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Autore: misa_tome    24/07/2013    0 recensioni
"See the best side of things is not an obligation, but an opportunity."
Quando ci si trova a faccia a faccia con i propri sogni, il rischio è che essi si trasformino in incubi... o forse no. E' tutta questione di punti di vista.
Genere: Comico, Fantasy, Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Nuovo Personaggio, Sasuke Uchiha
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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POV MIKY
 
Il mattino dopo, aprii gli occhi piano, per abituarmi allo spiraglio di luce che passava dalle ante chiuse. Rimasi in ascolto, nessun rumore. D'altronde cosa ci si poteva aspettare da un Uchiha?
Richiusi gli occhi, e mi accoccolai ancora un po' sotto al lenzuolo profumato.
Un pensiero mi spaventò. E se fosse stato tutto un sogno? Certo, un sogno molto realistico ma pur sempre un sogno.
Calciai via le coperte e mi alzai dal letto. Mi guardai un po' intorno, per abituare la vista, e poi aprii lentamente la porta. Camminai strascicando i piedi lungo tutto il corridoio, e alla fine mi trovai in sala.
Sasuke era li, seduto sul divano a guardarmi con aria di sufficienza. Benissimo, il buongiorno si vede dal mattino. Ma avevo deciso di provare, almeno provare, a rendere il tutto più semplice, così gli sorrisi.
"Giorno Sasuke! Come va?" Mentre parlavo, andai in cucina per cominciare a preparare la colazione. Come immaginavo nessuna risposta, ma il ragazzo mi seguì e si sedette al tavolo. Certo che metteva ansia questo eh!
"Cosa vuoi da mangiare? Frutta va bene?" Lo guardai, e lui annuì. Per me, nel sonno ha perso la capacità di parola. Sospirai e presi un piattino, dentro al quale misi un po' di frutta. Io mi preparai il mio latte, e quando questo fu pronto ci sedemmo a mangiare insieme e soprattutto, in silenzio.
Lo guardai di sottecchi, e una strana sensazione mi pervase all'altezza dello stomaco. Rificcai lo sguardo dentro alla mia scodella e ritornai a intingere nel latte il biscotto che tenevo in mano.
"Michela." Mi sentii chiamare da lui e alzai lo sguardo sorpresa.
"Dimmi tutto!" Gli sorrisi. Lui mi fissò negli occhi, con quello sguardo penetrante, profondo, di quelli che ti sanno leggere l'anima.
"Avevi scoperto qualcosa ieri?" La sua domanda mi colpì in pieno, in queste ultime ore, mi ero completamente dimenticata che doveva partire. Abbassai lo sguardo.
"No, niente..." Cominciai a giocare con il cucchiaio. "Ma ti andrebbe oggi di fare un giro?" Lo chiesi d'impulso e sorrisi, come se fosse la cosa più naturale del mondo, ma in realtà avevo paura della sua risposta, paura di invadere troppo i suoi spazi, di essere noiosa.
"Bene." La sua risposta fu distaccata, secca, fredda, ma per me fu bellissima. Mi alzai dal tavolo e misi le cose da lavare.
"Fantastico! Mi vado a cambiare!" Detto questo, lo lasciai lì in cucina, da solo, e andai verso la mia stanza.
 
POV SASUKE
 
La guardai mentre camminava lungo la sala. Seguii con lo sguardo il profilo del suo corpo. Aveva qualcosa di particolare, di strano. Soprattutto, non era come le altre, non aveva sbavato ai miei piedi. Si, si poteva dire che quella tipa avesse carattere.
Mi alzai anche io, e andai a sedermi in sala.
Ripensai alla sua voce. Piuttosto calda, calma… qualcosa che dava sicurezza, ma allo stesso tempo, non era frivola. Si ecco, dolce ma determinata. Sorrisi da solo.
Non era facile trovare voci così. Mi resi conto di star sorridendo, e ritornai subito composto. Non avevo bisogno di distrazioni.
Cambiai posizione e mi misi a guardare il mobile della sala, appoggiando i gomiti sulle ginocchia, e la testa sulle mani incrociate.
Quella ragazza era decisamente strana. E non capisco il perché, ogni volta che penso a lei mi torna in mente il suo sorriso. Usato così spesso, ma mai a sproposito. Un sorriso sincero, confortante, un sorriso di quelli con cui vorresti essere svegliato al mattino. E gli occhi scuri, incastonati nel viso…
Scossi la testa. Non ero io quello che aveva pensato cose del genere. Quella bambina era solo noiosa, nient' altro, e per me, beh, per me non contava niente. Mi ospitava, e mi avrebbe garantito un passaggio per il mio mondo. Questa era l'unica cosa che mi importava di lei, o meglio, mi sarebbe dovuta importare. Scossi ancora la testa, e alzai lo sguardo quando sentii i suoi passi tornare verso di me dal corridoio. I nostri occhi si incontrano e il suo sorrido mi colpì, di più di un kunai affilato. Per mezzo secondo il tempo si fermò, mentre la fissavo negli occhi, non c'era nient'altro al di fuori di lei. Abbassai lo sguardo violentemente e mi alzai. Camminai secco verso la porta.
"Muoviti." L'unica parola che riuscii a dire, mi venne fuori ringhiando.
 
