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Autore: barbabietoladazucchero    24/07/2013    1 recensioni
"Allie si alzò e lo guardò intensamente.
Liam rimase senza fiato perdendosi negli occhi blu della ragazza, sentendo una leggera morsa allo stomaco e uno svolazzare di libellule. Attimi di silenzio in cui i due ragazzi si guardarono a corto di respiro, come se il tempo si fosse fermato.
Poi la ragazza prese fiato e vomitò anche l’anima sulla maglietta del cantante."
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Liam Payne, Niall Horan, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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‘La Gallina’ era il ristorante preferito di Allison: in periferia, posizionato lungo una stradina tortuosa come i paesini siciliani, buia per l’assenza dei lampioni e completamente silenziosa. Qualsiasi persona si sarebbe ben guardata dal visitare quel posto, per paura di rimetterci la borsa, e la vita. Chiunque sano di mente avrebbe cambiato rotta e sarebbe tornato da dove era venuto, perché all’apparenza, quella stradina era davvero, davvero brutta.
A quanto pare Allison non era sana di mente, e nemmeno i cinque ragazzi che erano con lei.
Allison camminava fiera per quelle strade, salutando di quando in quando un passante, un venditore ambulante o un commerciante; dietro di lei Niall, Zayn, Harry, Louis e Liam camminavano un po’ incerti, stando attenti a non incrociare lo sguardo di nessuno, troppo timorosi di finire in una rissa tra bande, o sotto il coltello di qualche scippatore.
Allison era palesemente divertita dal loro comportamento e tra sé e sé pregava vivamente di incontrare Piero, un burbero italiano di due metri di altezza per due di larghezza, completamente tatuato e che avrebbe fatto pisciare sotto il più codardo del gruppo, che lei scommetteva fosse Liam. In realtà Piero era un giardiniere, e una delle persone più dolci che Allie avesse mai conosciuto, incapace di uccidere una mosca.
‘La Gallina’ era il ristorante del fratello di Piero, Oreste, che era l’esatto opposto del fratello: minuto, basso un metro e uno sputo e faccia arcigna. Ma aveva due mani in grado di cucinare il nettare degli dei, un cuoco di eccezionale bravura.
Quando era più piccola, Allie entrava nella cucina del ristorante, si sedeva per terra e osservava il cuoco compiere magie e bestemmiare dietro i suoi camerieri, parlava solo in italiano e grazie a lui la ragazza conosceva un ampio repertorio di insulti in quella lingua.
“A-Allison” la richiamò Niall schiarendosi la voce.
Lei si girò sorridente.
“Vuoi ucciderci per caso?” riprese Niall, anch’egli sorridente ma con una traccia di nervosismo sul volto.
Lei non rispose, e anzi entrò nel ristorante facendo cenno ai ragazzi di seguirla.
L’interno del locale faceva a botte con il fuori: tintura gialle alle pareti, tavolini con tovaglie a quadri e sedie di legno davano un caloroso benvenuto agli ospiti. Musica neomelodica come sottofondo e lampadari giganti che illuminavano qualsiasi angolo del ristorante.
I ragazzi si sedettero al tavolo e Allie poteva vedere chiaramente che i cinque avevano ripreso il colore naturale del volto, evidentemente sollevati alla vista di quella taverna che di spaventoso non aveva niente. Poi in un attimo il volto di uno dei cinque si distorse in una smorfia di disgusto alla vista delle posate.
“Oh cazzo. Toglilo, toglietemelo da davanti agli occhi, Zayn…” disse Liam chiudendo gli occhi e aggrappandosi al braccio del suo vicino di sedia.
Allison era all’oscuro della piccola fobia della sua nemesi, e confusa chiese spiegazioni a Niall.
“Liam è, come dire… Ha paura, schifo, dei cucchiai”.
In un primo momento la mora pensò stesse scherzando, probabilmente era un teatrino che i ragazzi avevano preparato per sciogliere il ghiaccio, così iniziò a ridere divertita. Si bloccò qualche secondo più tardi quando vide che erano tutti serissimi e, anzi, Liam continuava ad avere gli occhi chiusi, mentre Zayn toglieva di mezzo il cucchiaio.
“Scherzate, vero?” chiese rivolta a tutti.
Quattro teste negarono in sincronia, mentre Liam riapriva prima un occhio, poi l’altro.
La mora tornò a ridere, scioccata da una paura tanto stupida.
E Liam non la prese bene, affatto.
“Cosa c’è di così divertente?” chiese rivolto alla ragazza.
“Che cagata colossale!” rispose tra le risate. “Come si può avere paura di un cucchiaio? Sai Liam Payne, ti avevo sottovalutato, sei molto, molto divertente!” continuò.
Il ragazzo arrossì visibilmente, si poteva vedere quasi il fumo uscirgli dalle orecchie.
“Mi fa piacere che una mia paura terrorizzante ti diverta così tanto”
“Mi sento male” continuò Allie tra le risate, i singhiozzi e le lacrime agli occhi. “Ma le vostre fan lo sanno? E non dicono niente? Cioè io vi prenderei per il culo da mattina a sera!”
“Forse le nostre fan sono un pochino più mature e non ridono delle debolezze altrui. Forse eh!” riprese il castano.
“Mi stai dando dell’immatura?” chiese la mora riprendendosi all’istante dalle risate.
“L’hai detto tu, dalla mia bocca non è uscito niente”
“Bene. Oreste?” chiamò il proprietario “Vorremmo ordinare, pensavo di far provare ai miei amici il tuo piatto forte” disse Allie con un sorriso.
“Arriva subito” rispose Oreste senza un accenno di sorriso e anzi guardando di sottecchi i nuovi amici di Allison.
Spesero il tempo tra l’ordinazione e l’arrivo delle pietanze riportando alla memoria il viaggio in Ghana di Allie e dei One Direction, parlando e ridendo di cosa era successo durante il mese in cui erano stati nello stesso villaggio. I ricordi furono interrotti dall’arrivo di Oreste e di un altro cameriere che portarono la specialità della casa: minestra di verdure con crostini all’aglio.
“Bè, buon appetito!” disse Allison sorridendo in direzione di Liam mentre prendeva il suo cucchiaio e si avventava sul piatto.
Liam scioccato non poté fare altro che mangiare la sua minestra con la forchetta, dandola vinta alla ragazza che stava comodamente mangiando dall’altra parte del tavolo.

