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Autore: Robix    29/09/2004    9 recensioni
Talvolta la persona che odiamo di più è l’unica che può aiutarci a sopravvivere. Cosa potrebbe succedere se i due più ambiti bei ragazzi di Hogwarts, nonché acerrimi nemici, collaborassero per raggiungere un obiettivo a cui entrambi tengono molto!! Tutti i personaggi sono della Rowling eccetto alcuni di mia invenzione.
Genere: Romantico, Azione, Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Harry/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Untitled Document Capitolo 19°: Il duello

“Torniamo!” gridò Hermione non appena lei e Draco apparvero in infermeria
Silente, Madama Chips, la famiglia Weasley e tutti gli altri professori gioirono nel vederli.
Draco fu soccorso immediatamente, steso su di un letto e lasciato alle abili cure di Madama Chips. La McGranitt abbracciò la ragazza “Hermione!” le sussurrò stringendola forte “Stai bene, ti senti bene?” chiese poi allarmata
“Mi lasci, dobbiamo tornare a prendere Harry!” gridò la ragazza “Ci ha salvati dalla maledizione Avada Kedavra, ma non è riuscito a venire con noi! Torniamo vi prego!” continuò con le lacrime agli occhi guardando il preside
“Vi ha salvato?” chiese la professoressa Sprite incredula
“Si, si è interposto fra noi e il fascio di luce verde e ha sprigionato una… una luce bianca potentissima dalla sua bacchetta respingendo la maledizione lanciata da Lucius Malfoy!” disse d’un fiato Hermione
“Com’è possibile Albus?” chiese la McGranitt
“Ha finalmente imparato a canalizzare il suo potere, la sua energia, invece di trasformarla in odio l’ha trasformata in amore!” rispose il preside serafico continuando a guardare Hermione
“Ma come, dove ha imparato?” chiese ancora la professoressa McGranitt
“E’ stato sicuramente Severus ad insegnarglielo… mi sorprendo che ci sia riuscito in una notte!” affermò Silente
“Professore, perché non mi ascolta!” chiese Hermione urlando sempre di più “Dobbiamo tornare ad aiutarlo, è là da solo, non potrà farcela contro Voldemort e tutti quei mangiamorte!”
“Non possiamo!” rispose il Preside gelando Hermione “Non esiste passaporta in nostro possesso per raggiungere quel luogo, Harry ne ha usate 3 per rimandare prima Blaise, poi Ginny e dopo te e Draco, non ce ne sono più e l’ultima si è richiusa non appena avete toccato terra!”
“Ma come è possibile? Lei non può… lei deve… non può lasciarlo là!” chiese Hermione sempre più disperata
“Professore!” mormorò Draco che finalmente si era ripreso “Harry mi ha fatto giurare che avrei riportato Hermione da lei anche se lui non sarebbe potuto venire, ma io… io credevo che avesse altre passaporte con se, non l’avrei mai abbandonato là da solo!” disse ancora mentre calde lacrime cominciarono a bagnargli il viso
“Non hai colpa Draco, Harry ha fatto una scelta in quel momento, era ben consapevole di ciò che stava facendo. Quando è venuto da voi sapeva a cosa sarebbe andato incontro, voleva salvarvi a costo della sua stessa vita!” rispose il professore lasciando tutti basiti
“Mio Dio!” mormorò Minerva McGranitt
“Povero ragazzo!” sussurrò Arabella Figg mentre il professor Vitious e Hagrid cercavano di consolare una Madama Chips e una Sig.ra Weasley in lacrime.
Hermione era pietrificata, quelle parole le avevano spezzato il cuore in due, guardò Draco, poi si girò a guardare gli amici stesi sugli altri letti, malconci ma sani e salvi e con un filo di voce disse “Si è sacrificato per noi, non lo rivedrò più…!” poi con tutta la forza che aveva nei polmoni gridò “HARRYYYYYYYY!”

“Dunque Harry, come stai?” chiese Voldemort scrutandolo
“Starei molto meglio, se tu morissi una volta per tutte!” rispose il ragazzo senza distogliere lo sguardo dagli occhi di Voldemort
“Bhè ragazzo la cosa è reciproca… darti la caccia stà diventando la mia ossessione, dovremmo proprio darci un taglio!”
“Concordo!”
La tensione si tagliava con il coltello, Harry e l’Oscuro Signore non davano segni di cedimento.
“Perché non ti unisci a me? Prometto che lascerò in pace tutti i tuoi amici e le loro famiglie… pensa a quanta sofferenza risparmiata?” propose all’improvviso l’uomo
“Ho smesso di credere alle favole da un pezzo Voldemort, sai bene che preferirei morire piuttosto che unirmi a te!” rispose secco Harry
“E allora così sia… Petrificus Totalis!” gridò all’improvviso
“Scudo Sempra!” rispose Harry e il colpo s’infranse a pochi centimetri da lui
“Giochi in difesa Harry, su avanti fammi vedere di cosa sei capace…?!” cercò di stuzzicarlo Voldemort
“Non farò il tuo gioco Voldemort! Vuoi attaccare, attaccami!” rispose il ragazzo
“Ah!” rise l’uomo “Ma come osi darmi degli ordini… io se voglio posso schiacciarti in un secondo stupido ragazzo!” sibilò
“Questo non cambia le cose!” rispose Harry calmo “Vuoi attaccare, attaccami!”
“Crucio!” gridò Voldemort ma con suo grande stupore Harry non cominciò a contorcersi dal dolore anzi sorrideva
“Ops! Dovresti saperlo che lo scudo ripara dalla maledizione Cruciatus!” disse Harry ammiccando
“Bene, un nemico degno di questo nome finalmente… non come tuo padre che non è riuscito neanche a bloccarmi per un minuto!” disse con cattiveria
Harry sentì lo stomaco contorcersi dalla rabbia, sapeva che Voldemort stava cercando di provocarlo e di fare leva sul suo dolore e sulle sue paure.
“Non osare parlare di mio padre viscido bastardo!” gridò Harry e in quel momento tutti i bicchieri presenti in sala esplosero in mille pezzi.
“Oh caspita, siamo un pochino suscettibili… dunque è questo il tuo punto debole!” ghignò malignamente “La rabbia, non sei capace di gestire ancora bene le tue emozioni!” gridò Voldemort con tutto il fiato che aveva in corpo
Una goccia di sudure perlò il viso di Harry mentre lui cercava di mantenere la calma e non farsi provocare.
“Sai…!” continuò l’uomo “Dovevi sentire come mi supplicava tua madre di non ucciderti, di risparmiarti… peccato che non ha voluto farsi da parte, era molto bella… proprio come la tua Hermione l’altra notte quando è stata mia!” Urlò prima di scagliare un altro incantesimo su un Harry iracondo che questa volta non riuscì a controbattere. Il colpo lo colpì in pieno stomaco facendolo sbattere violentemente contro il muro e facendogli perdere la bachetta che scivolò lontana da lui.
I mangiamorte esultarono a quella mossa del loro maestro.
“Ops Potter, ti vedo un po’ in difficoltà” Gridò l’Oscuro Signore pronto ad un nuovo attacco
Piton, si avvicinò furtivo, non sapeva come poter aiutare il ragazzo, poi senza farsi sentire disse “Accio bacchetta Potter!” e Harry si ritrovò di nuovo la bacchetta in mano appena in tempo per controbattere un nuovo incantesimo di Voldemort.
“Mi stupisci ragazzo… sei davvero pieno di risorse!”
Harry sapeva che un angelo aveva vegliato su di lui, mentalmente parlò al professor Piton.
“Grazie!” pensò
“Potter, non farti provocare, hai visto cosa è successo t’indebolisci se ti lasci sopraffare dalla rabbia e dal dolore… concentrati, te la stai cavando bene!” gli rispose Piton
Voldemort notò che Harry aveva qualcosa di strano e cercò di leggergli nel pensiero ma non vi riuscì “Potter sono sconvolto, hai affinato l’incantesimo che proibisce a chiunque di leggerti nel pensiero!” sibilò l’Oscuro Signore riportandolo velocemente alla realtà
“Bravo peccato che tu non ci sia riuscito qualche hanno fa!” gridò Bellatrix Lestrange “Magari saresti riuscito ad impedire che uccidessi quel patetico incapace di mio cugino!”.
Harry ebbe un fremito di rabbia, dunque era lei, lei aveva ucciso Sirius… “Maledetta!” pensò ma subito ripensò alle parole di Piton e si calmò nuovamente.
“Pagherete tutti, prima o poi, per il male che avete fatto!” disse Harry serafico “Forse non oggi, ma un giorno ci rincontreremo!”
“Ah davvero Potter, dunque sei convinto di sopravivere a questo nostro duello? Bene mi piacciono le persone motivate!” disse Voldemort sorridendo “Stupeficium!” gridò all’improvviso
“Revolta incantatem!” rispose Harry e il colpo di Voldemort ritornò al mittente che, per evitarlo, cadde a terra.
“Expelliarmus!” gridò Harry e la bacchetta di Voldemort venne scagliata lontano dal suo padrone
“Nagini… yasssaersessss!” gridò Voldemort e in men che non si dica Harry si ritrovò il serpente arrotolato intorno al collo pronto a strozzarlo.
“Nyasssaaa Nagini, Nyassairmessss!” sussurrò Harry al serpente che cominciò ad allentare la presa
“Yasssaersessss Nagini yasssaersessss!” gridò Voldemort ancora a terra e incredulo da quanto stava vedendo
“Nyasssaaa Nagini!” ripetè Harry guardando attentamente il serpente negli occhi “Pontaressyass hamayresssaaaa!” A quelle parole Nagini lasciò Harry e si allontanò lasciando il suo padrone basito.
“Accio bacchetta!” gridò Voldemort che poco dopo era di nuovo nelle sue mani “Complimenti Potter, da quando parli il serpentese?”
“Da quando tu sei stato così gentile da insegnarmelo senza saperlo!” ribattè il ragazzo “Mi è stato utile, ricordi il Basilisco, la camera dei segreti… molto utile!”
“Saresti stato un ottimo Serpeverde ragazzo, peccato che tu sia invece l’erede di Godric Grifondoro!” sibilò Voldemort
“Sai potendo scegliere…?! rispose sarcastico Harry
I mangiamorte continuavano a fremere, speravano che il loro padrone gli desse l’ordine di attaccare il ragazzo, ma Voldemort non dava segni di volerglielo far fare.

“Hermione?” sussurrò Ginny che nel frattempo era stata risvegliata dalla morte apparente
La ragazza si voltò e la guardò senza parlare.
“Mi dispiace per Harry!” disse Ginny con un filo di voce
“Cosa?” chiese debolmente Ron risvegliandosi dal coma che lo aveva cullato sino a quel momento “Cosa è successo a Harry?” chiese mentre Fred lo abbracciava forte senza smettere di piangere e i Sig.ri Weasley gioivano e si abbracciavano con George e Ginny dalla gioia.
“E’ ancora là, è venuto a salvarci ed è rimasto a combattere con Voldemort!” rispose Hermione abbassando lo sguardo
Ron non disse nulla, i suoi occhi si riempirono di calde lacrime che poco dopo non riuscì più a trattenere, pianse, un pianto silenzioso carico di dolore e rabbia. Sua madre si avvicinò, gli accarezzò il viso e disse “Tornerà presto amore, Harry è forte, non ti ha mai deluso, vedrai che tornerà!”
“Perché non andiamo ad aiutarlo?” chiese il ragazzo con un filo di voce
“Perché non ci è possibile!” spiegò Blaise accarezzandogli dolcemente la mano
“Blaise?!” sussurrò lui nel vederla “Sei tu… ho avuto così paura di averti perso!”
“Non ero io Ron, mio padre aveva creato una mia sosia… mi dispiace tanto, se fossi morto non so cosa avrei fatto!” singhiozzò la ragazza abbracciandolo
“Tranquilla ora stò bene, stò benissimo se tu sei con me!” disse sorridendole
Madama Chips entrò in quel momento “Ah finalmente Signor Weasley, era ora che la smettesse di riposare!” disse strizzandogli l’occhio “Mi faccia controllare se stà bene… così poi le cambierò le medicazioni. Ron sorise nel vederla e disse “Felice di rivederla Madama Chips!”

Capitolo 20°: Il duello – II parte

Il duello tra Harry e Voldemort non accennava a diminuire anzì, era sempre più veloce e i colpi sempre più diretti e mortali.
“Stanco Harry?” chiese Voldemort fissandolo
“Ti piacerebbe!” rispose il ragazzo ansimando
“Harry, finiamola!” disse col fiato grosso il maestro oscuro “Mettiamoci seduti ad una tavolo e veniamo ad un accordo!”
“C’è solo un accordo Voldemort, Tu muori Io vivo!” rispose il ragazzo stupendo anche se stesso
“Stupido sciocco, fino ad adesso abbiamo scherzato, vuoi davvero che mi alteri?” disse sarcasticamente
Harry non rispose e lo fissò con aria di sfida.
“Sai Harry, la tua bella Hermione, credo che sarà un piacere per me tenerle compagnia mentre tu giacerai sotto un metro di terra!” disse maliziosamente “Ci siamo proprio divertiti insieme… devo ammettere che è ancora un po’ acerba, ma sarà un piacere svezzarla e farla diventare una vera donna!”
“Bastardo!” Gridò Harry con tutto il fiato che aveva in gola mentre due degli otto grossi lampadari presenti nella sala esplosero e finirono con lo schiantarsi a terra. “Non osare neanche pensare di toccarla con un dito!” sibilò Harry
“Spiacente di deluderti, ma l’ho già toccata, ho già annusato il profumo che emana il suo corpo, sfiorato la sua pelle setosa ed assaggiato quelle labbra delicate!” rispose Voldemort con un ghigno
Harry era fuori di sé, l’odio stava crescendo in lui e non riusciva a fermarlo.
Fu allora che Voldemort ne approfittò “Imperius!” gridò il più velocemente possibile.
L’incantesimo colpì Harry all’improvviso facendolo accasciare a terra. “Bene Harry, vediamo un po’, fai ciao ciao con la mano!” chiese l’Oscuro Signore, Harry ubbidì “Finalmente! Ora vediamo prova a saltare come una scimmia!” e poco dopo Harry imitò alla perfezione uno scimpanzé.
“Ah ah ah!” rise malignamente l’uomo mentre si avvicinava al ragazzo “Ed ora da bravo, puntati la bacchetta alla tempia e pronuncia Avada Kedavra!” disse Voldemort mentre tutti i mangiamorte in sala applaudivano esultanti.
Harry vide la propria mano cominciare a sollevarsi piano, stringere forte la bacchetta e cominciare a indirizzarsi verso la propria tempia. Non riusciva a contrastare la maledizione.
Piton era pietrificato, non sapeva che fare, poi si concentrò e provò a parlare al ragazzo. “Resisti Potter, sai come fare, ricordati… fai come abbiamo provato nello studio… resisti per Dio, pensa ai tuoi amici, pensa ad Hermione, pensa ai tuoi genitori altrimenti saranno morti invano!”
La mano di Harry così come le sue labbra cominciarono a tremare visibilmente, la bacchetta era ormai puntata alla sua tempia, il ragazzo cercava con ogni mezzo in suo possesso di resistere alla maledizione. Voldemort lo guardava ammirato, nessuno era mai riuscito a resistere tanto prima d’allora. Harry lo fissò, ormai l’Oscuro Signore era a meno di due metri da lui, poi come un fulmine a ciel sereno vide quegl’occhi rossi, divertiti brillavano di una luce diabolica ma sotto sotto facevano trasparire paura. Harry fece un profondo respiro e con grande stupore di tutti i presenti cominciò ad abbassare piano il braccio e ad alzarsi in piedi, poi con quello che agli occhi di tutti i presenti sembrò lo scatto più veloce mai visto in un duello, si smaterializzò riapparendo dietro l’Oscuro Signore e afferrantolo alle spalle gli puntò la bacchetta alla tempia.
“Che ne dici se la maledizione la lanciassi ora?” chiese il ragazzo
Voldemort rise sarcasticamente “Se avessi voluto farlo, lo avresti già fatto!” gridò prendendolo e scagliandolo con tutta la sua forza contro il muro.
Harry tossì sputando sangue, l’impatto contro la pietra grezza sicuramente gli aveva rotto un paio di costole, ma si rimise in piedi e guardò di nuovo l’uomo che gli stava di fronte.
“Saresti il migliore dei miei mangiamorte!” urlò Voldemort guardandolo “Unisciti a me Potter, insieme saremo invincibili e conquisteremo il mondo!”
“Mai!” Urlò Harry
“Unisciti a me oppure tutto ciò che ami verrà spazzato via dalla mia furia!” gridò più forte l’uomo
“Capirai la novità!” rispose Harry guardandolo con disprezzo “Sono 17 anni che ti stai impegnando a rendere la mia vita un inferno, cosa ci sarebbe di tanto diverso?”
“Uno per uno Harry, li massacrerò personalmente uno alla volta, vorrò vedere il loro strazio, il loro dolore, la loro paura e quando mi pregheranno di lasciarli vivere riderò loro in faccia e gli dirò che è per colpa tua che stanno morendo!”
“Sono pronti alla morte da quando mi conoscono, non ti sei mai risparmiato con loro, perché dovrebbero temerti ora più di quanto non facciano già?” chiese nuovamente il ragazzo fissandolo con forzata tranquillità
“Perché ciò che è stato fino ad ora è nulla rispetto a ciò che sarà!” gridò Voldemort puntando la bacchetta contro Harry
“Peggio dell’Avada Kedavra?” chiese Harry con un mezzo sorriso “Cosa mai ci potrà essere di peggio?!”
Voldemort stava per esplodere… Harry era riuscito ad innervosirlo con quella sua falsa tranquillità. L’Oscuro Signore lo fissò per quello che sembrò un attimo eterno e proprio mentre stava per scagliare un’altra maledizione contro il ragazzo, si accorse che un gruppo di Mangiamorte, pronto ad attaccare, si era posizionato furtivamente alle spalle di Harry senza che lui se ne accorgesse.. Piton fu un fulmine brandì la sua bacchetta e schiantò il gruppo di mangiamorte alle spalle del ragazzo in men di un secondo.
“Severus!” gridò Lucius Malfoy seguito a ruota dalla Lestrange e da Zabini “Che diavolo pensi di fare?” disse afferrandolo per il braccio
“Il nostro Signore aveva detto di non intervenire, Potter è suo dimenticate, ho solo eseguito un ordine e protetto ciò che deve essere suo!” disse Piton serafico senza far trasparire la minima emozione e strattonando la presa di Malfoy.
Voldemort si voltò verso Piton e lo fissò.
“Severus!” sibilò piano “Da quando sei così solerte nel far rispettare i miei ordini?” gli chiese mentre con uno sguardo assassino lo trapassava da parte a parte
“Da sempre mio Signore!” rispose Piton che si rese subito conto che Voldemort non aveva creduto a quella balla.
“Davvero, allora non ti dispiacerà se controllo gli ultimi incantesimi fatti dalla tua bacchetta?” gli domandò aprendo la mano e facendo gesto di passargliela.
Harry rabbrividì, sapeva che da lì a poco Voldemort avrebbe scoperto che Piton lo aveva aiutato poco prima restituendogli la bacchetta persa… cosa fare?
Piton consegnò la sua bacchetta e dopo essere stata interrogata con un incantesimo Revelo,Voldemort sorrise “Severus, mio caro, ma come ho fatto a dubitare di te e della tua lealtà?!” chiese buffamente mentre restituiva la bacchetta al Mangiamorte. Harry tirò un sospiro di sollievo, il professore doveva per sicurezza aver cancellato dalla memoria della bacchetta quell’operazione… “Grande! C’è mancato poco!” pensò Harry mentre Voldemort ritornava verso di lui.
“Però…!” gridò ad un tratto Voldemort girandosi di scatto verso il professore “Vorrai scusarmi se ti rendo innocuo per le prossime ore… sai tanto per essere sicuri!” e così dicendo con un semplice gesto della sua bacchetta fece volare il professore contro il muro in fondo alla sala. Piton preso alla sprovvista picchiò violentemente la testa e svenne mentre un rigolo di sangue cominciava a rigargli il viso.
Harry sussultò a quella scena, Voldemort se ne accorse e guardandolo sibilò con tutta la cattiveria possibile “Ora, sei proprio da solo Potter! Non c’è più neanche il tuo caro professore ad aiutarti di nascosto!”
“Caro è una parola grossa!” disse Harry cercando di mascherare la preoccupazione “Costatavo che la tua ferocia non guarda in faccia a nessuno, neanche ai tuoi servi più fedeli!” mentì
“Ah ah ah ah! Come attore non sei un granchè Harry, mi ritieni tanto stupido? Anche se Severus ha cancellato gli incantesimi fatti, so accorgermi quando un mio mangiamorte mi mente, ricordi so leggere nel pensiero… ma questo non ha tradito Severus, è molto bravo a schermare i suoi pensieri, in fondo gliel’ho insegnato io… ciò che l’ha tradito è stato lo sguardo che ti ha rivolto per vedere se ti aveva colpito dopo aver schiantato i suoi compagni… quello lo ha tradito… si è preoccupato per te!”
Harry ormai non aveva più dubbi, Voldemort sapeva del tradimento di Piton, ma allora perché non lo aveva ancora ucciso?
“Se sei tanto sicuro del suo tradimento perché non l’hai ucciso?” chiese Harry fingendo di essere compiaciuto all’idea
“Perché prima voglio finire te e dopo divertirmi a torturare e uccidere lui!” rispose con un ghigno mentre tutti i mangiamorte applaudivano e fischiavano all’idea. “Lo ucciderò e mi prenderò la sua anima, proprio come per tutti gli altri…!”
“Non sapevo collezionassi anime!” disse Harry senza distogliere lo sguardo da Voldemort
“Oh bhè è un hobby, sai c’è chi colleziona francobolli io colleziono anime e mi nutro della loro disperazione… vuoi vederle?”
Harry rabbrividì, l’ultima cosa che avrebbe voluto vedere era proprio un’anima disperata “Se proprio devo!” rispose fingendo un certo menefreghismo
Voldemort non si fece attendere pronunciò una maledizione e poco dopo orrende grida di disperazione e lamenti lancinanti spezzarono il silenzio della sala. Il petto dell’oscuro signore, rimasto nudo per l’occasione, si agitava come se al suo interno ci fossero esseri viventi che spingevano per fuoriuscire. Harry vedeva distintamente visi, mani e piedi che premevano e deformavano la pelle del mago mentre voci di uomini, donne e bambini straziati dal dolore rimbombavano intorno a lui. Il ragazzo era pietrificato, non aveva mai visto ne udito niente di più orribile, tutti quegl’esseri imprigionati in un limbo di perenne dolore, angoscia e acuta disperazione.
Un unico, acuto lamento che pulsava instancabile stava trapanando la mente di tutti i presenti eccetto per Voldemort che sorrideva compiaciuto. Era come se tutte quelle anime stessero chiedendo a gran voce che qualcuno li aiutasse, che qualcuno li liberasse e cocedesse loro la pace. Poi così com’era venuto, all’improvviso tutto cessò.
“Che dici riprendiamo il nostro duello” gli chiese Voldemort secco con un mezzo sorriso
Harry non parlò, lo guardò fisso, deglutì piano e stringendo forte la sua bacchetta si preparò alla battaglia.

“E’ strano!” disse Silente “Solitamente posso comunicare con Severus mentalmente, ma ora non mi riesce… è come se…” poi si bloccò facendo un profondo respiro “Fosse morto!” affermò con un filo di voce.
“Credi che lo sia?” chiese Minerva McGranitt spaventata
“Spero di no, mia cara Minerva, spero di no!” le rispose il preside
“Albus, ma non possiamo fare proprio nulla per cercare di aiutare Harry?” chiese nuovamente il Sig. Weasley
“No, purtroppo non sappiamo dove si trovi, Draco non è riuscito a scoprire in quale dei castelli di suo padre si trovassero… sono talmente tanti che ci vorrebbe troppo tempo per visitarli tutti.”
“Dobby!” gridò all’improvviso Hermione “Professore Dobby, potrebbe saperlo, se gli descriviamo la sala e le segrete magari saprà dirci di quale castello si tratta… in fondo ha lavorato per i Malfoy per anni prima che Harry lo liberasse!”
“Ottima idea signorina Granger!” e così dicendo fece chiamare Dobby che arrivò poco dopo.
“E’… è permesso?” chiese l’elfo con la vocina stridula
“Vieni Dobby, accomodati!” gli rispose Silente sorridendogli e indicandogli una sedia dove potersi sedere
“Dobby ha commesso qualche errore signore? Dobby ha pulito male?” chiese in panico l’elfo “La prego non cacci via Dobby, signore, Dobby è felice di poterla servire!” continuò con le lacrime agli occhi
“Dobby nessuno ti stà rimproverando per niente e nessuno ti caccerà mai via!” disse veloce Silente “Sei stato chiamato perché abbiamo bisogno del tuo aiuto!”
Il viso dell’elfo domestico s’illuminò “Oh Signore, Dobby è onorato di poterla aiutare, signore, cosa può fare Dobby per voi?” chiese euforico
Silente si fece serio e disse “Dobby, Harry è prigioniero in uno dei castelli di Lucius Malfoy, ma non sappiamo quale… al momento è da solo e stà combattendo contro Voldemort.. Hermione ti racconterà cosa ricorda delle segrete e della sala grande, ti prego di fare uno sforzo e provare a ricordare di quale castello si tratti!”
Dobby rimase pietrificato, il sorriso di poco prima si congelò sul suo viso “Ha…rry Po…tter prigioniero!” sussurrò “Oh che disgrazia… che sciagura… insieme all’Oscuro Signore…” disse cominciando a sbattere la testa contro il metallo del letto di Draco.
“Dobby ti prego!” gridò Hermione “Ascoltami e cerca di ricordare!”
La ragazza raccontò nei minimi particolari tutto ciò che ricordava ma non sembrava che il piccolo elfo riuscisse a venirne a capo… “Troppo uguale… troppo uguale a tanti, le segrete puzzano di muffa… ce n’è tanta… e i lampadari sono sempre così…” Dobby guardò sconsolato Hermione e Silente “Dobby non riesce, Signore, troppo uguali gli indizi…!”
Hermione si accasciò nuovamente sul letto e ricominciò a piangere.
Silente sorrise all’elfo e lo rassicurò. Poi tutto d’un tratto Dobby disse “Però… Dobby può andare dai vecchi amici elfi a Malfoy Manor a chiedere dove può essere!”
Silente fece un cenno d’approvazione con il capo e con uno schiocco di dita Dobby sparì.
L’elfo riapparì poco dopo alla tenuta ufficiale dei Malfoy, come previsto non c’era nessuno… solo una cupa e tetra atmosfera.
“Dobby!” urlò una vocina dietro di lui
“Tipy!” rispose l’elfo guardando un vecchio compagno di lavoro
“Che fai tu qui?”
“Dobby, venuto per cercare Sig. Malfoy!”
A quelle parole l’amico rabbrividì e si ritrasse “Noooooo, Dobby, oggi non buono per disturbare padrone… lui molto preso… ci sono suoi amici, non puoi… vattene!”
“Dobby deve vedere Sig. Malfoy ora!” disse risoluto l’elfo
“No Dobby, ucciderà te e… me… via via presto lui potrebbe salire e vedere te!”
“Salire?” chiese Dobby “Ma allora… lui è qui!”
L’amico cominciò a balbettare e ad agitarsi come un pazzo “Noooo, lui qui ma non qui, lui fatto incantesimo, nessuno può scendere nelle segrete… ne salire tranne noi… Dobby L’Oscuro Signore è qui!”
“Tipy, Harry Potter è qui… è in pericolo… Dobby scendere ad aiutarlo!” disse l’elfo avvicinandosi alla scala che conduceva alle segrete e alla sala grande
“Noooooo Dobby non può, Dobby verrà ucciso, ora che Dobby è libero, perché vuole tornare e morire?”
“Dobby vuole aiutare suo amico Harry Potter!” e così dicendo scansò l’amico elfo e cominciò a scendere piano la scala che portava alla sala.

Capitolo 21°: Il duello – III parte

“Potter! Ti fa male!” gridò Voldemort mentre una freccia appuntita trapassava la spalla di Harry
Il ragazzo lanciò un gridò disumano ma riuscì a pronunciare “Dardo invanesco!” e la freccia sparì lasciando solo una brutta ferita sanguinante.
Harry sentiva il sangue colargli per il braccio sinistro, il dolore era indicibile ma si fece forza e si rimise in posizione da combattimento.
“Non vuoi proprio arrenderti! Risparmiati di soffrire, lascia che io ti uccida… perché sei così ostinato? Perché vuoi essere torturato?” gli chiese Voldemort con un ghigno
“Non mi arrenderò MAI!” gridò Harry mentre schivava per un pelo un’incantesimo congelante.
“Potter sono davvero stanco e poi mi è venuta fame… finiamola una volta per tutte!” sibilò Voldemort guardandolo “Nebula Confundus!” gridò e una fitta coltre di nebbia comparve nella sala impedendo a chiunque di riuscire a vedere anche il proprio vicino.
Harry indietreggiò sino ad appoggiarsi ad una delle colonne presenti nella sala, non riusciva a vedere più in là del suo naso, per la prima volta ebbe davvero paura.
“Harry!” sussurrò una voce poco distante da lui. Il ragazzo spaventato non rispose.
“Sono io Harry, Draco… sono venuto a prenderti!”
“Draco… ma come… come fa ad essere qui?” si chiese il ragazzo tra il sospettoso e l’agitato
“Madama Chips e Silente mi hanno medicato e poi sono tornato a prenderti… dai vieni scappiamo!”
“Non può essere Draco, non c’erano altre passaporte” pensò Harry “Porca puttana non si vede nulla, non so dove andare!”
“Vieni da me… segui la mia voce e ti porterò fuori di qui… dai forza vieni!” sussurrò nuovamente la voce.
Harry si staccò dal ruvido appiglio e con le braccia porte in avanti cercò di andare dalla parte opposta di dove proveniva la voce dell’amico ma all’improvviso una mano fredda lo afferrò al collo sollevandolo da terra “Finalmente vicini Harry!” esclamò la voce cambiando improvvisamente tono.
La nebbia sparì in un secondo e la scena che apparve agli occhi dei mangiamorte li fece gridare di gioia ed esultare come matti. Voldemort in piedi nel centro della sala, reggeva Harry per il collo a un metro d’altezza, la bacchetta direttamente puntata al cuore del ragazzo.
“Peccato che debba finire così!” disse l’uomo mentre stringeva la presa intorno alla gola di Harry che cercava disperatamente di liberarsi.
“Proprio un peccato, che tu debba essere così cocciuto, così puro di cuore… ma sai che faccio ora, te lo spezzo questo cuore!” sorrise Voldemort
Harry chiuse gli occhi, Voldemort lo stava strozzando, sentiva che stava per perdere le forze... “Aiuto… soffoco!” pensò Harry ma all’improvviso una forza pari alla furia del mare in burrasca colpì Voldemort allo stomaco, facendolo indietreggiare. L’Oscuro Signore colto di sorpresa fece cadere il ragazzo che inspirò profondamente accasciandosi a terra. I mangiamorte erano basiti chi aveva osato colpire il loro Signore?
“Chi ha osato?” gridò Lucius Malfoy “Tu, piccolo essere, come ti sei permesso?” rincarò Bellatrix indicando la porta mentre entrambi si incamminarono minacciosi verso Dobby che si trovava all’entrata della grande sala.
Harry raccolse la bacchetta che nella collutazione con Voldemort gli era caduta poco distante, si voltò verso l’Oscuro Signore che ancora cercava di riprendersi dal colpo infertogli dall’elfo. Poi veloce guardò Dobby, Lucius Malfoy e Bellatrix Lestrange, lo avevano chiuso in un angolo. Harry si alzò, anche se a fatica, puntò la sua baccheta e recitò “Separa!” i due mangiamorte vennero scaraventati lontano dal piccolo elfo che nel vedere Harry sano e salvo di nuovo in piedi, sorrise.
Harry lo ringraziò con un movimento della testa e gli fece cenno di andarsene e portare con sé il professor Piton. Dobby obbedì, corse verso il professore che giaceva ancora esanime a terra ma aimè fu colpito da un incantesimo congelante da Astor Zabini.
Dobby si congelò all’istante accanto al professor di pozioni.
Harry si voltò di nuovo verso Voldemort, l’uomo non c’era più, si rigirò di scatto ma non abbastanza velocemente da schivare un colpo allo stomaco che lo fece volare ancora contro la fredda e granitica parete della sala.
“Harry pare che tu sia molto fortunato… c’è sempre qualcuno che arriva a salvarti la vita all’ultimo minuto!” ghignò Voldemort guardando l’elfo congelato
“Petrificus totalis!” gridò Harry
Ma Voldemort fu più veloce e schivò il colpo.
“Sciocco!” gli gridò il Signore Oscuro mentre si avvicinava “Per chi mi hai preso per un maghetto alle prime armi! “Inflamare!” urlò puntando la bacchetta su Harry
Una lunga lingua di fuoco si diresse a tutta velocità verso il ragazzo che prontamente rispose “Glacio!” riuscendo a fermare la fiamma che cadde a terra ghiacciata.
Voldemort era colpito da quanti incantesimi e controincantesimi conoscesse Harry, in fondo era un ragazzo di soli 17 anni eppure poteva vantare una conoscenza superiore a quella di tutti i suoi esperti mangiamorte.
“Frusta innerva!” gridò Voldemort e Harry si sentì colpire violentemente da qualcosa che librava nell’aria di fronte a lui. Era la frusta che poco prima era stata usata per punire Draco, Harry fu colpito da un paio di fendenti prima di riuscire a sussurrare “Scudo sempra!” e riprendere fiato.
Un taglio profondo al sopraciglio destro e numerosi tagli al petto e alle braccia lo fecero gemere di dolore.
“Harry!” gridò nuovamente Voldemort “Quello scudo non ti proteggerà per sempre!” e così dicendo scagliò addosso al ragazzo la maledizione Avada Kedavra. Harry fu veloce a gettarsi all’indietro e schivarla per un pelo anche se questa lo ferì di striscio al fianco facendolo cadere a terra.
“Imago Invisibilum!” disse il ragazzo puntandosi addosso la bacchetta e sparendo all’improvviso.
“Ma bravo! Codardo! Ti nascondi… che fai riprendi fiato?” gridò Voldemort
Harry si trascinò facendo meno rumore possibile fin dietro una colonna, ansimando e gemendo per le ferite riportate. Stava perdendo molto sangue dal fianco. Chiuse gli occhi e fece due respiri profondi. Voldemort era nel centro della sala e continuava a sbraitare come un ossesso.
“Mi deludi, Harry, credevo avresti combattuto lealmente…!”
“Da che pulpito!”pensò Harry
“Vediamo se posso convincerti ad uscire di nuovo allo scoperto… Dissenno apparens!” gridò e una decina di dissennatori si materializzarono all’istante.
Harry sentì la loro presenza, un freddo glaciale si stava espandendo in tutta la sala. Anche gli altri mangiamorte non sembravano affatto contenti del loro arrivo.
I dissennatori guardarono il loro padrone che con un gesto indicò il professor Piton svenuto a terra.
Fu un attimo le dieci figure incappucciate circondarono l’uomo, con gesti lenti e meccanici si sporsero in avanti rivelando parte della loro figura putrida. Harry rabbrividì, i Dissennatori si stavano preparando a dare il famoso “bacio” a Severus Piton.
“Non posso permetterlo!” pensò Harry mentre sempre invisile si sporse dalla colonna e puntando la bacchetta recitò “Ecpecto Patronum!”. All’improvviso uno splendido cervo argentato apparve dal nulla e cominciò a galoppare nella direzione dei dissennatori facendoli scappare e smaterializzare. Voldemort era scioccato, non aveva mai visto un Patronus così potente e così ben fatto. Quel ragazzo era davvero una continua sorpresa.
Harry sorrise debolmente, suo padre era venuto in suo aiuto ancora una volta e dopo essersi imposto fiero agli occhi dei presenti sparì così come era venuto.
Il ragazzo guardò il professor Piton, giaceva ancora inerme a terra…fortunatamente illeso… invece Dobby non c’era più… “Probabilmente l’incantesimo di congelamento era temporaneo ed è riuscito a scappare!” pensò Harry mentre cercava di fermare l’emorragia al fianco che purtroppo non ne voleva sapere di rimarginarsi.
Poi all’improvviso una mano rude benchè ben curata lo afferrò e lo trascinò fino in mezzo alla sala.
Harry sdraiato a terra, con un piede che gli bloccava la mano che brandiva la bacchetta e un altro direttamente addosso che lo obbligava a stare fermo sentì la fredda voce di Lucius Malfoy dire “Il tuo sangue, non è invisibile Potter! Dovresti saperlo che se feriti… non siamo più invisibili!” dopodichè rise malignamente e recitò “Finite Incantatem!” facendo riapparire il ragazzo.

Hermione era agitatissima “Perché Dobby non torna?” chiese impaziente “Non gli sarà successo qualcosa?”
Proprio in quell’istante Dobby portato in braccio da un altro elfo comparve nel mezzo dell’infermeria.
Silente fissò l’elfo mentre questi depositava Dobby a terra.
“E’ morto?” chiese il preside
“No Signore, solo schiantato da un incantesimo di congelamento… io andare ora… solo venuto a riportare Dobby a casa!”
“Aspetta!” gridò Draco “Tipy sei tu?”
L’elfo si voltò e terrorizzato si inginocchiò a terra e cominciò a piangere “Perdoooono… perdonooooo signorino Malfoy, io non volere disubbidire, solo riportato Dobby a casa, avere detto a lui di non scendere, di non andare… ma Dobby non ha voluto dare retta a me, io spiegato che era pericoloso!”
“Tipy guardami!” disse dolcemente Draco “Non ti punirò, non ti farò nulla… dov’è mio padre?”
L’elfo non accennava a smettere di piangere, tremando riuscì a malapena a dire “Mi… mi ucciderà se sa che portato Dobby via dalla sala!”
“Professore!” gridò Draco “Harry è a casa mia, Tipy è uno degli elfi domestici di casa mia… sono a Malfoy Manor!”
Silente guardò l’elfo che singhiozzante era rannicchiato a terra “Tipy devi tornare al castello e aprire una passaporta per me!”
L’elfo lo guardò stralunato “Noooo Tipy non può… Tipy non deve… Colui che non deve essere nominato è là ed è molto arrabbiato!”
“Tipy hai visto Harry, Harry Potter?” chiese Draco
L’elfo annuì
“Come stava Tipy, dimmelo, era vivo?” continuò il biondino
“Tipy non sa se Harry Potter stà bene, molto sangue a terra… però vivo, lui in piedi quando Tipy preso Dobby vicino a uomo svenuto!”
“Quale uomo svenuto?” gridò Hermione “Non sarà il professor Piton?”
Silente annuì “Ora si spiega perché Severus non si sia messo in contatto con me!”
“Silente, possiamo smaterializzarci e andare là?” disse Arthur Weasley risoluto
“Noooooo!” gridò Tipy “Voi non ammessi… incantesimo senza perdono per chi arriva al castello!”
“Cooosa? Una maledizione su chi cerca di entrare al castello?” disse Mineva McGranitt allibita
Tipy annuì “Nessuno può venire ne andare… solo io può!”
“E’ per questo che ti ho chiesto di aprire una passaporta Tipy!” disse Silente un attimo dopo
L’elfo lo guardò terrorizzato poi guardò Draco, che lo fissava con un’aria supplichevole “Perdono!” disse e con uno schiocco di dita sparì.
“Nooooooooooo!” gridò Draco mentre Hermione si portava una mano alla bocca e gli occhi le si riempivano di nuovo di lacrime.

Capitolo 22°: Il duello – IV parte

“Allora Harry, vedo che la posizione non è delle più comode per te!” disse Voldemort avvicinandosi al ragazzo
“Lucius mio caro, ti ho mai detto che delle volte hai delle idee davvero brillanti!” continuò sorridendo a Malfoy senior. Lucius sorrise e premette la scarpa sulla ferita alla spalla sinistra di Harry che gridò dal dolore.
“Oh caspita Harry, non dirmi che ti fa male?” chiese Lucius ridendo.
“Bastardo!” gemette Harry mentre il dolore stava diventando così forte da fargli perdere i sensi
“Sai che ti dico signor Potter, credo che ora ti lascerò un po’ in compagnia dei miei mangiamorte… tranquillo non ti uccideranno, ti faranno solamente molto male, sanno che la tua morte dev’essere un mio privilegio!” ghignò Voldemort
“Lucius, Bellatrix, Astor volete per favore condividere con il Signor Potter alcuni di quei bei giochini di cui andate tanto fieri?” disse rivolgendosi ai tre mangiamorte
“Con molto piacere mio Signore!” rispose Malfoy liberando Harry dalla presa che lo bloccava a terra e dandogli un calcio nel fianco che lo fece rotolare nella sala.
“Non vedevo l’ora!” aggiunse Bellatrix avvicinandosi
“Non aspettavo altro, per colpa sua ho perso mia figlia!” concluse Astor Zabini impugnando la bacchetta
“Non capisco che cosa possa aver trovato in te, mio figlio, un Malfoy che fa amicizia con un Potter, a dir poco ridicolo… ma pagherai anche questo Harry, ti sei impicciato degli affari degli altri una volta per tutte… Acido Guttas” gridò a squarciagola
Harry, ancora dolorante, vide arrivare a tutta velocità miliaia di goccioline, le schivò in parte buttandosi di lato ma in parte colpirono i suoi Jeans cominciando a corroderli “Acido ivanesco” gridò veloce il ragazzo non prima però che alcune gocce raggiunta la sua pelle avessero cominciato pian piano a bruciarla.
Voldemort se la rideva a più non posso, trovava molto ingegnoso il trucchetto delle gocce d’acido, così sorrise a Lucius e gli fece un segno a dire Ok bravo, bel lavoro.
Harry stava impazzendo dal dolore alle gambe e a fatica riuscì a rialzarsi, era come se miliaia di spilli incandescenti si fossero conficcati nella sua pelle “Ahhhhhhhh!” gridò mentre stringendo forte la sua bacchetta ebbe la prontezza di riflessi di recitare “Impedimenta!” ed evitare che l’incantesimo d’acciecamento lanciato da Bellatrix lo colpisse.
Harry ansimava, era spossato da una guerra che non gli dava tregua su nessun fronte. Guardò i tre mangiamorte a qualche metro di fronte a lui, cercando di capire da quale di loro sarebbe partito il prossimo incantesimo… era già difficile tenere testa a uno di loro figuriamoci a tutti e tre insieme.
“Potter, non sai che soddisfazione è stata uccidere quel traditore di mio cugino… e poi dare la sua anima in pasto al mio Signore!” disse Bellatrix sorridendo sarcasticamente
“Pagherai per quello che hai fatto!” gridò Harry fissandola con odio
“Ma davvero!” rispose lei ricambiando lo sguardo “E sarai tu a farmela pagare?”
Il labbro di Harry tremò, la rabbia stava di nuovo facendosi strada dentro di lui, il solo ricordo di quel maledetto giorno gli faceva sentire un enorme fitta al cuore. “Devo stare calmo!” si disse il ragazzo mentre a fatica si tratteneva dallo scagliare una maledizione senza perdono contro la donna. “Non devo fare il loro gioco, cercano di provocarmi e distrarmi! Harry calma… calma!” pensò fra sé senza mai staccare gli occhi dal trio.
“Povero Sirius Black, imprigionato ad Azkaban ingiustamente per dodici anni, fuggiasco per obbligo e poi martire in nome della causa suprema di Albus Silente!” continuò Bellatrix “Mi fa quasi pena sai!?”
“Zitta!” ruggì Harry “Non sei neanche degna di pronunciare il loro nome!”
“Silente è un vecchio pazzo Potter e presto farà la stessa fine del tuo caro Sirius!”
“Questo è da ved…” aveva cominciato a rispondere Harry quando all’improvviso sentì il terreno sotto i suoi piedi sciogliersi e sparire. Harry vi sprofondò fino all’altezza del collo, il pavimento si era liquefatto e al suo posto si erano formate delle sabbie mobili che lo stavano risucchiando implacabili verso il fondo.
Voldemort e Astor Zabini commentarono allegramente quanto sciocco fosse quel ragazzo così facilmente influenzabile, senza accorgersi però che Harry, anche se a fatica riuscì a dire “Rena Potter Expulgo!” e in meno di un secondo si sentì spingere verso l’alto fuori dalla pozza di sabbie mobili che ormai lo avevano quasi sommerso.
Zabini applaudì sorridente “Potter mi sorprendi, mai nessuno è uscito vivo dalle mie sabbie mobili! Pochi conoscono l’unico controincantesimo veramente efficace!”
“Ho avuto un bravo insegnante!” gemette Harry
“Cecitax Tempora!” gridò nuovamente Bellatrix. Il suo incantesimo questa volta colpì in pieno il ragazzo che a causa del volo giaceva ancora a terra. All’istante le figure diventarono sfuocate sino a scomparire completanmente lasciando solo nero ovunque. Lo sguardo perso nel vuoto e i suoi begli occhi opachi non lasciavano dubbi… Harry era diventato cieco. La mangiamorte rise di gusto soddisfatta.
“Fantastico!” gridò Voldemort a quella vista complimentandosi con Bellatrix abbracciandola “Non avrei potuto fare di meglio! Che mi dici Potter possiamo dare un taglio alla cosa o vuoi continuare?”
Harry non rispose, a tentoni aveva recuperato la sua bacchetta ed ora cercava di capire, affinando gli altri sensi a sua disposizione, da dove provenissero le voci di Voldemort e degli altri mangiamorte. Quand’ecco che senza farsi sentire ne vedere, puntata la bacchetta sul ragazzo Caroline Zabini recitò “Cecitax Ivanesca!” e Harry riacquistò la vista immediatamente benchè un intenso bruciore agli occhi lo facesse lacrimare dal male.
“Riesco a vedere… Chi può avermi aiutato, Piton è svenuto!?” pensò il ragazzo. Si guardò intorno lentamente e poi con suo grande stupore vide una donna in un angolo a cui calde lacrime stavano solcando il bel viso che gli fece un debole sorriso. Era stata lei, la moglie di Astor Zabini lo aveva aiutato… “Grazie!” le disse lui mentalmente.
“Hai salvato la mia Blaise! Ti dovevo un favore!” rispose lei prima di volgere lo sguardo altrove.
Fu proprio in quel momento, mentre Voldemort continuava a complimentarsi con i suoi fedeli servitori, che Harry abbassando lo sguardo vide accanto a se il suo zainetto, estrasse veloce una delle pozioni preparate dal professor Piton e con tutta la forza di cui ancora disponeva infranse a terra l’ampolla, chiudendo velocemente gli occhi.
Una nuvola viola, spessa e maleodorante oscurò la vista a tutti i presenti consentendo a Harry di recarsi dal Professor Piton, trascinarlo a fatica lontano dagli altri mangiamorte e coprirlo con il mantello dell’invisibilità di suo padre.
“Potter, che giochini sono questi?” chiese Voldemort irritato
“Signore, non vediamo!” gridò Zabini
“Lo vedo anch’io che non vediamo, c’è del fumo viola che ce lo impedisce!” rispose sarcastico
“No, mio Signore, il fumo è sparito, io non la vedo, ho un velo viola sugli occhi che me lo impedisce!” disse Lucius
“Complimenti Potter, pan per focaccia, cieco tu, cieco io!”
“Errore, tu sei cieco, io no!” gridò Harry mentre si avvicinava pian piano a Voldemort
Per la prima volta l’Oscuro Signore, sentì la paura scorrergli nelle vene. Quel ragazzo era riuscito ad accecarlo, sebbene momentaneamente.
“Stupeficium!” gridò Harry puntando la bacchetta contro Malfoy, la Lestrange e Zabini che caddero a terra schiantati.
“Harry, non vorrai uccidermi in queste condizioni, senza che io ti possa guardare in faccia?” chiese subdolo Voldemort
“Non ho bisogno di guardarti in faccia per ucciderti Voldemort! Il tuo viso mi perseguita da ormai sette anni, non c’è un singolo tuo lineamento che io non conosca a memoria!” rispose il ragazzo che zoppicando aveva raggiunto il Signore Oscuro.
“Bhè allora lascia che ti ricordi che noi serpenti non possiamo venire accecati completamente, la nostra cornea è più spessa e non si presta a questi giochetti con il fumo, se non per un breve momento!” aggiunse Voldemort afferrando Harry e guardandolo fisso negli occhi prima di scaraventarlo di nuovo a terra. I mangiamorte ancora seduti esultarono, sebbene ciechi, riuscivano a percepire l’ira e la maestosità del loro Signore.
“Potter, è ora che tu vada a salutare mamma e papà!” disse puntandogli addosso la bacchetta.
“Expelliarmus!” gridò Piton che senza che nessuno se ne accorgesse, coperto dal mantello del l’invisibilità, si era finalmente svegliato.
Voldemort vide schizzare la sua bacchetta in fondo alla sala, si voltò verso il professore di pozioni e disse con una smorfia di rabbia sul viso “Come immaginavo Severus mi deludi, credevo che la sorte del figlio di James Potter non ti stesse così a cuore!”
“Invece mi stà a cuore, lascialo stare!” gridò Piton
“Come osi dare degli ordini a me, tu, piccolo patetico uomo!” gridò Voldemort mentre Harry strisciando riuscì a recuperare la sua bacchetta.
“Per troppo tempo ho permesso alla paura di soggiogarmi a te… ora non te lo permetterò mai più!”
“Davvero? Accio Bacchetta!” gridò L’oscuro Signore prima che Piton potesse parlare.
Harry realizzò immediatamente cosa sarebbe accaduto dopo, guardò Piton e gridò “Si sposti, scappi, si smaterializzi!” ma il professore sembrava pietrificato e non si mosse.
Come al rallentatore Hary sentì Voldemort pronunciare “A.v.a.d.a. K.e.d.a.v.r.a!” e un fitto fascio di luce verde dirigersi verso Severus Piton. Harry puntò la sua bacchetta sul fascio di luce e disse “Tempus Fermus!” pregando con tutte le sue forze che quell’incantesimo imparato all’ultimo momento funzionasse… e così fu, la luce si fermò a meno di una spanna dal corpo immobile del professore, Harry gli diede una spinta spostandolo di lato e con altrettanta velocità al suo posto recitò “Revolta incantatem!”.
Quando il tempo e la vita ricominciarono a scorrere normalmente, la maledizione senza perdono che Voldemort aveva lanciato rimbalzò come impazzita tornando verso il suo padrone che venne colpito di striscio cadendo a terra sanguinante e dolorante. Ciò però non bastò a piegarlo, Voldemort si rialzò e con doppia se non tripla intensità scagliò la medesima maledizione di nuovo, prima su Piton, che buttandosi a terra riuscì a smaterializzarsi appena in tempo per schivare il colpo, poi sul ragazzo.
“Questa è la sorte che aspetta tutte le persone che ami!” gridò furibondo “Moriranno e poi la loro anima resterà con me per sempre…”
Harry era proprio sulla direzione del colpo, puntò la bacchetta, inspirò profondamente e con tutto il fiato che aveva in gola urlò “No, bastaaaaa!”. Un fascio di luce bianca potentissimo si sprigionò dall’estremità della sua bacchetta andandosi a scontrare con il fascio di luce verde che proveniva dall’altra parte. L’impatto fu incredibile, l’energia sprigionata era immensa, fece esplodere tutti i lampadari rimasti e schiantò tutti i mangiamorte presenti. Voldemort era contratto in una smorfia di rabbia mentre Harry stava dando fondo a tutte le energie che gli restavano in corpo. Sembrava che la cosa sarebbe potuta continuare all’infinito, sia Harry che l’Oscuro Signore non davano segni di cedimento, anzi pian piano la potenza che entrambi impiegavano raddoppiava.
Piton era senza parole, riapparso poco distante osservava la scena immobile, Potter era circondato da un’aura di energia mai vista prima, neanche tra i più potenti maghi mai esistiti che lui ricordasse, Voldemort invece era completamente circondato da una luce verde pulsante. “Muori!” gridò il viscido essere dando più potenza al suo fascio di luce.
Harry non rispose, chiuse solamente gli occhi concentrandosi di più… all’improvviso la luce bianca si fece più intensa, cominciò a farsi strada, lentamente avanzava… stava mangiando quella verde, la respinse sino a farla rientrare nella bacchetta che l’aveva scagliata.
Fu allora che il fascio di luce bianca attraversò la bacchetta di Voldemort colpendolo in pieno petto e facendolo schiantare violentemente contro una colonna della sala. La bacchetta del mago oscuro esplose in mille pezzi mentre lui continuava a contorcersi dal dolore. Voldemort in preda a spasmi acuti guardò Harry e allungando una mano nella sua direzione gridò “Non ce la farai Potter, sono parte di te… non puoi sconfiggermi… tor..nerò!”
“Non credo!” gridò Harry mentre la sua bacchetta scagliava un ultimo colpo contro l’Oscuro Signore che dopo aver emesso un ultimo lacerante grido smise completamente di muoversi e cadde a terra.
Harry ansimante abbassò la bacchetta, spossato da una tale lotta furibonda guardò il professore che a sua volta lo fissò incredulo e senza dire una parola cadde sulle ginocchia e si accasciò al suolo. Non c’era un centimetro del suo corpo che non lo facesse impazzire dal dolore. Alcune delle ferite riportate durante il duello erano molto brutte e non accennavano ad arrestarsi dal sanguinare. Harry sentiva le forze venirgli meno, il professor Piton gli si avvicinò e sussurrò “Resisti Potter, tra poco saremo a Hogwarts!”, ma Harry non sentì mai quell’affermazione… il suo braccio gli scivolò inerte dal petto sotto lo sguardo terrorizzato di Piton.
“Harry, resisti, non mollare proprio adesso!” gridò il professore che stringendolo forte attivò la passaporta che aveva in tasca.
Un attimo dopo Severus Piton, sorreggendo un Harry Potter privo di conoscenza, a prima vista morto, apparve in infermeria sotto gli sguardi scioccati di tutti i presenti.

Capitolo 23°: Cosa ti hanno fatto!

