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Autore: Take_Me_ Home    24/07/2013    4 recensioni
“Sei bella”.
“Cosa?!”.
“Quando sorridi, sei bella. Perché non lo fai più spesso?”, mi chiese ed io lo guardai son gli occhi spalancati.
“Perché poi la gente se ne esce con delle cazzate del genere, ecco il perché”, spiegai.
Genere: Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Cap 13 "I Ravioli Di Giovanni Rana"
 

Sarah’s Pov
 
“Va’ in camera tua e vedi di farti trovare lì quando tornerò”, mi urlò mio padre prima di sbattersi la porta di casa alle spalle. Per un’ora non aveva fatto altro che urlarmi contro e a me era toccato ascoltare e stare zitta. In quel momento non potevo contraddirlo, anche perché sapevo che aveva ragione. Aveva deciso di andare a parlare con il preside Sallivan per cercare di sistemare le cose, ma né io né lui eravamo molto fiduciosi. Un’altra cosa che non si sarebbe potuta aggiustare era la mia relazione con Harry che, come al solito, avevo rovinato per un momento di deficienza cronica. Vaffanculo a me.
 
“Ah, e vedi di preparare anche qualcosa da mangiare”, disse riaprendo la porta per poi ribatterla una volta uscito. Quindi non mi dovevo muovere dalla mia camera ma dovevo preparare da mangiare? E chi ero? Sarebbe stato possibile se avessi potuto creare un clone di me stessa, così da essere sia in camera che in cucina, ma ripensandoci una me in più avrebbe portato solo più casini. Oddio, la deficienza al quadrato! Meglio di no…
Sbuffando mi recai in camera mia e affondai la testa nel cuscino. In poche ore ero riuscita a rovinare tutto ciò che avevo costruito in quei tre mesi. Ero stata espulsa, quindi tutti i miei tentativi di portare la mia media scolastica da “scarsa quanto il cervello di Sid il bradipo” a “quantomeno accettabile” erano andati a scalare le montagne con Albus Silente. In più avevo rovinato la cosa più importante per me: la mia relazione con Harry.
Lo avevo accusato, ma era stato solo un modo per scaricare la mia rabbia. Sapevo che lui non aveva fatto niente, semmai mi aveva aiutato, ma la mia testa non aveva mai ragionato bene, quindi non ero poi tanto sorpresa da come erano andate le cose. Sapevo che quello che avevo con Harry non sarebbe durato, ma non perché non mi piacesse abbastanza, ma perché ero sicura che avrei combinato un disastro, commesso una delle mie solite stronzate… semplicemente non mi fidavo di me stessa.
Sapevo che avrei rovinato tutto, e avevo ragione. Ora, per colpa mia, Harry si era sentito addossare colpe non sue, non solo da me, ma anche da mio padre, che come al solito non ci aveva capito un cazzo. Eh, da qualcuno avevo dovuto prendere il mio cervellino bacato, no?  Mi dispiaceva davvero di essermela presa con lui, ma cosa potevo fare per farmi perdonare? Aveva tutte le ragioni per essere arrabbiato, anche io ero arrabbiata con me stessa, e l’avrei capito se avesse deciso di mandarmi ufficialmente a fanculo. Se fosse andata così probabilmente andare a scalare le montagne con Silly sarebbe stata davvero la cosa migliore da fare. Sbuffai e mi girai a pancia in su. In quel momento un suono che mi ricordava il rumore dei problemi intestinali di mio padre mi avvisò che mi era arrivato un messaggio. Siccome il mio telefono apparteneva all’età della pietra, fui in grado di leggere il mittente solo una volta averlo aperto. Diceva:
 
Possiamo incontrarci al parco vicino casa tua alle 17.00?
 
Carol xx

 
Carol?! CAROL?! Erano sbarcati gli alieni ballando la ma carena per caso? Oppure il professore di Storia aveva risolto il problema della sua calvizie e adesso stava correndo a casa mia per farmi ammirare la sua nuova chioma splendente… no, quello era troppo impossibile. Mi affettai a rispondere al messaggio, usando tutta la mia grazia…
 
Non ti ci mettere anche tu a scartavetrarmi i maroni.
 
