Capitolo
2
Julian
sospirò profondamente: non
poteva rimanere tutto il giorno chiuso nella stanza, ma
doveva riflettere con calma sull’accaduto,
possibilmente senza interruzioni di sorta. L’unica stanza, in cui gli altri non
entravano mai, oltre la
sua camera da letto, era la sala dell’Albero, a cui Kreacher faceva la guardia strenuamente, non facendoci
entrare chiunque
considerasse poco degno. Inoltre nella
stanza c’era anche il suo adorato pianoforte, che era
preferibile al violino a
causa dell’umore nero del ragazzo.
Rialzandosi,
prese un bel respiro e
uscì sul pianerottolo sperando vivamente di non incontrare
nessuno; il fato per
una volta fu benevolo e il moro riuscì a salire le scale
senza fare incontri
indesiderati. Non c’era niente di meglio al mondo che suonare
per riordinare le
idee o almeno riprendere l’autocontrollo, infatti quando era
a scuola Julian
passava ore ed ore nella Stanza delle necessità, soprattutto
prima di un
compito difficile oppure di una partita, in particolar modo se era
contro i
Grifondoro, e quindi contro Harry.
-Ora
non ditemi che non è una cosa
grave:sta suonando!-sbottò Pansy come se fosse la cosa
più ovvia del mondo
-Già...deve
essere molto grave: suona Schubert!-rincarò
Draco scuotendo la testa.
-Secondo
voi dovremo cercare di
scoprire cosa ha visto?-fece Blaise dubbioso.
-Scusate?
Ma cosa state blaterando? Da
quando Black ha le visioni e che cos’è tutta
quella storia del pianoforte?-li
interruppe Ron.
-
Weasley nessuno ti ha chiamato in
causa! E poi Harry dovrebbe avertene parlato...evidentemente non si
fida di
te!-insinuò beffardamente Draco.
-Perché
Ju-Ju suona? Che cosa
è successo?-chiese una voce assonnata
alle spalle dei litiganti.
-Perché
non mi hai detto che Black è
bravo solo perché bara?-domandò infuriato Ron,
che nel frattempo aveva
collegato la bravura di Julian a scuola solo con le sue doti veggenti.
-Eh?
In cosa dovrebbe barare? Draco,
aiuto!- Harry, che si era appena svegliato non riusciva a capire il
nesso del
discorso e guardava l’amico con un’espressione di
pura confusione.
-Allora...
Julian ha avuto una visione,
non ci ha detto che
ha visto, ma
sembrava sconvolto, per
questo suona. Il pezzente non sapeva che
la madre di Julian è una veggente, quindi ha scoperto il suo
dono solo adesso e
credo che pensi che lui usi il suo dono per trovare le soluzioni ai
compiti o
una cosa simile...-spiegò Draco con voce calma, che non
tradiva minimamente l’impulso
di vendere Weasley al primo mangiamorte a disposizione.
-Aaah!
Julian non bara, Ron: per lui è
più divertente non sapere quello che gli
succederà, neppure se si tratta della
sua carriera scolastica, anche perché non ne ha bisogno...
Caspita siamo
passati a Mozart! E’ più che grave...-
-Dai
almeno non cucina dolci...-lo
consolò Blaise con un sorriso.
-I
dolci sono solo se sta per morire
qualcuno...peccato sono così buoni!-si aggiunse alla
conversazione con aria di
rammarico Sirius.
-Già
e se si chiude nel laboratorio di
Pozioni, cosa stava per succedere?-domandò dubbioso Harry
-Arriva
sua nonna!-mormorò Remus
ridacchiando.
-Giusto!-esclamarono
in coro i tre Serpeverde,
Harry e Sirius.
-Non
è vero! Siamo ingiusti: Julian ci
vive nel laboratorio!-si corresse Harry
-Certo!
Se non è in biblioteca...-
-O
nel campo da Quidditch...-
-O
a un appuntamento...-
-O
in punizione...-
-Insomma
se non vivo la mia vita?-Da un
po’ il suono del pianoforte era cessato ma nessuno se ne era
accorto perché
tutti erano troppo presi dallo scambio di battute.