“Payne hai finito?” chiese per l’ennesima volta Allison.
Era passata più di mezz’ora da quando gli altri cinque avevano finito la propria minestra, meravigliandosi della bontà di quel piatto all’apparenza tanto schifoso.
Mancava solo lui.
Liam la guardò truce mentre raccolse con la forchetta l’ultima goccia di minestra. Era stata una faticaccia e tra il caldo del locale, il caldo della minestra e lo sforzo di mangiare del liquido con la forchetta, Liam era una maschera di sudore e questo non fece altro che aumentare l’ilarità della mora.
“Me la paghi” rispose in un soffio bevendo quanta più acqua fresca poteva.
La serata proseguì tranquilla, tra risate –per lo più da parte di Allison nei confronti di Liam- scherzi e ricordi dell’Africa. Giunta al termine, Niall si avvicinò alla mora.
“Allie, posso accompagnarti a casa?” chiese sorridente.
“Con piacere” rispose sorridendo in risposta.
I ragazzi pagarono e si allontanarono dal locale, chi in una direzione, chi in un’altra.
Liam era sempre considerato da tutti il maturo del gruppo, il più educato, quello che si comportava in modo adeguato in ogni situazione, che non si metteva in ridicolo di fronte agli altri. Cresciuto a Wolverhampton, da genitori amorevoli che non fecero mancare al figlio un’educazione degna di questo nome: scuole private, corsi con madrelingua diversi, catechismo e sport: l’equitazione per l’equilibrio, il karate per l’armonia del corpo e il basket come sfogo per lo stress di una vita così piena. Liam si era sempre ritenuto fortunato e orgoglioso dell’educazione ricevuta, molti gli facevano i complimenti per i suoi modi di fare e di esprimersi, ma da due mesi a questa parte tutto era andato in fumo a causa di quella ragazza: si sentiva quasi in imbarazzo di tutto quello che prima lo rendeva soddisfatto e contento. Allison lo considerava noioso e monotono proprio per l’educazione di cui lui andava fiero, e la ragazza non perdeva un momento per fargli intendere esattamente quello che pensava di lui; Liam lo trovava estremamente fastidioso e intrigante allo stesso tempo.
“Liam che fai?” lo riscosse Louis dai suoi pensieri mentre stava ancora guardando la coppia allontanarsi silenziosa.
“Niente, andiamo?” rispose tranquillo.
I tre annuirono e si incamminarono nella direzione opposta a quella di Niall e Allie.