POV MIKY
 
Ero ancora in piedi, sulla soglia del corridoio, quando lui scattò verso la porta ringhiando. Credo che sarà una dura impresa riuscire a capirlo!
Lo seguii fuori dalla porta e dal cancellino, lungo il viale ombroso. Lo guardai con la coda dell'occhio, camminava vicino a me in silenzio. Testa alta, sguardo fisso. Sospirai. L'aria fresca del mattino mi passò tra i capelli.
"Ti piace questo posto?" Gli sorrisi. Lui non si voltò neanche verso di me.
"No." Be', almeno mi aveva risposto.
"Neanche a me!" Lo guardai ancora. Seguii con lo sguardo il suo profilo delicato, la pelle bianca in contrasto con gli occhi scuri e i capelli neri.
"Bene." C'è da dire che le sue risposte erano molto profonde.
Camminammo entrambi in silenzio, l'uno vicino all'altra. Una piccola folata di vento ci investì, e io venni colpita dal suo profumo. Quella brezza, che avevo già notato al suo arrivo, mi solleticò la bocca dello stomaco. Profumo di pulito, un profumo inteso con una nota che ricordava l'incenso, oppure qualcosa che aveva a che fare con fragranze fruttate e legnose. Sorrisi lasciando che il suo profumo mi scivolasse sulla pelle. Quando aprii gli occhi, lui mi stava osservando con la cosa dell'occhio, ma appena i nostri sguardi si incontrarono, sbuffò seccato e ritorno a guardare il viale davanti a sé. Sorrisi da sola, alla fine non era così male stare con lui, non mi piaceva stare con le persone che parlavano troppo, e con lui certo, questo rischio non lo correvo.
"Passiamo in gastronomia?" Domandai guardandolo. "Così prediamo qualcosa da mangiare!" Scrutai il suo sguardo imperturbabile. Lui mi lanciò un'occhiata di sfuggita, e poi ritornò sui suoi passi, in silenzio.
"Lo prendo per un si..." Mi guardai di nuovo le scarpe.
Passammo davanti a un bar, e un ragazzo, mio amico ma le cui intenzioni nei miei confronti non erano proprio d'amicizia, mi sorrise e si sbracciò per salutarmi. Attirata dai gesti esagerati del ragazzo, voltai lo sguardo e appena mi accorsi di lui, lo salutai felicemente, e mi avvicinai per scambiare quattro parole.
Il nostro rapporto era strano. Io non ero interessata a lui, così mi comportavo come se non cogliessi i suoi segnali e agivo solo ed esclusivamente da amica, e lui... bè, lui ne mandava eccome di segnali!
Sasuke non mi segui, ma si fermò appoggiandosi al tronco dell'albero, braccia incrociate e sguardo freddo, seguendo ogni mio movimento. Non mi stupii della sua reazione, ma me ne fregai altamente, e continuai a parlare col ragazzo.
"Allora Marco! Come va la vita?" Gli sorrisi, e lui in risposta mi si avvicinò abbracciandomi. Lo scostai leggermente infastidita, mascherando con destrezza i miei reali sentimenti indossando un sorriso più finto di quelli di Sai. Io e il ragazzo parlammo un po', fino a quando con la coda dell'occhio non notai lo sguardo di Sasuke. No, non era più freddo, ora era omicida... quello sguardo non mi piaceva, non ne capivo il motivo, ma per qualche astrusa ragione elaborata dal suo cervellino ottuso, stavo andando contro la sua volontà, e si sa, mai andare contro il volere di un Uchiha.
 
