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Autore: jas_    25/07/2013    13 recensioni
E lei aveva provato ad indossare meno camicie, a truccarsi un po’ di più e a prendersi meno sul serio, a tornare a casa tardi e bere birra al posto dell’acqua ma non era stato sufficiente. Avrebbe dovuto essere un’altra persona, se fosse stata un’altra persona Harry l’avrebbe guardata con occhi diversi, lei si sarebbe sentita più libera e meno imbarazzata sotto il suo sguardo intenso. Però lei era Juliet Hamilton, l’educata e studiosa Juliet Hamilton, lui invece era un ragazzo che illudeva suo padre, che indossava camicie con le maniche strappate e bandane in testa.
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 4





In casa Hamilton regnava il silenzio, interrotto soltanto dalla biro che picchiettava ritmicamente sul libro di più di trecento pagine di diritto internazionale.
Juliet sbuffò, facendo muovere una ciocca di capelli che era sfuggita dall’ormai disfatta crocchia che si era fatta non appena si era seduta sul divano del salotto, e voltò stancamente pagina nonostante di quello che aveva letto fino a quel momento non si ricordasse niente.
Lanciò uno sguardo all’orologio appeso alla parete di fronte a lei, erano soltanto le tre di pomeriggio e lei era già stanca di “studiare”, aveva fame e sete, le scappava la pipì ma era troppo pigra per alzarsi ed andare in bagno.
Chiuse gli occhi cercando di ripetere ciò che aveva appena letto ma i trattati europei in quel momento le sembravano la cosa più inutile e noiosa del mondo. Il telefono che squillò la fece tornare alla realtà.
Guardò confusa il numero del mittente, non salvato in rubrica, e poi rispose.
«Pronto?» disse, appoggiandosi allo schienale del divano ed allungando le gambe, rimaste incrociate fino ad allora, sul tavolino.
«Juliet?»
La ragazza rimase per un attimo in silenzio, cercando di riconoscere quella voce che sentiva lontana e disturbata. «... Sì?»
«Juliet» la voce prima incerta si fece decisa, «sono Harry.»
La ragazza rimase in silenzio, troppo sorpresa per dire qualunque cosa. Harry era l’ultima persona dal quale si sarebbe aspettata una chiamata in un noioso venerdì come tanti.
«Harry Styles, l’amico di Agathe» aggiunse il ragazzo, che interpretò il silenzio da parte di Juliet nella maniera sbagliata.
Lei rise, «so chi sei!» esclamò poi divertita, «vuoi dirmi anche quando sei nato e dove vivi, giusto per farti riconoscere meglio?»
Harry sorrise, «sono nato il primo febbraio e vivo a Friedrichshain.»
«Bene, altro?»
Il riccio sorrise, «sì, domani sera cosa fai?»
Juliet si alzò dal divano e si diresse verso la cucina, «non ne ho idea, perché?»
«Esci con me.»
La ragazza rimase con la bottiglia d’acqua a mezz’aria e il fiato sospeso, poi si lasciò andare in una fragorosa risata. «Stai scherzando, vero?»
«Perché dovrei, scusa?»
Juliet prese un respiro profondo prima di parlare: «non credo sia una buona idea» disse soltanto.
«Non ti sto chiedendo di sposarmi, ma solo di uscire e divertirti un po’. Ci saranno anche gli altri, ti ricordo che è un obbligo a cui devi assolvere» ribatté Harry, fiero.
«Non voglio tornare a casa ubriaca» constatò lei.
Harry sorrise ed annuì, «okay...»
«Né tantomeno fatta. O peggio, ritrovarmi nel letto di uno sconosciuto, senza vestiti, e non ricordarmi niente di ciò che è successo.»
«Tranquilla non ti stupro, non succederà niente di queste cose, prometto» rise il riccio.
Juliet prese un respiro profondo, «allora va bene, accetto. A che ora passi a prendermi?»
Harry fu colto all’improvviso da quella domanda, il fatto è che non ne aveva idea nemmeno lui, «alle nove e mezza» disse poi.
«E come mi devo vestire?»
Il riccio sorrise, «come vuoi, puoi rimanere anche in mutande se vuoi.»
«Ah ah ah» Juliet finse una risata scocciata, «intendevo se elegante o normale, dato che non so dove andiamo.»
«Jeans e maglietta andranno bene, se vuoi ti presto una mia camicia.»
«Non vorrei mettere in mostra il mio decolté, dato che tu con quelle camicie allacci gli ultimi tre bottoni e basta.»
«Qualcosa contro il mio stile?» ribatté Harry.
Juliet bevve un sorso d’acqua poi rispose: «no, era solo una constatazione.»
«Bene.»
«Bene» ripeté lei.
«Allora ci vediamo domani, buono studio.»
«Okay, ma... Come fai a sapere che sto studiando» domandò Juliet sorpresa.
Harry rise, «ho tirato a indovinare, figurati se una secchioncella come te non sta studiando.»
«Domani appena ti vedo ti tiro un pugno.»
«Lo aspetterò con fervore, allora. Ciao Juliet.»
«Ciao Harry» disse lei, poi riattaccò ed appoggiò il telefono sul ripiano della cucina, ritrovandosi a sorridere.
 
