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Autore: Bertu    24/07/2013    3 recensioni
Lui: Giacomo Jack Zanni, 19 anni, capitano e unica punta della squadra di calcetto della scuola, rappresentante di classe, presidente del consiglio di istituto e sogno erotico di tutte le studentesse del Leonardo. Migliore amico di Giorgia e perdutamente innamorato di lei da sempre.
Lei: Giorgia Marton, ragazza semplice a cui piace giocare a pallavolo, cantare, ballare e spettegolare con Alessandra. Anche se lo nega è alla ricerca del grande amore, ma intanto si consola con la compagnia di Jack.
L’altro: Gianluca Tinti, 28 anni, architetto sexy con quel qualcosa in più che affascina ogni essere di sesso femminile. Conosce Giorgia per caso e non riesce più a fare a meno di lei.
La sua caratteristica: ottiene sempre quello che vuole.
Chi sceglierà Giorgia?
Il ragazzo o l’uomo?
Il migliore amico o l’ignoto?
Pronte a scegliere con lei?
Trailer : http://www.youtube.com/watch?v=7Zzeh2dmMA4
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
Capitoli:
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UN NUOVO MESSAGGIO
Capitolo 3


- Mamma! Sono a casa! – Giorgia sbattè la porta di casa, lanciò le scarpe e gettò le chiavi del motorino vicino al telefono. – Cosa c’è da mangiare? Mamma! Dove sei? -.
 
Scalza e con la tracolla a penzoloni, la ragazza si precipitò in cucina.
Come aveva immaginato, considerato che non nessuno aveva risposto al suo appello, sua madre non era in casa.
Almeno le aveva apparecchiato la tavola e aveva tirato fuori un hamburger dal freezer.
La maggior parte delle volte si degnava solo di scriverle un biglietto.
 
I genitori di Giorgia, Francesco e Viola, appartenevano al genere “permissivo – imparare dai propri errori – lasciamoli liberi di fare quello che vogliono”. Il padre era un fotografo di successo, sempre in giro per il mondo a fotografare paesaggi, animali e chi più ne ha più ne metta. La madre, invece, era una pediatra rinomata: passava più tempo in ospedale e in ambulatorio che a casa.
 
Giorgia si sentiva talmente sola a volte.
Aveva chiesto ai genitori se potevano prenderle un cane per farle compagnia, ma sfortunatamente la ragazza era allergica. Grazie a Dio esisteva la nonna, che veniva a farle compagnia ogni volta che lo riteneva opportuno, cioè ogni giorno.
Poi c’erano Ale e Jack, che ormai considerava parte della famiglia.
 
Giorgia appoggiò la tracolla sul pavimento, vicino alla poltrona, e si avvicinò al biglietto appoggiato sul piatto.
Emergenza in ospedale. Non so quando torno. Per qualunque cosa chiedi alla nonna.
Un bacio.
Mamma.
 
- Per qualunque cosa chiedi alla nonna? Grazie mammina… Ma se volessi parlare con te? ‘Fanculo! -
 
Giorgia si avvicinò con fare circospetto a quel misero hamburger.
Grande quanto una pallina da tennis e con l’aspetto invitante di un topo morto.
- Ma che schifo… - disse sottovoce, come se Viola la potesse sentire.
Rimise, quindi, quella sottospecie di hamburger nel freezer e prese una confezione di insalate Bonduelle. L’arricchì con della mozzarella e poi iniziò a pranzare.
 
La prossima volta avrebbe chiesto alla sua nonnina se poteva cucinarle qualcosa.
Era già la terza volta quella settimana che mangiava insalata.
Ed era giovedì.
 
Accese la radio e iniziò a mangiare cantando.
Non sentì la porta aprirsi e quando Maria entrò salutandola con un dolce ciao Briscola! si spaventò.
- Ciao nonna! Cavolo, mi hai fatto quasi venire un infarto! – disse baciandola su una guancia.
- Stai mangiando ancora insalata? – domandò spegnendo la radio.
- Indovinato. Ma ho aggiunto anche un po’ di mozzarella, così non è del tutto uguale a quella di ieri –
La signora sbuffò, poi si sedette di fronte alla nipote.
- Non è che la prossima volta posso venire a pranzare da te? La mia pancia pagherebbe per avere un po’ della tua pasta! -
- Devo rimproverare mia figlia… di nuovo. Ma non ti preoccupare, Briscola, la prossima volta ci pensa la tua nonnina a te –
 