POV SASUKE
 
Stavamo camminando tranquillamente quando qualche idiota cominciò a sbraitare, cercando di attirare l'attenzione della ragazza. Lo guardai con sufficienza, non sembrava rappresentare un pericolo, o qualsivoglia ostacolo. Bene, pensai questo fino a quando lei non si avvicinò a lui per salutarlo. Non avrebbe dovuto, punto. Qualcosa alla bocca dello stomaco si fece sentire, e io ringhiai sommessamente. Mi appoggiai contro il tronco dell'albero li vicino, e incrociando le braccia li guardai. Le stava facendo perdere tempo, tempo utile. Avremmo ritardato, e lei avrebbe messo più tempo a cercare le informazioni. Categoricamente, lei non doveva parlare con quel ragazzo.
Uscii con violenza dai miei pensieri quando il ragazzo le si avvicinò per abbracciarla, e tentò di dare un bacio molto, ma davvero molto vicino alle sue labbra. Ringhia violentemente, e per un attimo ebbi la tentazione di attivare Amaterasu, e arderli vivi, tutti e due. Lei si voltò, e io le sputai contro tutto il mio disprezzo, fissandola negli occhi scuri con odio. La sua espressione felice traballò per un attimo, e subito dopo saluto il ragazzo per avvicinarsi nuovamente a me.
"Tutto ok, Sasuke?" Sentii la sua voce riempirmi le orecchie. Contro ogni mia previsione la sensazione allo stomaco non si calmò affatto, e in risposta alla sua domanda emisi un ringhio sottomesso.
Lei non disse più nulla, e continuammo la camminata in silenzio.
 
POV MIKY
 
Stavamo camminano da ben dieci minuti nel silenzio più totale, e il mio nervoso aveva superato pressoché ogni limite.
Adesso volevo spiegazioni. Si crede davvero così potente e importante che tutti devono cadergli ai piedi?! Può anche farsela passare questa convinzione, perché io non vivo per lui. Ringhiai anche io, piano.
Appena vidi l'ingresso per il negozio di gastronomia, ci entrai, e il ragazzo mi seguì.
Comprai delle bistecche, e delle patatine fritte, pagai, e sempre in rigoroso silenzio uscii. Sasuke mi stava dietro, zitto, e questo mi innervosiva più di qualsiasi cosa.
"Puoi anche parlare sai?" Lo aggredii all'improvviso. Lui voltò appena lo sguardo con espressione indecifrabile, e ritornò a fissare l'asfalto scrostato delle vie del paese.
Fantastico.
Faceva caldo, ero nervosa, e avevo un emerito imbecille di fianco a me.
Semplicemente fantastico.
"Chi era." Inaspettatamente, dalla sua voce uscì un suono. Non era una domanda, poiché io ero certa che lui non le sapesse formulare.
"Cazzi miei." Guardai sempre davanti a me, tenendo un tono di voce freddo.
"No."
"No?" Lo guardai stavolta, e la mia voce tradì una nota di nervoso. "E dimmi allora, perché dovrebbe interessare a te?" Mi fermai, e concentrai lo sguardo sulle sue iridi scure.
"Perché potrebbe ostacolare." Ah, ma allora aveva anche imparato a rispondere! Si fermò anche lui, e i nostri sguardi si incrociarono. Qualcosa nella pancia tremolò, ma subito venne azzittito dagli acidi gastrici.
"Non lo farà." Si era creato un legame tra i nostri occhi, che non riuscivo a spezzare, così rimasi li, a fissarlo.
"Non ne puoi esser certa."
"Lo sono invece." Lo scambio di battute mi stava stufando. Così ghignai. "Se sei geloso dillo pure, non essere timido!" Ridacchiai.
Nel suo sguardo si accese lo Sharingan, e immediatamente mi guardai intorno per vedere se qualche malcapitato stesse passando di li. Non c'era nessuno, e la strada appariva completamente deserta.
"Togli subito quel coso, idiota!" Mi cominciavo ad agitare, di certo morire seduta stante non rientrava nei piani della giornata.
"Non ti azzardare più a parlarmi così ragazzina." E mentre diceva questo, aveva portato la sua mano sul mio collo, e mi aveva sollevato da terra di alcuni centimetri. Mi cominciava a mancare l'aria, e boccheggiavo nella sua presa ferrea.
Mi mollò di colpo, e appena toccai terra, mi piegai su me stessa, massaggiando i il collo con una mano, e provando a regolarizzare il respiro.
"Tieni a mente che se non ti ho ucciso, è solo perché mi servi." La sua voce fredda mi rimbombò nelle orecchie, e subito dopo cominciò a camminare verso la strada di casa lasciandomi li, da sola, con le gambe che tremavano ancora per lo spavento.
 