Il professor Piton era fermo in mezzo all’infermeria e reggeva il corpo inerme di Harry.
Il ragazzo era davvero conciato male, dal braccio ferito che penzolava senza vita colava senza sosta un rigolo di sangue che ormai aveva creato sul pavimento una piccola pozza.
“Severus!” disse Silente risoluto avvicinandosi all’amico
“Harry!” disse Hermione con un filo di voce che le morì in gola a quella vista
“Harry ti prego noooo!” balbettò Draco mentre Ginny disperata lo abbracciava e cominciava a piangere sulla sua spalla. Ron e Blaise erano pietrificati, guardavano l’amico e non riuscivano neanche ad emettere un suono.
“Albus… io non sono riuscito a...” provò a dire il professore ma una fitta tremenda alla tempia lo fece barcollare. Silente e Arthur Weasley lo soccorsero e lo aiutarono a sdraiarsi dopo aver deposto Harry su un letto.
Madama Chips corse immediatamente a soccorrere il ragazzo che senza ombra di dubbio era quello più grave. “Mio Dio! Guardate cosa gli hanno fatto!” disse vedendo le ferite sul corpo dopo avere fatto sparire con un incantesimo i vestiti lacerati.
Hermione scoppiò a piangere “Madama la prego, lo aiuti!” sussurrò mentre Molly Weasley l’abbracciava dolcemente
Madama Chips, fermò immediatamente l’emorragia al fianco, fece delle flebo per stabilizzarlo e recitò un incantesimo per tenere sotto controllo pressione e battito cardiaco “Chissà cosa diavolo gli hanno scagliato addosso per procurargli questa ferita?” chiese con un brivido nella voce.
“Temo sia l’Avada Kedavra!” rispose Silente
“Coosa? Ma come ha fatto a sopravvivere?” chiese Fred allibito pallido come non si era mai visto
“Harry è potente al di là di ogni aspettativa!” rispose il preside
“Già talmente potente che ora è sdraiato morente in quel letto!” ribattè Hermione scoppiando a piangere nuovamente.
“Cara Hermione, se non lo fosse stato… ora non sarebbe li sdraiato!” le rispose la McGranitt stringendole la mano in segno di conforto
“Gli hanno conficcato qualcosa nella spalla trapassandola da parte a parte, è un miracolo che non gli abbiano staccato il braccio!” disse Madama Chips mentre medicando la ferita una lacrima le cadeva silenziosa sulla guancia “Animali!”
“Albus, credo che ce l’abbia fatta…” sussurrò piano Piton
“Cosa, cos’ha detto?” chiese Arthur Weasley “Ce l’ha fatta a fare cosa?”
Silente fece un mezzo sorriso e rispose “Pare che Harry ci abbia salvati per la seconda volta, proprio come diciassette anni fa!”
“Albus non vorrai dire che… Harry è riuscito a… uccidere Tu sai chi?” chiese l’uomo incredulo
“VOLDEMORT!” gridò Piton gemendo “Chiamiamo quel pazzo assassino con il suo nome” disse il professore di pozioni prima di svenire
Arthur era allibito guardava Silente con gli occhi stralunati mentre quest’ultimo con abili movimenti medicava Piton.
“Caro Arthur pare che così dica Severus, ci faremo raccontare non appena si sveglia!” lo rassicurò Silente prima di venire interrotto da Madama Chips.
“Albus, guardi Potter ha le gambe ferite da qualcosa che sembra acido… venga qui mi aiuti a capire… non so come medicarlo!” disse Madama chips sconvolta. Il preside si avvicinò e annuì “Acido Guttas!” disse “Harry deve in parte essere riuscito a proteggersi con un controincantesimo che forse però non è bastato! Non si preoccupi Madama, grazie al suo unguento per le bruciature a Harry non resterà neanche una cicatrice”. La donna annuì e cominciò a stendere un sottile velo di unguento sulle ferite del ragazzo.
“Ma è pazzesco!” gridò Ron “Gli hanno lanciato addosso dell’acido?!”
“E non solo quello a giudicare dalle ferite!” rispose secca Madama Chips “Devono averlo anche frustato come con Draco e… oh cielo!” scattò la donna “Ha subito un incantesimo d’acciecamento! Guardate le sue pupille!”
“Cecitax Ivanesca Totalis!” gridò Madama Chips “E’ bene rimuovere tutto l’incantesimo altrimenti, a lungo andare, potrebbe procurargli seri problemi agli occhi, sino a portarlo alla cecità!”
“Nooooo! I suoi occhi… ti prego Signore, fa che non sia successo niente, lascia che possa vedermi ancora e che io possa rivedere il suo amore attraverso quel suo sguardo fantastico!” pregò Hermione sentendo quelle parole.
Harry era pallidissimo, la ragazza lo fissava, era così indifeso in quel letto. Una lacrima le rigò la guancia e ben presto un’altra e un’altra ancora le fecero compagnia. Non riusciva a smettere di piangere, Harry giaceva morente in un letto e lo aveva fatto per salvare tutti loro.
“Deve avere almeno 3 o 4 costole rotte a giudicare dagli ematomi che ha sull’addome… lo fascerò e aspetterò che si riprenda… solo allora potrò somministrargli la pozione aggiusta ossa” commentò fra sé una Madama Chips sempre più allibita dalle condizioni in cui versava il ragazzo.
“Per fortuna non ha subito lesioni agli organi interni… fegato, milza, polmoni, reni… sembra tutto a posto!” continuò mentre la sua bacchetta si muoveva rapida su tutto il corpo del ragazzo.
Poi all’improvviso un suono lungo e acuto rimbombò nella sala dell’infermeria facendo sobbalzare tutti i presenti.
“Ma che… diavolo succede!” urlò Madama Chips nel vedere Harry agitarsi “Sono convulsioni! Presto datemi quel pezzo di stoffa?” e in un batter d’occhio lo infilò in bocca al ragazzo per evitare che soffocasse.
“Biiiiiiiiiiiiiiiiiiiiippppppppppppppppp”
“Mio Dio che succede!” gridò terrorizzata Hermione
“Stai calma Hermione!” disse Draco afferrandola al volo “Lascia che Madama Chips si occupi di lui senza nessuno tra i piedi!”
“Draco, lasciami, lasciami… guardalo, Draco guardalo… stà morendo, perchèèèè?” gridò Hermione mentre cercava di liberarsi dalla presa del biondino finendo poi con l’accasciarsi a terra disperata
“Hermione, stai calma… Harry ce la farà!” le rispose il ragazzo abbracciandola forte
“Il cuore, si stà fermando!” sussurrò Ron con le lacrime agli occhi “Harry… ti prego non ci lasciare!”
“Innerva Battito!” gridò la Chips puntando la bacchetta dritta al cuore di Harry
Niente il Bip non accennava a spegnersi.
“Innerva Battito!” ripetè la donna aumentando la scarica elettrica emanata precedentemente
Ma ancora niente.
“Posso lanciarne ancora uno, Potter forza stia con me!” pensò mentre ripuntava la bacchetta al cuore del ragazzo
“Innerva Battito!” urlò per la terza volta ed un ultima e potente scarica colpì Harry
Ci fu una pausa di silenzio che sembrò durare in eterno poi “Bip… Bip… Bip… Bip… Bip…” il cuore riprese a battere regolarmente anche se in modo molto debole.
“Si, bene Potter, così da bravo, resti con me!” gridò Madama Chips continuando a recitare incantesimi per riuscire a stabilizzarlo.
“Oh cielo!” esultò Molly Weasley che per la paura aveva smesso di respirare per qualche secondo
“Siiiiiiii!” gridò Ron mentre abbracciava una Blaise in lacrime.
Madama Chips trafficò senza rivolgere la parola a nessuno per altri 30 minuti dopodichè finalmente si girò e si rese disponibile per dare delle spiegazioni.
“Madama come stà?” chiese Draco con un filo di voce
“Ragazzi è inutile che vi menta, ha perso molto sangue e ha ferite molto profonde sia al fianco che alla spalla, ha 4 costole rotte e 2 incrinate, bruciature e tagli su tutto il corpo. E’ scampato per un pelo a quest’arresto cardiaco, ora è stabile ma… La cosa che mi preoccupa di più è questa sua debolezza, Harry è un ragazzo forte e non l’ho mai visto in sette anni tanto debole. E’ come se gli avessero prosciugato l’energia vitale.” Rispose Madama Chips guardando i ragazzi.
“Si riprenderà?” chiese Hermione con voce tremante
“Lo spero signorina Granger, Harry deve superare la notte… è molto debole, non so se riuscirà! Deve aver sopportato uno sforzo immane che l’ha debilitato troppo. Un arresto cardiaco in un ragazzo così giovane non è assolutamente concepibile, non è normale capite? Nel suo corpo non c’è più un residuo di forza” le rispose la donna abbassando lo sguardo. “Dobbiamo sperare che ne trovi dell’altra… chissà dove non lo so!”
Nell’infermeria scese un silenzio quasi reverenziale. Ragazzi e i professori avevano sperato di ricevere notizie più confortanti… nessuno osava commentare quanto detto da Madama Chips che nel frattempo, staccatasi da Harry, andò a controllare il professor Piton.
Hermione guardò il suo Harry, prese una sedia, si sedette accanto a lui e tenendogli la mano cominciò a parlargli “Harry, so che puoi sentirmi” disse baciandogli la mano “Ti ricordi il giorno che ci siamo conosciuti, sul treno che ci portava ad Hogwarts, eri così gracile, così spaventato… ed io così saccente e piena di me… già allora però il tuo sguardo aveva qualcosa di speciale, faceva trasparire tutta la tua forza, il tuo coraggio e la tua dolcezza… Harry non ti ho mai veramente detto quanto la tua amicizia e ora il tuo amore mi abbiano cambiata, con te è tutto più bello, tutto più speciale, riesci a farmi sentire così bella e desiderata, mi fai salire così in alto che per guardare il paradiso devo abbassare lo sguardo… oh Harry ti prego, resta con me, non mi lasciare, hai lottato tanto per tutti noi, ora devi lottare un po’ per te, io lo farò da qui, standoti accanto… ma ti prego tu non mollare, non dargliela vinta. Ti prego amore mio, ci sono ancora così tante cose che possiamo fare insieme, resta con me, non mi lasciare!”
Il professor Silente si avvicinò alla ragazza, le mise una mano sulla spalla e dolcemente le disse “Non aver paura Hermione, Harry non rinuncerà mai a tornare da te e da tutte le persone che ama, continua a stargli vicino e vedrai che si sveglierà!”
La ragazza lo fissò con occhi lucidi e annuendo a quelle parole disse “Posso solo immaginare la sofferenza che deve aver patito in quella sala, da solo contro tutti, vorrei solo che per una volta potessimo fare noi qualcosa per lui… è da sempre che Harry si sacrifica e lotta per il bene di tutti, mettendo sempre da parte la propria felicità!”
Silente annuì e disse “Harry sapeva di avere un compito da compiere, non solo per il nostro bene ma soprattutto per il suo. Sapeva che presto o tardi avrebbe dovuto affrontare Voldemort, affrontare le sue paure e le sue debolezze… non per noi ma per se stesso. Le loro vite erano influenzate l’uno dall’altro, un’unica cosa, legati da una maledizione che li faceva vivere in una sorta di simbiosi. Ha fatto una scelta, sapeva a cosa sarebbe andato incontro, ma ha scelto per poter finalmente ottenere la libertà che gli spettava da diciassette anni.”
Hermione non rispose abbassò solamente lo sguardo e fissò nuovamente il ragazzo moro steso nel letto accanto a lei e pian piano ricominciò a sussurrargli dolci parole all’orecchio.
Harry non si mosse quella sera, come non lo fece nelle tre settimane successive. Ormai vegetava in un coma controllato da quasi un mese, senza il minimo movimento.
Hermione ogni giorno seduta accanto a lui, accarezzandolo e baciandolo continuò a parlargli per ore e ore di tutto, di lei, della scuola, degli esami, degli amici, di loro, soprattutto di loro e dei bei momenti trascorsi insieme. Finchè un freddo pomeriggio all’inizio di dicembre…
“No Ron! Si pronuncia Scudo Sempre non Scudo Sempra!” Disse la ragazza scocciata
“Hermione sono sicuro è “Scudo Sempra” la professoressa Figg ce l’ha insegnato due settimane fa!”
“Ti sbagli Ron… sono sicura!” continuò la ragazza
“Hermione hai torto… sono sicuro che Harry darebbe ragione a me!” disse il ragazzo scocciato
“Ah davvero, adesso glielo chiedo… amore Ron sostiene che per l’incantesimo di difesa con lo scudo si deve pronunciare Scudo Sempra?” chiese Hermione continuando a fissare Ron che sbuffando si era voltato dall’altra parte.
“Ha.. rag..io…ne!” rispose debolmente Harry guardandola
Hermione pietrificata si voltò lentamente “Harry” sussurrò mentre le lacrime cominciarono a rigarle il bel viso “Ti sei svegliato finalmente!” sorrise senza smettere di piangere
“Harry!” disse Ron singhiozzando “Ben tornato amico!”
“Scu..do Sempr…a …amore!” continuò debolmente il ragazzo.
Alla parola amore, Hermione cominciò ad esultare, a gridare, a ridere e piangere insieme, a saltare per tutta l’infermeria, abbracciò Ron, abbracciò Neville che ferito da una pozione era stato ricoverato due letti più in là, abbracciò Madama Chips richiamata dalle sue urla di gioia. Finalmente il suo Harry si era svegliato e nessuno poteva impedirle di gridarlo al mondo.
Dopo essersi riuscita a staccare da un’Hermione impazzita Madama Chips sorridente controllò il ragazzo “Finalmente signor Potter, ero un po’ stufa di vedere la signorina Granger accampare in infermeria!”
Harry sorrise alzando lievemente gli occhi al cielo
“Davvero!” Sbuffò Madama Chips ricambiando il sorriso
Hermione arrossì e poi abbracciò Harry con tale impeto che il poverino dovette chiedere aiuto per non morire soffocato.
Tutta la scuola seppe ben presto che Harry Potter si era svegliato. Non appena fu loro possibile Draco, Ginny e Blaise entrarono di corsa in infermeria e si precipitarono a salutare l’amico.
“Hey Potter, te la sei presa comoda… pensavamo che avresti dormito fin dopo gli esami!” gli disse Draco strizzandogli l’occhio
“Harry ben tornato!” disse la bella rossa stringendogli la mano
“Già, ci sei mancato… non vedevamo l’ora di frequentare con te le lezioni di smaterializzazione!” aggiunse Blaise sorridendo.
Harry fece loro cenno che stava bene anche se in realtà era come se lo avessero spezzettato in mille pezzi e poi rimesso insieme.
“State tutti bene?” chiese con un filo di voce
“Oh Harry!” singhiozzò Hermione “Non lo fare mai più, non provarci mai più a lasciarmi da sola!”
Lui la guardò e con uno sforzo immenso, accarezzandole la guancia, disse piano “Herm, questa volta era necessario!”
“Finalmente!” gioì Silente entrando nell’infermeria seguito dal professor Piton “Come ti senti Harry?” chiese il professore felice
Harry sollevò il pollice piano mentre una Madama Chips sbraitava “Lasciatelo stare… non vedete che è ancora molto debole… forza fuori, ho detto tutti fuori, potrete tornare a fargli visita domani, via rausss!” e così dicendo spinse tutti i ragazzi e i due professori fuori dall’infermeria.
“Ma caspita che zucconi!” continuò avvicinandosi al ragazzo che con uno sguardo complice le fece capire che aveva apprezzato il gesto. Madama Chips controllò nuovamente la flebo che Harry stava per terminare e sorridendogli con un filo di magone disse “Ben tornato Harry, abbiamo avuto tanta paura di perderti… fortunatamente non ci hai deluso neanche questa volta!”
Harry le sorrise e le strinse piano la mano in segno di affetto poi sussurrò “Grazie! Scommetto che ha avuto il suo bel da fare…!”
Madama Chips contraccambiò la stretta di mano e uscì lasciandolo tranquillo a riposare.

Capitolo 24°: Non ricordo!

La mattina seguente Harry stava molto meglio, riusciva a parlare senza fatica anche se sentiva un certo indolenzimento in tutto il corpo. Il fianco e la spalla gli davano ancora parecchio noia ma nulla a confronto di tre mesi prima. Gli amici erano come previsto già accampati fuori dall’infermeria e non appena ebbero autorizzazione di poter passare entrarono come dei tornadi nella sala.
“Come ti senti?” chiese Draco
“Bhè come dire, riposato! Mi sembra di aver dormito una settimana consecutiva” disse sorridendo
“A dir la verità è un po’ di più… quasi tre mesi!” lo corresse Ron
“Tre mesi?” chiese il ragazzo
“Sei rimasto in un coma controllato per quasi dodici settimane!” spiegò Hermione sorridendogli
“Coma? Accidenti dovevo proprio essere conciato male!” commentò
“Se ti stai chiedendo come diavolo hai fatto a riprenderti… la risposta ce l’hai davanti agli occhi!” gli disse Ron indicando una bella ragazza dagl’occhi color cioccolato.
“Già, in tutto questo tempo Hermione ti è stata vicina parlandoti tutti i giorni e Madama Chips è riuscita a curare quasi tutte le tue ferite!” gli spiegò Blaise
“Non dargli retta Harry, sei tu che hai deciso di guarire e tornare da noi, io ti ho solo dato un motivo in più per farlo!” disse Hermione mentre gli stringeva la mano
“Lo so! Ti sentivo Herm, ma non riuscivo a parlarti… ho sentito quasi tutto ciò che mi hai detto!” rispose il ragazzo stringendole forte la mano
Alla ragazza scesero due lacrime silenziose mentre annuiva felice.

Ormai erano passati tre giorni da quando Harry si era svegliato e le sue condizioni miglioravano velocemente.
Unico inconveniente erano degl’incubi terribili non molto chiari che lo perseguitavano durante la notte… Harry si svegliava più volte tremante e tutto sudato senza ricordare bene per quale motivo e riuscendo a prendere finalmente sonno solo alle prime luci dell’alba. Poi una mattina…
“Buongiorno!” disse Silente
“Buondì professore!” rispose Harry sorridente ma con occhiaie molto marcate
“Ho dovuto promettere a Madama Chips che non ti avrei fatto domande… però una te la voglio fare Harry… come ti senti?”
“Bene!” rispose il ragazzo sbadigliando
“No, voglio sapere se stai veramente bene o se c’è qualcosa di cui tu voglia parlare con me!”
“Stò bene professore!” sussurrò convinto il ragazzo “Vorrei solo capire come ho fatto a finire qui?”
A quelle parole Silente e gli altri lo guardarono allibiti.
“Scusa?” disse Ron
“Harry ma che dici?!” chiese Draco stupito
“Draco, non ricordo, sono caduto dalla scopa alla partita di Quidditch per caso?”
“Mi stai prendendo in giro vero?” gli chiese il biondino sempre più incredulo
“No, ricordo solo che Ron è caduto, il perché sia precipitato dalla finestra non lo ricordo, che ero con il professor Piton… ma poi niente!”
Draco a bocca aperta guardò il preside.
“Madama Chips!” la chiamò Silente “Dovrebbe gentilmente controllare la memoria di Harry, pare che stia facendo le bizze!” le disse preoccupato cercando di sdrammatizzare
“Tutto a posto!” disse la donna qualche minuto dopo aver fatto i soliti controlli di routine “Niente di strano, la tua memoria è perfetta, dovresti ricordare tutto quello che è succes…” ma non riuscì a finire la frase perché un Harry alquanto irritato disse “Ricordare cosa? Cosa diavolo è successo e perché non ricordo nulla?”
“Harry, calmati probabilmente è un modo di difesa che stà usando la tua mente per proteggerti, in fondo hai vissuto degli avvenimenti piuttosto intensi che forse al momento è bene che tu non ricordi!” gli disse Silente calmo
Ma il ragazzo non voleva calmarsi “Professore cosa ho fatto? Cosa è successo due mesi e mezzo fa per farmi restare in coma undici settimane?” chiese arrabbiato
“Ebbene…” iniziò Silente dolcemente “Hai salvato i tuoi amici e hai combattuto con Voldemort in un duello all’ultimo sangue che pare, dai racconti di Severus, tu abbia vinto!”
Harry non parlò più, la mascella gli si era paralizzata a mezz’aria. Guardò il preside con l’aria di chi stava valutando se gli era stata raccontata una balla “Non ricordo più nulla! Come ho fatto a dimenticare?” disse lasciandosi cadere di nuovo sul cuscino.
I ragazzi lo guardarono confusi, cosa cavolo poteva essere successo che da un giorno con l’altro Harry non ricordasse più nulla.
“Ti aiuterò a ricordare Harry, posso capire il tuo tentativo inconscio, ma dimenticare non ti farà stare meglio, devi invece ricordare e convivere con quello che è successo… quando te la sentirai ne parleremo insieme!” lo rincuorò il vecchio preside
Harry annuì mentre pensieroso si chiese nuovamente il perché volesse dimenticare e come facesse Silente a capire come si sentiva.
“Harry!” sussurrò Hermione “Non ti preoccupare ormai è finita! Non c’è più nulla da temere!”
Harry le sorrise e fece cenno di sì con la testa mentre il vecchio preside si diresse tranquillo verso l’uscita.
“Professore!” lo chiamò Harry “Ero con il professor Piton vero? Sta bene?”
“Si Harry… più tardi verrà a trovarti!”
“Venite insieme… per favore!” rispose il ragazzo
Silente fece un cenno con la testa e uscì dall’infemeria.

“Harry ti assicuro che hai fatto cose incredibili in quella sala almeno fino a che sono rimasto cosciente per vederle” Disse Piton guardandolo
“Perché poi che è successo?” chiese il ragazzo ansioso di sapere
“Voldemort ha capito che ero lì per proteggerti e mi ha colpito, ho perso conoscenza e tu te la sei cavata da solo sino a quando mi sono ripreso e ho visto il vostro scontro finale… mi hai salvato la vita Potter… “ disse tossendo imbarazzato il professore
“Io le ho salvato la vita?” chiese il moretto incredulo “Oh porca puttana… come posso aver dimenticato? oh mi scusi professore” disse svelto il ragazzo arrossendo
“Possiamo provare con la Dormiens Ipnosis” disse Piton guardando il ragazzo e Silente
“Cos’è?” chiese Harry
“E’ una pozione che ti aiuterà a rivivere quei momenti e a ricordarli… l’unica cosa però che essendo molto potente potrebbe farti rivivere certe emozioni provate non troppo piacevoli!”
”Sono pronto!” disse Harry “Voglio sapere, devo ricordare!”
“D’accordo allora non appena Madama Chips ti dimetterà ci vedremo tutti insieme al vecchio club dei duellanti, là potremo concentrarci senza essere disturbati.” Rispose Piton indicando il piano superiore.
La domenica successiva in tarda mattinata Harry fu dimesso dall’infermeria, ancora un po’ dolorante a causa del fianco e della spalla fasciati ma per il resto in gran forma. Quando fece il suo ingresso in sala grande per il pranzo fu accolto con grida, applausi e manifestazioni di stima da tutti gli studenti e professori presenti. Vistosamente imbarazzato da tanta manifestazione d’affetto Harry si andò a sedere al tavolo dei caposcuola dove i suoi amici lo stavano aspettando sorridenti.
“Che palle Harry, sei sempre il solito, non ce la fai proprio a passare inosservato?” gli disse Draco strizzandogli l’occhio e abbracciando Ginny che ridacchiava divertita.
“A quanto pare!” rispose il ragazzo rosso come un peperone
“Harry… Harry!” gridò Colin Canon “Ciao, finalmente! Come stai?”
“Bene Colin… grazie!” sospirò Harry
“Posso farti una fotografia? Andrà nel mio album privato… non vedo l’ora di farla vedere a mia mamma… ora che hai ucciso colui che non deve essere nominato… divent…!”
“Cos’hai detto?” chiese Harry brusco alzandosi e facendo cadere la sedia a quel movimento
“Cosa?” rispose Colin stupito da tanta irruenza
“Chi avrei ucciso?”
“Colui che non deve essere nominato!” rispose il ragazzo un po’ in panico
“Non dire sciocchezze Colin, nessuno può uccidere quell’essere tantomeno io!” e detto questo se ne andò lasciando tutti ammutoliti al tavolo.
“Harry aspetta, che ti succede?” lo rincorse Hermione afferrandolo al braccio
“Niente Herm, stò bene… scusami ma vorrei stare un po’ da solo!” disse dirigendosi verso la sua camera.
La ragazza annuì, preoccupata lo lasciò andare e fece ritorno al tavolo dagli altri
“Che succede?” le chiese Ron
Hermione scosse la testa senza rispondere
“E’ solo un po’ scosso per questa storia della memoria… stiamogli vicino senza stressarlo” disse Draco prendendo la mano di Hermione
“E’ strano, è come se ci fosse qualcosa in lui di diverso… questa storia lo stà logorando!”
“Dov’è andato?” chiese Blaise piano
“Non lo so credo alla torre est!”
“Andiamo da lui, distraiamolo un po’… vedrai che gli farà bene” le disse Ginny sorridendo
Hermione annuì e insieme agli amici s’incamminò verso l’uscita della sala grande.

Harry stava salendo le scale quando la voce del professor Piton, di Silente e di Madama Chips catturarono la sua attenzione. Aveva completamente dimenticato il loro appuntamento.
“Strano, che non ricordi!” disse Madama Chips
“Credi che stia fingendo Albus? Chiese nettamente la voce di Piton
“No, non credo che stia mentendo! credo invece che ci sia sotto qualcosa, è come se Harry sapesse più di quanto possiamo immaginarci… cose talmente orribili da costringere la sua mente ad accantonarle in un angolino della memoria.” Rispose il preside
“Credi che… lui …” mormorò Piton
“Lo scopriremo presto Severus, tra poco Harry verrà al club!”
“Buongiorno!” disse piano il ragazzo interrompendoli dalla loro discussione
“Buondì Harry, vedo che anche stanotte non sei riuscito a dormire?” chiese il preside
“Bhè si non tanto!” sorrise il ragazzo “Mi capita spesso da quando mi sono svegliato!”
“Potter, sei pronto?” chiese il professore di pozioni
“Certo, non sapere mi stà facendo diventare pazzo!” rispose il ragazzo risoluto
“Accomodiamoci allora!” indicò Silente mentre faceva strada nella vecchia aula adibita ai duelli. “Madama Chips è presente perché magari la pozione risveglierà in te particolari emozioni che lei saprà assopire!” disse svelto Silente mentre Harry annuiva con la testa
I professori seguiti da un Harry curioso entrarono nell’aula buia. Il preside con un semplice gesto della bacchetta fece comparire delle candele per far loro compagnia.
“Dunque Harry, funzionerà così… ti farò sdraiare sulla passerella dei duelli e ti coprirò con una coperta. La pozione ti farà andare in ipotermia e subito dopo in una specie di trance… ti sembrerà di vedere un film, immagini, suoni, colori, profumi, tutto ciò che è successo e soprattutto cosa hai provato sembrerà così vivido da sembrare reale, non ti spaventare se la cosa dovesse degenerare saprò come interrompere l’incantesimo e riportarti qui da noi.” Spiegò Severus Piton mentre versava in un calice una pozione fluorescente di colore rosa.
Harry si sedette sulla passarella, afferrò il calice e in men che non si dica inghiottì la pozione sotto lo sguardo attento dei tre professori dopodichè si sdraiò e in pochi secondi si addormentò.
“Ecco, stà già facendo effetto!” disse Piton mentre lo copriva
“Ma trema!” sussurrò Madama Chips
“Si è normale, la temperatura corporea si abbassa tantissimo, è necessario per poter entrare in trance!”
“Severus mi raccomando prudenza, non voglio che Harry ne esca provato!” disse Silente che non aveva staccato lo sguardo dal viso del ragazzo
Piton annuì con la testa e sentì il polso a Harry “Ci siamo!” esclamò proprio nel momento in cui il ragazzo spalancò gli occhi e cominciò a sollevarsi
“Che fa Severus?” chiese madama Chips allarmata
“Tranquilli, siamo venuti qui proprio perché c’è abbastanza spazio perché lui si possa muovere liberamente!”
Harry si alzò in piedi e con gli occhi persi nel vuoto cominciò a respirare in modo affannorso “Dove sono!” disse “Non li trovo!” mentre con un’espressione preoccupata sembrava cercare qualcosa.
“Probabilmente stà rivivendo gli attimi nei sotterranei!” disse Piton
“Ginny… è morta, bastardo….. scappa Draco portala via… ORA!, non parlare di mio padre…, Ahhhhhhhhhhh…” gridò il ragazzo piegandosi su se stesso e sputando sangue a terra “le gambe bruciano, acido ivanesco! Voldemort… scudo sempra, dissennatori… Piton… bacio… aiuto papà…” Harry sembrava ripercorrere tutto il duello con il signore oscuro e i suoi mangiamorte.
“Dissennatori, maledizioni senza perdono, acido, ma è incredibile tutto quello che ha dovuto sopportare!” disse Madama Chips sconvolta
Piton, osservava attentamente ogni movimento del ragazzo cercando di captare ogni sua parola.
“…soffoco…!” urlò Harry portandosi le mani alla gola “Non vedo più… SIRIUS! Bastarda… professore si sposti… tempus fermus!” continuò il ragazzo imitando i gesti da lui fatti durante il duello.
Poi all’improvviso la sua voce, divenne più roca e più trascicata “Oh no, eccoli… sono in trappola… perché è solo un bambino?” gridò Harry accasciandosi a terra e prendendosi la testa fra le mani “Noooooooo, non puoi, non puoi ucciderli… non farlo!” urlò
“Mio Dio le anime… mi chiamano!” disse Harry con un sospiro “E’ orribile, orribile!!”
“Anime… ma di cosa stà parlando?” chiese Madama Chips sempre più spaventata
“Non saprei, deve essere successo qualcosa quando ero svenuto!” le rispose Piton
“Guardate!” disse Silente indicando Harry
Il ragazzo tutto d’un tratto smise di urlare e piangere, si rialzò e cominciò a recitare incantesimi e controincantesimi mai sentiti prima, maledizioni antiche che lo stesso Silente non sentiva da anni. Li recitava ad una velocità fuori dal comune e con una padronanza dei termini che lo stesso Piton si stupì.
“Ma cosa…?” chiese Severus
“Shhhh!” rispose il preside “Lasciami sentire cosa dice”
Harry cominciò a tremare, poi sotto gli occhi increduli di Silente, della Chips e di Piton si sollevò a un metro da terra vibrando a mezz’aria e disse “Liberaci… perché ci hai lasciati con lui… continueremo a chiamarti… torna da noi!”
“E’ inqiuetante, professore ma cosa stà dicendo?”
“Harry, cosa dici?” chiese Silente
Il volto del ragazzo si voltò meccanicamente nella direzione del preside con uno scatto “Chi è Harry?” disse piano
“Tu sei Harry!” gli rispose il preside
“Il ragazzo non deve dimenticare per poter tornare da noi!”
“Dove deve tornare?”
“A liberarci!”
“Chi siete?”
“Siamo le anime erranti, siamo il dolore e la disperazione, siamo stanchi vogliamo uscire e lui deve liberarci!... Lasciate che ricordi, solo così potrà aiutarci!”
“Non siamo noi che gli impediamo di ricordare, è nel suo inconscio!”
“Noi lo stiamo chiamando, gli stiamo facendo vedere, presto ricorderà di nuovo”
“Dove… dove deve tornare?” chiese Piton d’un fiato
“Egli ha visto, lui sa dove ci troviamo? sa come venire da noi!”
“Ma siete dentro di lui?” chiese di nuovo Piton
“No, siamo prigionieri di ben altro essere!”
“Voldemort?” chiese Silente piano
Nessuno rispose, lo strano spirito svanì e Harry cominciò pian piano a tornare a terra sotto lo sguardo sconvolto di Piton e della Chips. Poco dopo il ragazzo riaprì gli occhi.
“Harry come stai? Come ti senti” gli chiese la donna avvicinandosi e sentendogli il polso
“Stò bene, io…”
“Ricordi qualcosa Harry?” gli chiese Piton
“No, si cioè io… sono un po’ confuso, non …” cercò di dire il ragazzo
“Non ti preoccupare Harry quando sarà il momento ricorderai. Ora vai pure nella tua stanza a riposarti un po’!” gli disse Silente calmo
Il ragazzo moro non disse nulla, uscì dalla sala e si diresse alla torre est.

Capitolo 25°: A volte ritornano!

“Harry!” disse Hermione correndo verso di lui nel momento in cui varcò la porta della stanza
“Dov’eri Harry?” chiese Ron visibilmente preoccupato
“Ero con Silente e Piton” disse il ragazzo in evidente stato confusionale
“Stai bene?” gli chiese Draco
“Si, io sono solo stanco, io…”
“Harry cosa è successo?” chiese Blaise guardandolo
“Ho bevuto una pozione per ricordare e poi… ho visto!”
Ron si avvicinò all’amico e guardandolo negli occhi chiese “Cosa? Cosa hai visto Harry?”
Harry contraccambiò lo sguardo, poi si voltò verso Blaise e rispose “Sai Blaise, tua madre mi ha salvato in quella sala, mi ha tolto l’incantesimo agli occhi, ha permesso che io vedessi ancora!”
“Davvero?” chiese la ragazza con un filo di voce
Harry annuì “Ha detto che mi doveva un favore per aver salvato la sua bambina!” Le disse sorridendo mentre gli occhi diventavano lucidi.
“Oh Harry, ma tu ricordi?” disse Hermione abbracciandolo
“Si, tutto! Ho rivisto tutto e di più” rispose il ragazzo stringendola forte “Ora so perché avevo cercato di dimenticare!”
“Harry… stai bene?” richiese Draco allarmato “Forse era meglio non ricordare per il momento… devi aver passato…”
“Tranquillo, preferisco sapere e ricordare tutto!” gli rispose il moretto che guardandolo fisso continuò “Tuo padre mi ha chiesto che cosa mai ci avessi trovato in me per diventare mio amico?! Ha detto che avrei pagato per essermi intromesso…”
”Oh Harry mi dispiace, mio padre… lui è così…”
“Non ti preoccupare Draco, non rimpiango un minuto di tutto ciò che ho fatto, niente di niente, alla fine sono riuscito a schiantarlo, non so però che fine abbia fatto!”
“Non m’interessa, se l’hai schiantato hai fatto solo bene!” rispose Draco tristemente
“Ragazzi, basta lasciamolo tranquillo… Harry riposati un po’, devi essere esausto, ne parliamo più tardi!” disse Hermione risoluta
Il ragazzo le sorrise e abbracciandola disse “D’accordo, ti va di rimanere un po’ con me, a farmi compagnia… solo per restare un po’ accoccolati?”
“Certo” rispose lei e insieme si diressero verso il letto a baldacchino del ragazzo.
Draco e Ginny insieme a Ron e Blaise decisero di lasciare i due ragazzi in pace così uscirono dalla stanza e si diressero nella camera delle ragazze.

Sdraiati sul letto, con la testa appoggiata al cuscino, Harry e Hermione non parlavano. Il ragazzo continuava a fissarla rapito dalla sua bellezza poi chiuse gli occhi, prese dolcemente la sua mano e disse “Herm, Voldemort mi ha detto che tu e lui…!”
“Mi ha baciata Harry, nient’altro, uno squallido freddo bacio a fior di labbra… ti giuro che non è successo nulla!” lo interruppe lei in ansia
“Herm, mi dispiace tanto, credevo d’impazzire quando mi ha detto quelle cose, non riuscivo a darmi pace, continuava a ripetermi che si sarebbe occupato lui di te… se ti avesse fatto del male io…”
“Harry, non è successo, a costo di farmi uccidere non gli avrei mai permesso di toccarmi…” rispose Hermione accarezzandogli la guancia “Grazie a te stiamo tutti bene, se non fossi venuto da noi a quest’ora saremmo tutti morti!” continuò lei dolcemente
“Hermione, sei la mia vita, non ti avrei mai lasciata da lui senza tentare di aiutarti… e questo lui lo sapeva bene!”
“Lo so, sei stato molto coraggioso ad affrontarlo… ho avuto così paura di perderti… ma finalmente è finita, grazie a te Voldemort non potrà più fare del male a nessuno!”
Il ragazzo la guardò, fece un respiro profondo e stringendole forte la mano disse “Herm non so come dirtelo, ecco vedi ora che ricordo… io so la verità e…”
“Cosa Harry… cosa sai, mi stai facendo paura?!”
“Voldemort non è morto!” disse d’un fiato il ragazzo
Hermione sgranò gli occhi “Cooosaaaa?! Non è possibile ma… ma Piton ha detto che tu sei riuscito a sconfiggerlo… come può essere ancora vivo?!” Balbettò la ragazza incredula
“E’ debole e senza granparte dei suoi poteri, ma è ancora vivo, si stà nutrendo e presto ritornerà al potere!”
“Si stà nutrendo? Ma di cosa… Harry non capisco, di cosa diavolo si sta nutrendo?”
“Di disperazione, dolore, paura, angoscia e strazio, di tutto ciò che le anime imprigionate dentro di lui gli possono offrire!”
Hermione lo guardò terrorizzata “A…anime?!” chiese
Harry fece un cenno d’assenso con la testa e le spiegò ciò che Voldemort durante il duello gli aveva mostrato. La ragazza era senza parole, nella sua testa migliaia di paure riaffiorarono all’istante “No Harry, non andrai da lui di nuovo… non ti permetterò di rischiare ancora la tua vita, non voglio perderti !” e così dicendo si alzò di scatto dal letto e cominciò a camminare istericamente avanti e indietro per la camera borbottando parole fra sé.
Harry la raggiunse, la bloccò e guardandola fissa negli occhi sussurrò “Hermione, non capisci se non libero le anime Voldemort non potrà mai morire!”
“Nooooooooo!” gridò Hermione ormai con le lacrime che le rigavano le guance “Perché tu? Perché non Silente? Perché Harry, spiegamelo!” disse strattonando la presa del ragazzo
“E’ necessario Hermione, questo è il mio destino!” cercò di spiegargli lui “La profezia l’ha predetto, è tra me e lui, nessun altro può…”
“Smettila!” gridò più forte Hermione tanto che gli amici nella camera accanto se ne accorsero e corsero a vedere che stava succedendo.
“Hermione ti prego?!” le disse Harry cercando di farla ragionare
In quel momento la porta si spalancò e i quattro amici entrarono preoccupatissimi da quelle grida.
“Che c’è?” chiese Ron
“Hermione perché piangi?” gridarono Ginny e Blaise abbraciando la ragazza
“Harry ma che cazzo succede?” chiese Draco impietrito
Il ragazzo fissò gli amici poi come se nulla fosse accaduto disse “Scusatemi devo andare da Silente”
“Eh no, adesso ci spieghi… rimani 10 minuti da solo con Hermione e lei cominia ad urlare come una pazza… se permetti ci devi una spiegazione!” gli disse Draco spostandosi proprio di fronte all’uscita della camera impedendo al moretto di uscire
“Spostati Draco… vi spiegherò poi, ora devo andare!”
“Eh no, cazzo, tu ci spieghi adesso, siamo i tuoi migliori amici, non ci puoi trattare così!” ribattè Ron affiancandosi a Draco che non aveva la minima intenzione di spostarsi
Harry chiuse gli occhi e sparì, riapparendo pochi secondi dopo dietro ai due ragazzi che a quel gesto erano rimasti senza parole ad osservare la zona in cui prima si trovava il ragazzo.
“Se volessi potrei andarmene senza darvi comunque una spiegazione!” disse loro cercando di mantenere la calma
“Ma bravo hai imparato a smaterializzarti… touchè ci hai spiazzato, però ora dicci che cosa stà succedendo?” chiese Draco fissandolo negli occhi
“Vold… Voldemort è vivo!” disse Hermione secca sedendosi su di una sedia lì accanto
Blaise si portò la mano alla bocca mentre Ginny indietreggiò spaventata a quelle parole. Draco la guardò di scatto con aria interrogativa mentre Ron chiese “E’ vero? Harry dimmi, è ancora vivo?”
Il ragazzo annuì facendo un lungo respiro.
“Oh mio Dio! Ma come è possibile?” chiese Draco ancora scioccato
“Ho spiegato ad Hermione come è possibile, è difficile da capire ma lui si nutre del dolore e della disperazione delle persone che ha ucciso e di quelle che hanno ucciso per lui! Sino a quando queste anime non saranno libere Voldemort non potrà mai morire!” rispose Harry serio “E’ per questo che devo andare…”
“Dove?” urlò Ron “Ma che cazzo dici, non vorrai tornare da lui?”
“Ora capisco… perché Hermione è così disperata, vuoi tornare da lui, vuoi affrontarlo ancora?!” affermò Draco irritato
“Non voglio… DEVO è diverso, possibile che nessuno di voi lo capisca!” sbottò il ragazzo secco
“No, scusaci se non capiamo e se facciamo fatica ad abituarci all’idea di perderti… chiamaci bambini, chiamaci nostalgici, ma ci vien proprio difficile accettare che tu vada a rischiare ancora la tua vita!” lo freddò il biondino
“Con o senza il vostro appoggio, dovrò farlo comunque, lo so io, lo sapete voi, lo sa Silente e lo sa anche Voldemort!”
“Ah bhè, allora perché non diamo un bel party per festeggiare la cosa!” gridò Ron mentre una lacrima scivolava dalle sue ciglia.
“Non potete capire, non avete visto quelle facce contorcersi dentro il suo petto, non avete sentito quei lamenti implorare di essere aiutati… non avete sentito vostro padre e vostra madre chiamarvi…” disse Harry ansimante mentre a fatica cercava di respingere le lacrime
“Harry, noi non vogliamo perderti… lo capisci?” disse Ginny guardandolo
“Certo che lo capisco, cosa credete che io invece smani dalla voglia di morire… siete la mia famiglia, le uniche persone per le quali mi butterei nel fuoco se fosse necessario, credete davvero che io voglia lasciarvi? Però purtroppo devo risolvere questa questione se voglio vivere finalmente la vita che voglio!” le rispose Harry e così dicendo uscì dalla porta lasciando i cinque ragazzi immobili e senza parole.

“Albus, hai visto anche tu… ha rivissuto tutto il duello e poi è come se una presenza esterna si fosse impossessata di lui!”
Silente guardò il professore di pozioni senza proferire parola poi come colpito da un fulmine disse “Ma certo, Voldemort non è morto!”
“Coooosaaaaaaa?” chiese Piton sconvolto “Albus, ma ho visto con i miei occhi che si accasciava a terra senza vita, la sua bacchetta è esplosa, non può essere vivo!”
“Purtroppo invece lo è caro Severus, vive grazie a quelle anime, grazie al loro dolore e all’angoscia che la loro paura riesce a generare… vive in un limbo al momento, senza un corpo fisico ma presto sarà di nuovo forte e tornerà in carne e ossa!”
“No Albus, non dirmi che questo calvario non è ancora finito, cosa diavolo ci vuole per spazzare via quell’essere immondo mi chiedo?”
“Harry!” rispose secco il preside
Piton lo guardò e scoppiò in una risata isterica “Ah ah ah, ma che novità, chissà magari questa volta ce la fa a farsi ammazzare… non possiamo chiedergli di tornare da lui, ha già rischiato abbastanza non credi? Questo è ridicolo, cosa deve fare stò ragazzo… morire per forza?”
“A quanto pare… sembra proprio che in un modo o nell’altro uno dei due dovrà farlo!” rispose Harry al posto del preside che sollevando piano gli occhi disse “Benvenuto Harry, prego accomodati!”
“Grazie!” rispose il ragazzo sedendosi
“Potter, non se ne parla, troveremo un’altra soluzione… non è veramente il caso di prendere in considerazione… e poi tu non ricordi ed è bene che ti riposi un pochino… il professor Silente e io vedremo di…!” Piton non sapeva più che dire si stava arrampicando sugli specchi pur di distogliere il ragazzo da quel pensiero
“Professor Silente la prego di dire lei al professor Piton che ricordo perfettamente ogni singolo minuto trascorso in quella sala… dal primo secondo sino all’ultimo… e purtroppo proprio perché ricordo ciò che è accaduto, so anche che non vi è altra soluzione possibile se vogliamo davvero dare un taglio netto con questa storia.”
Piton fissò il ragazzo, poi fissò Silente e rassegnato si sedette nella sedia accanto in attesa di sapere come si sarebbe proceduto.
Harry cominciò a raccontare per filo e per segno tutto ciò che aveva vissuto nella sala, le emozioni provate, gli incantesimi usati, le maledizioni subite e i controincantesimi lanciati per respingerle, raccontò loro di Dobby e della sig.ra Zabini ma sopratutto descrisse attentamente tutta la faccenda delle anime.
“Lì per lì non avevo capito… solo dopo il Dormiens Ipnosis ho capito chi fossero!” deglutì piano Harry mentre una lacrima gli solcò la guancia “Erano i miei genitori e migliaia di altre anime a chiamarmi, mi imploravano di liberarli, di aiutarli!”
Piton era ammutolito, come aveva fatto Harry, con la sua giovane età, a sopportare tutto quel dolore.
“Se vogliamo sconfiggere Voldemort una volta per tutte, dobbiamo liberare le anime che tiene prigioniere e di cui si ciba!” disse il ragazzo guardando Silente.
“E sia, studieremo un modo per raggiungere il Signore Oscuro ovunque egli si trovi e pianificheremo una strategia per distruggerlo una volta per tutte!” disse risoluto il preside alzandosi e accarezzando Fanny che dormiva appollaiata sul suo trespolo.
Piton fece un cenno d’approvazione con la testa e fissò Harry che con gli occhi al cielo aveva appoggiato la testa allo schienale della poltrona in cui sedeva.
“Andrò da solo!” asserì il ragazzo con un filo di voce “E’ così che dev’essere vero?” continuò squadrandoli
Silente e Piton si guardarono e annuirono contemporaneamente.
A quel gesto Harry si alzò e con un mezzo sorriso dicendo “Ho vinto qualche cosa?! Comincio a stufarmi di essere così fortunato!”
“Andiamo in sala grande Harry, si è fatto tardi… continueremo dopo la nostra chiaccherata, ora è bene che tu mangia qualcosa!” gli disse Silente sorridendogli
“Già e poi mi dicono che stasera c’è il pasticcio di carne!” cercò di sdrammatizzare Piton mentre s’incamminavano tutti e tre verso la scala di pietra.

Harry entrò nella sala grande accompagnato da Silente e Piton, gli sguardi interrogativi di tutti gli studenti delle quattro case e degl’altri professori denunciavano che la cosa aveva destato un certo stupore e interesse. Mormorii si alzarono dai vari tavoli mentre venivano indicati al loro passaggio. Giunti al tavolo dei caposcuola i due professori si congedarono da lui augurandogli buon appetito e il ragazzo si sedette accanto a Draco che continuava a fissare immobile il suo piatto vuoto.
La tensione si tagliava con il coltello, Ron e Blaise parlavano fitti senza farsi sentire, mentre Ginny cercava ancora di consolare una Hermione alquanto affranta. Poi la voce di Draco squarciò quel silenzio innaturale “Mi dispiace!” disse alzando lo sguardo e posandolo sul moretto accanto a lui.
“Scusa, ma cerca di capirci, questa cosa ci ha scioccato abbastanza!”
“Non hai nulla di cui scusarti Draco, ne tu ne loro, vi capisco… avrei reagito allo stesso modo se le parti fossero state invertite!” gli rispose Harry ricambiando lo sguardo
“No, devo scusarmi perché ho dubitato del tuo amore nei nostri confronti, la paura mi ha fatto credere che preferissi fare l’eroe invece che stare con noi… ti chiedo scusa solo ora capisco quanto siamo stai egoisti e sciocchi!” continuò il biondino
Harry gli sorrise e lo abbracciò fraternamente
“Harry perdonami!” sussurrò Hermione con gli occhi gonfi di lacrime
“Amore non piangere ti prego, odio vederti piangere!” le rispose lui accarezzandole il viso e baciandola dolcemente “Mi sarei preoccupato di più se avessi esultato alla notizia!” continuò strizzandole l’occhio riuscendo così a strapparle un mezzo sorriso.
“Comunque a me sta storia continua a non andarmi giù!” disse Ron tristemente
“Lo so non va giù neanche a me, ma anche Silente e Piton sono d’accordo che purtroppo è indispensabile!” gli rispose il moretto guardandolo “Che ne dite se non ci pensiamo per un po’ e ci godiamo questa cena?!” propose poi cercando di allentare la tensione.
I ragazzi annuirono e piano cominciarono a servirsi delle splendide portate apparse sulla tavola.

Capitolo 26°: Di nuovo qui!

La cena proseguì tranquilla, Harry cercava in ogni modo di distrarre gli amici da pensieri tristi.
“A quando la prossima uscita a Hogsmeade?” chiese all’improvviso
“Tra tre settimane!” rispose Blaise “Perché?”
“Oh bhè… essendomi perso l‘ultima visita visto che facevo il bello addormentato… ecco pensavo di fare un saltino da Madama Pettiblue e dare un’occhiata alle novità!” disse ammiccando guardando Hermione che a quelle parole arrossì furiosamente
“Harry Potter vergognati!” disse la ragazza fingendosi scandalizzata
“Si, vergognati signor Potter!” sorrise malizioso Draco “Se non mi ci porti in quel negozio ti massacro!”
“Oh si, caro… signor Malfoy, ho giusto un completino col pizzo che le starebbe un amore!” gli rispose Harry strizzando l’occhio e imitando una Madama Pettiblue con la erre moscia
Tutti i ragazzi scoppiarono in una sonora risata che rimbombò nella sala contagiando anche i tavoli accanto.
“E’ bello vedervi ridere!” disse una voce alle loro spalle facendoli girare
“Professor Silente!” sussurrò Hermione perdendo immediatamente il buon umore
“Signorina Granger, ragazzi buonasera, vorrete scusarmi se disturbo ma ho bisogno che Harry venga via con me e con il professor Piton!”
A quelle parole anche Draco, Ron, Blaise e Ginny persero il sorriso e fecero un cenno di assenso con la testa.
Harry si alzò dalla sedia, diede un bacio in fronte a Hermione e prima di allontanarsi disse “Ragazzi ci vediamo più tardi in camera!” Nessuno rispose.
Silente seguito dal ragazzo e da Piton riattraversò l’immensa sala destando nuovamente non pochi commenti.
“Tutto bene Harry?” chiese Piton mentre uscivano dalla sala
“No, loro non l’hanno presa molto bene… anzi direi proprio che l’hanno presa malissimo!”
“Capisco… non dev’essere facile neanche per loro!” rispose il professore di pozioni
“Già, non lo è per nessuno!” confermò il ragazzo guardandolo
“Ah Potter dimenticavo, dalla sala quel giorno ho recuperato un paio di cose che ti saranno sicuramente utili” e così dicendo gli porse il mantello dell’invisibilità di suo padre e la sua bacchetta.
“Grazie! Pensavo di averli persi” disse il ragazzo afferrandoli
“Oh prego, in fondo è grazie a quel mantello se sono ancora vivo…!”
“Già ed è grazie a lei se lo sono io… mi ha aiutato con la bacchetta e ha impedito a Voldemort di uccidermi prima dello scontro finale, non l’ho dimenticato!” disse il ragazzo con un mezzo sorriso
“Bhè sono sempre a debito, se non sbaglio c’erano dieci dissennatori che volevano farmi la festa a quanto ho capito durante la tua trance… salvarmi la vita, dev’essere un vizio di famiglia per voi Potter!”
“Lo prendo come un complimento!” Disse Harry sorridendo
Piton non rispose ma fece un gesto a dire “Fai tu!”
“Severus, Harry sono qui!” disse Silente mentre varcarono il suo ufficio. “Salite!”
I due non se lo fecero ripetere due volte e raggiunsero il preside vicino al telescopio.
“Ecco, secondo i miei calcoli Voldemort si trova in una sorta di limbo, in una dimensione temporale prossima a quella onirica… pertanto per poterlo raggiungere dovrebbe bastare potersi…”
“Addormentare!” terminò Harry “E’ come se lo sapessi già, non so come spiegarvelo ma è come se conoscessi di già l’iter da seguire per andare da lui!”
“Curioso, due settimane d’insonnia a causa di incubi ed ora dormire sembra essere l’unica soluzione per sconfiggere l’incubo!” disse Piton guardandolo
“Harry durante la trance hai pronunciato antichi incantesimi e controincantesimi che non sentivo da anni… formule mai più usate ormai da molto tempo, mi piacerebbe sapere dove le hai imparate?” gli chiese Silente
“Non lo so professore, se me le chiedesse ora non saprei che dirle… è possibile che una persona conosca delle formule senza esserne consapevole?” chiese il ragazzo
“Bhè avendoti sentito mi viene da rispondere Si, certo!”
“Quando si dovrebbe fare?” chiese di nuovo il ragazzo
“Non appena ti sarai ristabilito completamente, non è opportuno che si affronti Voldemort ancora doloranti o feriti!”
Il ragazzo concordò che era decisamente meglio non avere ferite aperte mentre si affrontava l’Oscuro Signore.
“Dove si farà? Useremo sempre la vecchia aula adibita al club dei duellanti?” chiese Harry
“No! Sarai in infermeria, sotto stretto controllo medico da parte di Madama Chips, sarà più facile per lei poter intervenire nel caso fosse necessario!” rispose Silente secco
Harry annuì, sapeva che la cosa sarebbe stata richiosa pertanto avere Madama Chips accanto pronta ad intervenire lo rassicurava un poco.
“Come accadrà professore? Berrò di nuovo la pozione dell’altra volta?”
Questa volta a rispondere fu Piton “No, ne berrai un’altra che si chiama “Dormiens Animae” consente di poter svincolare l’anima dal proprio corpo e lasciare che questa viaggi nelle varie dimensioni temporali. Se Voldemort è in una di queste dimensioni la tua anima riuscirà a trovarlo!”
“Oh lui troverà me!” disse secco il ragazzo guardando il professore
“Si, è possibile che sia lui a trovarti, in fondo non aspetta altro, questa volta non sarà più un duello fisico ma mentale… saranno le vostre anime a scontrarsi e a combattere. Una sorta di guerra delle emozioni, vincerà chi riuscirà a gestirle meglio!”
Harry rabbrividì, non era proprio il suo forte riuscire a gestire le emozioni, aveva ancora molto da imparare benché fosse già migliorato tanto.
“Harry, mai come laggiù dovrai restare calmo e non farti provocare… altrimenti verrai risucchiato in una spirale di autocommiserazione, non distinguerai più la realtà dalla finzione, non riuscirai più a tornare indietro e finirai con il farti imprigionare da quell’essere!” disse Silente guardandolo serio
“Lo so, è ciò che mi spaventa di più… farmi provocare e cedere ai suoi giochetti!”
“Harry sarai veramente da solo, nessuno di noi potrà venirti in aiuto a meno che tu non riesca a scoprire come, sino ad allora l’unica cosa che ci è consentito fare sarà seguire ciò che dirai e farai grazie ad un incantesimo di apparizione.” Spiegò Silente al ragazzo
“Una sorta di trasposizione virtuale di te e di Voldemort apparirà in infermeria.” Continuò Piton
“Come al cinema!” cercò di sdrammatizzare il ragazzo
“Già, come al cinema!” ripetè il preside con un mezzo sorriso “Ricordati che tutto quello che Voldemort creerà sarà finzione, non può lanciarti addosso nessuna maledizione, tutto ciò che vedrai non esisterà! Non lasciarti ingannare”
Cadde un silenzio tagliente poi una voce destò all’improvviso i professori.
“Va bene, capito…! se non vi dispiace i ragazzi mi aspettano, vorrei poter tornare da loro e rilassarmi un po’!” disse Harry battendo le mani
“Certo, trovo sia un’ottima idea!” rispose il preside sorridendogli
Piton lo salutò e gli augurò buona serata.
Harry ricambiò gli auguri e uscì deciso diretto verso la torre est.

Pochi minuti dopo il ragazzo aprì la porta della camera ma con suo enorme stupore non c’era nessuno. Nessuno neanche nella camera delle ragazze “Ma dove sono?” si chiese
Proprio in quel momento un brusio di voci che saliva dalle scale attirò la sua attenzione.
“Hermione… forse abbiamo esagerato, non credi!” disse Ron ansimando sommerso da un pila di libri d’incantesimi
“Hai voluto aiutarmi ora non lamentarti!” gli rispose la ragazza che a sua volta trasportava altri grossi volumi
“Scusate, se la smettete di discutere e vi muovete a salire ste scale magari non mi viene l’ernia…!” sbuffò scocciato Draco che a fatica sorreggeva l’ennesima pila di grossi libroni
“Ragazzi ma che diavolo state facendo?” chiese il moretto
“Oh ciao, sei tornato, meno male tieni reggi questi… devo dare una mano a Blaise e Ginny!” e così dicendo Hermione scaraventò all’improvviso i suoi pesi addosso a Harry e si diresse di corsa giù dalle scale. Il ragazzo preso alla provvista riuscì a fatica a reggere i grossi volumi poi guardò confuso i due amici che alzando gli occhi al cielo dissero “Non dire niente, almeno tu ti sei risparmiato il calvario per cercarli tutti in libreria!” disse Draco “E’ impazzita!” ansimò Ron “Non si è fermata un attimo, continuava a dire “Ci serve quello, no prendete quell’altro… ah caspita come posso dimenticare di prendere questo!”
“Sentite, qualcuno gentilmente vuole spiegarmi che cosa stà succedendo?” chiese Harry col fiatone appoggiando i volumi impolverati sul tavolo in camera
“Te lo spiego io!” disse Hermione sorridente sulla porta mentre Ginny e Blaise la aiutavano a portare gli ultimi libroni “Devi andare da lui… allora ci andrai preparato come mai nella tua vita” Disse la ragazza con una strana luce negli occhi.
“Herm ma che…” cercò di ribattere Harry
“Shhhhhh signor Potter!” disse lei mettendogli un dito sulle labbra “Sai che quando mi metto in mente una cosa non ci sono storie che tengano, se devi andare da Voldemort allora farò tutto ciò che è in mio possesso per farsì che tu possa affrontare la cosa preparato… e tornare da me!”
Harry sorrise e diede un bacio al dito che premeva sulle sue labbra “Ai suoi ordini signorina!”
Hermione sorrise soddisfatta e si voltò verso i ragazzi che giacevano a terra stremati “Bhè non sarete mica stanchi?” chiese loro sarcastica
Ron fece per risponderle ma rinunciò subito dopo guardando lo sguardo assassino della bella ragazza.
“Naaaaa, che dici siamo freschi come una rosa, anzi quasi quasi facciamo un salto in biblioteca a prenderne un altro paio!” Le disse Draco indicando la porta
“Bene allora possiamo cominciare!” disse euforica la ragazza
“Hermione, no! Scusami ma io ora scenderò nelle cucine, prenderò delle burrobirre, tornerò qui, ne stapperò una, vi chiederò se volete condividere con me una bella e sana bevuta dopodichè mi siederò su questa sedia e sarò pronto a fare tutto ciò che vorrai… ma prima di tutto questo, scordatelo!” disse Ron tutto d’un fiato alzandosi in piedi
Harry guardò ammirato l’amico, per la prima volta in sette anni era riuscito a far restare Hermione senza parole… un evento che rasentava l’incredibile.
“Trovo la proposta di Ron molto allettante… e se posso dire la mia porterei su anche qualche dolcetto!” s’intromise Harry sorridendo
“Ben detto Harry, credo che Ron abbia bisogno di aiuto!” concluse Draco alzandosi e mettendo una mano sulla spalla del rosso.
“Più di uno… veniamo anche noi!” dissero Ginny e Blaise felici
“Ok torniamo tra poco… fate i bravi mi raccomando!” sorrise il biondino malizioso prima di chiudere la porta dietro di sé e lasciare Harry e Hermione da soli.
“Irresponsabili!” urlò la ragazza “Dobbiamo iniziare ci sono tante cose da guardare e studiare e…”
“Shhhh signorina Granger!” disse il ragazzo imitandola e mettendole un dito sulle labbra “Abbiamo tempo per ammazzarci d’incantesimi e controincantesimi non credi!” Disse sussurrrando avvicinandosi a lei “Sai che quando mi metto in mente una cosa…” ma non finì la frase perché Hermione gli prese il viso tra le mani e lo baciò con passione. Harry non si fece pregare a quell’invito, la strinse forte tra le sue braccia e ricambiò il bacio con un’intensità mai vista, tanto che finirono con lo sbattere contro il muro senza neanche accorgersi.
“Oh Herm… quanto mi sono mancati i tuoi baci!” disse a fatica il ragazzo mentre cercava di assaporare il dolce succo di quelle labbra di miele.
“Solo questo… ti sono mancati solo i baci?” chiese lei ansimando mentre Harry scendeva a baciarle sensualmente il collo
“Non mi provocare signorina Granger!” disse il ragazzo guardandola maliziosamente “Sono bravo a sopportare il dolore quando ne vale la pena!”
Hermione sorrise e accarezzò delicatamente il fianco fasciato del suo ragazzo facendolo rabbrividire di piacere “Davvero? Allora se proprio insisti credo che rimanderò a domani i miei insegnamenti!” disse baciandolo nuovamente dopo aver mordicchiato e leccato le sue labbra.
“Ottima idea!” mugugnò lui prima di intraprendere una lotta furibonda con la lingua impertinente della ragazza.
“Che buon odore che ha la tua pelle!” sussurrò in estasi Harry mentre spostava delicatamente la camicia della ragazza “Mi fai impazzire Hermione!” disse prima di morderla con passione sulla spalla “Che profumo è? Che bagnoschiuma usi che mi manda fruori di testa?”
“Muschio bianco!” sussurrò lei piano all’orecchio del ragazzo mentre con la lingua ne percorreva il profilo
“Te ne regalerò un barile!” Le disse continuando a darle piccoli baci su tutta la spalla
“Buona idea così dovrai aiutarmi ad usarlo!” rispose lei ammiccando
“Tesoro stai esagerando! Ti avverto che il mio self-control stà andando a farsi fottere!” disse il moretto che agitato inciampò nel tappeto e cadde a terra tirando con sé la ragazza
“Ouch! Che male!” gemette lui a causa del fianco ancora dolorante
“Harry… tutto ok? Dove ti fa male?” chiese la ragazza dolcemente
“Al fianco! Questa ferita non guarisce più!” rispose lui fissandola
“Bhè conosco un rimedio per farti passare il dolore!” e così dicendo gli diede un bacio sulla parte dolorante.
Harry la guardò compiaciuto e disse “A dir la verità mi fa male anche il gomito…” ed Hermione lo baciò “La spalla… il collo… e la guancia… poi non ti dico!” continuò il ragazzo indicando le parti.
Hermione non si fece attendere e piano piano baciò prima il gomito, salì poi fino alla spalla e svelta si concentrò sul collo per finire spostandosi sorridendo alla guancia dove con abili piccoli baci lo fece gemere di piacere senza però concedergli il tanto sospirato bacio sulle labbra. Harry non resistette nel momento in cui la ragazza si voltò per osservarlo sorridente si sporse e catturò le sue labbra in un appassionato e travolgente bacio.
“BRAVI!” gridò Ron entrando nella camera “Vi lasciamo soli dieci minuti e vi troviamo attorcinati sul pavimento… Vergogna!”
I due ragazzi non risposero continuarono a baciarsi sotto gli occhi compiaciuti dei loro amici.
“Piccioncini… Yuuuhuuuu… cosa mi combinerete dopo aver benuto un paio di burrobirre?!” Chiese Draco sorridendo
Harry e Hermione scoppiarono a ridere staccandosi, anche se a fatica, da quella dolce agonia e si unirono agli amici. Il party poteva iniziare.