-Buongiorno
fratellone!-esclamò Harry
con un sorriso solare stampato sul volto.
-Sai
vero di essere un incredibile lecchino?...tu
dovevi essere un Serpeverde, te lo dico io!...comunque come
stai?-ribattè
Julian sorridendo di rimando, attirandosi immancabilmente gli sguardi
dei
Weasley non abituati al lato premuroso e iperprotettivo del ragazzo,
che
emergeva chissà come solo in quei sorrisi e in presenza del
moro Grifondoro.
-Come
dovrei stare secondo te?...in
ogni caso meglio di ieri, e del giorno prima o di quello prima
ancora...tutto
merito della nostra nuova terapia!-lo rassicurò Potter,
sapendo perfettamente
quanto il ragazzo si preoccupasse per le sue condizioni-Piuttosto
perché suonavi?-chiese
inquisitorio. Julian temeva quella domanda, perché non
sapeva che rispondere,
soprattutto considerando che Harry aveva imparato da tempo a
riconoscere i suoi
stati d’animo, come i suoi due migliori amici solamente
seguendo le note o le
melodie che suonava.
-Nulla...solo
un attacco di panico
improvviso...sai quest’anno abbiamo i G.U.F.O, che sono molto
importanti per il
nostro futuro e così...-le deboli farneticazioni del ragazzo
furono interrotte
dalla voce scocciata di Ron:
-Come
se tu potessi preoccuparti del
tuo futuro!...potresti non fare nulla dalla mattina alla sera per tutta
la tua
vita e i tuoi discendenti avrebbero ancora abbastanza denaro per
imitarti
ancora per centinaia di generazioni..inoltre potresti comprarti una
qualunque
carica ministeriale!-
-
Harry, siccome, se poso di nuovo il
mio sguardo su di lui, finisce male, potresti dirgli che io non sono un
qualunque nobile blasonato e che perciò si sente in diritto
di avere tutto ciò
che desidera solo con un gesto...almeno nella vita seria-La voce di
Julian
aveva raggiunto un tono gelido, che spaventò persino Harry:
il moro odiava
sentirsi dire che solo perché era ricco e nobile, poteva
avere tutto ciò che
voleva, come se lui non si impegnasse mai nemmeno minimamente. In quel
momento
era meglio portargli via Ron da sotto il naso prima che il rosso si
condannasse
con le proprie mani.
-Scusa
tanto, Ron, ma con questo
saresti insinuando che neppure io abbia mai fato niente per guadagnarmi
da
vivere?- Anche la voce di Sirius aveva raggiunto lo steso tono di
quella del
figlio, pensandola esattamente come lui.
-N..no..i...io
volevo s..solo dir..solo
dire c...che...-tentò di
difendersi Ron
senza successo.
-Ma
che aria allegra che spira...- il
professor Piton si era materializzato in cucina, accompagnato da due
Auror, di
cui Julian non conosceva il nome, di ritorno da una missione per conto
dell’Ordine,
spezzando l’atmosfera tesa che si era creata nella stanza.
-Buongiorno
professore!-lo salutarono
in coro i quattro Serpeverde, felici di avere almeno un adulto dalla
loro parte
ogni tanto.
-Buongiorno
ragazzi! Black proprio lei
cercavo...-
-Ma
dai, Severus! Sul serio? E’ così
strano trovarmi qui, visto che è casa mia!-sbottò
sarcastico Sirius.
-Intendevo
tuo figlio!-gli rispose a
tono il professore.
-Come
mai mi cercava?-domandò
incuriosito il ragazzo, interrompendo le continue frecciatine dei due
adulti.
Il
professore gli porse un foglio, che
Julian prese cominciandolo a leggere con attenzione.
-Non
ho tutti gli ingredienti...cinque
o sei sono proibiti e si può procurarseli solo a Nocturn
Alley...inoltre sembra
una cosa complicata ed è sicuramente un preparato
oscuro...la belladonna mi
convince poco in queste proporzioni... con la polvere di Ruffer, poi,
mi
convince anche meno! E il tempo di cottura è troppo
poco...con un giorno solo i
fiori di Etelion non cuociono...scusi professore ma è sicuro
che sia giusta?-chiese
infine il ragazzo dopo aver fatto un rapidissimo esame della pozione,
descritta
sul foglio che Piton gli aveva dato, poco convinto di ciò
che aveva letto.
