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Autore: barbabietoladazucchero    23/07/2013    1 recensioni
"Allie si alzò e lo guardò intensamente.
Liam rimase senza fiato perdendosi negli occhi blu della ragazza, sentendo una leggera morsa allo stomaco e uno svolazzare di libellule. Attimi di silenzio in cui i due ragazzi si guardarono a corto di respiro, come se il tempo si fosse fermato.
Poi la ragazza prese fiato e vomitò anche l’anima sulla maglietta del cantante."
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Liam Payne, Niall Horan, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Pronto?”
“Amoore mio!”
“Ehi m-“
“Come stai? Quando sei tornata? Come sei tornata? Hai conosciuto qualcuno? Come è stato il viaggio? Ti sei divertita? Sei stanca? Quando-”
Ogni volta la stessa storia.
“Con calma! Inspira, espira… Qual era la prima domanda?”
“Come stai?”
“Bene, ho solo-“
“Quando sei tornata?”
“Due ore fa, quanto ti ho mandato il me-”
“Come sei tornata?”
“In-in aereo? Ma che domande sono?!”
“Hai conosciuto qualcuno?”
“Ehm…”
“OH MIO DIO! Aspetta, aspetta ti metto in vivavoce così sente anche Annie! Allora dov’è il tastino rosso…”
“Verde, non rosso… C’è scritto vivavoce sopra… ”
“Eccoci qui! Dicci tutto tesoro!” la voce eccitata e sempre più acuta.
“No dai, è-è imbarazzante…”
“Sputa quel cazzo di rospo Allison!” la interruppe una terza voce.
Allison non ci fece caso alla finezza di Annie, ci era abituata.
“Dove? Quando? Nome? Cognome? Altezza? Lavoro? Credo religioso?”
“Oh per l’amor del cielo, Grace! Falla parlare”
“La sto facendo parlare, è che sono così curiosa! È passato così tanto tempo…”
La mora sentì una morsa allo stomaco, mentre pregava tutti i santi di questo mondo affinché le due non tirassero fuori quella storia, di nuovo.
“Grace!”
“Annie”
“RAGAZZE! Io sono ancora qui...”
“Hai ragione amore, dicci tutto”
“No ora non posso, ci troviamo a pranzo domani? Solito posto per le 12.30?” ribatté la mora, sconsolata ma anche un po’ divertita da quella situazione. In fondo le sue ragazze le erano mancate, e non poco.
“Perfetto!” ribadì Grace con voce acuta, al punto che Allison fu costretta ad allontanare la cornetta dall’orecchio.
“Ciao Allie!” disse Annie.
“Ciao nonna…”
“Ti voglio bene amore!” questa era Grace.
“Anche io, mamma…”