“Tieni Harry” disse Draco passandogli una burrobirra e voltandosi verso Ginny che già un po’ brilla rideva come una pazza sdraiata a terra.
“Amore stai bene?” le chiese ridendo
“Beeeenissimo!” rispose la ragazza ribaltandosi all’indietro “Forse quelle tre burrobirre in cucina non dovevo berle!” disse piano con fare da cospiratrice
Draco si mise a ridere e le accarezzò una guancia “Sei bella anche quando sei ubriaca!” disse sorridendole
“Iooo ubriaca… nooooo guarda come stò in piedi!” asserì convinta provando ad alzarsi ma, come previsto, cadde rovinosamente addosso al biondino che scuotendo la testa disse “Si si lo vedo, sei sobria quasi quanto Blaise!”
“Chi mi chiama?” disse la bella moretta “Sono pronta al duello!” continuò scattando in piedi come una pazza e mettendosi in posizione da karateka
“Sei pronta? Si ma per dormire… vieni qua “Miss io l’alcol lo reggo bene!” Le disse Ron afferrandola al volo
Hermione e Harry si godevano la scena e se la ridevano come matti. “Ma quante burrobirre gli avete fatto bere?” chiese il moretto
“Poche due o tre a testa!” rispose Ron “ma a quanto pare sono troppe!” continuò bloccando Blaise che aveva cominciato a spogliarsi
“Allora devo recuperare!” disse Hermione piano all’orecchio di Harry rubandogli poi un sorso di burrobirra
“Preferirei che fossi in te… più tardi!” le rispose lui sorridendo malizioso riprendendosi la bottiglia
La ragazza fece un cenno con la testa e lo baciò sulla guancia.
“Bhè ragazzi credo che il nostro addestramento, per ovvie ragioni, inizierà domani e continuerà sino a quando Harry non…” e s’interruppe abbassando lo sguardo
“Sino a quando Harry stufo e stremato, non vi proibirà di stressarlo con nuovi incantesimi e controincantesimi!” terminò il ragazzo per Hermione che lo guardò immagonata
“Concordo!” disse a fatica Ron mentre cercava di impedire a Blaise di prendere un’altra burrobirra
“Si, si ottima idea…!” accennò Draco che visibilmente imbarazzato cercava di sfuggire alle attenzioni un po’ troppo “lanciate” della sua ragazza.
“Ma dove scappi?” chiese Ginny facendogli cenno con il dito di andare da lei
“Ginny, credo che ti porterò a nanna!” le rispose il biondino che cercava di aggiustarsi la divisa che la bella rossa aveva slacciato
“Fantaaaastico… e tu vieni a rimb…occarmi le coperte?” chiese maliziosa abbracciandolo
“Si più o meno… di sicuro ti ci metto sotto le coperte!” le rispose lui sorridendo
“Ma mi vuoi bene?” chiese la rossa con occhi da cerbiatto
“Certo che te ne voglio! che domande mi fai?”
“Ma quanto da 1 a….?” e allargò le braccia
“Molto di più!” disse Draco acchiappandola al volo prima che si ribaltasse nuovamente al’indietro
“Bene, bravo!” disse Ginny dandogli un buffetto sulla guancia “Allora se mi vuoi bene… resterai a farmi compagnia!?”
“Povero me… sarà una lunga notte!” disse il biondino mettendosi una mano sul viso
Harry era sdraiato a terra dalle risate, Ron e Draco erano esilaranti e Ginny e Blaise decisamente sopra le righe.
“Che ti ridi Harry?!” sbuffò Ron mentre una Blaise impazzita aveva cominciato a dire “Ron, ho proprio voglia di andare dalla Park…inson e spaccarle quella faccia da culo… ah si, ora vado e la massacro…”
”Noooo, Pansy è già KO… ci ho pensato io!” mentì Ron afferrandola “Che ne dici invece se ce ne andiamo a nanna anche noi?”
“Caro mio ma la notte è giovane!” rispose la ragazza un po’ delusa indicando la luna splendente fuori dalla finestra “Chi potremmo pestare allora?”
“Nessuno Blaise è tardi e tra poco andremo tutti a letto… vero Harry che sei stanco e te ne vai a letto anche tu?” chiese Ron guardando l’amico con aria implorante pregandolo di stare al gioco
“Oh si, caspita come sono stanco!” rispose Harry facendo finta di sbadigliare
“Visto… tutti a letto!” le indicò il rosso prendendole la mano “Di buonanotte!”
“B…notte!” disse Blaise sempre più delusa mentre Ron la trascinava fuori dalla stanza
“A domani ragazzi!” lo seguì Draco che ormai reggeva in braccio una Ginny mezza addormentata aggrappata a lui modello sanguisuga
“Ciao!” rispose Hermione
“Buonanotte!” disse Harry ridacchiando mentre chiudeva la porta
“Sembra proprio che dovrai dormire qui!” disse felice voltandosi verso la ragazza
“Già sembra proprio…!” rispose lei avvicinandosi al letto
“Che peccato!” disse falsamente il ragazzo che dopo averla raggiunta cominciò a baciarla dolcemente
Hermione sorrise, lo tirò a sé e insieme caddero sul morbido letto.
“Ouchh!” gemette Harry nuovamente
“Oh … Ridimmelo un pò dove ti fa male?” chiese maliziosa la ragazza
Harry fece un sorriso e molto sensualmente rispose “Ovunque!”

Capitolo 27°: Come ti permetti!!

La mattina dopo per Hermione fu un dolce risveglio. Quando aprì gli occhi si accorse di essere ancora abbracciata al suo Harry. Lui la stringeva protettivamente. Questa volta non era scappato facendole trovare una rosa al suo posto.
“Buongiorno!” le disse lui aprendo piano gli occhi
“Ciao!” rispose la ragazza guardandolo
“Che c’è? Perché quella faccina?” chiese il moretto curioso
“Bhè… niente è che mi ha fatto piacere trovarti accanto a me!”
“Capito!” disse lui stiracchiandosi un pochino e gemendo per il dolore al fianco
“Ancora… ma insomma con tutti i bacini che ti sei preso ieri sera… non dirmi che ti fa ancora male?!” chiese Hermione sorridendo furbescamente
“Un pochino, mi sa che quei baci non sono bastati!” rispose lui finto serio “Mi sa che ci vorrebbe un’altra razione di coccole e…”
“E cosa? smettila dobbiamo alzarci, fare la doccia e scendere a fare colazione!” lo freddò lei sorridendo
Ma Harry non aveva la minima intenzione di farla uscire da quel letto, la bloccò prendendole i polsi, si spostò sopra di lei e cominciò a baciarle il collo piano piano dicendo “Ti prego, restiamo qui… facciamoci portare la colazione in camera da Dobby, se mangiamo qua abbiamo ancora un paio d’ore prima dell’inizio delle lezioni…”
“Harry smettila, spostati… sii serio!” disse Hermione con un tale scarso impeto che tradì spudoratamente le sue vere intenzioni
“Ma io sono serissimo… vorrei tanto ripetere un paio di cose che ieri sera mi hanno davvero colpito!” e così dicendo catturò le sue labbra in quello che il guinness dei primati avrebbe premiato come il bacio più sexy mai dato.
Hermione non si fece pregare più di tanto, lo abbracciò e cominciò a rispondere ai baci del ragazzo con tutta la passione possibile. “E’ stato bellissimo ieri sera!” le sussurrò all’orecchio il moretto mentre in estasi lasciava che la bella ragazza gli facesse i grattini sulla schiena.
“Sei tu che rendi tutto così speciale!” gli rispose lei cominciando a massaggiare molto sensualmente la zona lombare del ragazzo
“Oh Herm, cosa pensavi di fare finita la scuola?” chiese lui chiudendo gli occhi e abbandonandosi a quel tocco magico
“Bhè, io pensavo di seguire l’ad…str…nto per ..iven…a..re uror!” biascicò piano la ragazza mentre
i massaggi diventavano sempre più audaci
“Cosa ?!” ansimò Harry
“Aur..or!” rispose nuovamente piano lei
“Herm non ho… capito!” gemette il ragazzo quando la mano di lei sfiorò l’interno coscia e salì piano
“Non possiamo parlarne dopo?” Chiese la ragazza cercando di cambiare discorso
“Si, va bene parliamone dopo… che bella che sei!” disse guardandola e baciandole dolcemente la punta del naso
“Grazie!” rispose Hermione mentre finalmente la sua mano aveva raggiunto l’eccitazione di Harry
“Oh cavolo… amore se fai così io…!” balbettò Harry visibilmente eccitato dalla cosa
“Tu cosa Signor Potter?” chiese lei maliziosa senza smettere di far andare le mani
“Io… io… oh Dio… io…!” riuscì solamente a dire il moretto prima di abbandonarsi al piacere che i movimenti esperti di Hermione gli avevano procurato.
“Scusami!” disse poco dopo un Harry imbarazzatissimo “Guarda che casino ho combinato!”
“Non c’è problema” disse lei baciandolo dolcemente “Limpia!” recitò e pochi istanti dopo era tutto pulito “l’importante è che ti sia piaciuto?”
“Parecchio… come hai potuto vedere!”
“Già!” sorrise lei
“Ti amo da impazzire Hermione e vorrei che finita la scuola tu… prendessi in considerazione l’idea di… ecco si, bhè di…” disse Harry arrossendo
“Di…?” chiese lei curiosa mentre il cuore le batteva mille all’ora
“Ecco.. io vorrei che tu, cioè… che noi, se ti va… potremmo pensare a…!” disse Harry confusamente cercando di schiarirsi la voce sempre più imbarazzato
“Harry spiegati meglio che cosa…”
“Si dicevo, finita la scuola, io vorrei che tu… si insomma vuoi ..?” ma il ragazzo non riuscì a finire la frase perché Ron e Draco bussarono pesantemente alla porta facendolo sobbalzare.
“Sveglia piccioncini… se siete ancora a letto sappiate che tra tre minuti sfonderemo questa porta a calci… forza maiali, non vi è bastata questa notte… vergognatevi!!” urlò Ron invidioso
“I minuti sono diventati due…!” disse Draco
Hermione scese veloce dal letto, prese tutte le sue cose e si chiuse in bagno, Harry invece indossati i suoi boxer si diresse alla porta aprendola scocciato
“Ma cosa cavolo volete? Proprio ora dovevate arrivare?”
“Oh bhè Draco, mi sa che abbiamo disturbato il caro Harry, che a quanto vedo non era pronto all’uso…!” disse Ron
“Deficienti, stavo chiedendo ad Hermione una cosa importante!” sbuffò il ragazzo
“Scusaci bel moretto, ma ora muoviti fatti una doccia e vestiti che dobbiamo correre c’è Piton questa mattina!” disse Draco passandogli i vestiti sparsi un po’ ovunque
Proprio in quel momento Hermione uscì dal bagno, vestita di tutto punto e visibilmente imbarazzata.
“Ciao ragazzi, buongiorno!” disse senza guardarli negli occhi
“Buongiorno Herm, come siamo carine questa mattina!” disse Ron ridacchiando
“Ciao Hermione!” le sorrise Draco “Se puoi dare un’occhiata alle tue due compagne, credo che abbiamo bisogno del tuo aiuto… sai il loro risveglio non è stato dei migliori questa mattina!” continuò il biondino ammiccando
“Oh si vado subito, ciao ci vediamo dopo!” e scappò via lanciando un’occhiata a Harry che ancora restava in boxer in mezzo alla stanza.
“Herm, ma dove vai aspetta…!” gridò il ragazzo mentre la bella brunetta sfrecciava fuori dalla camera
“Muoviti latin lover… fatti sta doccia alla velocità della luce e vestiti!”
Harry si diresse verso il bagno mugugnando qualcosa simile a “Bastardi me la pagate!” e pochi minuti dopo si unì agli amici per dirigersi in sala grande.

“Che mal di testa!” sussurrò piano Ginny
“Shhhhhhh non parlare così forte!” le disse Blaise con la testa appoggiata al tavolo
“Ragazze vi ho fatto preparare un po’ di the, tenete bevetelo ho aggiuto un po’ di pozione anti sbornia… vedrete che vi sentirete meglio!” disse Hermione passando alle due ragazze due tazze fumanti
“Grazie… ma come ho fatto a conciarmi così?” chiese Blaise sorseggiando il the “Proprio non me lo ricordo!”
“Me lo ricordo io!” disse Ron mentre si sedeva accanto a lei “Ti sei scolata cinque burrobirre, tre nelle cucine con Ginny, mentre io e Draco preparavamo i dolcetti, e due in camera di nascosto… la sesta sono riuscito a strappartela dalle mani!”
“Giuramelo?!” disse la ragazza
“Te lo giuro amore, eri buffissima, volevi a tutti i costi picchiare la Parkinson o chiunque altro a disposizione… ho fatto una bella fatica a starti dietro, ogni tanto mollavi un colpo di Karate qua e là…!” disse Ron imitando i colpi
Blaise sorrise “Che figura!”
“Naaa eri molto carina, avrei voluto approfittarne ma sai com’è sono un gentiluomo…!”
“Si ci credo proprio… di la verità ci hai provato e ti sei preso un pugno…vero?”
“Bhè ecco… si, più o meno!” rispose Ron arrossendo
Draco e Harry scoppiarono a ridere fragorosamente
“Hai poco da ridere biondino… se non mi sbaglio anche tu hai fatto il salto ieri sera!” disse il rosso indicando Ginny
“Ron vergognati!” gridò Ginny al fratello
“Vergognati? Senti da che pulpito, mia cara ieri sera Draco è stato davvero un signore altrimenti sai che fuochi d’artificio con te in quelle condizioni… se lo sapesse mamma!!”
“Quali condizioni Ronald Weasley, ho bevuto solo una o due forse tre burrobirre ma non ricordo niente di quello che stai dicendo!” sbottò la rossa
“Amore le burrobirre erano 4 e ti assicuro che ieri sera eri parecchio come dire… “lanciata e disinibita”, per mia fortuna dopo un’estenuante lotta, ti sei addormentata di colpo così sono riuscito a metterti sotto le coperte!”
“Oh cavolo… proprio non me lo ricordo…!” disse Ginny arrossendo
“Tranquilla amore ho conservato tutte le cose che hai fatto apparire… se nel tuo inconscio ci sono certe fantasie chi sono io per impedirti di realizzarle!” le strizzò l’occhio lui
“Quali fantasie?” chiese Ginny allarmata e non sicura di volerle sapere
Draco estrasse un paio di manette e le depositò sul tavolo sotto gli occhi increduli degli amici
“Ginny!” urlò Ron indicandole
“Caspita, vorrei provare anch’io!” disse Blaise
“Già!” annuì Hermione mentre Harry se la rideva come un pazzo
“A…amore, non è possibile, non sono mie… vero?” balbettò Ginny imbarazzatissima le cui guance ormai rasentavano il color porpora
“A dire il vero lo sono e non vedo l’ora di esaudire il tuo desiderio!” disse il biondino baciandole maliziosamente la mano
“Smettila!” Sorrise la ragazza spintonandolo via “Nascondile ci manca solo che le veda Silente!”
I ragazzi continuarono a prendersi in giro per un quarto d’ora buono, fecero colazione e infine si diressero allegri in classe.
La giornata trascorse rapida, le lezioni si susseguirono ad un ritmo velocissimo. Pozioni, Trasfigurazione e Storia della magia al mattino e Divinazione, Aritmanzia, Erbologia e Cura delle creature magiche al pomeriggio.
Finalmente era ora di cena e i ragazzi si ritrovarono, dopo aver frequentato lezioni diverse, al tavolo dei caposcuola.
“Ragazzi muovetevi a mangiare che dobbiamo iniziare con gli incantesimi di Harry!” disse Hermione mentre addentava una carota.
Gli amici annuirono. Harry la guardò, era particolarmente bella quella sera… all’improvviso gli venne in mente che la ragazza non aveva risposto alla sua domanda di quella mattina così con falsa tranquillità le chiese “Herm, non mi hai poi detto cosa intendi fare finita la scuola?”
Alla ragazza andò di traverso ciò che stava mangiando e cominciò a tossire diventando paonazza.
“Oh caspita… che brutto quando ti va di traverso qualcosa…” disse cercando di cambiare discorso
“Herm allora che pensi di fare?” le chiese di nuovo Harry
“Harry, non vorrei ti arrabbiassi con me ma… ho deciso di seguire l’addestramento per diventare un Auror!” disse d’un fiato la ragazza abbassando lo sguardo
“Coooosa?!” chiese Harry che tutto si aspettava tranne quella risposta “Stai scherzando vero? Non vorrai davvero seguire quel corso, dura due anni e saremo impegnati giorno e notte in addestramenti durissimi, Hermione ma io credevo che avresti voluto insegnare e…!”
“Harry, non c’è bisogno di reagire così… ti assicuro che…!” cercò di spiegare la ragazza
“Cosa Herm, mi assicuri che questa è una stronzata passeggera, mi assicuri che cambierai idea, mi assicuri che non dovrò avere l’ansia un domani di saperti in pericolo?” chiese il ragazzo acido
“Che c’è Potter, certe cose le puoi fare solo tu?” chiese la ragazza che si stava alterando non poco
Harry sbattè la mano violentemente sul tavolo attirando l’attenzione degli amici e dei commensali dei tavoli vicini “No, sicuramente farsi ammazzare non è solo mia prerogativa, ma pensavo che tu fossi più furba del sottoscritto!”
“Se permetti decido io della mia vita, Harry Potter, come osi farmi la paternale quando proprio tu rischi la vita in ogni momento… è giusto che io tema per te ma non è giusto che tu sia in pena per me, è questo che mi stai dicendo?” gli urlò in faccia la ragazza a meno di una spanna dal viso
“Hermione, ma ti senti, tutti i progetti che avevi di specializzarti e insegnare, che fine hanno fatto?” disse Harry furioso
“La specializzazione la prenderò comunque, una cosa non limita l’altra mi sono già informata… ma poi perché te lo dico a quanto pare ti sei già fatto il tuo bel programmino, non vorrei rovinartelo!”
Blaise e Ginny erano ammutolite, non avevano mai visto Hermione così arrabbiata d’altra parte però anche Harry non si era mai visto così fuori di sè
“Ragazzi, vedete di calmarvi, state dicendo cose che non pensate e…” cercò di dire Draco
“Zitto!” urlò Hermione “Non sono cose che ti riguardino!”
“Per l’amor del cielo Draco non dirle niente!” disse Harry sarcastico “Non è più possibile parlarle non vedi come s’incazza!”
“Fanculo Harry, sai benissimo perché sono così arrabbiata non farmi passare per una pazza isterica!” disse Hermione secca
“E’ vero non sei una pazza isterica sei solo una sciocca, rinunci ad essere felice e tranquilla per cosa?” gridò Harry alzandosi in piedi
“Come ti permetti!” gridò Hermione mollandogli il ceffone più forte che si potesse ricordare nella storia degli schiaffi
Un ohhhhhhh si alzò dalla sala che ammutolita assisteva alla scena che ormai, per ovvie ragioni, non era più circoscritta al solo tavolo dei caposcuola
Harry guardò Hermione poi con un filo di voce disse “E’ pericoloso, non capisci, lo è per un uomo perché vuoi rischiare, cazzo dimmelo Hermione perchè?”
“Cos’è non mi credi all’altezza, solo tu puoi diventare un Auror? mi spiace deluderti signor Potter ma ormai ho fatto la mia scelta e ne tu ne nessun altro potrà farmi cambiare idea… e se lo vuoi sapere mi sarebbe piaciuto poter avere qualcosa che mi avvicinasse ancora di più a te, che ci facesse stare insieme e combattere fianco a fianco per qualcosa di buono e di giusto!”
“Non voglio che ti succeda niente, lo capisci!” gridò Harry sbattendo nuovamente le mani sulla tavola
“Non è più un problema tuo!” rispose Hermione allontanandosi dalla tavola e uscendo dalla sala
Harry dalla rabbia aveva le mani che gli tremavano vistosamente “Lo spettacolo è finito… potete ricominciare a mangiare!” urlò risedendosi al tavolo ancora molto irritato
“Harry…” Cercò di dire Ron
“Ron non è davvero il momento per farmi sapere come la pensi… senza offesa ma ho i coglioni che mi girano a mille e non vorrei rispondere male anche a te!” lo segò il moretto
Ron stava per rispondere ma Draco gli fece cenno di lasciare perdere.
“Signor Potter, avrei bisogno di parlarle!” Disse il professor Silente avvicinandosi al tavolo
“Ora?!” chiese Harry duro stupendo tutto il tavolo per quella risposta
“Si, ora! La prego di seguirmi!” rispose calmo il professore
Harry si alzò di getto facendo cadere la sedia e seguì il preside fuori dalla sala sotto gli sguardi ancora sconvolti di tutti i presenti.

28° Capitolo: Testa dura!

“Merda… ma l’ha sentita, no dico vuole diventare un Auror… è fuori, fuori come un balcone!” sbraitò Harry entrando nell’ufficio di Silente
“Ho sentito Harry!” rispose il preside
“Bene, visto che la pensa come me adesso per favore la convoca e le dice che stà facendo una cagata, che deve cambiare idea e che…” partì in quarta Harry
“Non ho detto che la penso come te, ho solo detto che ho sentito ciò che la signorina Granger ti ha detto in sala!” lo fermò il preside
“Auror professore, vuole diventare un Auror del Ministero!” gridò il moretto
“Anche tu se non sbaglio vuoi diventarlo!” chiese il preside
“Si ma è diverso!”
”In cosa Harry, forse perché tu sei un uomo e lei una donna? Ci sono stati Auror donne potentissime, molto più di molti loro colleghi uomini!”
“Cosa fa le da ragione…? professore Hermione vuole diventare un Auror e rischiare la sua vita ogni giorno per dare la caccia a Voldemort e ai suoi seguaci… Come può lasciare che faccia questa stronzata?”
“Rispetto le sue scelte Harry è molto semplice, cosa che invece tu non fai!”
“Certo io la amo a differenza sua, non voglio che venga uccisa o ferita o sfigurata o chissà cosa!” rispose il ragazzo furibondo
“Harry è proprio quando amiamo una persona che rispettiamo le sue scelte, possiamo non condividerle ma le dobbiamo accettare, non puoi mettere le persone che ami sotto una campana di vetro, devi lasciarle libere di spiccare il volo anche se questo può comportare distacco e sofferenza! Amare qualcuno non significa possederlo!”
“Professore Hermione è la cosa più importante della mia vita, se perdessi anche lei non potrei sopportarlo!” disse piano il ragazzo accasciandosi sulla sedia di fronte alla scrivania.
“Credo proprio che dopo questa sera rischi di perderla comunque!” sussurrò Silente “Credo che tu le debba delle scuse, per ciò che le hai detto e per come l’hai aggredita in quella sala!”
“Mi ha fatto venire qua per dirmi questo?” chiese il ragazzo di colpo “Per dirmi che Hermione ha ragione e io ho torto?!”
“No, non solo almeno, ti ho fatto venire perché Madama Pince mi ha avvisato che la bilioteca è stata saccheggiata da ogni libro d’incantesimi e controincantesimi. Volevo sapere cosa ne vuoi fare?” chiese il preside guardandolo dai suoi occhialetti a mezzaluna.
Harry sospirò “Hermione voleva prepararmi al combattimento con Voldemort nel miglior modo possibile… ma credo che la cosa non accadrà, pertanto non si preoccupi riporterò in biblioteca tutti i libri entro domani!”
“Non ho detto questo Harry, volevo solo sapere per cosa ti servissero i libri. Se posso consigliarti concentrati sull’imparare incantesimi per non farti incantare e protezioni per gestire le emozioni!”
Il ragazzo annuì.
“Ora vai, hai avuto una serata movimentata!” disse il preside indicando la porta
“Professore le chiedo il permesso per prendere la mia scopa e andare al campo di Quidditch per volare un po’… mi rilasserebbe!” disse Harry guardandolo
“So che se ti dicessi di non andare probabilemte lo faresti lo stesso pertanto d’accordo, vola quanto vuoi ma cerca di non fare troppo tardi!” gli rispose il preside ricambiando lo sguardo.
Harry ringraziò e uscì dall’ufficio dirigendosi verso la torre est.

In camera Draco e Ron seduti sul letto aspettavano l’amico ansiosi.
Quando entrò gli fecero un cenno di saluto e si misero a sedere guardandolo prendere la Firebolt e l’attrezzatura per volare.
“Che fai?” chiese Ron
“Vado al campo da Quidditch per volare un po’, così cercherò di rilassarmi!”
“Tutto bene con Silente?” chiese Draco
“Si, più o meno!”
“Non ti ha fatto cazziatoni per la storia con Hermione successa stasera vero?” chiese Ron curioso
“Silente non fa mai cazziatoni, dovresti saperlo Ron, Silente ti proprina la sua verità e tu la devi accettare. Mi ha detto che chi ama veramente accetta le scelte altrui… vero ma non è così semplice farlo però!” sbottò il ragazzo mentre si cambiava e indossava gli abiti adatti per volare.
“Harry, perché non le parli, eravate entrambi molto arrabbiati, avete detto cose che non pensavate…!” iniziò a dire Draco ma Harry lo interruppe dicendo “Errore Draco, io pensavo tutto quello che ho detto, così come lei… credo che al momento ci sia ben poco da dirsi!”
“Harry ma che cazzo stai dicendo, è Hermione non la prima sciacquetta che ti sei trombato… è la ragazza di cui sei innamorato da anni, quella per la quale moriresti se fosse necessario e…!” cercò di dire Ron
“Si e quella a cui stasera volevo chiedere di sposarmi… ma forse la cosa è univoca non credete?”
“Harry, sei arrabbiato ma…!” disse Draco cercando di farlo ragionare “Parlale, non vorrai buttare nel cesso il vostro amore per una cagata simile?!”
“Sono scelte Draco, come dice Silente bisogna accettarle anche se non le condividiamo!” e detto questo uscì sbattendo la porta dietro di sé.
Scendendo le scale il ragazzo incrociò Ginny che saliva portando con sé una scatola di fazzolettini. I due ragazzi si guardarono “Harry!” disse la rossa “Ginny!” rispose il moro
“Dove stai andando?” le chiese lei squadrandolo
“A volare un po’!” rispose secco lui
“A quest’ora?” chiese la ragazza
“Ginny, posso aiutarti in qualcosa? Sai sono di fretta!!” chiese lui scocciato
“Si, dovresti farmi un favore, scendere dal tuo piedistallo di onnipotenza e darti del coglione!”
Harry la guardò stupito “Scusa?!”
“Hai capito bene, vai pure a volare e mentre voli, datti mentalemente del coglione e magari anche dell’egoista e dell’insensibile… dopodichè quando atterri ricorda a te stesso che non sei l’unico essere sulla faccia della terra ad amare e ad avere delle paure, l’unico a cui è stato concesso di combattere per il bene supremo o l’unico a cui è concesso offendere e ferire un’altra persona senza preoccuparsi delle conseguenze!” disse Ginny prima di voltarsi e incamminarsi su per le scale
Harry rimase di sasso scese le scale e uscì veloce dalla torre est, giù sino all’entrata e poi fuori sino al campo da Quidditch.

Ginny entrò in camera. Hermione e Blaise erano sedute a terra accanto al letto a baldacchino della ragazza mora circondate da un miliaio di fazzolettini usati ormai accartocciati.
“Tieni, sono riuscita a recuperare questa scatola di fazzolettini!” disse Ginny porgendo la scatolina all’amica
“Grazie!” singhiozzò Hermione
“Ho incontrato Harry sulle scale… stava andando al campo da Quidditch per volare un po’!” disse piano la rossa
“Era ancora arrabbiato?” chiese Hermione
“Si, e forse ho un po’ esagerato, gli ho detto di volare e di darsi del coglione, dell’egoista e dell’insensibile, di scendere dal suo piedistallo e di ricordarsi che non è l’unico ad amare ed ad avere paura e…” disse Ginny svelta
“Cavolo Gyn, l’hai ribaltato ben bene come un calzino!” disse Blaise
“Bhè forse mi sono lasciata un po’ prendere… mi dispiace Herm… non avrei dovuto intromettermi, scusami!”
“Non ti preoccupare, Harry ha chiaramente detto come la pensa stasera in quella sala!” disse piano Hermione prima che nuove lacrime le rigassero il bel viso
“Hermione io credo che lui abbia reagito così male proprio perché ti ama tanto e ha paura che ti succeda qualcosa, questo non lo giustifica, però non pregiudicare il vostro rapporto per questa cosa, cerca di capirlo…!” cercò di calmarla Blaise.
“Blaise lui non si fida di me, mi crede una sciocca e non mi ritiene all’altezza capisci, non puoi immaginare come mi sono sentita nel sentirmi dire quelle cose!” esplose Hermione ricominciando a piangere
“Dovete chiarire, siete due teste dure!” disse Draco entrando nella camera seguito da Ron
“C’è poco da chiarire Draco, hai sentito come la pensa!” rispose la ragazza soffiandosi il naso
“Certo che è proprio vero, Dio li fa e poi li accoppia, cos’è vi siete messi d’accordo sulle risposte? Dite le stesse cose e nessuno dei due le pensa davvero. Un bel confronto è quello che ci vuole, non siete più dei ragazzini che tengono il broncio offesi. Hermione, Harry ha sicuramente sbagliato a reagire in quel modo ma questo non lo deve bollare come l’insensibile, lo stronzo o come quello che non ti rispetta e non ti ama. Anzi forse è proprio il troppo amore che l’ha spinto a reagire così.”
“Bhè che devo fare correre al campo di Quidditch e scusarmi con lui?” chiese la ragazza secca
“Non ho detto questo, ho solo detto di chiarire la cosa!” le rispose il biondino altrattanto secco

Nel frattempo Harry sfrecciava avanti e indietro, su e giù per tutto il campo da Quidditch incurante del freddo e della pioggia che lo stava inzuppando fino al midollo. Pensava e ripensava a quanto accaduto, a quanto gli aveva detto Hermione e a quanto Ginny lo avesse colpito con quelle parole taglienti. Finalmente esausto decise di atterrare, aveva volato sicuramente per ore. Appena toccò terra cadde in ginocchio sull’erba sottostante, lasciò cadere la sua Firebolt li accanto e cominciò a tremare, un po’ per il dolore al fianco che si era riacutizzato a causa dello sforzo e un po’ perché stava realizzando che la reazione avuta con Hermione era stata decisamente esagerata.
“Sono stato un coglione!” si disse fra sé “Ho fatto un bel casino, chissà se vorrà parlarmi ancora?” si chiese pensando a tutto quello che aveva detto “Non voglio che le succeda nulla… la amo così tanto!” pensò mentre una lacrima scendeva sul suo viso mischiandosi alla pioggia “Gestire le emozioni… chissà perché finiamo sempre qua alla fine!” si domandò facendo un mezzo sorriso e rimettendosi a cavalcioni della sua scopa. “E’ proprio il mio punto debole!” Pensò mentre si dirigeva verso il castello.
Risalì veloce le scale sino alla torre est lasciando una bella scia d’acqua al suo passaggio. Recitò un incantesimo per asciugare gli abiti che grondavano come se fossero stati appena tirati fuori dal lago e il più silenziosamente possibile varcò la sala comune della torre. Ad aspettarlo addormentata vicino al camino c’era una bella ragazza con gli occhi color cioccolato coperta da un plaid in pile. Harry la fissò, illuminata dalla luce morente del caminetto era ancora più bella. Le si avvicinò piano e rimase a fissarla immobile per qualche minuto. Erano ormai scoccate le 2 e 30 del mattino, Harry guardò l’orologio e pensò che non era il caso di svegliarla a quell’ora, così con tutta la delicatezza che poteva usare la prese in braccio e risalì le scale sino alla porta della sua stanza. La aprì piano e con passo felpato si diresse verso il letto di Hermione.
Harry adagiò la ragazza delicatamente sul morbido letto a baldacchino e la coprì con le lenzuola e le coperte. “Harry…” sussurrò Hermione nel sonno, muovendosi piano, mentre una lacrima le scendeva bagnandole la guancia.
Il ragazzo le si avvicinò e accarezzandola piano disse “Perdonami amore, mi dispiace, ti amo così tanto!” dopodichè la baciò sulla fronte e uscì di nuovo dalla stanza tornando in camera sua.
Draco e Ron dormivano profondamente già da ore, si spogliò e s’infilò sotto le coperte ma non riuscendo a dormire decise di leggere uno dei vari libri che Hermione gli aveva consigliato di studiare. Fu una lettura molto interessante che contribuì a farlo addormentare solo alle 4.45 del mattino.

Hermione si svegliò la mattina seguente sotto le calde coperte del suo letto. “Ma che ci faccio qui?!” si chiese realizzando dove si trovava.
“Buongiorno!” le disse Blaise sorridendole “Com’è andata?”
“Non lo so, ricordo di essermi seduta accanto al fuoco e di averlo aspettato ma poi devo essermi addormentata e… ora sono qui sotto le coperte, deve avermi portata a letto lui.” Rispose la ragazza
“Buon segno allora!” le sorrise Blaise
“Perché non mi ha svegliata? Lo avrebbe fatto se non fosse stato arrabbiato!” continuò la ragazza abbassando lo sguardo
“Ora non trarre conclusioni senza sapere com’è andata, cerca invece di beccarlo prima che scenda in sala grande!” le rispose Blaise prima di entrare in bagno
Hermione annuì scese dal letto e cominciò a preparare i vestiti che avrebbe indossato quella mattina. Spostando la gonnellina a pieghe vide un pacchettino con un fiocco viola che giaceva accanto alla camicia. “Il regalo di Harry!” si disse chiudendo gli occhi, “Non sono ancora riuscita a darglielo!” sospirò tristememente.
“Ciao!” disse Ginny distraendola dai suoi pensieri
“Ciao Ginny, dov’eri?” chiese riponendo il pacchettino nel suo baule
“Oh stamane sono uscita presto, ho fatto una bella camminata fino alla gufiera e ho mandato una lettera a mamma… tu che mi dici, hai chiarito?” chiese la rossa sorridendo
“Niente, mi sono addormentata accanto al fuoco e poi mi sono svegliata qui!” le rispose Hermione
“Ti ci ha portata lui, allora non è più arrabbiato… Herm tranquilla sarà tornato molto tardi e conoscendolo non voleva svegliarti… forza cambiati lo beccherai tra poco, salendo ho sentito delle voci provenire dalla camera dei ragazzi!” la consolò Ginny abbracciandola

“Com’è andata?” chiese Ron appena Harry uscì dal bagno bagnato vestito solo di un asciugamano.
Il ragazzo non rispose e cominciò ad asciugarsi.
“Harry, le hai parlato?” chiese nuovamente Ron mentre Draco alzò lo sguardo in direzione del moretto
“No!” rispose il ragazzo che ora era passato ad asciugarsi i capelli
I due amici lo fissarono silenziosi in attesa che continuasse a spiegare il perché.
“Era tardi, erano le 2.30 e lei stava dormendo beatamente, non ho voluto svegliarla, l’ho presa in braccio e l’ho riportata a letto!” continuò Harry ricambiando lo sguardo
“Bhè allora muoviti che tra poco usciranno da quella stanza, potrai chiarire questa mattina!” gli disse Draco guardando l’orologio
“Si, certo…!” cercò di dire il moretto poco convinto
“Harry, non farmi incazzare, ora uscirai da questa stanza e chiarirai con Hermione tutta questa assurda discussione” gli disse Draco risoluto alzandosi in piedi
Harry non rispose e cominciò a vestirsi.

“Pronta?!” chiesero Blaise e Ginny voltandosi nella direzione dell’amica
Ma la ragazza non rispose, la porta aperta della stanza faceva chiaramente intuire che se n’era andata.
“Ma dov’è? Era qui due minuti fa?” chiese Ginny allibita
“Forse è andata a chiamare Harry?” le rispose Blaise “Andiamo a vedere!”
Proprio in quel momento i ragazzi uscirono dalla loro stanza ma nessuna traccia di Hermione.
“Buongiorno!” disse Draco baciando Ginny mentre Ron faceva lo stesso con Blaise
“Buongiorno!” disse loro Harry sulla porta
“Buongiorno!” risposero le due ragazze guardandosi
“Hermione è ancora in bagno?” chiese Harry all’improvviso
“No, ecco veramente… lei è… stamattina è già… non c’è!” rispose Ginny imbarazzata dalla situazione
“Capisco!” rispose Harry abbassando lo sguardo e dirigendosi verso le scale
“Come non c’è?!” chiese svelto Draco abbassando la voce
“E’ sparita all’improvviso, era qui due minuti fa, io e Blaise siamo andate un secondo in bagno e uscendo non l’abbiamo più trovata!” rispose sussurrando la ragazza
“Fantastico, otto ore per convincerlo a parlarle e lei non si fa trovare!” disse il biondino uscendo dalla camera seguito dalle due ragazze e da Ron.


29° Capitolo: Gelosie e chiarimenti

Hermione sedeva da sola al tavolo dei caposcuola, era scappata, la paura di affrontare Harry l’aveva fatta uscire di corsa dalla stanza. Pensierosa al tavolo non si accorse che Jonas Flitt le si era avvicinato e la stava guardando sorridente.
“Ciao, mi spiace vedere una bella ragazza che sconsolata fa colazione da sola!” le disse sedendosi di fronte a lei
“Oh ciao Jonas, scusami non ti avevo visto!”
“Tranquilla ho immaginato che fossi un po’ presa dai tuoi pensieri… tutto OK?” le chiese gentilmente
“Non tanto, ma tu come stai?”
“Non cambiare discorso Hermione, mi è spiaciuto molto per ieri, vedervi litigare così furiosamente mi ha lasciato senza parole!”
“Jonas scusami ma non voglio parlare di questa storia… Harry ed io eravamo molto arrabbiati e abbiamo detto cose che non pensavamo e…”
“Hermione non devi giustificarti con me… ero solo venuto a dirti che mi spiaceva vederti così triste, ieri sera avete scioccato tutti quanti!” le disse appoggiandole una mano sulla spalla
“Si, mi spiace di aver dato spettacolo!” rispose lei portandosi le mani sul viso
“Quale spettacolo… sei stata grande, anzi ricordami di non litigare mai con te… non vorrei beccarmi una di quelle sberle!” le disse allegro facendola sorridere.
Proprio in quel momento Harry entrò nella sala grande seguito dal resto dei ragazzi e la scena che gli si parò davanti lo fece trasalire pietrificandolo vicino all’entrata. Hermione era seduta al tavolo dei caposcuola a chiaccherare con Jonas Flitt. Il serpeverde stava mormorando qualcosa riuscendo a strapparle dei sorrisi.
Harry sentì il sangue ribollirgli nelle vene, guardò Draco furibondo e disse “Non ha voglia di parlare con me ma a quanto pare si trova bene a parlare con il tuo amico Jonas!”
“Non giudicare dalle apparenze, ti assicuro che Jonas stima Hermione ma non la tacchinerebbe mai!” rispose svelto Draco cercando di calmare l’amico che non nascondeva minimamente la sua gelosia
“Davvero, allora perché la stà abbracciando?” chiese rabbioso Harry
Draco si voltò verso il tavolo effettivamente Jonas stava abbracciando Hermione ma il biondino era sicuro che non c’era malizia nel suo gesto.
“Grazie Jonas… mi hai distratta un po’ dai miei pensieri tristi, senti ma perché non ti unisci al gruppo?” disse Hermione abbracciandolo
“Grazie, ma preferisco non essere così vicino a Blaise… sai io…” rispose Jonas imbarazzato
“Oh capisco, comunque sappi che se decidi di cambiare idea sarai il ben accetto!” disse la ragazza prima di salutarlo e risedersi al tavolo
Gli amici la raggiunsero pochi secondi dopo. Le loro facce le fecero capire che c’era qualcosa che non andava.
“Che c’è?” chiese la ragazza “Dov’è Harry?”
Ron indicò il tavolo dei Tassorosso dove il moretto stava parlando con Hanna Abbott, una bella ragazza rossa anch’essa caposcuola che lo stava subissando di complimenti e smancerie varie… e alle quali lui sembrava non tirarsi indietro.
Hermione sentì il cuore spezzarsi in due a quella vista.
“Hermione non credere a quello che vedi, pochi minuti fa ti ha vista chiaccherare allegramente con Jonas e non l’ha presa molto bene, sai stamattina sei sparita… c’è rimasto male!” cercò di dire Draco
“Si lo vedo, è davvero provato… comunque Jonas stava solo cercando di essere gentile niente di più e se questo lui non lo capisce probabilmente non ha proprio capito nulla della sottoscritta!” e dicendo questo si alzò scocciata e s’incamminò verso l’uscita della sala.
Harry la vide passare con la coda dell’occhio, si congedò veloce da Hanna che sbavando lo salutò e la seguì fuori dalla sala.
“Come te ne vai già!” disse sarcastico dopo averla raggiunta
Hermione si voltò a quelle parole, lo fissò furente e rispose “Si, non credo di dover chiedere il permesso a te per poterlo fare! O vuoi mettere becco su tutte le scelte della mia vita?!”
Harry le si avvicinò, aveva uno sguardo davvero cattivo, Hermione non lo aveva mai visto così “No, fai pure, mi stavo solo chiedendo se avessi salutato Jonas prima di uscire?!” le chiese secco
“Sei davvero un poverino Potter, hai anche il coraggio di fare il geloso… ma non ti fai pena da solo, Jonas è stato gentile a chiedermi come stavo tutto qui… ma se vuoi pensare che ci sia dell’altro fai pure, probabilmente non mi conosci poi così bene!”
“Meglio far pena che mentire a se stessi!” Rispose il ragazzo brusco
“Ah caspita Sig. Freud, così io starei mentendo a me stessa e su cosa sentiamo?”
“Su noi, a quanto pare la cosa non è più così importante per te… o mi sbaglio?” disse Harry risoluto
Hermione lo guardò incredula “Già averti aspettato invano sul divano ieri notte è decisamente sinonimo che la cosa non mi interessa più… o mi sbaglio?!”
“Era tardi, non volevo svegliarti!” le disse con tono più pacato senza però staccare gli occhi da lei
“Già come sempre Harry, tu non vuoi questo, non vuoi quello, decidi sempre tu per me… forse dovresti lasciare le persone libere di decidere come meglio credono una volta ogni tanto!”
“Scusa la prossima volta ti sveglierò e resteremo a parlare fino alle 5 del mattino, contenta?!”
“Si, avrei preferito… volevo chiarire con te quello che era successo, cercare di spiegarti, ma tu non hai voluto, non me l’hai permesso!”
“Hermione, era tardi, mi spiaceva che mi avessi aspettato tutto quel tempo, ho pensato che avremmo potuto parlarne tranquillamente questa mattina, ma tu te la sei squagliata e quando ti ho vista al tavolo con Jonas a chiaccherare mi sono girati i coglioni come un frullatore… sono geloso lo ammetto è forse una tragedia esserlo!” disse tutto d’un fiato
“Cresci Harry!” fu la risposta secca della ragazza
Il ragazzo la guardò senza parlare per qualche secondo, poi lentamente disse “Finisce così allora, senza chiarimenti, senza possibilità di rimediare?”
“Harry… no io non volevo dire questo!” rispose Hermione in panico a quelle parole
“Cosa volevi dire allora Herm?” chiese piano il ragazzo
“Che vorrei che tu accettassi le mie scelte e cercassi di capirmi, non chiedo che tu le condivida tutte ma sapere che mi rispetti, che ti fidi di me e che…” iniziò a dire la ragazza
Harry non la fece finire l’abbracciò e disse “Perdonami Hermione, so di avere esagerato ieri sera, ma ti amo così tanto che l’idea di perderti mi ha mandato fuori di testa. Io ti rispetto, mi fido ciecamente di te, non devi neanche pensare il contrario… so quanto sei in gamba e che sarai un ottimo Auror, anche migliore del sottoscritto....”
“Harry, io…!” provò a dire la ragazza
“Aspetta lasciami finire… voglio anche scusarmi per essere stato un stronzo egoista, è che tu sei così importante per me che non vorrei mai che ti succeddesse niente… ho solo sbagliato modo per fartelo capire!”
Hermione lo abbracciò forte, si asciugò le lacrime che nel mentre le avevano rigato silenziose le guance poi disse “Harry, ho detto cose che non pensavo… o comunque guidata dalla rabbia mi dispiace. Avrei dovuto dirtelo prima ma avevo un po’ paura per come avresti reagito… e se mi consenti non avevo poi tutti i torti!” gli sorrise lei
“Bhè si anch’io non sono stato molto gentile, scusami!” le rispose portandosi una mano alla testa
“Ma poi perché ti ostinavi a chiedermi cosa volessi fare finita la scuola?” chiese all’improvviso la ragazza curiosa
Harry sbiancò “Adesso che dire?” pensò “Ah la scuola… ma niente era così tanto per sapere!” mentì poco convinto
“Harry Potter, capisco quando mi dici una bugia… forza dimmelo perché volevi saperlo?” chiese Hermione con fare indagatorio
“Ma niente Herm… davvero niente!” rispose lui arrossendo furiosamente
“Harry… dimmelo!” disse Hermione che nel mentre lo aveva messo spalle al muro
“Oh cavolo…. Si, io ecco… volevo chiederti se finita la scuola tu… volevi…”
“Volevo…?”
“Se volevi venire a vivere con me!” disse facendosi coraggio il moretto
“Condividere una casa vuoi dire… tutti insieme?” chiese lei agitata
“Bhè non proprio, io intendevo se volevi sposarmi ma se tu preferisci convivere con gli altri…” le rispose lui “Mi sta bene anche così l’importante è stare insieme!”
Hermione fece un sorriso a 44 denti, lo abbracciò all’improvviso e cominciò a dire “Si, lo voglio, lo voglio, lo voglio, Harry io si che domande assolutamente si!”
“Sono felice Herm, ma si a quale delle due cose?” chiese ansioso
“Si, che ti sposo Harry, non vedo l’ora!”
Harry sentì il cuore scoppiargli in petto la strinse forte e le diede un bacio che la fece barcollare tanto era passionale.
Il bel quadretto fu però interrotto dalle urla di Gazza che li fece sobbalzare. Durante la loro discussione non si erano accorti che gli altri studenti avevano abbandonando da un pezzo la sala grande per dirigersi nelle rispettive classi. Erano in ritardo!!
“Andiamo futura signora Potter, Piton ci starà aspettando!” disse lui prendendola per mano e correndo verso i sotterranei.

“Potter, Granger, comodi… la lezione è iniziata da 10 minuti… 10 punti verranno tolti a Grifondoro per il vostro ritardo!”
“Ci scusi professore!” disse Hermione che non riusciva a smettere di sorridere
“Forza muovetevi, unitevi ai gruppi e preparate la pozione scritta alla lavagna!”
Harry si unì a Draco e Ron, Hermione invece a Blaise e Lavanda.
“Ma dove cacchio eravate finiti?” chiese a bassa voce Draco mentre aggiungeva un ingrediente alla pozione
“Dovevo chiarire una cosa… ora è tutto a posto!” rispose sorridendo in modo ebete
“Era ora!” disse il biondino “Uomo geloso rimbambito!”
Harry annuì.
“Ma perché hai quella faccia beata… che è successo?” gli disse Ron puntandolo con una radice
“Niente ragazzi, ho chiarito sono solo felice!”
“Smettila di dire balle, orami sei un libro aperto per noi!” continuò Ron guardandolo storto
“Ho solo chiesto ad Hermione una cosa e lei mi ha risposto di si!”
“Cosa?” Chiese Draco distratto senza togliere lo sguardo dalla pozione
Harry arrossì vistosamente e non rispose.
“Bhè che le hai chiesto? Si può sapere?” rincarò il biondino
“Ecco, cosa pensate di fare finita la scuola…?” disse il moretto
“Che centra?” chiese Ron
“Centra centra… allora cosa pensate di fare?” richiese Harry
“Pensavo di seguire l’addestramento per diventare Auror!” rispose Draco
“Si anch’io, anche tu Harry e a sto punto anche Hermione… ma che centra con lei?” continuò Ron
“Bhè prima di iniziare l’addestramento, abbiamo tutti un altro impegno!” disse Harry con un filo di voce “Anzi ci terrei che vi teneste liberi!”
Draco e Ron si guardarono confusi poi come colpiti dalla rivelazione del secolo dissero “No, non posso crederci… non dirmi che le hai chiesto di… sposarti?”
Harry sorrise imbarazzato
“Harry ma quando?” domandò Ron
“Pensavo finita la scuola… a settembre… che ne dite?”
“Dico che sei matto, ma che sarà un onore farti da testimone!” rispose il biondino abbracciandolo
“Mia madre impazzirà di gioia… aspetta un matrimonio da secoli!” gli sorrise Ron abbracciandolo nuovamente
“Ma che succede oggi, Potter, Malfoy, Weasley la finiamo di scambiarci stupide e inutili effusioni?” sbraitò Piton avvicinandosi
“Scusi!” dissero in coro i tre ragazzi rimettendosi immediatamente a finire la pozione
“Hermione tutto ok?” le chiese Blaise
La ragazza annuì “Poi ti racconto!!” disse stringedole la mano.
La lezione di pozioni finì e per la gioia dei ragazzi quella di erbologia saltò a causa di un imprevisto della professoressa Sprite. Si ritrovarono così in giardino, c’era una bella e fredda giornata di sole.
Hermione ne approfittò per raccontare a Blaise di come aveva chiarito le cose con Harry e di come lui si fosse dichiarato. Blaise era impazzita, continuava a gridare dalla gioia, ad abbracciarla e a comlimentarsi “Non ci posso credere, ma è stupendo, pensa appena lo racconti a Ginny…!”
“Racconti cosa?” chiese Harry che seguito da Draco e Ron le aveva raggiunte alla panchina dov’erano sedute
“E bravo il mio Harry… auguri!” urlò Blaise abbracciandolo e facendolo arrossire
“Oh grazie!” disse piano Harry mentre la moretta lo stringeva “Amore deduco che hai raccontato a Blaise la novità?”
“Bhè si, non dovevo?” rispose Hermione divertita nel vedere la scena
“Certo certo ma forse dovevi poi darle un calmante!” sorrise lui staccando l’amica dal suo collo
I cinque ragazzi scoppiarono a ridere.
“Potter!” si sentì chiamare
Harry si voltò era Piton “Venga deve partire!”
“Partire per dove?” chiese il ragazzo sotto gli sguardi attenti degli amici
“Venga, le spiegherò mentre andiamo dal professor Silente!”
Il ragazzo guardò Hermione le sorrise e disse “Non ti preoccupare!” e detto questo si allontanò con il professore di pozioni.
30° Capitolo: Cornelius Caramell

“Accomodati Harry!” disse Silente
“Professore ma che succede, il professor Piton mi ha detto che devo partire… ma per dove? Non ha voluto dirmelo…”
“Harry il ministero sa che Voldemort non è morto, messaggi dei suoi mangiamorte sono stati trovati sul luogo di un attentato… Caramell ha deciso, contro ovviamente il mio consiglio, di farti andare al centro addestramento Auror per poter controllare a che livello i tuoi poteri sono arrivati!”
“Ma quando? Per quanto?” chiese il ragazzo preoccupato
“Partirai stasera!”
“Stasera? Ma perché non vengono qui loro… perché devo allontanarmi dalla scuola?”
“Mi dispiace Harry, Caramell non ha voluto sentire ragioni, pare che il ritorno del Signore Oscuro sia prossimo!”
“E loro vogliono avere la certezza che saprò farmi valere!” disse il ragazzo schifato
Il preside non disse nulla, guardò Piton e gli fece cenno di lasciarli soli. Il professore di pozioni si congedò e uscì dall’ufficio.
“Harry, è mio pensiero che il Ministero stia cercando di usarti per catturare Voldemort e i suoi seguaci, Caramell non ha voluto credere a quanto gli ho raccontato della dimensione in cui il Signore Oscuro si trova, credo sia convinto che sapendoti fuori da Hogwarts Voldemort si farà vivo!”
“E’ pazzo oltre che stronzo… ma perché non crede mai a quello che gli diciamo?” chiese il ragazzo irritato
“Infinita stupidità alimentata dalla paura di affrontare la realtà!” rispose secco il preside
“Cosa devo fare?” chiese Harry appogiandosi allo schienale della poltrona davanti a sé
“Stare attento, questa cosa non mi convince per niente… purtroppo non posso rifiutarmi di far uscire un alunno dalla scuola se il Ministero me lo richiede ufficialmente, però posso metterti in guardia!”
“Chi verrà a prendermi?” chiese Harry
“Caramell in persona!” gli rispose il preside “Userà una passaporta, pertanto devi farti trovare qui per le ventidue di stasera
Il ragazzo annuì e imbufalito si smaterializzò apparendo poco dopo alla torre est.
Si mise veloce abiti babbani, jeans e maglione, dopodichè mise la sua bacchetta in tasca e cominciò a sfogliare i libri che Hermione aveva recuperato per lui in biblioteca. “Se devo andare è bene che mi prepari!” pensò fra sé cercando di capire e imparare più formule possibili. La cosa però veramente strana era che Harry conosceva già la maggiorparte di quei vecchi incantesimi e controincantesimi.
Le ore passarono e Harry non si fece vedere a nessuna delle lezioni del pomeriggio, Hermione era preoccupatissima per non dire angosciata “Sarà già partito… ma dove lo avranno portato?” chiese in panico guardando Ginny
“Non ti preoccupare, proviamo a tornare alla torre magari è là, vedrai che se non c’è sarà sicuramente con Silente!” provò a dirle l’amica
I 5 corsero alla torre e con loro grande stupore trovarono Harry seduto sul suo letto sommerso da quasi tutti i libri che si trovavano nella stanza.
“Harry, non sei partito allora!” disse Ron vedendolo
“No, non ancora partirò stasera!” gli rispose il ragazzo senza distogliere lo sguardo dal libro che stava finendo di leggere
“Ma dove ti portano?” chiese Hermione tristemente
“Ministero, area addestramento Auror, vogliono valutare i mie poteri!” le rispose guardandola
“Starai via molto?” chiese Draco
“Non lo so… spero di no!” gi rispose alzandosi dal letto e dirigendosi ad abbracciare Hermione
“E’ incredibile… ma che palle, non si può stare tranquilli due minuti!” ruggì Ron dando un pugno al muro accanto a lui
“Ho finito i libri!” disse il moretto guardando gli amici e cercando di cambiare discorso
“Finiti, tutti?” chiese Blaise allibita
“Si, la magior parte degli incantesimi li conoscevo già, non chiedetemi come ma li sapevo… pertanto è stata una sorta di ripasso!”
Le ragazze si scambiarono uno sguardo confuso poi si diressero in camera a cambiarsi per la cena. Una volta soli Harry spiegò a Draco e Ron il vero motivo per cui Caramell lo voleva fuori da Hogwarts
“Ma non ci posso credere questo è davvero un coglione!” disse Draco incazzato nero
“Mi raccomando raga, acqua in bocca con le ragazze… non voglio che si preoccupino!”
“Ma come farai… da solo!?” chiese Draco
Harry non rispose perché le ragazze rientrarono in camera.
“Wow!” disse Ron guardandole “Siete bellissime!”
Draco e Harry erano rimasti senza parole, le ragazze erano veramente stupende. Ginny si avvicinò al biondino e accarezzandogli la guancia disse “Ciao bel ragazzo, saresti così cortese da accompagnarmi a cena?!”
“Volentieri!” rispose Draco baciandole la mano
“Ron, che c’è?” chiese Blaise guardandolo maliziosa
“10 e lode amore… sei… sei... così bella che non ho parole!” le rispose il rosso prendendola in braccio
“Ciao, futura signora Potter! Ma come siamo belle” disse Harry avvicinandosi alla ragazza
“Ciao Harry… io volevo darti una cosa!” disse Hermione un po’ imbarazzata porgendogli il pacchettino dal fiocco viola
“Grazie, ma non dovevi, cos’è?” chiese prendendolo
“Volevo dartelo a Natale, ma come ben sai non eri in te… poi mi sono dimenticata e si insomma aprilo!”
Harry scartò piano il regalo, all’interno di una bellissima scatolina vellutata di colore blu scuro c’era una catenina sottile d’oro che reggeva un cristallo viola. Harry guardò attentamente il cristallo “Ma è bellissimo!” disse guardandola
“E’ Ametista!” disse la ragazza “E’ un catalizzatore di energie positive, dovrebbe aumentare i tuoi poteri quando la indossi… almeno così risulta dai miei studi e poi ti ricorderà di me quando siamo lontani!”
“Grazie!” disse il moretto prendendole il viso tra le mani e baciandola dolcemente “Lo indosserò sempre!” e così dicendo si allacciò la catenina al collo mentre un’Hermione soddisfatta sorrideva felice.
“Harry a che ora dovrai partire?” chiese Ginny interrompendo quel momento magico
“Alle dieci! Verrà Caramell nell’ufficio di Silente con una passaporta!” rispose il ragazzo
“Allora puoi cenare con noi!” disse la rossa sollevata
Harry fece cenno di sì con la testa
“Andiamo allora!” suggerì Draco facendo strada aprendo la porta da bravo cavaliere
I ragazzi uscirono e si diressero veloci in sala grande.
Nessuno fece caso che il mantello dell’invisibilità di Harry, appoggiato quella mattina sul suo baule, era sparito.