Sarah xx
 

Oh non poteva dire niente, ci avevo messo anche i bacini alla fine. La risposta non tardò ad arrivare, come al solito se si parlava di Carol.
 
Mi sono comportata da cogliona, ma vorrei davvero fare pace. Per favore vieni oggi?
 
Carol xx

 
Lessi il messaggio velocemente per poi soffermarmi a pensare alla risposta. Non sarei potuta andare da nessuna parte per un bel po’ di tempo, almeno secondo mio padre, quindi qualsiasi attività che includeva l’azione di attraversare la porta di casa per me era off limits. Risposi spingendo velocemente i tastini microscopici del mio telefono che sicuramente era stato un bellissimo regalo per la figlia del signor Flinstones qualche milione di anni fa.
 
Rettifico: sei stata una super cogliona egoista.
 
Sarah xx
 

Aspettai pochi secondi prima di ricevere la risposta.
 
Lo so, hai ragione. Quindi verrai?
 
Carol xx

 
Ci pensai un attimo. In un’unica giornata avevo perso tutto: la scuola, il rispetto di mio padre... persino Harry, che male c’era nel voler far pace con lei? Si era comportata da stronza, ma lo aveva ammesso e mi aveva pregato di incontrarla al parco quel pomeriggio, perché non darle una possibilità? Ah sì, certo. Ero in punizione.
 
Carol, io vorrei venire, ma sono in punizione e non credo che mio padre mi lascerà uscire tanto facilmente
 
Sarah xx

 
Digitai velocemente, sperando di aver scritto le parole giuste. Quel telefono era antico, ma aveva un correttore automatico da paura. Se provavi a scrivere “non lo so”, automaticamente lui lo faceva diventare “non rompere le palle”. Il telefono giusto per me, insomma, ma a volte poteva creare dei problemi.
 
Vengo io da te! Dai, per quanto tuo padre possa essere arrabbiato non ti negherà di fare pace con me!
 
Carol xx
 

Non aveva tutti i torti. Persino mio padre aveva capito che qualcosa tra noi non andava, quindi non sarebbe potuto essere più felice di sapere che eravamo tornate amiche, o che c’era una possibilità di sistemare tutto.
 
Va bene, vieni da me. Ti aspetto per le 17.00
 
Sarah xx

 
Chiusi il cellulare e lo buttai sul letto, per poi tornare a sdraiarmi. Forse, se mi fossi concessa qualche ora di sonno, dopo sarei stata più lucida. Proprio mentre stavo cadendo nel sonno sentii la porta di casa sbattere e volai giù dal letto, sbattendo la testa.
 
