Ps: in questo capitolo incontriamo anche un altro punto di vista.. fatemi sapere cosa ne pensate!
Capitolo Terzo
“Non c’è niente di più brutto che aspettare qualcuno che non correrà mai verso di noi, aspettare un messaggio che non arriverà, un telefono che non squillerà, una chat che non si aprirà, un amore che non sboccerà. Niente di più brutto che continuare a sperare solo un po’, anche se si dice il contrario, anche se non sembra. Niente di più brutto che restare a vivere di ricordi, a pensare a cosa avresti potuto fare, ma non hai fatto o a cosa hai fatto, ma non dovevi fare.
Niente di peggiore che credere in qualcosa che non esiste”
— Anonimo
Penso spesso a come sarebbe stare con lui, il mio raggio di sole nelle giornate più buie, il piccolo fiocco di neve tutto biondo per cui ho un debole da anni e che immagino di conoscere bene, più di quanto conosca me stessa. Ho provato spesso a buttare giù qualche riga, a scrivere ciò che lui significa per me. La risposta è cangiante, proprio come il tempo, gli anni, le stagioni e i colori con le loro mille sfumature e sfaccettature. Non ho ancora capito cosa significhi lui per me, ma so soltanto che l'amore che ho per lui mi fa sentire viva, mi distrugge ma mi tiene in vita, e una volta dentro non posso che proseguire questo mio cammino perché la curiosità mi spinge ad andare avanti, per cercare di capire dove mi porterà. Conduce la mia vita, le mie emozioni. E' un amore impossibile, di quelli che ti riempiono la vita. So che la speranza non mi abbandonerebbe mai. Anche quando crescerò, quando arriverà il momento di essere grandi per davvero, quando dovrò costruirmi una vita vera senza di lui, quando non farà parte del mio futuro. La speranza non mi abbandonerà mai. In cuor mio so che ci spererò un po’ per sempre. E so che alla fine sceglierei sempre lui. Anche tra dieci, venti, trent'anni. Sceglierei sempre lui.
***
Fa caldo, non che sia una novità in Sicilia. Me ne sto in disparte, cercando l’angolo più fresco della casa, ad ascoltare musica. E’ la tipica giornata di giugno. Il sole è caldo, forte, i suoi raggi penetrano anche dentro le mura di casa. Non me ne accorgo neanche, ma mia nonna si avvicina a me, ha qualcosa da raccontarmi. La ascolto, ha fatto un sogno. “Che sogno?” chiedo. Lei non sa, ma le sue parole mi lasciano a bocca aperta. Mi ha sognata, e mi ha sognata insieme ad un ragazzo. Era più alto di me, con i capelli biondi, e non era italiano. Andavamo a trovarla, qui al mare. Eravamo una coppia. “Tanto sono single” ribatto. Cerco di minimizzare, di non far capire quanto il racconto di quel sogno mi abbia scossa. Non me ne capacito. Non sa di me, perché ha fatto questo sogno? Perché il ragazzo del sogno era proprio biondo, straniero, più alto di me? E soprattutto, perché nella mia mente riesco a vedere solo una persona mentre lei mi racconta del suo sogno?
Finiamo di parlare e subito decido di andare a dormire. Sono solo le quattro di pomeriggio, ma non c’è niente di meglio di un bel sonnellino pomeridiano, per non pensare a nulla. Il sonno a volte riesce a curare tutti i dolori, dormiamo per non pensare, per non piangere. Quando mi sveglio ho gli occhi ancora umidi. Quel sogno ha lasciato il segno.
Ho provato, che dire, a farmi scegliere. Ho sperato. Dovevo.
Era una possibilità, capisci?
Come fare a metterla via, a dimenticarla. Forse aspettando, forse non era il momento. Forse io e te abbiamo un altro tempo.
Sono sicuro che con qualche giorno in più, ora in più, ti avrei portato via con me.
È l’idea che almeno una volta succeda, no?