Le ragazze entrarono sorridenti nella sala seguite dai tre ragazzi. Al passaggio di Harry Hanna Abbott balzò in piedi e lo rincorse.
“Harry, scusa posso parlarti?” chiese mentre Hermione la squadrava con odio
“Certo dimmi Hanna!” rispose sorridendo il ragazzo che aveva visto il lampo fulminante negli occhi della bella moretta
“Senti, volevo chiederti, visto che tu e Hermione avete… si bhè non siete più… va bhè hai capito, volevo sapere se al ballo di fine anno ti andava di venirci con me?” domandò arrossendo la rossa di Tassorosso
“Oh… Hanna ti ringrazio per l’invito ma vedi in realtà io e Hermione abbiamo fatto pace e così…”
rispose Harry imbarazzato
“Oh scusa non sapevo… perdonami!” disse la Abbott diventando viola per la vergogna e scappando a sedersi al tavolo della sua casa.
“Che ti ha detto?” chiese Hermione fingendo tranquillità quando Harry si sedette al tavolo
“Signorina Granger siamo gelose?” chiese soddisfatto il ragazzo
“Io, assolutamente no, lo sai che non lo sono!” sbuffò Hermione facendo una mezza risatina isterica
“Non te lo dico se prima non ammetti di essere gelosa anche tu!” disse Harry a meno di una spanna dal suo viso
“Potter sei odioso, dai che ti costa… dimmelo?”
“Niente da fare!” sorrise lui guardandola
Draco e Ron e le rispettive ragazze ammiravano la scena e se la ridevano come pazzi
“Sono g..l.sa!” biascicò Hermione
“Come?” chiese Harry
“Sono gelosa!” ripetè la ragazza in un sussurro
“Proprio non ti sento Herm, che dici!” richiese Harry portandosi la mano all’orecchio
“E va bene… SONO GELOSA!” disse la ragazza scocciata scandendo bene le parole
“Ah mi sembrava d’aver capito bene!” rise Harry battendo le mani
“Bhè me lo dici o no che ti ha detto quella sciacquetta!” chiese Hermione stupendo gli amici
“Oh caspita Harry, siamo passati agli insulti… presto diglielo altrimenti si alza e va là a farle un occhio nero!” disse Ron sempre più divertito
“Mi ha chiesto di andare al ballo di fine anno con lei, credeva che ci fossimo lasciati!” rispose il moretto mentre sorseggiava un po’ di succo di zucca
“Coooosaaaa? E tu che le hai risposto?” domandò Hermione con la forchetta puntata verso il ragazzo
“Le ho risposto che avendo fatto pace, la ringraziavo ma dovevo reclinare l’invito visto che a quel ballo ci sarei andato con te!” rispose Harry abbassandole la forchetta e dandole un bacio sulla guancia
“Ah davvero? Bene risposta esatta Potter te la sei cavata in estremis!”
Harry la guardò e ridendo fece cenno con la mano di scampato pericolo.
Draco e Ron continuarono a prendere in giro Hermione per questa mini scenata di gelosia per un’altra mezz’ora buona sotto lo sguardo divertito di Ginny e Blaise e di Harry che si stava godendo la sua rivincita.
Poco dopo apparvero i dolci e i ragazzi gioirono nel vedere che gli elfi domestici si erano cimentati in ogni ben di Dio, budini, torta di mele, creme caramel, panna cotta, torta al cioccolato, e molte altre cose deliziavano i loro occhi e ben presto avrebbero deliziato anche i loro palati.
Blaise si servì di budino alla vaniglia e con fare provocatorio cominciò a stuzzicare Ron che sedeva di fronte a lei. “Ne vuoi?” chiese la mora ammiccando
“Com’è buono?” rispose Ron guardandola
“Molto!” disse Blaise leccandosi le labbra
“Allora che ne dici di farmelo assaggiare?” chiese il rosso avvicinandosi
“Volentieri!” rispose Blaise imboccandosi e baciando il ragazzo subito dopo
“Umhhhh buono! ne vorrei ancora per favore?” disse Ron
“Va bene ancora un po’ allora!” rispose Blaise ripetendo l’operazione fatta poco prima
“Complimenti!” urlò Silente che aveva assistito a tutta la scena “Adoro le coppie innamorate, però vi prego di non esagerare, la professoressa McGranitt non è larga di vedute come me!”
Ron e Blaise si staccarono all’istante diventando rossi come mai prima d’allora “Ci scusi professore!” dissero in coro
“Tranquilli ragazzi, ero solo venuto a ricordare a Harry il suo impegno delle dieci, continuate pure arrivederci!” rispose il preside allontanandosi dal loro tavolo
Harry e Draco si stavano sganasciando mentre Ginny e Hermione cercavano di trattenersi
“No dai vi prego ditemi voi se questa non è sfiga… ma vi pare possibile beccati da Silente in persona!” disse Ron appoggiando la testa al tavolo
Blaise continuava a ripetere “Che figura di merda, che figura di merda, che figura di merda!”
“Blaise abbiamo capito, non insistere!” disse Draco senza smettere di ridere
“Scusate però un po’ ve la siete cercata… vi mettete a fare sti giochini in sala grande a meno di cinque metri dal tavolo dei professori!” affermò Ginny ribaltata sulla sedia
“Vero, siamo due deficienti!” sospirò Blaise mettendosi poi a ridere
Le risate continuarono per un bel po’ facendo trascorrere il tempo velocemente.
“Accidenti, sono le nove e quaranta, devo andare!” disse Harry guardando l’ora
“Possiamo accompagnarti?” chiese Hermione
“Penso di si, dai venite!” disse il moretto alzando le spalle e incamminandosi verso l’uscita della sala seguito dai suoi amici.

Silente accolse i ragazzi nel suo ufficio facendoli accomodare, all’appello mancavano solo Draco e Ron che si erano defilati, adducendo come scusa l’organizzazione di una seratina romantica per le rispettive ragazze. Harry era piuttosto nervoso, continuava a girare avanti e indietro per l’ufficio.
“Harry tutto bene?” chiese Hermione
“Certo, scusa, tutto bene è che aspettare mi innervosisce!” rispose il ragazzo sorridendo e lanciando uno sguardo particolare a Silente che capì al volo che le ragazze non sapevano la verità.
“Ecco!” disse il presidente indicando il camino “La passaporta è il camino!” disse guardando Harry
“Buonasera!” disse Cornelius Caramell apparendo nella stanza
“Buonasera Cornelius!” rispose Silente
“Buonasera!” disse Harry squadrandolo
“Buonasera Ministro” dissero le ragazze vedendolo
“Vedo che c’è chi è venuto a salutarti Harry, tranquille ragazze vi rimanderò il vostro beniamino tra qualche giorno!” affermò con una freddezza insolita “Pronto Harry?” chiese poi guardando il ragazzo
“Cornelius, ti rinnovo la mia richiesta a prendere in considerazione di lasciare qui Harry e mandare una squadra dei tuoi migliori Auror al castello, in modo da poterlo valutare e nel contempo consentirgli di continuare le lezioni!” affermò Silente risoluto
“Spiacente Albus, sai che tutti i migliori sono impegnati al momento. Harry causerà meno disturbo a venire da noi… sarà trattato benissimo non ti preoccupare!” rispose il Ministro secco
“Che venga trattato bene lo do per scontato Cornelius… mi preoccupa solo quest’urgenza improvvisa di testare le capacità del ragazzo!” continuò il preside
“Albus non ho tempo di discutere con te e poi stai spaventando le ammiratrici del Sig. Potter!” disse Caramell avvicinandosi al camino e facendo cenno a Harry di raggiungerlo all’interno
Harry guardò Silente che annuì, poi si voltò e salutò Ginny e Blaise e abbracciò forte Hermione sussurrandole all’orecchio “Non ti preoccupare, ho il tuo cristallo con me, tornerò presto!” dopodichè le diede un bacio sulla guancia ed entrò nel camino. “Hai!” disse Harry guardandosi il piede poco prima che i due sparissero in pochi secondi.
“Professore, non le sembrava strano?” chiese Hermione
“Non ti preoccupare Hermione, gli starò alle costole e chiederò sue notizie ogni giorno!”
La ragazza annuì “Facciamo così vi accompagno alla torre ma prima facciamo un saltino nelle cucine… dovrebbe esserci ancora un po’ di budino!” disse il preside sorridendo
Le amiche sorrisero e uscirono dall’ufficio accompagnate dal preside.

Capitolo 31°: Sorpresa!!

Harry e Caramell apparvero in una sala buia nei sotterranei del Ministero della Magia.
Ad un gesto del ministro delle lanterne si accesero rivelando un grosso salone completamente vuoto, munito di pavimento di marmo e stucchi elaborati sul soffitto. Di fronte a loro un’unica porta dorata chiusa.
“Dove siamo? E’ questo il dipartimento riservato all’addestramento degl’Auror?” Chiese il ragazzo mentre si guardava intorno
“No, il dipartimento è al di là di quella porta!” rispose secco il ministro indicandogli di seguirlo “Vieni entriamo!” disse Caramell spingendolo nella stanza accanto dopo che la porta si aprì ad un suo preciso comando vocale.
La stanza accanto era molto diversa, più piccola e meno fastosa, al centro c’era un letto e sulla parete di sinistra una grossa libreria ricolma di antichi libri, per lo più dedicati alle arti oscure.
Harry cominciò a preoccuparsi che diavolo ci faceva un letto in quella stanza “Signore, a che cosa serve il letto?” chiese fissando il Ministro immobile dietro di lui.
“A farti riposare Harry!” disse una voce fredda alle sue spalle
Il ragazzo si voltò di scatto e ciò che vide non gli piacque per niente, Lucius Malfoy, Bellatrix Lestrange e Astor Zabini erano in piedi di fronte a lui.
“Ben tornato Harry!” disse Bellatrix sorridendo
“Imperius Ivanesco!” recitò Zabini puntando la sua bacchetta sul Ministro che si accasciò senza vita a terra
Harry indietreggiò e afferrò la sua bacchetta.
“Non ti sembra un Dejà-vu Harry?” chiese sarcastico Lucius Malfoy
“A quanto pare!” rispose secco il ragazzo
“Tranquillo non vogliamo farti del male, tu ci servi!” disse la Lestrange avvicinandosi
“Non fare un altro passo!” urlò Harry guardandola con odio
“Vedo che ti sei ripreso, credevamo che la battaglia ti avesse ucciso… e invece eccoti qui! Sei un ragazzo forte e decisamente pieno di sorprese!” affermò la donna fermandosi a un metro da lui
“Cos’è stato?” chiese Astor Zabini all’improvviso
“Cosa?” gli chiese Malfoy Senior guardandolo
“Non siamo soli! C’è qualcuno, ho sentito un rumore!” disse l’uomo scrutando ogni angolo della stanza.
“Astor, ti prego manteniamo la calma vuoi? Potter è qui, Silente a miliaia di chilometri di distanza e noi abbiamo fretta!!” lo freddò il biondo mangiamorte
“Allora Harry ti starai chiedendo perché sei qui?” disse Bellatrix “Il nostro padrone ci chiama, ha bisogno di te… per poter tornare da noi!”
Harry rabbrividì a quelle parole ma cercò di non darlo a vedere.
“Già ora berrai questa pozione e andrai a prenderlo!” disse Zabini indicando una boccetta che conteneva un liquido azzurrino
“Perché io, perché non va uno di voi a prenderlo?” chiese Harry senza staccare lo sguardo dai tre
“Perché pensa un po’ il destino, pare che solo tu possa raggiungerlo in questa dimensione parallela in cui l’hai mandato… e poi non vuoi dare un taglio, una volta per tutte, a questo rincorrersi a vicenda?” Rispose Lucius ridendo

Nel frattempo nell’angolo destro dietro a Harry due ragazzi terrorizzati assistevano pietrificati a quanto stava accadendo nascosti sotto ad un mantello dell’invisibilità.
“Cazzo, mio padre, Bellatrix e Zabini, i mangiamorte più fedeli di Voldemort!” sussurrò Draco all’orecchio di Ron
“Lo sapevo che c’era qualcosa di strano! Caramell era sotto l’incantesimo Imperius e ora è morto!” rispose Ron “Cosa facciamo, dobbiamo avvertire Silente, ma se torniamo con la passaporta, non potremo aiutare Harry!”
“Schiantiamoli e portiamo via Harry!” propose Draco
“Non riusciamo a beccarli tutti e tre insieme e se uno di loro schiantasse noi, saremmo degli ostaggi in più!” disse Ron
“Aspettiamo qualche minuto e vediamo che succede!” mormorò il biondino. Ron annuì.

“Bevi!” gridò Zabini
“Astor ti prego… dammi qua e allontanati, vai a sentire dove sono gli altri!” disse la Lestrange indicando la boccetta e spingendo l’uomo.
Zabini con un gesto di stizza le passò l’ampolla con la pozione e uscì dalla porta.
“Già, come vedi non ci si può smaterializzare!” disse Bellatrix “Ora torniamo a noi, che ne dici di accellerare la cosa, non c’è più molto tempo!”
“Scordatevi che berrò quella cosa!” disse il ragazzo “Se davvero Voldemort non può tornare perché andare a prenderlo?”
“Perché te lo ordiniamo noi!” esplose la donna “Con le buone o con le cattive berrai!” disse puntandogli la bacchetta addosso.
“Harry perché vuoi complicare le cose… su bevi e facciamola finita!” continuò Lucius abbassando la bacchetta di Bellatrix
Harry si spostò verso destra liberando perfettamente la visuale a Draco e Ron che impugnate le loro bacchette uscirono allo scoperto urlando “Stupeficium!”
Bellatrix fu colpita e cadde a terra schiantata mentre Lucius riuscì a schivare il colpo a lui diretto recitando “Scudo Sempra!”
“Harry vieni qui!” gridò Draco
Il ragazzo non si fece pregare, corse dagli amici mentre Ron lo proteggeva con il medesimo incantesimo scudo usato da Malfoy senior.
“Draco, che stai facendo?” gridò l’uomo “Sei una delusione su ogni fronte!”
“Che novità è papà… una delusione. Ci sarei rimasto male a sentirti dire il contrario. Sai che c’è… che non mi va che mio padre cerchi di ammazzare i miei amici!” disse calmo il ragazzo con un tono che faceva chiaramente trasparire odio.
“Amici… ah ah ah ma ti senti? Amici, come sei caduto in basso figliolo, frequenti pezzenti babbanofili e sporche mezzosangue, ma quali amici?” sbraitò furioso “Quel ragazzo ci serve, il Signore Ocuro è troppo debole, ma lui può andare a prenderlo e riportarlo da noi!”
“Aspetta aspetta che ci penso…!” disse Draco facendo finta di meditare, poi scosse la testa e disse “No, non sei stato molto convincente… scusami ma preferisco riportare il mio AMICO a casa!” e detto questo sparì portando con sé Ron e Harry
I tre apparvero un attimo dopo nell’ufficio di Silente sotto gli occhi basiti del preside e del professor Piton.
“Harry!” gridò Silente
“Draco, Weasley!” rincarò Piton nel vederli
“Professore, Caramell è morto, era sotto l’influsso della maledizione Imperius, ad aspettarmi c’erano Malfoy, la Lestrange e Zabini… Draco e Ron mi hanno salvato, e…!” disse Harry tutto d’un fiato
“Calma!” disse Albus Silente “Sedetevi e raccontatemi quanto è successo!”
I ragazzi si sedettero e spiegarono come nascosti sotto il mantello avevano seguito Harry e il Ministro nel camino
“Ti ho anche pestato un piede” disse Ron sorridendo
“Ora capisco!” Disse Harry scuotendo la testa
“Si e hai anche inciampato cadendo a terra, facendo un casino della madonna!” sospirò Draco
“Bhè Harry pare che tu sia stato salvato dai due più inorganizzati e irresponsabili salvatori!” sbottò Piton guardandoli “Sapete cosa avete rischiato?”
“Calma Severus, credo che i ragazzi sappiano di aver sbagliato ma ciò non toglie che il loro intervento, anche se molto fortunoso, sia stato provvidenziale!”
Piton sbuffò mentre Harry cominciò a raccontare tutto quello che Lucius Malfoy e la Lestrange gli avevano detto.
“Dunque Voldemort non può tornare?” chiese il preside
“Così dicono, pare che solo io possa andare da lui!” asserì Harry
“Non sono convinto di questo, penso invece che al momento lui sia troppo debole per farlo e voglia te, come ultimo trofeo!” continuò Silente
I ragazzi fissarono i due professori senza parlare “Dovrò andare comunque allora?” chiese qualche secondo dopo Harry
“Se vogliamo ucciderlo, temo proprio di si!” rispose il preside
“Ma professore, hanno detto che non può tornare… lasciamolo là a marcire!” disse Draco scattando a quelle parole
“Non può tornare ora, ma magari tra uno o due o forse tre anni sarà abbastanza forte per farlo e saremo di nuovo da punto a capo!” gli rispose l’uomo
Draco e Ron scossero la testa in segno di disapprovazione.
Harry invece sorrise. Guardando prima gli amici e poi il preside si alzò dalla sedia e disse “Professore che ne dice se ne parliamo domani, ora vorrei riportare i miei amici alla torre e ringraziarli come si deve! Stasera mi hanno salvato la vita!”
Silente annuì e dopo averli ammoniti di non ripetere bravate simili li lasciò tornare alla torre est.

“Grazie ragazzi!” disse Harry abbracciando prima uno poi l’altro “Se non mi aveste seguito, a quest’ora chissà!”
“Ci puzzava troppo la cosa!” rispose Ron ricambiando l’abbraccio “Draco ha avuto l’idea geniale di prendere il tuo mantello e inventare la scusa della seratina romantica!”
“Grazie davvero raga!” ripetè Harry
“Che diciamo alle ragazze? Siamo spariti senza dire nulla saranno furiose!” disse Draco impallidendo all’idea di affrontare una Ginny furibonda
“La verità!” disse il moretto mentre con un “Buonasera!” varcava la porta della camera delle ragazze
“Harry! Che ci fai qui?” chiese Hermione vedendolo
“Ecco… sorpresa, abbiamo una storia da raccontarvi!” rispose per lui Ron che a fatica schivò uno scappellotto di Blaise
I tre ragazzi raccontarono per filo e per segno tutta la storia.
“Non ci posso credere, Caramell morto, Imperius, mangiamorte, ma questo calvario non finirà mai!” esplose Hermione “Se non ti avessero seguito…!” balbettò spaventata
“Herm vieni qui… è andato tutto bene, mi vedi sono qui accanto a te e stò benissimo!” disse il moretto abbracciandola
“Harry ma…!” provò a dire la ragazza
“Niente ma, non voglio vederti piangere!” le disse lui baciandole le guance bagnate di lacrime
“Bravo amore!” disse Ginny abbracciando Draco “Sei stato un genio, molto coraggioso!”
“Io invece ero lì a reggere il mantello!” fece Ron fingendosi offeso
“Sei stato molto coraggioso anche tu tesoro!” gli disse Blaise baciandolo “Meriti un premio!” e con un cenno della testa indicò il budino appoggiato sul suo comodino
Ron sorrise “Finalmente un po’ di coccole per il sottoscritto!”
“Chissà che incazzatura tuo padre” affermò Ginny guardando Draco.
Il biondino annuì e poco dopo un sorriso soddisfatto spuntò sul suo bel viso.
“Ragazzi scusatemi ma stasera penso che farò indigestione di budino pertanto non voglio disturbarvi e me ne vado di là a fare indigestione nel mio letto” disse Ron prendendo Blaise in braccio che reggeva budino per un esercito.
Harry annuì e senza dire bah afferrò Hermione e la portò sino al suo letto eclissandosi poco dopo dietro le tende insieme a lei. Draco e Ginny fecero lo stesso senza mai staccarsi dal baciarsi.
Ron entrò nella sua camera e dopo aver deposto Blaise a terra chiuse la porta con un incantesimo anti intrusione. L’ultima cosa che il ragazzo udì prima di gettarsi sulla bella ragazza fu “Ma dove le avrà messe quelle manette Draco?”

La mattina seguente un Ron molto soddisfatto si svegliò con ancora il profumo di Blaise addosso. La ragazza dormiva betamente accanto a lui in tutta la sua bellezza.
Blaise era davvero bellissima, il suo fisico slanciato e la sua carnagione delicata la facevano sembrare una bambola di porcellana. I suoi capelli corvini risaltavano perfettamente l’ovale del suo bel viso. I suoi occhi blu sembravano due pezzi di cielo e le sue labbra carnose sembravano create apposta per farlo impazzire.
Ron la guardava e più lo faceva più non riusciva a staccare gli occhi da lei.
Vestiti sparsi ovunque denotavano che la serata era stasta parecchio movimentata, Ron fissò il piatto del budino vuoto a terra e sorrise a ripensare a quanto si erano divertiti con quel dolce.
“Sei fantastica amore!” disse il ragazzo baciandole la spalla nuda che spuntava da sotto le coperte.
Lei non si svegliò ma si girò dalla sua parte scoprendo un seno. Ron non resistette, a tale vista, si chinò e le diede un delicato bacio sul capezzolo rosa, che ha quel tocco s’irrigidì. Blaise questa volta si svegliò, guardò il ragazzo accanto a lei e sorridendo disse “Buongiorno!”
“Buongiorno amore, mi spiace non volevo svegliarti, è che sei troppo bella per starti solo a guardare!” le disse il rosso ricambiando il sorriso
“E’ tanto che sei sveglio?” chiese lei abbracciandolo fingendosi assonnata
“Abbastanza perché?” chiese curioso
“Potevi svegliarmi prima!” rispose la ragazza tirandolo a sé e spostandosi sopra di lui
“Bambina non iniziare ciò che poi non puoi finire!” le disse Ron mentre Blaise cominciava a baciargli il petto soffermandosi a giocare con i capezzoli del ragazzo
“Sai che non faccio mai promesse se non posso mantenerle!” rispose la ragazza mordicchiandolo e facendolo gemere di piacere
Ron chiuse gli occhi e lasciò che le esperte mani di Blaise solleticassero i suoi sensi, la ragazza sapeva bene come mandarlo in estasi e portarlo all’estremo.
Il ragazzo cominciò ad accarezzarle la schiena con movimenti molto sensuali che pian piano diventarono sempre più audaci, Blaise lo adorava quando la accarezzava così. Lo guardò e staccandosi momentaneamente dal baciargli il petto salì per catturare le sue labbra in un bacio superappassionato. Ron contraccambiò con un’intesità doppia tanto che dovettero staccarsi per poter riprendere fiato.
“Ti amo Ronald Weasley!” disse la bella mora guardandolo
“Sapessi io!” rispose lui mentre con la lingua stava percorrendo il profilo delle labbra della ragazza.
Ron la fece sdraiare accanto a sé e invertì la posizione, questa volta era lui a dirigere il gioco.
In men che non si dica Blaise si ritrovò le mani legate sopra alla testa dalle manette che Draco aveva nascosto.
“Trovate!” disse Ron sorridendo maliziosamente mentre cominciava a baciarle sensualmente il collo, scendendo piano piano verso i suoi seni perfetti. La ragazza strinse forte la testata del letto a cui Ron l’aveva legata mentre il ragazzo leccava e mordicchiava i suoi capezzoli.
“Ron Dio mio!” ansimò piano quando lui scedendo oltre l’ombelico le accarezzò l’interno coscia con la mano e gridò il suo nome quando il ragazzo si concentrò, con abili colpi di lingua, a procurarle piacere. Blaise raggiunse presto l’orgasmo e mentre Ron soddisfatto riemergeva dalle lenzuola senza mai smettere di baciarla lei disse “Slegami, ti prego amore slegami!”
“Ai suoi ordini signorina!” disse il rosso che con un colpo di bacchetta la liberò in men che non si dica
Non appena potè muovere le mani Blaise ricambiò il ragazzo del piacere ricevuto. Lo fece stendere e sinuosamente cominciò a strusciarsi su di lui con movimenti che lo fecero impazzire. Entrambi erano molto eccitati, i loro corpi esprimevano chiaramente quanto.
A cavalcioni la ragazza aiutò Ron a posizionarsi correttamente e lentamente lasciò che scivolasse dentro di lei. “Blaise!” gridò lui non appena si sentì avvolgere da un calore immenso. La ragazza cominciò a muoversi piano sopra di lui che ad occhi chiusi e a braccia aperte strinse forte le lenzuola. I movimenti diventarono ogni minuto sempre più profondi e veloci, perfetti da tanto erano in sintonia i due corpi e continuarono sino a quando entrambi non raggiunsero l’estremo piacere gridando all’unisono i propri nomi. Stremata Blaise si accasciò sul petto di lui lasciando che il ragazzo le accarezzasse delicatamente la testa. Lentamente si spostò di lato permettendo a Ron di liberarsi da quella più che piacevole agonia.
Ron aveva il cuore che batteva a mille all’ora, le emozioni che la ragazza riusciva a risvegliare in lui erano al pari di una scarica tripla di adrenalina. Chi avrebbe immaginato che si sarebbe innamorato di una Serpeverde… e che Serpeverde ragazzi, la migliore sotto tutti i punti di vista.
“Ron che ne dici se ci facciamo una doccia?” chiese la bella mora dolcemente
“Con o senza manette?” rispose lui sorridendo
“Scemo, senza è ovvio... non c’è tempo per farla con…!” continuò la ragazza ammiccando scendendo dal letto e dirigendosi come mamma l’aveva fatta verso il bagno.
Ron guardò l’orologio “Eh si, non c’è tempo… peccato!” disse sconsolato raggiungendola sotto la doccia.


Capitolo 32°: Due chiacchere con Silente!

Una mezz’oretta dopo Blaise e Ron abbracciati entrarono nella sala grande e si diressero verso il tavolo dove gli amici già stavano facendo colazione.
“Heilà, piaciuto il budino?” chiese Draco sollevando una fetta di pane con la marmellata
Blaise sorrise mentre Ron si limitò a dire “Molto grazie!”
“Buongiorno ragazzi, vi vediamo un po’ stanchini” disse Harry sorridendo
“Non più di te o del biondino!” rispose l’amico guadandolo maliziosamente
“Oh si, bello mio… più di noi sicuro!” disse il moretto battendogli sulla spalla
Hermione a quelle parole diede una sberla sulla testa a Harry che girandosi verso di lei e guardandola con la faccina da bravo ragazzo disse “Che c’è amore, non ho detto migliore di noi o detto più di noi… non qualità, quantità capisci!”
“Smettila Harry, vedi di finirla e vergognati!” sorrise Hermione fingendosi offesa
“Già! Di cosa vi lamentate!” continuò Ginny, che con uno sguardo che la diceva lunga, stava squadrando Draco
“Amore detto niente io… fatto tutto Harry… chi si lamenta!” rispose lui indicando l’amico
“Infame bugiardo! Eri tu stamattina che dicevi “Bella Ron, beato lui, quante ne avrà fatte!” fetente rinnegatore…ora neghi eh?!” disse Harry imitandolo
“Non mi ricordo!” fece il biondino fingendo l’amnesia
“Draco!” urlò Ginny furibonda
“Amore, ti giuro che Harry esagera… non ho proprio detto così… e poi se mai ho detto qualcosa di simile…. era sicuramente riferito alla quantità… mai e poi mai alla qualità!” asserì con un mezzo sorriso Draco che si stava arrampicando sugli specchi
“Vorrei anche vedere!” sbottò la rossa mentre addentava una fetta biscottata con il miele
Ron se la rideva come mai nella sua vita mentre Blaise ascoltava rapita gli insulti che Ginny riusciva a dire al serpeverde accanto a lei… “Harry questa me la paghi!” sussurrò Draco ormai inginocchiato a chiedere perdono. Il moretto sorrise e disse “Scusa, non volevo! Però ti vedo bene in ginocchio… mai pensato di fare il prete?”
“Fanculo!” gli disse tra i denti mentre guardava la ragazza di fronte a se
Hermione non smetteva di ridere, Draco stava diventando pietoso… “Ragazzi è ora di andare!” disse aiutando il biondo ad alzarsi da terra. “Ok!” fece Harry acchiappando l’ultima fetta biscottata al volo e raccogliendo i suoi libri
“Ginny!” gridò Draco “Ti prego… si scherzava! Non puoi tenermi il broncio per questa cagata!”
“Ma amore, non sono più arrabbiata! Eri così carino inginocchiato che non ho voluto interromperti!” rispose la rossa sorridendo
“Ah questa poi… brava mi hai lasciato lì in terra come uno scemo!” provò a dire lui, ma la ragazza gli diede un bacio e disse “Te lo meritavi!” dopodichè si unì ad un gruppo di compagne e scappò in classe.
I restanti amici si diressero a lezione di smaterializzazione.
Il professor Silente in persona, assistito dal professor Piton e dalla professoressa Mc Granitt, avrebbe tenuto quella lezione. Entrando in aula i ragazzi rimasero stupiti, si sedettero veloci e si fissarono curiosi in attesa che i professori parlassero.
“Buongiorno ragazzi!” disse Silente vedendo la classe al completo
“Buondì Professore!” risposero in coro gli allievi
“Bene, oggi come ben sapete imparerete finalmente a smaterializzarvi. Abilità fondamentale da apprendere per tutti gli allievi del settimo anno. So che fra di voi c’è già chi ha imparato a farlo…” un brusio si alzò nell’aula “Harry, ti prego di raggiungere me e gli altri professori qui al centro dell’aula!” disse Silente facendogli cenno di andare
Il ragazzo si alzò e attraversò l’aula sotto gli sguardi rapiti dei compagni
“Saresti così gentile da smaterializzarti che so… in sala grande e poi tornare qui!” gli disse il preside sorridendo
Harry chiuse gli occhi e scomparì accompagnato da un Ohhhhhhhh generale per riapparire un attimo dopo con una brioche in mano.
“Ah che bella idea!” disse il preside prendendo la brioche e dandole un morso “Bravo Harry, ben fatto!” mormorò il professore con la bocca mezza piena
“Albus!” lo ammonì la Mc Granitt con un’occhiata storta
“Avrei preferito la marmellata però… oh si, procediamo!” sussurrò il preside strizzando l’occhio al ragazzo “Bene, come avete potuto notare Harry è riuscito perfettamente a sparire e a ritornare, qualcuno di voi sa dirmi come ha fatto?” chiese gentilmente
La mano di Hermione rimase, per la prima volta, ben ferma sul tavolo.
“Signorina Granger neanche un’idea?” chiese il preside sorridendo
“Ecco… veramente se non ricordo male, Harry deve aver chiuso gli occhi ed essersi concentrato sul luogo dove voleva andare, dopo deve aver recitato una formula che però al momento non ricordo!” disse la ragazza arrossendo
“Quasi perfetto Hermione… non ti preoccupare la professoressa Mc Granitt e il professor Piton ora vi divideranno in due gruppi e vi spiegheranno come poter fare!” le rispose il preside “Harry e io invece faremo una bella chiaccherata, non c’è bisogno che partecipi a questa lezione è già molto bravo!”
La classe annuì e poco dopo fu smistata in due gruppi.
Harry e Silente invece uscirono e si diressero in giardino dove una bella mattina di sole consentì loro di poter fare una passeggiata per il parco che circondava la scuola.
“Harry, come va?” chiese il preside sedendosi su di una panchina
Il ragazzo rimase qualche istante in silenzio “Cosa le devo dire professore, vivo alla giornata… so che un giorno di questi dovrò addormentarmi e non so se mai mi sveglierò di nuovo!” rispose poi abbassando lo sguardo
“Harry sei sempre stato un ragazzo molto maturo per la tua età, forse fin troppo, ma questa tua qualità ti ha permesso di fare cose che nessuno era mai riuscito a fare prima di te!”
“Molte volte mi chiedo perché io, perché tutto questo non è capitato a qualcun altro… delle volte vorrei poter tornare indietro e con un colpo di bacchetta cambiare la storia!” disse il ragazzo sedendosi e guardando avanti a sé
“Ti capisco, hai dovuto affrontare molte difficoltà e fare molti sacrifici ma questi hanno contribuito a formare la persona che sei oggi!” continuò il preside
“Avrei voluto essere come tutti i miei compagni e preoccuparmi solo dei problemi della mia età invece di convivere con il peso di dover essere sempre “Colui che è sopravvissuto, colui che libererà il mondo magico dal flagello di Voldemort!” Avrei voluto poter litigare con i miei genitori come fanno tutti gli adolescenti al mondo e chiedere loro consiglio nei momenti brutti e tristi! Mi mancano da impazzire, so così poco di loro!” sussurrò piano il moretto
Silente sorrise e annuì, poi disse piano “I tuoi genitori erano persone molto speciali, proprio come te… tua madre era una persona molto determinata, molto intelligente e preparata, tra le persone più dolci che avessi mai conosciuto… era una Serpeverde lo sapevi?” chiese all’improvviso il preside
“Serpeverde!” disse Harry allibito “Ma io credevo che fosse una Grifondoro come mio padre?”
“Lily era la migliore di tutti i Serpeverde. La più bella e la più invidiata, alta forse poco di più della tua Hermione con capelli rossi e occhi verdi… i tuoi, James se ne innamorò non appena la vide sul treno. La corteggiò per due anni prima che tua madre decidesse di frequentarlo!”
“Non lo sapevo!” fece il ragazzo sorpreso
“Lily s’innamorò presto di tuo padre, James era spericolato, aveva questa faccia da bravo ragazzo ma sotto sotto era un vero terremoto, come dire allergico alle regole… proprio come te!!” sorrise il preside guardandolo “Aveva un coraggio fuori dal comune, era un ottimo allievo, non al pari di tua madre ma comunque molto in gamba. Grigondoro lo adorava, ottimo cercatore, sempre disponibile e pronto a farsi in quattro per gli amici. Non mi stupisco che Sirius e Remus lo adorassero, era il miglior amico che si potesse avere.”
Una lacrima scese silenziosa sulla guancia di Harry “Avrei voluto conoscerli, tutti me ne parlano come di due persone straordinarie… quando ci penso, non posso fare a meno di maledire il giorno in cui gli ho persi!”
“Harry, i tuoi genitori sarebbero stati molto fieri di te, ti amavano alla follia, ti avevano desiderato
tanto e quando Lily restò incinta ricordo chiaramente tuo padre, che per festeggiare la cosa, si prese una sbornia colossale con i suoi amici… talmente devastante che Sirius dovette portarlo a casa due giorni dopo tanto era conciato male!”
“Gli assomiglio?” chiese Harry accennando un mezzo sorriso
“Molto, i capelli sono quelli di tuo padre, neri e sempre spettinati, anche il sorriso beffardo è il suo ma gli occhi verdi e la bocca sensuale… sono quelli di tua madre, proprio come lei”
Il ragazzo arrossì.
“Sei un bel ragazzo Harry non mi stupisco che la signorina Granger si sia innamorata di te!” disse Silente dandogli una pacca al braccio
Harry diventò ancora più rosso
“Hermione assomiglia molto a Lily… determinata, bella e intelligente, sarebbero andate molto d’accordo!” disse il preside ridendo
“Oh caspita, certe volte Hermione è proprio “insopportbile”… ma riesce sempre a tirare fuori il meglio di me, la amo così tanto che credo d’immaginare cosa può aver provato mio padre per mia madre!”
Il preside annuì e gli battè una pacca sulla spalla.
“Non voglio lasciarla professore, ho paura di abbandonarla e di non riuscire a... tornare da lei”
“Non dirlo Harry, l’amore vince sempre sopra ogni cosa!”
“Già… chissà se vincerà anche questa volta!” sospirò il ragazzo guardando di nuovo tristemente i suoi piedi.
“Harry, non sei obbligato ad andare da lui, nessuno può obbigarti a farlo, nemmeno io… e non lo farò perché credo che tu abbia già fatto tanto per tutti noi. Voldemort è una piaga, un’erbaccia che però non devi per forza essere tu ad estirpare!” disse il preside guardandolo
“Ma la profezia ha detto che solo io posso sconfiggere il Signore Oscuro… non riuscirei a girarmi dall’altra parte e far finta di niente!”
“Nessuno ti accuserebbe per questo!”
“Lo so ma vivrei con l’angoscia che potesse far del male alle persone che amo, non potrei sopportare di perderli sapendo che potevo fare qualcosa ma che non l’ho fatto per paura!”
“Harry, non è peccato aver paura, non devi vergognarti per questo!”
“Non me ne vergogno, voglio solo che non siano loro a governare la mia vita… non potrei accettarlo!” disse il ragazzo fissando il professore negli occhi
“Harry, sei molto potente, ogni giorno che passa lo diventi sempre di più… mi sconvolge vedere quanti incantesimi e controincantesimi conosci, nessuno alla tua età può vantare una tale conoscenza, Voldemort ne è cosciente e questa cosa gli fa paura… è per questo che ha cercato di convincerti ad unirti a lui!”
“Crede davvero che possa farcela?”
“Certo, le tue abilità non sono inferiori a quelle di Voldemort!”
“Ma lei è più potente di me, professore, Voldemort la teme, non ha mai cercato di attaccare Hogwats”
“Si, solo perché ho anni di esperienza che tu ancora non hai… purtroppo però la maledizione che ti lega a lui esclude la possibilità a me di poterlo uccidere, posso affrontarlo, ma non annientarlo!”
“Se solo fossi un Auror” disse il ragazzo scuotendo la testa
“Non è fondamentale, sei già molto potente, comunque lo diventerai e sarai uno dei più grandi… proprio come tuo padre!”
Harry spalancò gli occhi “Mio padre era un Auror?!” chiese balbettando
“Si, uno tra i migliori, lui e i genitori di Neville si addestrarono insieme. James decise di seguire l’addestramento appena terminata la scuola, proprio come vuoi fare tu! Si addestrò e cominciò a combattere i seguaci del Signore Oscuro, fu allora che grazie a tua madre fece amiciza con Severus e lo aiutò a tornare dalla nostra parte!”
“E’ incredibile, e mia madre… anche lei era una Auror?” chiese il moretto curioso
“No, lei si era specializzata in arti oscure e pozioni e aiutava il ministero a trovare antidoti e controincantesimi alle maledizioni peggiori!”
“Cavolo!” sospirò Harry “Erano due grandi… con poteri pazzeschi!”
“Ce l’hai nel sangue figliolo, anche tu come loro sei molto potente, ancora in addestramento è vero, ma molto potente… Ciò non toglie comunque che vorrei che tu ci pensassi bene e che mi facessi sapere cosa decidi!”
“Professore, ho gà deciso, andrò… ma non per fare l’eroe o perché mi sento obbligato, andrò perché voglio che Voldemort non possa più fare del male a nessuno, voglio liberare le anime che tiene prigioniere ma soprattutto… perchè voglio riprendermi la mia vita.” Affermò Harry risoluto
Il vecchio preside annuì e alzandosi disse “So da Madama Chips che le tue ferite sono guarite!”
“Si, solo il fianco mi dà un pochino di noia, ma niente che non si possa sopportare!”
“Va bene, allora se dobbiamo farlo è bene farlo presto, stasera dopo cena berrai la pozione del professor Piton!” disse Silente piano
Harry lo guardò e fece un cenno d’assenso con la testa, poi insieme al vecchio preside tornò al castello.

Capitolo 33°: la guerra del sonno

Harry e il preside varcarono la grande porta e poi s’incamminarono su fino all’aula di smaterializzazione.
Il professor Piton e la McGranitt avevano già terminato di spiegare ai loro gruppi come poter svolgere correttamente la smaterializzazione. Uno alla volta i ragazzi avevano poi provato a smaterializzarsi ma con scarsi risultati, solo una persona era riuscita dopo diversi tentativi a smaterializzarsi al di fuori dell’aula, Neville Paciock.
“Complimenti Signor Paciock, ero certo che la sua timidezza prima o poi, avrebbe lasciato il posto alle sue abilità!” disse Silente sorridendo al ragazzo
“Grazie Signore, io non so bene come ci sono riuscito, ma grazie!” rispose Neville diventando paonazzo
“Caro Neville, anche i suoi genitori erano bravissimi nella smaterializzazione… e non solo… mi dica cosa le piacerebbe fare finita la scuola, so che i suoi voti sono ottimi, magari dovrebbero migliorare un po’ in pozioni, comunque mi dica cosa le piacerebbe fare?” chiese Silente sorridendogli
“Bhè Signore, io vorrei seguire le orme di mio padre e di mia madre, sono molto fiero di loro e so che loro lo sarebbero di me se potessi dirglielo!” rispose il ragazzo a cui per la prima volta la voce non tremò
“Ottima scelta Signor Paciock, so che saprà farsi valere come i suoi genitori fecero a loro tempo, fino a prova contraria sono due dei migliori Auror del Ministero!”
Gli altri ragazzi trasalirono a quelle parole “I genitori di Neville sono Auror, caspita!” si sentì bisbigliare tutt’intorno
“E’ vero, lo sono!” disse Neville mentre una lacrima solcò la sua guancia“Due dei migliori!”
“Caro ragazzo, trovo che lei assomigli molto ai suoi genitori, ha preso la bontà e la dolcezza di sua madre e la purezza d’animo e la determinazione di suo padre!” gli sorrise Silente
“Grazie Signore, non potrei essere più fiero di essere loro figlio… sono felice che Harry, Ron e Hermione li abbiano conosciuti due anni fa, da allora non è cambiato molto ma io sono fiducioso e lotterò anche per questo!”
Silente annuì mentre Hermione abbracciò forte il ragazzo che contracambiò la stretta.
“Bene ragazzi, siete liberi di andare la lezione è finita, domani farete dell’altra pratica pertanto non temete tutti imparano a smaterializzarsi… l’importante è non scoraggiarsi.
La classe annuì e uscì dall’aula.
“Neville, bravo, sono molto fiera di te!” disse Hermione ancora stretta al ragazzo
“Grazie Herm!” sussurrò lui
“Hey Neville, bravo!” disse Harry mettendogli una mano sulla spalla
“Harry… grazie!” rispose il ragazzo abbracciandolo fraternamente “Ti ho considerato sempre un esempio, come il fratello che non ho mai avuto, grazie a te!”
“Davvero bravo Paciock!” disse il professor Piton stupendo tutti i presenti in primis Neville che lo guardò a bocca aperta
“Grazie professore!” balbettò il ragazzo
“Prego, quando se lo merita… ora forza andate o farete tardi alla prossima lezione!” disse il professore di pozioni inidicando la porta
I ragazzi salutarono e uscirono d corsa dall’aula
“Non ci posso credere… Piton che fa un complimento a Neville, il mondo stà davvero andando alla rovescia!” gridò Ron a Draco mentre scendevano di corsa le scale verso l’aula del professor Vitious.
Le lezioni proseguirono veloci e dopo una rilassante lezione di Cura delle creature magiche con gli unicorni i ragazzi si ritrovarono a pranzo in sala grande.
“Che bello aver lavorato con gli unicorni!” disse Blaise mentre addentava un pezzo di trota salmonata
“Già sono così belli e puri!” disse Hermione con aria trasognata
“Ma le senti!!” fece Ron indicando le due ragazze
“Si, sono carine dai, riescono ancora ad emozionarsi per qualcosa di semplice…!” rispose il moretto sorridendo nel vedere i loro occhi brillare “Siamo noi che siamo due disillusi che non apprezzano più le cose belle della natura!” continuò mettendosi a ridere
“Idiota, ti avevo creduto per un attimo! la cosa dei disillusi è forte te la sei preparata dì la verità?” chiese Ron
“Ebbene sì, lo ammetto, me l’ero preparata e speravo di dirtela prima o poi… piaciuta?” chiese il moretto strizzando l’occhio
“Da matti, mi sa che me la rivendo appena posso!” sorrise l’amico mentre sorseggiava del succo di zucca
“Ciao!” disse Ginny sedendosi al tavolo
“Ciao Gyn!” risposero Blaise e Hermione
“Ciao amore” le disse Draco baciandola
“Heilà signorina Weasley, com’è andata dalla Cooman?” chiese Harry curioso
“Oh bhè al solito, ha predetto una tragedia imminente e la mia espulsione dalla squadra di Quidditch!” rispose mentre si serviva di pasticcio di carne
“Sempre simpatica vedo?!” disse Ron scuotendo la testa “E di chi avrebbe predetto la morte stavolta?”
“Di Harry è ovvio, dev’essere il suo preferito per queste cose!!”
“Porca troia bello, datti una grattatina và… questa mena d’un gramo pazzesco!” disse Draco guardando l’amico
“Me la do si, la grattata e anche bella potente… visto che stasera…!” iniziò a dire Harry
“Stasera cosa?” chiese Hermione allarmata
“Stasera, mi addormenterò…andrò da Voldemort!” rispose piano Harry guardandola
A quelle parole Ron sputò il succo di zucca, a Draco andò di traverso la trota salmonata che stava masticando, Blaise e Ginny si portarono le mani alla bocca e ad Hermione calde lacrime cominciarono a bagnare il bel viso.
“Ragazzi io… vi prego cerchiamo di mantenere la calma… Herm amore!” disse lui prendendole la mano
“Harry, non andare ti prego, non andare!” cominciò a singhiozzare la ragazza
“Herm, guardami… ti prego guardami!” e così dicendo le tirò su il viso sino a guardare i suoi occhi colmi di lacrime “Ti giuro che tornerò da te, te lo giuro Hermione, non piangere amore!”
La ragazza annuì piano con la testa asciugandosi le lacrime poi si sforzò di fare un mezzo sorriso e accarezzò dolcemente il viso di Harry “Lo so, so che tornerai da me… ricordi abbiamo un impegno finita la scuola!”
Il ragazzo la abbracciò forte e le sussurrò “Ti amo Herm, non lo dimenticare mai!”
Le lezioni del pomeriggio ricominciarono ma i ragazzi sembravano persi nei loro tristi pensieri.
Hermione aveva lo sguardo vacuo, perso nel vuoto continuava a pensare che quella sera il suo Harry si sarebbe addormentato e che forse non si sarebbe mai più svegliato.
“Hermione non ci pensare!” le disse Blaise
“Non ce la faccio… è come se fosse partito un conto alla rovescia!” le ripose la ragazza tristemente
L’amica le strinse la mano e le sorrise dolcemente mentre la ragazza continuava a fissare un punto indefinito di fronte a sé.
Ron e Draco non erano da meno, pensierosi, continuavano a lanciarsi occhiate preoccupate e a sospirare dimostrando un certa irrequietezza.
“Ragazzi vi prego!” disse il moretto guardandoli
“Scusaci Harry ma…” provò a rispondere Draco
“Lo so, vi assicuro che per me è lo stesso… però ho bisogno che almeno voi due siate più forti, fatelo per Hermione e le ragazze!” rispose l’amico stringendogli la mano
Il biondino annuì lentamente mentre Ron rispose sconsolato “D’accordo Harry!”
La cena volò come mai prima d’allora e i ragazzi si ritrovarono in un attimo davanti alla porta dell’infermeria. Harry si voltò, li guardò uno per uno e sorrise loro. “E’ ora!” disse con un filo di voce “Vi saluto qui… perché là dentro non so se...!”
Ginny lo abbracciò di colpo e gli diede un bacio sulla guancia “Harry…” singhiozzò la ragazza “Tranquilla Gyn!” le rispose ricambiando l’abbraccio. Poco dopo Blaise fece lo stesso stringendolo forte e cedendo il posto al suo bel Serpeverde.
Draco si avvicinò e stretta la mano al ragazzo disse “Se vedi che non và torna da noi… non fare l’eroe del cazzo! Promettimelo Harry, promettimi che se le cose si metteranno male tornerai da noi?!” Harry lo abbracciò “Ti prometto che non farò l’eroe, ma sai che non posso prometterti che mi tirerò indietro se le cose vanno male… non l’ho mai fatto e non lo farò stasera!” gli sussurrò all’orecchio
“Harry!” cercò di dire il biondino ma il moretto lo fermò e mormorò “Promettimi invece che, finchè sarò via, vi prenderete tutti cura di Hermione e… se mai non dovessi tornare cercherete di farla sorridere!”. Draco non parlò, annuì debolmente mentre gli occhi gli si riempirono di lacrime. Strinse forte l’amico e si spostò di lato.
Ron guardò Harry, puntò il dito indice su di lui, lo strinse nel pugno e se lo portò al cuore. Harry gli sorrise e fece lo stesso. Era il loro segno per dirsi che si volevano bene e che c’era una parte di loro nei rispettivi cuori. Un’amicizia profonda che durava ormai da sette anni, niente e nessuno l’avrebbe distrutta. Si abbracciarono fraternamente senza dire una parola staccandosi pochi secondi dopo.
Il momento più doloroso era giunto. Harry lo sapeva, si voltò verso Hermione che appoggiata al muro era spostata poco più in là. La ragazza lo fissava senza parlare. Lui le si avvicinò piano, le prese il viso tra le mani e la baciò dolcemente. Lei lo strinse forte mentre il ragazzo continuava a baciarla lentamente. I loro occhi s’incontrarono e il color cioccolato si perse all’interno del bel verde smeraldo. “Ti amo Harry!” sussurrò la ragazza “Non mi lasciare da sola… ti prego torna da me!”
“Tornerò Herm, ti giuro che tornerò, fosse l’ultima cosa che faccio!” disse baciandola di nuovo “Mi devi però promettere che..” continuò il ragazzo mentre Hermione cominciò a scuotere la testa “…che cercherai di essere felice anche senza di me!” finì il ragazzo prendendole di nuovo il viso tra le mani.
“Non posso senza di te!” balbettò la ragazza
“Si che puoi amore, sei bella, intelligente e determinata… puoi essere tutto ciò che vuoi!” le disse abbracciandola un’ultima volta prima che la porta dell’infermeria si aprisse cigolando.
“Harry!” lo chiamò Silente
“Sono qui professore!” rispose il ragazzo staccandosi da Hermione
“Vieni, siamo pronti” disse l’uomo sulla porta
Il ragazzo varcò l’infermeria seguito dagli amici. Madama Chips era vicino a Silente mentre Piton poco distante da lei sorreggeva una boccetta panciuta.
Harry si sedette sul letto sotto lo sguardo spaventato degli amici, il preside gli si avvicinò e disse “Mi raccomando Harry, ricorda tutto quello che ci siamo detti… gestire le emozioni dev’essere la tua priorità, solo così riuscirai a sconfiggerlo!”
Il ragazzo annuì, Piton gli passò la boccetta e il ragazzo bevve in un sorso tutto il liquido azzurino contenuto all’interno. Dando un’ultima occhiata complice agli amici si stese piano sul letto, chiuse gli occhi e pochi secondi dopo cadde profondamente addormentato.
Piton lo coprì con una coperta, sentì il polso e disse “Ci siamo tra poco andrà in ipotermia!”
Harry non si fece attendere, cominciò a tremare sotto gli occhi preoccupati dei ragazzi
“Professore che succede? Perché trema?” chiese Ron
“E’ normale Weasley, è un passaggio necessario per farsì che l’anima si stacchi dal corpo!” rispose secco Piton
“Oh Dio!” disse in un sussurro Hermione che non aveva staccato un minuto gli occhi da Harry
“Tra poco smetterà non abbiate paura!” continuò il professore nel vedere i loro sguardi allarmati
Infatti così accadde, Harry si bloccò di colpo.
Madama Chips si avvicinò e recitò vari incantesimi per monitorare cuore e le principali funzioni vitali “Tutto a posto!” disse spostandosi di lato e lasciando spazio al professor Silente che puntata la bacchetta sul ragazzo recitò “Apparens imago animae”
Qualche istante dopo l’immagine di Harry sdraiato a terra apparve fluttuante nell’infermeria.
“Ma è Harry, dov’è?” chiese Draco
“Non è Harry, è la sua anima!” rispose il professore “Tra poco si sveglierà!”
“Vuole dire che quella è l’anima di Harry… o cielo ma come possiamo vederlo… cioè vederla? vuole dire che lui è già là… già nell’altra dimensione?” chiese ancora il biondino stupito
Silente non rispose perché l’immagine di Harry si svegliò di soprassalto facendo un grosso respiro e catturando l’attenzione di tutti i presenti.


Capitolo 34°: La guerra del sonno – II parte

Harry, o meglio la sua anima, si alzò di scatto. Fece per brandire la bacchetta ma questa non c’era nella sua tasca, guardò spaventato in quella direzione, la bacchetta non era lì.
“Stà cercando la bacchetta, oddio l’ha persa, è laggiù senza bacchetta!” gridò Hermione
“Non ne ha bisogno!” disse calmo Silente “Laggiù non gli servirà, sarà un duello della mente, niente incantesimi!”
I ragazzi a bocca aperta spostarono lo sguardo dal preside all’immagine fluttuante e sobbalzarono quando questa disse “Eccoci, Harry tranquillo, la bacchetta non c’è, non ti serve… ricorda cosa ha detto Silente!”
“Ma parla!” urlò Ron allibito “Ma come può parlare?”
“Shhhhhh!” fece Piton scocciato lanciando un’occhiata furente “Se volete restare… tacete!” continuò freddando il ragazzo

“Ma dove sono? Sembra un… un… ospedale!” disse l’Harry fluttuante incamminandosi in quella che a prima vista poteva sembrare una grossa e tetra camerata.
“Niente infermieri o medici, solo letti… piccole divise, ma dove cavolo sono?” disse sforzandosi di capire “Potremmo essere in una scuola… si ma con dei letti? Ma si certo in un orfanotrofio” disse a bassa voce mentre veniva distratto dai singhiozzi di un bambino che piangeva nell’angolo destro in fondo alla stanza
“Ciao, chi sei?” chiese il ragazzo avvicinandosi
“Vai via lasciami stare!” rispose il bambino rannicchiato senza sollevare il viso dalle gambe in cui l’aveva nascosto
“Ti posso aiutare, dimmi chi sei?”
“Non mi picchiare, vai via!” gridò il bambino
“Piccolo non voglio farti male, voglio aiutarti!”
“Noooo tu sei cattivo come tutti gli altri!” piagnucolò il ragazzino dai capelli neri
“Te lo giuro, non voglio picchiarti, guardami… dimmi chi sei?” chiese dolcemente Harry che ormai lo aveva quasi raggiunto
“Io… Io… sono Tom, Tom Riddle!” rispose il bambino singhiozzando
All’anima di Harry, se mai possibile, si fermò il cuore… il ragazzo si bloccò all’istante e fece un passo indietro, quello era Voldemort, o meglio Tom Orvoloson Riddle, il futuro Signore Oscuro quando ancora era un bambino!
“Tom… che ci fai qui?” balbettò Harry
“Non voglio stare qui… portami via con te… qui mi trattano male, mi picchiano sempre e non mi danno da mangiare!” rispose tirando su con il naso
“Va… va bene Tom, ora vediamo cosa si può fare!” disse Harry continuando ad indietreggiare
Fu allora che il bambino alzò la testa e i suoi occhi neri fissarono quelli verdi di Harry “Perché stai andando via?” chiese alzandosi
“Stò andando a cercare qualcuno… per poter chiedere di farti venire via con me!” rispose Harry ma la sua voce tradiva del panico
“No, tu stai scappando da me!” disse il bambino incamminandosi verso di lui con gli occhi che brillavano di una luce cattiva

“Scappa, scappaaaaa!” gridò Hermione facendo spaventare tutti i presenti
“Signorina Granger!” urlò Piton portandosi la mano al cuore “Mantenga la calma la prego! E non urlì mai più così!”
“Guardate!” disse Blaise indicando l’immagine sospesa

Il bambino cominciò a dirigersi verso Harry e ad ogni passo la sua figura si stava trasformando sino a quando non divenne un ragazzo all’incirca di diciassette anni. Harry respirava in modo affannoso, il Tom adolescente si trovava ormai a meno di tre metri da lui.
“Chi sei?” chiese il ragazzo moro
“Mi chiamo Harry!” rispose l’anima
“Che ci fai qui?”
“Devo liberare degli amici… e tu che ci fai qui?”
“Io, ah ah ah… sono venuto ad ammazzare la maestra e tutti gli altri babbani che hanno osato maltrattarmi da piccolo!” disse Riddle digrignando i denti
“Perché invece non aiuti me a liberare i miei amici?” chiese Harry guardandolo negli occhi
“Perché io non faccio niente per niente… cosa me ne viene se ti aiuto?”
“Te ne sarò per sempre riconoscente!” rispose Harry
“Hai detto che ti chiami Harry vero? Bhè Harry, Lord Voldemort non ha bisogno della riconoscenza altrui, Lord Voldemort ha bisogno della paura altrui!” disse sarcastico
Harry indietreggiò ancora, ormai era a pochi passi dalla porta… tutto d’un tratto però la stanza cambiò e si ritrovò all’interno di una grossa villa, tre persone stavano cenando sedute ad un lungo tavolo situato al centro di una larga e fastosa sala da pranzo.
“E’ casa Riddle!” pensò Harry “Voldemort stà per uccidere suo padre!”
Urla agghiaccianti rimbombarono poco dopo nella sala, la scena che Harry aveva davanti agli occhi era surreale, sembrava di assistere ad un film, Voldemort aveva appena lanciato la maledizione Avada Kedavra sul padre e sui genitori paterni.
“A me animae!” gridò il ragazzo e poco dopo tre fasci di luce si conficcarono nel petto dell’assassino “Ah Ah Ah finalmente vendetta!” gridò nuovamente girandosi poi di scatto verso Harry
“Hai visto la faccia di quel maledetto babbano, non avrebbe mai dovuto rinnegare mia madre… ora lui e la sua sporca famiglia hanno pagato!” gridò mentre acute risa risuonarono tutt’intorno.
“Ma era tuo padre!” disse piano Harry ancora scioccato
“Padre? Quale padre, non ne ho mai avuto uno!” sibilò rabbioso l’altro “Non ha neanche voluto conoscermi, mi ha rinnegato appena ha saputo che mia madre era una strega. Mi ha lasciato marcire in quel orfanotrofio… meritava di morire tra il dolore più atroce, ed ora io mi ciberò della sua paura e della sua disperazione per sempre!” disse soddisfatto portandosi le mani al petto mentre Harry scuoteva lievemente la testa incredulo a quelle parole.
L’immagine cambiò di nuovo, Harry questa volta si trovava in mezzo ad una strada, di fronte a lui una villetta a schiera della Londra Babbana… il ragazzo capì all’istante “Noooooooo!” urlò con quanto fiato aveva in gola correndo a perdifiato all’interno della casa. Troppo tardi… un uomo dai capelli neri arruffati e gli occhiali giaceva a terra morto.

“Bip.. Bip.. Bip.. Bip.. Bip.. Bip.. Bip..Bip” il cuore di Harry cominciò a battere in modo irregolare. Madama Chips corse al capezzale del ragazzo cercando di stabilizzarlo. “Albus ha la tachicardia… se non si calma può rischiare un collasso!” disse la donna svelta
“Sta rivivendo l’assassinio dei suoi genitori è un po’ difficile che si calmi!” rispose il preside senza distogliere lo sguardo dall’immagine “Fai quello che puoi per aiutarlo Poppy!”
Madama Chips annuì e si voltò di nuovo verso Harry, il cui cuore non accennava a calmarsi.
“Papà, noo!” gridò Harry “Bastardoo!” disse subito dopo correndo su per le scale giusto in tempo per vedere l’Oscuro Signore, ormai adulto, scagliare la maledizione senza perdono contro una bellissima donna dai capelli rossi, che poco dopo si accasciò a terra morta. Harry pietrificato dal dolore si appoggiò al muro della piccola stanza, vedeva se stesso infante all’interno del lettino. Vide il fascio di luce verde colpire il bambino e rimbalzare verso l’essere ad una velocità impressionante. Voldemort gridò di dolore e scomparve.

