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Autore: Inathia Len    24/07/2013    1 recensioni
Sulle note di "Empty chairs and empty tables", del musical "Les Miserables", Sirius, James, Lily, Harry, Peter, Sverus e Remus si raccontano, alternando ai ricordi, pensieri introspettivi del presente.
Genere: Comico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Harry Potter, I Malandrini, Lily Evans, Severus Piton | Coppie: Harry/Ginny, James/Lily
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica, Dopo la II guerra magica/Pace
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- Questa storia fa parte della serie 'Classe 1960'
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Oh my friends my friends forgive me
That I live and you are dead
 

1 novembre 1981
 
Vi prego, vi supplico, vi imploro. Uscite dai miei incubi, lasciate in pace le mie notti.
Sono un vigliacco, va bene? L’ho ammesso, ora siete contenti?
Ti prego Lily, non guardarmi così.
E tu cos’hai da fissarmi, James?
Lo sapevate, lo avete sempre saputo che sarebbe finita così.
E poi, adesso ho altro a cui pensare, quindi smettetela di tormentarmi. Sirius è già sulle mie tracce, ne sono certo, e non tarderà neanche Remus. Quindi, vedete che ho ben altri problemi?
Altro…
… a cui…
…pensare…
Ma chi voglio prendere in giro? Mi faccio schifo, ecco cosa.
Vi ho venduti, come il più misero dei trafficanti, e cosa ne ho guadagnato?
Notti insonni e voi due che mi fissate.
Sempre.
E sapete qual è la cosa che mi da più fastidio? Ve ne state lì, senza parlare, muti, a giudicarmi…
Ma che ne sapete voi dell’Oscuro Signore o delle cose che può fare!
E dite qualcosa, maledetto Salazar!
James, mi hai sempre voluto bene, più degli altri, non sono sempre stato un buon amico? Ridevo sempre alle tue battute e ai tuoi scherzi, dovrà pur valere a qualcosa…
E Lily, bella Lily, dolce Lily, la strega più bella e più dotata che io abbia mai conosciuto, almeno tu, parlami…
Potrei sopportare le vostre urla, il vostro disprezzo, ma, vi prego, smettetela di torturarmi con il vostro silenzio.
Fa già abbastanza male così…

 
There’s a grief that can’t be spoken
There’s a pain goes on and on

 
24 settembre 1971, sotto la quercia accanto al lago
 

-Peter… che? Come hai detto che si chiama?- chiese Sirius, guardandomi storto.
-Peter Minus, Sirius, e cerca di non scordartelo di nuovo- lo rimbeccò Remus, sorridendomi.
-E che dovremo farne di lui?- chiese di nuovo Sirius.
-Potremmo tenerlo- propose James.
-Guarda che non è un barboncino- controbatté Remus.
-Lo so, lo vedo. Delle due, mi ricorda di più un topo. Di fogna.-
-Sirius!-
-Ce c’è, Remus, è un paese libero o no, questo? E poi, dico, ma ci siamo messi a fare beneficenza?-
Annuii vigorosamente prima di aver compreso appieno quello che Black stava dicendo. Insomma, già essere lì con loro, i miti di Hogwarts dopo nemmeno un mese di scuola, mi mandava in confusione, se a questo si aggiungeva il fatto che stavano davvero prendendo in considerazione l’idea di ammettermi nel loro gruppo… beh, un po’ di confusione è accettabile.
Ma James non ci fece caso, anzi, con un braccio mi circondò le spalle e si mise a ridere.
-Teniamolo in prova qualche mese.-
-Una settimana- ringhiò Sirius, furioso per tutto l’entusiasmo di James.
-Geloso?- chiesi io, prima di mordermi la lingua. Ma che stavo dicendo? Potevo aver rovinato tutto…
Remus e James esplosero in una risata contagiosa.
-Assunto a tempo indeterminato- esclamò James, ridendo ancora più forte e battendomi una pacca sulla spalla. –E metti via quel muso, che non si è offeso nessuno. Hai fatto una battuta, non ci hai mica venduti a Tu-Sai-Chi!-

  
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