore Piton!” chiamò nuovamente… silenzio.
Il ragazzo lo aspettò per mezz’ora poi, visto l’impegno delle
quattro, decise di lasciargli un biglietto e correre all’altro appuntamento.
Stando ben attento che nessuno le seguisse Neville arrivò puntualissimo
al luogo dell’incontro. Il suo albero era una grossa quercia secolare,
al limitare della foresta proibita, nascosta da un piccolo ma folto boschetto
che si affacciava sul lato est del lago. Il ragazzo era solito rifugiarcisi
per stare un po’ da solo e per pensare ai fatti suoi… quel luogo
gli dava serenità.
Agitato ed emozionato al tempo stesso Neville cominciò a camminare avanti
e indietro nel prato antistante la quercia… era nervoso e aveva un po’
di paura ma in cuor suo sentiva che presto avrebbe rivisto il suo amico e questo
lo emozionava tantissimo.
Un attimo dopo rumore di rami spezzati lo fecero voltare.
“C’è qualcuno?” chiese il ragazzo. Nessuno rispose.
“Chi c’è? Venite avanti?” richiese riuscendo a celare
l’emozione nella voce
Una figura, nascosta dagli alberi si fece lentamente avanti, Neville riuscì
ad intravederne il corpo ma non il viso.
“Chi sei?” chiese per la terza volta il ragazzo
L’ombra sospirò e rispose “Ciao Neville!”
Il moretto riconobbe immediatamente la voce e facendo un passo in quella direzione
disse “Ha..rry!”
“Fermo Neville non ti muovere, resta lì…” disse l’amico
nel vederlo avanzare
“Harry, ma che dici… fatti vedere, come stai?”
“E’ meglio di no, credimi… scapperesti urlando!” rispose
l’amico
“Lascia che sia io a giudicare, se permetti ti ho visto conciato da far
schifo ultimamente, peggio di come eri in ospedale credo che non ci sia nulla!”
rispose il ragazzo facendo un altro passo avanti
Fu allora che l’erede di Godric Grifondoro decise di uscire allo scoperto.
Era Harry, l’Harry di sempre, capelli neri arruffati, lineamenti delicati,
corpo scolpito “Che c’è che non va?” chiese Neville
guardandolo ma quando il ragazzo aprì gli occhi capì senza che
l’altro gli spiegasse. I begl’occhi verdi smeraldo che prima splendevano
e risaltavano sul viso del ragazzo erano ora di un color rosso rubino acceso.
“Belli vero?” chiese sarcastico il moretto
“Bhè… ti danno quel non so che di… di… di eccentrico!”
rispose Paciock cercando di sdrammatizzare
Harry sorrise e si sedette sotto la grande quercia.
Neville, si avvicinò e si sistemò accanto a lui poi disse “Mi
sei mancato, credevo d’averti perso davvero!”
“Ho dovuto fingere… ma non capisco che mi stà succedendo,
prima gli occhi… ora questo!” e sollevandosi la tunica mostrò
al compagno di scuola il marchio del Signore Oscuro che risplendeva sul suo
avambraccio destro.
“Da quando ti è comparso?” chiese Neville
“Saranno tre giorni più o meno!”
“Andiamo da Silente, lui saprà cosa fare!”
“No Neville, Silente mi crede il nuovo Signore Oscuro, e forse lo stò
diventando davvero… ci sono Auror che mi cercano ovunque, l’altra
sera ne ho dovuti schiantare due, non li ho uccisi, ma mi avevano quasi preso…”
“Harry, che stai dicendo lui ti crederà! L’ha sempre fatto
perché non dovrebbe farlo adesso?”
“Guardami Neville, i miei occhi dicono chiaramente cosa stò diventando,
per non parlare del simbolo sul mio braccio e senza contare che sono fuggito
dall’ospedale con i tre peggiori mangiamorte che servivano Voldemort…
vivo con loro da quasi tre settimane! Mi chiamano Signore e chiedono che impartisca
loro ordini sugl’attentati da fare!” sbottò il ragazzo alzandosi
in piedi “Chi mi crederebbe?” chiese poi con un filo di voce
“Io, ti credo!” disse risoluto l’amico sollevandosi e guardandolo
fisso
“Anch’io se è per quello!” affermò secco Severus
Piton uscendo da dietro un albero
Harry indietreggiò, Neville sobbalzò dallo spavento.
“Paciock, perdonami, ma avevo intuito che c’era qualcosa che non
andava… così ti ho fatto venire nel mio ufficio e ho atteso invisibile
che te ne andassi, dopodiché ti ho seguito fino a qua… il resto
lo sapete…” spiegò loro il professore di pozioni
“Buongiorno professore!” disse Harry abbassando lo sguardo
“Harry sei davvero tu?” chiese emozionato l’uomo
Il ragazzo annuì senza guardarlo.
“Io credevo che tu, non fossi riuscito a capire come vincere e…
ero convinto che ormai ti fossi trasformato in lui… e poi è successo
che sei fuggito e non ti sei fatto più sentire!”
“Lo so, ho dovuto, Bellatrix Lestrange è molto sospettosa!”
“Ma come hai fatto a tornare in te?” chiese il professore
“Non so spiegarglielo, durante il duello all’improvviso ho sentito
una voce che mi parlava di mio padre, mi diceva che ero uno stupido e un idiota
e che James Potter si sarebbe vergognato di me… che non ero degno di essere
suo figlio!” A quelle parole Piton trasalì “In quel momento
ho capito che stavo facendo il gioco di Voldemort, se avessi ucciso il me stesso
cattivo mi sarei automaticamente trasformato in lui, mille immagini della mia
vita mi sono apparse davanti agli occhi, ho rivisto Hogwarts, Ron, Hermione,
Draco, tutti i miei amici, lei, il professor Silente, i miei genitori, Sirius,
le anime che ho liberato, persino i Dursley, tutta la mia vita… così
ho smesso di colpo di muovermi e di attaccarlo e ho cercato di accettare il
fatto che una parte di Harry poteva essere malvagia ma che spettava a me scegliere
da che parte stare… subito dopo è successa una cosa strana tutto
è diventato buio, ho sentito l’altro me stesso urlare qualcosa
e sparire di colpo… per quanto mi riguarda sembrava fossero passati solo
pochi secondi quando mi sono svegliato poi nel letto con Malfoy, La Lestrange
e Zabini che mi guardavano. Lì, ho capito che dovevo reggere la parte
altrimenti avrebbero ucciso me e Neville, nessuno dei due aveva una bacchetta…
e il resto lo sapete!”
“Ha funzionato… HA FUNZIONATO!” gridò Neville abbracciando
l’amico “Sapevo che avresti scelto di essere il vecchio Harry!”
“Non ti ho ancora ringraziato per essere venuto da me… non sai quanto
hai rischiato!” disse il moretto ricambiando l’abbraccio
“E’ anche merito del professor Piton è con lui e con il professor
Silente che ho perfezionato l’antidoto!”
“Quale antidoto?” chiese Harry curioso
Il professore spiegò tutta la vicenda e una volta finito disse “Bhè
Harry, Neville è stato davvero il tuo salvatore, senza di lui non saresti
qui!”
Il ragazzo sorrise e visibilmente emozionato fece un cenno di ringraziamento
all’amico che paonazzo per la vergogna guardava fisso a terra.
“Dai vieni qua, fammi vedere gli occhi e il braccio!” disse Piton
facendogli cenno di raggiungerlo.
Il ragazzo fece come gli era stato chiesto e subito dopo si ritrovò nuovamente
seduto a terra a discutere con lui e con Neville di cosa stava accadendo.
“Crede che l’antidoto sia reversibile, cioè c’è
la possibilità che io mi trasformi nuovamente in Voldemort?”
“Non credo, è come se dei tratti somatici del Signore Oscuro fossero
rimasti in te… per caso hai sviluppato doti particolari che prima non
avevi?” chiese l’uomo
“Bhè a dire la verità sì! Conosco un repertorio di
magia nera e incantesimi e controincantesimi sulle arti oscure che non potete
neanche immaginare, so fare veramente di tutto, posso anche risvegliare i morti!”
disse il ragazzo con voce profonda
Piton lo fissò pensieroso mentre Neville a quelle parole impallidì.
“Capisco, dobbiamo parlare con Albus, lui può sicuramente aiutarti!”
disse risoluto Piton alzandosi
“Professore, il professor Silente… lui non mi…!” fece
per dire il ragazzo ma l’uomo lo fermò dicendo “Anche lui,
come me, ha visto solo ciò che palesemente dimostrava che tu non eri
più tu, è stata una scelta sofferta ma necessaria Harry, se fossi
davvero diventato il nuovo Signore Oscuro saresti stato dieci volte più
potente di Voldemort, un vero flagello per tutto il mondo magico!”
Il ragazzo annuì tristemente “E forse lo stò diventando
davvero!”
“Forza diventiamo invisibili e torniamo al castello con Neville, andremo
imediatamente da Silente!”
Detto fatto Piton e Harry sparirono in un istante sotto gli occhi attenti di
Paciock che pian piano s’incamminò verso Hogwarts. Giunto al portone
però la dolce voce di una bella ragazza lo fece fermare. A pochi passi
da lui e di conseguenza da Piton e da Harry, c’era Hermione in tutta la
sua bellezza.
“Neville ciao!” disse la ragazza “Herm!” si sentì
mormorare da Harry
“Oh Hermione, ciao, come stai?” disse Neville svelto
“Bene grazie, ho fatto una passeggiata per distrarmi un po’…
sai gli esami e…!” disse la ragazza abbassando lo sguardo
Neville capì e le disse abbracciandola “Hermione, se Harry fosse
qui, ti abbraccerebbe forte e ti direbbe che ti ama, ne sono sicuro, non piangere…
non ci pensare!”
“Mi manca tanto Neville, vorrei morire anch’io per andare da lui!”
rispose la ragazza
“Senti, non voglio vederti piangere, che ne dici di venire al ballo con
me?” le chiese il ragazzo cercando di distrarla dai suoi pensieri tristi
“Volentieri Neville, ne sarei molto felice, grazie! Sei l’unico,
a parte Harry, con cui avrei piacere di andarci!”
“Bene allora è deciso, mi raccomando stupiscimi!” disse baciandole
la mano e congedandosi da lei
La ragazza sorrise e si risedette nuovamente sull’erba a prendere un po’
di sole.
Harry era impallidito a vederla, era così bella, proprio come la ricordava…
avrebbe voluto gridare il suo nome e apparirle davanti ma Piton lo fermò
sussurrando “Non ora ragazzo, non così, fallo per lei e soprattutto
per te!”
A fatica Harry riuscì a non sfiorarle il bel viso e quando Neville l’abbracciò
provò un’invidia tremenda. Ma conscio che in quello stato e così
all’improvviso, sarebbe stato un shock, convenne che era meglio non muoversi
e ammirarla in silenzio.
I tre entrarono nella scuola e si ritrovarono ben presto circondati da numerosi
studenti, Piton riapparì all’improvviso senza farsi notare mentre
Harry con abili mosse continuava a schivare i ragazzi che gli si paravano davanti.
Finalmente salendo le scale il flusso di persone diminuì e ben presto
si ritrovarono davanti l’ufficio del professor Silente.
“Pronto?” chiese Piton
“Pronto!” rispose il moretto seguendolo all’interno della
stanza.
Il professor Silente, seduto alla sua scrivania, stava discutendo con Arthur
Weasley di alcune importanti questioni del Ministero.
“Severus, Neville, che piacere vedervi!” disse il preside vedendoli
entrare
“Severus, come stai? Chiese il Ministro sorridendo
“Bene, oggi particolarmente bene… con Neville avremmo una cosa da
mostrare ad entrambi ma forse è il caso che vi risediate!” rispose
loro il professore
I due uomini lo guardarono stupiti e risedendosi sulle rispettive sedie rimasero
in attesa della novità.
Neville si avvicinò alla scrivania e guardando il Sig. Weasley disse
“Signore, ricorda quando le avevo detto che Harry mi aveva strizzato l’occhio?
Ecco ne ho la certezza ora, Signore, perché vede io l’ho visto
e incontrato!”