 

“Prima o poi dovremo parlare di quello che è successo in Ghana, Niall” aprì il discorso la mora.
Niall le sorrise calorosamente stringendola in un abbraccio.
“Tu cosa pensi a proposito?” le chiese.
“Bè, è stato… Interessante” al biondo scappò una risata.
“È stato davvero così brutto?” chiese.
“No, no è stato... Strano” rispose Allie.
“Mi farò perdonare”
La mora lo guardò interrogativa.
“Domani sera, solo tu e io. Che ne dici?” sorrise Niall, un sorriso grande e caldo.
“Ci sto! Ma a una condizione, niente paparazzi, giornalisti o fan incallite”
“Andata” e si strinsero in un abbraccio.
Erano davanti casa della mora. Abitava da sola da un paio di anni, e grazie ai suoi due lavori poteva permettersi un appartamentino comodo in periferia. Allison aiutava la nonna e la mamma nel negozio di antiquariato che le due donne avevano avuto in eredità dalla madre di Annie, il negozio era la fonte più redditizia, era un negozio storico e molto conosciuto e soprattutto posto in centro. Poi Allie aveva un secondo lavoro, puliva le teche dagli escrementi degli animali nell’acquario di Londra e occasionalmente quelle degli animali dello Zoo; lavoro poco redditizio e abbastanza umile, ma che, per qualche strana ragione, lei adorava. Aveva conosciuto persone meravigliose e aveva potuto scoprire il meraviglioso mondo degli animali, cosa non da poco, perché prima di allora aveva potuto avere contatti solamente con qualche cane, tre gatti e un gabbiano durante un viaggio in Italia.
A un tratto Niall si abbassò verso il viso di Allison cogliendola di sorpresa, e automaticamente la ragazza girò il volto impendendo il bacio. Niall la guardò confuso.
“Vorrei evitare di finire sul Metro di domani mattina, se non ti dispiace” disse sorridente.
Niall la guardò per qualche secondo.
“Ho capito, niente uscite pubbliche”
“Io per le tue fan non esisto, non voglio complicazioni nella mia vita”
“È giusto” si abbassò e la baciò sulla guancia.
“Buonanotte Allie”
“Notte Niall”

 

“Come sto??” chiese la bionda con un sorriso eccitato.
Allie guardò la sua amica scioccata.
“Dipende Charlie: cosa festeggiate?”
“Il nostro terzo anniversario! Mi porta in un hotel a 5 stelle!” disse al massimo dell’eccitazione e urlante.
“Allora sei perfetta” disse la mora guardando l’amica: non indossava altro se non un completo di pizzo rosso che poco lasciava all’immaginazione.
Aveva conosciuto Charlotte all’acquario, lei era addestratrice di delfini e si era appioppata ad Allison dal primo momento in cui l’aveva vista: “Oddio non ho mai avuto un’amica mora! Sarà così divertente e strano!” le aveva detto suscitando uno sguardo di sorpresa nella mora. 'Ma da che pianeta viene?' si era chiesta Allie, e aveva capito tutto quando Charlie le aveva detto che era americana, che aveva studiato al Delphi College in California e che faceva parte delle Beta Teta Zeta, sorellanza in cui contava un solo, unico dettaglio: i capelli biondi, così biondi che raggiungevano il platino. Charlotte incarnava quanti più stereotipi possibili: essendo californiana era bionda, alta, magra, con delle curve da paura, molto estroversa con gli uomini e stupida. Spesso se ne usciva dal nulla con domande come “ma te le immagini le suore durante una visita ginecologica?” “secondo te come fanno sesso i polli?” e cose così.
Era l’amica più intima di Allie e la ragazza non poteva desiderare niente di più, adorava Charlie dalla radice dei capelli biondo platino alle unghie ricostruite dei piedi.
“Non credi sia da suora?” chiese quest’ultima.
“Dipende che tipo di suora intendi, se quelle di chiesa o quelle di Las Vegas” ribatté la mora divertita.
La bionda rientrò in camerino e iniziò un nuovo discorso.
“Allora, questo ragazzo? Me lo descrivi o lasciamo alla mia fervida immaginazione?”
“Se lasciassi fare alla tua immaginazione probabilmente penseresti che esco con un porno attore di colore”
“Touchè”
“Charlie, fa parte di One Direction…” disse la mora in un colpo solo aspettandosi il finimondo.
“COSAAAAAAA?!!!?” disse appunto la bionda uscendo trafelata dal camerino e suscitando sguardi curiosi delle persone presenti nel negozio.
“No Allison, NO NO E ANCORA NO! Te lo proibisco! Sono gli arcinemici dei The Wanted, non ti permettere! Non passare al lato oscuro!” disse rossa di rabbia.
Charlotte aveva una cotta paurosa e mostruosa per la seconda boyband inglese più conosciuta, era innamorata persa di tutti e cinque i ragazzi, era andata a tutte le loro date e conosceva ogni più sordido dettaglio della loro vita. Così come amava i The Wanted, odiava i One Direction; quello che le dava fastidio era che i TW, che lei considerava più bravi e belli, non avessero la fama delle Cinque Direzioni, motivo per cui aveva iniziato una guerra mediatica con quei ragazzi, creando blog di Tumblr e account Twitter anti-OneDirection, trovando l’appoggio di molte ragazze e facendosi non pochi nemici.
Allison non seguiva nessuna delle due band, conosceva entrambi, i TW per ovvie ragioni, ma non prendeva parti, non conosceva le canzoni di nessuno dei due gruppi e non si interessava alla loro vita, almeno finché non incontrò quei cinque ragazzi in Ghana.
“Charlie dai calmati che mi vai in iperventilazione” fece cenno all’amica di sedersi sulla poltrona di fianco a lei, mentre questa cercava di tornare a respirare in modo normale.
“Perché Allie? Perché loro?” chiese in modo melodrammatico.
“Non mi sto per sposare, C! Mi vedo a cena con uno di loro chehoancheaccidentalmentebaciatoinghana”
“Scusa? Cos’hai detto?”
“Non mi sto per sposare” disse con un sorriso nervoso Allie.
“No dopo”
“Mi vedo a cena?”
“ALLISON!”
“Ci siamo baciati”
“CHI! Non dire Louis, ti prego. Non quella checca isterica!”
“Niall”
“Quello biondo?! E io che pensavo fosse asessuato, ma tu pensa…” disse pensieroso la bionda.
“Allie” incominciò accarezzando il braccio dell’amica “Tu meriti di meglio, tu meriti un ragazzo alto, bello, fisicato, abbronzato, scuro di capelli e con occhi penetranti e misteriosi”
“Charlie, Siva è fidanzato...” rispose divertita.
“Promettimi solo una cosa: non ti sposare con uno di loro”
“Oh mio Dio!” iniziò a ridere Allie “Ma ti senti? Ma chi si vuole sposare in primis, e con uno di loro in secundis”
“Mai dire mai” sospirò teatralmente la bionda.