Il corpo di Harry fece un salto sul letto nel momento in cui la maledizione colpì se stesso bambino nell’immagine… lo scatto fu così repentino che fece sobbalzare Madama Chips dallo spavento.
“Che succede!” chiese la donna in panico
“E’ l’Avada Kedavra!” rispose Piton correndo da lei
“Guarda Severus la cicatrice di Harry stà brillando!” disse la donna indicando la fronte del ragazzo
“E’ la maledizione!” sospirò Piton nuovamente
“Oh Dio, ha visto morire i suoi genitori… ma è straziante!” disse Hermione piangendo
“Herm calmati, guarda stà bene è solo un po’ scioccato!” le disse Ginny afferrandola al braccio
“Bene Ginny, secondo te stà bene… ma guardalo!” gridò la ragazza indicando l’anima che con occhi sbarrati non si muoveva dal muro della stanza. Adeso alla parete, Harry guardava ansimante un punto indefinito di fronte a sé senza muoversi.
Qualche attimo dopo però la scena cambiò di nuovo e questa volta il ragazzo si ritrovò all’interno di un grande salone… la cosa lo fece riprendere dallo shock anche se non del tutto.
“E’ casa mia!” Gridò Draco “E’ Malfoy Manor… il giorno del duello”
I professori, così come i ragazzi, rividero per filo e per segno tutto quello che Harry visse in quello scontro. Silente stesso commentò che il ragazzo era stato magnifico a sopportare tanti attacchi e a combattere ad un tale livello.
Poi all’improvviso, ancora una volta, tutto sparì e l’anima di Harry si ritrovò circondata da bianco ovunque.
Un unico puntino nero si stava avvicinando dalla parte opposta di dove si trovava il ragazzo. Puntino che pian piano divenne chiaramente la figura di un uomo, o almeno ciò che ne restava dopo anni dedicati al male e al potere oscuro.
Voldemort si fermò a due metri dal ragazzo, i suoi occhi rossi brillavano intensamente “Credevo che non saresti venuto?” disse l’Oscuro Signore guardando Harry
“Sono stato tentato, ma poi mi son detto che un’occasione così non si sarebbe più ripetuta!” rispose l’anima.
“I miei mangiamorte ti hanno convinto allora?” chiese l’essere sorridendo
“No, i tuoi mangiamorte l’hanno presa in quel posto, ho deciso di venire, ma a modo mio!”
“Bhè l’importante è che tu sia qui… vedi mi stò pian piano ristabilendo, ma avere la tua “essenza” chiamiamola così, mi consentirebbe di guarire più in fretta!” disse Voldemort aprendosi la tunica e rivelando le anime che si contorcevano intrappolate dentro il suo corpo.

“Ahhhhhhhhh!” urlarono quasi tutti i presenti in infermeria “E’ orribile!” disse Piton distogliendo momentaneamente lo sguardo.
“Ma cosa sono?” gridò Blaise coprendosi gli occhi con le mani
“Sono le anime di cui mi parlava Harry… le anime di tutte le persone che Voldemort ha ucciso o che hanno ucciso per lui… ecco di cosa si ciba!” Disse Hermione con un filo di voce.
“Zitti!” gridò Silente visibilmente preoccupato “Fatemi sentire!”

“Harry dimmi, ti è piaciuto il mio regalo?”
Il moretto lo fissò stupito e confuso senza dare risposta.
“Si il mio regalo… dai… vedere mamma e papà morire?” disse serafico Voldemort
Harry chiuse gli occhi per un istante, sentiva la rabbia crescergli dentro ma sapeva di dover gestire le sue emozioni. “Si, è stata una visione molto interessante!” rispose il ragazzo cercando di controllarsi e non cedere all’odio che si stava facendo subdolamente strada dentro di sé.
“Che ne dici di fargli un salutino?!” urlò l’uomo e poco dopo due anime vennero risucchiate fuori dal petto dell’Oscuro Signore “Di ciao a mammina e papino!” disse ancora Voldemort mostrando le due entità al ragazzo
“Mamma, papà!” sussurrò Harry mentre dall’agitazione la vista gli si appannò momentaneamente.
L’anima di Lily alzò un braccio in direzione del ragazzo mentre quella del padre sorrise debolmente.
Harry stava ansimando furiosamente… sembrava in preda ad un attacco d’asma “Lasciali!” gridò all’improvviso
“Spiacente ma mi servono… non puoi immaginare quanto fossero potenti i tuoi genitori… sono un toccasana quando ho bisogno di ristabilirmi!” rispose cattivo Voldemort
“Bastardooo!” urlò nuovamente Harry ma in quello stesso istante una fitta tremenda al petto lo fece accasciare a terra.
“Funziona, lo sapevo!” esultò l’uomo “Vedi Harry, ogni qual volta non gestisci bene le tue emozioni, ti autoinfliggi dei colpi… qui la tua anima soffre, sente il dolore, ma al te stesso umano proporzioalmente viene inflitta la ferita. Al momento dovresti avere un bel taglio profondo al petto… sempre se non mi sbaglio, ma raramente mi accade!” rise beffardo l’essere immondo.

Madama Chips fece sparire con un incantesimo il maglione di Harry, il petto del ragazzo era stato lacerato, come se avesse subito una tremenda frustata.
“Oh cielo guardate!” disse la donna mentre cercava di medicare la ferita
“Non deve cedere!” disse Silente stringendo i pugni “Deve gestire le sue emozioni!”

Harry si rialzò piano da terra, il colpo subito era stato molto doloroso, guardò le facce tristi dei genitori e una morsa al cuore lo paralizzò. Li vedeva lì di fronte a lui e non poteva far nulla per aiutarli.
“Vuoi sentirli parlare?” chiese subdolo Voldemort
Il ragazzo non rispose ma un istante dopo un grido di disperazione rimbombò intorno a lui.
Harry si tappò le orecchie, cadendo nuovamente a terra. Sentirli gridare ed implorare aiuto lo stava facendo impazzire.
“Ti piace?” gridò il suo nemico “Non sai quanto queste urla mi facciano sentire bene!” disse poi ridendo malignamente
Il dolore alle orecchie era lancinante, a Harry sembrò che dovessero staccarsi dalla sua testa, sembrava quasi che qualcuno gliele stesse trapanando con una punta rovente… poi all’improvviso tutto finì così com’era cominciato.
Proprio come aveva spiegato Voldemort, in infermeria le orecchie del ragazzo cominciarono a sanguinare, Madama Chips cercò in tutti i modi di fermare quell’improvvisa emorragia… senza grandi risultati però. Hermione e gli altri ragazzi erano pietrificati, l’immagine dei genitori di Harry che imploravano di essere liberati era quanto di più terribile avessero mai visto e soprattutto udito.

“Harry, stai facendo il suo gioco… non li salverai così!” si disse il ragazzo rialzandosi piano tenendosi con un mano il petto dolorantre e con l’altra l’orecchio sinistro che pulsava orribilemente.
“Che c’è Potter, fa male?” chiese Voldemort contento
Il ragazzo non rispose, si fece forza, abbassò le braccia e guardando con tutto l’amore possibile sua madre disse “Sei bellissima, proprio come ti avevo immaginato! Ti voglio così bene, non aver paura, presto sarà tutto finito!” poi sorridente si voltò verso il padre che a sua volta lo guardò orgoglioso e disse “Saresti fiero di me… negli ultimi sette anni sono stato il miglior cercatore a Hogwarts! Ne hanno mangiata di polvere i Serpeverde! Ti voglio bene sai!?”
“Potter smettila, che diavolo stai dicendo!” sbraitò Voldemort con tutta la rabbia che aveva in corpo… ma quasi contemporaneamente emise un grido di dolore così acuto che Harry si distrasse un attimo per vedere che gli era accaduto. Poi capì! “Se vale per me… vale anche per lui!” si disse sorridendo impercettibilmente.

“Bene!” esultò Silente facendo sobbalzare tutti in infermeria “Così… bravo pan per focaccia, amore contro odio, Voldemort non ha gestito le sue emozioni a vedere Harry così felice e calmo… e automaticamente si è autoinflitto una ferita!”
“Bravo Harry, speriamo che continui a fare così… credi che abbia capito come funziona Albus?”
chiese Piton sorridendo
“Credo di si!” rispose il preside mentre gli occhi gli brillavano di una luce potente

L’anima di Harry continuò a raccontare ai suoi genitori di tutte le cose belle che facevano parte della sua vita, raccontò della scuola, delle partite di Quidditch, degli amici, del fatto che voleva diventare un Auror e infine di Hermione.
Più il ragazzo raccontava di sé e delle sue gioie più Voldemort gridava e pativa atroci dolori.
“Sapete lei è così bella e speciale, la amo immensamente. Le ho chiesto di sposarmi e ha accettato, pertanto dovete per forza venire con me, non vorrete certo mancare al mio matrimonio… Ha un bel caratterino ma è intelligentissima e molto determinata, riesce a completarmi… mi rende migliore!” disse Harry raggiante “Mi dicono che assomigli tanto a te mamma!”
L’anima della madre sorrise a quelle paorle mentre Voldemort si accasciò a terra ansimante, da qualche parte il corpo dell’Oscuro Signore stava ricevendo colpi su colpi che sicuramente stavano infierendo molto pesantemente.
In infermeria Hermione era diventata color porpora… alla parola matrimonio tutti i professori si erano voltati verso di lei con uno sguardo interrogativo dipinto sul viso… la ragazza fece spallucce e arrossì ancora di più.
“Non ci sarà nessun matrimonio Potter, perché lei è mia!” gridò il mago oscuro rialzandosi all’improvviso “Fammi uscire da qui e vedrai che bella fine farà la tua Hermione, diverrà la mia regina, la mia amante e la mia schiava per l’eternità!”
A quelle parole l’anima ebbe un fremito mentre il se stesso stesso a letto cominciò a perdere sangue dal naso, stava nuovamente cedendo alla rabbia… “Non osare neanche pensarlo, lurido viscido animale!” sussurrò Harry piano ma come un lampo un’altra fitta tremenda al petto lo fece urlare di dolore.

“Ancora!” gridò Madama Chips mentre un’altra lacerazione profonda compariva sul petto del ragazzo. Questa era anche più profonda dell’altra.

“Va bene e sia!” gridò Voldemort “Vedo che i tuoi genitori più di tanto non ti toccano!” disse risucchiando di nuovo le anime di Lily e James dentro di sé “Vediamo se questo invece è di maggiore interesse per te!” sospirò il mago Oscuro mentre l’immagine di Hermione appariva di fronte a Harry.
“Vuoi vedere cosa è successo nei sotterranei del castello di Malfoy?” chiese Voldemort subdolo
Il ragazzo non rispose, il suo sguardo attento era fisso sulla ragazza mora. L’immagine di Hermione cominciò a muoversi e a parlare “Buonasera Mio Signore, mi sei mancato tanto!” ansimò la ragazza mentre avvicinandosi a Voldemort con fare molto sensuale cominciò ad accarezzarlo sul petto scendendo poi piano sui fianchi senza mai smettere un attimo di leccare, mordicchiare e baciare con passione il viso dell’Oscuro Signore.

“Mente!” gridò Hermione “Non è mai successo nulla del genere, non l’ho mai sfiorato con un dito quel viscido mostro!”
“Lo so mia cara!” rispose Silente “Ora è Harry che deve riconoscere che si tratta di una finzione”
“Professore perché non ragisce?” chiese Ron spaventato
“Perché la sua mente non riesce a capire che si tratta di un bluff, Harry in questo momento è convinto che davvero Hermione stia facendo quelle cose o che le abbia fatte!”
“Noooooooo! Harry, ti prego” sussurrò Hermione piangendo “Credi in me, credi in noi… Ti prego”.

Capitolo 35°: La guerra del sonno – III parte

Il ragazzo a bocca aperta e sconvolto oltre ogni immaginazione aveva cominciato a tremare dalla rabbia. Non riusciva a sopportare quella vista, gli vennero addirittura dei conati di vomito che lo fecero inginocchiare a terra.
“Non è vero, non è vero!” gridò nello stesso istante in cui un colpo pazzesco allo stomaco, come un pugno dato all’improvviso, fece sputare sangue al sé stesso umano.
“Oh si che è vero, sapessi poi quanto le è piaciuto sentire le mie mani sul suo corpo, farsi toccare, farsi prendere con la forza!” rincarò Voldemort soddisfatto

“Oh Dio, professore ma che stà dicendo… è un pazzo, Harry non può credergli!” disse piangendo Hermione mentre Draco la abbracciava cercando di consolarla.
“Certo che non ci crede Herm, lui si fida di te, come tutti noi!” le disse il biondino stringendola forte “Vedrai che tra poco si riprenderà!”

Harry ansimò sbattendo pesantemente il pugno a terra mentre un altro taglio al petto si unì ai precedenti.
“Hermione!” sussurrò piano fra sé… “Herm!” disse sporgendosi in avanti e consentendo casualmente al ciondolo, che la ragazza gli aveva regalato, di fuoriuscire dal maglione. Il ragazzo lo vide e stupendo tutti compreso se stesso cominciò a ridere dicendo “Sei un bastardo, so che non è vero niente, Hermione si ucciderebbe pur di farsi toccare da te, lei mi ama, mi rispetta… quella mio caro… non è Hermione!” disse secco il moretto che pochi attimi dopo vide l’immagine della ragazza svanire improvvisamente.
Il sorriso si congelò sul viso di Voldemort sino a diventare una smorfia. Ancora una volta Harrry era riuscito a mandare all’aria i suoi piani.
“Sei molto forte ragazzo, ma non ti servirà resistermi, tra poco cederai e la tua anima sarà mia! Hai visto no, tutto quello che ho passato, sai che se voglio una cosa, prima o poi, me la prendo!” esclamò il mago oscuro
Harry si rialzò e fissandolo in quegl’occhi color sangue disse “Scordatelo!”
Ma Voldemort continuò “Ho visto che hai fatto un saltino nel mio passato! Bello spettacolo vero?”
“Bellissimo, quasi quanto andare al cinema!” rispose Harry sarcastico
“Almeno ora sai cosa ho vissuto e cosa mi ha portato a essere ciò che sono!” asserì secco Voldemort “Mi puoi capire!”
“Capire?! Ma per favore, risparmiami le tue cazzate da bambino maltrattato, adolescente solitario e vendicativo… non vorrai farmi credere che sei un pazzo assassino perché sei stato picchiato da piccolo o perché ti sentivi solo… caro mio tu hai scelto di essere ciò che sei, non sono gli eventi che ti ci hanno fatto diventare… sei diventato un mostro per tua volontà!” disse Harry calmo
Voldemort trasalì e una fitta al fianco lo fece barcollare.
“Che ne può sapere un ragazzo di cosa ho vissuto? niente di niente Potter!” sbraitò l’Oscuro Signore cadendo a terra
“Ah davvero, allora secondo la tua teoria io dovrei diventare o già essere un pazzo assassino, infuriato con il mondo! Si… perché grazie a te anch’io non ho mai avuto una famiglia e degli amici che mi volessero bene, mai amore, cibo decente, vestiti puliti e della mia misura, niente di niente! Per undici anni ho vissuto nella solitudine e nella disperazione più totale. Com’è che tra me e te c’è questo abisso di differenze?” chiese Harry guardandolo
Voldemort non rispose ma lo fissò con odio.
“Se il tuo orfanotrofio era un inferno… avresti dovuto vivere undici anni con i Dursley… ti assicuro che ti sarebbe sembrato un’oasi felice al confronto” sibilò il ragazzo schifato
“Come osi sminuire le mie sofferenze!” urlò Voldemort iracondo “Tu… piccolo…” ma quest’ennesima esplosione di rabbia lo fece sobbalzare a terra e contorcere a causa di fitte tremende che toglievano il respiro.
Harry stava per rispondergli ma all’improvviso accadde una cosa inaspettata… dal petto supino dell’uomo, steso a terra ancora dolorante, uscì un fascio di luce che fluttuò veloce di fronte a Harry.
Poco istanti dopo l’anima divenne ben visibile e riconoscibile agli occhi del ragazzo.

“Sirius!” cercò di dire il moretto mentre una lacrima cadeva piano dalle sue ciglia
“Ciao Harry!” rispose Felpato alzando la mano e facendo un cenno come per accarezzandogli la guancia
“Perdonami Sirius, è tutta colpa mia se ti trovi in questa situazione!” disse Harry abbassando gli occhi
“Non dire sciocchezze… è valsa la pena morire per te, se potessi e se fosse necessario lo rifarei! Guardalo” Disse calmo il padrino indicando Voldemort “Lo stai facendo soffrire, e le anime lo sentono… sono in trepidante attesa Harry!”
“Sirius mi manchi da morire, vorrei poterti parlare sempre e abbracciare e…!”
“Verrà un giorno Harry in cui accadrà di nuovo, te lo prometto!”
“Cosa devo fare Paddy per liberarvi?” chiese il ragazzo veloce “Io… non so come fare!”
“Chiama le anime ragazzo… e loro verranno da te!” disse qualche attimo prima che Voldemort infuriato lo risucchiasse di nuovo dentro al suo petto.
Harry fece per acchiappare l’anima del padrino ma questa era già sparita nuovamente.
“Ora basta Potter, mi sono stufato, è finalmente giunto il momento di prendermi ciò che voglio” e così dicendo s’incamminò piano verso il ragazzo.
Harry indietreggiò spaventato mentre Voldemort continuò ad avanzare.
La paura si stava facendo largo dentro il ragazzo che preso alla sprovvista non seppe che fare. Voldemort ne approfittò e giunto di fronte a lui gli conficcò il pugno chiuso nel petto trapassandolo.
L’anima del ragazzo divaricò le braccia e gridò con quanto fiato aveva in gola mentre l’Oscuro Signore sembrava beneficiare da quel gesto. Voldemort stava aspirando la linfa vitale di Harry.
In infermeria il corpo del moretto cominciò a tremare ed ad avere convulsioni.
Tutti gli incantesimi di monitoraggio che Madama Chips aveva recitato per tenere il ragazzo sotto controllo, sembravano impazziti. Il cuore stava chiaramente per fermarsi, polmoni e reni sembrava che si stessero atrofizzando, i tagli sul petto ricominciarono a sanguinare vistosamente e la pressione sanguigna era precipitata… Harry stava morendo!

“Lo aiuti Madama Chips!” gridò Hermione “La prego non lo lasci morire!”
“Oh mio Dio!” fu l’unica risposta della donna, che per la prima volta non sapeva che fare, il corpo del ragazzo era prossimo al collasso totale.
“Innerva animae!” gridò Silente all’improvviso puntando la sua bacchetta sul corpo di Harry
L’anima nell’immagine fece un balzo all’indietro liberandosi dalla stretta di Voldemort mentre contemporaneamente il Signore Oscuro fu scaraventato dalla parte opposta.
“Forza ragazzo torna da noi!” gridò Silente sotto gli sguardi terrorizzati di tutti i presenti “Andiamo, ce la puoi fare…. Forza alzati!” gridò nuovamente l’uomo
“Innerva animae in corpus!” recitò nuovamente il preside con un ulteriore colpo di bacchetta, cercando in ogni modo di riportare l’anima nel corpo del ragazzo.
Piton e la Chips gli si affiancarono e ripeterono lo stesso incantesimo.
Ma Harry o ciò che di lui restava, non si muoveva. L’anima riversa sulla schiena, giaceva a terra inerme. Sembrava priva di vita.
Il mago oscuro invece si era ripreso, si voltò verso il ragazzo e con un mezzo sorriso in viso, cominciò a strisciare lentamente nella sua direzione. Benchè anche Voldemort fosse provato da una battaglia così “sottile”… stava raccogliendo tutte le sue forze per raggiungere nuovamente Harry e finire l’opera cominciata poco prima. Ormai era a circa sei metri da lui, lo aveva quasi raggiunto, quando un impercettibile movimento del ragazzo fece sobbalzare tutti in infermeria.
“Albus l’hai visto? Si è mosso!” disse Piton con voce tremante
Il preside annuì senza proferire verbo.

“Eccoci Potter!” disse ansimando l’essere strisciante “Ci siamo quasi… ora non mi puoi più scappare!”
Il ragazzo aveva appena aperto gli occhi quando Voldemort fece per ripetere il gesto di poco prima.
L’anima però, anche se a fatica, riuscì a scansarsi appena in tempo rotolando poco più in là.
“Potter!” gridò Voldemort con tutta l’ira possibile “Vieni qui e facciamola finita!” sibilò mentre il dolore al petto si riacutizzava
Harry non rispose, cercò di strisciare il più lontano possibile dall’essere che nel vedere la sua fuga cominciò ad imprecare maledizioni gemendo terribilmente al contempo stesso.
Era un bene che anche il Signore Oscuro fosse ferito e che le urla d’ira lo bloccassero a terra dolorante perché la velocità di fuga di Harry era pari a quella di una lumaca al top delle proprie performance… lentissimo, ma ciò bastò per consentirgli di allontanarsi quel tanto per fermarsi e riprendere fiato.
Improvvisamente una sorta di grossa bolla luminosa apparve accanto al ragazzo che la fissò in modo interrogativo… poi Harry capì e ansimando disse “Professore… so che mi sente… non cerchi più di farmi tornare… sa bene che non posso permetterglielo!”
“Ma che dice!” gridò Hermione sentendo quelle parole
“La ringrazio per avermi salvato, il suo intervento…” ansimò “E’ stato provvidenziale ma non tornerò… non fino a quando non lo avrò annientato. So che ha capito anche lei, devo restare e combatterlo fino alla fine… ora so come fare!” continuò il ragazzo mentre lentamente cercava di rimettersi in piedi.

“Nooooooo Harry, torna, torna ti prego!” gridò Hermione in lacrime “Non può, non può permetterglielo!” urlò la ragazza rivolta a Silente che aveva ascoltato ad occhi chiusi ciò che il ragazzo aveva detto
“Signorina Granger!” provò a dire Piton
“Signorina Granger cosa? perché… perché volete che si sacrifichi per forza, perchèèèè!?” chiese secca al professore di pozioni con una tale irruenza che lo stupì lasciandolo senza parole
“Riportatelo indietro, vi prego, vi scongiuro, fate qualcosa!” disse la ragazza accasciandosi a terra in preda ad un pianto isterico
“Non ce lo permette!” rispose il preside a bassa voce “E’ quello che abbiamo cercato di fare, ma Harry non vuole, è lui che deve entrare nella bolla, se non lo fa, non possiamo riportarlo qui!”
“Dio mio!” disse Draco sbattendo il pugno al muro “Ma cosa vuole fare? C’è mancato un pelo che lo uccidesse poco fa!”
“Sa fare cosa? A cosa sta pensando?” chiese Ron tremando, angosciato all’idea di saperlo
In infermeria scese un silenzio di tomba, anche Hermione aveva smesso di singhiozzare e terrorizzata aspettava che Silente spiegasse loro qualcosa. Poi finalmente il preside parlò.
“Animae Appello!” disse con un filo di voce
Piton e la Chips sobbalzarono a quelle parole
“Che cos’è?” chiesero Blaise e Ginny contemporaneamente
“E’ l’antica formula che Harry ha intenzione di pronunciare tra poco!” rispose l’uomo
“E allora… che c’è di male?” scattò Draco, al quale un brutto presentimento stava facendo battere forte il cuore
“Si tratta di un incantesimo molto potente e molto pericoloso!” rispose Silente abbassando lo sguardo “Harry chiamerà a sè tutte le anime contenute in Voldemort, queste passeranno dal Signore Oscuro a lui venendo poi automaticamente liberate”.
“Ma come professore, poi non resteranno imprigionate in Harry?” chiese Ron
“No Ron, proprio perché Harry le vuole liberare lo useranno come canale di fuga, entreranno sì in lui… ma per essere ripulite e lasciate poi andare!”
“Ri…ri..pulite!” balbettò Hermione
Silente fece un lungo respiro e annuì tristemente poi disse “Ripulite da tutte le sofferenze, dalla paura, dal dolore e dalle angosce che hanno vissuto!”
“Ma chi le ripulirà, cosa centra Harry?” chiese ancora la ragazza “Se lo usano come canale…”
“Hermione…” singhiozzò Draco interrompendola “Possibile che non capisci, sarà Harry a ripulirle, facendole passare nel proprio corpo!”
La ragazza guardò sconvolta il biondino come se quest’ultimo avesse detto un’eresia.
“Le anime lasceranno l’oscurità dietro di sé e abbracceranno finalmente la luce!” disse piano Piton guardandola
“Cosa vuol dire?” chiese la ragazza ancora incredula “Professore non capisco!”
La professoressa Chips si portò una mano alla bocca e mentre calde lacrime cominciarono a rigarle il viso si voltò dirigendosi a controllare le condizioni del ragazzo steso sul letto lì accanto.
“Ripulendo le anime Harry si farà carico di tutto l’orrore, la sofferenza, il dolore, le paure e lo strazio che ciascuna di esse ha patito. Tutto ciò rimarrà imprigionato dentro di lui a meno che…”
“Coosaaaaaaaa?” domandò la ragazza sbarrando gli occhi “Mi stà dicendo che per poterle salvare Harry deve farsi carico di anni di male e torture… ma come può sopportare tanto dolore?” chiese con la voce rotta dal pianto
“Infatti non può!” rispose il preside “A meno che non riesca a trovare un modo per combattere una tale ondata di malvagità!”
“Prof….professo…re, mi stà dicendo che Harry morirà!” chiese la ragazza con un filo di voce
Silente e Piton non risposero, Madama Chips si lasciò scappare un lamento causato dal magone che a forza cercava di controllare.
“PROFESSORE!” gridò Hermione “Ripeto, mi stà dicendo che Harry morirà?” richiese la ragazza ansimante mentre il suo cuore cominciò a battere all’impazzata.
“Probabilmente sì!” le rispose Silente mentre una lacrima, per la prima volta dopo tanti anni, rigò nuovamente il suo viso stanco
“Nooooooooo!” urlò Ron mentre Hermione si lasciava cadere a terra a quella risposta
“Ron!” disse Blaise abbracciandolo forte
“Nooooooooo! Ci dev’essere pur un modo per poterlo aiutare, per fare diversamente!” gridò ancora il ragazzo staccandosi dalla stretta della sua ragazza
“Ron!” disse Draco afferrandolo
“Draco lasciami, lasciami… dobbiamo aiutarlo!” pianse il rosso cercando invano di divincolarsi dalla presa dell’amico “Non possiamo lasciare che muoia così!”
Fu proprio in quel momento che un grido acuto catturò l’attenzione di tutti i presenti.
Voldemort era riuscito a rialzarsi e fissava l’anima di Harry, distante da lui una decina di metri, con tanto odio nello sguardo che avrebbe potuto incenerirlo.
“Morirai! Presto o tardi lo farai!” disse il Signore Oscuro indicandolo
“Può darsi! Ma se questo servirà a distruggerti… ne sarà valsa la pena” rispose Harry che fissando l’uomo e senza tanti altri indugi recitò “Animae Appello!”
Ciò che accadde subito dopo fu qualcosa di totalmente soprannaturale.
Il ragazzo aprì le braccia piano, gli occhi gli diventarono opachi rivoltandosi all’indietro e cominciò a levitare a trenta centimetri dal suolo.


Capitolo 36°: La guerra del sonno – IV parte

“Harry, nooooooooo!!” gridò Hermione a quella vista mentre Ginny e Blaise la abbracciavano
Silente strinse forte i pugni mentre Piton, per la prima volta davanti a degli studenti, perse il controllo e scaraventò una sedia a tre metri di distanza.
“L’ha fatto!” mormorò sconsolato Ron ancora in lacrime “Non posso crederci… perché?”
Draco, scioccato da quanto stava accadendo, strinse forte il braccio del rosso e disse “Ce la farà, vedrai… lo sento! Non può finire così!”.
Il rosso annuì debolmente, fece un lungo respiro e guardò Madama Chips che imperterrita continuava a controllare che le condizioni del ragazzo, appena stabilizzate, rimanessero tali.

Voldemort, preso alla sprovvista, non seppe che fare, l’anima del ragazzo ormai fluttuava a qualche metro da lui… circondata da una strana aura di energia bianca pulsante, una cosa mai vista, sembrava posseduto da chissà quale potere antico.
Poi tutto d’un tratto Harry cominciò a recitare una strana cantilena:

“Animae disperse,
animae precipitate nell’oblio
io vi chiamo,venite a me,
o animae erranti,
voi che senza sapere dove andare,
con la paura di non morire,
avete sofferto per mano del male,
trottole in una vita schiava
che non può il tempo
ridarvi o creare,
io vi chiamo venite a me, o
creature perse nell'infinito,
incognite del destino
che fugge nel vuoto.
Ascoltatemi, io vi chiamo,
venite a me e per me
finalmente libere
godete ora e per sempre
della pace eterna!”

“Che diavolo stai dicendo Potter!” gridò l’oscuro Signore che improvvisamente cominciò a contorcersi. Spasmi tremendi lo fecero piegare e distendere e poi di nuovo accasciarsi e ancora distendersi. Più Harry recitava quelle parole, più Voldemort gridava e si contorceva dal dolore.
Le sue urlà echeggiarono in infermeria tanto forte che si sentirono in tutto il castello.
Il ragazzo continuò imperterrito a ripetere quelle parole… una, due, tre, mille volte sino a quando il mago di fronte a lui cominciò anch’esso a sollevarsi piano e sul suo corpo sdraiato a mezz’aria cominciarono a crearsi come delle fessure che lentamente diventarono sempre più grandi lasciando fuoriuscire una debole luce.
La prima anima riuscì a uscire dal corpo di Voldemort e veloce si diresse nella direzione di Harry, che ancora sollevato e con le braccia aperte non accennava a voler smettere di recitare la medesima cantilena.
L’anima si fermò davanti al ragazzo, lo fissò aspettando una sorta di autorizzazione a procedere.
“E’ ora che tu vada, la pace ti attende!” disse il ragazzo secco con una voce che pareva provenire chissà da dove
L’entità non si fece attendere, con un movimento rapido, entrò nel corpo di Harry, fuoriuscendo pochi istanti dopo rinnovata di una luce splendente.
“Grazie!” disse l’anima che un attimo dopo sparì.
Poco dopo altre entità fecero lo stesso, entravano nel corpo del ragazzo, vi rimanevano pochi istanti, fuoriuscivano splendenti e poì sparivano.
La processione delle anime era iniziata.

“Albus aiuto!” gridò Madama Chips
Il preside e tutti i ragazzi accorsero per darle una mano. Sul corpo del moretto si erano aperte numerose ferite, una particolarmente impressionante proprio sotto la clavicola destra. Un’altra sul viso, altre sulle gambe, allo stomaco.
“Lo stanno ammazzando!” disse Hermione cercando di tamponare il sangue che scorreva copioso da un taglio profondo al fianco destro.
“Mio Dio Albus, cosa possiamo fare?” chiese Madama Chips balbettando “Ogni anima pulita, trasferisce sul corpo di Harry i propri patimenti e le proprie pene, non ce la farà a sopportare tutto il processo… Sono troppe!!”
Il preside estrasse la sua bacchetta e cominciò a recitare un antico incantesimo che Piton riconobbe essere la “La misericordia degli Dei”.

“O dei, se veramente è in voi misericordia,
se nel giorno estremo, proprio nell'ora della morte,
aiutate qualcuno, volgete benigno lo sguardo
a lui infelice; e, se fu giusto in tutta la sua vita,
sradicate dall'animo il male che l’annienta,
che s'è insinuato profondamente in lui
come dolore e strazio, togliendogli ogni gioia.
Ora non chiedo più che voglia combattere,
né, cosa incredibile, che sia fedele alla causa:
voglio che guarisca, liberatelo di questo male orribile.
Ascoltatemi, dei, per l'amore che vi porto!”

Dalla bacchetta di Silente partì una luce rosa che avvolse tutto il corpo del ragazzo. Parte delle brutte ferite cessarono di sanguinare ed altre si rimarginarono all’istante, sembrava che una sorta di magia stesse guarendo Harry.
“Albus!” gridò Severus Piton afferrando al volo il preside che, a causa dello sforzo dell’incantesimo, barcollò rischiando di cadere a terra.
“E’ tutto a posto Severus, devo solo sedermi un attimo!” rispose Silente ansimando
“E’ la Misericordia degli Dei vero?” chiese il professore di pozioni
L’amico annuì.
“Credi che resisterà per tutte le anime?” disse Piton preoccupato
“Non lo so Severus, lo spero, purtroppo non è possibile ripetere l’incantesimo come ben sai. Gli “Dei” consentono solo una volta che venga enunciato sulla medesima persona.
“Professore! Guardi Voldemort!” gridò Ginny indicando l’immagine in mezzo all’infermeria
L’anima dell’Oscuro Signore si stava come raggrinzendo, man mano che le anime prigioniere lo abbandonavano e venivano liberate, Voldemort peggiorava. Tutta la sua forza e il suo potere stava svanendo con esse.
“Professore, ma lui stà… stà…” balbettò Ginny senza riuscire a finire la frase
“Sì, signorina Weasley, Voldemort stà morendo!”

Nessuno si era accorto che l’anima di Harry, non fluttuava più da qualche minuto e che i suoi occhi erano ritornati di un bel verde brillante. Il ragazzo non era più in trance ma aveva continuato a permettere alle anime di entrare in lui, pulirsi e sparire.
Ben presto però l’anima del ragazzo, ormai stremata, cominciò a tremare… la pulitura delle anime era qualcosa che richiedeva un sforzo sovrumano. Fu proprio allora che le ultime tre anime uscirono dal corpo del Signore Oscuro e si diressero dal moretto.
Harry era caduto a terra, respirava a fatica e si reggeva il petto dolorante. Voldemort giaceva ormai quasi privo di vita a pochi metri da lui.
“Forza Harry, un ultimo sforzo!” si disse rialzandosi a fatica e sollevando lo sguardo sulle ultime tre anime che in piedi di fronte a lui lo stavano guardando ammirate.
“Mamma, papà… Sirius!” mormorò il ragazzo scoppiando a piangere e barcollando dall’emozione
“Tesoro!” disse la voce dolce di Lily “Come sei cresciuto! Sei così uguale a tuo padre… sei diventato proprio un bel ragazzo” continuò mentre una lacrima solcava il suo bel viso
“Mamma!” singhiozzò Harry guardandola
“Tuo padre, Sirius e io siamo molto fieri e orgogliosi di te e ti amiamo tanto, ti abbiamo sempre amato tanto!” disse scoppiando a piangere la donna
“Lily, non piangere!” disse James Potter “Figliolo, non sai quanto tu mi abbia reso fiero di te, lo sono sempre stato a dire la verità, ma stasera hai fatto una cosa inimmaginabile!”
Harry alzò il braccio e fece per toccare il viso dei genitori ma ovviamente essendo anime, passò loro attraverso.
“Non mi è neanche concesso potervi toccare un ultima volta!” disse il ragazzo guardandoli
“Figliolo ma non c’è bisogno di avere un contatto fisico, non saremo sempre con te ora, basterà chiamarci e verremo da te!” gli rispose il padre sorridendo
“Te l’avevo promesso o no?!” chiese Sirius
“Sirius, mi mancate così tanto che certe volte vorrei morire per venire da voi!” sospirò il ragazzo
“Non dire sciocchezze Harry, tu sei stato la nostra gioia, la nostra ragione di vita, il nostro amore per te non finirà mai. Un giorno potremo riabbracciarci non ti preoccupare, hai ancora molto da vivere… quel giorno è ancora lontano!”
“Dovete andare!” disse il ragazzo mentre asciugandosi gli occhi annuiva facendo un debole sorriso “Forza pulitevi!”
“No!” disse Lily risoluta “Siamo morti con l’Avada Kedavra è troppo pericoloso per te, sei già molto debilitato, non voglio rischiare!”
“Che dici mamma, forza entrate in me e pulitevi, altrimenti le vostre anime non saranno mai veramente libere!” disse secco il ragazzo guardandola
“E’ il prezzo che abbiamo deciso di pagare per la tua salvezza!” rispose James per la moglie
“Per favore, non ho fatto tutta questa fatica per lasciare dannate le uniche tre persone che mi interessava davvero salvare!” disse il ragazzo alzando la voce “Sirius forza, tu non sei morto con l’Avada Kedavra, vai!”
“No, Harry abbiamo deciso che non entreremo dentro di te!” gli rispose felpato
“Ah davvero?” disse repentino il ragazzo buttandosi addosso al miglior amico del padre che colto all’improvviso fu risucchiato nel petto del figlioccio uscendone poco dopo brillante più che mai.
“Harry che hai fatto!” disse Sirius poco prima di sparire e raggiungere finalmente la pace
Il ragazzo cadde a terra, quella pulizia era stata particolarmente faticosa.

“Oh no!” gridò Madama Chips “Professore lo scudo, la protezione di Harry stà svanendo… quante pulizie mancano?”
“Due!” rispose il preside tristemente “Le due più pericolose da fare!”
“Come farà senza protezione, l’Avada Kedavra lo ucciderà!” urlò Hermione
“Non è ancora del tutto sparita… speriamo faccia in fretta!” le rispose il preside

“Amore!” gridò Lily mentre James si abbassava a controllare che stesse bene
“Stò bene!” disse a fatica il ragazzo prima di rialzarsi
“No, non stai bene, guardati… Silente! Silente!” gridò Lily con quanto fiato aveva in gola “Riportalo da te... Presto!”
“Ho detto di no!” urlò il ragazzo “Non me ne andrò senza prima avervi aiutato, che questo sia chiaro!”
“Harry, ti ordiniamo di andare!” gli disse il padre risoluto
“Si Harry, vai e lasciami mammina e papino!” gridò Voldemort alle spalle di James e Lily prima che venissero risucchiati di nuovo nel suo petto
“Noooooooooo!” urlò Harry “Non ti lascerò prendere ancora i miei genitori!” e così dicendo si scagliò sul Signore Oscuro proprio come aveva fatto precedentemente l’uomo con lui, trapassandogli con il pugno chiuso il petto.
Ciò che Silente, Piton, la Chips e tutti i ragazzi videro fu incredibile.
Voldemort a braccia aperte era incapace di muoversi, Harry stava risucchiando tutta la linfa vitale che ancora era celata all’interno di quell’essere viscido.
Prima Lily poi James passarono dal corpo dell’Oscuro Signore a quello del figlio.
Le due anime cominciarono il processo di pulitura. Nonostante lo sforzo sovrumano e il dolore lancinante il ragazzo non estrasse il braccio da Voldemort, aspettò finchè le due anime splendenti come mai nessuna prima di loro, uscirono dal suo corpo.
“Harry!” gridò sua madre
“Figliolo lascialo!” rincarò il padre
“Noooooo, deve pagare per tutto il male che ha fatto, non voglio che gli rimanga neanche una briciola di energia… deve lasciarmi in pace una volta per tutte!” gridò il ragazzo mentre Voldemort cominciava a cadere a terra
“Harry smettila, potresti non sopravvivere allo sforzo!” gridò nuovamente il padre
“Andate! ho promesso che lo avrei annientato e così farò!” rispose poco prima che i genitori sparissero.

“Professore, la protezione è svanita!” disse la Chips con un filo di voce
“Mio Dio… ti prego fa che sopravviva!” pregò Hermione chiudendo momentaneamente gli occhi

“Potter, non stai succhiando via solo le mie energie.. stai prendendo anche il mio lato oscuro!” sibilò debolmente Voldemort che ormai era prossimo al collasso
“Che stai dicendo, bastardo!” gli urlò in faccia Harry
“Morirò… ma almeno avrò la certezza di aver creato il mio degno sostituto!” sussurrò l’uomo con un mezzo sorriso

A quelle parole ai ragazzi si gelò il sangue nelle vene.
“Che stà dicendo Professore, Harry non diventerà come lui?” chiese Draco allarmato
“Temo che se lascerà che il male che si trova ora dentro di lui prenda il sopravvento, un nuovo Signore Oscuro prenderà il posto di Voldemort!”
“Non è possibile… non può, non deve!” gridò Ron con gli occhi sgranati
“Oh Dio allora l’ho perso comunque!” disse piano Hermione “O muore per lo sforzo o diventa un essere malefico… in ogni caso lo avrò perso!”
“Hermione non parlare così!” gridò Draco poco prima di venire distratto da un grido lancinate.

“AHHHHHHHHHH!!!!!” urlò Voldemort prima che la sua anima esplodesse in mille pezzi dissolvendosi.
Harry a causa dell’esplosione fu scaraventato a cinque metri di distanza mentre il suo corpo umano cominciò ad avere delle tremende convulsioni. La schiena inarcata del ragazzo sembrava attraversata da corrente elettrica. Poi all’improvviso, un lungo e acuto suono risuonò per la seconda volta in quella stanza facendo pietrificare tutti i presenti.
“Biiiiiiiiiiiiiiiiiiiiippppppppppppppppp” il cuore del ragazzo si era fermato di nuovo.
“No, no, no, noooooo!” gridò Madama Chips
“Innerva animae in corpus!” gridò Piton prima che Madama Chips recitasse la formula per ripristinare il battito
“Niente Innerva battito Poppy altrimenti morirà. Con la scarica elettrica la sua anima non potrà più rientrare nel corpo!” urlò Piton guardandola
“Ma Severus, così morirà comunque!”
“Ma così non potrà più tornare!” disse Piton
“Severus preferisco saperlo vivo e trovare un modo per riportarlo da noi, che averlo morto qui!” disse Silente prima di puntare la sua bacchetta e lanciare l’incantesimo per ripristinare il battito cardiaco al ragazzo.
Come la volta precedente Harry, riuscì a riprendersi in estremis solo al terzo tentativo… ma se non altro ora il suo battito benché debolissimo batteva regolarmente.
Tutti tirarono un sospiro di sollievo, solo una persona rannicchiata in un angolo dondolava piangendo tenendosi le gambe.
“Non tornerà più… non tornerà più!” sussurrò piano Hermione in evidente stato di shock
“Hermione, guardami, ti prego tesoro guardami!” le disse dolcemente Ron sollevandole il viso ma la ragazza continuava a ripetere sempre la stessa cosa “Non tornerà più… non tornerà più!”
Madama Chips stabilizzò Harry, gli medicò le ferite riportate nell’ultimo scontro e si diresse di corsa ad assistere Hermione. La fece sdraiare su di un letto vuoto e le somministrò un calmante.
La ragazza pochi attimi dopo si addormentò.


Capitolo 37°: Un nuovo Oscuro Signore

I giorni passavano ed Hermione non reagiva, sdraiata a letto viveva come in catalessi.
Tutto le scivolava addosso senza più generare in lei la minima emozione.
La ragazza, dal giorno in cui Harry era rimasto intrappolato nella dimensione onirica, aveva rinunciato a vivere. Si era lasciata andare, mangiava pochissimo e ormai viveva perennemente vestita con il pigiama rinchiusa nella sua camera nella torre est.
La notizia che Harry Potter era in coma, quasi celebralmente morto aveva fatto il giro della scuola, suscitando non poco clamore. A nessuno era concesso di andare a trovarlo in infermeria eccetto che per gli amici più cari. Nonostante questo però Hermione non era più andata a fargli visita in infermeria, vederlo immobile sdraiato in quel letto la faceva impazzire dal dolore.
Un mese dopo, la situazione stava degenerando.
I ragazzi avevano lasciato alla ragazza tutto il tempo per accettare la cosa, le stavano vicini e cercavano di scuoterla. Ma niente da fare.
Il fondo lo toccò quando la professoressa McGranitt visibilmente preoccupata per lei, si recò alla torre per esortarla a reagire e a ricominciare a frequentare le lezioni.
“Non mi interessa!” rispose la ragazza acidamente “Non voglio più specializzarmi e non voglio più che lei mi scocci con queste banalità!”
“Hermione, capisco il tuo dolore, ma devi reagire… Harry vorrebbe questo!” provò a dirle la donna
“Harry è morto e io non voglio più specializzarmi… perché non riesce a capirlo, devo forse scriverglielo. Bene allora manderò una gufo ufficiale e rinuncerò alla borsa di studio!” gridò la ragazza
“Non te lo permetterò, sei la ragazza più dotata di questa scuola e quella che potrebbe ottenere i migliori risultati… parlerò con il professor Silente è ora di dare un taglio a questa storia!” Le rispose la McGranitt scocciata
“Harry è il ragazzo più dotato di questa scuola e guardi dov’è finito… non mi disturbi più con questa storia, tanto non m’interessa più!”
“Ma Hermione… non puoi… non devi… cerca di…”
“Faccia come le pare, ma ora mi lasci in pace!” disse la ragazza ributtandosi sul letto
La professoressa uscì dalla stanza, ancora visibilmente scossa e incrociò gli amici della moretta sulle scale.
“Professoressa che ci fa qui?” chiese Draco stupito
“Sono stata a parlare con Hermione, senza grossi risultati… come potete ben immaginare. Vuole rinunciare alla specializzazione è davvero un vero peccato!” Rispose la McGranitt scuotendo la testa
“Cooooosa?” disse Ron “Vuole rinunciare alla specializzazione? Stà scherzando vero?”
La professoressa scosse la testa tristemente “Cercate di convincerla voi, se ci riuscite!” e detto questo s'incamminò giù per le scale.
I ragazzi annuirono e poco dopo entrarono nella camera.
“Adesso basta!” gridò Ron “Avanti, alzati Hermione!” disse aprendo le tende del suo letto e strappandole le coperte.
“Vattene, lasciami stare!” rispose la ragazza voltandosi dall’altra parte
“Ho detto ALZATI!” gridò Ron prendendola per un braccio e trascinandola verso il bagno.
“Lasciami, lasciami bastardo, fatti gli affari tuoi!” cominciò a gridare
“Questi sono affari miei! Ti voglio bene e sono stufo di vedere che ti butti via, ma guardati... cosa pensi di fare, credi che comportandoti così lo riporterai da te!” le urlò contro Ron mentre aperta la doccia la sbatteva sotto e ce la teneva bloccata
“Sei un bast..., sei una mer... lasciami, io faccio quello che mi va capito!” disse a fatica la ragazza ormai bagnata fradicia
“Hermione, è ora di reagire… stai buttando via la tua vita… guardati!” disse il ragazzo tirandola fuori dalla doccia e spingendola di fronte allo specchio “Dimmi ti piaci, è l’Hermione che vuoi essere?” le chiese poi
“Fottiti Ron, che ne vuoi sapere tu di come stò dentro, di cosa provo, di come vorrei ogni sera addormentarmi e non svegliarmi più… ma che ne sai?!” gridò la ragazza strattonando la presa dell’amico e uscendo furibonda dal bagno
“Hermione anch’io ho perso un’amico che era al pari di un fratello, non sei l’unica che stà soffrendo, non sei la sola a svegliarsi la notte con le lacrime agli occhi… darei tutto quello che ho per vederlo entrare da quella porta, ma questo non mi impedisce di continuare a vivere e di farlo anche per lui!” continuò i l ragazzo con tono più dolce ma pur sempre deciso
“Non ce la faccio!” esplose la moretta scoppiando a piangere e lasciandosi cadere a terra “Senza di lui, non riesco a trovare neanche un motivo per essere felice!” singhiozzò
“Tesoro, guardami!” Sussurrò Ron prendendole il viso tra le mani “Ci sono io vicino a te, ti aiuterò, piano piano ce la farai… ma ti prego tu devi fare il primo passo!”
“Ron mi manca da morire… perché mi ha lasciata sola?!” chiese l'amica abbracciandolo e abbandonandosi finalmente ad un pianto liberatorio
“Herm… tornerà, ne sono sicuro!” le disse baciandola dolcemente sulla guancia
“Perché, non sono morta anch’io almeno non soffrirei più!”
“Non dirlo neanche per scherzo, sciocchina! Poi chi si sarebbe occupato di me!" Disse il rosso abbracciandola più forte “Dai fatti una doccia e scendiamo a mangiare qualcosa!”
La ragazza annuì debolmente, prese i suoi vestiti e si diresse verso il bagno.
Draco e le ragazze erano rimasti allibiti, vedere Ron così determinato e furente non capitava spesso.
Non appena riacquistarono le facoltà vocali, si complimentarono con lui per l’ottimo lavoro.
Hermione uscì dal bagno pochi minuti dopo, la divisa le stava un po’ larga, era dimagrita 5 chili in quell’ultimo mese, il viso era molto sciupato ma faceva comunque trasparire tutta la sua bellezza.
Ron le puntò la bacchetta addosso e disse “Performa!” e l’abito si modellò perfettamente alle forme attuali del corpo della ragazza. “Ecco ora sì… che sei bellissima!”
Hermione dopo un mese... fece il suo primo mezzo sorriso.
I cinque ragazzi entrarono nella sala grande sotto gli sguardi stupiti di tutti i commensali.
“Hai visto, com’è conciata Hermione…? Non sembra neanche più lei!”, “Si, si ti dico che è la Granger!”, “Pensavo che non l’avrei più rivista!” commenti simili provenivano dai quattro tavoli delle case. La ragazza fece per andarsene ma Ron le strinse forte la mano e guardandola dolcemente disse “Insieme Herm… tranquilla ci siamo qui noi!”
La bella moretta, ricambiò la stretta del ragazzo e sorridendo debolmente accompagnata dagli amici si sedette al tavolo dei caposcuola.
Un attimo dopo però si rialzò “Scusatemi, devo delle scuse ad una persona!” e così dicendo si diresse al tavolo dei professori.
Gli amici la videro avvicinarsi alla professoressa di trasfigurazione ed a testa bassa mormorarle qualcosa. Minerva McGranitt per la prima volta nella storia di Hogwarts si alzò, girò intorno al tavolo e davanti a tutta la sala abbracciò calorosamente la ragazza che ancora sostava in piedi senza alzare lo sguardo. Hermione contraccambiò l’abbraccio e dopo essersi asciugata le lacrime che silenziose le avevano bgnato il dolce viso, sorrise alla professoressa e si diresse al tavolo dove Ron e gli altri ragazzi l’aspettavano.
Neville come molti altri studenti nella sala avevano osservato, senza fiatare, il gesto di Hermione. Il viso della ragazza era davvero molto sciupato e faceva ben intuire quali pene avesse sopportato, nonostante questo la sua bellezza era rimasta tale.
A Neville si strinse il cuore nel vederla così triste, da sempre la stimava per la sua intelligenza e per la sua bontà d’animo, più di una volta lo aveva aiutato senza pretendere nulla in cambio.
“E’ ora che faccia qualcosa io per lei!” si disse il ragazzo fra sé mentre perso nei suoi pensieri continuava a scribacchiare appunti su di una lunghissima pergamena assai consunta.
“Sono sicuro che ci sono quasi… basta davvero poco per ottimizzare la formula… devo chiedere aiuto… ma a chi? A chi?” si chiese Neville portandosi le mani sul viso, poi all’improvviso la voce del professor di pozioni lo fece voltare. “Ma certo Piton, chi meglio di lui… domani finita la lezione glielo chiederò!” e così dicendo prese i suoi libri e si diresse verso la torre di Grifondoro insieme agli altri ragazzi della sua casa.

Severus tra un’ora ci vediamo in infermeria!” disse il preside guardando il professore di pozioni.
Piton annuì e finì di sorseggiare il suo succo di zucca.
“Minerva, andiamo, smetti di singhiozzare… hai visto, Hermione si è finalmente ripresa!” disse poi alla professoressa di trasfigurazione che ancora commossa non accennava a smettere di tirare su con il naso.
“Oh Albus, come sono felice… quella ragazza ha così tante capacità, sarebbe stato un vero peccato rinunciare a tutto!” rispose la donna asciugandosi gli occhi in un bellissimo fazzolettino che il preside le aveva passato
“Lo so, mia cara Minerva e fortunatamente il signor Weasley è riuscito a farla ragionare… suvvia basta piangere!” disse sorridendole
La professoressa ricambiò il sorriso e stringendo forte la mano al preside rispose “Grazie!”
“Minerva vorrei che venissi anche tu in infermeria con Severus e me!” disse poi Silente guardandola negli occhi
“Va bene, ma di cosa si tratta?”
“Ve ne parlerò dopo, qui è meglio di no… mi raccomando siate puntuali!”
I due professori annuirono nuovamente mentre il preside congedandosi dalla tavola si allontanò silenzioso.

Un’ora dopo i tre professori, radunati accanto al letto di Harry stavano discutendo fitto con Madama Chips.
“Ne sei sicura Poppy?” chiese Severus Piton incredulo
“Si, vi dico che questa matina si è mosso!” rispose la Chips
“Ma Poppy, si trattava di un riflesso condizionato dovuto a qualche tua stimolazione o di un movimento volontario?” chiese Silente visibilmente emozionato
“Albus, credo si trattasse di un movimento volontario… molto debole ma volontario!”
“Oh cielo ma è fantastico!” esclamò la McGranitt “Significa che la sua anima stà rientrando nel corpo?” chiese felice
“Si, più o meno!” rispose la Chips che però a differenza degli altri professori non era poi così allegra
“Che c’è Poppy, ti vedo proccupata?” chiese Silente freddando l’entusiamo di Severus e di Minerva
“Albus, devi vedere una cosa… non mi piace per niente e vorrei il tuo giudizio in merito!” e così dicendo recitò “Apparens imago animae” e l’immagine di Harry, ancora una volta, apparve fluttuante in mezzo alla stanza dell’infermeria.

“Allora… mi fate uscire da qui, stupidi idioti o devo fare tutto da solo!” disse Harry con un tono di voce strafottente e freddo
“Lucius, incapace… cosa devo fare aspettare quarant’anni?” continuò stizzito il ragazzo “E poi dicono di essere i miei più fedeli servitori… ma se non sono in grado di fare nulla!” gridò subito dopo

“Noooooo, mio Dio, ma cosa stà dicendo… Non sarà Lucius Malfoy quello di cui parla?” chiese la McGranitt con un filo di voce
“Temo di si!” le rispose Piton portandosi una mano alla bocca
“Aspettate non avete ancora visto nulla!” disse loro la Chips indicando l’immagine
Silente la guardò e poco dopo rispostò lo sguardo sull’anima del ragazzo che all’improvviso aveva cambiato espressione e tono di voce

“Professor Silente, se mi sente, deve trovare il modo di non farmi tornare… sempre più spesso mi capita di non essere io, è come se un altro Harry fosse dentro di me, un Harry malvagio che non sempre riesco a controllare… sento che stà diventando ogni giorno più potente, sento che stà trovando il modo di tornare… la prego professore non glielo permetta!” disse il ragazzo con voce quasi rotta dal pianto.
“Semttila di frignare femminuccia!” gridò subito dopo “Ringraziami che mi stò sbattendo anche per te… almeno tra poco ce ne andremo da questa prigione mentale!”
Il ragazzo si voltò di scatto e disse “Vattene, tu non sei me… tu sei solo un povero pazzo!”
“Ah davvero… bhè dovrai abituarti ad avermi accanto, ormai siamo una cosa sola, io e te!!!” si rispose da solo mentre continuava a cambiare espressione e tono di voce
“Non ti permetterò di tornare e fare del male!”
“Si, si va bene… questo lo vedremo, fammi uscire da qui e te lo faccio vedere io che bella novità per il mondo magico… ah ah ah!” rise malvagiamente “Harry Potter il nuovo Signore Oscuro!” gridò il moretto aprendo le braccia e alzando gli occhi al cielo

A quelle parole la McGranitt trasilì, Piton inspirò di scatto e Silente strinse forte il pugno.
“Albus, Harry a causa del lato oscuro che ha risucchiato a Voldemort, ha sviluppato una doppia personalità!” disse la Chips abbassando lo sguardo “Purtroppo, le volte che Harry è in sé stanno diminuendo… sempre più spesso diventa il suo alter ego malvagio e questa non è assolutamente una buona cosa… è come se l’Harry cattivo stia pian piano segregando l’Harry che conosciamo in un angolino!”
“Ma è pazzesco!” gridò Piton “Ma com’è possibile?”
“Troppa malvagità!” rispose Silente “Temevo che sarebbe potuto accadere!”
“Harry/Voldemort si è già messo in contatto con Malfoy e gli altri mangiamorte, spiegando loro quanto accaduto… ed esortandoli a fare qualcosa per tirarlo fuori di lì!!” continuò la Chips sempre più affranta “Inutile dire che ci stanno riuscendo, visti i progressi che il ragazzo stà facendo! Non riuscirò a bloccarli ancora per molto!”
“Cosa possiamo fare Albus, non possiamo lasciare che Harry diventi il nuovo Signore Oscuro!” Disse la McGranitt immagonata
“Certo che no, fosse l’ultima cosa che faccio!” le rispose risoluto il preside
“Albus, qui non ho le attrezzature necessarie per aiutarlo come si deve… è bene che venga trasferito a San Mungo, laggiù sono molto più forniti di me!” disse infine la Chips guardandolo
Ci fu un attimo di silenzio poi annuendo il preside acconsentì al trasferimento del ragazzo.
“Chiamerò oggi stesso Arthur Weasley, da quando è il nuovo Ministro della Magia, stà facendo ottime cose… lui saprà mettere a disposizione la miglior equipe medica… inoltre lo allerterò di mettere un auror o due a guardia del ragazzo… se veramente si stà per riprendere Dio solo sa quanto c’è necessità che ci sia qualcuno a tenerlo sotto controllo!”
“Cielo Albus, Harry è molto potente, immagina cosa potrebbe fare se il lato oscuro prendesse il sopravvento su di lui… sarebbe dieci volte più potente di quanto non fosse Voldemort in persona!” balbettò Piton rabbrividendo alla sola idea
Il preside si diresse verso la porta dell’infermeria, poi poco prima di uscire e dirigersi al suo ufficio per chiamare il Ministro della Magia, disse “Già! È proprio questo che mi preoccupa di più… Harry ha già sviluppato poteri straordinari… se veramente passerà dalla parte del male, sarà quasi impossibile contrastarlo!”.