“Cooooosa!” chiese il Ministro “Ma dove, quando?”
“Signore, la prego di credermi che Harry non è malvagio anzi…
è proprio come era una volta, con qualche piccola cosa da risolvere,
ma è lui!” disse svelto il ragazzo
“Neville, ci stai dicendo che hai visto Harry? Dove, qui a Hogwarts?”
chiese Silente calmo
“Si professore, qui nel parco questo pomeriggio, e vi assicuro che non
aveva niente del Signore Oscuro!”
“Ragazzo, stai scherzando con il fuoco, Harry è pericoloso, non
è più quello che conoscevamo un tempo, ormai è passato
al lato oscuro devi fartene una ragione… per il tuo bene, dimmi dov’è
ora?” chiese il Sig. Weasley alzandosi
“Arthur ti prego, calmati, fai parlare il ragazzo!” disse Piton
facendogli cenno di sedersi
“Ma stà già parlando… non senti cosa stà dicendo,
non dirmi che gli credi?” ribadì il Ministro
“Non lui… l’altro ragazzo!” disse Piton indicando a
lato di Neville
In quell’istante un Harry Potter ad occhi chiusi apparve accanto all’amico
facendo sobbalzare dalla paura il Sig. Weasley.
“Mio Dio! È… è… Harry!” disse guardandolo
“Harry, sei tu davvero?” chiese Silente alzandosi e andando da lui
“Si professore, sono io, ma c’è qualcosa che deve vedere!”
e detto questo aprì gli occhi
“Ahhhhhhhhh!” gridò il Sig. Weasley mentre il preside e Piton
lo fulminarono con lo sguardo “Scusate… ma guardate i suoi occhi!”
balbettò poco dopo l’uomo
“Sig. Weasley la prego, è già abbastanza frustrante sapere
di avere questo sguardo senza che nessuno me lo ricordi!”
“Oh Harry, mi dispiace, non sai quanto! Io non volevo…” rispose
il padre del suo migliore amico
Il preside raggiunse il ragazzo e lo abbracciò calorosamente e disse
“Perché non sei venuto da me prima?”
“Ero certo che non mi avrebbe creduto, tutto era contro di me e poi adesso
mi stanno capitando delle cose strane, gli occhi, il braccio” e così
dicendo mostrò anche il marchio oscuro stampato sul suo avanbraccio
“Vedo, ma c’è sicuramente una spiegazione e una soluzione!”
disse Silente sorridendo
Harry si guardò intorno… circondato da quelle persone si sentiva
finalmente a casa.
“Ma Harry, tutto questo tempo dove sei stato?” chiese il Signor
Weasley
“Con Malfoy, a Malfoy Manor!” rispose il ragazzo
“E nessuno di loro si è accorto che tu non sei il loro Signore
Oscuro?” chiese sempre più sconvolto
“Bhè, Sig. Weasley, io ho sviluppato dei poteri che loro apprezzano
molto, spiegavo al professor Piton che sono in grado di fare incantesimi e controincantesimi
di pura magia nera, arti oscure all’ennesima potenza… pertanto ho
potuto dimostrare loro che non mentivo!”
Silente lo fissò e chiese “Harry, non hai dovuto uccidere nessuno
vero?”
“Si, purtroppo… ma poi l’ho fatto ritornare in vita!”
affermò il ragazzo “All’insaputa dei mangiamorte… ho
restituito l’anima al suo corpo e ho fatto ribattere il suo cuore!”
“Cooosa? Ma com’è possibile una cosa del genere?” chiese
il Ministro incredulo
“Sig. Weasley, gliel’ho spiegato, sono molto più potente
di prima… ho tutti i miei vecchi poteri…”
“Che già si erano potenziati tantissimo!” commentò
Piton
“…e in più ho acquisito tutta questa conoscenza sulle arti
oscure che sinceramente non pensavo neanche esistesse!” concluse il ragazzo
Il Ministro sprofondò nella sedia poi guardando il ragazzo disse “Harry,
come sono felice che sei dalla nostra parte!”
“Si… spero di rimanerci però!” rispose il moretto abbassando
lo sguardo
“Devo avvisare gli Auror che smettano di darti la caccia!” disse
Arthur risoluto “O almeno che facciano finta di farlo!”
Il ragazzo annuì, sapere di non avere più alle calcagna quei maghi
esperti lo rassicurava un pochino
“Bhè ma non puoi mica tornare da Malfoy!” disse Neville all’improvviso
“Certo che no!” ribadì Piton “Resterà qui, e
faremo in modo di risolvere il suo piccolo problema, mancano ancora due settimane
alla fine della scuola… ah a proposito, non credere che ti scamperai gli
esami!” disse il professore con un mezzo sorriso
Harry lo guardò allibito poi sorridendo disse “Mi faccia tornare
normale e farò tutti gli esami che vuole!”
Capitolo 43°: Alla ricerca di sé stessi!
Il gruppo si sciolse, Neville soddisfatto e raggiante tornò alla torre
di grifondoro per prepararsi per la cena, il Sig. Weasley sparì con la
sua passaporta e Silente e Piton scesero in sala grande accompagnati da un sempre
invisibile Harry.
“Potter, ti raccomando di non far fluttuare pezzi di cibo davanti a tutti!”
disse piano il professore di pozioni sedendosi al tavolo
“Stia tranquillo, ho fatto un incantesimo, le pietanze che toccherò
spariranno all’istante!” rispose Harry ridacchiando
“Bene! Ah Potter ti prego... niente scherzetti o visitine ai tuoi amici…
so quanto debba essere doloroso per te star loro così vicino e non potergli
parlare, ma cerca di avere pazienza, resisti!”
Il ragazzo fece un lungo sospiro e il professore capì che aveva capito.
La cena stava per cominciare, pian piano la sala si era gremita di tutti gli
studenti che divisi nelle quattro case si erano seduti ai loro tavoli, un gruppo
però catturò l’attenzione del moretto, sette ragazzi in
particolare, seduti al tavolo dei caposcuola ridevano e continuavano a brindare
per ogni cosa.
“Ah si, allora un brindisi per quella volta che siamo arrivati tardi alla
prima lezione della McGranitt!” disse la voce di Ron
“Al primo ritardo!” dissero in coro gli altri amici sorseggiando
il loro succo di zucca
“Un brindisi alla sua prima partita a Quidditch e alla fifa blu che aveva!”
disse Fred ridendo
“Già e anche al bolide che gli spezzò il braccio al II°
anno!!” continuò George imitando l’arto senza ossa che dopo
l’incantesimo di Gilderoy Allock penzolava dal corpo del cercatore
“Ah Ah Ah Ah che frana quell’Allock!” disse Blaise scuotendo
la testa
“Un brindisi anche alla bacchetta nel naso del Troll di montagna allora!”
suggerì Hermione ridacchiando
“Che schifo… davvero ha infilato la sua bacchetta nel naso di un
troll?” chiese Ginny
“Ah ah ah è vero la bacchetta nel naso!” biascicò
Ron scoppiando a ridere
“Viva la bacchetta smoccolata!” fece Draco inghiottendo un grosso
sorso di succo di zucca “Però scusate, un brindisi anche al mio
primo incontro con Harry sul treno!”
“Ti prego… è vero me lo ricordo… eri troppo deficiente!!”
rispose il rosso guardandolo
“Bhè, lenticchia stai calmo, non sai che ci sono famiglie migliori
di altre!” disse il biondino scimmiottando il se stesso di allora
I ragazzi scoppiarono a ridere e anche Harry si lasciò scappare una risatina
“Che scemi!” pensò “Però com’è
bello vederli, sapere che stanno bene e sentirli ridere!”
Le risate e le battute continuarono per un'altra mezz’oretta buona, perso
nei suoi pensieri il moretto non si accorse che il Professor Silente si era
alzato e aveva richiesto il silenzio in sala. Solo quando tutte le voci si spensero
Harry si destò dai suoi pensieri e guardò il preside.
“Cari ragazzi, quest’anno è stato un anno molto doloroso
per molti di voi, un anno ricco di grossi cambiamenti e sconvolgimenti. Siete
stati messi molto sotto pressione e vi è stata richiesta una forza d’animo
fuori dal comune. Avete vissuto avvenimenti che hanno però contribuito
a farvi crescere e rendervi più forti e per questo sono molto fiero di
ciascuno di voi.
Tutto il corpo docente si unisce a me nell’agurare a tutti voi, di ottenere
i migliori risultati negli esami che inizierete giovedì prossimo. Alcuni
studenti sosterranno corsi aggiuntivi di specializzazione, grazie a borse di
studio che sono state loro assegnate per merito. Vi prego pertanto di fare un
grosso applauso alla signorina Hermione Granger, per la borsa di studio avuta
in Trasfigurazione, Aritmanzia e Incantesimi e al Sig. Draco Malfoy per quella
assegnatali in Pozioni!” disse il preside indicando i due ragazzi che
un po’ imbarazzati si alzarono dalla sedia.
La sala applaudì fragorosamente… fischi e urla si alzarono da ogni
tavolo. Harry battè le mani più forte che potè… si
fece anche scappare un “Bravi!” che fu prontamente coperto da Piton
con un più sonoro “Complimenti!”
“Inoltre!” continuò il preside dopo che la sala fu di nuovo
calma “C’è una nuova candidatura ad un corso di specializzazione,
che speriamo, questa persona voglia accettare! Si tratta di una borsa di studio
per un nuovo ramo della magia… sperimentale al momento ma che pare, da
notizie ben confermate, che sia di vitale importanza per il bene della comunità.
Si tratta di un connubio tra tre materie Pozioni, Erbologia e in parte Incantesimi
e sono molto orgoglioso di pregare il Sig. Neville Paciock di accettare la sua
nomina per questa specializzazione!”
A quelle parole la sala esplose letteralmente in un boato, grida, urla, fischi
e applausi rimbombarono ovunque. Neville a bocca aperta e con gli occhi sbarrati
non poteva credere alle sue orecchie. Il professor Silente gli fece cenno di
raggiungere il tavolo dei professori ma solo dopo parecchi minuti il ragazzo
riuscì emozionatissimo a staccarsi dai numerosi abbracci e dimostrazioni
d’apprezzamento ed a raggiungere il tavolo.
“Complimenti Signor Paciock!” disse Albus Silente stringendo la
mano al ragazzo e passandogli la lettera che annunciava l’assegnazione
della borsa di studio
“Grazie Signore!” mormorò il ragazzo ancora senza parole,
poi si voltò e si diresse davanti al professor Piton e sorridendo disse
nuovamente “Grazie davvero, professor Piton!”
“Prego!” rispose l’uomo che cercava in ogni modo di non sembrare
troppo emozionato "I tuoi genitori saranno molto fieri di te!"
Il ragazzo sorrise e gli occhi si fecero lucidi.
“Bella Neville!” mormorò Harry “Sono felicissimo per
te!”
“Grazie!” sussurrò l’amico prima di voltarsi e incamminarsi
verso il suo tavolo.
“Bene visto che tutte le borse di studio sono state assegnate possiamo
goderci i meritati dolci!” disse felice il preside che con un battito
di mani fece apparire sulle tavole tanti prelibati dessert.
La cena finì tra le spensierate risa degli studenti e dei professori…
e lentamente tutti ritornarono ai loro dormitori.
“Accomodati Harry!” disse Severus Piton facendolo entrare nel suo
alloggio
“Grazie professore!” rispose il ragazzo entrando
“Resterai qui con me, sarebbe un problema farti andare a dormire nella
torre Est!”
“Si, lo capisco… vorrei solo poter salire una volta, una soltanto!”
chiese quasi supplicando il moretto
“Harry… sarebbe meglio di no, se si accorgono della tua presenza…”
cercò di rispondere il professore
“Le giuro che starò attento, non farò nulla che possa farmi
scoprire!”
“E va bene, solo uno sguardo però, tra mezz’ora ti rivoglio
qui! Harry… Harry mi hai capito?” chiese Piton voltandosi verso
il ragazzo che però non rispose perchè al “va bene”
si era già smaterializzato nella camera dei ragazzi.
Draco e Ron erano seduti sul letto di quest’ultimo e sembravano tristi.
