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Autore: Ametista_Anderson    25/07/2013    0 recensioni
Ametista è fidanzata con Castiel da un paio di mesi e lo ama molto. Ma tutto cambia quando incontra il suo migliore amico Lysandro da cui sembra essere attratta fiicamente, malgrado non se ne renda conto. Ametista e Lysandro sono anime gemelle destinati a non poter fare a meno l'uno dell'altra e passare il resto della loro vita insieme. Peccato che entrambi siano fermamente convinti di amare un altra persona... Insieme scopriranno il segreto che gli unisce e che cosa significa davvero essere anime gemelle
Genere: Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Castiel, Dolcetta, Lysandro, Rosalya, Violet
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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-Ametista svegliati o perderai l'autobus!- urlò la nonna dal corridoio con la sua voce acuta che avrebbe spaccato le finestre. Aprii riluttante prima un occhio e poi l'altro ritrovandomi nel buio più totale, tanto che per un attimo mi chiesi dove fossi. Mi rigirai nel letto finché non caddi sbattendo il sedere per terra. Imprecai a denti stretti e mi arrampicai sulle coperte in un misero tentativo di mettermi in piedi, ma riuscii solo a far cadere le coperte sopra di me. Provai ad aggrapparmi al comodino e finalmente le mie gambe decisero si collaborare con me, riuscendo a reggere i miei miseri 42 chili. Mi diressi in bagno e mi lavai la faccia nel vano tentativo di uscire da quello stato semicomatoso in cui cadevo ogni mattina appena sveglia, peccato che non funzionasse mai. Rientrai nel buio della mia stanza e presi dei vestiti a caso dal mio armadio senza nemmeno guardarli, non mi pettinai e non mi truccai, dovevo risparmiare energie per percorrere i due isolati che mi separavano dalla fermata dell'autobus. Quando entrai in cucina per reclamare il mio solito caffè doppio la nonna mi squadro dall'alto in basso con sguardo critico
-Ma che ti sei messa? Sembri una teppista pronta a rapinare un supermarket-
solo in quel momento mi resi conto che indossavo una vecchia maglia di un gruppo rock, che un tempo era appartenuta a mia madre e che era di almeno due taglie troppo larga e un paio di pantaloni attillati grigi.
-Se non fosse per quel faccino angelico che ti ritrovi penserei davvero che sei una poco di buono-
-Ma io lo sono- dissi per punzecchiarla -solo che tu non lo sai-
-Con quel fidanzato che ti ritrovi non mi stupirei per niente. Anzi mi stupisce di non aver ancora trovato siringhe nella tua stanza-
-Prima di tutto non si dice fidanzato, si dice ragazzo e secondo lo sai benissimo che ho paura degli aghi quindi al massimo potresti trovare della polverina bianca sui vestiti-
Mia nonna mi picchiò con lo strofinaccio che aveva in mano e poi mi porse il caffè e un sacchetto contenente la mia merenda. Bevvi il caffè bollente tutto d'un fiato come se fosse acqua, posai la tazza nel lavello, le diedi un bacio e uscii di casa correndo come ogni mattina. Non vedevo l'ora di arrivare alla fermata dove ad aspettarmi ci sarebbe stato Castiel, il mio ragazzo. Svoltai l'angolo come una scheggia ed eccolo li in tutto il suo splendore, bellissimo come sempre. Si girò verso di me e mi rivolse un sorriso mentre i suoi occhi grigi luccicavano alla luce del sole.
-Ciao piccola, puntuale come sempre- ridacchiò e mi schioccò un bacio sulle labbra. Fu breve ma mi fece comunque venire i brividi lungo la schiena. Quando ci staccammo le porte del bus si aprirono davanti a noi e lui mi diede una leggera spinta per incoraggiarmi a salire.
Una volta a scuola ci dividemmo quasi subito, ma non prima di esserci dati qualche bacio infuocato sull'entrata. Lui andò in classe con il suo migliore amico, un certo Lysandro con cui io non avevo mai parlato. Io invece mi diressi dalle mie amiche Rosalya e Violet che mi stavano aspettando all'entrata dell'aula.
