Sono simpatici. A fine cena propongono di farci una passeggiata fuori, ed io accetto più che volentieri. Emanano un'aura che mette allegria a chi gli sta attorno... sembrano una famiglia, quasi. Mentre un'arietta fresca, serale, si decide a spettinarci un po' i capelli, rinfrescandoci un po', passiamo accanto una schiera di case, alcune dalle luci spente, altre dalle luci accese.
Le osservo, mentre ascolto distrattamente i ragazzi chiacchierare tra loro, ad un tratto mi blocco. Da una finestra intravedo un uomo che sta litigando con una ragazza minuta.
Non... non può essere.
Vedo i visi paonazzi, i capelli corvini di lei che si agitano all'aria, e quando lui ha le mani troppo vicine al suo viso, lei le blocca con l'avambraccio e fugge in camera sua.
Oddio...
Mi porto le mani alle labbra e fisso la finestra che si è appena accesa di una luce gialla. Sento un tonfo, ma non capisco cosa sia.
-Layra?- Christian è tornato indietro, ma io lo blocco con un cenno della mano prima che possa aprire bocca. Lascio cadere le braccia lungo i fianchi e stringo i pugni, sperando vivamente che lei si affacci alla finestra. E succede.
Una testa corvina si affaccia tristemente alla finestra e tossicchia, guardando davanti a sé. Io non posso evitare di cacciare un urlo di felicità. E' casa sua. L'ho trovata. Lei abbassa subito lo sguardo e al buio non capisce subito chi sono, ma dopo un po' che mette a fuoco, capisce e si porta le mani alla bocca, illuminandosi.
Il suo viso scompare e nel giro di un secondo è davanti a me, che urla di gioia e che mi getta le braccia al collo.
-Ellis!- esclamo io, stringendola a me.
-Layra! Oddio! Non ci posso credere!- sta piangendo dalla gioia, come me in pratica. -Oddio, è il sogno più bello della mia vita! Anzi, se è un sogno, non svegliatemi!- affonda il viso tra i miei vestiti ed io faccio lo stesso tra i suoi capelli, che hanno un profumo delizioso. E' stupendo. E' quello che desideriamo da quando ci conosciamo, di incontrarci così, tra lacrime di gioia.
Mentre ci asciughiamo le lacrime a vicenda, sentiamo un delle voci poco distanti da noi, ma quando sto per aprire bocca, qualcosa mi sovrasta. Ci voltiamo e vediamo un uomo robusto che occupa tutto il portone d'entrata che ci fissa con degli occhi così furenti che potrebbero schizzare fuori dalle orbite.
-Non so chi sia questa gente, ma vedi di entrare subito.- ringhia. -Ora.- aggiunge. E' suo padre. Ed è spaventoso tanto quanto lei me lo ha descritto. Mi giro a guardarla e lei sta scuotendo la testa quasi convulsamente. Lui avanza verso di noi, mentre lei indietreggia dietro di me. La situazione sembra abbastanza chiara.
La prendo per mano e fuggiamo via, verso l'hotel, ignorando le urla e le minacce gridate alle nostre spalle.
Arriviamo nella reception e ci fermiamo, lei col fiato corto, io senza nemmeno quello. Qualcuno tossicchia alle nostre spalle. Giusto. Mi volto e vedo i cinque ragazzi che ci fissano col fiatone. Mi ero completamente dimenticata di loro.
Ellis si volta a guardarli e sgrana gli occhi e si impietrisce.
-Ehm... Ellis?- le sventolo una mano davanti gli occhi.
-I... I... Black Veil... Brides...
Sbatto le ciglia. Che mi sono persa?
Si volta a guardarmi e si spiaccica una mano sulla fronte, esasperata.
-Dai, Lay, quelli di cui ti parlo sempre! Hai detto che il bassista era pure fico!- esclama ed io sento dei risolini da parte loro. Poi realizzo, mi giro a guardarli e arrossisco violentemente, evitando, ovviamente lo sguardo di Ashley. -Non dirmi che non te ne eri accorta.- mi fissa lei, e dal mio sguardo lei rimane sbigottita. -Cioè, da quanto tempo ci stavi e non te ne eri accorta?
-Ieri.- puntualizza Jinxx, e quando lei sposta lo sguardo da me a lui, sbianca.
-Jinxx...
-Ehm... in carne e ossa.- sorride.
-Dimmichetipossoabbracciare,tiprego!- dice lei tutto d'un fiato e lui, ridacchiando, fa un cenno di assenso, aprendo le braccia, e lei ci si tuffa dentro, piangendo dalla felicità. -Oh, Lay, non so come tu non ti sia accorta di chi fossero, ma io sto impazzendo dalla gioia!- dice tra i vestiti del violinista, che le sta accarezzando, un po' impacciato, la testa. -Oddio, è il regalo più bello della mia vita!