Harry si avvicinò silenziosamente e rimase in ascolto.
“Che dici, avrà funzionato… saremo riusciti a distrarla un
po’?” chiese Ron
“Credo di sì, hai visto come rideva anche lei… non dico che
lo stà dimenticando ma pian piano se ne stà facendo una ragione…
ho saputo da Ginny che ha accettato di andare al ballo con Neville!” rispose
Draco
“Davvero? Meno male, Blaise mi aveva detto che non ci voleva venire!”
“Neville è stato gentile ad invitarla… probabilmente è
davvero l’unico con cui ci sarebbe andata, tranne Harry è ovvio!”
“Dio Draco, quanto mi manca, certe volte mi sembra che lui sia qui…
vorrei parlargli e dirgli che gli voglio un bene dell’anima e che non
ce la faccio, non ce la faccio… senza di lui!” disse il rosso mentre
una lacrima scendeva sulle sue guance
“Ron ti capisco, anche a me manca da impazzire… e io e lui avevamo
fatto amicizia solo quest’anno… posso immaginare cosa sia stato
per te!” disse il biondino dolcemente
“Mi sembra tutto così assurdo… è strano guardare quel
letto e vedere che è vuoto!”
“Lo so, sai che delle volte lo guardo e devo chiudere le tende perché
mi fa venire addosso una tristezza che non ti dico!”
Harry sentiva il cuore battere forte nel suo petto, voleva tanto apparire, rivelarsi
ai suoi amici, ma aveva promesso di non farlo… aveva giurato che non avrebbe
comunicato con loro.
“Hai mai pensato di provare a fare una seduta spiritica?” chiese
il biondino un pò imbarazzato guardando Ron
“Si, ma pensavo che mi avreste preso per pazzo se ve l’avessi proposto!”
“Che ne dici proviamo… niente ragazze solo io e te, così
se non funziona non creiamo false speranze?” chiese Draco all’improvviso
Ron s’illuminò “D’accordo, ho tutto il necessario,
me lo sono fatto prestare da Calì… è un metodo babbano,
sai come funziona?”
“Certo, l’ho letto sul libro che mi ha prestato Hermione la scorsa
settimana!”
Harry era entusiasta, in questo modo avrebbe potuto parlare con loro senza rivelarsi
“Che idea geniale ragazzi!” pensò fra sè
I due ragazzi eccitati più che mai all’idea di poter comunicare
con il loro amico appoggiarono la tavoletta con le lettere incise sul pavimento
e posizionati i palmi delle mani in cerchio seguirono le istruzioni in essa
contenute cominciando a fare delle domande.
“Harry, siamo Draco e Ron, ti chiamiamo… vieni da noi!” Niente
da fare... il moretto si stava sganasciando a terra trattenendosi dal fare il
ben che minimo rumore “Ma cosa dicono!” pensò ridendo come
un pazzo… poi per rendere la cosa veritiera soffiò nell’orecchio
di entrambi facendoli rabbrividire.
“Hai sentito?” chiese Draco
Il rosso annuì con la testa e continuò “Harry se ci sei,
ti prego scrivi il tuo nome sulla tavoletta!”
L’amico pian piano cominciò a muovere il segnalettere prima sulla
H, poi sulla A, doppia R e infine la Y.
“O Dio! È lui, è lui Draco hai visto… è qui,
c’è davvero!” balbettò Ron
“Harry, sei davvero tu?” chiese il biondino poco prima che il segnalettere
si fermasse sulla parola SI.
I due ragazzi si guardarono e deglutirono contemporaneamente “Ci manchi
tanto Harry, non puoi immaginare quanto!” singhiozzò Ron seguito
a ruota da Draco.
Il segnalettere cominciò a muoversi nuovamente e compose due parole NON
PIANGETE poi si fermò un attimo e riprese scrivendo VI VOGLIO BENE.
“Oh cielo, Harry sapessi quanto te ne vogliamo noi… vuoi che andiamo
a chiamare Hermione?” chiese il rosso asciugandosi gli occhi
Questa volta però il puntatore si fermò sulla parola NO.
“Hai ragione, non è ancora pronta per questa cosa!” disse
Draco tirando su con il naso
Le parole DEVO ANDARE si formarono poco dopo seguite da OCCUPATEVI DELLA MIA
HERM… LA AMO TANTO… CI RIVEDREMO. Poi all’improvviso il segnalettere
si fermò e non si mosse più… Harry era tornato da Piton.
“Hai visto? Non ci posso credere !” disse Ron con un sorriso paralizzato
sul volto
Il biondino di fronte a lui mosse la testa lentamente in segno di assenso e
poco dopo cominciò a saltare come un pazzo per tutta la camera “Era
lui, Ron, ti rendi conto era Harry!”
I ragazzi facevano talmente tanto baccano che le ragazze accorsero per vedere
se stavano bene.
“Ma che diavolo state facendo?” chiese Ginny arrabbiata “Sccccccchhhh!”
I due ragazzi non risposero ma continuarono ad abbracciarsi e a saltare come
due esaltati.
“Ron, Draco, smettetela state svegliando tutto il castello!” Sbuffò
scocciata Hermione
Ron non disse nulla la prese di scatto e l’abbracciò forte dicendole
“Quanto ti voglio bene Herm… lo sai vero che te ne voglio tanto?!”
La ragazza lo guardò stranita poi si voltò verso Blaise e Ginny
che, sconvolte quanto lei, fecero spallucce. “Ron, si grazie… anch’io
te ne voglio ma ora dormi è tardi!” rispose la ragazza spingendolo
verso il letto
“Ai suoi ordini bella ragazza!” rispose il rosso buttandosi sulle
coperte e continuando a sorridere in modo ebete. Draco non fu da meno si lanciò
a X sul letto felice come una Pasqua. Le ragazze tornarono poco dopo nella loro
stanza, stufe di vedere Ron e Draco ridere e lanciarsi occhiatine complici.
Nessuna di loro poteva immaginare che poco prima i due ragazzi avevano parlato
con Harry.
Harry ridacchiava ancora quando si materializzò nella camera del professor
Piton che a braccia incrociate lo fissò senza parlare “Allora?”
chiese con tono inquisitorio
“Buonasera professore, come promesso non mi sono fatto scoprire!”
disse senza smettere di ridere
“Perché siamo così allegri?” continuò l’uomo
“Ron e Draco sono veramente esauriti… sa che hanno fatto, si sono
messi a fare una seduta spiritica!” Disse il moretto
“Voglio sperare che tu non abbia fatto quello che immagino!” lo
segò il professore
Harry smise di colpo di sorridere e visibilemente a disagio rispose “bhè…
veramente io… solo una… forse due paroline… Vi voglio bene…
ecco sì…”
“POTTER!” gridò Piton “Cosa ti avevo chiesto, per favore,
di non fare?”
“Ma Signore… non ho parlato ho usato il segnalettere, sa quelle
tavole babbane… ho mosso un paio di volte quel coso niente di più!”
“Harry, non voglio, anzi ti proibisco di tornare alla torre Est dai ragazzi…
tu ci ridi ma non sai quanto siano disperati, quanto lo eravamo tutti prima
di sapere che fossi ancora vivo… verrà il tuo giorno, ma fino ad
allora non azzardarti più a comunicare con loro… in nessun modo!”
sbraitò l’uomo
“Mi scusi signore, erano così giù che non ho pensato che…”
cercò di dire il ragazzo
“Harry, non voglio sembrarti pessimista, ma se per puro caso io e il professor
Silente non riuscissimo a risolvere il tuo piccolo problemino… e tu, così
casualmente decidessi un giorno di diventare il nuovo Signore Oscuro, che ne
sarebbe dei tuoi amici… ti perderebbero per la seconda volta e ti assicuro
che nessuno di loro riuscirebbe a sopportarlo.”
Harry non rispose, tutto d’un tratto realizzò che il gesto fatto
poco prima, in tutta buona fede, poteva davvero creare grossi problemi.
“Mi dispiace, le assicuro che non si ripeterà!”
“Voglio sperarlo!” disse Piton guardandolo “E ora smettila…
forza, smetti di fare così!”
“Fare cosa?” chiese Harry
“Smetti di… la tua faccia!” indicò l’uomo
“Cos’ha la mia faccia?” domandò il ragazzo ansioso
“Oh bhè… se non stai cercando di impressionarmi… credo
che abbiamo un altro problema!”
A quelle parole Harry si toccò il viso e sentì che c’era
qualcosa di strano si voltò di scatto e corse allo specchio che si trovava
nel bagno “Nooooooooooo!” urlò poco dopo “Che diavolo
mi stà succedendo?!”
“Harry cerchiamo di mantenere la calma, esci per favore e vediamo di capirci
qualcosa!”
“Calmo, CALMO… ma si rende conto stò diventando uno schifoso
serpente… ma perché, perchééé?” esplose
il ragazzo uscendo dal bagno
“Rimani qui e cerca di calmarti… vado a chiamare Silente!”
“Dio, ma perché, perché non posso tornare come prima…
io non voglio, non voglio essere lui!” chiese Harry accasciandosi sul
letto
“Tranquillo risolveremo la cosa, ma non devi farti prendere dal panico,
d’accordo?” detto questo si smaterializzò.
Il Grifondoro era agitatissimo, continuava a girare avanti e indietro senza
pace, quando Silente, Piton e Madama Chips entrarono nella stanza il ragazzo
uscì dal bagno, il suo aspetto era peggiorato.
“Guardate!” disse sconsolato
“O cielo, Harry sei tu?” chiese la donna mentre calde lacrime cominciarono
a rigare il suo viso
“Buonasera Madama, avrei voluto rivederla in ben altre circostanze!”
“Ma io credevo che tu… o come sono felice!” disse abbracciandolo
“Grazie, anch’io sono felice di vederla, ma la prego mi dica che
non mi resterà questa faccia per sempre!” le disse il moretto ricambiando
l’abbraccio
Silente raccontò tutti gli avvenimenti accaduti dopo che il ragazzo fu
trasferito a San Mungo, la Chips lo fissò furibonda e disse “Albus,
come hai potuto non dirmi nulla?”
Silente alzò gli occhi al cielo, come con Piton dovette spiegare i motivi
che lo avevano spinto a prendere quella decisione dopodichè la esortò
a visitare Harry.
“Ti prego, Poppy, controlla se questi cambiamenti dipendono da qualcosa
di fisico o di mentale!” disse il preside
La donna, ancora scocciata, annuì e iniziò a visitare Harry. Dopo
un’ora di fitti controlli disse “Non dipende da nulla di fisico,
Harry stà benissimo, mai stato meglio… sicuramente è qualcosa
a livello inconscio, qualcosa che comanda la sua mente… proviamo a fare
un controllo sull’anima!”
Puntando la bacchetta sul ragazzo recitò “Animae speculum!”
e qualche attimo dopo una sorta di specchio mostrò l’anima del
ragazzo… purtroppo non era da sola. Accanto a Harry c’era l’Harry
malvagio.
“Non ci posso credere è ancora là! Ma cos’è
una persecuzione, un virus… come cavolo faccio a liberarmene?” chiese
appoggiandosi al letto e prendendosi la testa fra le mani
“Temo caro Potter, che più cercherai di liberarti di lui, più
lui s’impadronirà di te… non devi scacciarlo, l’hai
detto tu nel bosco, devi accettarlo e scegliere da che parte vuoi stare.”
Gli disse Piton
“Non voglio che in me ci sia quel coso… quello non sono io!”
Disse il moretto indicando il se stesso cattivo
“Mi spiace deluderti Harry… ma quello sei proprio tu, è la
rappresentazione di tutta la tua rabbia, di tutto il tuo odio, del dolore e
delle paure che non riesci a gestire” Disse Silente guardandolo
“Mi fa impazzire sapere che dentro di me c’è quella cosa!”
rispose il moretto ricambiando lo sguardo
“Nessuna “cosa” Harry, quello sei sempre tu… ogni uomo
ha bisogno di quello che ha in sè di peggiore, per raggiungere e far
risplendere ciò che di migliore esiste in lui.”