-No,
è sbagliata!Era solo un esame...-mormorò
ghignando il professore: Black poteva avere tutti i difetti del mondo
ma non
c’era un altro pozionista come lui in tutta la scuola!
-Dovevo
immaginarlo!-sbuffò Julian con
aria offesa: possibile che Piton si divertisse così tanto a
tendergli tutti i
tranelli possibili? Che cosa gli aveva fatto di male?
A
parte fargli saltare per aria il
laboratorio personale e sgraffignarli qualche ingrediente ogni tanto,
nulla!
-In
ogni caso se non ha niente di
meglio da fare, oltre alla Lupica, ne avrei un’altra da
assegnarle, signor
Black... sempre che lei non sia troppo offeso,
naturalmente!-buttò li Piton con
un sorrisetto d’intesa verso uno dei suoi allievi preferiti,
sicuro che
quest’ultimo non avrebbe mai rifiutato.
-Di
cosa si tratta?-chiese infatti interessato
il ragazzo, felice di avere qualcosa con cui distrarsi dalla visione
per un bel
po’ di tempo.
-Legga...
Pensa di potercela fare?- lo
sfidò Piton.
-Certo
che ci riuscirò! Non sono mica
Paciock io! Anzi mi correggo: Weasley!-
La
risposta riempì d’orgoglio il professore: quando
dopo lo smistamento Black era
finito nella sua casa aveva pensato in tutti i
modo come potersi vendicare dei torti subiti dal padre, ma
conoscendolo
aveva cominciato ad apprezzarlo, non solo perché mostrava
un’indole tipicamente
Serpeverde ma anche per le sue varie doti nascoste e soprattutto per la
sua
attitudine nella materia che insegnava.
-Perfetto!..ha
pensato poi al corso di
Alchimia, che le aveva proposto di seguire?-fece Piton ricordandosi
della
conversazione avuta con il ragazzo l’anno precedente.
-Sì...ma
non sono sicuro di volerlo
seguire! L’Alchimia non mi attira particolarmente...-
-Mi
dispiace per lei ma è già iscritto!
Il professor Warlock non vede l’ora di poter esaminare
personalmente le sue
doti!...Sappia signor Black che non le permetterò di
sprecare un’occasione
simile solo per una sciocca antipatia!-Infatti l’unico motivo
per cui Julian
non voleva seguire il corso era perché il professore che se
ne occupava non lo
poteva sopportare: apparentemente senza una causa specifica
l’aveva preso di
mira sin dal secondo giorno di scuola, punendolo senza motivi validi e
riprendendolo continuamente. Inizialmente il ragazzo
aveva pensato, che il padre avesse tormentato
anche Warlock da giovani, però era saltato fuori che i due
non si conoscevano
neppure e lo stesso valeva anche per la madre, quindi
l’antipatia era proprio
rivolta verso di lui!-Ma quella cosa chiamata libero arbitrio non
esiste
più?..inoltre se mio padre non firma
l’autorizzazione essendo minirenne io non
posso partecipare al corso!-concluse Julian sicuro di aver vinto:
Sirius non
avrebbe mai fatto un favore a Piton, nemmeno in punto di morte!
-Ha
già firmato!-esclamò il professore
trionfante: aveva battuto Black!
Julian
si girò di scatto con
un’espressione assassina ad animargli lo sguardo, verso il
padre che guardava
il soffitto indifferente con un’espressione innocente dipinta
sul volto. Sirius
sentendosi osservato riportò l’attenzione sul
figlio e con una scrollata di
spalle spiegò:
-Ha
ragione lui! Tu adori l’Alchimia: ne
parli fin da quando eri piccolo! Ed è l’unica
strada che ti ho mai sentito dire
di voler percorrere da grande, quindi non ti permetterò di
tiranti
indietro...dovessi portatrici io alla lezioni!- Incredibile si erano
uniti!Quei
due si erano giurati odio eterno!
