Libri > Il Signore degli Anelli e altri
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Autore: vucuraresmak    25/07/2013    0 recensioni
Cosa successe nella Terra di Mezzo dopo che Sauron fu sconfitto? Tutti lo sappiamo ma se non fosse stato così? Se qualcun' altro di più infido e meno scontato tramasse nell' ombra?
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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NON VOGLIO ANDARE VIA "Dai Antras, vieni, devi andare!" un bambino di otto anni con lo sguardo serio puntava i piedi e non si muoveva, teneva stretta nel fodero una spada, non se ne era mai separato, e con tono calmo, pacato, ma di chi non ammette repliche:"Io da qui non me ne vado, non finchè non torna papà" a quelle parole Re Elron non potè fare a meno di sorridere, era come il padre per passione e determinazione, ma in quanto cocciutaggine, beh quello sguardo, quel tono che riusciva a racchiudere mille minacce, quello era della sua adorata Arwen, il re degli elfi tuttavia non si fece incantare:"Sai bene come stanno le cose in merito a tuo padre, e sai anche che devi partire, vuoi rendere tutto inutile per un capriccio?" ed eccolo il punto debole, Antras chinò il capo e salì sulla carrozza, per te capriccio per me principio, diretto dove non voleva sapere. Mentre si caricavano gli ultimi bagagli il bambino fece scorrere lo sguardo sui giardini di Gran Burrone, era primavera e tutto fioriva , sbocciava, sembrava essere nel suo pieno splendore_Ingiusto_ Non voleva andarsene, era la sua casa, del mondo esterno sapeva ciò che sapeva grazie ai racconti del padre, e ora si ritrovava catapultato fuori da quel paradiso inraggiungibile agli altri, scacciato quasi con la scusa del posto sicuro, ma cosa c'è di più sicuro che del paradiso? Nel sentire i primi colpi sordi degli zoccoli del cavallo sul terreno, la gola di Antras cominciò a contrarsi come a voler dire qualcosa che si sà ma non si può esprimere; decise di chiudere gli occhi, per non vedere la figura di Gran Burrone che man mano si allontanava, errore madornale, passato un tempo che non potè definire riaprì gli occhi e subito, reale, imperfetto, il mondo si stagliava davanti a lui nella brulla campagna che stavano attraversando credette di vedere la cosa più brutta e disarmoniosa della sua vita. Iniziarono a passare i giorni a bordo di quella carrozza e gli occhi del bambino di abituarono alla brulla campagna fino quasi a trovarla sopportabile se non gradevole. Successe a mezzogiorno, Antras stava guardando fuori dalla finestra quando la carrozza venne ribaltata da una forte folata di vento, il cavallo impennò rifiutandosi di proseguire, si sentì nell'aria l'urlo del cocchiere_Arrivano_ Antras prese la spada e corse, corse, delle rocce, un buco, prestro la salvezza, accerchiato si costrinse ad uscire, cos'erano? Sembravano uomini e forse un volta lo erano stati, esseri ributtanti con la pelle coperta di uno spesso strato di gelatina, cicatrici e bitorzoli crescevano sparpagliati disordinatamente sopra i muscoli sul procinto di esplodere tanto inumanamente grandi, chiuse gli occhi e stranamente trovò la forza di sorridere_Finito_ sentì alle sue spalle un suono di zoccoli, urla di dolore e poi silenzio, qualcuno gli mise la mano sulla spalla, apri gli occhi e vide la salvezza: davanti a lui bello come solo un elfo può essere, il viso tirato dalla preoccupazione, gli occhi simili a puri ma profondi laghetti di montagna furono attraversati da una luce, aveva sottili raggi di sole in testa, l'unica cosa che stonava erano le poche rughe che segnavano il volto dell' elfo. Gli occhi del bambino si inumidirono:"Legolas!"
  
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