Il ragazzo guardò il preside senza parlare per qualche secondo, poi chiese
“C’è anche in lei? Esiste un Silente malvagio?”
“Certo! esiste in ogni persona Harry, è il lato oscuro di ciascuno
di noi, la nostra zona d’ombra, chiamala come vuoi, ma c’è!
Non dico che sia semplice accettarla, ma è necesario se si vuole vivere
in equilibrio con sè stessi.”
Il moretto guardò il preside e dai suoi occhi rossi rubino una lacrima
cadde scivolando piano sulla sua guancia squamosa “Come posso fare…
devo dire che mi accetto, che mi amo così come sono… il mondo è
pronto per vedere cosa sono diventato?”
“Il punto non è se è pronto il mondo Harry, il punto è
se sei pronto tu a rimanere così per sempre!” rispose Silente
“Bhè Signore ora come ora… NO! direi che decisamente non
sono pronto, però vorrei tanto capire come poter fare per esserlo!”
asserì il Grifondoro alzandosi dal letto
“Harry, è una risposta che devi trovare da te, posso indicarti
la via ma stà a te percorrerla!”
Ci fu un attimo di silenzio poi il ragazzo disse “Ho capito! Devo cavarmela
da solo… come sempre del resto, va bene se dev’essere un viaggio
dentro se stessi, che sia… ma a modo mio!” e detto questo indossò
il suo mantello, alzò il cappuccio e dando un ultimo sguardo alle persone
nella stanza sparì.
“Harry aspetta!” gridò Piton
“Lascialo andare Severus!”
“Ma Albus, perché? avremmo potuto aiutarlo, stargli vicino, dove
andrà da solo… che farà?” disse il professore di pozioni
strattonando la presa del preside
“Deve capire da solo, Severus, Harry non ha bisogno della nostra pietà,
lo abbiamo aiutato più ora proibendogli di compatirsi… fidati tornerà
e sarà quello di sempre!”
“Lo spero Albus, lo spero!”
Capitolo 44°: Sasha
Harry riapparve pochi istanti dopo davanti al grande portone del castello.
Il silenzio della notte e il battito irregolare del suo cuore erano l’unica
sua compagnia.
Non poteva ma sopratutto non voleva lasciare Hogwarts, ma restare in quella
stanza non lo avrebbe certo aiutato a trovare le risposte che stava cercando.
Decise così che la foresta proibita poteva, al momento, fare al caso
suo. “Conciato così… chi vuoi che mi attacchi!” Pensò
fra sé prima di aprire il chiavistello e uscire dalla grossa porta.
Con il viso coperto, superò silenzioso la capanna di Hagrid e si addentrò
piano nelle profonde oscurità del bosco. Intorno a lui tutto era scuro
e tetro, il piccolo sentiero diventava passo dopo passo sempre più difficile
da scorgere.
Il moretto sentiva di non essere solo, benchè circondato dal silenzio
più cupo, percepiva che la foresta aveva occhi che lo stavano spiando.
Continuò nel suo percorso sino a quando le deboli luci del castello non
si scorsero più e il riverbero della luna veniva nascosto dalle spesse
fronde degli alberi.
Dopo un’ora di cammino si ritrovò in una radura, al centro della
quale si ergeva una strana pietra che ricordava la forma stilizzata di una stella,
Harry vi si avvicinò, aprì le braccia e sollevando lo sguardo
verso lo splendente cielo stellato gridò arrabbiato “Perché
anche questo? Perché a me?”
Disperato si lasciò cadere sul prato sottostante e si abbandonò
ad un pianto liberatorio.
I singhiozzi del ragazzo rimbombarono in tutta la foresta proibita.
Inginocchiato e con la testa fra le mani Harry continuava a ripetere sempre
la stessa frase “Perché a me!”.
Preso dai suoi lamenti il moretto non si accorse che due occhi scuri lo stavano
osservando ormai da parecchio tempo. La creatura decise di uscire allo scoperto,
era Sasha, una splendida ninfa della foresta. Il suo bel viso, illuminato da
vispi occhi marrone scuro, era incorniciato da una folta chioma bionda che le
arrivava sino ai glutei scolpiti. La ragazza avanzò piano in direzione
dell’essere incappucciato chino a terra.
Harry udendo dei rumori felpati dietro di sè, smise di singhiozzare e
senza voltarsi disse “Chiunque tu sia, non fare un altro passo, se tieni
alla tua vita!”
“Signore, vengo in pace… gli alberi hanno percepito il tuo dolore
e mi hanno chiamata!”
“Chi sei?” chiese Harry sempre senza rivelare il suo volto
“Sono una ninfa della foresta, mi chiamo Sasha… e tu chi sei?”
chiese la ragazza
“Sono… io sono… non lo so più chi sono!” le rispose
piano il ragazzo
“Sappiamo sempre chi siamo, in cuor nostro!”
“Davvero e come fai a dirlo? Non mi conosci neppure e non sai cosa mi
stà capitando!” rispose acido Harry
“Sento paura nella tua voce mista a rabbia e dolore!”
“Ma che brava… cos’è, sei una ninfa psicologa?”
la freddò un attimo dopo
La ragazza non rispose. “Scusami, non volevo offenderti è che…
non so come risolvere una cosa e questo mi fa…”
“Stare male!” finì per lui la ragazza
Ora fu Harry a non rispondere.
“Devi smettere Signore!” disse la ninfa senza mai staccare gli occhi
dal cappuccio parlante.
“Smettere cosa? Non puoi capire!” disse Harry alzandosi in piedi
sempre senza scoprire il suo viso.
“Smetti di nasconderti!”
Il ragazzo a quell’affermazione esplose “Cosa ne può sapere
una ninfa della foresta, ti assicuro che è un bene che io mi nasconda…
non c’è nulla di bello da vedere sotto questo mantello!”
e così dicendo abbassò il cappuccio e si rivelò alla ragazza
voltandosi.
La ninfa vide quegl’occhi rossi pieni di odio e quel viso squamoso contrito
in una smorfia di rabbia e fece un passo all’indietro.
“Allora… non è un bel vedere, vero?” chiese il ragazzo
avanzando verso di lei “Non sono un bello spettacolo, o mi sbaglio?!”
“Ognuno di noi è ciò che vuole essere!” rispose la
donna continuando ad indietreggiare
“Noooooooo! Io non voglio essere lui, non voglio capisci, ma cosa posso
fare… è parte di me!”
“Tu stai scegliendo si essere lui, ti stai abbandonando al dolore e alla
rabbia! Mi dispiace per te Signore!” disse la ninfa ormai raggiunti gli
alberi prima di scappare via.
“Aspetta! Non scappare cosa intendi, spiegami ti prego!” gridò
Harry inseguendola all’interno della foresta
Sasha non rispose e non intendeva fermarsi, correva a più non posso nel
folto degli alberi che parevano aiutarla, si ritraevano al suo passaggio per
poi rinfoltirsi nel momento in cui Harry stava per raggiungerla.
“Fermati, ti prego fermati!” le gridò il moretto nuovamente
Ma niente, la ninfa non accennava a volersi fermare. Ad un tratto però
un urlo raggiunse Harry che ansimante si era fermato per riprendere fiato. Il
ragazzo accorse nella direzione del grido e dopo pochi istanti si ritrovò
al limitare di un burrone. La bella ninfa penzolava nel vuoto, attaccata alla
radice sporgente di un grosso faggio.
Harry non esitò un attimo, si gettò verso di lei e la afferrò
giusto un attimo prima che la radice si spezzasse. Non c’era stato tempo
di brandire la bacchetta e risolvere la cosa con la magia… Sasha non era
precipitata ma la situazione non era certo migliorata. Harry era attaccato al
bordo dello strapiombo con una mano e con l’altra reggeva la ragazza che
terrorizzata continuava a ripetere “Non mi lasciare ti prego, non mi lasciare!”
“Tieniti!” le gridò il moretto “Attaccati a me e cerca
di salire!”
La ninfa annuì e piano cominciò ad arrampicarsi sul corpo di Harry
mentre questo cercava di conficcare le sue dita nel terreno.
“Fai presto!” disse a fatica il ragazzo spossato dallo sforzo che
stava sopportando
“Sali!” urlò la ragazza una volta in salvo
Il moretto si arrampicò lentamente fin sul bordo e strisciando, senza
fiato, si avvicinò a Sasha “Stai bene?” chiese col fiatone
“Si, Signore… grazie!” mormorò la donna
“Perché scappavi da me? Ti ho fatto paura?” le chiese il
ragazzo abbassando lo sguardo
“No, Signore… scappavo per dimostrarti che chi scappa, non arriva
mai lontano!”
Harry la guardò “Credi che io stia scappando?”
“Dimmelo tu, stai scappando?” chiese a sua volta Sasha
“Credo di Sì!” rispose lui con un filo di voce
“E da cosa o da chi se posso chiedertelo Signore?”
“Da me stesso, c’è una parte di me che è malvagia
e non mi permette di essere ciò che sono realmente!”
“Mi sembra che tu abbia agito per il bene un attimo fa!” disse la
donna guardandolo
Harry la fissò incredulo “L’hai fatto apposta, hai rischiato
di morire per vedere se ti avrei salvata?”
La ninfa lo fissò per un istante che sembrò eterno, poi rispose
sorridendo “Sapevo che mi avresti salvata Signore… volevo vedere
se lo sapevi tu!”
A quelle parole il ragazzo inspirò veloce e sentì il cuore alleggerirsi…
in effetti non aveva esitato un istante, aveva agito d’impulso, ma per
il bene!”
“Signore, la nostra paura profonda non è quella di essere inadeguati.
La nostra paura più grande è che noi siamo potenti al di là
di ogni misura. E’ la nostra luce, non il nostro buio che ci spaventa.
Ci domandiamo: “Chi sono io per essere brillante, magnifico, pieno di
talento, favoloso?”
Harry fece per interromperla ma la ragazza continuò dicendo “Il
tuo giocare a sminuirti non serve al mondo.”
“Cosa?” chiese il ragazzo guardandola
“Non c’è nulla di illuminato nel rimpicciolirsi in modo che
gli altri non si sentano insicuri intorno a noi. Noi siamo fatti per risplendere
come i bambini. Siamo fatti per rendere manifesta la gloria che è in
noi. Non solo in alcuni di noi, è in ognuno di noi. Quando permettiamo
alla nostra luce di risplendere, inconsciamente, diamo alle altre persone il
permesso di fare la stessa cosa. Quando ci liberiamo dalle nostre paure, la
nostra presenza automaticamente libera gli altri.”
Il ragazzo la fissò attento. Quelle parole gli erano entrate dentro come
una lama incandescente. Sasha capiva come si sentiva, da sempre aveva cercato
di rimanere il più anonimo possibile, ovviamente per un motivo o per
l’altro, con scarsi risultati. Il peso di dover essere Harry Potter, l’intruso
familiare, colui di cui vergognarsi e da nascondere ai vicini ma soprattutto
il sentirsi additato e conosciuto come il bambino sopravvissuto, lo perseguitava
da una vita.
“Perché ti nascondi Signore?” Chiese per la seconda volta
la ninfa
“Perché ho paura di non essere come loro vogliono che io sia!”
rispose Harry stupendo anche se stesso
“E’ per questo che hai creato un te stesso malvagio, uno da combattere
e sconfiggere, per dimostrare che “TU” non sei così?”
Cielo, Sasha sembrava leggergli nel cuore come fosse un libro aperto.
“Credo di Sì!” disse Harry fissandola mentre contemporaneamente
pensava “Ma come fa? Come riesce a capire?”
“Errore Signore, non hai creato nulla, non stai combattendo nessuno di
estraneo eccetto te stesso e le tue paure.” Lo freddò Sasha “Perché
hai paura che loro vedano le tue debolezze?”
“Perché… perché io sono il loro punto di riferimento,
loro contano su di me, loro si fidano di me!” rispose il ragazzo con un
tremore nella voce
“Pensi che non si fiderebbero più di te se ti lasciassi andare
e dicessi loro che hai paura e che ti capita di essere spaventato quanto loro?
Il ragazzo annuì e una lacrima scese bagnadogli la guancia.