Giorgia si alzò e lavò le stoviglie che aveva utilizzato per il suo misero pasto: una forchetta, un coltello e un bicchiere.
- Com’è andata oggi a scuola? – la nonna era sempre molto premurosa con lei.
- Ho incontrato Giacomo. Mi ha detto che se hai bisogno di andare da qualche parte ti accompagna lui con la sua macchina –
 
La donna si mise a ridere.
- Mamma mia… quel Giacomo è proprio un ragazzo da sposare! Me lo ricordo, quando da bambino, correva tutto il giorno per il giardino e mi salutava tutte le volte che mi vedeva. Era già così bello. Ho sempre sperato che vi fidanzaste, un giorno o l’altro – la faccia di Maria era sognante. Evidentemente ci credeva davvero in quello che diceva.
- Nonna! Anche tu con questa storia! Me l’ha chiesto anche Ale, oggi. A quanto pare nessuno ci crede che un ragazzo e una ragazza possano essere amici. Jack è una figura di riferimento per me…! È il mio migliore amico, è come un fratello maggiore per me. Non potrei mai immaginare di baciarlo. Sarebbe troppo… strano –
 
- Ma è ancora così bello? – la nonna pareva insistere su quel punto.
Non c’era motivo di mentire.
- Sì, nonna. È il ragazzo più figo della scuola. Tutte le ragazze dell’istituto gli muoiono dietro e pagherebbero per poter avere una ciocca dei suoi capelli castani. Ma la cosa brutta, da un certo punto di vista, è la sua gentilezza. Ha sempre una buona parola ed è gentile con tutti. Se fosse stronzo moltissime ragazze si metterebbero il cuore in pace… invece ogni sorriso corrisponde a un cuore spezzato -
- Anche il tuo lo è? –
- NONNA! –.
 
La voce di Giorgia era metà tra il sorpreso e lo scandalizzato, ma c’era anche una buona dose di divertimento.
La ragazza si era sempre confidata con la nonna, più di quanto avesse mai fatto con la madre.  A lei interessavano soltanto i suoi pazienti, come al padre importavano soltanto le sue fotografie.
A questo punto ci si potrebbe domandare perché l’avessero messa al mondo, Giorgia se l’era chiesto spesso. Alla fine credeva che fosse stato un esperimento: fotografare un bambino, unire la passione di due persone.
Un esperimento poco riuscito, a giudicare dall’assenza di entrambi i genitori.
 
Però c’era la nonna con cui mangiare, confidarsi e passare ore parlare.
Era stata lei la prima persona a sapere di cosa era accaduto tra lei e Mauro. Maria si era offerta di chiamare Jack, e insieme a lui, rompere qualcosa a quel vile.
- Allora? Mi rispondi si o no? -
- Tranquilla nonna! Il mio cuore è al sicuro, nessuno me lo romperà come è successo con quello stronzo. Solo che non capisco perché tutti crediate che sia innamorata di Jack. Tengo a ricordarti che aveva la ragazza fino a quattro mesi fa –
- Perché si sono lasciati? –
 
Giorgia alzò le mani e chiuse gli occhi.
- Non lo so, non chiedermelo. So solo che si sono lasciati di comune accordo, Jack ha detto che si erano stufati, che le cose non erano più come prima… così hanno preferito rompere. Nessuno sembra aver sofferto, tanto meno Giacomo. Ma sai com’è fatto: non si sbottona mai troppo -
- Magari perché gli piaci –
- Potrei piacergli io, come potrebbe piacergli Ale, ma potrebbe anche essere gay –
- GIORGIA! –
- Nonna, lo sai che scherzo! Oggi viene Ale verso le quattro. Facciamo i compiti e poi dobbiamo decidere il mio abbigliamento per la festa di sabato. Verrà a prendermi Jack, quindi sono in buone mani –
- Poi mi racconterai, ora vado. Ciao Briciola –.
 
Maria le baciò la guancia e poi se ne andò.
Giorgi sistemò le ultime cose e poi, per pura curiosità, controllò di nuovo la sua casella. Non era da lei continuare ad aprire così spesso la posta, ma Gianluca (cioè Alberto, il fratello di Alessandra) l’aveva incuriosita.
E poi, le aveva spedito un altro messaggio.
 
Cazzo!
Che festa movimentata che avete avuto. Sono felice di sapere che mi considerate parte della famiglia e vi aiuterò in tutti i modi possibili. Niente vino, niente birra, niente prosecco, niente di niente e se qualcuno mi chiederà qualcosa, diventerò sordo.
Ci vediamo sabato, amico.
Gianluca.
 