E quando
avevano deciso di fare una tregua? Proprio quando lui contava su
quell’odio! La
vita era veramente ingiusta! Senza dire un’altra parola prese
il foglio che
Piton gli porgeva, lesse velocemente e poi uscì dalla stanza
con passo
impettito e un’espressione sdegnata. Erano solo le undici e
la giornata era già
rovinata!
-Non
ammetterà mai una sconfitta, vero?-fece
Piton osservando il ragazzo che se ne andava furente.
-Forse
e dico forse dopo due o tre anni
di torture...altrimenti no!-ipotizzò Sirius ridacchiando.
-Non
lo fa neppure sotto tortura, a un
passo dalla morte... anzi diventa anche più testardo!- lo
contraddisse funereo Harry,
che aveva assistito di persona alla cocciutaggine del fratello.
-Non
ho difficoltà nell’immaginarlo!
Chissà come sarà contento di sapere che
sarà Prefetto, insieme a Draco.- continuò
Piton divertito.
-Quello
gli farà piacere per davvero:
Prefetto uguale ronda uguale spalle coperte per le uscite notturne!
Salterà di
gioia! Inoltre potrà tormentare i più piccoli ed
essere anche
giustificato...insomma gli ha fatto un regalo, professore!-lo
smentì Draco.
-Non
ci aveva pensato!...bè pace ciò
che è fatto, è fatto!- mormorò Piton
scrollando le spalle.
Da
un’altra parte dell’Inghilterra, in
una sfarzosa camera da letto dall’aria antica un giovane
ammirava il suo
riflesso nello specchio, muovendo lentamente ogni muscolo, carezzandosi
il
corpo pallido con la punta delle dita.
-Quanto
ho aspettato questo momento! Finalmente
ho recuperato la mia giovinezza e tutto per merito suo...-
-Mio
signore, sono arrivati!- lo
interruppe una voce pigolante ed ossequiosa al tempo stesso.
-Nessuno
ti ha ordinato di parlare o
entrare, Codaliscia! Sai ha bisogno di una punizione...Crucio!- le urla
dell’uomo riempirono la stanza accompagnate dalla fredda
risata del giovane
moro dagli occhi neri come la pece e altrettanto profondi, capaci di
ammagliare
chiunque col fuoco che vi bruciava dentro.- Penso basti...di che sto
per
arrivare. Rivestendosi il ragazzo ripenso a colui al quale doveva il
suo nuovo
corpo e con un ultimo sorriso maligno sussurrò -Sarai mio!- . Poi uscì
dalla stanza e regalmente
scese le scale per andare a dare il benvenuto ai suoi ospiti.
-Noto
con piacere che si siete tutti
questa volta...-
-Nostro
signore!-risposero quelli
prostrandosi ai suoi piedi: i suoi fedeli Mangiamorte!
-Ma
bando alla ciance..Malfoy seguimi! Dobbiamo
parlare di cosa importanti...-ordinò gelido il giovane a uno
degli uomini
inginocchiati. Una volta che furono soli in un’altra sala
insonorizzata, si
volto verso il suo interlocutore.
-Lo
voglio e tu me lo porterai! Le sue
doti non possono essere sprecate per aiutare quegli sporchi
babbanofili, soprattutto
Silente. E’ un mago oscuro molto
potente, che ha solo bisogno di un valido addestramento per imparare ad
usare
le sue doti. Portamelo e sarai ricompensato degnamente, ma ti avverto
torcigli
un solo capello e sarai tu a morire, dopo
tuo figlio, naturalmente. E ti
avverto: saranno due morti molto lunghe e
dolorose, in particolare quella di Draco! Sai i miei fedeli hanno
bisogno di
divertirsi ogni tanto...- concluse prima di scoppiare in
un’allegra risata, che
fece gelare il sangue nelle vene a Lucius.
-Ve
lo porterò, mio signore! Ma io lo
conosco bene e non so se si piegherà facilmente a voi:
è testardo e
orgoglioso...-cercò di farlo ragionare Lucius, sapendo
già di non avere
speranze e preparandosi alla punizione che lo aspettava.