 

Grace tirò fuori un vestito di seta color blu oltreoceano dell’armadio, lungo fino alle caviglie, senza spalline e con un enorme fiocco sotto il seno.
“È-è perfetto” disse con le lacrime agli occhi.
“Mamma, sto andando a cena con un ragazzo, non a fare la damigella d’onore al matrimonio di una duchessa”
Si voltò verso la nonna, che aveva in mano un vestito verde pisello, corto fino a metà coscia, corpetto striminzito e cintura marrone.
“Nonna, quello l’ho indossato per recitare Campanellino in quarta superiore!”
“Oh ecco dove l’avevo già visto” annuì Annie.
Erano due ore che continuavano così: Allie seduta sul letto in accappatoio, a braccia conserte mentre le sfilavano davanti un numero imprecisato di vestiti, Grace alla sua destra, in piedi che rovistava febbrilmente l’armadio trovando i vestiti più orridi e meno consoni, dall’altra parte Annie che –bè percorreva il viale dei ricordi spulciando la cassettiera che conteneva i vestiti delle vecchie rappresentazioni teatrali di Allison.
Il delirio.
“OH MIO DIIIO!” urlò eccitata Grace. “L’HO TROVATO!”
Grace tirò fuori dall’armadio un bellissimo vestito bianco di pizzo a canottiera e gonna larga che scendeva sulle ginocchia.
“È bellissimo” annuì Annie.
“È da sposa…” disse Allie.
“È perfetto” concordarono insieme le due donne con un sospiro.
“Non lo so, mi sembra troppo impegnativo…”
“Allie non combatterci, è perfetto e ti sta benissimo, basta è deciso!” disse Grace lanciando il vestito alla figlia.
Mezz’ora dopo Allie era pronta, bella, e completamente a disagio in quel vestito; si avviò verso il portone di casa salutando le sue ragazze.
“Tieni amore della nonna” disse Annie allungando la mano e facendogli l’occhiolino.
Allie prese l’oggetto tra le mani e la fissò rossa di imbarazzo: un preservativo.
“Nonna!” “Annie!” dissero in coro le altre due.
“Che c’è?!”

Ciao, posto subito il secondo capitolo perchè il primo è proprio insipido e noioso.
Enjoy my story,
B.


Next on Opposites:

"Allie si alzò e lo guardò intensamente.
Liam rimase senza fiato perdendosi negli occhi blu della ragazza, sentendo una leggera morsa allo stomaco e uno svolazzare di libellule. Attimi di silenzio in cui i due ragazzi si guardarono a corto di respiro, come se il tempo si fosse fermato."

  
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