Capitolo 38°: San Mungo

Quella stessa sera, all’insaputa di tutta la scuola, Harry fu trasferito all’ospedale di San Mungo, dove un’equipe di medimaghi specializzati nello sdoppiamento di personalità già stava lavorando giorno e notte per cercare di capire come poter aiutare i maghi e le streghe colpiti da tale problema.
Il ragazzo era stato messo in isolamento. Due Auror del ministero lo sorvegliavano ventiquattrore su ventiquattro, senza mai staccarsi dal suo capezzale.
Vista la gravità della cosa, per ovvie ragioni il Sig. Weasley fu costretto a classificare Harry come il pericolo numero uno da tenere sotto controllo. Niente fu più doloroso per lui che dare quell’ordine.
Le settimane passarono, ma di miglioramenti neanche l’ombra anzi… purtroppo le cose stavano peggiorando sensibilmente. Ormai l’Harry malvagio era sempre più presente del suo Alter ego buono.
Anche se il Ministero della Magia cercava di tenere ben celata la notizia e per il momento sembrava esserci riuscito, una domanda ricorrente aveva cominciato a girare per tutto il mondo magico: Che fine a fatto Harry Potter?
Urgeva una soluzione e veloce. Non si poteva annunciare al mondo che Harry era diventato o poco ci mancava il nuovo Signore Oscuro ma neanche rivelare che si trovava a San Mungo, altrimenti i suoi fedelissimi si sarebbero fatti vivi per portarlo via… dunque che fare?
Arthur Weasley fece visita a Silente per chiedere un consiglio e dopo ore di discussioni e di proposte convennero che l’unica momentanea soluzione era quella di dichiarare che Harry era morto.
“Arthur, sai che dovrai reggere il gioco anche con i tuoi figli e con Molly?” gli chiese Silente
“Lo so! io, te, i due Auror e l’equipe di medimaghi saremo gli unici a sapere la verità!” rispose l’uomo mentre una lacrima solcava il suo viso
“Sarà dura Arthur, vedrai delle persone a te molto care soffrire!”
“Lo so Albus, ma non posso dirgli la verità, so che cercherebbero di fare qualcosa e sarebbe anche peggio!”
“Dovrai dirlo a loro prima di annunciarlo pubblicamente… almeno questo glielo devi!” disse Silente guardando l’amico
Il Sig. Weasley annuì e Silente fece chiamare i ragazzi nel suo ufficio. Poco dopo arrivarono, non mancava proprio nessuno, Ginny, i gemelli, Draco, Ron, Blaise e Hermione.
“Papà!” disse Ron sorpreso nel vederlo “Che ci fai qui, ciao come stai?”
“Ciao Ron, ragazzi, stò bene…” biascicò l’uomo visibilmente emozionato
“Che bella sopresa!” disse Ginny abbracciandolo “Hai ricevuto il nostro gufo?”
“Si tesoro, l’ho ricevuto!” rispose il padre stringendola forte
“Che c’è papà, come mai sei qui?” Chiese un attimo dopo la ragazza percependo che c’era qualcosa di strano
L’uomo non rispose subito, deglutì e li guardò.
“Papà… ti prego non sarà successo qualcosa a mamma?” chiese Fred allarmato
“No Fred!” rispose l’uomo
“A Bill o a Charlie?” Rincarò George mentre preoccupato faceva un passo avanti
“No, ragazzi a nessuno…” cercò di rispondere il Sig. Weasley
“A Harry!” disse piano Hermione mentre tremante lo guardò con gli occhi pieni di lacrime
Il Sig. Weasley ricambiò lo sguardo e l’abbracciò forte “Mi dispiace Hermione!” disse baciandole la testa
“Nooooooo! Che stai dicendo… papà cosa vuoi dire?” chiese Ron sconvolto
“Sig. Weasley la prego ci dica cosa è successo a Harry!” disse Draco mentre calde lacrime scivolarono sul suo bel viso
“E’ morto ragazzi!” rispose loro debolmente “Mi dispiace Harry ci ha lasciati questa sera!”
Hermione svenne e fu afferrrata al volo dal Ministro, Ginny si accasciò a terra così come Blaise scoppiando a piangere. I ragazzi cominciarono a gridare che non era possibile e che non era giusto.
“Come? Com’è successo?” gridò Ron in preda ad una crisi isterica
“Figliolo, ha avuto un arresto cardiaco, i medimaghi non sono riusciti a rianimarlo!” disse Arthur
abbracciandolo “So che è doloroso ma cerca di farti forza!”
“Papààààààà…. Perché, perchèèèèèèè?” pianse il ragazzo tra le braccia del padre
La scena straziante continuò per altri trenta minuti, poi pian piano i ragazzi furono riaccompagnati nelle loro camere e fu dato loro un calmante per cercare di farli dormire.
Soli, il Ministro guardò Silente e chiese “Albus, avrò fatto la cosa giusta? Hai visto come soffrivano!”
“Te l’avevo detto Arthur, ormai non puoi tornare indietro devi reggere il gioco almeno fino a quando sarà necessario farlo!”
Arthur Weasley annuì sconsolato e poco dopo afferrò la passaporta che lo aveva condotto lì e sparì.

La mattina dopo il Ministro fece trapelare la falsa notizia che Harry Potter era morto. L’annuncio ovviamente ebbe l’effetto di una bomba in tutto il mondo magico, tanto che numerose veglie in suo onore vennero organizzate. Non c’era mago o strega che non piangesse quel ragazzo.
Ad Hogwarts la situazione non era certo migliore. Per i corridoi si vedevano capannelli di persone singhiozzare e tirare su col naso. I ragazzi erano degli stracci, andavano ormai a lezione per inerzia e il loro sguardo perso nel vuoto la diceva lunga. Tutti i professori furono molto comprensivi e cercarono di aiutarli a farsene una ragione. La notizia ovviamente aveva sconvolto anche loro.
Solo un ragazzo sembrava, benchè dispiaciutissimo, arso dal desiderio di saperne di più.
Quella mattina Neville Paciock, finita la lezione di pozioni, si fermò a parlare per la prima volta in sette anni con il professor Piton.
“Paciock, in cosa posso esserle utile?” chiese secco l’uomo
“Professore, devo parlarle di una cosa molto importante, ma vorrei che restasse solo fra me e lei, se possibile!” rispose serio il ragazzo
Piton lo squadrò stupito poi disse “Certo, mi dica!”
“Signore, non so perché il Ministero abbia voluto dire che Harry è morto… ma io ho la certezza che questo non sia vero!”
Piton impallidì a quelle parole “Paciock ma che dice? Si rende conto dell’accusa che ha appena formulato, mi stà dicendo che il Ministero della Magia ha inscenato la morte di Potter per qualche motivo?”
“Si, Signore… ripeto, non so perché ma posso provarglielo!” rispose il ragazzo senza tremori nella voce
“Paciock, non stai scherzando allora?” disse Piton alzandosi dalla sua sedia
“Potrei mai secondo lei scherzare su una cosa del genere?” chiese il ragazzo
“Spiegami!” disse il professore un secondo dopo
“Come ben saprà i miei genitori sono ricoverati a San Mungo, e io appena posso vado a trovarli.
Mio padre da qualche mese è stato trasferito nell’area riservata a coloro che hanno sviluppato una doppia personalità a causa di maledizioni Imperius troppo potenti. E’ lì che è ricoverato anche Harry… e le assicuro che l’altra domenica non sembrava assolutamente morto, anzi da come gli Auror e i medimaghi si affrettavano a correre da lui, mi sembrava più che vivo!”
“Come fai a sapere che fosse lui… sarà sicuramente in una zona off limits!” chiese Piton sospettoso
“Certo che lo è, ma casualmente ho sentito due dei medimaghi parlare fra loro che Potter stava peggiorando… le parole esatte sono state “Ormai non c’è più una briciola di bontà in lui!” Sa non sono un genio ma mi hanno insegnato che un morto non peggiora… è morto punto e basta!”
“Non ci posso credere, allora era tutta una messinscena… ma perché?” chiese Piton sconvolto
“Perché signore, Auror del Ministero fanno la posta alla stanza di Harry senza mai spostarsi di lì per un secondo… c’è qualcosa che non và, non è normale la cosa!” rispose il ragazzo guardandolo
“Hai ragione… come posso fare?” cominciò a borbottare il professore camminando avanti e indietro “Puoi farmi venire con te domenica prossima?” chiese poi all’improvviso
Il ragazzo fece un mezzo sorriso e annuì “Certo!”
“Ci servirà il mantello dell’invisibilità di Potter!”
“Ci penso io a recuperarlo, non si preoccupi!” disse svelto il ragazzo “Però voglio venire con lei!”
Piton lo fissò incredulo “Venire dove Paciock?”
“Venire con lei, mi manca poco professore, devo capire bene una cosa… ma credo che con il suo aiuto potremmo aiutare Harry!”
“Cooooosa?” chiese sempre più allibito il professore
“Venga mi accompagni a lezione dalla professoressa Sprite e le spiegherò strada facendo!” rispose il ragazzo raccogliendo i suoi libri.
Piton senza fiatare si alzò e uscì dall’aula seguendo il suo alunno.

“Capisce, è una formula che stò studiando per mio padre ormai da mesi… settimana prossima la testeranno e se funziona, e sono sicuro che sarà così, potremo poi adattarla a Harry!”
“Paciock mi sconvolgi, queste abilità in pozioni da dove ti sono saltate fuori?” chiese Piton sconvolto
“Sa tutti i suoi rimproveri all’inizio mi intimorivano e mi demoralizzavano, poi però grazie a Harry e ad Hermione, ho cercato di ristrutturarli in esortazioni ad impegnarmi di più… studiavo la notte e mi esercitavo nelle ore libere nella vecchia aula di storia della magia, quella in disuso al quinto piano. Così pian piano ho acquistato fiducia in me stesso e ho potuto portare avanti i miei studi.”
“Complimenti Paciock, dovrò decisamente rivedere i miei voti… comunque torniamo a noi, mi dici che una combinazione di piante unite ad un’antica pozione per la rinascita della personalità possono davvero aiutare Harry?”
“Ne sono quasi certo Signore, ho solo bisogno di sapere in cosa la nuova personalità di Harry si è trasformata… capisce quali lati ha acquisito, che so pazzia, cattiveria, xenofobia, ecc… solo così potrò dosare gli ingredienti nel modo giusto!”
“D’accordo, non sarà facile oltrepassare i medimaghi e gli Auror, ma ci proveremo. Potrei già dirti in cosa o peggio in chi si stà trasformando ma devo averne la certezza!”
Neville fece un cenno con la testa e fece per aprire la serra numero sette dove il resto della classe unita ai Tassorosso aveva già cominciato la lezione da dieci minuti.
“Paciock!” lo chiamò il professore pochi istanti prima che il ragazzo aprisse la porta. Neville si voltò in attesa di sentirlo parlare
“Mi raccomando, non dica niente a nessuno, neanche a Weasley, la Granger e amici, si sono appena ripresi dal duro colpo non voglio dar loro false speranze!”
Il ragazzo annuì ed entrò nella serra.

I giorni passarono veloci e la domenica arrivò presto.
Quella mattina Neville, che in settimana aveva recuperato di nascosto dalla torre Est il mantello di Harry, era sceso prestissimo a fare colazione.
“Ciao Neville!” disse una voce facendolo sobbalzare
“Oh ciao Hermione!” rispose il ragazzo
“Scusa non volevo farti spaventare, sei pronto per andare dai tuoi genitori?” chiese la ragazza dolcemente
“Si, tra poco andrò… ma tu come stai?”
La ragazza abbassò lo sguardo e con voce tremante rispose “Stò cercando di farmene una ragione Neville, sembra così assurdo che lui non ci sia più… mi manca così tanto!”
“Oh Herm, non piangere, scusami non volevo… io cercavo solo di…”
“Tranquillo Neville, apprezzo il tuo interesamento, se ti fa piacere la prossima volta vorrei venire con te a trovare i tuoi genitori!” disse la ragazza asciugandosi gli occhi
“Ce… certo!” balbettò il ragazzo prima di abbracciarla “Mi farebbe molto piacere!”
“Scusami ora vado al tavolo dai ragazzi, ci vediamo dopo!”
“Ciao, divertitevi a Hogsmeade!” le rispose il ragazzo risedendosi al tavolo
La colazione fu veloce, Neville e Piton si ritrovarono come concordato alla stazione di Hogsmeade e presero insieme il treno che li avrebbe condotti dritti dritti alla stazione di King’s Cross e poi sino all’ospedale di San Mungo.
Una volta ovviate le solite procedure di riconoscimento i due si ritrovarono ben presto all’interno del grande ospedale brulicante di infermieri e medimaghi e pazienti di ogni sorta.
“Ecco di là!” indicò il ragazzo “Dobbiamo prendere quell’ascensore e scendere sino al quattordicesimo piano!”
Piton annuì e i due s’infilarono senza dare troppo nell’occhio nell’argentato ascensore.
“Andiamo immediatamente da tuo padre, voglio vedere se la pozione ha fatto effetto!” disse il professore
Poco dopo Neville entrò nella camera del padre e una medimaga molto carina gli si avvicinò sorridente “Complimenti Neville, ha funzionato, finalmente non ha più quei disturbi di sdoppiamento della personalità, non si è ancora svegliato ma è stato un grosso passo avanti per lui!” disse abbracciandolo forte
Il ragazzo ricambiò la stretta e si asciugò una lacrima. Poi come ridestato da un sogno disse “Oh scusami Clarissa, ti presento il mio professore di pozioni, Severus Piton, lui mi aiutato molto in questa cosa!” disse il ragazzo svelto
“Molto piacere sono Clarissa Banks, dev’essere molto fiero di questo ragazzo, ha fatto una cosa eccezionale!” disse la donna allungando la mano verso di lui
“Molto!” rispose Piton stringendogliela “Neville, è molto determinato! Mi ha decismente stupito!”
La ragazza sorrise e guardò nuovamente il ragazzo “Vi lascio un po’ con lui, ora devo andare!” disse abbassando lo sguardo e cambiando espressione
“Clarissa, devi andare da lui vero?”
“Neville che dici!” rispose imbarazzata la ragazza fermandosi di colpo
“Non mi mentire Clarissa, so che la dentro c’è il mio amico, ti prego aiutami, posso aiutare lui come ho aiutato mio padre!” disse risoluto il ragazzo
“Neville… ma che stai dicendo?!” chiese la bella medimaga, guardando il professor Piton, sempre più rossa per l’imbarazzo
“Tranquilla lui sa, gliel’ho spiegato e vuole aiutarmi!” la rassicurò avendo notato la sua preoccupazione
Piton annuì e la dottoressa si sedette su di una sedia lì vicino. “Neville se sanno che ti ho aiutato… mi licenzieranno, verrò radiata dall’albo e non potrò…!”
“Non succederà!” la interruppe Severus prendendole la mano “Abbiamo un mantello dell’invisibilità dobbiamo solo avere qualcuno che ci aprà la porta senza che questa si aprà da sola, qualcuno autorizzato ad entrare là!”
“Ma se vi scoprono… come farete a spiegare!”
“Non ti preoccupare Clarissa, non faremo mai il tuo nome, te lo giuro!” disse Neville inginocchiandosi ai piedi della ragazza
“Neville lui è molto cambiato da come lo conoscevi tu, è… è… praticamente irriconoscibile!” disse la ragazza portandosi una mano alla bocca
“Lo so è per questo che dobbiamo agire in fretta, non voglio che rimanga così per sempre… è un ragazzo speciale, ha il diritto di tornare come prima non credi?!”
Clarissa annuì e alzandosi disse “Va bene, se dobbiamo farlo, è bene andare ora, l’equipe arriverà tra un’ora, questa mattina io devo controllare a che punto è la trasformazione!”
A quelle parole Neville rabbrividì, guardò il professore che pallido più del solito ricambiò lo sguardo e prese il mantello.
“Andiamo!” rispose coprendo se stesso e Neville completamente “Gli Auror percepiscono gli incantesimi dell’invisibilità ma paradossalmente sono meno attenti ai mantelli dell’invisibilità!”
La ragazza annuì e aprì loro la porta, la scena sarebbe stata alquanto buffa se non ci fosse stata tanta tensione, Piton si era piegato scomodamente per arrivare alla medesima altezza di Paciock e questo lo guardava sbuffare e cercare di mantenere la calma.
In un attimo giunsero davanti alla porta sorvegliata dai due Auror che come di rito chiesero “Si identifichi per favore?”
“Clarissa Banks, medimaga 1° livello, incaricata di controllare lo stato di avanzamento della trasformazione dell’ospite!”
Uno dei due Auror, fece un cenno d’assenso con la testa dopo aver controllato il tesserino e poco dopo l’altro spalancò la porta d’entrata. “A segno convenzionale la lasceremo uscire!” dissero in coro i due guardandola. La ragazza annuì e spostandosi lievemente di lato, consentendo a Piton e Neville di oltrepassarla, ringraziò ed entrò nella stanza.
Harry giaceva immobile come nell’infermeria di Hogwarts, i suoi lineamenti però era cambiati, si erano induriti.
Clarissa puntò la bacchetta e recitò “Apparens imago animae!” e poco dopo l’anima del ragazzo apparve fluttuante al centro della stanza.
Neville sobbalzò a tale vista mentre Piton chiuse momentaneamente gli occhi.
Harry, non era più Harry, i suoi begl’occhi verdi erano diventati di color rosso rubino, la sua pelle, una volta liscia e delicata, era squamosa, la sua voce era diventata roca e fredda. I suoi lineamenti si erano così trasformati tanto da renderlo irriconoscibile. Il moretto era pressochè il sosia di Voldemort.
“Mio Dio!” sussurrò Neville “Ma… ma… è diventato…”
“Si, ragazzo, non ho voluto dirtelo prima perché volevo averne la certezza… purtoppo Harry è sempre più come il Signore Oscuro!”
“Ma come possiamo fare allora, la mia pozione funzionerà anche con lui?” chiese allarmato Paciock
“Non lo so, ma di sicuro, meglio di quanto stanno facendo questi medimaghi… senza offesa per la tua amica!” rispose l’uomo
“Guardate!” sussurrò Clarissa indicando l’anima che caduta a terrà aveva riacquistato le vecchie sembianze del ragazzo moro
“Harry!” urlò Neville senza pensarci, prima che Piton gli tappasse la bocca fulmineo
Questo però non fu sufficiente, i due Auror entrarono di corsa nella stanza “Chi ha urlato?”
“Io scusatemi, mi sono lasciata commuovere dal ragazzo che era tornato normale per pochi secondi!” mentì svelta Clarissa
“Ma si rende conto, credevamo che si fosse svegliato e l’avesse attaccata, non si permetta mai più… non conosce le regole?” sbraitò l’Auror più alto
“Mi scusi io… ero sovrappensiero!”
“Che incoscienza… ha finito qui?” chiese l’altro Auror stizzito
“Si quasi... scusatemi, tra pochi minuti esco, un ultimo controllo e vengo via!” rispose la medimaga arrossendo
I due uomini uscirono visibilmente scocciati richiudendo la porta dietro di loro.
“NEVILLE!” sibilò la donna arrabbiata “C’è mancato poco che vi scoprissero!”
“Scusami Clarissa, ma a vederlo normale, mi è venuto spontaneo chiamarlo… scusami davvero non accadrà più!”
“Certo che no, forza usciamo o si insospettiranno!” disse prima di battere tre volte sulla porta.
Di nuovo in camera, Piton e Neville tolsero il mantello e ringraziarono Clarissa che ancora accaldata per lo scampato pericolo continuava a girare avanti e indietro per la stanza.
“Quando pensate di tornare?” chiese poi all’improvviso
“Non appena messa a punto la pozione!” le rispose Piton “Però devo chiederti gentilmente i dati raccolti durante i controlli che fate giornalmente al ragazzo.
“Non posso… sono dati riservati… se mi scoprono!” disse risoluta a voce bassa la ragazza
“Lo so che ti chiedo molto ma ci hai aiutato fino ad adesso, ti prego non ci mollare ora!” le disse Piton, con una dolcezza stranamente riconducibile a lui.
“E va bene, aspettatemi qui… cercherò di radunarvi tutti i dati su di un’unica pergamena.” Rispose arrossendo lievemente la medimaga prima di uscire dalla stanza
Neville guardò il professore e fece un mezzo sorriso malizioso. Il professore ricambiò lo sguardo e lo freddò dicendo “Non ci provare Paciock, ogni commento in merito sarà punito severamente!”
Neville sorrise mentre Piton arrossì lievemente.
La donna ritornò poco dopo e consegnò la pergamena a Severus “Ecco se ci sono novità, vi manderò un gufo!”
Piton le sorrise e dopo aver salutato uscì insieme a Neville dalla stanza.

Ritornati al castello, i due si separarono per non dare nell’occhio, Paciock si diresse alla torre di Grifondoro mentre Piton come una furia s’incamminò verso l’ufficio di Silente.
Un attimo dopo vi entrò come un uragano e urlò “Sapevi e non mi hai detto nulla!”
“Buonasera Severus, accomodati, vedo che hai fatto visita a Harry!”


Capitolo 39°: La pozione!

“Albus, sapevi e non me l’hai detto… perché?” chiese infuriato Piton
“Severus, ho dovuto reggere il gioco del Ministro, meno persone lo sanno, meglio è!” rispose calmo Silente
“Questo è ridicolo, e tu lo sai, dovevi dirmelo… non mi ritenevi abbastanza discreto per non dirlo a nessuno?”
“Assolutamente no, ma se l’avessi detto a te avrei dovuto dirlo anche a Minerva e a tutto il corpo docente e sono sicuro che prima o poi, davanti al dolore dei ragazzi, qualcuno avrebbe ceduto e avrebbe detto loro la verità!”
“Ma Albus…” sbraitò Piton
“Comunque, a quanto vedo l’hai scoperto, come hai fatto?” chiese sorridente il preside
“Non ci crederai mai… me l’ha detto Paciock!” rispose secco il professore di pozioni abbassando il tono
A quelle parole Silente sobbalzò “Vuoi dire che i ragazzi lo sanno?” chiese allarmato
“No, solo Paciock lo sa, l’ha scoperto perché il padre è stato trasferito nel medesimo reparto… ma non è tutto Albus, quel ragazzo pare abbia creato un antidoto, una sorta di pozione, che ovviamente va perfezionato e adattato al caso di Harry, ma che potrebbe riportarlo da noi com’era!” sussurrò Piton
Silente lo guardò curioso e gli fece cenno di continuare a spiegarsi.
Piton continuò e spiegò tutto al preside che terminata la dissertazione esclamò “Bravo Neville, da oggi Severus, ti autorizzo a concentrarti completamente su questa faccenda… aiuterai il signor Paciock a perfezionare la pozione… il come somministrarla al ragazzo sarà problema mio da risolvere”
Il professore di pozioni annuì
“Però mi raccomando, nessun altro deve venire a sapere di questa cosa, tanto più Hermione e gli altri ragazzi, non voglio che soffrano ancora se la cosa non dovesse funzionare!”
“Albus, avresti dovuto vederlo…” balbettò Severus Piton guardando fisso negli occhi Silente “Era irriconoscibile, il lato oscuro ha praticamente divorato la sua anima, l’ha trasformato, anche i suoi lineamenti umani sono cambiati, sono diventati più duri e marcati, non c’è quasi più nulla del vecchio Potter in lui!”
“Lo so Severus, Arthur Weasley, mi manda una relazione ogni tre giorni dei cambiamenti in atto in Harry… è per questo che ho bisogno che tu mantenga la tua lucidità, verrò a darvi una mano anch’io vedrai che insieme ce la faremo!” gli rispose l’amico mettendogli una mano sulla spalla.
Piton annuì nuovamente e accompagnato dal preside si diresse verso la sala grande per la cena.

Entrati nella sala i due professori si divisero. Silente si diresse immediatamente al tavolo dei professori mentre Piton si fermò al tavolo dei Grifondoro.
“Paciock!” disse con la solita aria burbera “Più tardi devo parlarle del suo ultimo compito di pozioni… praticamente scandaloso, la prego di raggiungermi dopo cena nel mio ufficio!”
Neville mangiata la foglia annuì spaventato e balbettò un timoroso “Va be…bene signore!”
Il professore si allontanò pensando fra sé che il ragazzo avesse anche notevoli doti come attore e si sedette poco dopo accanto alla professoressa McGranitt intenta a servirsi il secondo mestolo di una vellutata zuppa di carote.

“Perché Piton tratta sempre Neville così male?” chiese Hermione agli amici
“Non lo so, probabilmente oggi gli gira male!” rispose Ron
“Oggi, ma se non perde occasione per massacrarlo… mi fa venire i nervi!” continuò la brunetta
“Non ci pensare, Neville ormai c’è abituato, non ci fa neanche più caso alle sue urla!” disse Draco osservando il ragazzo che aveva ricominciato a scherzare con gli altri Grifondoro
“Ciò non toglie che sia odioso quando fa così! Proprio oggi che era andato a trovare i suoi genitori… perché deve rovinargli sempre la giornata?” continuò un’Hermione veramente scocciata dalla cosa
“Herm, se non se la prende lui, non vedo perché devi prendertela tu… dai mangia la tua zuppa ti si stà raffreddando!” la freddò Ron
“Si, è meglio che non ci pensi!” disse la ragazza ricominciando a mangiare la sua zuppa “Ma dopo voglio parlare a Neville… ecco perché non è possibile farsi trattare così… e poi…!”
“HERMIONE!” la seccò Ron “MANGIA!! Ora, subito, adesso!!”
La ragazza fece per rispondere ma dopo aver sbuffato s’infilò un cucchiaro di zuppa ormai freddina in bocca.
La cena finì e ogni studente si diresse come al solito nel proprio dormitorio. Hermione con uno scatto felino raggiunse Neville proprio ai piedi della scala grande.
“Neville, aspettami!” gli urlò
“Hermione, ciao, dimmi?” rispose cortese il ragazzo
“Ciao Neville, senti ho visto come ti ha trattato Piton e mi ha dato parecchio fastidio… e mi chiedevo come mai ce l’avesse tanto con te… perché non gli rispondi… ma se posso darti una mano in qualche compito devi solo chiedere… e…” disse la ragazza tutto d’un fiato lasciando il povero Neville senza parole
“Hermione, tranquilla, va tutto bene… ho scritto io quel compito e so d’aver fatto un pasticcio, il professor Piton mi stà dando delle specie di ripetizioni e si è infuriato che avessi fatto tanti errori è comprensibile… anzi ti prego di non farne parola con gli altri, sai ci incontriamo nel suo ufficio all’insaputa di tutti gli studenti, non vorrei che si dicesse in giro che fa preferenze…” mentì spudoratamente il ragazzo complimentandosi mentalmente con se stesso per la prontezza avuta nel raccontare una balla così ben studiata.
“Oh d’accordo scusa, non sapevo… tranquillo con me il segreto sarà al sicuro!” e detto questo lo abbracciò e scappò alla torre Est mentre senza dare nell’occhio il ragazzo si diresse nei sotterranei.

“Ben arrivato!” disse Piton vedendolo
“Mi scusi per il ritardo ma ho dovuto seminare Hermione… quando vuole sa essere molto tenace”
“Lo immagino!” disse il professore con finto stupore “Bene iniziamo… diamo prima un’occhiata ai tuoi appunti dopodichè vediamo dove è necessario intervenire… io ho già dato una scorsa ai dati che Clarissa, cioè che la dottoressa Banks, ci ha fornito e mi sembrano moto interessanti.”
Professore mi stà dicendo che faremo lo stesso la pozione?” chiese Neville reastando a bocca aperta
“Certo Paciock, il tuo lavoro ha, a dir poco, del miracoloso, bisogna solo aggiustargli il tiro, vuoi o no che Harry torni da noi?” chiese retorico il professore con un mezzo sorriso
“Certo che lo voglio!” esclamò il ragazzo rimboccandosi le maniche, smaterializzandosi e riapparendo poco istanti dopo con tutti i suoi appunti in mano.
“Complimenti vedo che ormai la smaterializzazione non ha più segreti per te!”
Neville sorrise e passò le pergamene al professore che cominciò a guardarle con molta attenzione.
Ogni tanto lo si sentiva mormorare “Non ci posso credere… fantastico… chi l’avrebbe mai detto!”
Mentre il ragazzo lo osservava impaziente in attesa di un commento.
“Allora che ne dice?” chiese timoroso
“Dico che è straordinario il lavoro che hai fatto… chi avrebbe mai immaginato che unendo queste piante sarebbe stato possibile attivare queste proprietà guaritrici e non solo l’unione di determinate pozioni… può davvero fare la differenza per migliaia di malati!”
Neville era al settimo cielo, guardò fisso il professore e lo ringraziò di cuore di quelle belle parole.
“Ora dobbiamo solo personalizzare la struttura base della pozione e adattarla a Harry, hai visto in chi si è trasformata la sua anima… inutile che te lo ricordi, pertanto dobbiamo renderla il più completa possibile, il più performante alla sua situazione odierna!”
“D’accordo professore che dice di partire con l’aumentare la calendula… come ben sa la sua proprietà calmante è famosa… e si potrebbe…”
Piton e Neville continuarono per altre quattro ore, aggiungi, togli, rimescola, grattuggia, filtra, fai bollire, raffredda, insomma non si davano pace… allo scoccare però della mezzanotte il professore lo congedò con un “Vediamoci domani alla stessa ora! E’ bene che entrambi riposiamo un pochino che ne dici?”
“Va bene, ci sarò!” rispose il ragazzo mentre raccolte tutte le sue cose si smaterializzò un istante dopo.
Gli incontri segreti di Piton e Neville, accompagnati spesso e volentieri dal professor Silente, continuarono per un altro mese e mezzo, ormai era maggio inoltrato e tutti gli studenti, chini sui libri, si preparavano ansiosi agli esami imminenti mentre fuori le giornate allungandosi concedevano lunghe ore di sole.
“Ci siamo manca poco, abbiamo coperto quasi tutti i lati oscuri emersi in Harry, ne rimane solo uno!” disse Silente la notte di un afoso 20 maggio
“Ma in realtà non è un vero e proprio lato oscuro!” disse Neville
“Oh si, ragazzo, forse è il peggiore, rinunciare al potere e accettare di dover essere una persona “Normale”… questo è il vero bivio” intervenne Piton
“Normale, ma Harry non lo è, non lo è mai stato!” lo interruppe il ragazzo
“Si, ma l’Harry di adesso non se lo ricorda più… è bramoso di potere, di gloria, di fama… proprio come Voldemort lo è stato prima di lui!” rispose Silente
“Ma non c’è rimedio alla volontà, al proprio libero arbitrio, Harry è il solo che può scegliere cosa essere!” disse Neville con un filo di voce
“Bravo ragazzo, vedo che hai capito, è per questo che la nostra pozione non sarà mai più perfetta di così, possiamo fornire gli strumenti a Harry ma dev’essere lui a scegliere se restare ciò che è diventato o tornare ad essere ciò che era!” affermò il preside guardandolo
“Capisco… come faremo a somministrargli la pozione?” chiese Paciock
“Ecco, questo è un altro problema, pare che Harry sia ormai inavvicinabile, con la sola forza del pensiero ha già ferito gravemente tre medimaghi, gli Auror a guardia non lasciano più entrare nessuno!”
“Medimaghi? Chi, chi è stato ferito?” chiese Piton ansioso
“Il dottor Parker, la dottoressa Banks e il Dottor Liebermann!” rispose Silente
“Banks? Non sarà Clarissa Banks?” richiese Piton decisamente preoccupato
“Si, perché? La conoscete?” domandò il preside curioso
“Si, professore è la medimaga che ci ha aiutati la prima volta ad entrare da Harry, si occupava di mio padre e faceva parte dell’equipe che seguiva Harry. Ma come stà, è fuori pericolo, cosa le è successo?” rispose Neville agitato
“Tranquilli, ora stà bene… ha rischiato grosso però… almeno a quanto mi ha detto Arthur!”
“Come faremo allora a somministrare a Potter la pozione?” chiese Piton ancora scioccato dalla notizia di Clarissa
“Dovremo addormentarci, distrarre la sua anima quel tanto che basta per somministrargliela senza incidenti!!” rispose secco il preside
“Chi? Chi si addormenterà?” chiese Piton incredulo “Ne tu, ne io possiamo farlo, capirebbe che c’è qualcosa che non va, Arthur non ne parliamo, durerebbe a mala pena qualche istante, ai ragazzi non possiamo dirlo… Albus chi?”
“Vorrei andare io professore!” disse Neville risoluto
“Paciock per favore sii serio, non ti faremo rischiare la vita, l’hai visto in faccia… laggiù sarete tu e quell’essere… non l’Harry che conoscevi…!”
“Si, è vero ma vorrei andare lo stesso, Harry ha sempre fatto molto per me e voglio ricambiare in qualche modo!”
“No, no, assolutamente no!” rispose Piton secco “Troveremo un’altra soluzione, non temere!”
“Ma non c’è tempo, ha letto il resoconto del ministro Weasley, Harry è ormai nella fase finale, se si trasforma completamente non sarà più possibile riportarlo indietro!” urlò il ragazzo
“Certo che ho letto il resoconto, ma tu non rischierai la tua vita, che questo sia chiaro non perderò un altro alunno dotato!” sbraitò Piton più forte
“Signori!” escamò Silente zittendoli “Troverò una soluzione, l’importante è mantenere la calma… vi prego non cediamo proprio all’ultimo!”
Neville e Piton annuirono debolmente.
“Mi metterò in contatto con Arthur e gli spiegherò la situazione, domani vi farò sapere cosa abbiamo deciso!” e detto questo si smaterializzò un secondo dopo lasciandoli senza parole.

L’indomani a colazione Neville era stranamente agitato. Continuava a cercare con lo sguardo il professore di pozioni ma questo non sembrava volerlo guardare.
Ad un tratto entrarono i gufi della posta, che come d’abitudine si sparpagliarono nella sala consegnando le lettere, copie della Gazzetta del Profeta e pacchettini vari ai diretti interessati.
Una grossa Civetta bianca e marroncina, che Neville riconobbe essere Florin, quella di Clarissa, lasciò cadere una lettera sul grembo del ragazzo e volò via in men che non si dica.
“E’ sicuramente di Clarissa!” pensò Neville aprendo con foga la lettera

Caro Neville,
scusa tanto se non mi sono fatta più sentire, ma come saprai ho avuto un incontro ravvicinato con il nostro amico comune… per fortuna ora stò bene, ma è stato davvero impressionante… ti racconterò!
Ti scrivo perché è necessario che tu e Mr. P. veniate qui immediatamente, non so a che punto sia il vostro progetto, ma va bene qualunque sia lo stato attuale perché non abbiamo più molto tempo… purtroppo il Ministero ha deciso di “Eliminare” l’ospite e di farlo entro due giorni, ormai ritengono impossibile un suo recupero!!
Fate presto o sarà troppo tardi!
Un abbraccio Clarissa

Neville si alzò di scatto dalla sedia, destando non poco interesse nei compagni seduti accanto. Anche Piton si accorse di quella reazione esagerata e intuì che il ragazzo avesse ricevuto notizie su Harry.
“Neville, che ti prende amico?” chiese Seamus guardandolo storto
“Oh scusa Seamus, mia nonna… non stà tanto bene… sono un po’ preoccupato!” rispose svelto il ragazzo nascondendo la lettera in tasca
“Sei scattato come un pazzo!” disse poco dopo Dean Thomas mentre inzuppava una fetta biscottata nel caffelatte
“Scusatemi ragazzi, non volevo farvi spaventare, devo andare… ci vediamo dopo!” e così dicendo scappò fuori dalla sala e si diresse di corsa verso la torre di Grifondoro.

“Che c’è Paciock?” chiese serafico Piton spuntando all’improvviso da dietro una colonna e facendo sobbalzare il povero Neville
“Tenga legga… dobbiamo andare a San Mungo o Harry morirà!” rispose piano il ragazzo mostrando la lettera al professore
“Coooosa? Che cosa dice… accidenti, questa non ci voleva!” disse Piton dopo aver letto la lettera di Clarissa
“Professore, andiamo non c’è tempo da perdere, converrà con me che non possiamo aspettare che il professor Silente ci dica chi si addormenterà… la prego ha letto cosa mi ha scritto Clarissa, se vogliamo salvarlo dobbiamo agire subito.
“E va bene Paciock, ma non sarai comunque tu ad addormentarti, lo farò io… vado nel mio ufficio a prendere la pozione e l’antidoto, tu recupera il mantello, ci vediamo alla stazione di Hogsmeade tra quindici minuti!” detto questo il professore sparì così com’era comparso mentre Neville si precipitò a prendere ciò che gli era stato detto.
Seduto su di una panchina sotto la pensilina alla stazione di Hogsmeade, sotto un caldo sole, Neville non riusciva a stare fermo… continuava ad accavallare le gambe, poi a scavallarle, alzare il braccio e ad abbassarlo, poi guardò l’ora, poi si alzò e si risedette un attimo dopo… insomma sembrava affetto da delirio acuto.
L’arrivo del preside e di Piton lo fecero balzare nuovamente in piedi.
“Buongiorno Neville!” gli disse gentilemente il preside
“Buongiorno professore… tutto a posto?” chiese ansioso
“Certo, trovo sia un’ottima giornata per fare una bella gita in città!” rispose il professore guardando il limpido cielo azzurro
Il ragazzo lo guardò allibito, come se di fronte a lui ci fosse un povero vecchio pazzo che straparlava “Signore, mi scusi… il professor Piton le ha parlato della lettera?”
“Certo, trovo sia stato molto gentile da parte della tua amica dottoressa avvisarci… ho anche parlato con Arthur che mi ha confermato la cosa, ci darà una mano ma dobbiamo agire oggi stesso!”
A neville una goccia di sudore rigò il viso “Chi si addormenterà?” chiese con un filo di voce il ragazzo che ormai grondava sudore come se fosse rinchiuso in una sauna.
“Non tu, mio caro, non posso permetterlo… il professor Piton prenderà un pozione per cambiare aspetto e si addormenterà… cercherà di distrarre Harry quel tanto che basta per somministrargli per via endovenosa il tuo antidoto.
“Ma…!” provò a replicare il ragazzo
“Niente MA… Paciock, il professor Silente ha deciso di permetterti di venire, ma ad una condizione niente colpi di testa!” lo freddò Piton in un secondo
Il ragazzo annuì debolmente e si risedette sulla panchina abbassando lo sguardo.
“Caro ragazzo, posso immaginare quanto tu sia preoccupato, ma cerca di metterti nei nostri panni, non possiamo permettere che Harry ti faccia del male, non è più l’Harry che conoscevi tu, ti ucciderebbe!” disse Silente sedendosi accanto al moretto che piano rispose “Lo capisco Signore, è che vorrei essere più utile!”
“Ma diamine, Neville, se Harry può avere una speranza è solo merito tuo! Più utile di così?!”
“Non è proprio la stessa cosa, vede…” cercò di finire il ragazo ma un fischio acuto lo interruppe
“E’ ora!” disse Silente alzandosi
“E’ ora per cosa?” chiese Neville guardandosi intorno confuso visto che nessun treno era in procinto di arrivare in nessun binario
“Accomodati Neville!” disse il preside indicando poco davanti a sé. Il ragazzo si alzò e guardò stupito l’uomo che sorridendo disse “Ora puoi!”
Voltandosi nuovamente, il ragazzo vide che era comparsa una magnifica carrozza trainata da sei splendidi unicorni alati. A bocca aperta salì e si accomodò e poco dopo fecero lo stesso anche il professor Piton e Silente. “A San Mungo per favore!” disse deciso il preside e un istante dopo erano già in volo per la loro destinazione.
“Siamo invisibili Signore? chiese Neville mentre ammirava il paesaggio sottostante
“Certo, diverrebbe un po’ complicato spiegare ai babbani che le carrozze possono volare se trainate da cavalli magici come gli unicorni alati!” rispose sorridendo il vecchio preside
“Ma a che velocità stiamo viaggiando?” richiese poco dopo il ragazzo sempre più entusiasta
“Più o meno a 300 km orari!” rispose calmo Silente
“Significa che se i miei calcoli sono esatti tra meno di quindici minuti saremo all’ospedale!” disse Piton guardandolo
Neville sorrise felice all’idea che avessero fatto così in fretta.
Quindici minuti più tardi però smise di colpo di sorridere quando arrestata la carrozza Silente salutò un gruppo di Auror fuori dall’entrata dell’ospedale. Non ci voleva un genio per capire che quegli uomini erano lì per occuparsi di Harry nel momento in cui fosse arrivata l’autorizzazione. Il ragazzo rabbrividì e strinse forte lo zainetto che conteneva il mantello dell’invisibilità, la pozione “Dormiens Animae” e il suo antidoto.
“Hey, ma io ti conosco! Non ci posso credere!” fece un Auror, alto almeno due metri, indicando il ragazzo “Tu sei il figlio di Paciock!”
A quelle parole anche i compagni dell’uomo si voltarono e fissarono Neville.
“Si, sono io!” rispose lui piano
“E’ un piacere conoscerti, sono Michael Cain, lavoravo con tuo padre, era un brav’uomo!” disse porgendogli la mano
Neville la strinse e secco disse “Lo è ancora!”
“E’ vero, scusami… non volevo offenderti!”
“Non c’è problema ci sono abituato!”
“Sei qui per andare a trovarlo?” chiese l’uomo
Neville deglutì piano poi prima che potesse rispondere Piton venne in suo aiuto “Si, ci teneva molto che io e il professor Silente vedessimo i progressi fatti… è un caro ragazzo!” disse battendogli una pacca sulla spalla
“Bhè allora buona visita… e salutamelo!” disse l’auror prima di congedarsi e raggiungere gli altri della squadra
“Non mancherò!” rispose Neville mentre spariva dentro il passaggio segreto che portava all’interno dell’ospedale.

Capitolo 40°: Eroe o martire?

Quando le porte argentate si aprirono, Neville riconobbe immediatamente la bella figura di Clarissa che veniva loro incontro. Aveva un braccio fasciato stretto al petto e qualche vistosa escoriazione sul viso… niente però che un po’ di riposo non potesse guarire.
“Neville!” disse la ragazza abbracciandolo “Hai ricevuto il mio gufo allora? Pensavo fosse stato intercettato!” bisbigliò
“Tutto a posto Clarissa, ti presento il Professor Silente è il preside della mia scuola mentre il professor Piton già lo conosci!” disse il ragazzo indicando i due uomini
“E’ un onore professor Silente, Neville mi ha parlato spesso di lei!” disse la medimaga stringendogli la mano “Professor Piton che piacere rivederla!” disse invece sorridendo a Severus che arrossì lievemente
“Dottoressa Banks!” rispose lui un po’ impacciato
“Venite con me… presto!” e così dicendo fece loro cenno di seguirla dentro la camera del Sig. Paciock “Qui possiamo parlare più tranquillamente!”
La bella ragazza raccontò tutto ciò che sapeva, di come Harry sarebbe stato ucciso perché ormai ritenuto incapace di riprendersi “Non vogliono rischiare che un nuovo Signore Oscuro scateni la sua furia nel mondo magico” e di come ormai il ragazzo fosse irriconoscibile e potentissimo “Ha sviluppato questa capacità di colpire tramite la telepatia è incredibile quello che stavamo per fare sotto suo ordine!”
Piton la guardò preoccupato poi celando l’emozione chiese “Perché cosa vi ha ordinato!”
La donna scosse la testa e descrisse per filo e per segno di come, sotto l’influsso della maledizione Imperius, sia lei che gli altri due medici avevano non solo rischiato di richiamere l’anima dannata nel suo corpo, ma anche di come avessero cercato di uccidersi nei modi più assurdi “Per quanto mi riguarda mi sono buttata contro una vetrata, frantumandola… sono precipitata per tre piani, atterrando fortunatamente su degli scatoloni vuoti che in parte hanno attutito il colpo… ho spaccato 6 costole, rotto la gamba destra e perforato un polmone, mi hanno operata d’urgenza e miracolosamente eccomi qua…ora ho ancora qualche graffio e il braccio fasciato a causa di una brutta ferita al tendine ma per il resto tutto OK!”
Silente e Piton la guardarono stupiti “Bhè è una fortuna che tu sia atterrata su quegli scatoloni!” disse il professore di pozioni con un filo di voce
“Si, è vero… tra l’altro non dovevano neanche essere lì!” rispose lei sorridendogli
Silente notando l’imbarazzo crescente di entrambi cambiò discorso e disse “Cara Signorina Banks, con l’ausilio del Ministro Weasley noi avremo a disposizione giusto mezz’ora per riuscire ad entrare in quella stanza e somministrare al ragazzo l’antidoto preparato da Neville e dal professor Piton… dopodichè starà a quel ragazzo fare la sua scelta:”
“Ma come farete a distrarlo? E’ praticamente impossibile entrare là senza essere aggrediti… riesce a leggerti nel pensiero e conosce le tue paure e…!” Disse la ragazza con la voce rotta dall’emozione del ricordo
“Il professor Piton berrà la pozione Dormiens Animae!” disse il preside “E’ stata studiata per farsì che chiunque la beva si addormenterà e raggiungerà la stessa dimensione onirica in cui si trova Harry, in modo da distrarlo mentre noi somministreremo l’antidoto.”
“Ma è pericolosissimo, quel ragazzo è… è… un demonio, non ha più nulla di umano, non potete immaginare!” disse svelta la ragazza senza minimamente nascondere la sua preoccupazione. “Come farete a passare?”
“Abbiamo il mantello dell’invsibilità nello zainetto!” Rispose cortesemente Piton indicando una zona ai piedi del letto del papà di Neville.
“Quale zainetto chiese Clarissa?” guardando in quella direzione
“Quello zainetto!” le rispose Piton voltandosi “E’ sparito… Paciock ma dove diavolo… ma dov’è?”
“Oh no, non sarà andato da lui” balbettò la medimaga
“Ha lasciato solo l’antidoto da somministrare a Harry… incosciente!” gridò il professore di pozioni raccogliendo la boccetta da terra.
“Severus, se Neville è riuscito a oltrepassare gli Auror, significa che avrà già bevuto la pozione e tra poco si sveglierà dall’altra parte!” disse Silente con un filo di voce
“Oh mio Dio… ma cosa crede di fare?” chiese la bella medimaga
“Spero l’eroe e non il martire!” rispose Piton piano

Fu incredibile come Neville, senza farsi accorgere dai due professori e dalla dottoressa intenti dai loro discorsi, fosse riuscito a sgattaiolare fuori dalla stanza, con la boccetta infilata in tasca e coperto dal mantello dell’invisibilità di Harry. Neanche lu si spiegava come ci fosse riuscito.
Ma il vero colpo di genio l’ebbe quando realizzò che coperto dal mantello poteva comunque smaterializzarsi dove voleva, tanto più all’interno di quell’area protetta e, una volta là, bere tranquillamente la pozione senza che Harry lo attaccasse… in fondo era invisibile.
“Forza Neville, ora o mai più!” si disse prima di chiudere gli occhi e ritrovarsi un attimo dopo davanti al letto di ciò che restava del vecchio Harry Potter.
“Mio Dio… anche il suo aspetto umano è cambiato dall’ultima volta… chissà come sarà diventata la sua anima nel frattempo!” pensò il ragazzo mentre nel vedere l’amico così conciato un morsa allo stomaco lo fece tremare
“Andiamo Neville, è Harry, in lui ci dev’essere ancora del buono… è lo stesso che ti ha sempre aiutato, è ora che tu faccia qualcosa per lui!” e pensato questo, cercando di farsi coraggio, inghiottì in un sol colpo tutta la pozione che il professor Piton aveva preparato. Pochi secondi dopo la vista cominciò ad annebbiarsi e forti brividi di freddo percorsero tutto il corpo del moretto. Neville si sdraiò a terra vicino al muro e qualche istante dopo si addormentò.

Un profondo respiro rimbombò in quello che sembrava un lungo corridoio, molto familiare, un corridoio di Hogwarts.
“Ma dove sono sembra di essere a scuola” disse Neville alzandosi da terra
Intorno a lui il silenzio e la tenebra più cupi, solo in lontananza la fioca luce di quella che poteva sembrare una candela, tremolava illuminando debolemente l’ambiente.
Il ragazzo cominciò ad incamminarsi piano verso la luce, guardandosi attentamente intorno per vedere se riusciva a scorgere qualcosa di anomalo. Per sua fortuna o sfortuna, dipende dai punti di vista, non si accorse che una figura, nascosta nell’ombra più scura, lo stava osservando curiosa.

“Fateci passare!” sbraitò Piton ai due Auror, che decisi, gli impedivano di oltepassare la porta che conduceva nella stanza in cui Harry e ora anche Neville giacevano addormentati.
“Signore, le consiglio per il suo bene di allontanarsi da qui, o sarò costretto ad intervenire!” disse risoluto l’Auror di destra
“Tu forse non hai capito, l’ha dentro c’è un mio alunno… anzi ce ne sono due, vi siete lasciati passare sotto il naso un ragazzino coperto da un mantello dell’invisibilità… che ora stà rischiando la vita per cercare di salvare il suo amico!” urlò più forte il professore facendo un passo avanti.
“Non dica eresie… di qui non è passato nessuno, con o senza mantello dell’invisibilità!” rispose secco l’altro Auror
“Davvero… ma ditemi invece se io volessi smaterializzarmi all’interno… potrei farlo?” chiese Piton digrignando i denti
I due Auror si guardarono e visibilmente agitati risposero “Si, è possibile smaterializzarsi all’interno ma le assicuro che non è successo perché altrimenti lo avremmo sentito gemere di dolore e accasciarsi a terra!”
“Certo più che giusto… mi consenta però di dubitare… le ripeto che quel ragazzo indossava un mantello che lo rendeva invisibile pertanto neanche l’essere rinchiuso lì dentro se ne sarà accorto!” urlò di nuovo il professore
“Controlla!” disse un Auror all’altro, quest’ultimo si affacciò all’oblò di vetro e scrutò l’interno per qualche secondo “Niente, non c’è nessuno!”
“Ma allora siete due piante grasse!” urlò a squarciagola Clarissa “Lo volete capire che Neville è là dentro coperto da un mantello che lo rende invisibile?! E’ ovvio che non lo vediate!!”
“Forza fatemi passare!” disse Piton spintonando uno dei due Auror
“Ho detto di non insistere!” gridò l’uomo puntando la bacchetta sul professore di pozioni “Non vi lascerò entrare è troppo pericoloso!”
“Abbiamo ancora 20 minuti e poi li avremo persi entrambi… stupido idiota lo vuoi capire!” gli sputacchiò Piton ormai fuori dalla grazia del Signore
“Severus, Albus che succede?” chiese Arthur Weasley all’improvviso
“Signor Ministro, finalmente Signore questi uomini stanno cercando a tutti i costi di entrare nella stanza, mi autorizzi a schiantarli per favore?” disse svelto l’Auror a difesa della porta
“Ma ti schianto io, imbecille!” gridò Severus Piton mentre a fatica un infermiere lo tratteneva per la tunica
“Per l’amor del cielo Fermi tutti!” gridò il Ministro “Nessuno schianterà nessuno, Albus ti prego di spiegarmi?” chiese poi rivolto al preside che, ancora compiaciuto per la reazione avuta dall’amico professore, fece un rapido ma molto ben dettagliato riassunto della situazione.
“Dimmi che stai scherzando?” chiese Arthur Weasley
Silente lo guardò senza rispondere.
“Oh cielo, vuoi dirmi che Neville Paciock ora si trova nella dimensione onirica con Harry e che… o cielo! Presto aprite quella porta!” ordinò risoluto l’uomo
“Ma Ministro… la ucciderà!” rispose l’Auror più alto
“Cain, le ho detto di aprire la porta… il professor Silente ha detto che Harry non ci farà del male perché distratto da Neville, se esiste una possibilità di salvare quel ragazzo è nostro dovere provarci!” lo freddò il Ministro
L’uomo annuì e si spostò di lato consentendo a Piton e a Silente di entrare seguiti subito dopo da Clarissa e da Arthur Weasley.
“Apparens imago animae!” gridò la medimaga e poco dopo l’immagine di Neville apparve fluttuamte nella stanza
“Non c’è, dov’è Harry?” chiese la donna
Ma la risposta non tardò ad arrivare, dalla zona in ombra alla sinistra di Neville uscì un essere dall’aspetto diabolico, che strisciando piano alle spalle del ragazzo poco dopo chiese sibilando “Chi sei?”
Il ragazzo a quella domanda sobblazò e si voltò di scatto rimanendo pietrificato dall’orrore nel vedere come l’anima dell’amico si fosse ormai quasi completamente trasformata nell’essere più ripugnante che avesse mai visto.
“Mi chiamo Neville, Neville Paciock, sono un amico!” rispose il ragazzo
“Amico di chi?” chiese l’anima
“Tuo, un amico tuo!” sussurrò piano il ragazzo cercando di mantenere lo sguardo fisso su quegl’occhi rossi pulsanti
“Davvero? Saresti un mio amico… e sentiamo perché ti trovi qui Neville?” chiese avvicinandosi al ragazzo che deglutì e rispose “Volevo salutare Har… cioè salutarti!”
“Il tuo nome non mi è nuovo, Paciock hai detto?” disse pensieroso l’essere malvagio
“Stiamo frequentando la stessa scuola, siamo nella stessa casa a Hogwarts!” continuò piano Neville
“Hogwarts!” gridò l’anima “Tu sei un amico di quello sfigato di Harry Potter!”
“Noooo!” urlò il ragazzo dandosi mentalemente dell’imbecille per la gaffe commessa “Io odio Harry, sono venuto perché sapevo che avrei potuto aiutarti!”
“Non mentirmi Paciock, ora mi ricordo di questo nome… attento, se dici le bugie potrei chiedere alla mia amica Bellatrix di fare su di te ciò che ha fatto ai tuoi genitori!” urlò malignamente Harry, o ciò che di lui ne restava
“Se lo meritavano! Erano dei traditori, si meritavano di fare quella fine!” disse risoluto il ragazzo cercando di trattenere la rabbia che stava per esplodere in lui.
L’anima rimase colpita da quelle parole e girando intorno al ragazzo chiese “Dunque sei qui per aiutarmi? E sentiamo come vorresti farlo? Vuoi immolarti, darmi la tua anima, per consentire la mia rinascita? Vuoi passarmi informazioni segrete? Vuoi uccidere qualcuno per me?”
“Vorrei servirti e diventare un tuo mangiamorte!” disse il ragazzo inginocchiandosi e chinando la testa “Sarei onorato, non appena ti sveglierai, di partecipare alla cerimonia!”
“Ma senti senti, vuoi unirti a me… se è vero allora provamelo!”

Accalcati nella stanza Silente e gli altri ascoltavano rapiti come Neville riuscisse a distrarre il ragazzo. Se la stava cavando egreggiamente per il momento.
“E’ ora!” disse il preside “Signorina Banks se mi consente somministrerò io stesso l’antidoto a Harry, la vedo un attimo in difficolotà!?”
Clarissa annuì e indicò al preside il punto esatto dove fare l’iniezione.
Silente si avvicinò e delicatamente forò il braccio del ragazzo con l’ago rilasciando al suo interno tutto il liquido dell’antidoto. In quello stesso istante l’anima trasfigurata gridò accasciandosi a terra “Cosa, cosa è stato… Ahhhhhhhh! Cosa mi stai facendo?” chiese digrignando i denti
Neville indietreggiò, sapeva che Silente finalmente aveva inoculato il suo antidoto, ora bisognava solo aspettare.
“Nulla, non stò facendo nulla!” rispose il ragazzo facendo finta, ma non troppo, di essere spaventato.
Un altro urlo agghiacciante tagliò l’aria e un attimo dopo l’anima buona, quella del vecchio Harry si scisse dal suo Alter ego cattivo. Paciock era allibito di fronte a sé aveva alla sua destra l’Harry di sempre, alla sua sinistra l’essere mostruoso in cui si era trasformato.
“Harry!” mormorò il ragazzo vedendolo
L’anima buona aprì piano gli occhi e disse “Neville, che ci fai qui?”
L’amico gli sorrise, avrebbe voluto tanto andare da lui e abbracciarlo ma era meglio non tradirsi così spudoratamente…

“Guardate!” gridò Clarissa “Ci è riuscito, ha scisso le due anime, allora c’è ancora una speranza che Potter ritorni in sé!”
Il Ministro annuì felice mentre Piton, sempre più ansioso, mormorava fra sé parole confuse
“Bravo Neville!” pensò il preside


“Lo sapevo!” gridò l’anima cattiva “Non è vero che lo odi, tu sei qui per lui!”
Neville tacque per qualche istante che fu di troppo. Prima che potesse replicare, l’Harry malvagio lo guardò e con tutto l’odio possibile gli disse “Se vuoi davvero servirmi, devi dimostrarmelo, forza uccidilo!”
Il panico e la paura si leggevano chiaramente in faccia al ragazzo che riuscì a biascicare un debolissimo “Ma… io… come?”
“Ah ah ah ah ah ah!” rise sguaiatamente l’anima “Sei patetico, credo che mi divertirò di più torturandoti… tanto per vedere se sono ancora allenato e capace di farlo!”
“Mio Signore dubiti di non essere in grado?” chiese coraggiosamente il ragazzo guardandolo
“Bhè sai com’è, quando hai ancora una palla al piede come lui!” fece indicando l’Harry buono che pian pano si era rialzato da terra “Si, diamine c’è questa parte buona di me che interferisce con la mia grandezza!”
“Guarda che qui se c’è qualcuno di troppo… quello sei tu!” disse l’Harry di sempre
“Lascia che mi occupi di questo tuo caro amichetto e dopo mi occuperò una volta per tutte anche di te parassita!” urlò l’essere al se stesso buono
“Spiacente, ma il mio amico non lo tocchi, se vuoi prendertela con qualcuno… forza fatti avanti!” rispose immediatamente l’erede di Godric Grifondoro
“Ah Ah Ah Ah!” rise nuovamente il futuro Signore Oscuro “Davvero, allora guarda qua!” e così dicendo chiuse gli occhi e un attimo dopo Neville si accasciò a terra urlando e tenedosi la testa fra le mani.
“Neville!” gridò Harry “Cosa gli stai facendo?” urlò guardando il se stesso malvagio che sorrideva felice
“Oh niente di che, gli stò facendo provare quello che hanno vissuto i suoi genitori!” disse spietato “Carino vero! Se continuo ancora per dieci minuti impazzirà… proprio come loro!”
“Non te lo permetterò!” urlò l’anima buona che chiusi gli occhi riuscì a sprigionare da se stessa un fascio di luce bianca che colpì in pieno Neville riuscendo a ripararlo dalla maledizione scagliata dal suo alter ego cattivo.
“Come osi Potter?” gridò l’anima dannata

“Professor Silente non possiamo richiamare Neville, ormai ha fatto quello che doveva?” chiese Clarissa preoccupatissima “Stà rischiando troppo!”
Silente non rispose la guardò e disse piano “Se riapriamo adesso il passaggio anche Harry lo attraverserà… e non sappiamo quale dei due arriverà da noi! Dobbiamo aspettare il momento più opportuno!”
“Ma se Neville… o mio Dio!” singhiozzò la ragazza appoggiandosi al petto del professor Piton che coltò di sorpresa non potè far altro che abbracciarla e consolarla.