Giorgia rideva mentre leggeva.
Aveva messo al suo posto anche Alberto.
Ora, l’unico pensiero che le passava per la testa, era trovare qualcosa di carino da mettersi alla festa. Non voleva far fare una brutta figura al suo amico.
 
Aspettando Ale si mise a rovistare nell’armadio.
Aveva già una mezza idea, che doveva solo essere confermata.
 
***
 
- Ma Briciola! Sei uno schianto! – la nonna era arrivata puntuale alle nove, per farle compagnia un pochino prima che arrivasse Giacomo. Fortunatamente abitava di fronte alla nipote e non avrebbe dovuto fare tanta strada per tornare a casa.
- Dici davvero, nonna? – chiese la ragazza, facendo una giravolta su se stessa.
 
Come aveva preannunciato Giacomo a scuola, Giorgia stava indossando quelle scarpe rosa che tanto amava, nonostante il tacco. Le aveva abbinate a dei pantaloncini corti bianchi e a una maglietta rosa chiaro con la scritta “il principe azzurrò è gay” in un tono più brillante.
 
Poi, su suggerimento della nonna, aveva arricciato i capelli e aveva fermato una ciocca con una mollettina gialla.
Nonostante fosse una decisione presa all’ultimo momento aveva fatto alla svelta, soprattutto perché i capelli le arrivavano a malapena alle spalle.
 
Un po’ di eyeliner e un velo di mascara, cercando di non accecarsi, e Giorgia aveva completato la sua trasformazione.
 
Alle 9.15, precise, la Bravo nera di Jack parcheggiò di fronte alla casa della ragazza.
Scese sorridendo, più bello che mai.
Converse bianchissime, jeans attillati blu e una camicia che ricordava quella di Danny Zuko in Grease.
Su qualcun altro quell’abbigliamento avrebbe fatto ridere, ma su di lui…
- Per la miseria, Giacomo! Sei davvero bellissimo stasera! Farai una strage…! – la nonna le aveva tolto le parole di bocca.
 
Il ragazzo, sentendosi un po’ in imbarazzo, si passò una mano tra i capelli e baciò la signora su entrambe le guance.
- Maria, qua la più bella è lei, non c’è dubbio. Io mi sono solo adeguato all’abbigliamento di Giorgia. Sapevo che avrebbe messo quelle scarpe. Piuttosto, non hai freddo con quei pantaloncini? -
- Tranqui Jack, ho le calze. Solo che sono così sottili che non si vedono. E ora che ne dici di andare? Aperitivo analcolico per te, birrettina per me e poi al Dosso del Fieno –
- Abbiamo un dj fantastico quest’anno. Non a caso l’ho trovato io, trottola. Ci divertiremo tantissimo! – il ragazzo prese Giorgia per una mano e insieme si avviarono verso la macchina.
 
Jack mise in moto mentre la ragazza continuava a salutare la nonna con la mano.
- Davvero ti sei messo questa camicia sexissima solo per me? -
- Beh, trottola, era l’unica fluo che ho nell’armadio. E poi volevo davvero essere in tinta con te e le tue scarpe –
- Sei fantastico Jack – disse sporgendosi per dargli un bacio.
- Ehi! Vuoi finire furori strada? –
 
Arrivarono al loro bar, un piccolo locale in centro dove servivano degli ottimi stuzzichini.
Giorgia aveva pensato spesso a quello che le aveva detto la nonna pochi giorni prima e aveva deciso di chiedere apertamente al suo migliore amico tutte le domande che le passavo per la testa.
- Jack, posso farti una domanda? -
- Certo trottola! –
- Perché ti sei lasciato con Cristina? Non l’ho mai capito veramente… -
- Te l’ho già detto… non c’era più quella scintilla che si scatenava ogni volta che la vedevo. Se avessi continuato con questo passo, non avrei preso in giro solo lei, ma anche me stesso –
 
Il discorso fu interrotto a metà dalla cameriera, che portò quello che avevano ordinato. Naturalmente parlò solo con Giacomo; Giorgia avrebbe potuto avere due antenne che le spuntavano da dietro le orecchie che non sarebbe stata degnata nemmeno di un’occhiata.
Come sempre quando era con lui.
 