-Lo
conosci bene? In che senso?-domandò
il moro con uno sguardo indecifrabile.
-E’
mio nipote, signore, quindi lo vedo
spesso.-rispose guardingo il Mangiamorte, non riuscendo a capire dove
volesse
arrivare il suo padrone.
-Ah!
Solo per quello lo
conosci...meglio per te! Ora vattene e manda via anche gli altri!-
Nocturn
Alley di notte non era
propriamente un posto raccomandabile, ma tanto ridotto in quel modo
nessuno l’avrebbe
potuto riconoscere: la pozione cambia-sesso dava sempre ottimi
risultati! Aveva
finito di acquistare quello che doveva da un bel po’,
però non aveva voglia di
tornare a casa, non perché fosse realmente arrabbiato con il
padre, che l’aveva
iscritto senza il suo consenso al corso di Alchimia, ma solo per fare
due passi
in tutta tranquillità... una volta che fosse riuscito ad
arrivare a Diagon
Alley naturalmente!
Dopo
qualche minuto, recuperato il
senso dell’orientamento in quel labirinto di stradine fetide
e buie fino
all’inverosimile, emerse nella più illuminata
Diagon Alley, trotterellando
verso la gelateria e uscendone con un enorme gelato al cioccolato. Fece
appena
in tempo a dare la prima leccata che un ragazzo gli si
avvicinò
-Cosa
ci fa una bella ragazza come te
tutta sola a quest’ora?-Julian si trattenne dal scoppiargli a
ridere in faccia:
a volte era difficile credere che Blaise avesse schiere di ragazze i
suoi
piedi. Però non era male l’idea di giocare un
po’ con l’amico tanto mancavano
ancora diverse ore alla fine dell’effetto della pozione.
-Il
mio ragazzo mi ha abbandonata qui!-rispose
Julian con una vocetta triste sbattendo le lunghe ciglia nere.
-Ma
che razza di stupido! Comunque io
mi chiamo Blaise...-disse il ragazzo prendendo la mano di Julian tra le
sue-
Con chi ho l’onore di parlare?- Ecco : ora gli serviva anche
un nome alla
svelta...
-July!-esclamò
Julian infine trionfante.
-Hai
un nome splendido...vuoi fare due
passi con me?-Gli chiese Blaise sempre sorridendo: quella ragazza era
proprio
carina, un po’ strana forse, ma carina. Julian
accettò con un cenno del capo e
cominciò a camminare affianco a Blaise parlando dl
più e del meno. La serata
passò in fretta ridendo allegramente, inventandosi balle
assurde per costruirsi
un passato e il moro si scordò completamente della visione e
di tutti i
problemi che doveva affrontare, ammettendo con se steso che il suo
amico ci
sapeva proprio fare con le ragazze. Infine quando Blaise fu richiamato
da un
Piton alquanto frustato, venne il momento dei saluti e il ragazzo
riuscì a
rubare un bacio a fior di labbra alla ragazza prima di andarsene
salutandola
allegramente per lo
sguardo basito che
lei gli lanciava. Pochi secondi dopo Julian tornò nella sua
forma originale
sfiorandosi le labbra mentre scuoteva la testa con un sorrisetto
strano: usare
la pozione per gioco ogni tanto non era una cattiva idea...
-Signor
Black ha intenzione di rimanere
a fissare il nulla ancora per molto?-la voce astiosa di Piton lo
riportò alla
realtà allontanandolo dai suoi piani.
-No...
arrivo professore! Comunque
grazie per averci accompagnato stasera..-Un po’ di sano
lecchinaggio non faceva
mai male, inoltre pensava davvero che Piton fosse stato fin troppo
gentile per
i suoi standard ad accompagnarli. Il professore gli rivolse uno sguardo
strano,
poi riprese a parlare:
-Posso
sapere cosa ha oggi? E’ strano:
fa quello che le chiedo senza sindacare, non si comporta da bimbetto
viziato se
qualcuno non fa ciò che lei vuole, mi ringrazia persino! Sta
forse per
lasciarci?-
-Potrebbe
essere...-soppesò pensoso- Ma
sinceramente non so cosa io abbia oggi..sono così punto e
basta!-“E poi ho
avuto una visione in cui uccidevo Harry, magari centra
qualcosa?”aggiunse il
moro mentalmente.