 
 
Harry fece l’ultimo tiro dalla sua sigaretta, la buttò per terra e rientrò nella gelateria.
Fortunatamente non c’era nessuno, nonostante avesse iniziato quel lavoro da una settimana, non aveva voglia di servire gelati alla gente.
Si sedette dietro il bancone ed osservò le lancette dell’orologio appeso al muro che giravano lentamente. Troppo lentamente.
Dopo circa due minuti prese in mano il telefono ed iniziò a scorrere i numeri in rubrica, quando arrivò a quello di Zayn tentennò un attimo ma poi lo chiamò.
«Pronto?» rispose questo, al terzo squillo.
«Sono Harry.»
«Lo so cretino, ho salvato il tuo numero in rubrica.»
Il riccio rimase in silenzio per un attimo, «scusa» disse poi mentre si allungava per prendere un cucchiaino col quale assaggiò il gelato al limone.
«Stasera cosa fai?» domandò, a bocca piena.
Zayn ci pensò su, «esco con una ragazza che ho conosciuto l’altro giorno all’università.»
Harry inarcò le sopracciglia sorpreso, «e non me lo dici?» lo riprese, «cosa fa?»
«Recitazione.»
«E... ?» lo spronò il riccio.
«E cosa?»
«Dimmi qualcosa su di lei! È bella?»
«Abbastanza.»
«Simpatica?»
«Diciamo di sì dai.»
«Intelligente?»
«Sembra.»
«Allora non fa per te» lo prese in giro Harry, che rischiò di strozzarsi col gelato che aveva ancora in bocca.
«Fottiti. Almeno io non ci provo con una Miss con la puzza sotto il naso.»
«Io non ci provo» ribatté Harry corrucciato, «non è il mio tipo.»
«A me sembra che tu sia interessato invece» osservò Zayn, «ma forse mi sarò sbagliato.»
«Probabile, Juliet non mi piace. È carina e simpatica ma è troppo pacata e perfettina, non andremmo d’accordo.»
«Allora perché l’hai invitata ad uscire?»
Harry strabuzzò gli occhi, «tu come fai a saperlo?» squittì, sorpreso.
«Me l’ha detto Niall che ha sentito Agathe e Juliet parlare al telefono di quello.»
«Ma se gliel’avrò chiesto meno di un’ora fa!»
«Le voci girano, Styles.»
Harry sbuffò, «comunque non ho fatto niente di male, domani sera usciamo tutti insieme, non è un appuntamento» disse, come per giustificarsi.
«Okay stai calmo, quindi se mi va posso provarci spudoratamente?»
«Fai quello che vuoi» borbottò il riccio, alzando gli occhi ed osservando il soffitto azzurrino.
«Va bene» sorrise sornione Zayn.
In quel momento il campanello appeso alla porta tintinnò, Harry abbassò lo sguardo ed incrociò quello di una bambina bionda e con gli occhi azzurri.
«Senti devo andare» disse all’amico, «ci vediamo domani, allora.»
«Okay, dovrò mettermi in ghingheri per Juliet. Tu che dici? Maglietta o camicia? Direi camicia, lei sembra adorare le camicie.»
«Zayn fai quel cazzo che vuoi, devo andare, ciao» e senza lasciare l’amico ribattere, riattaccò.
«Non si dicono le parolacce» lo riprese la bambina, che aveva appena appoggiato due euro sul bancone.
Harry si sforzò di sorriderle, «scusa» disse, «cono o coppetta?»
La bambina indicò la coppetta più piccola e scelse i gusti, Harry si ritrovò a pensare a quanto assomigliasse a Juliet nei modi di fare così pacati.


 

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Eccomi qua!
Questo capitolo è un po' corto e di passaggio, ma Harry gioca subito la carta dell'obbligo, il ragazzo non perde tempo! ahahaha
Aggiornerò il più presto possibile col prossimo capitolo, fatemi sapere che ne pensate di questo, mi farebbe tantissimo piacere ♥
Jas



 



 




 
 
 

   
 
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