- Ora ti piace qualcuno? – continuò Giorgia con il suo interrogatorio.
- Trottola, dai… -
- Jack, sei il mio migliore amico. Ti voglio vedere felice a fianco di qualcuno che ti ami. Ti voglio bene e per te voglio solo il meglio – la voce della ragazza era seria, i suoi occhi profondi e sinceri.
- Giorgia, come ben sai non puoi andare in cerca dell’amore. Lui non farà che nascondersi e salterà fuori quando meno te l’aspetti. Adesso non c’è nessuno che mi piaccia veramente. Sai, ho 19 anni, credo sia arrivato il momento per avere una storia seria non solo una serie di scopate. Ma ci vuole la ragazza giusta, una che condivida i miei stessi desideri e che non vada in giro a spifferare tutti i nostri particolari intimi. A volte essere il fighissimo Giacomo Zanni non è di nessun aiuto –
- Mi prometti che me lo dirai quando incontrerai il grande amore della tua vita? –
- Certo Giorgi – disse facendole un occhiolino.
- E adesso godiamoci la nostra serata. Come hai detto tu, ci divertiremo! –
 
Passarono ancora un’oretta a parlare al bar.
Poi Jack pagò, la prese per mano e si diressero alla macchina.
- Non ti fanno male i piedi? – le chiese fissando le sue scarpe.
- Tranquillo, se a un certo punto non me li sento più, ho le ballerine in borsa. Sono una ragazza previdente! –
- Già, mi ricordo quella volta che sei andata in giro tutta la sera scalza perché avevi insistito per indossare i sandali nuovi. Quanto hai resistito? Un’ora e mezza? –
- Erano un tacco 15, non una cazzata! –
- Ok, recepito capo! Comunque mi stavo dimenticando… ho qualcosa per te – disse porgendole un pacchettino.
 
Giorgia l’aprì ed estrasse uno di quei braccialetti fosforescenti che andavano di moda qualche tempo prima. Lo indossò subito e diede al suo migliore amico quello che si trovava nella seconda scatola.
- Sei un tesoro, Jack! Ora direi che siamo ufficialmente pronti per dare l’inizio alla nostra serata -.
 
***
 
Dosso del Fieno era una bellissima frazione che si trovava su una collina; da lì la vista era fantastica. Da un lato si potevano vedere le luci che illuminavano la città, mentre dall’altro le montagne che la circondavano.
Essendo più in alto rispetto al centro abitato, l’illuminazione era minore e le stelle splendevano.
 
Era la fine di marzo, quindi faceva già abbastanza caldo e non era necessario un ambiente riscaldato, la festa si sarebbe tenuta in un fienile ristrutturato.
- Abbiamo lavorato tutta la settimana per renderlo più presentabile. Che dici? Abbiamo fatto un bel lavoro? -
- Jack! È bellissimo! È una location fantastica! Non vedo l’ora di vedere l’interno –
 
Entrando, Jack la abbracciò per la vita, come aveva fatto altre mille volte.
Salutò tutti dando baci sulle guance e manate sulle spalle.
In qualità di rappresentante, e di organizzatore, ricevette un sacco di complimenti e la ragazza capì, da come aveva messo la mano destra nella taschina anteriore dei jeans, che tutti quei complimenti lo stavano davvero mettendo in imbarazzo.
 
Il DJ gli passò persino un microfono perché tutti volevano un discorso e lui lo liquidò con un “ringrazio tutti per essere venuti e spero vi stiate divertendo! Quindi… buon proseguimento!”.
 
- Wow Jack! Non sapevo fossi così famoso! Dovrei controllare il tuo profilo FB più spesso – il suo tono era scherzoso, ma si vedeva lontano un chilometro che il povero Jack era sull’orlo di una crisi di nervi. Decise quindi di prenderlo per mano e condurlo in pista per ballare un po’.
- Vieni… nessuno può lasciare Jack in un angolo –
Lui rise, una bella risata liberatoria, e incominciò a godersi appieno la festa.
 
Le era sempre piaciuto ballare con Jack. A lui riconduceva tutti i ricordi delle prime volte in discoteca e i primi passi mossi in pista.
Si sentiva sicura lì, tra le sue forti braccia e sapeva che nessuno gli avrebbe palpato il culo o avrebbe tentato un abbordaggio da ubriaco.
Le era già successo una volta: lei e Ale, summer party sulla spiaggia. Uno le si era avvicinato e abbracciandola le aveva dichiarato amore eterno.
- Sei l’amore della mia vita. Sposami e facciamo tanti figli… mi renderai felice con quelle tette e quel culo che hai -.
 