“Ma porc...”, imprecai.
“Sarah!”, sentii urlare mio padre dal piano inferiore. In quel momento mi ricordai di non aver neanche pensato a cosa preparare da mangiare.
“Ma porc... al quadrato!”, imprecai di nuovo, quando sentii i passi pesanti di papà lungo le scale. La porta si aprì bruscamente ma da dove ero, cioè da dietro al letto, non riuscivo a vederlo in faccia.
“Non hai... Sarah?!”. Si bloccò non vedendomi.
“Sono qui papà”, alzai un braccio e mi alzai strofinandomi la testa.
“Ah, bene. Ora mi spieghi perché non hai preparato niente?!”, mi chiese arrabbiato. Perfetto, ora cosa gli dicevo?
“Io volevo, ma... sai, è stata una giornata pesante quindi... mi sono addormentata”, spiegai abbassando la testa.
“Tu.. tu... ti sei addormentata? Oh, va bene, credo. Ora ci penso io. Tu rimani qui”, disse e uscì dalla stanza.
“Papà!”, lo richiamai.
“Cosa c’è?”.
“Prima che mi addormentassi mi ha chiamata Carol. Voleva passare nel pomeriggio per... chiarire delle cose. Per te è un problema?”, gli chiesi facendo gli occhi dolci.
“Non credo che... ma cos’hai agli occhi?”. Ah, perfetto. Neanche gli occhi dolci sapevo fare.
“Niente papà, tranquillo. Allora? Posso?”, gli chiesi ancora quasi implorante. Mi scrutò per bene, prima di sospirare.
“Sarah, mi sono sempre fidato di te e per questo ti ho lasciato una libertà che, da come abbiamo visto, non hai saputo gestire. Quel ragazzo... ti ha portata fuori di testa! Credo che fare pace con Carol ti aiuterà a tornare te stessa. Quindi va bene, falla venire”. Rimasi impalata, non sicura su cosa fare. Aveva appena dato la colpa di tutto ad Harry, come avevo fatto poco prima io, e volevo contestare, ma sapevo che se l’avessi fatto questo mi avrebbe portato via la possibilità di parlare con Carol. Così mi limitai ad annuire e a fare un sorriso più falso degli occhiali sulle bancarelle dei marocchini.
Lui mi diede una pacca dietro la schiena e scese le scale, probabilmente per cucinare, ma in quel momento solo l’idea di mangiare qualcosa mi faceva venire da vomitare. Avrei voluto fare tante cose: correre da Harry e dirgli che mi dispiaceva, dire a mio padre che Harry non aveva nessuna colpa, regalare un paio di occhiali a Dora l’Esploratrice... insomma, mangiare non era nelle mie priorità. Tornai in camera mia e riafferrai il telefono. Quasi automaticamente le dita andarono a pigiare il numero di telefono di Harry. Ma cosa avrei dovuto fare? Chiamarlo e dirgli che avevo sbagliato? Io mi sarei mandata a fanculo. Come potevo chiarire con lui? Poi ebbi un’idea. Sì, strano vero? Io che ho una buona idea! Trascorsi tutto il tempo che mi separava dall’incontro con Carol pensando a come potevo fare per attuare il mio piano.

 
“Sarah! E’ per te!”, mi urlò mio padre dal bagno. Eh no, i suoi problemi intestinali non erano ancora del tutto passati, ma forse quello per me non era che un vantaggio. Corsi all’ingresso e aprii la porta a Carol che mi strinse subito in un abbraccio spappola-costole.
“Quanto mi sei mancata! Mi dispiace tantissimo, io...”.
“Sì Carol, ho capito. Ora puoi lasciarmi?”, la implorai senza fiato. Mi mollò immediatamente e sorrise imbarazzata. Le feci strada verso il soggiorno, non perché non conoscesse la casa, ma perché credevo che se non mi fossi mossa io sarebbe rimasta semplicemente lì a fissarmi.
“Allora, cosa mi volevi dire?”, le chiesi dopo alcuni istanti di silenzio, una volta sedute sul divano.
“Io... sono stata stupida. Come si dice? Non si capisce quanto è importante una persona finché non la si perde? Be’, è tutto vero! Io non pensavo davvero tutte quelle cose! La verità è che... ero gelosa. Insomma, tu eri tutto ciò che io avrei voluto essere. Non ti importa di quello che pensano gli altri, e se ti importa non lo dai a vedere. Sei forte, mentre io sono solo... io”, disse abbassando lo sguardo. Non dissi nulla e la abbracciai, assicurandomi di stringerla molto più di quanto aveva fatto lei prima.
“Non devi essere gelosa. Non sono questo splendore di ragazza. Anche io ho i miei attimi di debolezza... e di coglionaggine, come tutti, no? Non sono più arrabbiata”, le dissi accarezzandole la nuca. Ci staccammo e vidi che stava piangendo.
“Mi sei mancata tantissimo! Mi sei mancata come... come...”.
“Come la ricotta nei ravioli agli spinaci di Giovanni Rana?”, chiesi. Lei scoppiò a ridere e si asciugò velocemente le lacrime.
“Mi mancavano le tue stronzate”, disse e scoppiammo a ridere di nuovo. Era arrivato il momento di attuare il mio piano.
“Carol, mi aiuteresti a fare una cosa?”, le chiesi sottovoce.
“Certo! Cosa ti serve?”, mi chiese lei con entusiasmo... forse un po’ troppo.
“Shh! Mio padre non dee sapere niente! Allora, sai che sono stata espulsa da scuola?”.
“Sì, è anche per questo che sono qui, io...”.
“Non c’è tempo! Mio padre ha incolpato Harry per questo e... anche io l’ho fatto, ma non volevo! So che non è stata colpa sua, ma l’ho aggredito senza motivo. Ora devo riuscire a parlargli, ma mio padre non vuole farmi uscire. Mi devi aiutare ad evadere”, spiegai velocemente.
“Ma Sarah! Io...”.
“Ti prego Carol! Devo farlo, oppure non riuscirò mai a chiarire con lui!”. Rinunciai agli occhi dolci, dato che non mi riuscivano, e contai sulle mie parole, sperando che decidesse di aiutarmi. Sbuffò, ma alla fine annuì.
“Ti aiuterò. Spiegami cosa devo fare”, disse con lo sguardo serio. Io sorrisi e cominciai a parlare.
 