“Allora: chi è, cosa fa, com’era vestito.”
“Mamma ti prego, non abbiamo nemmeno ordinato!”
“Grace, calma. Facciamo almeno arrivare i drink”
“Ok, ok…!” si arrese la madre facendo scorrere gli occhi sul menu.
La mora ringraziò con uno sguardo la nonna, soffermandosi a osservare quel volto dolce e delicato che non vedeva da tre mesi. Volto segnato dal tempo, rughe più o meno marcate che incorniciavano gli occhi e la bocca; occhi marroni e intensi che avevano visto il mondo per settantaquattro anni; bocca sottile e rosa sempre aperta in un sorriso che mostrava dei denti bianchi, perfetti e palesemente finti.
“Oggi la dentiera non mi lascia un attimo di pace” disse Annie, aggiustandosi con nonchalance la dentiera aiutata dalle dita.
“Nonna!” iniziò a ridere Allie. “Ti guardano tutti!”
Annie si girò verso un gruppo di ragazzi che guardava l’anziana in modo schifato mentre si accomodava la dentiera.
“Che cazzo volete?”
“Nonna!” i ragazzi si voltarono scioccati da quello che era uscito dalla bocca sdentata di una vecchietta all’apparenza così calma e dolce.
“Le signore vogliono ordinare?” chiese il cameriere.
“Signorine, prego” ribatté Grace. “Siamo tutte single! E non siamo così vecchie” continuò con un grande sorriso sul volto.
Annie rise, vedendo il cameriere imbarazzato e leggermente rosso.
“Voi due siete impossibili” disse Allison divertita.
Ancora scosso, il cameriere prese le ordinazioni per poi fuggire correndo da quel tavolo.
Le tre ‘ragazze’, erano in un bar all’aperto fuori Londra; amavano la periferia di quella città: niente turisti, gente tranquilla e localini ignorati dalla maggior parte delle persone,e che loro adoravano. Si può dire che un loro hobby era proprio questo; andare alla ricerca dei posti più nascosti e segreti di Londra, che fossero pub, chiese o giardini.
Vivevano lì da una vita e conoscevano ogni più piccolo celato angolo di Londra, o almeno della Londra di periferia.
La madre di Allison, Grace, era una bellissima donna di quarantacinque anni, capelli neri e folti, spesso raccolti in una coda di cavallo. Occhi azzurri come il ghiaccio e limpidi come l’acqua che sembravano poter perforare qualsiasi superficie. Grace rimase incinta di Allison all’età di vent’anni per errore, o forse per destino: i genitori la cacciarono di casa, erano quel tipo di persone attaccate al giudizio che gli altri potevano rivolger loro e al rifiuto di Grace di abortire, le diedero 500 sterline e un borsone già pieno di tutti i suoi vestiti. Robert, il padre di Allison e figlio di Annie, scappò a New York non appena ricevuta la notizia; e così una neovedova londinese si trovò ad accudire una giovane ragazza abbandonata che era incinta di sua nipote.
I primi tempi furono duri per le due donne: la convivenza non era facile, si conoscevano appena e la gravidanza è un momento difficile per una ventenne che ancora studia all’università, soprattutto se quella gravidanza è indesiderata.
Inoltre Annie era appena rimasta vedova, l’amore della sua vita gli era stato portato via da un’operazione al cuore finita male e il vuoto aveva avvolto la donna.
Ma quando la più giovane partorì la piccola Allie, le loro vite si sistemarono, come pezzi di puzzle. Grace trovò in Annie una madre, un’amica e una roccia. Annie trovò in Grace una figlia, una confidente e... Una roccia. Si fecero forza l’un l’altra, le due e la piccola trovarono un equilibrio, iniziando ad aprirsi a vicenda, a conoscersi e a volersi bene.
Da quel momento più nessuno aveva potuto dividerle, erano una famiglia, un po’ sconquassata, strana e non proprio perfetta, ma si volevano bene dal profondo dell’anima.
“Dai amore fai contenta la tua mamma e dimmi tutto” tornò alla ribalta Grace.
La mora alzò gli occhi al cielo, divertita mentre si apprestava a rispondere.
“E va bene, va bene! Da dove inizio?” chiese.
“Lui chi è, dove l’hai incontrato e come bacia” disse questa volta Annie.
“Non so se posso dirvelo” disse Allison prendendo tempo e godendosi le facce infuriate delle due donne.
“Allison, io ti ho fatto io ti distruggo. Apri quella boccuccia d’oro e parla” disse Grace con finta calma.
“Voi mi dovete giurare e spergiurare di non dirlo a nessuno” aspettò un cenno di assenso per continuare.
“Allora, il Ghana è bellissimo, ci sono queste strade così immense e spaziose, ma allo stesso tempo così piene di persone e bambini! Oh mamma devi vedere i bambini hanno questi occhioni-” si interruppe notando lo sguardo truce delle due donne. Prese un bel respiro e continuò.
“Ok, bene. Si chiama Niall, fa parte di un gruppo musicale abbastanza famoso che era in Ghana per girare un videoclip. Per questo motivo dovete tenere la bocca cucita! E con ‘bocca cucita’ intendo che non deve saperlo nemmeno la signora Peabody! Soprattutto la signora Peabody.” disse guardandole negli occhi.
“Come bacia?” chiese Annie.
“Cosa?! Come? Come sai che ci siamo-?” chiese sorpresa.
Annie non poté fare a meno di lanciare uno sguardo apologetico alla nipote che continuò sospirando.
“Ok, è-è stato strano, credo…”
“Cioè ti ha fatto schifo”