“Non devi dimostrare niente a nessuno Signore, nessuno eccetto te stesso,
sei l’unico a cui un giorno dovrai rendere conto delle tue scelte e delle
tue azioni… a nessun altro!”
Ad ogni parola della bella ninfa il moretto finalmente sembrava capire, accettare
se stessi e la parte oscura di sé con tutte le paure e le debolezze era
solo il primo passo, il secondo era rimanere “se stessi” sempre.
Questa era la cosa più difficile da fare, mentire agli altri è
possibile ma mentire a noi stessi, prima o poi, porta all’autodistruzione.
Harry stava facendo proprio questo, stava incolpando qualcun altro o qualcosa
d’altro dell’angoscia che lui stesso aveva creato dentro di sé.
Non aveva mai voluto dire cosa lo spaventava e cosa gli faceva paura, non si
era mai lasciato veramente andare, soprattutto con le persone che amava, mentendo
non solo a loro ma anche a se stesso. Inconsciamente la sua mente sapeva, questo
“tormento interno” gli aveva creato dei conflitti che lo avevano
portato ad essere ciò che era ora!”
Il moretto sgranò gli occhi, sorrise e guardando Sasha sussurrò
“Ho capito, finalmente ho capito!”
“Bene, vedo che sotto quegl’occhi rossi e quella pelle squamosa,
il vero Harry Potter sa cosa vuole!”
“Come sai che sono io?” chiese il ragazzo stupito
“Tu mi hai dimostrato chi sei Signor Potter! E poi la tua fama è
grande anche qui nella foresta proibita”
“Sono un po’ diverso da come mi hai sentito descrivere… vero?!”
Chiese sconsolato Harry
“Bhè Signore, capelli neri arruffati, occhi verdi, viso d’angelo…
la descrizione mi sembra che corrisponda!” rispose Sasha
“Cosa? Co…come mi hai descritto?” balbettò il moretto
sollevando lo sguardo che poco prima si era posato sui suoi piedi.
“Ha sentito bene Signore!”
“Mi stai dicendo che non ho più gli occhi rossi, che la mia faccia
è normale?” chiese il ragazzo portandosi le mani sul viso
La ninfa sorrise e annuì con la testa.
“O Dio!” gridò Harry esultando “Non ci posso credere,
ma come è potuto succedere… come sono riuscito a…”
si domandò senza pensare, ma guardata l’espressione incredula della
bella ninfa disse “Capito… sono un po’ tardo ma poi ci arrivo,
ero io che volevo essere così vero? Io volevo apparire un mostro per
essere compatito e per dimostrare che lo avrei sconfitto di nuovo… che
sciocco che sono… Grazie, grazie ti sono debitore, mi hai salvato!”
disse abbracciandola
“No Signore, ti sei salvato da solo… io ti ho solo indicato la via,
sei tu che hai deciso di percorrerla!”
“Queste parole… me le ha dette anche Silente!” affermò
il ragazzo
“Silente è stato qui tanti anni fa… proprio come te cercava
se stesso… anche a lui è stata indicata la via e poi ha scelto
da solo di percorrerla!”
Tutti i pezzi del puzzle trovavano finalmente il loro posto, Silente non lo
aveva abbandonato a sé stesso, lo aveva aiutato a trovare Sasha…
e quindi a capire.
“Come ho potuto dubitare di lui?” si chiese Harry dandosi dello
stupido
“Vieni con me Harry Potter, voglio farti conoscere alcune creature che
vivono nella foresta proibita… saranno felici di poter stringere la mano
a colui che ha sconfitto il Signore Oscuro e che ha ritrovato se stesso!”
propose Sasha sorridendogli
Il Grifondoro si alzò e dopo aver aiutato la bella ragazza a fare altrettanto
disse “Volentieri!”
I giorni passarono veloci, di Harry nessuna notizia. Piton era a dir poco furioso,
con Silente e soprattutto con se stesso per non aver impedito al ragazzo di
andarsene.
Venne purtroppo anche il giorno, a lungo rimandato con scuse varie, di spiegare
a Paciock perché il suo amico era sparito.
“Ma stà scherzando, non può essere vero?” Sbraitò
furioso il moretto
“E’ vero Neville, mi dispiace, non so dove sia e se stà bene…
manca ormai da 7 giorni!”
“Fantastico, io ve lo riporto e voi me lo fate scappare… non lo
aiutate e permettete che se ne vada chissà dove, da solo!”
“Paciock, capisco la tua rabbia e sinceramente sono davvero molto dispiaciuto,
quanto e forse più di te!” cercò di dire il professore
“Come ha potuto permettere che il professor Silente lo lasciasse andare?”
chiese il ragazzo piangendo “Io mi fidavo di lei!”
“E’ stato un attimo Neville, non c’è stato modo di
impedirgli di sparire!”
“Non ci credo, signore, mi scusi ma non ci credo!” e detto questo
uscì dall’aula arrabbiato come mai nella sua vita.
Piton non lo fermò, provava la stessa rabbia ormai da giorni e in un
certo senso sentiva di meritarsi quelle accuse.
Neville stava salendo le scale dei sotterranei a quattro gradini alla volta
quando senza accorgersi sbattè contro qualcuno cadendo a terra.
“Accidenti!” urlò
“Scusa Neville, non ti ho visto!” rispose una voce femminile
Paciock fu riportato immediatamente alla realtà “Oh scusami Hermione,
ti ho fatto male?” chiese aiutandola ad alzarsi
“No, e tu?”
“No, ero solo sovrappensiero e così non ho guardato, scusami tu!”
rispose svelto il ragazzo ancora un pò accigliato
“Tutto bene Neville?” Chiese Hermione preoccupata
“Si, grazie Herm… sono un po’ in ansia per gli esiti degli
esami… sai vorrei tanto averli superati bene!” Mentì il ragazzo
“Ti capisco, lo stesso vale per me sono tesa come una corda di violino…
non vedo l’ora di sapere!” sorrise la ragazza “L’unica
cosa positiva è che non appena riceveremo gli esiti degli esami potremo
anche festeggiare al ballo!”
“E’ vero, me l’ero scordato!” disse il ragazzo arrossendo
un poco “Che sciocco, ho anche invitato la ragazza più bella di
tutta la scuola!”
“Grazie!” rispose la bella moretta un po’ imbarazzata
“Prego… ora scusami ma devo scappare!” fece Neville prima
di correre alla torre di Grifondoro
“Ciao!” gridò Hermione, che con un cenno della mano lo salutò
prima che scomparisse su per le scale.
“Non sai proprio mentire Paciock! Perchè eri così arrabbiato poco fà?” si chiese Pansy Parkinson, che da dietro una colonna, aveva assistito a tutta la scena. “Stavi parlando con Piton, vi ho sentiti discutere… lo hai rimproverato per aver lasciato andare via qualcuno… ma chi?” si domandò la perfida Serpeverde “Lo scoprirò… fosse l’ultima cosa che faccio! Tu e i tuoi amichetti pagherete per aver impedito al Signore Oscuro di compiere la sua missione!”si disse prima di dirigersi verso la propria sala comune.
Capitolo 45°: Il ballo
Il giorno tanto atteso finalmente arrivò.
L’intera scuola era in preda al delirio, i preparativi per il ballo che
si sarebbe tenuto quella sera erano nel pieno della loro attuazione. La sala
era già pronta, fantastici adobbi erano stati disposti per l’occasione
dal Professor Vitious, una comoda pedana in parquet era stata adagiata al centro
per le danze e tutt’intorno tavoli rotondi, magistralmente apparecchiati
erano pronti ad ospitare i ragazzi e le loro dame. Il tavolo dei professori
era particolarmente bello, ornato con bellissime rose e argenteria d’eccezione.
In un angolo, su di un tavolino a parte, erano state disposte tutte le pergamene
dei ragazzi che si sarebbero diplomati quell’anno, ufficialmente sigillate
con la ceralacca e con il marchio di Hogwarts. Sulla sinistra, un angolo era
stato adibito agli srumenti musicali che magicamente, come tutto del resto,
avrebbero accompagnato la cena e successivamente gestito le danze.
Gli elfi domestici stavano lavorando senza sosta dalle prime luci dell’alba
per preparare la cena del secolo. Le cucine brulicavano di esserini indaffaratissimi
a tagliuzzare, spelare, cuocere, grattuggiare e montare vari ingredienti. Niente
veniva lasciato al caso, tutte le portate erano curate nei minimi particolari.
Dal canto loro, tutti gli studenti erano persi nei propri preparativi, le ragazze
presissime con vestiti, acconciature e trucchi, i ragazzi travolti da cravattini,
papillon e dalla scelta di che fiore regalare alla propria accompagnatrice.
“Rose!” disse Draco allacciandosi il papillon sullo smoking nero
che gli stava decisamente bene
“Orchidee!” suggerì Ron elegantissimo mentre si specchiava
con indosso il suo
“Ragazzi, ciao scusate ho bisogno di una mano… questo diavolo di
smooking e questo cravattino malefico non si allaccia e poi… che fiore
regalo a Hermione?” Chiese Neville in panico entrando come una furia nella
camera dei ragazzi
“Neville, ti sembrano domande da fare… non vedi che siamo in crisi
anche noi? Dai vieni qua che ti allaccio quel coso, dopo due ore di prove sono
diventato un asso!” Rispose Ron
“Sentite… è vero quello che si mormora?”
“Cosa si mormora?” chiese Draco ansioso di aver scordato qualcosa
d’importante
“E’ vero che verranno date delle maschere all’entrata della
sala?” disse Neville a fatica mentre Ron cercava di allacciargli il papillon
senza strozzarlo
“Maschere? E da quando c’è questa novità?” domandò
il biondino
“Ho sentito Seamus e Dean che ne parlavano, pare che ogni studente avrà
una maschera, niente di pacchiano ma il viso sarà nascosto… solo
gli occhi e la bocca resteranno visibili!” Spiegò il moretto
“Giura, e perché?” chiese Ron
“E che ne so, forse per rendere la cosa emozionante… pare sia stata
un’idea dell’ultimo minuto di Silente!”
“Bha che Silente sia un po’ svitato non è una novità…
ma le maschere… che cavolo centrano, mica è carnevale?”
Draco fece spallucce mentre Neville come colpito da un flash disse “Oh
caspita com’è tardi… devo andare, ci vediamo nell’atrio
scusatemi!” e così com’era entrato scappò dalla camera.
“E’ pazzo!” disse Ron fissandolo
“Sì, l’emozione di portare Hermione al ballo deve averlo
rimbambito!” concluse il serpeverde sistemandosi un’ultima volta
l’abito.
“Pronta!” disse Ginny uscendo dal bagno
“Caspita, ma dove hai preso quel vestito?” Chiese Blaise in adorazione
“Me l’hanno regalato mamma e papà, ti piace?”
“Ti stà benissimo, a Draco verrà un colpo e poi… i
capelli ti stanno molto bene tirati su così, ti fanno risaltare il viso…
sei bellissima Ginny!” le rispose l’amica
“Grazie, anche tu non sei niente male, vedo che hai optato per il vestito
blu!”
“Sì… sai com’è, Ron adora questo colore e poi
risalta perfettamente le mie curve… così ho pensato che avrei preso
due piccioni con una fava!” disse la moretta arrossendo
“Ottima scelta Blaise, stai benissimo davvero, mio fratello schiatterà
a vederti così!” Rispose la rossa abbracciandola “Ma dov’è
Hermione?”
“Non lo so era qui dieci minuti fa, mi ha detto che le mancava un profumo…
muschio bianco, credo che l’avesse prestato a Lavanda… forse è
andata a riprenderselo!”
Proprio in quel momento la porta si aprì… era Hermione, ansimante
per la corsa fatta.
“Herm, ma… non sei ancora pronta, sbrigati!” le gridò
Ginny vedendola ancora in divisa
“Si, lo so… quella stordita di Lavanda non trovava più il
mio profumo… ho dovuto aiutarla a cercarlo!” rispose la brunetta
“Ma che ti frega di uno stupido profumo?!” Chiese Blaise
“Ragazze, questo non è un profumo, questo è IL profumo,
Harry lo adorava e io voglio che il suo aroma lo raggiunga ovunque sia!”