Hai presente? Quell’idea invasiva e sotterranea che si inabissa o si palesa e lo fa una volta sola per tutte e se l’avverti non puoi far finta di niente se hai un po’ di senno.
Come un sibilo fluttuante e sinuoso. A me è successo questo: non sono riuscito a fare finta di niente, non volevo, in fondo.
Non potevo far altro che cercare di portarti con me, dal profondo, per egoismo quasi, per farmi stare bene.
Anche se sapevo di non potere.
Anche se era rischioso.
Anche se tu non vuoi, anche se, infine, la tua felicità non dipende da me. E non posso fare a meno di chiedertelo di nuovo. Solo per essere sicuro.
Verresti?
—Italo Calvino
N
F
E vorrei saperlo davvero. Vorrei sapere dove sei, se porti qualcuno nel cuore proprio come io porto te nel mio. Vorrei sapere cosa ti passa per la mente ogni giorno, ogni ora, ogni minuto. Vorrei poterti leggere nella mente, e scoprire che l'oggetto dei tuoi pensieri sono solo io e nessun'altra. Vorrei che sapessi ciò che significhi per me, non solo vorrei essere un libro aperto per te, ma vorrei anche essere il tuo libro preferito. Quello che leggi e rileggi quando ti senti solo, quando hai bisogno di qualcuno. Vorrei essere la tua canzone preferita, il tuo migliore risveglio.
***
Apro gli occhi ogni mattina e così fa anche lui. Così vicini, eppure così lontani. Sapevo di andare incontro a questo quando ho scelto di tornare a Londra, sapevo di andare incontro a queste emozioni ma anche al dolore, alle lacrime. Non sono mai stata una persona pessimista, sono sempre stata quel tipo di persona che cerca sempre di trovare il meglio nelle cose, gli aspetti positivi, forse è anche per questo che sono qui. Ci saranno migliaia di ragazze al mondo come me, ma è lui a fare la differenza. Mi ha portato qui, inconsapevolmente, un’altra volta ancora e voglio ringraziarlo. Voglio passare del tempo con lui, e quando dico “con lui” non intendo realmente insieme a lui. So che probabilmente non mi capiterà di rivederlo ancora, è questo il prezzo da pagare quando ti innamori di un cantante, e che per di più fa parte della band più famosa al mondo. Mi basta sapere che per una volta, dopo tanto tempo, siamo di nuovo vicini. Lontanissimi, si, forse perfino anni luce, ma realmente vicini. Sono a Londra, ed anche lui lo è. Lo è ogni centimetro del suo corpo. I suoi occhi sinceri e profondi, chiari, in cui annegherei ogni giorno della mia vita se ne avessi la possibilità. I suoi capelli, a volte più scuri, altre volte più chiari, tra cui affonderei le dita. Il suo sorriso spontaneo e gioioso, capace di illuminare una città intera. Una città che risplende per lui. Riesco a cogliere la sua presenza per strada, anche se non mi è concesso di vederlo. E’ lui, o forse sono solo io? Cammino per le strade col cuore in gola, e cerco i suoi occhi tra la folla, tra la gente. Non che lo faccia di mia spontanea volontà, sia chiaro. Riesco a vederlo, a immaginarlo. Immagino come sarebbe fare ogni cosa con lui al mio fianco, e forse risplendo anche io un po’ di più. Immagino di sentire la sua risata, la sua voce calda e confortante, rassicurante, di cui avrei bisogno. Immagino come potrebbe comportarsi, cosa farebbe e cosa direbbe. Immagino il modo in cui sorriderebbe, il modo in cui mi sorriderebbe, anche. Con quegli occhi belli come poche cose al mondo, il suo sorriso splendente e vero. Immagino ogni cosa di lui, lo immagino così tante volte che forse alla fine spero davvero che tutto questo mi conduca da lui. In un modo o nell’altro.
Ogni giorno è sempre la stessa musica, vivo Londra, si, ma la vivo attraverso i suoi occhi.
Taxy cabs and busy streets that never bring you back to me
I can’t help but wish you took me with you