-Sarà!Ma
lei non mi convince...comunque
eviti di utilizzare la pozione cambia-sesso, potrebbe finire in guai
seri.-Sarebbe
stato troppo pretendere che Piton non si accorgesse di quello
stratagemma,
dopotutto se insegnava pozioni un motivo c’era, no?
-Lo
terrò a mente...ma a volte può
essere utile. Insomma per me girare tranquillamente a Nocturn Alley
potrebbe
presentare alcuni spiacevoli inconvenienti non pensa?-
domandò Julian, conoscendo
già perfettamente la risposta.
-Potrebbe
smettere di andarci una volta
per tutte...non è un posto che andrebbe frequentato alla sua
età.- Il
professore sapeva che Black non avrebbe mai fatto quello che gli stava
suggerendo perché Nocturn Alley era l’unico posto
in tutta l’Inghilterra dove
si potessero trovare determinati ingredienti, banditi dai normali
mercati
perché proibiti o troppo pericolosi da recuperare. Comunque
nulla gli impediva
di provare a far ragionare il ragazzo o di preoccuparsi per la sua
salute.
-E
le mie pozioni? L’unica altra
alternativa sarebbe il mercato nero e preferirei evitare quel giro,
finché mi è
possibile.-ribattè immancabilmente il ragazzo.
-Beh...
una volta che si capisce come
comportarsi non è poi così male, glielo assicuro!
Però Nocturn Alley ha tutto
un altro fascino, questo glielo concedo.- Purtroppo
era giunti a casa e non potevano più continuare la
conversazione senza
scandalizzare troppo i presenti oppure farsi arrestare dagli Auror
presenti,
che chiudevano spesso un occhio fingendo di non vedere, ma che non
sarebbero
rimasti impassibili di fronte ad una confessione in piena regola. Per
ovviare
anche all’inconveniente della vista, Julian aveva
già reso invisibili i vari
pacchetti, quindi poterono entrare senza preoccupazioni.
-Era
ora che tornaste! Fila subito a
dormire, giovanotto, senza obbiezioni! E’ tardissimo!- La
calorosa accoglienza
della signora Weasley li investì non appena misero piede al
di là della porta,
suscitando uno sguardo infastidito in Julian, che già
assaporava lunghe ore nel
suo laboratorio, e uno sorpreso in Piton, che di certo non immaginava
che la strega
potesse avere tanta famigliarità con il suo allievo da
potersi permettere di
dargli ordini, cosa concessa solo a Sirius, a Remus e a pochi altri . I
ragazzi, che gli avevano preceduti di una buona mezz’ora
dovevano già essere
stati spediti nello loro camere, ma il moro non aveva la minima
intenzione di
sottostare agli ordini della donna perciò con una punta di
cattiveria nella
voce le rispose:
-Io
non sono suo figlio, quindi non si
permetta di darmi ordini...adesso se permette vado nel mio
laboratorio.-A quel
tono di voce la signora Weasley sbiancò dalla rabbia: i suoi
figli non
avrebbero mai osato rispondere ad un adulto in un modo simile. Quel
ragazzino
insolente non sapeva ancora con chi aveva a che fare!
-Ascoltami
bene, Julian, non tollererò
la tua insolenza ancora a lungo...-cominciò la strega con
voce furente.
-E
allora torni a casa sua con tutta la
sua famiglia. Nessuno la obbliga a restare! Le assicuro che io
personalmente non
sentirò la sua mancanza e nemmeno gli altri se è
per questo.- Venne immediatamente
interrotta dal Serpeverde, che da giorni cercava un pretesto per dire
quelle
cose. Il professore si accorse che quello era solo un scusa per Julian,
ma non
volle interromperlo: il ragazzo per agire così doveva avere
un buon motivo e
poi era divertente vedere la Weasley messa al suo posto ogni tanto.
Però se si
fossero spinti troppo oltre avrebbe fermato i due litiganti.
