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Autore: sweet_hyra_97    22/07/2013    0 recensioni
Un incontro casuale in discoteca.
Lei, capelli rossi e un caratterino un po' particolare.
Lui, poco cauto e propenso a cacciarsi nei guai anche involontariamente.
Una coppia un po' fuori dagli schemi, una KibaKarin.
|Aggiunto Ooc|
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Crack Pairing | Personaggi: Karin, Kiba Inuzuka
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: Contesto generale/vago
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Capitolo 6
«Quindi hai capito? Di pomeriggio vengo a casa tua a prenderti, ma non dimenticarti di invitare quel qualcuno che ti ha rubato il cuore, eh!» ripeté Ino per l’ennesima volta, dall’altra parte del cellulare.
«Sì, sì, ho capito. Visto che insisti tanto, lo farò venire, ma non metterti strane idee in testa.» esclamò, con la voce ancora assonnata, Karin, che voleva ancora continuare a dormire.
«E cerca di svegliarti, per una volta buona!» disse l’altra.
«Va bene, ok, adesso posso continuare a dormire che sono ancora le nove?» chiese Karin.
«Uff, come sei. Ci vediamo più tardi. Ciao ciao.»
«Ciao.» si limitò a rispondere, attaccando la chiamata e buttandosi con la testa all’indietro sul cuscino.
Non riusciva a capacitarsi come riusciva quella ad essere così mattiniera, sapeva solo che aveva ancora un sonno tremendo. E si riaddormentò senza accorgersene.
Il cellulare squillò nuovamente, quindi Karin si vide costretta ad alzarsi per rispondere, senza nemmeno guardare chi fosse.
«Ancora dormi? Svegliati, pelandrona!» la voce di Ino le rimbombò nelle orecchie.
«Mh. Che ore sono?» chiese, per curiosità.
«È mezzogiorno, dormigliona. Vedi di sbrigarti, altrimenti quando verrò sarai ancora in pigiama!»
«Davvero?» rispose, un po’ di incredulità nella voce.
«Sì, e immaginavo che ancora dormissi. Ci vediamo più tardi.»
«Va bene, a più tardi.»
Chiusa la chiamata, si mise a sedere sul letto, riflettendo su come dovesse formulare l’invito. E le venne anche il dubbio se chiamarlo, a Kiba, o mandargli un semplice messaggio: non si era ancora abituata, provava un certo imbarazzo nel chiedergli qualcosa.
“Ciao Kiba, come va?
Un’amica mi ha invitato oggi per uscire
assieme a tutti gli altri, però mi farebbe
piacere se venissi pure tu.
Che ne dici?”

Dopo alcuni minuti ricevette il messaggio di risposta che, come immaginava, era più che positivo: aveva accettato di uscire con lei e ne era felicissima.
***
Il campanello suonava incessantemente, fino a quando Karin non aprì la porta, per trovarsi davanti Kiba.
«Sei in anticipo, a quanto pare!» esclamò sorridente lei.
«Beh, sempre meglio che ritardare, che dici?» rispose il ragazzo, entrando dentro l’ormai familiare appartamento.
«Sì, questo è vero, ma devo finire di prepararmi...» disse incerta Karin, indicando le ciabatte ed i capelli ancora sfatti.
«Quelli non sono un problema: c’è tempo ed io posso aspettare!» la rassicurò.
«Ok, allora aspettami qui. Fa’ come se fossi a casa tua nel frattempo.»
***
«In fondo non è stata una cattiva idea, quest’uscita in... Quanti siamo?» chiese Kiba a Karin, guardandosi attorno.
«Non è quello l’importante!» sorrise lei, continuando a gustarsi quel gelato che aveva in mano già da una ventina di minuti.
«Quindi state insieme?» s’intromise Ino, trascinando con sé pure il proprio ragazzo, Sai.
«Ino! Che razza di domande...» esclamò, poi si rivolse al ragazzo. «Devi scusarla, impicciarsi negli affari degli altri è il suo mestiere.» continuò, ricevendo una linguaccia dall’altra.
«Perché, state insieme?» s’intromise improvvisamente Naruto, che fino a quel momento aveva dedicato le sue attenzioni alla sua ragazza Hinata. «E non mi hai detto niente, cugina?»
«Davvero? Perché non ci hai detto nulla, Karin?» intervenne pure Sakura, sfoggiando un sorriso sornione.
Tutto il resto della comitiva si limitò solamente a guardare, ma già tutto questo era bastato per mettere in soggezione la povera ragazza, che stava diventando più rossa dei propri capelli.
«A-adesso basta... Non è vero nulla.» riuscì a dire soltanto, ma nessuno la credeva.
«Stai mentendo.» la canzonò Ino. «Non saresti diventata rossa, se non fosse vero.»
«E allora? Che cosa c’è di male?» la difese lui, stringendole le spalle. «Stiamo insieme, sì!»
In fondo non sapeva cosa, realmente, l’aveva spinto a dire così: gli era venuto d’istinto, non l’aveva fatto apposta.
«Di male? Nulla, ma perché nascondere una cosa così bella?» ammiccò Ino.
«Volevo fosse una sorpresa...» intervenne Karin, che era riuscita a far funzionare le proprie corde vocali. «Non ho voluto dirvelo prima perché volevo che fosse una sorpresa...»
«Voglio crederti...» rispose Ino, con uno sguardo che stava ad indicare che avrebbero fatto i conti più tardi.
Dopo che l’attenzione di tutti si spostò altrove, Karin cominciò a parlare, rivolta a Kiba.
«Scusami...» sussurrò.
Lui la guardò perplesso.
«E per cosa?»
«Per averti costretto a dire una fesseria più grande di me e te messi assieme...» rispose, sempre con voce bassa, attenta a non farsi sentire da altri se non dal ragazzo che aveva al proprio fianco.
«Per me non è un gran problema, questo! Non devi preoccuparti assolutamente.» la rassicurò. Lei sorrise, in risposta.
«Sicuro?»
«In effetti mancherebbe qualcosa che non ti ho detto...» iniziò lui, facendola incuriosire e preoccupare allo stesso tempo. «Devo ammettere che... Come dirtelo? Mi viene difficile...» continuò, cercando le parole adatte.
«Non farmi preoccupare, per favore!» esclamò lei, senza un motivo ben preciso.
«Niente di grave. Il fatto è che mi piaci, ecco.» disse quindi, sentendosi più leggero. Sentiva che quel groppo alla gola era andato via da solo e che adesso stava meglio.
«Davvero?» rispose semplicemente lei, diventando di nuovo rossa. «Se è così, si spiegano molte cose...»
Poi si alzò in punta di piedi e sfiorò le sue labbra, quel tanto che bastava per far provare al ragazzo un brivido di piacere. Lui, quindi, si abbassò, per raggiungerla e baciarla meglio, stavolta non di sfuggita ma appassionatamente, come desideravano da tempo.
Nel frattempo, Ino la guardava sottecchi, dando per scontato che era vero come pensava lei e non quello che le avevano appena detto, quindi constatò, con un sorriso, che, sì!, Karin aveva alcune cosine da raccontarle.

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Eccomi di nuovo qui, con l'ultimo (speriamo) capitolo di questa demenza :D
Non so ancora se ne aggiungerò altri... Ne sarei tentata, dato che lascio, alla fine, tutto con un finale più che aperto.
Per il momento aggiungo l'avvertimento "incompiuta", indicandola come completa, poi si vedrà.
Chissà se non mi verrà qualche lampo che mi ispirerà per qualche capitolo più intelligente...
Per ora vado ^_^
Alla prossima!
  
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