POV SASUKE
 
Camminavo da solo verso la strada di casa. Non capisco come abbia fatto a perdere il controllo così. Non è da me.
Mi diedi mentalmente dello stupido mentre camminavo sull'asfalto caldo.
Forse, avevo esagerato… scossi la testa, non erano fatti miei. A mio parere, quella ragazza poteva anche morire, alla fine ne avremmo avuta un'altra a disposizione, e quella mi avrebbe ospitato a casa sua, volente o nolente.
Ripensai al suo sguardo mentre la tenevo sollevata. Dopo lo spavento iniziale, era tornato freddo, quasi deluso. Quegli occhi scuri, sapevamo essere dolci e spietati.
Mi soffermai sui miei pensieri, non accorgendomi di essere quasi arrivato. Poco importa, avrei saltato la ringhiera.
Provai a focalizzare il chakra sui piedi, ma questo sembrava irreperibile. Mi tornarono in mente le sue parole, sulla scarsa esistenza di chakra.
Fa niente, avrei aspettato. Così, mi sedetti sullo scalino d'ingresso, osservando la sua figura che cominciava a intravedersi all'imbocco del viale.
Camminava spedita, doveva aver ripreso fiato e forza. Osservai i fianchi che si muovevano, e ghignai. Mi aspettavo già la sua lavata di testa per quello che avevo fatto, ma poco importava, non le avrei mai dato ascolto.
Si, direi che era decente. Più si avvicinava, più vedevo i contorni nitidi. I fianchi tondi, il seno, la matassa di capelli ricci che le incorniciavano il viso. Mi piaceva quando si innervosiva, dimostrava di aver grinta. E soprattutto, quando non mi guardava con smielatezza, in modo comune a tutte le ragazze.
Mi si avvicinava sempre di più, o ora riuscivo a notare le labbra carnose e rosse, contratte in un'espressione nervosa.
Lei non mi degnò di uno sguardo, mi superò, aprii il cancellino ed entrò. Salì le scale d'ingresso velocemente, e quando fu in casa, filò in stanza senza aprire bocca.
La sfuriata per il quale mi ero preparata non arrivò, e ne restai quasi deluso. In qualche modo, la sua voce incazzata, e le parole taglienti che mi avrebbe rivolto, mi avrebbero riscattato dalle mie colpe, ma il suo silenzio, era molto più accusatorio di qualunque insulto.
Qualcosa si fece strada nel mio stomaco, piano. Quel qualcosa, che sembrava molto un senso di colpa, mi fece innervosire. Io, Sasuke Uchiha, non avevo pietà per nessuno, e men che meno sensi di colpa per una ragazzina.
Carico di rabbia, salii le scale per la mansarda, e mi sedetti sul letto, con le mani tra i capelli, a provar a far ordine tre le mie idee.
 