Fortunatamente il barista aveva chiamato la sicurezza e quel tipo era stato portato dagli alcolisti anonimi, visto che non era la prima volta.
Povero cristo…
 
Giacomo si era sempre comportato così, anche quando era fidanzato con Cristina e se lei sulle prime sembrava non accettare la cosa, poi, quando Giorgia l’aveva presa da parte e le aveva detto come stavano le cose tra loro, aveva preso la loro amicizia di buon grado.
- Me lo terrai d’occhio quando io non potrò -.
 
E se invece non avrebbe mai dovuto comportarsi così?
In fondo non era una prerogativa della fidanzata poter ricevere tutti i baci, gli abbracci e le attenzioni?
Però Jack si era comportato egregiamente con Cristina quando erano insieme.
 
“Devo parlare con Ale e con la nonna… sapranno come consigliarmi”.
 
- Ehi trottola! Cos’hai, sei già stanca? – era sempre così premuroso.
- No, tranquillo Jack! Ho solo un po’ sete – mentire al suo migliore amico non era mai facile, eppure qualche volta doveva farlo.
- Vado a prenderti un bicchiere di coca, tu stai qui e non muoverti. Torno in un attimo -.
 
Passarono il resto della serata a parlare, ballare e chiacchierare.
Non c’era la minima traccia di Elisa e questo era un balsamo per l’anima della ragazza.
Chissà che bugia si sarebbe inventata lunedì a scuola.
Il gatto morto?
La batteria della macchina morta?
Una crisi di identità?
Un’amnesia momentanea fulminante?
Non vedeva l’ora di ascoltarla.
 
Quando la festa stava per giungere al termine, Giacomo abbandonò Giorgia.
Doveva discutere di alcuni dettagli e della riuscita della festa con dei compagni di classe.
- Ma solo dieci minuti massimo, poi torno e andiamo a casina… Sempre che tu non voglia fermarti a bere qualcosa -
- A dir la verità…. Mi andrebbe una piadina –
Jack rise, le baciò una guancia e le promise che si sarebbero fermati per prendere una piadina sulla via di ritorno.
 
Giorgi ne approfittò per togliersi le scarpe e mettersi le ballerine.
Aveva indossato i tacchi tutta sera e i suoi piedi le stavano chiedendo pietà.
Poi, recuperò la borsa dal guardaroba e guardò se dentro c’era ancora tutto. Beh, Jack aveva svolto il suo lavoro di organizzatore in modo fantastico, visto che aveva ingaggiato un fedele ragazzo di prima, soprannominato “Il Prescelto” per occuparsi di borse e giacche.
Aveva pensato a tutto.
Avrebbe potuto fare l’organizzatore di eventi o il PR.
 
Invece aveva deciso di provare il test d’ammissione a ingegneria edile.
Era dura, ma non avrebbe mollato.
 
Giorgi controllò il cellulare.
Non le era arrivato nessun messaggio e non aveva chiamate perse. Naturalmente i genitori sapevano dove si trovava, ma pensava che almeno un messaggino per sapeva se andava tutto bene… Ale l’avrebbe sentita la sera seguente e sapeva che in quel momento stava facendo un pisolino di bellezza per essere al meglio all’appuntamento con Fausto… moglie e figlio.
 
Era assorta nei suoi pensieri, quando capì che c’era qualcun altro seduto sul divano con lei. Un ragazzo che frequentava il suo stesso istituto, l’aveva visto qualche volta in giro per i corridoi. In genere portava dei jeans a vita bassa e delle camicie a scacchi, ma quella sera di era messo in tiro.
 
La camicia era a tinta unita.
 
- Ciao bella! – disse appoggiando il suo braccio sullo schienale del divano.
“Che metodo d’abbordaggio di merda” pensò lei. Non aveva affatto voglia di rispondergli, ma non voleva neanche fare la figura della maleducata.
- Ciao – disse sorridendo, ma non degnandolo di uno sguardo.
- Bella festa, vero? –
- Sì, molto bella – risposte semplici, concise, lapidarie.
- Senti, di andrebbe di andare a bere qualcosa con me? –
- No, grazie. Non bevo e non vado in giro con gente che non conosco – la ragazza voleva con tutto il cuore che lui se ne andasse, ma a quanto pare il tipo non sembrava recepire il messaggio.
- Mi chiamo Dario, piacere! Tu come ti chiami, bella gnocca? –.
 
Vedendo che la ragazza non rispondeva, il povero sfigato si avvicinò di più.
Una distanza che le ragazze giudicano “da bacio”.
Ma bisognava essere in due per scambiarsi quel gesto e Giorgia avrebbe preferito diventare la migliore amica di Elisa piuttosto che assaggiare quelle labbra.
- Ti prego, spostati – gli disse cercando di spingerlo via con una mano.
 