“Harry!” disse piano Neville guardando l’amico mentre ansimando cercava di rialzarsi “Puoi vincere, puoi tornare da noi… devi solo volerlo, devi scegliere Harry… scegli di restare così come sei… devi…devi…” ma il ragazzo non riuscì a finire il discorso perché svenne ricadendo a terra.
“Bene bene, allora è per questo che è venuto… per spiegarti come tornare!” disse malignamente l’anima crudele “Oh ma che peccato che non sia riuscito a dirtelo!”
“Smettila!” gridò l’anima buona del moretto
“Che c’è Potter, ti ruga che sia venuto qui per niente?” chiese l’altra ridendo
Fu proprio in quel momento che distratti dal loro litigio le due anime non si accorsero che quella svenuta del ragazzo stava per essere completamente risucchiata da una bolla ondeggiante.
“Nooooooo!” gridò l’essere maligno accorgendosi troppo tardi che il passaggio per la salvezza si era appena richiuso davanti ai loro occhi
“Ah Ah Ah Ah!” rise Harry “Spiacente ma siamo di nuovo io e te!!
“Bene allora, se guerra dev’essere… che sia!” gridò il suo gemello mal riuscito prima di lanciarsi contro di lui
Harry riuscì a spostarsi per un pelo, poi di scattò si voltò a guardare se stesso e si preparò alla battaglia… Potter contro Potter, chi sarebbe sopravvissuto?!


Capitolo 41: E’ ora di scegliere!

Il corpo del ragazzo, sempre nascosto dal mantello dell’invisibilità giaceva ancora supino vicino al muro.
“Severus, cerchiamolo dev’essere qui!” disse Silente cominciando a tastare per terra
“Trovato!” urlò Piton togliendo il mantello e facendo riapparire Neville “E’ svenuto Albus, ma il battito è regolare!”
“Via spostatevi, fatemelo visitare!” disse agitata Clarissa mentre inginocchiata recitava varie formule di controllo sul moretto sdraiato a terra
“Clarissa stai calma, è andato tutto bene… ora è qui con noi e non può succedergli niente!” le disse il professore di pozioni dolcemente
La donna fece un cenno d’assenso con la testa e con un mezzo sorriso continuò fare i suoi controlli.
Poco dopo fece apparire una barella e adagiatoci sopra Neville lo condusse in una delle camere lì accanto. Le condizioni generali del ragazzo erano discrete era solamente spossato. L’intervento di Harry gli aveva salvato la vita.
La medimaga somministrò un sonnifero per consentirgli di continuare a dormire e rigenerarsi. Dopodichè ritornò nella stanza del duello.
“Che è successo?” chiese a Severus
“Si stanno combattendo a vicenda senza esclusioni si colpi… è difficile dire chi stia avendo la meglio!”

“Non puoi sbarazzarti di me… io sono te, che tu lo voglia o no!” gridò l’anima cattiva
“Come ti ho creato, posso anche distruggerti!” gli rispose l’alter ego buono
“Bhè ma se distruggi me, distruggerai anche te stesso!”
“Se così dev’essere allora sia, l’importante è che tu sparisca!”
“Povero illuso, io sono più forte di te, ti risucchierò ancora dentro di me!”
“Credo che invece sarò io a risucchiare te!” lo freddò Harry e con un scatto felino saltò all’interno del se stesso malvagio
“Ah Ah Ah Ah! Bella mossa Potter, avevo giusto bisogno che tu ritornassi dove riesco a gestirti meglio!” gridò l’anima viscida ma un attimo dopo, con sua somma sorpresa, sentì come se qualcosa di bollente scorresse nelle sue vene.
“Che stai facendo?” urlò “Smettila!”
Fu allora che l’Harry buono riuscì dal corpo del sosia e guardandolo sorridendo disse “Non avrai creduto che ti lasciassi da solo… bello mio, mi sa che ci divertiremo parecchio io e te! Forza fammi vedere di cosa sei capace!”

Nella stanza Silente, Piton, Clarissa e Arthur Weasley assistevano senza fiatare al duello.
“Albus!” disse piano il ministro “Ma che diavolo succede? Chi stà vincendo?”
Il preside lo guardò e sconsolato rispose “Temo che stia vincendo l’Harry malvagio!”
“Ma come?” chiese Piton “Ma se Potter riesce a tenergli testa! Mi sembra che se la stia cavando più che bene!”
“Già e se notate, pian piano stà diventando freddo e strafottente proprio come il suo Alter Ego… non ha colto che l’anima lo stà provocando, l’unica sua possibilità di vincere è capire che per farlo non deve combattere, o meglio, si difendersi ma non ucciderlo! deve risparmiarlo… proprio come avrebbe fatto il vecchio Harry!”
“Albus, sai cosa sarò costretto a ordinare se questo non accade!” disse Arthur Weasley
“Si, lo so… non sarò certo io ad impedirtelo!” gli rispose secco il preside “Ti pregherei solamente di non farmi assistere, sarebbe troppo doloroso realizzare di averlo perso veramente!”
“Albus, ma… che stai dicendo?” chiese Pton sconvolto “Non puoi permettere che lo uccidano!”
“Severus, temo che Harry, non abbia capito… Neville non è riuscito a spiegarsi correttamente, non sa cosa deve fare e guardalo stà combattendo con la stessa foga e la stessa cattiveria dell’altro se stesso!”
“Albus potremo pur fare qualcosa, creerò dell’altra pozione e mi addormenterò e…”
“Severus, non ce n’è il tempo…!” sospirò Silente
“Perché quanto tempo gli viene concesso?” chiese il professore di pozioni guardando il Ministro che con lo sguardo fisso non rispose “Arthur ti ho chiesto quando lo ucciderete?” gridò un attimo dopo
“Massimo ventiquattr’ore Severus, non di più! Mi dispiace!”
“Cosa? Ma in ventiquattrore non… non è possibile che lui… andiamo Arthur!” balbettò Piton
“Mi dispiace Severus, devo… sai quanto questo mi faccia soffrire ma purtroppo è una decisione che spetta a me!” e così dicendo uscì dalla stanza seguito da Silente.
Clarissa guardò il professore di pozioni che ancora incredulo osservava le immagini fluttuanti dei due Harry combattersi senza sosta.
“Mi dispiace Seveurs!” disse la donna prendendogli la mano
L’uomo annuì e rispose “Anche a me!”
“Vieni andiamo da Neville, controlliamo come stà?”
“Vai avanti, tra poco ti raggiungo!” le disse lui guardandola e stringendole la mano
La medimaga uscì e richiuse dietro di sé la porta della stanza lasciando Severus Piton da solo. L’uomo ancora non si capacitava della cosa… era a un passo da Harry e non poteva aiutarlo. La situazione era talmente frustrante che cominciò, senza neanche accorgersi, ad imprecare e lanciare maledizioni su tutto, sul destino infame, sull’ingiustizia, sull’impotenza, sulla incapacità umana di reagire, ne aveva per qualunque cosa… poi all’improvviso urlò con quanto fiato aveva in gola ad una spanna dalla faccia del ragazzo steso a letto “Accidenti a te Potter, possibile che molli proprio adesso… sei una delusione, hai capito una stramaledettissima delusione! Credevo che saresti stato come tuo padre, leale e coraggioso fino alla fine, ma forse mi sbagliavo! Non sei degno di essere il filio di James Potter… stupido egocentrico ragazzo… James si sarebbe vergognato di te… mi hai sentito, VERGOGNATO! Perché, perché mi chiedo non riesci a capire che non combattere è l’unica soluzione!! IDIOTA!!” e detto questo uscì come una furia dalla stanza senza accorgersi che il duello si era interrotto.

“Vuoi smetterla di parlare di mio padre!” disse tutto d’un tratto Harry al se stesso malvagio
“Cosa pazzo che non sei altro, che stai dicendo?”
“La senti? La senti questa voce che grida il nome di mio padre?” chiese Harry premendosi un dito sulla tempia
“Ma quale voce imbecille… e poi tu saresti quello più forte tra noi due… ti devi far rinchiudere altro che… per fortuna che tra poco ti faccio fuori, così eliminiamo il problema alla radice!”
“Zitto!” gridò Harry accasciandosi a terra mentre si teneva forte la testa “Fammi sentire!”
L’Harry malvagio, fu colto alla sprovvista da tale comportamento e immobile restò a guardare per qualche minuto cosa aveva intenzione di fare il suo gemello buono.
La vecchia anima di Harry cominciò a dondolare come se fosse in trance, nella sua testa rimbombavano quelle parole “… vergognati… non sei degno di essere il figlio di James Potter, sei una delusione… molli proprio adesso… non combattere è l’unica soluzione!! … IDIOTA!!…leale e coraggioso… non combattere è l’unica soluzione!!… leale e coraggioso…”
Tutto divenne sempre più sfocato e buio e un attimo dopo Harry svenne cadendo a terra.
Il suo Alter Ego lo fissò e credendolo morto si disse” Bhè che gentile ha fatto tutto da solo! Fatica risparmiata… ah ah ah ah ah ah!”
La notte trascorse veloce, Clarissa e Severus si erano addormentati al capezzale di Neville. Furono svegliati alle prime luci dell’alba nel momento in cui il ragazzo disse “Professore, Harry dov’è?”
Piton si svegliò di soprassalto “Chi, cosa, che c’è?” chiese ancora spaesato
“Professor Piton, Harry dov’è?” richiese il ragazzo con più ansia.
L’uomo abbassò lo sguardo e rispose “Niente da fare Neville, ha scelto di combattere il male con la stessa moneta pertanto si è fatto trarre in inganno, a quest’ora la sua anima si sarà ritrasformata… tra un’ora arriveranno gli Auror del Ministero ad ucciderlo”.
Neville non rispose, calde lacrime cominciarono a rigargli il viso mentre guardando Clarissa chiese “Voglio vederlo un ultima volta!”
“Neville è pericoloso se è tornato l’essere malvagio che…” provò a rispondere la donna ma il ragazzo era già sceso dal letto e si stava rivestendo
“Ho detto che voglio rivederlo un’ultima volta! Non m’interessa cosa è diventato!” la segò il moretto
“Andiamo!” gli disse Piton accompagnandolo fuori dalla stanza
Il Ministro insieme a cinque Auror si trovava già nella stanza… “Ragazzi, dev’essere una cosa veloce e indolore… vi prego di fare in fretta!” disse Arthur Weasley visibilemnte provato
“Sig. Weasley!” chiamò Neville “La prego, vorrei salutarlo un ultima volta… prima che voi…” chiese con gli ochi lucidi il ragazzo
Arthur lo fissò e annuì “D’accordo Neville hai dieci minuti, non un minuto di più! Signori usciamo, lasciamo il ragazzo da solo!” sentenziò il Ministro che un attimo dopo s’incamminò fuori dalla stanza seguito dai cinque Auror, da Piton e da Clarissa.
“Harry!” mormorò il ragazzo prendendogli la mano fredda “Mi dispiace tanto, non sono riuscito ad aiutati come avrei voluto, credevo che il mio antidoto ti avrebbe aiutato a tornare da noi… ci manchi così tanto, sapessi come soffrono Hermione, Ron e Draco… Oh Harry perdonami ho fallito anche in questo!” disse scoppiando a piangere il ragazzo
“Errore Paciock!” sibilò una voce alle sue spalle che lo fece voltare di scatto “Sei stato molto in gamba invece… è per questo che non ti uccideremo… è grazie a te se il nostro nuovo Signore Oscuro è tornato!”
Neville si alzò di scatto e fece per correre alla porta ma all’improvviso si ritrovò scaraventato a terra. “AIUTOOOOOOO!” gridò come un pazzo
“Andiamo Neville, credi davvero che siamo così stupidi… Bellatrix ha insonorizzato la stanza, Astor ha fatto in modo che nessuno possa materializzarsi o smaterializzarsi dentro e fuori e io ho bloccato la porta. Nessuno può entrare e nessuno può uscire!” rise malignamente Lucius Malfoy
“Cosa volete da me?” chiese il ragazzo in panico “Ho fallito, non sono riuscito a salvarlo!”
“Oh si, invece l’hai salvato… guarda!” e detto questo si voltò verso il corpo immobile del moretto steso a letto e recitò “Innerva animae in corpus!”
Quello che accadde un secondo dopo fu strabiliante, il corpo di Harry cominciò a brillare di un’immensa luce bianca, tanto abbagliante che illuminò tutta la stanza per qualche secondo. Nel momento in cui la luce sparì, Harry aveva riaperto gli occhi, dopo un sonno durato quasi sette mesi.
I tre mangiamorte s’inginocchiarono nel vederlo sedersi sul letto “Mio Signore!” dissero in coro con il capo chino.
Il ragazzo non parlò continuò a fissarli silenzioso, poi all’improvviso si alzò e si diresse verso Neville che ancora steso a terra era pietrificato dalla paura. Le sembianze erano quelle dell’amico, anche i suoi lineamenti erano ritornati quelli di un tempo ma il suo modo di camminare e agire non presagiva nulla di buono.
Harry si fermò davanti a Neville e disse “E’ te che devo ringraziare suppongo!”
L’amico deglutì nervosamente mentre al di fuori della stanza si stava scatenando il putiferio.
Infatti la piccola folla radunata all’esterno della stanza, si era accorta della luce di poco prima e inutilmente ormai da cinque minuti cercava di entrare nella stanza.
“Oddio, liberatelo, guardate ci sono dei mangiamorte e Harry si è svegliato!” gridò Clarissa
“Severus, spostati, gli Auror distruggeranno la porta!” gridò Arthur
“Nooooo! Potreste uccidere anche Neville, non posso permettervelo!” sbraitò il professore di pozioni posizionandosi davanti alla porta
“Accidenti, cosa dovremmo fare allora lasciarli andare?” chiese il Ministro
“No certo, ma non vi lascerò sfondare questa porta, è troppo rischioso per la vita di quel ragazzo”
“Spostati!” gridò Cain puntado la sua bacchetta sull’uomo
“Non provarci!” sibilò Piton estraendo veloce la sua
“Calma… state calmi, ditemi che succede?” chiese Weasley
“Stanno parlando!” rispose Clarissa dopo essersi voltata

“Allora rispondimi… è te che devo ringraziare ragazzo?” chiese con un tono glaciale Harry
“Si, mio Signore, il ragazzo ha studiato un antidoto che ha accellerato il tuo processo di ritorno nel corpo.
Harry annuì e disse “Bene, allora sarai ricompensato a dovere, il Signore Oscuro non dimentica chi lo aiuta!”
A quelle parole il cuore di Neville si fermò e preso da un scatto di rabbia si alzò di corsa, si scagliò contro l’amico facendolo cadere a terra e iniziò a picchiarlo a più non posso. I due cominciarono una lotta furibonda, a suon di pugni e calci, rotolandosi a terra più volte… Harry aveva immobilizzato Neville a terra, lo guardò fisso negli occhi e lo fece sobbalzare sotto di lui… ma ad un tratto Lucius Malfoy intervenne dicendo “Separo!” e subito dopo “Stupeficium!” schiantando così Neville in un secondo.
“Ben fatto Lucius!” disse il ragazzo moro alzandosi da terra “Che dite, mi dona questo corpo così giovane?” chiese poi sarcastico
“Mio Signore sei… sei così… è strano vederti con le sembianze di Potter!” disse Bellatrix guardandolo
“Lo so ma purtroppo è quel che passa il convento…!” rispose con un mezzo sorriso
“Signore abbiamo recuperato dei vestiti e la sua… cioè la tua bacchetta!” disse Astor Zabini passandogli gli indumenti e la bacchetta
“Oh che tempismo, grazie… forza andiamocene da qui!” disse qualche attimo dopo essersi cambiato “Mi sono un po’ stufato di sentire urlare quei pazzi là fuori!” e detto questo tutti e quattro toccarono la passaporta che Astor reggeva in mano e sparirono un istante dopo.
Contemporaneamente la porta si spalancò e la piccola folla irruppe nella stanza con l’impeto di un terremoto. Clarissa corse subito a soccorrere Neville, scoprendo con grande gioia, che era stato solo schiantato. Il ministro invece seduto sul letto continuava a ripetere “Lo sapevo, lo sapevo che dovevo agire prima!”
“E’ tutta colpa vostra!” gridò Cain in faccia a Piton
“Volevi ammazzare quel ragazzo?” chiese il professore indicandolo “Eppure hai lavorato al fianco del padre!”
“Meglio un solo ragazzo che migliaia di altre persone… non credi?” gli rispose sarcastico l’Auror
“No, non credo!” rispose l’uomo avvicinandosi
“Adesso lo scoveremo e lo uccideremo! Ma se ammazzaerà qualcuno sarà solo colpa vostra!”
Piton fece per rispondere ma la medimaga attirò la sua attenzione.
“Severus!” lo chiamò Clarissa, “Corri, Neville stà dicendo qualcosa ma non riesco a capire!”
Il professore accorse e chinato sul ragazzo cercò di capire che stesse dicendo “…oter…è.. u..no..mi st..r…ato…l’oc…o!”
“Cosa? Neville non ho capito, spiegati meglio!” disse il professore
Ma il ragazzo svenne di nuovo e non rispose.
“Presto, lo porto in rianimazione, giusto per controllare che non abbia ferite interne, ti faccio sapere al più presto!” disse la bella donna uscendo con Neville su di una barella
“Severus, avvisa Albus, digli che più tardi passerò da lui… ho bisogno di parlargli!”
Piton annuì e uscì dalla stanza lasciandolo solo con gli Auror.
“Signori, inutile che vi dica quanto sia piuttosto urgente trovare quel ragazzo e ucciderlo!”
Gli uomini annuirono e uscirono di corsa dalla stanza.

Nel frattempo a Malfoy Manor una rimpatriata di mangiamorte stava festeggiando il ritorno del loro Signore, bevendo e mangiando ogni ben di Dio che elfi domestici ben addestrati avevano preparato con cura.
“Lucius, ti dico che è strano, c’è qualcosa che non va!” disse la Lestrange guardando Harry seduto in una comoda poltrona, parlare con Astor Zabini
“Bellatrix, è lui… ammetto che è dificile associarlo a quel ragazzo ma è lui, non hai visto l’incantesimo oscuro che ha fatto prima di entrare in sala… chi altri avrebbe potuto farlo?” le rispose il biondo mangiamorte
“Eppure secondo me… c’è qalcosa che non torna!”
“Rilassati è la tensione che abbiamo accumulato… sapere che Voldemort era morto ma che sarebbe tornato sotto sembianze di Harry Potter ha sconvolto un po’ tutti!”
“Non è questo… guardalo sembra che non ci riconosca!”
“Dagli tempo Bellatrix, è stato imprigionato in quel limbo per sette mesi!!”
“Lucius dobbiamo accertarci, anche a costo della vita, che sia davvero lui!” disse secca la donna
“No, non esagerare… sai che verremmo puniti per aver dubitato… dagli tempo!” la freddò l’uomo allontanadosi subito dopo e raggiungendo Astor e Goyle che discutevano allegramente con il nuovo Signore Oscuro.

“Albus ti dico che è scappato e si è trasformato! Non era più il nostro Harry!” disse Arthur Weasley
“Ne sei sicuro Arthur?” chiese il preside
“Certo, anche Severus era presente… chiedilo a lui, il ragazzo ha attaccato Neville e poi si è smaterializzato con Malfoy, Zabini e la Lestrange!”
“Capisco, Severus mi ha invece informato che pare che il Signor Paciock sostenga che l’Harry che si è svegliato sia quello buono… pare che gli abbia strizzato l’occhio durante la colluttazione!”
“Potrebbe essersi confuso… quel ragazzo in fondo stava lottando, come può essere certo che Potter abbia strizzato l’occhio?”
“E’ vero, ma d’altra parte potrebbe anche aver ragione!”
“Non è possibile Albus, perché sarebbe andato con loro allora, perché non li ha schiantati ed è restato con noi?” chiese il Ministro sospettoso
“Probabilemente non voleva rischiare che uccidessero Neville o qualcuno di voi… conoscendo Harry lo avrebbe fatto!” rispose il preside
“Se questo è vero stà rischiando su due fronti… con loro e con noi, i miei Auror sono sulle sue tracce e presto lo troveranno… hanno l’ordine di ucciderlo!” disse Arthur Weasley
Il preside tacque poi si alzò e disse “Speriamo, che sappia quel che stà facendo… se veramente è l’Harry di sempre si farà vivo, altrimenti è un bene che i tuoi Auror siano sulle sue tracce!”
Il Ministro annuì, salutò Silente e afferrò la passaporta per dirigersi alla tana.


Capitolo 42°: Chi sei?

I giorni passarono e di Harry, nessuna notizia.
Era diventata una certezza, il ragazzo si era davvero trasformato nel nuovo Signore Oscuro. Gli Auror però non riuscivano a scovare ne lui ne i suoi mangiamorte.
Ormai era il cinque giugno, l’estate era prossima così come gli esami di fine anno. La tensione degli studenti era arrivata alle stelle, Hermione e Blaise continuavano a ripassare ogni cosa. L’ansia da esame finale aveva contagiato anche Ron e Draco che non avevano mai studiato così tanto in tutta la loro vita scolastica. Nonostante questo però, per i corridoi già si stava parlando da più di un mese del famoso ballo di fine anno, indetto in onore dei ragazzi e delle ragazze del settimo anno che si sarebbero diplomati.
“Come ti vestirai?” chiese Blaise a Hermione staccando momentaneamente gli occhi dal libro di pozioni che aveva sotto il naso
“Non lo so… non so neanche se mi va di venire!” rispose la bella moretta
“Andiamo Hermione, se Harry fosse qui vorrebbe che tu ci andassi!” disse l’amica
“Se Harry fosse qui, ci andrei con lui… ma non c’è, quindi non mi va tanto di andarci!”
“Promettimi che ci penserai, è comunque una cosa bella da condividere con noi?”
“Va bene Blaise ti prometto che ci penserò d’accordo?” disse la ragazza guardando la moretta
L’amica sorrise e si rituffò nuovamente sul suo libro.
Hermione non era l’unica a schivare le domande e a studiare come una pazza, da quando era tornato dall’ospedale, Neville era un vero straccio e di pessimo umore, nessuno capiva che cosa gli fosse accaduto ma nessuno osava chiedere spiegazioni perché il ragazzo seccava tutti quelli che ci provavano con “Niente grazie stò bene, sono solo un po’ stanco!” e se ne andava subito dopo.
Poi una calda domenica mattina accade qualcosa di strano, a colazione il Grifondoro ricevette una lettera che lo fece impallidire.

So che sai, ti aspetto al tuo albero oggi alle 16.00

Niente firma, niente nomi solo quelle poche parole. Neville andò in panico “Se fosse una trappola?” si chiese nervoso “Bhè se invece non lo è?” si domandò subito dopo “Non me lo sono sognato, mi ha strizzato l’occhio quel giorno, avrà finto? No, non credo… a che pro? Forse vuole intrufularsi a Hogwarts… o forse vuole solo qualcuno che lo aiuti?” Neville era sempre più confuso “Il mio albero?” si chiese “Come fa a conoscere quel posto? Non lo conosce nessuno, ci vado quando voglio restare solo!” e perso nei suoi pensieri non si accorse che il professor Piton si stava avvicinando al suo tavolo.
“Paciock?” lo chiamò
Il ragazzò trasalì “Cosa?” gridò spaventato
“Tutto bene?” chiese l‘uomo sorpreso da quella reazione
“Certo Signore… scusi ero sovrappensiero!” disse il ragazzo accartocciando la lettera nella mano destra
“Senta, oggi pomeriggio volevo rivedere con lei delle pozioni che ha preparato la scorsa settimana, può venire nel mio ufficio alle quindici?”
“Ah… si, certo non mancherò!” rispose il ragazzo che già stava pensando alla scusa da inventare più tardi per squagliarsela.
“D’accordo allora alle tre da me!” e detto questo il professore se ne andò.
“Deciso, andrò… se è Harry veramente, devo saperlo!” si disse fra sé mentre sorseggiava la sua tazza di thè.
Le tre arrivarono in fretta e il ragazzo corse sino allo studio del professor Piton, bussò ed entrò pochi secondi dopo. Non c’era nessuno.
“Professore, Signore sono io, Neville!” disse il ragazzo ad alta voce ma nessuno gli rispose
“Professore Piton!” chiamò nuovamente… silenzio.
Il ragazzo lo aspettò per mezz’ora poi, visto l’impegno delle quattro, decise di lasciargli un biglietto e correre all’altro appuntamento.
Stando ben attento che nessuno le seguisse Neville arrivò puntualissimo al luogo dell’incontro. Il suo albero era una grossa quercia secolare, al limitare della foresta proibita, nascosta da un piccolo ma folto boschetto che si affacciava sul lato est del lago. Il ragazzo era solito rifugiarcisi per stare un po’ da solo e per pensare ai fatti suoi… quel luogo gli dava serenità.
Agitato ed emozionato al tempo stesso Neville cominciò a camminare avanti e indietro nel prato antistante la quercia… era nervoso e aveva un po’ di paura ma in cuor suo sentiva che presto avrebbe rivisto il suo amico e questo lo emozionava tantissimo.
Un attimo dopo rumore di rami spezzati lo fecero voltare.
“C’è qualcuno?” chiese il ragazzo. Nessuno rispose.
“Chi c’è? Venite avanti?” richiese riuscendo a celare l’emozione nella voce
Una figura, nascosta dagli alberi si fece lentamente avanti, Neville riuscì ad intravederne il corpo ma non il viso.
“Chi sei?” chiese per la terza volta il ragazzo
L’ombra sospirò e rispose “Ciao Neville!”
Il moretto riconobbe immediatamente la voce e facendo un passo in quella direzione disse “Ha..rry!”
“Fermo Neville non ti muovere, resta lì…” disse l’amico nel vederlo avanzare
“Harry, ma che dici… fatti vedere, come stai?”
“E’ meglio di no, credimi… scapperesti urlando!” rispose l’amico
“Lascia che sia io a giudicare, se permetti ti ho visto conciato da far schifo ultimamente, peggio di come eri in ospedale credo che non ci sia nulla!” rispose il ragazzo facendo un altro passo avanti
Fu allora che l’erede di Godric Grifondoro decise di uscire allo scoperto. Era Harry, l’Harry di sempre, capelli neri arruffati, lineamenti delicati, corpo scolpito “Che c’è che non va?” chiese Neville guardandolo ma quando il ragazzo aprì gli occhi capì senza che l’altro gli spiegasse. I begl’occhi verdi smeraldo che prima splendevano e risaltavano sul viso del ragazzo erano ora di un color rosso rubino acceso.
“Belli vero?” chiese sarcastico il moretto
“Bhè… ti danno quel non so che di… di… di eccentrico!” rispose Paciock cercando di sdrammatizzare
Harry sorrise e si sedette sotto la grande quercia.
Neville, si avvicinò e si sistemò accanto a lui poi disse “Mi sei mancato, credevo d’averti perso davvero!”
“Ho dovuto fingere… ma non capisco che mi stà succedendo, prima gli occhi… ora questo!” e sollevandosi la tunica mostrò al compagno di scuola il marchio del Signore Oscuro che risplendeva sul suo avambraccio destro.
“Da quando ti è comparso?” chiese Neville
“Saranno tre giorni più o meno!”
“Andiamo da Silente, lui saprà cosa fare!”
“No Neville, Silente mi crede il nuovo Signore Oscuro, e forse lo stò diventando davvero… ci sono Auror che mi cercano ovunque, l’altra sera ne ho dovuti schiantare due, non li ho uccisi, ma mi avevano quasi preso…”
“Harry, che stai dicendo lui ti crederà! L’ha sempre fatto perché non dovrebbe farlo adesso?”
“Guardami Neville, i miei occhi dicono chiaramente cosa stò diventando, per non parlare del simbolo sul mio braccio e senza contare che sono fuggito dall’ospedale con i tre peggiori mangiamorte che servivano Voldemort… vivo con loro da quasi tre settimane! Mi chiamano Signore e chiedono che impartisca loro ordini sugl’attentati da fare!” sbottò il ragazzo alzandosi in piedi “Chi mi crederebbe?” chiese poi con un filo di voce
“Io, ti credo!” disse risoluto l’amico sollevandosi e guardandolo fisso
“Anch’io se è per quello!” affermò secco Severus Piton uscendo da dietro un albero
Harry indietreggiò, Neville sobbalzò dallo spavento.
“Paciock, perdonami, ma avevo intuito che c’era qualcosa che non andava… così ti ho fatto venire nel mio ufficio e ho atteso invisibile che te ne andassi, dopodiché ti ho seguito fino a qua… il resto lo sapete…” spiegò loro il professore di pozioni
“Buongiorno professore!” disse Harry abbassando lo sguardo
“Harry sei davvero tu?” chiese emozionato l’uomo
Il ragazzo annuì senza guardarlo.
“Io credevo che tu, non fossi riuscito a capire come vincere e… ero convinto che ormai ti fossi trasformato in lui… e poi è successo che sei fuggito e non ti sei fatto più sentire!”
“Lo so, ho dovuto, Bellatrix Lestrange è molto sospettosa!”
“Ma come hai fatto a tornare in te?” chiese il professore
“Non so spiegarglielo, durante il duello all’improvviso ho sentito una voce che mi parlava di mio padre, mi diceva che ero uno stupido e un idiota e che James Potter si sarebbe vergognato di me… che non ero degno di essere suo figlio!” A quelle parole Piton trasalì “In quel momento ho capito che stavo facendo il gioco di Voldemort, se avessi ucciso il me stesso cattivo mi sarei automaticamente trasformato in lui, mille immagini della mia vita mi sono apparse davanti agli occhi, ho rivisto Hogwarts, Ron, Hermione, Draco, tutti i miei amici, lei, il professor Silente, i miei genitori, Sirius, le anime che ho liberato, persino i Dursley, tutta la mia vita… così ho smesso di colpo di muovermi e di attaccarlo e ho cercato di accettare il fatto che una parte di Harry poteva essere malvagia ma che spettava a me scegliere da che parte stare… subito dopo è successa una cosa strana tutto è diventato buio, ho sentito l’altro me stesso urlare qualcosa e sparire di colpo… per quanto mi riguarda sembrava fossero passati solo pochi secondi quando mi sono svegliato poi nel letto con Malfoy, La Lestrange e Zabini che mi guardavano. Lì, ho capito che dovevo reggere la parte altrimenti avrebbero ucciso me e Neville, nessuno dei due aveva una bacchetta… e il resto lo sapete!”
“Ha funzionato… HA FUNZIONATO!” gridò Neville abbracciando l’amico “Sapevo che avresti scelto di essere il vecchio Harry!”
“Non ti ho ancora ringraziato per essere venuto da me… non sai quanto hai rischiato!” disse il moretto ricambiando l’abbraccio
“E’ anche merito del professor Piton è con lui e con il professor Silente che ho perfezionato l’antidoto!”
“Quale antidoto?” chiese Harry curioso
Il professore spiegò tutta la vicenda e una volta finito disse “Bhè Harry, Neville è stato davvero il tuo salvatore, senza di lui non saresti qui!”
Il ragazzo sorrise e visibilmente emozionato fece un cenno di ringraziamento all’amico che paonazzo per la vergogna guardava fisso a terra.
“Dai vieni qua, fammi vedere gli occhi e il braccio!” disse Piton facendogli cenno di raggiungerlo.
Il ragazzo fece come gli era stato chiesto e subito dopo si ritrovò nuovamente seduto a terra a discutere con lui e con Neville di cosa stava accadendo.
“Crede che l’antidoto sia reversibile, cioè c’è la possibilità che io mi trasformi nuovamente in Voldemort?”
“Non credo, è come se dei tratti somatici del Signore Oscuro fossero rimasti in te… per caso hai sviluppato doti particolari che prima non avevi?” chiese l’uomo
“Bhè a dire la verità sì! Conosco un repertorio di magia nera e incantesimi e controincantesimi sulle arti oscure che non potete neanche immaginare, so fare veramente di tutto, posso anche risvegliare i morti!” disse il ragazzo con voce profonda
Piton lo fissò pensieroso mentre Neville a quelle parole impallidì.
“Capisco, dobbiamo parlare con Albus, lui può sicuramente aiutarti!” disse risoluto Piton alzandosi
“Professore, il professor Silente… lui non mi…!” fece per dire il ragazzo ma l’uomo lo fermò dicendo “Anche lui, come me, ha visto solo ciò che palesemente dimostrava che tu non eri più tu, è stata una scelta sofferta ma necessaria Harry, se fossi davvero diventato il nuovo Signore Oscuro saresti stato dieci volte più potente di Voldemort, un vero flagello per tutto il mondo magico!”
Il ragazzo annuì tristemente “E forse lo stò diventando davvero!”
“Forza diventiamo invisibili e torniamo al castello con Neville, andremo imediatamente da Silente!”
Detto fatto Piton e Harry sparirono in un istante sotto gli occhi attenti di Paciock che pian piano s’incamminò verso Hogwarts. Giunto al portone però la dolce voce di una bella ragazza lo fece fermare. A pochi passi da lui e di conseguenza da Piton e da Harry, c’era Hermione in tutta la sua bellezza.
“Neville ciao!” disse la ragazza “Herm!” si sentì mormorare da Harry
“Oh Hermione, ciao, come stai?” disse Neville svelto
“Bene grazie, ho fatto una passeggiata per distrarmi un po’… sai gli esami e…!” disse la ragazza abbassando lo sguardo
Neville capì e le disse abbracciandola “Hermione, se Harry fosse qui, ti abbraccerebbe forte e ti direbbe che ti ama, ne sono sicuro, non piangere… non ci pensare!”
“Mi manca tanto Neville, vorrei morire anch’io per andare da lui!” rispose la ragazza
“Senti, non voglio vederti piangere, che ne dici di venire al ballo con me?” le chiese il ragazzo cercando di distrarla dai suoi pensieri tristi
“Volentieri Neville, ne sarei molto felice, grazie! Sei l’unico, a parte Harry, con cui avrei piacere di andarci!”
“Bene allora è deciso, mi raccomando stupiscimi!” disse baciandole la mano e congedandosi da lei
La ragazza sorrise e si risedette nuovamente sull’erba a prendere un po’ di sole.
Harry era impallidito a vederla, era così bella, proprio come la ricordava… avrebbe voluto gridare il suo nome e apparirle davanti ma Piton lo fermò sussurrando “Non ora ragazzo, non così, fallo per lei e soprattutto per te!”
A fatica Harry riuscì a non sfiorarle il bel viso e quando Neville l’abbracciò provò un’invidia tremenda. Ma conscio che in quello stato e così all’improvviso, sarebbe stato un shock, convenne che era meglio non muoversi e ammirarla in silenzio.
I tre entrarono nella scuola e si ritrovarono ben presto circondati da numerosi studenti, Piton riapparì all’improvviso senza farsi notare mentre Harry con abili mosse continuava a schivare i ragazzi che gli si paravano davanti. Finalmente salendo le scale il flusso di persone diminuì e ben presto si ritrovarono davanti l’ufficio del professor Silente.
“Pronto?” chiese Piton
“Pronto!” rispose il moretto seguendolo all’interno della stanza.
Il professor Silente, seduto alla sua scrivania, stava discutendo con Arthur Weasley di alcune importanti questioni del Ministero.
“Severus, Neville, che piacere vedervi!” disse il preside vedendoli entrare
“Severus, come stai? Chiese il Ministro sorridendo
“Bene, oggi particolarmente bene… con Neville avremmo una cosa da mostrare ad entrambi ma forse è il caso che vi risediate!” rispose loro il professore
I due uomini lo guardarono stupiti e risedendosi sulle rispettive sedie rimasero in attesa della novità.
Neville si avvicinò alla scrivania e guardando il Sig. Weasley disse “Signore, ricorda quando le avevo detto che Harry mi aveva strizzato l’occhio? Ecco ne ho la certezza ora, Signore, perché vede io l’ho visto e incontrato!”
“Cooooosa!” chiese il Ministro “Ma dove, quando?”
“Signore, la prego di credermi che Harry non è malvagio anzi… è proprio come era una volta, con qualche piccola cosa da risolvere, ma è lui!” disse svelto il ragazzo
“Neville, ci stai dicendo che hai visto Harry? Dove, qui a Hogwarts?” chiese Silente calmo
“Si professore, qui nel parco questo pomeriggio, e vi assicuro che non aveva niente del Signore Oscuro!”
“Ragazzo, stai scherzando con il fuoco, Harry è pericoloso, non è più quello che conoscevamo un tempo, ormai è passato al lato oscuro devi fartene una ragione… per il tuo bene, dimmi dov’è ora?” chiese il Sig. Weasley alzandosi
“Arthur ti prego, calmati, fai parlare il ragazzo!” disse Piton facendogli cenno di sedersi
“Ma stà già parlando… non senti cosa stà dicendo, non dirmi che gli credi?” ribadì il Ministro
“Non lui… l’altro ragazzo!” disse Piton indicando a lato di Neville
In quell’istante un Harry Potter ad occhi chiusi apparve accanto all’amico facendo sobbalzare dalla paura il Sig. Weasley.
“Mio Dio! È… è… Harry!” disse guardandolo
“Harry, sei tu davvero?” chiese Silente alzandosi e andando da lui
“Si professore, sono io, ma c’è qualcosa che deve vedere!” e detto questo aprì gli occhi
“Ahhhhhhhhh!” gridò il Sig. Weasley mentre il preside e Piton lo fulminarono con lo sguardo “Scusate… ma guardate i suoi occhi!” balbettò poco dopo l’uomo
“Sig. Weasley la prego, è già abbastanza frustrante sapere di avere questo sguardo senza che nessuno me lo ricordi!”
“Oh Harry, mi dispiace, non sai quanto! Io non volevo…” rispose il padre del suo migliore amico
Il preside raggiunse il ragazzo e lo abbracciò calorosamente e disse “Perché non sei venuto da me prima?”
“Ero certo che non mi avrebbe creduto, tutto era contro di me e poi adesso mi stanno capitando delle cose strane, gli occhi, il braccio” e così dicendo mostrò anche il marchio oscuro stampato sul suo avanbraccio
“Vedo, ma c’è sicuramente una spiegazione e una soluzione!” disse Silente sorridendo
Harry si guardò intorno… circondato da quelle persone si sentiva finalmente a casa.
“Ma Harry, tutto questo tempo dove sei stato?” chiese il Signor Weasley
“Con Malfoy, a Malfoy Manor!” rispose il ragazzo
“E nessuno di loro si è accorto che tu non sei il loro Signore Oscuro?” chiese sempre più sconvolto
“Bhè, Sig. Weasley, io ho sviluppato dei poteri che loro apprezzano molto, spiegavo al professor Piton che sono in grado di fare incantesimi e controincantesimi di pura magia nera, arti oscure all’ennesima potenza… pertanto ho potuto dimostrare loro che non mentivo!”
Silente lo fissò e chiese “Harry, non hai dovuto uccidere nessuno vero?”
“Si, purtroppo… ma poi l’ho fatto ritornare in vita!” affermò il ragazzo “All’insaputa dei mangiamorte… ho restituito l’anima al suo corpo e ho fatto ribattere il suo cuore!”
“Cooosa? Ma com’è possibile una cosa del genere?” chiese il Ministro incredulo
“Sig. Weasley, gliel’ho spiegato, sono molto più potente di prima… ho tutti i miei vecchi poteri…”
“Che già si erano potenziati tantissimo!” commentò Piton
“…e in più ho acquisito tutta questa conoscenza sulle arti oscure che sinceramente non pensavo neanche esistesse!” concluse il ragazzo
Il Ministro sprofondò nella sedia poi guardando il ragazzo disse “Harry, come sono felice che sei dalla nostra parte!”
“Si… spero di rimanerci però!” rispose il moretto abbassando lo sguardo
“Devo avvisare gli Auror che smettano di darti la caccia!” disse Arthur risoluto “O almeno che facciano finta di farlo!”
Il ragazzo annuì, sapere di non avere più alle calcagna quei maghi esperti lo rassicurava un pochino
“Bhè ma non puoi mica tornare da Malfoy!” disse Neville all’improvviso
“Certo che no!” ribadì Piton “Resterà qui, e faremo in modo di risolvere il suo piccolo problema, mancano ancora due settimane alla fine della scuola… ah a proposito, non credere che ti scamperai gli esami!” disse il professore con un mezzo sorriso
Harry lo guardò allibito poi sorridendo disse “Mi faccia tornare normale e farò tutti gli esami che vuole!”

Capitolo 43°: Alla ricerca di sé stessi!

Il gruppo si sciolse, Neville soddisfatto e raggiante tornò alla torre di grifondoro per prepararsi per la cena, il Sig. Weasley sparì con la sua passaporta e Silente e Piton scesero in sala grande accompagnati da un sempre invisibile Harry.
“Potter, ti raccomando di non far fluttuare pezzi di cibo davanti a tutti!” disse piano il professore di pozioni sedendosi al tavolo
“Stia tranquillo, ho fatto un incantesimo, le pietanze che toccherò spariranno all’istante!” rispose Harry ridacchiando
“Bene! Ah Potter ti prego... niente scherzetti o visitine ai tuoi amici… so quanto debba essere doloroso per te star loro così vicino e non potergli parlare, ma cerca di avere pazienza, resisti!”
Il ragazzo fece un lungo sospiro e il professore capì che aveva capito.
La cena stava per cominciare, pian piano la sala si era gremita di tutti gli studenti che divisi nelle quattro case si erano seduti ai loro tavoli, un gruppo però catturò l’attenzione del moretto, sette ragazzi in particolare, seduti al tavolo dei caposcuola ridevano e continuavano a brindare per ogni cosa.
“Ah si, allora un brindisi per quella volta che siamo arrivati tardi alla prima lezione della McGranitt!” disse la voce di Ron
“Al primo ritardo!” dissero in coro gli altri amici sorseggiando il loro succo di zucca
“Un brindisi alla sua prima partita a Quidditch e alla fifa blu che aveva!” disse Fred ridendo
“Già e anche al bolide che gli spezzò il braccio al II° anno!!” continuò George imitando l’arto senza ossa che dopo l’incantesimo di Gilderoy Allock penzolava dal corpo del cercatore
“Ah Ah Ah Ah che frana quell’Allock!” disse Blaise scuotendo la testa
“Un brindisi anche alla bacchetta nel naso del Troll di montagna allora!” suggerì Hermione ridacchiando
“Che schifo… davvero ha infilato la sua bacchetta nel naso di un troll?” chiese Ginny
“Ah ah ah è vero la bacchetta nel naso!” biascicò Ron scoppiando a ridere
“Viva la bacchetta smoccolata!” fece Draco inghiottendo un grosso sorso di succo di zucca “Però scusate, un brindisi anche al mio primo incontro con Harry sul treno!”
“Ti prego… è vero me lo ricordo… eri troppo deficiente!!” rispose il rosso guardandolo
“Bhè, lenticchia stai calmo, non sai che ci sono famiglie migliori di altre!” disse il biondino scimmiottando il se stesso di allora
I ragazzi scoppiarono a ridere e anche Harry si lasciò scappare una risatina “Che scemi!” pensò “Però com’è bello vederli, sapere che stanno bene e sentirli ridere!”
Le risate e le battute continuarono per un'altra mezz’oretta buona, perso nei suoi pensieri il moretto non si accorse che il Professor Silente si era alzato e aveva richiesto il silenzio in sala. Solo quando tutte le voci si spensero Harry si destò dai suoi pensieri e guardò il preside.
“Cari ragazzi, quest’anno è stato un anno molto doloroso per molti di voi, un anno ricco di grossi cambiamenti e sconvolgimenti. Siete stati messi molto sotto pressione e vi è stata richiesta una forza d’animo fuori dal comune. Avete vissuto avvenimenti che hanno però contribuito a farvi crescere e rendervi più forti e per questo sono molto fiero di ciascuno di voi.
Tutto il corpo docente si unisce a me nell’agurare a tutti voi, di ottenere i migliori risultati negli esami che inizierete giovedì prossimo. Alcuni studenti sosterranno corsi aggiuntivi di specializzazione, grazie a borse di studio che sono state loro assegnate per merito. Vi prego pertanto di fare un grosso applauso alla signorina Hermione Granger, per la borsa di studio avuta in Trasfigurazione, Aritmanzia e Incantesimi e al Sig. Draco Malfoy per quella assegnatali in Pozioni!” disse il preside indicando i due ragazzi che un po’ imbarazzati si alzarono dalla sedia.
La sala applaudì fragorosamente… fischi e urla si alzarono da ogni tavolo. Harry battè le mani più forte che potè… si fece anche scappare un “Bravi!” che fu prontamente coperto da Piton con un più sonoro “Complimenti!”
“Inoltre!” continuò il preside dopo che la sala fu di nuovo calma “C’è una nuova candidatura ad un corso di specializzazione, che speriamo, questa persona voglia accettare! Si tratta di una borsa di studio per un nuovo ramo della magia… sperimentale al momento ma che pare, da notizie ben confermate, che sia di vitale importanza per il bene della comunità. Si tratta di un connubio tra tre materie Pozioni, Erbologia e in parte Incantesimi e sono molto orgoglioso di pregare il Sig. Neville Paciock di accettare la sua nomina per questa specializzazione!”
A quelle parole la sala esplose letteralmente in un boato, grida, urla, fischi e applausi rimbombarono ovunque. Neville a bocca aperta e con gli occhi sbarrati non poteva credere alle sue orecchie. Il professor Silente gli fece cenno di raggiungere il tavolo dei professori ma solo dopo parecchi minuti il ragazzo riuscì emozionatissimo a staccarsi dai numerosi abbracci e dimostrazioni d’apprezzamento ed a raggiungere il tavolo.
“Complimenti Signor Paciock!” disse Albus Silente stringendo la mano al ragazzo e passandogli la lettera che annunciava l’assegnazione della borsa di studio
“Grazie Signore!” mormorò il ragazzo ancora senza parole, poi si voltò e si diresse davanti al professor Piton e sorridendo disse nuovamente “Grazie davvero, professor Piton!”
“Prego!” rispose l’uomo che cercava in ogni modo di non sembrare troppo emozionato "I tuoi genitori saranno molto fieri di te!"
Il ragazzo sorrise e gli occhi si fecero lucidi.
“Bella Neville!” mormorò Harry “Sono felicissimo per te!”
“Grazie!” sussurrò l’amico prima di voltarsi e incamminarsi verso il suo tavolo.
“Bene visto che tutte le borse di studio sono state assegnate possiamo goderci i meritati dolci!” disse felice il preside che con un battito di mani fece apparire sulle tavole tanti prelibati dessert.
La cena finì tra le spensierate risa degli studenti e dei professori… e lentamente tutti ritornarono ai loro dormitori.

“Accomodati Harry!” disse Severus Piton facendolo entrare nel suo alloggio
“Grazie professore!” rispose il ragazzo entrando
“Resterai qui con me, sarebbe un problema farti andare a dormire nella torre Est!”
“Si, lo capisco… vorrei solo poter salire una volta, una soltanto!” chiese quasi supplicando il moretto
“Harry… sarebbe meglio di no, se si accorgono della tua presenza…” cercò di rispondere il professore
“Le giuro che starò attento, non farò nulla che possa farmi scoprire!”
“E va bene, solo uno sguardo però, tra mezz’ora ti rivoglio qui! Harry… Harry mi hai capito?” chiese Piton voltandosi verso il ragazzo che però non rispose perchè al “va bene” si era già smaterializzato nella camera dei ragazzi.
Draco e Ron erano seduti sul letto di quest’ultimo e sembravano tristi. Harry si avvicinò silenziosamente e rimase in ascolto.
“Che dici, avrà funzionato… saremo riusciti a distrarla un po’?” chiese Ron
“Credo di sì, hai visto come rideva anche lei… non dico che lo stà dimenticando ma pian piano se ne stà facendo una ragione… ho saputo da Ginny che ha accettato di andare al ballo con Neville!” rispose Draco
“Davvero? Meno male, Blaise mi aveva detto che non ci voleva venire!”
“Neville è stato gentile ad invitarla… probabilmente è davvero l’unico con cui ci sarebbe andata, tranne Harry è ovvio!”
“Dio Draco, quanto mi manca, certe volte mi sembra che lui sia qui… vorrei parlargli e dirgli che gli voglio un bene dell’anima e che non ce la faccio, non ce la faccio… senza di lui!” disse il rosso mentre una lacrima scendeva sulle sue guance
“Ron ti capisco, anche a me manca da impazzire… e io e lui avevamo fatto amicizia solo quest’anno… posso immaginare cosa sia stato per te!” disse il biondino dolcemente
“Mi sembra tutto così assurdo… è strano guardare quel letto e vedere che è vuoto!”
“Lo so, sai che delle volte lo guardo e devo chiudere le tende perché mi fa venire addosso una tristezza che non ti dico!”
Harry sentiva il cuore battere forte nel suo petto, voleva tanto apparire, rivelarsi ai suoi amici, ma aveva promesso di non farlo… aveva giurato che non avrebbe comunicato con loro.
“Hai mai pensato di provare a fare una seduta spiritica?” chiese il biondino un pò imbarazzato guardando Ron
“Si, ma pensavo che mi avreste preso per pazzo se ve l’avessi proposto!”
“Che ne dici proviamo… niente ragazze solo io e te, così se non funziona non creiamo false speranze?” chiese Draco all’improvviso
Ron s’illuminò “D’accordo, ho tutto il necessario, me lo sono fatto prestare da Calì… è un metodo babbano, sai come funziona?”
“Certo, l’ho letto sul libro che mi ha prestato Hermione la scorsa settimana!”
Harry era entusiasta, in questo modo avrebbe potuto parlare con loro senza rivelarsi “Che idea geniale ragazzi!” pensò fra sè
I due ragazzi eccitati più che mai all’idea di poter comunicare con il loro amico appoggiarono la tavoletta con le lettere incise sul pavimento e posizionati i palmi delle mani in cerchio seguirono le istruzioni in essa contenute cominciando a fare delle domande.
“Harry, siamo Draco e Ron, ti chiamiamo… vieni da noi!” Niente da fare... il moretto si stava sganasciando a terra trattenendosi dal fare il ben che minimo rumore “Ma cosa dicono!” pensò ridendo come un pazzo… poi per rendere la cosa veritiera soffiò nell’orecchio di entrambi facendoli rabbrividire.
“Hai sentito?” chiese Draco
Il rosso annuì con la testa e continuò “Harry se ci sei, ti prego scrivi il tuo nome sulla tavoletta!”
L’amico pian piano cominciò a muovere il segnalettere prima sulla H, poi sulla A, doppia R e infine la Y.
“O Dio! È lui, è lui Draco hai visto… è qui, c’è davvero!” balbettò Ron
“Harry, sei davvero tu?” chiese il biondino poco prima che il segnalettere si fermasse sulla parola SI.
I due ragazzi si guardarono e deglutirono contemporaneamente “Ci manchi tanto Harry, non puoi immaginare quanto!” singhiozzò Ron seguito a ruota da Draco.
Il segnalettere cominciò a muoversi nuovamente e compose due parole NON PIANGETE poi si fermò un attimo e riprese scrivendo VI VOGLIO BENE.
“Oh cielo, Harry sapessi quanto te ne vogliamo noi… vuoi che andiamo a chiamare Hermione?” chiese il rosso asciugandosi gli occhi
Questa volta però il puntatore si fermò sulla parola NO.
“Hai ragione, non è ancora pronta per questa cosa!” disse Draco tirando su con il naso
Le parole DEVO ANDARE si formarono poco dopo seguite da OCCUPATEVI DELLA MIA HERM… LA AMO TANTO… CI RIVEDREMO. Poi all’improvviso il segnalettere si fermò e non si mosse più… Harry era tornato da Piton.
“Hai visto? Non ci posso credere !” disse Ron con un sorriso paralizzato sul volto
Il biondino di fronte a lui mosse la testa lentamente in segno di assenso e poco dopo cominciò a saltare come un pazzo per tutta la camera “Era lui, Ron, ti rendi conto era Harry!”
I ragazzi facevano talmente tanto baccano che le ragazze accorsero per vedere se stavano bene.
“Ma che diavolo state facendo?” chiese Ginny arrabbiata “Sccccccchhhh!”
I due ragazzi non risposero ma continuarono ad abbracciarsi e a saltare come due esaltati.
“Ron, Draco, smettetela state svegliando tutto il castello!” Sbuffò scocciata Hermione
Ron non disse nulla la prese di scatto e l’abbracciò forte dicendole “Quanto ti voglio bene Herm… lo sai vero che te ne voglio tanto?!”
La ragazza lo guardò stranita poi si voltò verso Blaise e Ginny che, sconvolte quanto lei, fecero spallucce. “Ron, si grazie… anch’io te ne voglio ma ora dormi è tardi!” rispose la ragazza spingendolo verso il letto
“Ai suoi ordini bella ragazza!” rispose il rosso buttandosi sulle coperte e continuando a sorridere in modo ebete. Draco non fu da meno si lanciò a X sul letto felice come una Pasqua. Le ragazze tornarono poco dopo nella loro stanza, stufe di vedere Ron e Draco ridere e lanciarsi occhiatine complici. Nessuna di loro poteva immaginare che poco prima i due ragazzi avevano parlato con Harry.

Harry ridacchiava ancora quando si materializzò nella camera del professor Piton che a braccia incrociate lo fissò senza parlare “Allora?” chiese con tono inquisitorio
“Buonasera professore, come promesso non mi sono fatto scoprire!” disse senza smettere di ridere
“Perché siamo così allegri?” continuò l’uomo
“Ron e Draco sono veramente esauriti… sa che hanno fatto, si sono messi a fare una seduta spiritica!” Disse il moretto
“Voglio sperare che tu non abbia fatto quello che immagino!” lo segò il professore
Harry smise di colpo di sorridere e visibilemente a disagio rispose “bhè… veramente io… solo una… forse due paroline… Vi voglio bene… ecco sì…”
“POTTER!” gridò Piton “Cosa ti avevo chiesto, per favore, di non fare?”
“Ma Signore… non ho parlato ho usato il segnalettere, sa quelle tavole babbane… ho mosso un paio di volte quel coso niente di più!”
“Harry, non voglio, anzi ti proibisco di tornare alla torre Est dai ragazzi… tu ci ridi ma non sai quanto siano disperati, quanto lo eravamo tutti prima di sapere che fossi ancora vivo… verrà il tuo giorno, ma fino ad allora non azzardarti più a comunicare con loro… in nessun modo!” sbraitò l’uomo
“Mi scusi signore, erano così giù che non ho pensato che…” cercò di dire il ragazzo
“Harry, non voglio sembrarti pessimista, ma se per puro caso io e il professor Silente non riuscissimo a risolvere il tuo piccolo problemino… e tu, così casualmente decidessi un giorno di diventare il nuovo Signore Oscuro, che ne sarebbe dei tuoi amici… ti perderebbero per la seconda volta e ti assicuro che nessuno di loro riuscirebbe a sopportarlo.”
Harry non rispose, tutto d’un tratto realizzò che il gesto fatto poco prima, in tutta buona fede, poteva davvero creare grossi problemi.
“Mi dispiace, le assicuro che non si ripeterà!”
“Voglio sperarlo!” disse Piton guardandolo “E ora smettila… forza, smetti di fare così!”
“Fare cosa?” chiese Harry
“Smetti di… la tua faccia!” indicò l’uomo
“Cos’ha la mia faccia?” domandò il ragazzo ansioso
“Oh bhè… se non stai cercando di impressionarmi… credo che abbiamo un altro problema!”
A quelle parole Harry si toccò il viso e sentì che c’era qualcosa di strano si voltò di scatto e corse allo specchio che si trovava nel bagno “Nooooooooooo!” urlò poco dopo “Che diavolo mi stà succedendo?!”
“Harry cerchiamo di mantenere la calma, esci per favore e vediamo di capirci qualcosa!”
“Calmo, CALMO… ma si rende conto stò diventando uno schifoso serpente… ma perché, perchééé?” esplose il ragazzo uscendo dal bagno
“Rimani qui e cerca di calmarti… vado a chiamare Silente!”
“Dio, ma perché, perché non posso tornare come prima… io non voglio, non voglio essere lui!” chiese Harry accasciandosi sul letto
“Tranquillo risolveremo la cosa, ma non devi farti prendere dal panico, d’accordo?” detto questo si smaterializzò.
Il Grifondoro era agitatissimo, continuava a girare avanti e indietro senza pace, quando Silente, Piton e Madama Chips entrarono nella stanza il ragazzo uscì dal bagno, il suo aspetto era peggiorato.
“Guardate!” disse sconsolato
“O cielo, Harry sei tu?” chiese la donna mentre calde lacrime cominciarono a rigare il suo viso
“Buonasera Madama, avrei voluto rivederla in ben altre circostanze!”
“Ma io credevo che tu… o come sono felice!” disse abbracciandolo
“Grazie, anch’io sono felice di vederla, ma la prego mi dica che non mi resterà questa faccia per sempre!” le disse il moretto ricambiando l’abbraccio
Silente raccontò tutti gli avvenimenti accaduti dopo che il ragazzo fu trasferito a San Mungo, la Chips lo fissò furibonda e disse “Albus, come hai potuto non dirmi nulla?”
Silente alzò gli occhi al cielo, come con Piton dovette spiegare i motivi che lo avevano spinto a prendere quella decisione dopodichè la esortò a visitare Harry.
“Ti prego, Poppy, controlla se questi cambiamenti dipendono da qualcosa di fisico o di mentale!” disse il preside
La donna, ancora scocciata, annuì e iniziò a visitare Harry. Dopo un’ora di fitti controlli disse “Non dipende da nulla di fisico, Harry stà benissimo, mai stato meglio… sicuramente è qualcosa a livello inconscio, qualcosa che comanda la sua mente… proviamo a fare un controllo sull’anima!”
Puntando la bacchetta sul ragazzo recitò “Animae speculum!” e qualche attimo dopo una sorta di specchio mostrò l’anima del ragazzo… purtroppo non era da sola. Accanto a Harry c’era l’Harry malvagio.
“Non ci posso credere è ancora là! Ma cos’è una persecuzione, un virus… come cavolo faccio a liberarmene?” chiese appoggiandosi al letto e prendendosi la testa fra le mani
“Temo caro Potter, che più cercherai di liberarti di lui, più lui s’impadronirà di te… non devi scacciarlo, l’hai detto tu nel bosco, devi accettarlo e scegliere da che parte vuoi stare.” Gli disse Piton
“Non voglio che in me ci sia quel coso… quello non sono io!” Disse il moretto indicando il se stesso cattivo
“Mi spiace deluderti Harry… ma quello sei proprio tu, è la rappresentazione di tutta la tua rabbia, di tutto il tuo odio, del dolore e delle paure che non riesci a gestire” Disse Silente guardandolo
“Mi fa impazzire sapere che dentro di me c’è quella cosa!” rispose il moretto ricambiando lo sguardo
“Nessuna “cosa” Harry, quello sei sempre tu… ogni uomo ha bisogno di quello che ha in sè di peggiore, per raggiungere e far risplendere ciò che di migliore esiste in lui.”
Il ragazzo guardò il preside senza parlare per qualche secondo, poi chiese “C’è anche in lei? Esiste un Silente malvagio?”
“Certo! esiste in ogni persona Harry, è il lato oscuro di ciascuno di noi, la nostra zona d’ombra, chiamala come vuoi, ma c’è! Non dico che sia semplice accettarla, ma è necesario se si vuole vivere in equilibrio con sè stessi.”
Il moretto guardò il preside e dai suoi occhi rossi rubino una lacrima cadde scivolando piano sulla sua guancia squamosa “Come posso fare… devo dire che mi accetto, che mi amo così come sono… il mondo è pronto per vedere cosa sono diventato?”
“Il punto non è se è pronto il mondo Harry, il punto è se sei pronto tu a rimanere così per sempre!” rispose Silente
“Bhè Signore ora come ora… NO! direi che decisamente non sono pronto, però vorrei tanto capire come poter fare per esserlo!” asserì il Grifondoro alzandosi dal letto
“Harry, è una risposta che devi trovare da te, posso indicarti la via ma stà a te percorrerla!”
Ci fu un attimo di silenzio poi il ragazzo disse “Ho capito! Devo cavarmela da solo… come sempre del resto, va bene se dev’essere un viaggio dentro se stessi, che sia… ma a modo mio!” e detto questo indossò il suo mantello, alzò il cappuccio e dando un ultimo sguardo alle persone nella stanza sparì.
“Harry aspetta!” gridò Piton
“Lascialo andare Severus!”
“Ma Albus, perché? avremmo potuto aiutarlo, stargli vicino, dove andrà da solo… che farà?” disse il professore di pozioni strattonando la presa del preside
“Deve capire da solo, Severus, Harry non ha bisogno della nostra pietà, lo abbiamo aiutato più ora proibendogli di compatirsi… fidati tornerà e sarà quello di sempre!”
“Lo spero Albus, lo spero!”