POV MIKY
 
Mi cambiai velocemente, e uscii dalla stanza. Quel coglione mi aveva stufato, di brutto. Ringhiai da sola. Come si era permesso?! Mi massaggiai ancora il collo, perché la sola idea della sua mano che si stringeva in quel punto, bruciava più di qualsiasi taglio.
Mi aveva umiliato, e poi mi aveva lasciato li, senza una parola. Chiusi la porta con un calcio, e questa tremò pericolosamente.
Andai in cucina infuriata e cominciai a preparare da mangiare. Preparai solo per me, lui si sarebbe arrangiato, e se mai si fosse deciso di mettere ancora piede in sala, non gli avrei rivolto la parola.
Mangiai velocemente, con foga, e poi ritornai in camera per smaltire parte del nervoso.
Mi stesi sul letto, e guardai il soffitto, provando a rilassarmi, ma il nervoso che mi corrodeva dentro, non accennava a ridursi. Il telefono vibrò. Inclinai piano la testa, svogliata, e osservai il mittente. Marco, ancora lui.
"Ehi bella! Facciamo un giro oggi?" Lessi il messaggio, chiusi gli occhi con stanchezza e poi li riaprii. Sbloccai il telefono e cominciai a scrivere.
"Certo, ne ho proprio voglia! Alle tre davanti a casa mia, a presto!" Inviai. Mi pentii subito dopo di quello che avevo fatto, ma forse sarebbe stato meglio per tutti. Io mi sarei tolta dai piedi Sasuke, e lui si sarebbe tolto dai piedi me, visto che per lui, ero solo un peso.
Sospirai e chiusi gli occhi. Rimasi in silenzio, a godere dei riflessi della luce contro le palpebre chiuse, fino a quando li riaprii e guardai l'ora, constatando che sarebbe stato meglio se avessi cominciato a prepararmi.
Alle due e quarantacinque ero pronta, davanti alla porta, a prendere respiri profondi per trovare il coraggio di chiamare Sasuke, e dargli che sarei uscita. Al quarto respiro, ce la feci.
"Sasuke, io esco. Ciao." Detto questo aprii la porta, e prima di ogni sua risposta, me la chiusi alle spalle e uscii di casa, sperando di allontanarmi da essa, lasciando là tutti i miei problemi.
Marco arrivò presto, e come da copione mi si avvicinò, abbracciandomi e mollandomi un bacio sulla guancia. Cominciammo a camminare, e mentre lui rideva e scherzava, io stavo in silenzio, sorridendo alle sue battute e pensando al casino che stava succedendo nella mia vita.
"Ehi, ti vedo un po' persa, tutto bene?" Mi domandò, con espressione finta,ente preoccupata, mentre mi metteva un braccio intorno alle spalle.
"Certo, ma ho caldo…" così dicendo mi liberai dalla sua presa. "Gelato?" Sorrisi e cominciai a camminare in direzione della gelateria.
"Sicuro!" Mi seguì, ricominciando il suo monologo del quale sapevo a stento di cosa trattasse.
Passammo il pomeriggio così, e alle 7 ritornai a casa. Lui mi volle accompagnare, e quando fummo lì davanti, si avvicinò pericolosamente al mio viso. Smorzai il gesto con un frettoloso bacio sulla guancia, e sparii dentro al cancellino, lasciando un deluso Marco sulla soglia.
Appena entrai in casa vidi Sasuke, seduto sulle scale davanti all'ingresso, col viso appoggiato alle mani. Non salutai e la mia espressione si incupì. Mi girai e cominciai a camminare verso la stanza.
"Ferma." La sua voce echeggiò nella casa. Mi fermai senza girarmi.
"E lo dovrei fare perché me lo dici tu?" Risposi tagliente.
"L'hai già fatto." Ok, uno a zero per lui, mi ero fermata.
"Bene, dimmi cosa mi devi dire, o divertiti a stare zitto." Continuavo a dargli la schiena, non volevo reggere il suo sguardo su di me.
"Hai perso tempo, avresti dovuto cercare un modo per farmi tornare, non uscire con qualcuno." Ringhiai, se era solo per questo, allora poteva comodamente attaccarsi.
"Uno, io faccio quello che voglio fare, non per renderne conto a te; due, esco con chi voglio e quando voglio e tu ti devi fare i cazzi tuoi; e tre, se hai problemi, risolviteli da solo." Alzai la mano in segno di saluto, e me ne andai in stanza.
Rimasi in ascolto. Sentii i suoi passi leggeri che si allontanavano e salivano le scale.
Benissimo, questo scontro verbale, l'avevo vinto io.
 