“Salve signor Spancer. Sarah può venire con me a prendere un gelato?”, chiese Carol a mio padre che era appena uscito dal bagno e sembrava non capire neanche dove si trovasse. Dovevo dire che lei con gli occhi dolci se la cavava molto meglio di me. Mondo crudele.
“C-cosa?!”, chiese mio padre che evidentemente stava ancora valutando l’ipotesi di trasferirsi permanentemente al gabinetto.
“Volevo chiederle se potevo portare Sarah a prendere un gelato con me, al parco. Per lei è un problema?”, chiese ancora Carol. Mio padre la guardò ancora un po’ smarrito, per poi annuire.
“No, no... fate quello che volete”, disse prima di irrigidirsi, per poi risparire nel bagno. Quando fummo sicure che per un po’ non sarebbe riemerso ci stringemmo in un abbraccio di vittoria.
“Forza, andiamo!”, dissi correndo al piano inferiore. Ci catapultammo fuori di casa e cominciammo a correre verso casa di Harry, o almeno io correvo e tiravo Carol per un braccio.
“E’ tanto lontana?”, mi chiese Carol ansimando per la corsa. Sorrisi, ricordando quante volte avessi fatto la stessa domanda ad Harry.
“No, solo 10 minuti”, risposi ridacchiando. Continuammo a correre, fin quando in cuore cominciò a protestare. Ci fermammo un attimo per riprendere fiato e poi continuammo a camminare.
“Sarah... m-ma quanto manca ancora?”, mi chiese Carol ansimando. Ridacchiai.
“Facciamo così, ogni dieci minuti rifatti la domanda e datti da sola la risposta”.
“E quale sarebbe la risposta?”.
“Altri 10 minuti”. Mi guardò malissimo, ma evitò di commentare, forse per l’assenza di aria nei polmoni. Dopo chissà quanto tempo arrivammo a casa Styles, o almeno credevo di ricordarla così. Dopo aver preso un po’ di fiato suonai al campanello con le mani tremanti. Per alcuni minuti ci fu solo silenzio, dato che nessuno venne ad aprire la porta.
“Carol, forse è meglio tornare indietro. Tanto non vuole vedermi...”. Non feci in tempo a finire la frase che la porta si aprì.
 

PLEASE DON'T KILL ME! (?)
Lo so, fa schifo, è corto e sono TERRIBILMENTE IN RITARDO!
In più devo leggere e recensire tantissimi capitoli di diverse ff, ma capitemi, sono stata male!
Non avevo il cervello per srivere, leggere e mettere in fila 2 parole per una recensione, ora cerco di recuperare.
Mi dispiace davvero tanto, anche perché credo che questo sia il capitolo più brutto che io abbia mai scritto
e non lo dico tanto per dire. Non so nemmeno se lo lascerò, può essere che domani lo tolgo.
Vi capirò se nessuno recensirà, io non lo farei, FA CAGARE!
Un ultima cosa, anche se non credo mi meriti di chiedervi niente dopo 'sta cagata che ho postato.
Sto scrivendo una ff Larry in collaborazione con _ciuffano e mi farebbe piacere se qualcuna decidesse di passare.
Questo è il link, aggiorneremo domani: http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1997740&i=1
Ora cerco di aggiornare anche l'altra ff per chi la segue *nessuno*.
Ok vi ho rotto abbastanza. Scusate ancora.
Un bacio.

  
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