“Scusa Herm, non sapevo!” le disse Blaise imbarazzata
“Tranquilla… piuttosto andate avanti e dite a Neville che arrivo
subito, mi raccomando invitatelo al nostro tavolo!”
Le ragazze annuirono e accompagnate dai rispettivi fidanzati, che nel frattempo
erano rimasti shockati dalla bellezza delle proprie ragazze, si diressero verso
la sala grande.
Neville aspettava nervoso ai piedi della grande scala continuando a chiedersi
“Che fiore le regalo, che fiore le regalo, che fiore le regalo?”
“Perché non delle gerbere!” disse una voce fin troppo familiare
Il ragazzo si voltò di scatto e bianco come un cencio balbettò
“Ha.. Ha..Harry!”
“Ciao Neville!” rispose un bel ragazzo moro mascherato a cui lo
smooking nero stava impeccabilmente.
L’amico lo abbracciò e disse “Finalmente sei tornato! Ho
avuto così tanta paura di non rivederti più! Perché sei
scappato così?”
Harry non rispose ma contraccambiò l’abbraccio dimostrando tutto
il suo affetto per il ragazzo.
“Silente sa che sei tornato?” chiese Neville
“Si, lo sanno anche Piton e tutto il corpo docente. Il preside ha indetto
una riunione oggi per spiegare loro l’accaduto… non ti dico la McGranitt…
che incazzatura!” ridacchiò Harry
“Immagino, ma allora vai tu al tavolo con i ragazzi!” disse l’amico
“No, vai tu, Silente a metà serata farà una sorta di annuncio,
sai per preparare tutti allo shock di rivedermi! Mi ha pregato di restare al
tavolo con loro fino ad allora”
“Capisco… bhè mi farai cenno tu per quando togliermi dai
piedi?”
“Neville tranquillo, sono felice che hai invitato Hermione al ballo e
lo sarò ancora di più se la farai divertire… davvero!”
disse il moretto abbracciandolo di nuovo
“Ok, Harry… sono così felice che tu sia qui!”
“Sapessi io Neville!” e detto questo lo salutò e lo lasciò
dove lo aveva trovato incamminandosi nella sala.
Proprio in quell’attimo, Ron a braccetto con una Blaise mozzafiato e Draco
accompagnato da una più che spettacolare Ginny lo raggiunsero.
“Hey ragazze che celestiale visione!” Disse facendo il galante Paciock
“Grazie Neville!” risposero in coro le due bellezze “Hermione
arriva subito, ha avuto un piccolo contrattempo per colpa di Lavanda, ha detto
di entrare e sederci che ci raggiunge subito.
“D’accordo allora entriamo!” disse loro il ragazzo facendo
strada
I cinque ragazzi si diressero al loro tavolo che era poco distante da quello
dei professori.
“Chi è quello?” chiese Ron indicando un ragazzo seduto accanto
a Silente
“Non lo so!” rispose vago Neville
“Eppure mi sembra di conoscerlo!” disse Draco sforzandosi di ricordare
“Ma che belle orchidee ragazze!” cambiò discorso il moretto
“Belle vero?” rincarò Ron gongolante per l’idea avuta
“Ah Sì… Bellissime!”
“E tu cos’hai preso a Hermione?” chiese il biondino
“Bhè un amico mi ha suggerito le gerbere!”
“Ma le adora!” gridò Ginny “Come fai a sapere che sono
i suoi fiori preferiti… solo Harry lo sapeva!”
Neville visibilmente imbarazzato rispose “Bhè ho tirato ad indovinare!”
“Bravo, ottima scelta ne sarà entusiasta!!” disse Blaise
strizzando l’occhio al ragazzo
“Paciock!” si sentì chiamare dal tavolo dei professori
Il ragazzo si voltò in quella direzione e vide Piton fargli cenno di
raggiungerli
“Scusatemi ragazzi torno subito!” disse congedandosi dagli amici
che, allibiti ma non troppo, ricominciarono dopo pochi secondi a ridere e a
scherzare
“Professori, Buonasera!” disse il moretto salutando Silente e Piton
“Buonasera Neville, credi che insieme al Sig. Potter riusciresti a spiegare,
nel modo più silenzioso possibile al Sig. Weasley e al Sig. Malfoy, tutta
la situazione?” chiese Piton
“Ora signore?”
“No, domani… certo che è da fare ora, prima che la cena abbia
inizio! Almeno a loro possiamo anticiparlo visto che è tutto risolto!”
“Direi di sì… ma come, non a quel tavolo e neanche in sala!”
“No, avevo pensato sul terrazzino la fuori… pensi di riuscire a
portarceli tra cinque minuti?” chiese Harry
“Certo… inventerò qualcosa… d’accordo ci penso
io!” e detto questo ritornò al tavolo.
Harry e Piton sorrisero… già s’immaginavano la reazione dei
due amici.
Fu allora però che una visione eterea li distrasse, un angelo entrò
nella sala, illuminandola e catturando tutti gli sguardi su di sé. Hermione
era più bella che mai, indossava uno splendido abito lungo fatto su misura
per lei di colore nero, lievemente scampanato e con un leggero strascico. I
capelli erano stati in parte raccolti e i soffici boccoli le cadevano dolcemente
sulle spalle nude. Un velo di trucco, rendeva perfetto ciò che madre
natura aveva già reso praticamente irresistibile. Harry riconobbe l’abito,
l’avevano visto durante l’ultima visita ad Hogsmeade fatta insieme...
il moretto aveva insistito per regalarglielo ma lei aveva rifiutato dicendo
che costava troppo… ed ora eccola lì, se l’era comprato da
sola… in memoria del ragazzo che amava.
“Chiudi la bocca Potter!” sussurrò Piton nel vedere la reazione
del ragazzo “Mantieni la calma e non sbavare!”
“Ho qualche difficoltà in questo momento, signore!” rispose
Harry deglutendo
“Lo vedo, ma provaci lo stesso… sforzati!”
La ragazza si diresse sorridente al tavolo degli amici, che a bocca aperta,
l’ammiravano avanzare. “Hermione, non ho parole!” disse Ron
squadrandola
“Io sì… sei stupenda, sei un sogno!” disse Draco sorridendo
“Herm… ma questo è…” chiese Ginny
“Sì, questo è quello… grazie ragazzi siete tutti molto
gentili, anche voi siete tutti bellissimi!” rispose guardando Neville
che ipnotizzato la osservava rapito.
“Neville!” sussurrò Blaise dandogli una gomitata e risvegliandolo
dal torpore
“Oh scusa… Hermione questi sono per te!” disse il ragazzo
alzandosi dalla sedia e porgendole il mazzo di gerbere.
“Grazie, sono bellissimi… i miei preferiti!” ringraziò
la ragazza felicissima
Il ragazzo sorrise, da bravo cavaliere le baciò la mano, spostò
la sedia e la fece accomodare dopodichè colta la palla al balzo disse
“Ron, Draco ho bisogno di parlarvi… subito!”
“Neville ma..!” cercò di dire il biondino
“Niente ma, vi prego è una cosa importantissima… vuoi scusarci
vero Hermione?” chiese alla ragazza appena arrivata
“Certo… vi scuso, ma dopo mi dovrai un ballo in più!”
rispose lei sorridendo
“Sarà un piacere!” amiccò il ragazzo prima che tutti
e tre si recassero fuori sul terrazzino.
“Neville la sala è piena… tra poco inizia il ballo ma che
diavolo c’è di così importante da portarci fuori?”
domandò Draco un po’ scocciato mentre Ron annuiva
Un colpetto sulla spalla fece capire al moretto che Harry era accanto a lui
“Ecco ragazzi, se vi dicessi che Harry non è morto, mi credereste?”
Chiese a bruciapelo Paciock
I due amici impallidirono “Che stai dicendo Neville, se è uno scherzo
è di cattivo gusto!” disse il rosso che aveva cambiato totalmente
espressione
“Ragazzi ve lo giuro, Harry è vivo e stasera è qui!”
“Neville, anche se sei disperato per ciò che è successo,
inventare queste storie non lo riporterà da noi, devi fartene una ragione!”
Gli disse il biondino avvicinandosi e appoggiandogli una mano sulla spalla
“Ragazzi credetemi, Harry è vivo!”
“Smettila!” Gridò Ron “Perché ci fai questo,
perché vuoi farci soffrire?” chiese poi con voce tremante
“Perché se poi mi svenite è un bel casino!” disse
Harry senza riapparire
“Chi… chi ha parlato?” biascicò Draco
“Io!” rispose il moretto apparendo davanti ai loro occhi
Ron cadde a terrà mentre Draco indietreggiò spaventato.
“Chi sei?” chiesero i due ragazzi all’unisono
Harry a quel punto si tolse la maschera e sorrise ai suoi due amici. “Ciao
ragazzi, come state?”
“Ha…rry!” ansimò Ron sgranando gli occhi
“Ha…ha..ha..rry!” balbettò Draco pietrificato
Il ragazzo fece un cenno di assenso con la testa e prima che potesse dire altro
Ron lo abbracciò così forte da fargli mancare il respiro “Non
ci posso credere, sei vivo, ma come? Da quando sei qui? Stai bene? Oh Dio quanto
mi sei mancato!”
Harry ricambiò l’abbraccio e a fatica rispose “E’ una
lunga storia, ma sappiate che sono vivo grazie a Neville!”
“Oh Neville!” disse il rosso abbracciandolo e cedendo il posto a
Draco che singhiozzando strinse forte l’amico dicendo “Non farlo
mai più… non provarci mai più a morire!”
“Lo prometto!” disse il moretto commosso
“Ma perché non ce l’hai detto prima, perché non sei
venuto da noi?” Chiese tutto d’un tratto Ron
“Dovevo risolvere dei piccoli problemini!” e così dicendo
lanciò un’occhiata complice a Neville che sorrise sornione “Comunque
vi racconterò tutto dopo, dovete però mantenere il segreto perché
Silente deve dare delle spiegazioni prima di fare il grande annuncio!”
Il biondo e il rosso annuirono e si diedero dei pizzicotti per verificare che
non stessero sognando.
“Mi raccomando ragazzi, acqua in bocca!!” strizzò loro l’occhio
l’amico, prima di rimettersi la maschera e tornare in sala.
Ron e Draco guardarono Neville, ancora sconvolti, come due automi persi nei
loro pensieri, lo seguirono per tornare al loro tavolo.
“Tutto bene?” chiese Ginny vedendo il fidanzato più pallido
del solito
“Benissimo!” rispose lui deglutendo
“Ron, ma stai male?” chiese Blaise vedendo il ragazzo sudato come
se fosse appena uscito da una sauna
“Mai stato meglio!” Le rispose lui asciugandosi la fronte e rimettendosi
la maschera “Ste maschere tengono un caldo!” mentì subito
dopo
Hermione guardò Neville che senza accorgersi continuava a fissare Harry
seduto al tavolo accanto al preside.
“Neville chi guardi?”
A quelle parole il ragazzo trasalì e svelto rispose “Il Ministro!”
rispose
“Chi, il Sig. Weasley?” chiese Hermione facendo una faccia buffa
“Bhè no… a dir la verità guardavo Silente, gli stà
proprio bene quella maschera!” rispose il moretto arrampicandosi sui vetri
Hermione si sporse e guardò in quella direzione, ma il suo sguardo cadde
sulla persona che invece era seduta alla destra del vecchio preside. C’era
qualcosa nello sguardo di quel ragazzo che aveva qualcosa di familiare. Il suo
sorriso poi era così accattivante… ma chi era?
“Neville, chi è quel ragazzo seduto accanto a Silente e a Piton?”
chiese la ragazza all’improvviso, scatenando il putiferio alla tavola.