POV SASUKE
 
Salii le scale col nervoso che aumentava ad ogni passo. Non capivo il perché si ostinasse a tenere il muso. Perché di certo era lei quella nervosa, non io. Io no. Io non ero sicuramente… geloso di quella ragazza. Ma questo non mi doveva importare. Eppure… perché lo faceva? Guardai fuori la finestra, e la luce rossiccia del tramonto cominciava a filtrare dalle foglie degli alberi. Questo cominciò a rilassarmi. Sentii i nervi che si stendevano e sospirai, recuperando la calma. Mi sedetti sul piccolo davanzale, e rimasi in ascolto dei rumori della strada.
Sentii i suoi passi nel piano di sotto, probabilmente stava andando a cucinare. Senti il rumore delle pentole mosse, e delle stoviglie. Si, come sempre avevo ragione.
Chiusi gli occhi ad ascoltare i rumori, mentre la luce calda mi bagnava il viso. Mi sembrava di esser in famiglia, una famiglia che mi era mancata da tanto.
Riaprii gli occhi di scatto, e feci lampeggiare lo Sharingan al loro interno.
No. Lei non era la mia famiglia, e niente che ci sarebbe mai assomigliato. Era solo una ragazzina che utilizzavo per compiere i miei scopi, niente di più. Si, lei era solo questo per me…
Mi alzai, innervosito solo per il fatto di aver pensato a un fatto del genere, e la rabbia crebbe contro di lei, come se la colpa fosse solo sua.
Scesi le scale e camminai verso la cucina. Mi fermai prima però, prima di entrare, e venni colpito dalla sua schiena che si muoveva davanti ai fornelli. Sbuffò e inclinò la testa per spostare i capelli che le ricadevano davanti al volto. Mi vide. Si rigirò verso i fornelli.
"Cosa vuoi, Sasuke?" Rimasi colpito da come suonò il mio nome pronunciato da lei, come se ogni lettera scivolasse sulle labbra. Mi ripresi, non risposi e mi sedetti al tavolo.
Lei si girò, si appoggiò di schiena al piano lavoro della cucina e mi guardò con sguardo freddo, ma meno deciso di come mi fosse sembrato prima.
"Ti ho fatto una domanda. Rispondimi." La guardai negli occhi, e forse, per la prima vera volta, venni rapito dal pozzo di cioccolato del suo sguardo. E dire che a me i dolci non erano mai piaciuti. Ma lei non era un dolce normale. Era amara, piccante, salata, acida, intensa, e si, anche dolce. Mi ripresi dai miei stupidi pensieri sul gusto. A stare qua mi stavo rimbambendo, non era il vero me che pensava così, ne sono certo.
"Niente." Risposi.
"Bene." Dopo questo breve scambio di battute si rigirò, e continuò a cucinare.
Percorsi con lo sguardo il suo corpo, e ghignai quando arrivai al suo fondoschiena.
Mi ricomposi presto, e cominciai a giocherellare con la forchetta.
 
POV MIKY
 
Cucinavo, e sentivo il suo sguardo pesare su di me. Il fatto che stesse li, dietro di me, in silenzio, mi fece sorridere. Forse, era lo strano modo di chiedere scusa, Made in Uchiha.
Mi girai, lo guardai, e lui, senza capire spostò lo sguardo su di me, in modo interrogativo. Lo fissai un po' negli occhi, con espressione fredda, o per lo meno, più fredda che riuscivo, e poi mi misi a ridere.
Nei suoi occhi brillò per un attimo una leggera confusione, che poi sparì, ritornando al solito e indecifrabile clima.
Quando tutto fu pronto, ci sedemmo a mangiare, in silenzio.
A metà della cena, alzai lo sguardo su di lui.
"Se non sei d'accordo su qualcosa, dillo invece di provare a uccidermi." Lo guardai, ma nella mia espressione e nel mio tono, non c'era alcuna colpa.
Lui incrociò il suo sguardo col mio, e poi ritornò a mangiare. Ero certa che in realtà, avesse perfettamente capito il concetto. Sorrisi.
Finita la cena, andammo ancora in sala. Lui sul suo divano e io sul mio.
Passammo la sera così, zitti, nel tentativo di seguire il film che avevano mandato in onda.
Era da circa un'ora che sbadigliavo senza sosta, e dopo l'ennesimo sbadiglio, decisi di andare a dormire.
"Buonanotte Uchiha." Lo guardi con un sorriso leggero stampato in faccia.
"Mmh." Non mi guardò, e non mi rispose, ma a me bastò quello.
"Certo, anche io ti voglio bene." Risi e andai verso la camera.
Nel riflesso del quadro che portava al corridoio, vidi dapprima la sua espressione stupita rivolta verso di me, che subito dopo si trasformò in un ghigno divertito.
Ghignai anche io, dalla mia parte.
Forse, ero davvero riuscita a smuovere qualcosa dentro al freddo Vendicatore.
 
 
 
PICCOLO SPAZIO AUTRICE
Scusate il ritardo assurdo! Perdono perdono perdono! *chiede scusa in ginocchio*
Spero vi piaccia questo capitolo, partorito dal mio povero cervellino fuso a causa del caldo!
Comunque, se commentate, vi daremo un omaggio, fino esaurimento scorte! (Non contate il fatto che le scorte siano già finite… ehehehe!)
Se avete domande di qualsiasi tipo, scrivete una recensione piccina picciò, e noi saremo felicissime di rispondervi! Grazie mille anche solo perché perdete tempo a leggere questa fanfiction delirante! Vi faranno santi, promesso!
Buona giornata a tutti belli! Alla prossima! Adios!
 
  
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