Ma era grande e grosso, Giorgia era solo una piccola pulce a confronto.
- Dai, tesoro. Dammi un bacio - disse avvicinandosi ulteriormente.
- Te lo dico un’ultima volta. Spostati –
- Altrimenti cosa succede, piccola? –
 
Un’altra voce maschile, più profonda e più tagliente, rispose al posto della ragazza.
- Succede che ti trovi con il naso rotto e con il pisello tagliato a metà. Quindi togliti da lì se non vuoi che le mie promesse si avverino. Sono un uomo di parola, credimi -
Grazie a Dio era arrivato Giacomo, seguito da alcuni suoi compagni di classe che scrutavano il ragazzo seduto in modo torvo. Per fortuna che erano i ragazzi più corpulenti, non avrebbe fatto lo stesso effetto se al loro posto fosse venuto Andrea, che pesava a malapena 50 chili.
- Adesso lascia andare la signorina e smamma. Se ti vedo ancora qui tra un minuto metto in atto quello che ho promesso. Quindi sloggia, amico -.
 
Neanche a dirlo, Dario se ne andò subito e dopo alcuni minuti partirono anche Jack e Giorgia.
In macchina la ragazza continuò a ringraziare il suo migliore amico dicendole che gli doveva la vita.
- Sei un tesoro di ragazzo, Jack! – disse sporgendosi verso di lui per ricoprirgli il viso di baci. – La ragazza che diventerà la tua fidanzata sarà fortunatissima -.
 
Lui si mise a ridere e le scacciò il viso con la mano destra.
- Lasciami guidare, trottola! Altrimenti finiamo davvero fuori strada stasera -.
Si fermarono davanti alla piadina e, come sempre, Jack pagò anche la sua.
- Mia nonna non ci crederà quando le dirò che abbiamo mangiato una piadina alle cinque e mezza! Ma vedendo come sto pranzando da un po’ di tempo a questa parte non dovrebbe fare pieghe. Magari potrebbe dirmi che potevo mangiare anche la tua -.
 
Dopo la sosta, la macchina raggiunse la casa di Giorgia.
- Fammi uno squillo prima di metterti a letto, così saprò che sei sana e salva. Dolce notte trottola! -.
Giorgia gli diede un dolce bacio, l’ultimo per quel giorno e poi si incamminò verso casa.
 
Si lavò i denti, si struccò e poi si mise il pigiama.
Quando fu nel letto mandò un messaggio a Jack.
 
Sono nelle mie lenzuola sana e salva, grazie a te. Sei il fratello che non ho mai avuto, ti voglio un bene dell’anima. Dolce notte <3 <3
 
La risposta non tardò ad arrivare.
 
E tu sarai la mia sorellina per sempre e se qualcuno vorrà torcerti un capello se la dovrà vedere con me. Già una volta non me l’hai permesso e ci sono rimasto male. Buona notte trottolina. Ti mando tanti baci.
 
Giorgia si addormentò beata.
Non aveva controllato FB o la posta, come faceva altre volte.
Perché se l’avesse fatto non sarebbe stata così tranquilla.
 
Le era arrivata una nuova mail, da Gianluca.
Il testo era breve ma importante.
 

Ti ho scoperto. Non sei Giorgio. Chi sei?

 
 
Ciao ragazze :D
Grazie a tutte voi che leggete questa originale :) siete fantastiche e vi voglio bene :D:D:D
Che ne pensate del rapporto di Jack e Giorgi? Un po’ incasinato? Perché se è così sono riuscita a rendere bene la confusione che le passa per la testa ;)
E il rapporto con la nonna? Totalmente diverso da quello con la madre, per fortuna! Non vi preoccupate, non vedrete più la nostra Trottola morire di fame :D:D
Ringrazio nuovamente chi legge e vi invito a farmi sapere cosa ne pensate ;) le vostre recensioni sono IMPORTANTISSIME e mi aiutato tantissimo :D:D
Se volete aggiungermi su FB cercate Bertu Efp :) spero di fare tante chiacchiere con voi :D:D
Ricordo la caccia alla citazione nascosta :) Citazione che non appartiene a me, ma all'autore e al traduttore (W I TRADUTTORI :D) Susu, forza…! Non avete qualche domanda da farmi?
Un bacione e tanto tanto amore :D:D <3 <3 <3
Ci si legge presto :D
Robi

   
 
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