Capitolo 44°: Sasha

Harry riapparve pochi istanti dopo davanti al grande portone del castello. Il silenzio della notte e il battito irregolare del suo cuore erano l’unica sua compagnia.
Non poteva ma sopratutto non voleva lasciare Hogwarts, ma restare in quella stanza non lo avrebbe certo aiutato a trovare le risposte che stava cercando. Decise così che la foresta proibita poteva, al momento, fare al caso suo. “Conciato così… chi vuoi che mi attacchi!” Pensò fra sé prima di aprire il chiavistello e uscire dalla grossa porta.
Con il viso coperto, superò silenzioso la capanna di Hagrid e si addentrò piano nelle profonde oscurità del bosco. Intorno a lui tutto era scuro e tetro, il piccolo sentiero diventava passo dopo passo sempre più difficile da scorgere.
Il moretto sentiva di non essere solo, benchè circondato dal silenzio più cupo, percepiva che la foresta aveva occhi che lo stavano spiando. Continuò nel suo percorso sino a quando le deboli luci del castello non si scorsero più e il riverbero della luna veniva nascosto dalle spesse fronde degli alberi.
Dopo un’ora di cammino si ritrovò in una radura, al centro della quale si ergeva una strana pietra che ricordava la forma stilizzata di una stella, Harry vi si avvicinò, aprì le braccia e sollevando lo sguardo verso lo splendente cielo stellato gridò arrabbiato “Perché anche questo? Perché a me?”
Disperato si lasciò cadere sul prato sottostante e si abbandonò ad un pianto liberatorio.
I singhiozzi del ragazzo rimbombarono in tutta la foresta proibita.
Inginocchiato e con la testa fra le mani Harry continuava a ripetere sempre la stessa frase “Perché a me!”.
Preso dai suoi lamenti il moretto non si accorse che due occhi scuri lo stavano osservando ormai da parecchio tempo. La creatura decise di uscire allo scoperto, era Sasha, una splendida ninfa della foresta. Il suo bel viso, illuminato da vispi occhi marrone scuro, era incorniciato da una folta chioma bionda che le arrivava sino ai glutei scolpiti. La ragazza avanzò piano in direzione dell’essere incappucciato chino a terra.
Harry udendo dei rumori felpati dietro di sè, smise di singhiozzare e senza voltarsi disse “Chiunque tu sia, non fare un altro passo, se tieni alla tua vita!”
“Signore, vengo in pace… gli alberi hanno percepito il tuo dolore e mi hanno chiamata!”
“Chi sei?” chiese Harry sempre senza rivelare il suo volto
“Sono una ninfa della foresta, mi chiamo Sasha… e tu chi sei?” chiese la ragazza
“Sono… io sono… non lo so più chi sono!” le rispose piano il ragazzo
“Sappiamo sempre chi siamo, in cuor nostro!”
“Davvero e come fai a dirlo? Non mi conosci neppure e non sai cosa mi stà capitando!” rispose acido Harry
“Sento paura nella tua voce mista a rabbia e dolore!”
“Ma che brava… cos’è, sei una ninfa psicologa?” la freddò un attimo dopo
La ragazza non rispose. “Scusami, non volevo offenderti è che… non so come risolvere una cosa e questo mi fa…”
“Stare male!” finì per lui la ragazza
Ora fu Harry a non rispondere.
“Devi smettere Signore!” disse la ninfa senza mai staccare gli occhi dal cappuccio parlante.
“Smettere cosa? Non puoi capire!” disse Harry alzandosi in piedi sempre senza scoprire il suo viso.
“Smetti di nasconderti!”
Il ragazzo a quell’affermazione esplose “Cosa ne può sapere una ninfa della foresta, ti assicuro che è un bene che io mi nasconda… non c’è nulla di bello da vedere sotto questo mantello!” e così dicendo abbassò il cappuccio e si rivelò alla ragazza voltandosi.
La ninfa vide quegl’occhi rossi pieni di odio e quel viso squamoso contrito in una smorfia di rabbia e fece un passo all’indietro.
“Allora… non è un bel vedere, vero?” chiese il ragazzo avanzando verso di lei “Non sono un bello spettacolo, o mi sbaglio?!”
“Ognuno di noi è ciò che vuole essere!” rispose la donna continuando ad indietreggiare
“Noooooooo! Io non voglio essere lui, non voglio capisci, ma cosa posso fare… è parte di me!”
“Tu stai scegliendo si essere lui, ti stai abbandonando al dolore e alla rabbia! Mi dispiace per te Signore!” disse la ninfa ormai raggiunti gli alberi prima di scappare via.
“Aspetta! Non scappare cosa intendi, spiegami ti prego!” gridò Harry inseguendola all’interno della foresta
Sasha non rispose e non intendeva fermarsi, correva a più non posso nel folto degli alberi che parevano aiutarla, si ritraevano al suo passaggio per poi rinfoltirsi nel momento in cui Harry stava per raggiungerla.
“Fermati, ti prego fermati!” le gridò il moretto nuovamente
Ma niente, la ninfa non accennava a volersi fermare. Ad un tratto però un urlo raggiunse Harry che ansimante si era fermato per riprendere fiato. Il ragazzo accorse nella direzione del grido e dopo pochi istanti si ritrovò al limitare di un burrone. La bella ninfa penzolava nel vuoto, attaccata alla radice sporgente di un grosso faggio.
Harry non esitò un attimo, si gettò verso di lei e la afferrò giusto un attimo prima che la radice si spezzasse. Non c’era stato tempo di brandire la bacchetta e risolvere la cosa con la magia… Sasha non era precipitata ma la situazione non era certo migliorata. Harry era attaccato al bordo dello strapiombo con una mano e con l’altra reggeva la ragazza che terrorizzata continuava a ripetere “Non mi lasciare ti prego, non mi lasciare!”
“Tieniti!” le gridò il moretto “Attaccati a me e cerca di salire!”
La ninfa annuì e piano cominciò ad arrampicarsi sul corpo di Harry mentre questo cercava di conficcare le sue dita nel terreno.
“Fai presto!” disse a fatica il ragazzo spossato dallo sforzo che stava sopportando
“Sali!” urlò la ragazza una volta in salvo
Il moretto si arrampicò lentamente fin sul bordo e strisciando, senza fiato, si avvicinò a Sasha “Stai bene?” chiese col fiatone
“Si, Signore… grazie!” mormorò la donna
“Perché scappavi da me? Ti ho fatto paura?” le chiese il ragazzo abbassando lo sguardo
“No, Signore… scappavo per dimostrarti che chi scappa, non arriva mai lontano!”
Harry la guardò “Credi che io stia scappando?”
“Dimmelo tu, stai scappando?” chiese a sua volta Sasha
“Credo di Sì!” rispose lui con un filo di voce
“E da cosa o da chi se posso chiedertelo Signore?”
“Da me stesso, c’è una parte di me che è malvagia e non mi permette di essere ciò che sono realmente!”
“Mi sembra che tu abbia agito per il bene un attimo fa!” disse la donna guardandolo
Harry la fissò incredulo “L’hai fatto apposta, hai rischiato di morire per vedere se ti avrei salvata?”
La ninfa lo fissò per un istante che sembrò eterno, poi rispose sorridendo “Sapevo che mi avresti salvata Signore… volevo vedere se lo sapevi tu!”
A quelle parole il ragazzo inspirò veloce e sentì il cuore alleggerirsi… in effetti non aveva esitato un istante, aveva agito d’impulso, ma per il bene!”
“Signore, la nostra paura profonda non è quella di essere inadeguati. La nostra paura più grande è che noi siamo potenti al di là di ogni misura. E’ la nostra luce, non il nostro buio che ci spaventa. Ci domandiamo: “Chi sono io per essere brillante, magnifico, pieno di talento, favoloso?”
Harry fece per interromperla ma la ragazza continuò dicendo “Il tuo giocare a sminuirti non serve al mondo.”
“Cosa?” chiese il ragazzo guardandola
“Non c’è nulla di illuminato nel rimpicciolirsi in modo che gli altri non si sentano insicuri intorno a noi. Noi siamo fatti per risplendere come i bambini. Siamo fatti per rendere manifesta la gloria che è in noi. Non solo in alcuni di noi, è in ognuno di noi. Quando permettiamo alla nostra luce di risplendere, inconsciamente, diamo alle altre persone il permesso di fare la stessa cosa. Quando ci liberiamo dalle nostre paure, la nostra presenza automaticamente libera gli altri.”
Il ragazzo la fissò attento. Quelle parole gli erano entrate dentro come una lama incandescente. Sasha capiva come si sentiva, da sempre aveva cercato di rimanere il più anonimo possibile, ovviamente per un motivo o per l’altro, con scarsi risultati. Il peso di dover essere Harry Potter, l’intruso familiare, colui di cui vergognarsi e da nascondere ai vicini ma soprattutto il sentirsi additato e conosciuto come il bambino sopravvissuto, lo perseguitava da una vita.
“Perché ti nascondi Signore?” Chiese per la seconda volta la ninfa
“Perché ho paura di non essere come loro vogliono che io sia!” rispose Harry stupendo anche se stesso
“E’ per questo che hai creato un te stesso malvagio, uno da combattere e sconfiggere, per dimostrare che “TU” non sei così?”
Cielo, Sasha sembrava leggergli nel cuore come fosse un libro aperto.
“Credo di Sì!” disse Harry fissandola mentre contemporaneamente pensava “Ma come fa? Come riesce a capire?”
“Errore Signore, non hai creato nulla, non stai combattendo nessuno di estraneo eccetto te stesso e le tue paure.” Lo freddò Sasha “Perché hai paura che loro vedano le tue debolezze?”
“Perché… perché io sono il loro punto di riferimento, loro contano su di me, loro si fidano di me!” rispose il ragazzo con un tremore nella voce
“Pensi che non si fiderebbero più di te se ti lasciassi andare e dicessi loro che hai paura e che ti capita di essere spaventato quanto loro?
Il ragazzo annuì e una lacrima scese bagnadogli la guancia.
“Non devi dimostrare niente a nessuno Signore, nessuno eccetto te stesso, sei l’unico a cui un giorno dovrai rendere conto delle tue scelte e delle tue azioni… a nessun altro!”
Ad ogni parola della bella ninfa il moretto finalmente sembrava capire, accettare se stessi e la parte oscura di sé con tutte le paure e le debolezze era solo il primo passo, il secondo era rimanere “se stessi” sempre. Questa era la cosa più difficile da fare, mentire agli altri è possibile ma mentire a noi stessi, prima o poi, porta all’autodistruzione. Harry stava facendo proprio questo, stava incolpando qualcun altro o qualcosa d’altro dell’angoscia che lui stesso aveva creato dentro di sé. Non aveva mai voluto dire cosa lo spaventava e cosa gli faceva paura, non si era mai lasciato veramente andare, soprattutto con le persone che amava, mentendo non solo a loro ma anche a se stesso. Inconsciamente la sua mente sapeva, questo “tormento interno” gli aveva creato dei conflitti che lo avevano portato ad essere ciò che era ora!”
Il moretto sgranò gli occhi, sorrise e guardando Sasha sussurrò “Ho capito, finalmente ho capito!”
“Bene, vedo che sotto quegl’occhi rossi e quella pelle squamosa, il vero Harry Potter sa cosa vuole!”
“Come sai che sono io?” chiese il ragazzo stupito
“Tu mi hai dimostrato chi sei Signor Potter! E poi la tua fama è grande anche qui nella foresta proibita”
“Sono un po’ diverso da come mi hai sentito descrivere… vero?!” Chiese sconsolato Harry
“Bhè Signore, capelli neri arruffati, occhi verdi, viso d’angelo… la descrizione mi sembra che corrisponda!” rispose Sasha
“Cosa? Co…come mi hai descritto?” balbettò il moretto sollevando lo sguardo che poco prima si era posato sui suoi piedi.
“Ha sentito bene Signore!”
“Mi stai dicendo che non ho più gli occhi rossi, che la mia faccia è normale?” chiese il ragazzo portandosi le mani sul viso
La ninfa sorrise e annuì con la testa.
“O Dio!” gridò Harry esultando “Non ci posso credere, ma come è potuto succedere… come sono riuscito a…” si domandò senza pensare, ma guardata l’espressione incredula della bella ninfa disse “Capito… sono un po’ tardo ma poi ci arrivo, ero io che volevo essere così vero? Io volevo apparire un mostro per essere compatito e per dimostrare che lo avrei sconfitto di nuovo… che sciocco che sono… Grazie, grazie ti sono debitore, mi hai salvato!” disse abbracciandola
“No Signore, ti sei salvato da solo… io ti ho solo indicato la via, sei tu che hai deciso di percorrerla!”
“Queste parole… me le ha dette anche Silente!” affermò il ragazzo
“Silente è stato qui tanti anni fa… proprio come te cercava se stesso… anche a lui è stata indicata la via e poi ha scelto da solo di percorrerla!”
Tutti i pezzi del puzzle trovavano finalmente il loro posto, Silente non lo aveva abbandonato a sé stesso, lo aveva aiutato a trovare Sasha… e quindi a capire.
“Come ho potuto dubitare di lui?” si chiese Harry dandosi dello stupido
“Vieni con me Harry Potter, voglio farti conoscere alcune creature che vivono nella foresta proibita… saranno felici di poter stringere la mano a colui che ha sconfitto il Signore Oscuro e che ha ritrovato se stesso!” propose Sasha sorridendogli
Il Grifondoro si alzò e dopo aver aiutato la bella ragazza a fare altrettanto disse “Volentieri!”

I giorni passarono veloci, di Harry nessuna notizia. Piton era a dir poco furioso, con Silente e soprattutto con se stesso per non aver impedito al ragazzo di andarsene.
Venne purtroppo anche il giorno, a lungo rimandato con scuse varie, di spiegare a Paciock perché il suo amico era sparito.
“Ma stà scherzando, non può essere vero?” Sbraitò furioso il moretto
“E’ vero Neville, mi dispiace, non so dove sia e se stà bene… manca ormai da 7 giorni!”
“Fantastico, io ve lo riporto e voi me lo fate scappare… non lo aiutate e permettete che se ne vada chissà dove, da solo!”
“Paciock, capisco la tua rabbia e sinceramente sono davvero molto dispiaciuto, quanto e forse più di te!” cercò di dire il professore
“Come ha potuto permettere che il professor Silente lo lasciasse andare?” chiese il ragazzo piangendo “Io mi fidavo di lei!”
“E’ stato un attimo Neville, non c’è stato modo di impedirgli di sparire!”
“Non ci credo, signore, mi scusi ma non ci credo!” e detto questo uscì dall’aula arrabbiato come mai nella sua vita.
Piton non lo fermò, provava la stessa rabbia ormai da giorni e in un certo senso sentiva di meritarsi quelle accuse.
Neville stava salendo le scale dei sotterranei a quattro gradini alla volta quando senza accorgersi sbattè contro qualcuno cadendo a terra.
“Accidenti!” urlò
“Scusa Neville, non ti ho visto!” rispose una voce femminile
Paciock fu riportato immediatamente alla realtà “Oh scusami Hermione, ti ho fatto male?” chiese aiutandola ad alzarsi
“No, e tu?”
“No, ero solo sovrappensiero e così non ho guardato, scusami tu!” rispose svelto il ragazzo ancora un pò accigliato
“Tutto bene Neville?” Chiese Hermione preoccupata
“Si, grazie Herm… sono un po’ in ansia per gli esiti degli esami… sai vorrei tanto averli superati bene!” Mentì il ragazzo
“Ti capisco, lo stesso vale per me sono tesa come una corda di violino… non vedo l’ora di sapere!” sorrise la ragazza “L’unica cosa positiva è che non appena riceveremo gli esiti degli esami potremo anche festeggiare al ballo!”
“E’ vero, me l’ero scordato!” disse il ragazzo arrossendo un poco “Che sciocco, ho anche invitato la ragazza più bella di tutta la scuola!”
“Grazie!” rispose la bella moretta un po’ imbarazzata
“Prego… ora scusami ma devo scappare!” fece Neville prima di correre alla torre di Grifondoro
“Ciao!” gridò Hermione, che con un cenno della mano lo salutò prima che scomparisse su per le scale.

“Non sai proprio mentire Paciock! Perchè eri così arrabbiato poco fà?” si chiese Pansy Parkinson, che da dietro una colonna, aveva assistito a tutta la scena. “Stavi parlando con Piton, vi ho sentiti discutere… lo hai rimproverato per aver lasciato andare via qualcuno… ma chi?” si domandò la perfida Serpeverde “Lo scoprirò… fosse l’ultima cosa che faccio! Tu e i tuoi amichetti pagherete per aver impedito al Signore Oscuro di compiere la sua missione!”si disse prima di dirigersi verso la propria sala comune.


Capitolo 45°: Il ballo

Il giorno tanto atteso finalmente arrivò.
L’intera scuola era in preda al delirio, i preparativi per il ballo che si sarebbe tenuto quella sera erano nel pieno della loro attuazione. La sala era già pronta, fantastici adobbi erano stati disposti per l’occasione dal Professor Vitious, una comoda pedana in parquet era stata adagiata al centro per le danze e tutt’intorno tavoli rotondi, magistralmente apparecchiati erano pronti ad ospitare i ragazzi e le loro dame. Il tavolo dei professori era particolarmente bello, ornato con bellissime rose e argenteria d’eccezione. In un angolo, su di un tavolino a parte, erano state disposte tutte le pergamene dei ragazzi che si sarebbero diplomati quell’anno, ufficialmente sigillate con la ceralacca e con il marchio di Hogwarts. Sulla sinistra, un angolo era stato adibito agli srumenti musicali che magicamente, come tutto del resto, avrebbero accompagnato la cena e successivamente gestito le danze.
Gli elfi domestici stavano lavorando senza sosta dalle prime luci dell’alba per preparare la cena del secolo. Le cucine brulicavano di esserini indaffaratissimi a tagliuzzare, spelare, cuocere, grattuggiare e montare vari ingredienti. Niente veniva lasciato al caso, tutte le portate erano curate nei minimi particolari.
Dal canto loro, tutti gli studenti erano persi nei propri preparativi, le ragazze presissime con vestiti, acconciature e trucchi, i ragazzi travolti da cravattini, papillon e dalla scelta di che fiore regalare alla propria accompagnatrice.
“Rose!” disse Draco allacciandosi il papillon sullo smoking nero che gli stava decisamente bene
“Orchidee!” suggerì Ron elegantissimo mentre si specchiava con indosso il suo
“Ragazzi, ciao scusate ho bisogno di una mano… questo diavolo di smooking e questo cravattino malefico non si allaccia e poi… che fiore regalo a Hermione?” Chiese Neville in panico entrando come una furia nella camera dei ragazzi
“Neville, ti sembrano domande da fare… non vedi che siamo in crisi anche noi? Dai vieni qua che ti allaccio quel coso, dopo due ore di prove sono diventato un asso!” Rispose Ron
“Sentite… è vero quello che si mormora?”
“Cosa si mormora?” chiese Draco ansioso di aver scordato qualcosa d’importante
“E’ vero che verranno date delle maschere all’entrata della sala?” disse Neville a fatica mentre Ron cercava di allacciargli il papillon senza strozzarlo
“Maschere? E da quando c’è questa novità?” domandò il biondino
“Ho sentito Seamus e Dean che ne parlavano, pare che ogni studente avrà una maschera, niente di pacchiano ma il viso sarà nascosto… solo gli occhi e la bocca resteranno visibili!” Spiegò il moretto
“Giura, e perché?” chiese Ron
“E che ne so, forse per rendere la cosa emozionante… pare sia stata un’idea dell’ultimo minuto di Silente!”
“Bha che Silente sia un po’ svitato non è una novità… ma le maschere… che cavolo centrano, mica è carnevale?”
Draco fece spallucce mentre Neville come colpito da un flash disse “Oh caspita com’è tardi… devo andare, ci vediamo nell’atrio scusatemi!” e così com’era entrato scappò dalla camera.
“E’ pazzo!” disse Ron fissandolo
“Sì, l’emozione di portare Hermione al ballo deve averlo rimbambito!” concluse il serpeverde sistemandosi un’ultima volta l’abito.

“Pronta!” disse Ginny uscendo dal bagno
“Caspita, ma dove hai preso quel vestito?” Chiese Blaise in adorazione
“Me l’hanno regalato mamma e papà, ti piace?”
“Ti stà benissimo, a Draco verrà un colpo e poi… i capelli ti stanno molto bene tirati su così, ti fanno risaltare il viso… sei bellissima Ginny!” le rispose l’amica
“Grazie, anche tu non sei niente male, vedo che hai optato per il vestito blu!”
“Sì… sai com’è, Ron adora questo colore e poi risalta perfettamente le mie curve… così ho pensato che avrei preso due piccioni con una fava!” disse la moretta arrossendo
“Ottima scelta Blaise, stai benissimo davvero, mio fratello schiatterà a vederti così!” Rispose la rossa abbracciandola “Ma dov’è Hermione?”
“Non lo so era qui dieci minuti fa, mi ha detto che le mancava un profumo… muschio bianco, credo che l’avesse prestato a Lavanda… forse è andata a riprenderselo!”
Proprio in quel momento la porta si aprì… era Hermione, ansimante per la corsa fatta.
“Herm, ma… non sei ancora pronta, sbrigati!” le gridò Ginny vedendola ancora in divisa
“Si, lo so… quella stordita di Lavanda non trovava più il mio profumo… ho dovuto aiutarla a cercarlo!” rispose la brunetta
“Ma che ti frega di uno stupido profumo?!” Chiese Blaise
“Ragazze, questo non è un profumo, questo è IL profumo, Harry lo adorava e io voglio che il suo aroma lo raggiunga ovunque sia!”
“Scusa Herm, non sapevo!” le disse Blaise imbarazzata
“Tranquilla… piuttosto andate avanti e dite a Neville che arrivo subito, mi raccomando invitatelo al nostro tavolo!”
Le ragazze annuirono e accompagnate dai rispettivi fidanzati, che nel frattempo erano rimasti shockati dalla bellezza delle proprie ragazze, si diressero verso la sala grande.

Neville aspettava nervoso ai piedi della grande scala continuando a chiedersi “Che fiore le regalo, che fiore le regalo, che fiore le regalo?”
“Perché non delle gerbere!” disse una voce fin troppo familiare
Il ragazzo si voltò di scatto e bianco come un cencio balbettò “Ha.. Ha..Harry!”
“Ciao Neville!” rispose un bel ragazzo moro mascherato a cui lo smooking nero stava impeccabilmente.
L’amico lo abbracciò e disse “Finalmente sei tornato! Ho avuto così tanta paura di non rivederti più! Perché sei scappato così?”
Harry non rispose ma contraccambiò l’abbraccio dimostrando tutto il suo affetto per il ragazzo.
“Silente sa che sei tornato?” chiese Neville
“Si, lo sanno anche Piton e tutto il corpo docente. Il preside ha indetto una riunione oggi per spiegare loro l’accaduto… non ti dico la McGranitt… che incazzatura!” ridacchiò Harry
“Immagino, ma allora vai tu al tavolo con i ragazzi!” disse l’amico
“No, vai tu, Silente a metà serata farà una sorta di annuncio, sai per preparare tutti allo shock di rivedermi! Mi ha pregato di restare al tavolo con loro fino ad allora”
“Capisco… bhè mi farai cenno tu per quando togliermi dai piedi?”
“Neville tranquillo, sono felice che hai invitato Hermione al ballo e lo sarò ancora di più se la farai divertire… davvero!” disse il moretto abbracciandolo di nuovo
“Ok, Harry… sono così felice che tu sia qui!”
“Sapessi io Neville!” e detto questo lo salutò e lo lasciò dove lo aveva trovato incamminandosi nella sala.
Proprio in quell’attimo, Ron a braccetto con una Blaise mozzafiato e Draco accompagnato da una più che spettacolare Ginny lo raggiunsero.
“Hey ragazze che celestiale visione!” Disse facendo il galante Paciock
“Grazie Neville!” risposero in coro le due bellezze “Hermione arriva subito, ha avuto un piccolo contrattempo per colpa di Lavanda, ha detto di entrare e sederci che ci raggiunge subito.
“D’accordo allora entriamo!” disse loro il ragazzo facendo strada
I cinque ragazzi si diressero al loro tavolo che era poco distante da quello dei professori.
“Chi è quello?” chiese Ron indicando un ragazzo seduto accanto a Silente
“Non lo so!” rispose vago Neville
“Eppure mi sembra di conoscerlo!” disse Draco sforzandosi di ricordare
“Ma che belle orchidee ragazze!” cambiò discorso il moretto
“Belle vero?” rincarò Ron gongolante per l’idea avuta
“Ah Sì… Bellissime!”
“E tu cos’hai preso a Hermione?” chiese il biondino
“Bhè un amico mi ha suggerito le gerbere!”
“Ma le adora!” gridò Ginny “Come fai a sapere che sono i suoi fiori preferiti… solo Harry lo sapeva!”
Neville visibilmente imbarazzato rispose “Bhè ho tirato ad indovinare!”
“Bravo, ottima scelta ne sarà entusiasta!!” disse Blaise strizzando l’occhio al ragazzo
“Paciock!” si sentì chiamare dal tavolo dei professori
Il ragazzo si voltò in quella direzione e vide Piton fargli cenno di raggiungerli
“Scusatemi ragazzi torno subito!” disse congedandosi dagli amici che, allibiti ma non troppo, ricominciarono dopo pochi secondi a ridere e a scherzare
“Professori, Buonasera!” disse il moretto salutando Silente e Piton
“Buonasera Neville, credi che insieme al Sig. Potter riusciresti a spiegare, nel modo più silenzioso possibile al Sig. Weasley e al Sig. Malfoy, tutta la situazione?” chiese Piton
“Ora signore?”
“No, domani… certo che è da fare ora, prima che la cena abbia inizio! Almeno a loro possiamo anticiparlo visto che è tutto risolto!”
“Direi di sì… ma come, non a quel tavolo e neanche in sala!”
“No, avevo pensato sul terrazzino la fuori… pensi di riuscire a portarceli tra cinque minuti?” chiese Harry
“Certo… inventerò qualcosa… d’accordo ci penso io!” e detto questo ritornò al tavolo.
Harry e Piton sorrisero… già s’immaginavano la reazione dei due amici.
Fu allora però che una visione eterea li distrasse, un angelo entrò nella sala, illuminandola e catturando tutti gli sguardi su di sé. Hermione era più bella che mai, indossava uno splendido abito lungo fatto su misura per lei di colore nero, lievemente scampanato e con un leggero strascico. I capelli erano stati in parte raccolti e i soffici boccoli le cadevano dolcemente sulle spalle nude. Un velo di trucco, rendeva perfetto ciò che madre natura aveva già reso praticamente irresistibile. Harry riconobbe l’abito, l’avevano visto durante l’ultima visita ad Hogsmeade fatta insieme... il moretto aveva insistito per regalarglielo ma lei aveva rifiutato dicendo che costava troppo… ed ora eccola lì, se l’era comprato da sola… in memoria del ragazzo che amava.
“Chiudi la bocca Potter!” sussurrò Piton nel vedere la reazione del ragazzo “Mantieni la calma e non sbavare!”
“Ho qualche difficoltà in questo momento, signore!” rispose Harry deglutendo
“Lo vedo, ma provaci lo stesso… sforzati!”
La ragazza si diresse sorridente al tavolo degli amici, che a bocca aperta, l’ammiravano avanzare. “Hermione, non ho parole!” disse Ron squadrandola
“Io sì… sei stupenda, sei un sogno!” disse Draco sorridendo
“Herm… ma questo è…” chiese Ginny
“Sì, questo è quello… grazie ragazzi siete tutti molto gentili, anche voi siete tutti bellissimi!” rispose guardando Neville che ipnotizzato la osservava rapito.
“Neville!” sussurrò Blaise dandogli una gomitata e risvegliandolo dal torpore
“Oh scusa… Hermione questi sono per te!” disse il ragazzo alzandosi dalla sedia e porgendole il mazzo di gerbere.
“Grazie, sono bellissimi… i miei preferiti!” ringraziò la ragazza felicissima
Il ragazzo sorrise, da bravo cavaliere le baciò la mano, spostò la sedia e la fece accomodare dopodichè colta la palla al balzo disse “Ron, Draco ho bisogno di parlarvi… subito!”
“Neville ma..!” cercò di dire il biondino
“Niente ma, vi prego è una cosa importantissima… vuoi scusarci vero Hermione?” chiese alla ragazza appena arrivata
“Certo… vi scuso, ma dopo mi dovrai un ballo in più!” rispose lei sorridendo
“Sarà un piacere!” amiccò il ragazzo prima che tutti e tre si recassero fuori sul terrazzino.

“Neville la sala è piena… tra poco inizia il ballo ma che diavolo c’è di così importante da portarci fuori?” domandò Draco un po’ scocciato mentre Ron annuiva
Un colpetto sulla spalla fece capire al moretto che Harry era accanto a lui “Ecco ragazzi, se vi dicessi che Harry non è morto, mi credereste?” Chiese a bruciapelo Paciock
I due amici impallidirono “Che stai dicendo Neville, se è uno scherzo è di cattivo gusto!” disse il rosso che aveva cambiato totalmente espressione
“Ragazzi ve lo giuro, Harry è vivo e stasera è qui!”
“Neville, anche se sei disperato per ciò che è successo, inventare queste storie non lo riporterà da noi, devi fartene una ragione!” Gli disse il biondino avvicinandosi e appoggiandogli una mano sulla spalla
“Ragazzi credetemi, Harry è vivo!”
“Smettila!” Gridò Ron “Perché ci fai questo, perché vuoi farci soffrire?” chiese poi con voce tremante
“Perché se poi mi svenite è un bel casino!” disse Harry senza riapparire
“Chi… chi ha parlato?” biascicò Draco
“Io!” rispose il moretto apparendo davanti ai loro occhi
Ron cadde a terrà mentre Draco indietreggiò spaventato.
“Chi sei?” chiesero i due ragazzi all’unisono
Harry a quel punto si tolse la maschera e sorrise ai suoi due amici. “Ciao ragazzi, come state?”
“Ha…rry!” ansimò Ron sgranando gli occhi
“Ha…ha..ha..rry!” balbettò Draco pietrificato
Il ragazzo fece un cenno di assenso con la testa e prima che potesse dire altro Ron lo abbracciò così forte da fargli mancare il respiro “Non ci posso credere, sei vivo, ma come? Da quando sei qui? Stai bene? Oh Dio quanto mi sei mancato!”
Harry ricambiò l’abbraccio e a fatica rispose “E’ una lunga storia, ma sappiate che sono vivo grazie a Neville!”
“Oh Neville!” disse il rosso abbracciandolo e cedendo il posto a Draco che singhiozzando strinse forte l’amico dicendo “Non farlo mai più… non provarci mai più a morire!”
“Lo prometto!” disse il moretto commosso
“Ma perché non ce l’hai detto prima, perché non sei venuto da noi?” Chiese tutto d’un tratto Ron
“Dovevo risolvere dei piccoli problemini!” e così dicendo lanciò un’occhiata complice a Neville che sorrise sornione “Comunque vi racconterò tutto dopo, dovete però mantenere il segreto perché Silente deve dare delle spiegazioni prima di fare il grande annuncio!”
Il biondo e il rosso annuirono e si diedero dei pizzicotti per verificare che non stessero sognando.
“Mi raccomando ragazzi, acqua in bocca!!” strizzò loro l’occhio l’amico, prima di rimettersi la maschera e tornare in sala.
Ron e Draco guardarono Neville, ancora sconvolti, come due automi persi nei loro pensieri, lo seguirono per tornare al loro tavolo.
“Tutto bene?” chiese Ginny vedendo il fidanzato più pallido del solito
“Benissimo!” rispose lui deglutendo
“Ron, ma stai male?” chiese Blaise vedendo il ragazzo sudato come se fosse appena uscito da una sauna
“Mai stato meglio!” Le rispose lui asciugandosi la fronte e rimettendosi la maschera “Ste maschere tengono un caldo!” mentì subito dopo
Hermione guardò Neville che senza accorgersi continuava a fissare Harry seduto al tavolo accanto al preside.
“Neville chi guardi?”
A quelle parole il ragazzo trasalì e svelto rispose “Il Ministro!” rispose
“Chi, il Sig. Weasley?” chiese Hermione facendo una faccia buffa
“Bhè no… a dir la verità guardavo Silente, gli stà proprio bene quella maschera!” rispose il moretto arrampicandosi sui vetri
Hermione si sporse e guardò in quella direzione, ma il suo sguardo cadde sulla persona che invece era seduta alla destra del vecchio preside. C’era qualcosa nello sguardo di quel ragazzo che aveva qualcosa di familiare. Il suo sorriso poi era così accattivante… ma chi era?
“Neville, chi è quel ragazzo seduto accanto a Silente e a Piton?” chiese la ragazza all’improvviso, scatenando il putiferio alla tavola.
Neville tossì, Ron sputò il succo che stava bevendo mentre a Draco andò di traverso il grissino che aveva addentato. “Chi?” chiesero in coro tutti e tre
“Quello!” disse Hermione indicandolo
“Si, chi è?” chiese Ginny interessata
“Non sembra affatto male!” disse Blaise sorridendo
“Ahhhhh quello… si lui è uno del Ministero della Magia, il figlio di un amico di Silente!” inventò il brunetto con falsa tranquillità
“Mi piacerebbe conoscerlo!” disse Hermione
“Magari dopo!” la seccò Ron “Ora mangiamo vi va?” chiese nervoso indicando gli antipasti appena apparsi sulla tavola
La ragazza non fece più di tanto caso all’imbarazzo degli amici e cominciò a servirsi di squisiti stuzzichini mentre la McGranitt, in piedi, attirava l’attenzione della sala dicendo “Cari studenti, finalmente possiamo dare inizio a questa festa speciale di fine anno… il Professor Silente vorrebbe dire due parole prima che iniziate a godervi la cena!” e così dicendo indicò l’uomo che si alzò sorridente
“Cari ragazzi, questa serata è particolarmente felice, scoprirete tra poco perché… sono lieto di dare il benvenuto al Ministro della Magia Arthur Weasley e a sua moglie Molly Weasley per aver accettato il nostro invito!” e detto questo cominciò a battere le mani in loro onore.
Ben presto tutta la sala si unì negli applausi, che furono particolarmente fragorosi al tavolo di Ron e Ginny.
“Ed ora buon appetito!” concluse il preside prima di sedersi e addentare una tartina con il patè di tonno
La sala ringraziò e la cena potè finalmente iniziare, le portate si susseguivano con una velocità impressionante. Tutto era delizioso, gli elfi avevano davvero esagerato, sulle tavole appariva ogni ben di Dio… che trovava giusta soddisfazione tra i commenti ammirati dei commensali.
“Caspita, è squisito!” disse Ron assaggiando il risotto al radicchio e provola affumicata di Blaise
“Perché non hai ancora sentito questa zuppa di carote!” disse Ginny indicando il suo piatto
Poi all’improvviso la musica si alzò, fino ad allora era rimasta soffusa e aveva accompagnato l’arrivo delle portate… ma ora tutto d’un tratto uno splendido lento, che Hermione riconobbe essere “Everything I do” di Brian Adams, risuonava più forte nella grande sala.
La ragazza guardò Neville e disse “Se non sbaglio mi dovevi un ballo!” Il ragazzo annuì e felice si alzò porgendole la mano e accompagnandola al centro della pedana.
I due ragazzi sotto lo sguardo ammirato degli altri studenti e dei professori iniziarono a danzare sorridenti. Poco dopo altre coppie si unirono a loro, riempiendo così l’intera pedana. Fu allora, che un bel ragazzo moro si alzò e raggiunse i due amici, diede un piccolo colpetto alla spalla di Neville e chiese camuffando un po’ la voce, “Posso?”
L’amico sorrise e rispose “Certo, se la mia dama acconsente!”
Hermione, non sapeva bene perché, ma annuì veloce… quel ragazzo la intrigava, aveva qualcosa di familiare.
Harry la strinse e cominciò a ballare con lei. Ron e Draco sorrisero e trattennero a stento le lacrime mentre Neville felice faceva ritorno al tavolo.
“Che buon profumo!” disse Harry inspirando delicatamente l’aroma che Hermione emanava
“Grazie è…” fece per rispondere la ragazza
“Muschio bianco!” rispose lui per lei
“Si, come fai a conoscerlo?” chiese Hermione stupita
“E’ il mio profumo preferito, lo riconoscerei tra mille!” disse Harry facendola girare
“Davvero… pensa era anche il profumo preferito di una persona a me molto cara!” disse la bella brunetta abbassando lo sguardo “Tu me lo ricordi molto!”
“Una bella ragazza come te non dovrebbe essere triste!” disse Harry guardandola da sotto la sua maschera
“Non puoi capire, lui… non c’è più!” rispose Hermione
“Come ti chiami?” le chiese il moretto
“Hermione!”
“Senti Hermione, credi nei miracoli?” domandò poi con un sussurrò al suo orecchio
La ragazza non rispose subito, fissò quegl’occhi verdi incredibili per qualche istante, poi piano si staccò da lui e rispose “Mi piacerebbe… ma purtroppo certe cose non possono tornare!”
La musica era ormai finita, solo loro due erano rimasti sulla pedana come rapiti l’uno dall’altra. Harry la guardò e magicamente fece apparire una bellissima rosa rossa dietro la schiena e gliela porse dicendo “Per te, una rosa per dirti che tutto è possibile!” dopodiché le baciò la mano e l’accompagnò al suo tavolo tornando poi veloce al proprio.
Professori e studenti erano rimasti zitti per tutto il tempo, in adorazione di qualcosa di bello. Anche la musica aveva smesso momentaneamente di suonare per non disturbare quell’attimo eterno.
La ragazza si sedette al tavolo, annusò la rosa e sollevò piano il viso, poi con gli occhi lucidi, disse agli amici in attesa di un suo commento “Lui è… è… così simile a Harry! Credevo di essere abbracciata a lui… è stato incredibile!”
Neville le strinse la mano e sorrise.
“Oh scusami Neville, avrai pensato che sono una maleducata!”
“Assolutamente no Herm, sono felice per te, davvero!”
La ragazza annuì e guardò nuovamente il fiore appoggiato al tavolo. Una rosa… quel ragazzo prima di andarsene le aveva lasciato una rosa… “Mio Dio, stò vivendo un dejà-vu!” pensò fra sé la bella moretta.
Fu al termine delle seconde portate che Silente si alzò catturando l’attenzione di tutti gli studenti.
I mormorii si spensero ben presto e tutti rimasero in assoluto silenzio curiosi di sapere cosa c’era di così importante da creare tanto mistero.
“Cari ragazzi e ragazze, come vi avevo anticipato ad inizio cena, c’è una cosa molto importante di cui vorrei parlarvi questa sera. Come ben saprete il Signore Oscuro, conosciuto come Voldemort, è stato sconfitto, è finalmente morto!” disse secco il preside mentre la sala a quel nome aveva trattenuto il fiato.
Sentendo Silente pronunciare quelle parole Hermione trasalì e chiuse gli occhi… il ricordo di Harry sdraiato immobile su quel letto tornò vivido alla sua mente come se fosse stato ieri.
“Di questo dobbiamo ringraziare una persona speciale, cara a molti di voi, il signor Harry Potter…!” continuò il preside
Molti applausi si levarono nella sala a quel nome.
“Come saprete il sig. Potter è stato dichiarato morto a fine febbraio in seguito ad un arresto cardiaco… e voi tutti avete partecipato ai funerali ufficiali che si sono svolti allora. Ma stasera è ora che sappiate la verità!” a quelle parole la sala irruppe in un “Ohhhhh! Quale verità?”
Hermione guardò Silente sconvolta, pendeva letteralmente dalle sue labbra.
“C’è una persona che vorrebbe dire due parole relative a tutta quella vicenda e mi sembra più che giusto che abbia l’opportunità di farlo… vi prego di ascoltarlo attentamente!” Così dicendo Silente indicò il moretto mascherato seduto alla sua destra che alzandosi piano, ringraziò il preside e dopo quanche secondo disse “Otto mesi fa conobbi un ragazzo, il suo nome era Harry Potter!”
Hermione singhiozzò nel sentir pronunciare quelle parole mentre Ginny le passava un fazzolettino.
“Lo vidi per la prima volta sdraiato, su un letto all’ospedale di San Mungo, non stava un granche bene… benché tutti lo considerassero speciale, dotato di straordinari poteri e coraggioso… a me era apparso solo molto triste e stanco… stanco di vivere.” Disse con la voce rotta dal magone
Il preside appoggiò una mano sulla spalla di Harry che annuendo continuò “Quel ragazzo, che voi tutti adorate e che vi è stato amico in tutti questi anni, non era come lo avete sempre visto…”
La sala ebbe un sussulto “Ma che diavolo stà dicendo? Chi cavolo è sto tizio?” si udì mormorare dai tavoli gremiti di studenti che visibilmente scocciati da quelle parole si stavano alterando
“Ditemi, come lo consideravate?” chiese il ragazzo subito dopo
“Forte!”, “Coraggioso!”, “Leale e onesto!”, “Determinato!”, “Divertente!”, “Intelligente e sempre disponibile!” si sentì rispondere qua e là dai vari tavoli
“Sono tutte belle cose, ma vi siete mai fermati a pensare, se anche lui come voi, poteva aver paura o se poteva sentirsi solo e impotente di fronte a certe cose?” Richiese nuovamente Harry mentre una lacrima solcava la sua guancia
“Harry Potter, non aveva paura di nulla!” disse Colin Canon alzandosi “Lui era un esempio per tutti noi! E tu non hai il diritto di dire queste cose su di lui!”
“Mi dispiace Colin, ma ti sbagli! Lui come voi ne aveva tanta di paura ed era spaventato… il suo terrore più grande era proprio quello di non essere all’altezza delle vostre aspettative, temeva di deludervi più di ogni altra cosa al mondo!”
A quelle parole Colin e tutta la sala si zittirono, Hermione fissò il ragazzo senza proferire verbo poi di scatto guardò la rosa, poi di nuovo il ragazzo, poi la rosa, il ragazzo… e capì “Harry!” sussurrò alzandosi dalla sedia mentre il cuore le batteva a mille all’ora.
“Sono qui per dirvi che l’Harry Potter che voi tutti consideravate un eroe è morto quel giorno, l’Harry Potter che si nascondeva, che scappava da sé stesso e non lasciava trasparire i suoi veri sentimenti… neanche con le persone che amava di più!” e detto questo si voltò verso il tavolo degli amici più cari lasciando che altre lacrime bagnassero il suo viso “Quello che a tutti i costi doveva dimostrare di essere perfetto e immacolato se ne è andato otto mesi fa… mi spiace deludervi ma questo è quello che è veramente accaduto!” disse il ragazzo camminando fino nel centro della pedana.
“Perché ci stai dicendo queste cose?” gridò Seamus Finnegan rabbioso “Perché ora che Harry se ne è andato?” chiese singhiozzando il ragazzo
Harry fece un lungo respiro poi rispose “Perché, voi tutti siete stati parte importante della sua vita ed è giusto che sappiate che quel ragazzo se n’è andato ma fortunatamente al suo posto… è tornato un nuovo Harry, più forte del precedente perché finalmente consapevole delle proprie debolezze e delle prorie paure!” e così dicendo si sfilò la maschera che copriva il suo bel viso.
La sala sussultò a quella vista, basita non poteva credere ai propri occhi, quel ragazzo che fino a poco attimi prima aveva infangato il nome del loro amico… era Harry Potter.
“Potter!” disse Pansy digrignando i denti… invano per giorni aveva cercato di venire a capo dei suoi sospetti ma senza riuscirci. Ora le era tutto più chiaro… “Mio padre e i suoi amici sapranno!” disse guardando il ragazzo con odio.
Solo Hermione, sotto lo sguardo sconvolto di tutti i presenti, ebbe il coraggio d’incamminarsi verso il moretto che immobile al centro della sala aveva smesso di parlare.
Lui la vide avvicinarsi, e mentre calde lacrime continuavano a rigargli il viso, le disse “Ciao amore! Non ti ho ancora detto che sei bellissima stasera!”
La ragazza gli accarezzò tremante la guancia, come a volersi accertare che non si trattasse di un sogno, dopodiché gli gettò le braccia al collo e scoppiò a piangere come una bambina.
Lui la strinse forte e la fece sfogare “Sei tornato… Sei tornato!” disse lei singhiozzando
“Te l’avevo promesso amore che sarei tornato da te!” le rispose il ragazzo sorridendo
“Harry, ma… com’è possibile, dove sei stato?”
“Ti spiegherò tutto dopo Herm, ora fatti abbracciare mi sei mancata così tanto!” disse stringendola ancora più forte.
Hermione cominciò a sorridere e poi a ridere felice… non era così serena da tanto tempo… fu in quel momento che Harry le prese il viso tra le mani e la baciò dolcemente davanti a tutti gli studenti e a tutti i professori commossi.
Ron lo imitò, si voltò verso Blaise e la baciò con passione mentre Draco già stava facendo lo stesso con Ginny.
La sala finalmente si riprese dallo shock ed esplose in un boato di felicità.
Grida, applausi, fischi… risuonarono nella grande sala. Ron e Draco seguiti a ruota da Ginny, Blaise e da Fred e George corsero ad abbracciare l’amico e poco dopo tutti gli altri studenti fecero lo stesso.
Harry era tornato!!
Gli apprezzamenti di gioia e le dimostrazioni d’affetto continuarono a lungo, poi finalmente il ragazzo fu lasciato libero di poter andare a sedersi al tavolo dei suoi amici. In quell’attimo, vedendo Neville sorridente seduto al posto, il moretto si ricordò di aver dimenticato di dire una cosa importante.
“Dimenticavo!” disse ad alta voce catturando nuovamente l’attenzione di tutti i presenti
“C’è una persona, alla quale sarò debitore per sempre. Non l’ho ancora pubblicamente ringraziato di avermi salvato la vita e di avermi permesso di tornare… se non fosse stato per lui a quest’ora sarei sicuramente morto, Neville!”
Il ragazzo si alzò e corse ad abbracciare l’amico che contraccambiò la stretta fraterna dicendo “Grazie Neville, grazie davvero!”
“E di cosa, so che tu avresti fatto lo stesso per me!” rispose Paciock stringendelo
I due ragazzi si abbracciarono per qualche minuto davanti alla sala esultante, dopodichè si diressero insieme al tavolo per terminare la cena.
Hermione non riusciva a staccare gli occhi dal suo Harry, così come del resto non ci riusciva tre quarti della sala… il ragazzo sorseggiò un po’ di succo di zucca poi notando che Hermione lo fissava chiese “Tutto bene Herm?”
La ragazza annuì e sorrise in modo ebete
“Tesoro, c’è qualcosa che posso fare per te?” chiese il ragazzo che capita l’antifona aveva cominciato a prenderla un po’ in giro.
“No, tu rimani pure fermo così… che io ti guardo!” aveva risposto la ragazza
“Mi guarderai… tutta sera?” chiese lui sorridendo
“Certo, devo recuperare otto mesi!” disse lei felice
“Senti e se ti dessi qualcosa che ti facesse distrarre dall’ammirarmi tutta sera, spostando magari la tua attenzione su qualcosa d’altro?” chiese il ragazzo malizioso
“Non ci riuscirai, Harry!” rispose serafica la bella moretta
“Davvero?” fece lui sornione “Allora se permetti!” disse alzandosi e ovviamente attirando su di sé tutti gli sguardi di professori e studenti. “Devo prepararmi!” disse calmo
“Per cosa?” chiese la ragazza curiosa
Harry non rispose, si pulì la bocca con il tovagliolo, si schiarì la gola e inginocchiatosi davanti a Hermione, in una posizione ben visibile da tutta la sala, estrasse una scatolina di velluto blu scuro dalla tasca, la porse alla ragazza e disse “E’ per te!”
Lei con la mano tremante afferrò la scatolina, aprì lentamente il coperchio e sgranando gli occhi balbettò “Ma… ma… questo è… è…!” senza riuscire a finire la frase
“Si, hai capito… è proprio lui… Hermione Granger, ti amo da impazzire, sei così bella, determinata e intelligente, tu mi completi e starti accanto mi ha reso migliore, vorrei tanto poter trascorrere con te ogni istante della mia vita… Hermione, vuoi sposarmi?” chiese il ragazzo con la voce rotta dall’emozione
La sala si lasciò scappare un Ohhhhhhhh da guinness dei primati e mentre tutte le ragazze invidiavano lei per il momento tanto romantico e tutti i ragazzi invidiavano lui per la risposta che avrebbe ricevuto da lì a pochi secondi, Hermione sorrise “Si, Harry, lo voglio, lo voglio con tutto il cuore!” rispose mentre una lacrima di gioia scendeva piano sulla sua guancia.
Il ragazzo sorrise, si rialzò e la abbracciò forte poi come la tradizione esige prese l’anello dalla scatolina e glielo infilò al dito. Numerosi applausi e urla accompagnarono quel tenero gesto che fu siglato con un dolce bacio.
Il solitario risplendeva come un faro… Harry era riuscito nel suo intento, ora non solo Hermione non lo guardava più ma anche Ginny e Blaise erano imbambolate a fissare l’anello dell’amica.
“Oh Herm, che bello!” disse Ginny guardandolo
“Che romantico… che uomo… ha guadagnato un milione di punti con questa cosa!” rincarò Blaise asciugandosi gli occhi dalla commozione
“Eh si, è proprio bello!” disse loro l’amica gongolante ammirandosi il dito
“Sei il mio mito Harry… sappi che ho preso appunti e questa cosa me la rivenderò al momento giusto!” disse Neville battendo il cinque al ragazzo
“Sì, grazie Harry!” fece Draco “Chissà cosa dovremo inventarci per recuperare questo tuo numero!”
Il moretto ridacchiò “Ragazzi, non potevo non farlo… ci stava troppo bene!”
“Bastardo… per colpa tua dovremo fare i salti mortali, sai che palle sentirsi dire “Oh ma come è stato romantico Harry…!”, “E’ però…Harry è stato così dolce…”, “Hai visto Harry, perché non fai come lui!” disse Ron imitando la voce di Blaise
I quattro ragazzi scoppiarono a ridere mentre le ragazze fecero una smorfia e dissero “Cretini!”
La serata continuò gioiosa, dopo i dolci finalmente ci fu la cerimonia di tutti gli studenti che si diplomavano, ad ognuno fu consegnata la propria pergamena, con tanto di stretta di mano del preside, dei professori e del Ministro della Magia. Ron fu particolarmente orgoglioso di stringere la mano a suo padre che commosso lo abbracciò calorosamente.
“Harry Potter!” chiamò la McGranitt e il ragazzo si avvicinò al tavolo per ritirare la sua pergamena.
“Signor Potter, nonostante lei non abbia sostenuto esami, che per inciso sosterrà nei prossimi giorni, è un piacere poterle assegnare questa borsa di studio per una specializzazione in Arti Oscure e Incantesimi!” disse la professoressa sorridendo e pasandogli la lettera
“Grazie!” rispose felice il ragazzo
“Inoltre è mio piacere nonché onore dirle che la sua domanda per diventare Auror è stata accettata dal Ministero della Magia, inizierà l’addestramento il primo ottobre insieme al Signor Malfoy, al Signor Weasley, al Signor Paciock, al Signor Flitt e alle Sig.ne Granger e Zabini.” Concluse la professoressa di trasfigurazione passandogli la lettera d’accettazione siglata dal ministro in persona.
Harry esultò e felice, dopo aver ringraziato, corse al tavolo dagli amici che già stavano saltando come dei pazzi dalla gioia. “Ce l’abbiamo fatta!” Gridò abbracciando Ron
“Fratello lo sapevo che ci prendevano tutti, me lo sentivo!” rispose l’amico emozionatissimo
“Blaise anche tu!” urlò Hermione abbracciandola
“Sorpresa!” disse l’amica “Non l’ho detto a Ron perché non volevo si arrabbiasse come aveva fatto Harry… ma credo invece che gli faccia piacere!”
“Oh bambina, certo che mi fa piacere!” disse il ragazzo baciandola con passione
“Bene! Se la smettete possiamo continuare con la cerimonia!” disse la McGranitt lanciando un’occhiata furiosa a Blaise e Ron che non smettevano di baciarsi
“Scusi!” risposero i due ragazzi diventando paonazzi mentre la sala esplose in una fragorosa risata.
La McGranitt smise i panni di vecchia burbera e scoppiò a ridere come tutti gli altri, fece un cenno che non importava e diede il via alle danze.
La pista fu invasa da ragazzi e professori che si scatenavano nei balli più diversi.
“Professore!” gridò Neville vedendo con chi stava ballando Piton
“Ciao Neville!” disse Clarissa Banks, bella più che mai “Severus è stato così gentile da invitarmi!”
“Ma è stupendo!” rispose il ragazzo sorridente
“Si, lo è!” asserì Piton facendo fare un caschet alla ragazza e strizzando l’occhio a Neville che poco dopo fu distratto da Emily Doherty, una bella ragazza bionda di Corvonero, che un po’ imbarazzata gli si era avvicinata dicendo “Ciao Neville, senti mi farebbe piacere ballare con te, se ti và?!”
Il ragazzo arrossì un poco, Emily era fantastica fasciata nel suo abito argentato, l’aveva incontrata spesso durante quell’anno ma non aveva mai avuto il coraggio di parlarle… solo sguardi fugaci ma niente di più. Ammirandola, Neville sentì il cuore riempirsi di uno strano calore “Con molto piacere!” le rispose abbracciandola e cominciando a farla roteare.
“Harry!” disse Draco guardando l’amico “Voglio dirti che quello che hai detto prima… è stato bellissimo!”
“Si, sei stato davvero fantastico, avevo la pelle d’oca… mi hai anche fatto piangere!” fece Ron abbracciandolo
Il moretto sorrise commosso e li ringraziò “Avrei dovuto dirvelo tanto tempo fa! Scusatemi per non averlo fatto prima!”. I tre ragazzi si guardarono, un tacito legame, più forte che mai, si era appena cementato fra loro… qualcosa che sarebbe rimasto per sempre nel loro cuore.
“Signor Malfoy, mi fa ballare oppure no?” chiese Ginny guardando il biondino
“Molto volentieri, come potrei non far ballare una bella ragazza come te!” rispose il ragazzo abbracciandola e trascinandola in pista
“Già… Signor Weasley, anch’io avrei piacere di scatenarmi con lei… ma se è troppo occupato, avrei giusto ricevuto un invito…!” fece Blaise poco dopo
Ron la fissò malizioso, la tirò a sé e appoggiandosi al muro poco distante cominciò a baciarla e a sussurrarle parole dolci.
Harry sorrise a vedere i due amici così felici, poi si voltò per cercare la sua Hermione. La vide chiaccherare allegramente con Jonas Flitt che era andato a congratularsi con lei per essere stata ammessa all’addestramento Auror.
Il ragazzo li guardò poi si disse “Non incominciare Harry! Stanno solo parlando!”. Lasciò che i due ragazzi finissero di chiaccherare, si avvicinò, salutò Jonas e scusandosi afferrò Hermione e la trascinò sulla pedana… poi ballando molto sensualmente con lei appiccicata addosso le disse “Ti amo, futura signora Potter!”.
“Ti amo anch’io Signor Potter!” rispose lei baciandolo “Non mi sembra ancora vero, che tu sia qui!”
“Sei felice?” chiese lui accarezzandole una guancia
“Da morire!” rispose la bella moretta
“No ti prego… almeno per un bel po’ di morire non se ne parla!” disse lui alzando gli occhi al cielo
La ragazza fissò quegl’occhi verdi fantastici e abbracciandolo stretto stretto rispose “Va bene! Tanto non ho impegni per i prossimi centocinquant’anni!”
Harry sorrise annuendo “Che fai stasera?” chiese malizioso poco dopo
“Oh bhè sai, dipende!” rispose Hermione ammiccando
“Da cosa?” chiese lui curioso
“Da te!… pensi di restare nei paraggi bel moretto?” rispose la ragazza sorridendo
“Ma… non so… siiii, perché… che avevi in mente?”
“Oh niente di che, sai quando non c’eri… ho fatto un salto da Madama Pettiblue e ho preso un paio di cosine carine…” disse la ragazza facendo finta di sminuire la cosa
“Ma davvero… Bhè in tal caso, resto di sicuro!” disse il ragazzo abbracciandola e baciandola sul collo con passione. Hermione sorrise, quella sarebbe stata una notte memorabile, la prima di una lunga vita felice insieme.

FINE

  
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