Neville tossì, Ron sputò il succo che stava bevendo mentre a Draco
andò di traverso il grissino che aveva addentato. “Chi?”
chiesero in coro tutti e tre
“Quello!” disse Hermione indicandolo
“Si, chi è?” chiese Ginny interessata
“Non sembra affatto male!” disse Blaise sorridendo
“Ahhhhh quello… si lui è uno del Ministero della Magia, il
figlio di un amico di Silente!” inventò il brunetto con falsa tranquillità
“Mi piacerebbe conoscerlo!” disse Hermione
“Magari dopo!” la seccò Ron “Ora mangiamo vi va?”
chiese nervoso indicando gli antipasti appena apparsi sulla tavola
La ragazza non fece più di tanto caso all’imbarazzo degli amici
e cominciò a servirsi di squisiti stuzzichini mentre la McGranitt, in
piedi, attirava l’attenzione della sala dicendo “Cari studenti,
finalmente possiamo dare inizio a questa festa speciale di fine anno…
il Professor Silente vorrebbe dire due parole prima che iniziate a godervi la
cena!” e così dicendo indicò l’uomo che si alzò
sorridente
“Cari ragazzi, questa serata è particolarmente felice, scoprirete
tra poco perché… sono lieto di dare il benvenuto al Ministro della
Magia Arthur Weasley e a sua moglie Molly Weasley per aver accettato il nostro
invito!” e detto questo cominciò a battere le mani in loro onore.
Ben presto tutta la sala si unì negli applausi, che furono particolarmente
fragorosi al tavolo di Ron e Ginny.
“Ed ora buon appetito!” concluse il preside prima di sedersi e addentare
una tartina con il patè di tonno
La sala ringraziò e la cena potè finalmente iniziare, le portate
si susseguivano con una velocità impressionante. Tutto era delizioso,
gli elfi avevano davvero esagerato, sulle tavole appariva ogni ben di Dio…
che trovava giusta soddisfazione tra i commenti ammirati dei commensali.
“Caspita, è squisito!” disse Ron assaggiando il risotto al
radicchio e provola affumicata di Blaise
“Perché non hai ancora sentito questa zuppa di carote!” disse
Ginny indicando il suo piatto
Poi all’improvviso la musica si alzò, fino ad allora era rimasta
soffusa e aveva accompagnato l’arrivo delle portate… ma ora tutto
d’un tratto uno splendido lento, che Hermione riconobbe essere “Everything
I do” di Brian Adams, risuonava più forte nella grande sala.
La ragazza guardò Neville e disse “Se non sbaglio mi dovevi un
ballo!” Il ragazzo annuì e felice si alzò porgendole la
mano e accompagnandola al centro della pedana.
I due ragazzi sotto lo sguardo ammirato degli altri studenti e dei professori
iniziarono a danzare sorridenti. Poco dopo altre coppie si unirono a loro, riempiendo
così l’intera pedana. Fu allora, che un bel ragazzo moro si alzò
e raggiunse i due amici, diede un piccolo colpetto alla spalla di Neville e
chiese camuffando un po’ la voce, “Posso?”
L’amico sorrise e rispose “Certo, se la mia dama acconsente!”
Hermione, non sapeva bene perché, ma annuì veloce… quel
ragazzo la intrigava, aveva qualcosa di familiare.
Harry la strinse e cominciò a ballare con lei. Ron e Draco sorrisero
e trattennero a stento le lacrime mentre Neville felice faceva ritorno al tavolo.
“Che buon profumo!” disse Harry inspirando delicatamente l’aroma
che Hermione emanava
“Grazie è…” fece per rispondere la ragazza
“Muschio bianco!” rispose lui per lei
“Si, come fai a conoscerlo?” chiese Hermione stupita
“E’ il mio profumo preferito, lo riconoscerei tra mille!”
disse Harry facendola girare
“Davvero… pensa era anche il profumo preferito di una persona a
me molto cara!” disse la bella brunetta abbassando lo sguardo “Tu
me lo ricordi molto!”
“Una bella ragazza come te non dovrebbe essere triste!” disse Harry
guardandola da sotto la sua maschera
“Non puoi capire, lui… non c’è più!” rispose
Hermione
“Come ti chiami?” le chiese il moretto
“Hermione!”
“Senti Hermione, credi nei miracoli?” domandò poi con un
sussurrò al suo orecchio
La ragazza non rispose subito, fissò quegl’occhi verdi incredibili
per qualche istante, poi piano si staccò da lui e rispose “Mi piacerebbe…
ma purtroppo certe cose non possono tornare!”
La musica era ormai finita, solo loro due erano rimasti sulla pedana come rapiti
l’uno dall’altra. Harry la guardò e magicamente fece apparire
una bellissima rosa rossa dietro la schiena e gliela porse dicendo “Per
te, una rosa per dirti che tutto è possibile!” dopodiché
le baciò la mano e l’accompagnò al suo tavolo tornando poi
veloce al proprio.
Professori e studenti erano rimasti zitti per tutto il tempo, in adorazione
di qualcosa di bello. Anche la musica aveva smesso momentaneamente di suonare
per non disturbare quell’attimo eterno.
La ragazza si sedette al tavolo, annusò la rosa e sollevò piano
il viso, poi con gli occhi lucidi, disse agli amici in attesa di un suo commento
“Lui è… è… così simile a Harry! Credevo
di essere abbracciata a lui… è stato incredibile!”
Neville le strinse la mano e sorrise.
“Oh scusami Neville, avrai pensato che sono una maleducata!”
“Assolutamente no Herm, sono felice per te, davvero!”
La ragazza annuì e guardò nuovamente il fiore appoggiato al tavolo.
Una rosa… quel ragazzo prima di andarsene le aveva lasciato una rosa…
“Mio Dio, stò vivendo un dejà-vu!” pensò fra
sé la bella moretta.
Fu al termine delle seconde portate che Silente si alzò catturando l’attenzione
di tutti gli studenti.
I mormorii si spensero ben presto e tutti rimasero in assoluto silenzio curiosi
di sapere cosa c’era di così importante da creare tanto mistero.
“Cari ragazzi e ragazze, come vi avevo anticipato ad inizio cena, c’è
una cosa molto importante di cui vorrei parlarvi questa sera. Come ben saprete
il Signore Oscuro, conosciuto come Voldemort, è stato sconfitto, è
finalmente morto!” disse secco il preside mentre la sala a quel nome aveva
trattenuto il fiato.
Sentendo Silente pronunciare quelle parole Hermione trasalì e chiuse
gli occhi… il ricordo di Harry sdraiato immobile su quel letto tornò
vivido alla sua mente come se fosse stato ieri.
“Di questo dobbiamo ringraziare una persona speciale, cara a molti di
voi, il signor Harry Potter…!” continuò il preside
Molti applausi si levarono nella sala a quel nome.
“Come saprete il sig. Potter è stato dichiarato morto a fine febbraio
in seguito ad un arresto cardiaco… e voi tutti avete partecipato ai funerali
ufficiali che si sono svolti allora. Ma stasera è ora che sappiate la
verità!” a quelle parole la sala irruppe in un “Ohhhhh! Quale
verità?”
Hermione guardò Silente sconvolta, pendeva letteralmente dalle sue labbra.
“C’è una persona che vorrebbe dire due parole relative a
tutta quella vicenda e mi sembra più che giusto che abbia l’opportunità
di farlo… vi prego di ascoltarlo attentamente!” Così dicendo
Silente indicò il moretto mascherato seduto alla sua destra che alzandosi
piano, ringraziò il preside e dopo quanche secondo disse “Otto
mesi fa conobbi un ragazzo, il suo nome era Harry Potter!”
Hermione singhiozzò nel sentir pronunciare quelle parole mentre Ginny
le passava un fazzolettino.
“Lo vidi per la prima volta sdraiato, su un letto all’ospedale di
San Mungo, non stava un granche bene… benché tutti lo considerassero
speciale, dotato di straordinari poteri e coraggioso… a me era apparso
solo molto triste e stanco… stanco di vivere.” Disse con la voce
rotta dal magone
Il preside appoggiò una mano sulla spalla di Harry che annuendo continuò
“Quel ragazzo, che voi tutti adorate e che vi è stato amico in
tutti questi anni, non era come lo avete sempre visto…”
La sala ebbe un sussulto “Ma che diavolo stà dicendo? Chi cavolo
è sto tizio?” si udì mormorare dai tavoli gremiti di studenti
che visibilmente scocciati da quelle parole si stavano alterando
“Ditemi, come lo consideravate?” chiese il ragazzo subito dopo
“Forte!”, “Coraggioso!”, “Leale e onesto!”,
“Determinato!”, “Divertente!”, “Intelligente e
sempre disponibile!” si sentì rispondere qua e là dai vari
tavoli
“Sono tutte belle cose, ma vi siete mai fermati a pensare, se anche lui
come voi, poteva aver paura o se poteva sentirsi solo e impotente di fronte
a certe cose?” Richiese nuovamente Harry mentre una lacrima solcava la
sua guancia
“Harry Potter, non aveva paura di nulla!” disse Colin Canon alzandosi
“Lui era un esempio per tutti noi! E tu non hai il diritto di dire queste
cose su di lui!”
“Mi dispiace Colin, ma ti sbagli! Lui come voi ne aveva tanta di paura
ed era spaventato… il suo terrore più grande era proprio quello
di non essere all’altezza delle vostre aspettative, temeva di deludervi
più di ogni altra cosa al mondo!”
A quelle parole Colin e tutta la sala si zittirono, Hermione fissò il
ragazzo senza proferire verbo poi di scatto guardò la rosa, poi di nuovo
il ragazzo, poi la rosa, il ragazzo… e capì “Harry!”
sussurrò alzandosi dalla sedia mentre il cuore le batteva a mille all’ora.
“Sono qui per dirvi che l’Harry Potter che voi tutti consideravate
un eroe è morto quel giorno, l’Harry Potter che si nascondeva,
che scappava da sé stesso e non lasciava trasparire i suoi veri sentimenti…
neanche con le persone che amava di più!” e detto questo si voltò
verso il tavolo degli amici più cari lasciando che altre lacrime bagnassero
il suo viso “Quello che a tutti i costi doveva dimostrare di essere perfetto
e immacolato se ne è andato otto mesi fa… mi spiace deludervi ma
questo è quello che è veramente accaduto!” disse il ragazzo
camminando fino nel centro della pedana.
“Perché ci stai dicendo queste cose?” gridò Seamus
Finnegan rabbioso “Perché ora che Harry se ne è andato?”
chiese singhiozzando il ragazzo
Harry fece un lungo respiro poi rispose “Perché, voi tutti siete
stati parte importante della sua vita ed è giusto che sappiate che quel
ragazzo se n’è andato ma fortunatamente al suo posto… è
tornato un nuovo Harry, più forte del precedente perché finalmente
consapevole delle proprie debolezze e delle prorie paure!” e così
dicendo si sfilò la maschera che copriva il suo bel viso.
La sala sussultò a quella vista, basita non poteva credere ai propri
occhi, quel ragazzo che fino a poco attimi prima aveva infangato il nome del
loro amico… era Harry Potter.
“Potter!” disse Pansy digrignando i denti… invano per giorni
aveva cercato di venire a capo dei suoi sospetti ma senza riuscirci. Ora le
era tutto più chiaro… “Mio padre e i suoi amici sapranno!”
disse guardando il ragazzo con odio.
Solo Hermione, sotto lo sguardo sconvolto di tutti i presenti, ebbe il coraggio
d’incamminarsi verso il moretto che immobile al centro della sala aveva
smesso di parlare.
Lui la vide avvicinarsi, e mentre calde lacrime continuavano a rigargli il viso,
le disse “Ciao amore! Non ti ho ancora detto che sei bellissima stasera!”
La ragazza gli accarezzò tremante la guancia, come a volersi accertare
che non si trattasse di un sogno, dopodiché gli gettò le braccia
al collo e scoppiò a piangere come una bambina.
Lui la strinse forte e la fece sfogare “Sei tornato… Sei tornato!”
disse lei singhiozzando
“Te l’avevo promesso amore che sarei tornato da te!” le rispose
il ragazzo sorridendo
“Harry, ma… com’è possibile, dove sei stato?”
“Ti spiegherò tutto dopo Herm, ora fatti abbracciare mi sei mancata
così tanto!” disse stringendola ancora più forte.
Hermione cominciò a sorridere e poi a ridere felice… non era così
serena da tanto tempo… fu in quel momento che Harry le prese il viso tra
le mani e la baciò dolcemente davanti a tutti gli studenti e a tutti
i professori commossi.