-Piccolo
ingrato che non sei altro!Io
mi spacco la schiena per te ed i tuoi amici e tu osi dirmi queste
cose?- sibilò
furiosa la donna facendo scoppiare a ridere sarcasticamente Julian.
-Da
quando è qui, signora, lei non a
mosso un dito, se non per ordinare agli elfi domestici cosa fare,
quindi non
dica stronzate per favore.- le rispose sprezzante Black, dopo aver
smesso di
ridere.
CIAF!
Uno
schiaffo colpì il viso di Julian,
lasciandogli una vistosa impronta sulla guancia destra, ma
sorprendentemente il
ragazzo, al
professore non sembrò essere
animato da intenzioni omicide, purtroppo però questo non
voleva dire che Molly
fosse salva, anzi semmai il contrario...
Massaggiandosi
la guancia offesa, Julian
lanciò uno sguardo glaciale alla donna poi disse:
-La
verità è difficile da digerire,
vero?- Poi senza attendere una risposta si avviò verso una
porta nel sottoscala
che lo condusse nel laboratorio di pozioni dove intendeva rimanere per
almeno
tre ore, prima di
decidersi ad andare a
dormire.
Era
semplicemente furioso: nessuno in
tutta la sua vita lo aveva mai preso a schiaffi per punirlo o
azzittirlo! Suo
padre sarebbe andato su tutte le furie al solo saperlo e di sicuro
anche Remus
sarebbe stato d’accordo con lui, per questo non avrebbero
saputo mai niente
dell’accaduto, per
questo Julian non
aveva detto nulla a nessuno. Solo il professor Piton aveva assistito
alla scena
e alla sua poco brillante ritirata, ma aveva dovuto, non aveva potuto
permettere che accadesse di nuovo, non in quella situazione almeno, non
contro
la signora Weasley, che per quanto odiata,
non meritava una tale punizione per un gesto di
così poco conto...da ore
Julian cercava di calmare il suo furore, senza risultati. Le Ombre, che
il
gesto di Molly aveva evocato, si agitavano turbinose attorno alla
figura del
ragazzo oscurandone a tratti la vista, chiedevano qualcuno su cui
potersi
sfogare, qualcuno da colpire. Quel potere, che da generazioni non
riappariva
nella casata dei Black, suoi fieri portatori, era la maledizione del
ragazzo e
doveva restare nascosta il più possibile. Con quello stesso
potere aveva già
fatto del male e non voleva che la cosa si ripetesse, non voleva
più sentire la
vita della persona colpita fuoriuscire dal corpo, mentre questo
appassiva come
un fiore a cui mancava l’acqua. Passarono le ore , i gesti
ripetitivi ed attenti
necessari per preparare la pozione calmarono Julian a sufficienza. Le Ombre si ritrassero
inappagate e il
ragazzo poté concedersi un sorriso vittorioso: aveva
resistito! Non sarebbe
stato costretto a sopportare lo sguardo di rimprovero e profondamente
rammaricato che il fratello gli avrebbe rivolto: Harry poteva essere fiero di lui questa
volta... ma Harry non
avrebbe neppure saputo che gli erano scapate un’altra volta.
Stanco
per l’impresa appena compiuta si
sedette sulla poltrona del laboratorio, tirandosi le ginocchia contro
il petto
e appoggiandoci sopra la fronte: di certo quello non era proprio il suo
periodo
fortunato! Se fosse andato avanti così probabilmente si
sarebbe fatto
ricoverare al San Murgo nel reparto malattie mentali.
Concedendosi
un breve sorriso al
pensiero di due uomini vestiti di bianco che lo trascinavano via ,
insensibili
alle sue proteste, chiuse gli occhi per un momento e venne sopraffatto
dalla
stanchezza addormentandosi cullato dal lieve borbottio della pozione.
Mi dispiace enormemente per avervi fatto aspettare tanto ma ho avuto un sacco di problemi, inoltre ho un'altra storia in corso e vorrei finire quella,perciò le do la precedenza. Non posso promettervi di diventare più puntuale, ma cercherò di esserlo. Comunque spero che mi lasciate un po' più commenti^^Arrivederci alla prossima!