“No mamma, o almeno a me no! Però era come se lui non fosse troppo preso, quasi lo facesse come dovere, non so se mi spiego…”
“No per niente” dissero in coro Annie e Grace.
Allison fece una smorfia.
“Ma continua! Com’è? Fisicato? Non fisicato? Alto? Basso?”
“Non è troppo alto effettivamente, un pochino più di me, fisico niente male, anche se troppo poco abbronzato per i miei gusti, biondo, ma palesemente finto. Occhi- oh mio Dio” si interruppe bruscamente la mora, che, cercando di ricordarsi il fisico del ragazzo, aveva guardato in giro per la strada poco trafficata di quella parte di Londra.
“Erano così brutti?” chiese ingenuamente Grace.
“Macchè secondo me ‘oh mio Dio’ sta per ‘occhi da orgasmo’” .
“Annie!” urlò Grace.
“Che c’è?”
“Non si può ok? Non puoi urlare ‘orgasmo’ in mezzo alla strada!”
Annie stava per rispondere ma a un tratto si accorse dello sguardo della nipote, perso in un punto preciso alle sue spalle.
“Allie?”
“È qui” disse in un soffio.
“Chi?”
“Ma come chi, Grace! Ma Nathan-“
“Niall” la corresse Allison.
“Niall!”
“Nonna non urlare!”.
Troppo tardi.
Le urla isteriche della vecchietta avevano raggiunto il gruppetto di ragazzi che passeggiavano lungo il marciapiede, non lontani dal baretto dove stavano pranzando le tre ragazze.
Allie osservò la reazione di Niall: un volto sorpreso che piano piano si aprì in un enorme sorriso non appena la riconobbe. Mentre il gruppetto di ragazzi si avvicinava con passo sicuro, Allison radiografò Niall: cappellino bianco che gli schiacciava i capelli, RayBan scuri che nascondevano gli occhi, canottiera extra-large bianca e pantaloncini corti neri. ‘Niente male’ pensò.
Si accorse successivamente che Niall non era solo, ma con altri due ragazzi: Harry, che indossava dei jeans striminziti neri e una maglietta verde molto attillata, fedora sulla testa e occhiali da sole, e Liam, che indossava- bè Allison non perse nemmeno un secondo per osservare Liam; meno lo guardava, meglio era. Provava uno strano senso di fastidio e noia verso quel ragazzo, lo trovava monotono e per niente divertente, era la pecora nera del gruppo secondo lei, e dal primo momento in cui Liam le strinse la mano per presentarsi –ormai circa due mesi fa- i due si sono sempre guardati di traverso, non riuscendo a trovare niente in comune, ma anzi trovando solo argomenti su cui discutere.
“Allison?! Wow ma allora sei tornata!” Niall interruppe i pensieri della mora.
“Ciao Niall” si alzò per abbracciarlo, e così fece anche con Harry. “Com’è possibile che tu sia più abbronzato di quando eravamo in Africa, Harry?”.
Lui sorrise mostrando due fossette sulle guance, togliendosi gli occhiali da sole.
“Porco cazzo che occhi!” esclamò Annie.
Allie e Annie scoppiarono a ridere mentre Harry arrossì imbarazzato dalla mancanza di pudore dell’anziana signora.
“Scusatela, non ha peli sulla lingua” disse ridendo Annie. “Io sono Grace, la madre di Allison…”
“Ah sì, lei è mia madre e lei mia nonna Annie… Loro sono Niall-“ un colpo di tosse partì dalle labbra di Annie, ma Allison non se ne curò. “Harry…”
“Enchantè” rispose elegantemente baciando la mano alle due donne, nonna Annie rispose con una strizzata d’occhio in direzione del giovane, che aveva iniziato a sorridere divertito.
“E Liam…” disse Allison senza emozione, cosa che non sfuggì alla madre e alla nonna.
“Molto piacere Grace, molto piacere Annie. Sono Liam, Liam Payne.” rispose stringendo loro la mano.
Allison alzò gli occhi al cielo: si poteva essere più noiosi? Neanche fossero stati nell’Ottocento, non c’era bisogno di salutare in quel modo così… pomposo.
“Noi dobbiamo andare, ma hai il mio numero, e già avevi promesso di chiamarmi!” disse Niall. “Questa volta mantieni la promessa e mi chiami stasera, così organizziamo una cenetta, magari con gli altri anche. Non ci vediamo da quanto? Sarà un mese! Ci stai?”
Allison guardò per un secondo Liam che non aveva smesso un attimo di guardarla da quando si erano avvicinati al tavolino. Se Allison non aveva notato lo sguardo insistente del ragazzo, mamma Grace non si era persa nemmeno un battito di ciglia che il giovane Liam dedicava a sua figlia.
I ragazzi tornarono alla loro passeggiata, e le tre ragazze tornarono al pranzo.
Annie e Grace ancora più eccitate e vogliose dei dettagli di quel viaggio in Ghana, e Allison con l’umore leggermente rovinato da quel ragazzo così noioso e pomposo  che presto le avrebbe sconvolto l’esistenza.





Sono tornata! ("e chi ti voleva...")
Questo è solo il primo capitolo, quindi oltre a essere noiosetto è anche piuttosto corto ma mi serviva per presentare un paio di personaggi.
Se avete voglia potete dirmi cosa ne pensate!
Ho già scritto cinque-sei capitoli e pensavo di lasciare una breve preview in ogni capitolo (sì, ho rubato la genialata a molte ff), giusto per mantenere un po' di interesse!

Come sempre, enjoy my story.
B.



Next on Opposites:
“Tieni amore della nonna” disse Annie allungando la mano e facendogli l’occhiolino.
Allie prese l’oggetto tra le mani e la fissò rossa di imbarazzo: un preservativo.
“Nonna!” “Annie!” dissero in coro le altre due.
“Che c’è?!”



  
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