-Fra te e Cass va sempre meglio a quanto pare- mi punzecchiò Rosalya. Pregai che non tirasse di nuovo fuori la storia degli appuntamenti a quattro perché non sapevo più che scusa inventarmi per rifiutare. Detestavo il suo ragazzo Leigh, malgrado ci avessi parlato solo un paio di volte e l'idea di passarci un intera serata non mi entusiasmava molto. Rosalya cominciò a parlare a macchinetta dell'ultimo vestito che le aveva confezionato Leigh, che aveva una boutque di abbigliamento nel centro della città, e io e Violet ci limitammo ad annuire fingendo interesse fino all'arrivo del professore. A ricreazione accompagnai Violet alle macchinette a comprare qualcosa da mangiare e ci trovai Castiel che faceva la fila davanti a noi. Gli accarezzai delicatamente i capelli color rosso fuoco, leggermente più scuri e accesi dei miei. Lui si voltò e il suo bellissimo sorriso gli incurvo le labbra che subito dopo posò sulle mie in un bacio leggero ma comunque colmo di passione. Quando si scostò, però, nei suoi c'era una leggera vena di preoccupazione che mi inquietò immediatamente. Castiel non si preoccupava mai e il fatto che lo fosse non era sicuramente un buon segno.
-Promettimi che non ti arrabbierai- mi accarezzò dolcemente il viso, il che mi mise ancora di più in agitazione. Non era assolutamente il tipo da lasciarsi andare a gesti dolci davanti a tutti, quindi quello che stava per dirmi mi avrebbe fatta infuriare. Gli feci un gesto con la mano per indurlo a continuare.
-Oggi pomeriggio ho le prove della band con Lysandro, devo andare a casa sua alle quattro-
Lo fissai con uno sguardo interrogativo come per dirgli “perché avrei dovuto arrabbiarmi?”.
-Ma ti riaccompagnerò comunque a casa, piccola. Solo che con noi verrà anche lui, va bene?-
io che continuavo a non capire annuii con poca convinzione. Lui probabilmente dovette interpretarlo come un segno negativo perché mi strinse forte, mi diede un bacio sulla fronte e sussurrò -Mi farò perdonare piccola, te lo prometto- poi mi lasciò andare, mi schioccò un bacio di saluto su una guancia e se ne andò in classe senza aver preso nulla da mangiare.
-Ma perché era così preoccupato che ti arrabbiassi?- mi chiese Violet che a quanto pare era confusa quanto me.
-Non ne ho idea. Ma sono davvero curiosa di scoprire come si farà perdonare-
Entrambe ridacchiammo e tornammo in classe proprio mentre il suono acuto della campanella invadeva i corridoi.
All'uscita da scuola Castiel e Lysandro mi aspettavano appoggiati alla ringhiera del cortile e intanto chiacchieravano. Non potei fare a meno di notare quanto fosse bello Lysandro di profilo, i capelli argentati che risplendevano al sole e gli abiti ottocenteschi che gli davano un aria affascinate e intrigante. Se qualcuno mi avesse detto che era un vampiro, probabilmente ci avrei creduto. Poi il mio sguardo cadde su Castiel, mi risvegliai da quella specie di trance in cui ero caduta e mi mossi a passo deciso verso di loro che sembravano non avermi notata.
-Ehi piccola. Lui è Lysandro. Finalmente posso presentartelo.-
Lysandro si girò verso di me e mi squadrò dall'alto in basso, non che dovesse sforzarsi molto visto che superavo a stento il metro e cinquanta. Quando il suo sguardo tornò sul mio mio viso mi sorrise, inarcando appena gli angoli della bocca.
-E' un piacere. Io sono Ametista. Ho tanto sentito parlare di te- ricambiai il sorriso e gli tesi la mano. Lui la strinse con delicatezza, come se avesse paura di rompermi. E fu in quel momento che successe: tutto cominciò ad offuscarsi attorno a noi finché non rimanemmo soli e sembrava a fissarci sbalorditi, come se attorno a noi non ci fosse nulla e tutto il mondo fosse sparito trann noi. Il contatto con la sua pelle mi provocò delle piccole scosse di piacere, come se venissi toccata per la prima volta. I suoi occhi da gatto, uno verde e uno castano, erano più luminosi e sembravano parlarmi, mentre la sua bocca mi attirava come fosse una calamita. Lui doveva provare le stesse cose perché strinse la mia mano con più forza provocandomi dei brividi lungo la schiena. E come se ci fossimo letti nel pensiero pronunciammo all'unisono le stesse due parole: ANIME GEMELLE..

  
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