Ron lo imitò, si voltò verso Blaise e la baciò con passione
mentre Draco già stava facendo lo stesso con Ginny.
La sala finalmente si riprese dallo shock ed esplose in un boato di felicità.
Grida, applausi, fischi… risuonarono nella grande sala. Ron e Draco seguiti
a ruota da Ginny, Blaise e da Fred e George corsero ad abbracciare l’amico
e poco dopo tutti gli altri studenti fecero lo stesso.
Harry era tornato!!
Gli apprezzamenti di gioia e le dimostrazioni d’affetto continuarono a
lungo, poi finalmente il ragazzo fu lasciato libero di poter andare a sedersi
al tavolo dei suoi amici. In quell’attimo, vedendo Neville sorridente
seduto al posto, il moretto si ricordò di aver dimenticato di dire una
cosa importante.
“Dimenticavo!” disse ad alta voce catturando nuovamente l’attenzione
di tutti i presenti
“C’è una persona, alla quale sarò debitore per sempre.
Non l’ho ancora pubblicamente ringraziato di avermi salvato la vita e
di avermi permesso di tornare… se non fosse stato per lui a quest’ora
sarei sicuramente morto, Neville!”
Il ragazzo si alzò e corse ad abbracciare l’amico che contraccambiò
la stretta fraterna dicendo “Grazie Neville, grazie davvero!”
“E di cosa, so che tu avresti fatto lo stesso per me!” rispose Paciock
stringendelo
I due ragazzi si abbracciarono per qualche minuto davanti alla sala esultante,
dopodichè si diressero insieme al tavolo per terminare la cena.
Hermione non riusciva a staccare gli occhi dal suo Harry, così come del
resto non ci riusciva tre quarti della sala… il ragazzo sorseggiò
un po’ di succo di zucca poi notando che Hermione lo fissava chiese “Tutto
bene Herm?”
La ragazza annuì e sorrise in modo ebete
“Tesoro, c’è qualcosa che posso fare per te?” chiese
il ragazzo che capita l’antifona aveva cominciato a prenderla un po’
in giro.
“No, tu rimani pure fermo così… che io ti guardo!”
aveva risposto la ragazza
“Mi guarderai… tutta sera?” chiese lui sorridendo
“Certo, devo recuperare otto mesi!” disse lei felice
“Senti e se ti dessi qualcosa che ti facesse distrarre dall’ammirarmi
tutta sera, spostando magari la tua attenzione su qualcosa d’altro?”
chiese il ragazzo malizioso
“Non ci riuscirai, Harry!” rispose serafica la bella moretta
“Davvero?” fece lui sornione “Allora se permetti!” disse
alzandosi e ovviamente attirando su di sé tutti gli sguardi di professori
e studenti. “Devo prepararmi!” disse calmo
“Per cosa?” chiese la ragazza curiosa
Harry non rispose, si pulì la bocca con il tovagliolo, si schiarì
la gola e inginocchiatosi davanti a Hermione, in una posizione ben visibile
da tutta la sala, estrasse una scatolina di velluto blu scuro dalla tasca, la
porse alla ragazza e disse “E’ per te!”
Lei con la mano tremante afferrò la scatolina, aprì lentamente
il coperchio e sgranando gli occhi balbettò “Ma… ma…
questo è… è…!” senza riuscire a finire la frase
“Si, hai capito… è proprio lui… Hermione Granger, ti
amo da impazzire, sei così bella, determinata e intelligente, tu mi completi
e starti accanto mi ha reso migliore, vorrei tanto poter trascorrere con te
ogni istante della mia vita… Hermione, vuoi sposarmi?” chiese il
ragazzo con la voce rotta dall’emozione
La sala si lasciò scappare un Ohhhhhhhh da guinness dei primati e mentre
tutte le ragazze invidiavano lei per il momento tanto romantico e tutti i ragazzi
invidiavano lui per la risposta che avrebbe ricevuto da lì a pochi secondi,
Hermione sorrise “Si, Harry, lo voglio, lo voglio con tutto il cuore!”
rispose mentre una lacrima di gioia scendeva piano sulla sua guancia.
Il ragazzo sorrise, si rialzò e la abbracciò forte poi come la
tradizione esige prese l’anello dalla scatolina e glielo infilò
al dito. Numerosi applausi e urla accompagnarono quel tenero gesto che fu siglato
con un dolce bacio.
Il solitario risplendeva come un faro… Harry era riuscito nel suo intento,
ora non solo Hermione non lo guardava più ma anche Ginny e Blaise erano
imbambolate a fissare l’anello dell’amica.
“Oh Herm, che bello!” disse Ginny guardandolo
“Che romantico… che uomo… ha guadagnato un milione di punti
con questa cosa!” rincarò Blaise asciugandosi gli occhi dalla commozione
“Eh si, è proprio bello!” disse loro l’amica gongolante
ammirandosi il dito
“Sei il mio mito Harry… sappi che ho preso appunti e questa cosa
me la rivenderò al momento giusto!” disse Neville battendo il cinque
al ragazzo
“Sì, grazie Harry!” fece Draco “Chissà cosa
dovremo inventarci per recuperare questo tuo numero!”
Il moretto ridacchiò “Ragazzi, non potevo non farlo… ci stava
troppo bene!”
“Bastardo… per colpa tua dovremo fare i salti mortali, sai che palle
sentirsi dire “Oh ma come è stato romantico Harry…!”,
“E’ però…Harry è stato così dolce…”,
“Hai visto Harry, perché non fai come lui!” disse Ron imitando
la voce di Blaise
I quattro ragazzi scoppiarono a ridere mentre le ragazze fecero una smorfia
e dissero “Cretini!”
La serata continuò gioiosa, dopo i dolci finalmente ci fu la cerimonia
di tutti gli studenti che si diplomavano, ad ognuno fu consegnata la propria
pergamena, con tanto di stretta di mano del preside, dei professori e del Ministro
della Magia. Ron fu particolarmente orgoglioso di stringere la mano a suo padre
che commosso lo abbracciò calorosamente.
“Harry Potter!” chiamò la McGranitt e il ragazzo si avvicinò
al tavolo per ritirare la sua pergamena.
“Signor Potter, nonostante lei non abbia sostenuto esami, che per inciso
sosterrà nei prossimi giorni, è un piacere poterle assegnare questa
borsa di studio per una specializzazione in Arti Oscure e Incantesimi!”
disse la professoressa sorridendo e pasandogli la lettera
“Grazie!” rispose felice il ragazzo
“Inoltre è mio piacere nonché onore dirle che la sua domanda
per diventare Auror è stata accettata dal Ministero della Magia, inizierà
l’addestramento il primo ottobre insieme al Signor Malfoy, al Signor Weasley,
al Signor Paciock, al Signor Flitt e alle Sig.ne Granger e Zabini.” Concluse
la professoressa di trasfigurazione passandogli la lettera d’accettazione
siglata dal ministro in persona.
Harry esultò e felice, dopo aver ringraziato, corse al tavolo dagli amici
che già stavano saltando come dei pazzi dalla gioia. “Ce l’abbiamo
fatta!” Gridò abbracciando Ron
“Fratello lo sapevo che ci prendevano tutti, me lo sentivo!” rispose
l’amico emozionatissimo
“Blaise anche tu!” urlò Hermione abbracciandola
“Sorpresa!” disse l’amica “Non l’ho detto a Ron
perché non volevo si arrabbiasse come aveva fatto Harry… ma credo
invece che gli faccia piacere!”
“Oh bambina, certo che mi fa piacere!” disse il ragazzo baciandola
con passione
“Bene! Se la smettete possiamo continuare con la cerimonia!” disse
la McGranitt lanciando un’occhiata furiosa a Blaise e Ron che non smettevano
di baciarsi
“Scusi!” risposero i due ragazzi diventando paonazzi mentre la sala
esplose in una fragorosa risata.
La McGranitt smise i panni di vecchia burbera e scoppiò a ridere come
tutti gli altri, fece un cenno che non importava e diede il via alle danze.
La pista fu invasa da ragazzi e professori che si scatenavano nei balli più
diversi.
“Professore!” gridò Neville vedendo con chi stava ballando
Piton
“Ciao Neville!” disse Clarissa Banks, bella più che mai “Severus
è stato così gentile da invitarmi!”
“Ma è stupendo!” rispose il ragazzo sorridente
“Si, lo è!” asserì Piton facendo fare un caschet alla
ragazza e strizzando l’occhio a Neville che poco dopo fu distratto da
Emily Doherty, una bella ragazza bionda di Corvonero, che un po’ imbarazzata
gli si era avvicinata dicendo “Ciao Neville, senti mi farebbe piacere
ballare con te, se ti và?!”
Il ragazzo arrossì un poco, Emily era fantastica fasciata nel suo abito
argentato, l’aveva incontrata spesso durante quell’anno ma non aveva
mai avuto il coraggio di parlarle… solo sguardi fugaci ma niente di più.
Ammirandola, Neville sentì il cuore riempirsi di uno strano calore “Con
molto piacere!” le rispose abbracciandola e cominciando a farla roteare.
“Harry!” disse Draco guardando l’amico “Voglio dirti
che quello che hai detto prima… è stato bellissimo!”
“Si, sei stato davvero fantastico, avevo la pelle d’oca… mi
hai anche fatto piangere!” fece Ron abbracciandolo
Il moretto sorrise commosso e li ringraziò “Avrei dovuto dirvelo
tanto tempo fa! Scusatemi per non averlo fatto prima!”. I tre ragazzi
si guardarono, un tacito legame, più forte che mai, si era appena cementato
fra loro… qualcosa che sarebbe rimasto per sempre nel loro cuore.
“Signor Malfoy, mi fa ballare oppure no?” chiese Ginny guardando
il biondino
“Molto volentieri, come potrei non far ballare una bella ragazza come
te!” rispose il ragazzo abbracciandola e trascinandola in pista
“Già… Signor Weasley, anch’io avrei piacere di scatenarmi
con lei… ma se è troppo occupato, avrei giusto ricevuto un invito…!”
fece Blaise poco dopo
Ron la fissò malizioso, la tirò a sé e appoggiandosi al
muro poco distante cominciò a baciarla e a sussurrarle parole dolci.
Harry sorrise a vedere i due amici così felici, poi si voltò per
cercare la sua Hermione. La vide chiaccherare allegramente con Jonas Flitt che
era andato a congratularsi con lei per essere stata ammessa all’addestramento
Auror.
Il ragazzo li guardò poi si disse “Non incominciare Harry! Stanno
solo parlando!”. Lasciò che i due ragazzi finissero di chiaccherare,
si avvicinò, salutò Jonas e scusandosi afferrò Hermione
e la trascinò sulla pedana… poi ballando molto sensualmente con
lei appiccicata addosso le disse “Ti amo, futura signora Potter!”.
“Ti amo anch’io Signor Potter!” rispose lei baciandolo “Non
mi sembra ancora vero, che tu sia qui!”
“Sei felice?” chiese lui accarezzandole una guancia
“Da morire!” rispose la bella moretta
“No ti prego… almeno per un bel po’ di morire non se ne parla!”
disse lui alzando gli occhi al cielo
La ragazza fissò quegl’occhi verdi fantastici e abbracciandolo
stretto stretto rispose “Va bene! Tanto non ho impegni per i prossimi
centocinquant’anni!”
Harry sorrise annuendo “Che fai stasera?” chiese malizioso poco
dopo
“Oh bhè sai, dipende!” rispose Hermione ammiccando
“Da cosa?” chiese lui curioso
“Da te!… pensi di restare nei paraggi bel moretto?” rispose
la ragazza sorridendo
“Ma… non so… siiii, perché… che avevi in mente?”
“Oh niente di che, sai quando non c’eri… ho fatto un salto
da Madama Pettiblue e ho preso un paio di cosine carine…” disse
la ragazza facendo finta di sminuire la cosa
“Ma davvero… Bhè in tal caso, resto di sicuro!” disse
il ragazzo abbracciandola e baciandola sul collo con passione. Hermione sorrise,
quella sarebbe stata una notte memorabile, la prima di una lunga vita felice
insieme.
FINE