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Autore: Hokori    04/02/2008    12 recensioni
Ed sta tornando a casa, dopo una serata passata in compagnia della truppa del Colonnello.
Ma non immagina che sorpresa lo attenderà lungo la strada.
Genere: Romantico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Edward Elric, Roy Mustang, Un pò tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ecco la mia prima longfic (che è anche l'unica completa, tra le mille che ho in cantiere XD). Quattro capitoletti, più l'epilogo, circa venticinque pagine di Word: un po' breve come longfic, ma troppo lunga perché la potessi rendere una oneshot, mannaggia XD.
È sciocca, scontata, forse anche un po' troppo smielata. Date la colpa della sua nascita ad un improvviso flash nel mio dormiveglia, che a suo tempo mi limitai ad appuntare prontamente sul mio inseparabile blocknotes XD (vediamo se qualcuno scopre dove ho inserito tale flash, in questo capitolo...)

Disclaimers: i personaggi non appartengono me, ma a Hiromu Arakawa, che ne detiene tutti i diritti. Questa storia non è scritta a scopo di lucro.


CONVALESCENZA
Thursday Evening



- Dai, Fagiolino, bevi qualcosa anche tu!

Ed scoccò un’occhiataccia terribile ad Havoc, calcolando mentalmente il modo migliore per infliggergli indicibili sofferenze. Ma alla fine preferì soprassedere, impietosito dallo sguardo vacuo del Sottotenente, ubriaco fradicio. D’altronde, con ogni probabilità, gliel’avrebbe fatta pagare cara il Tenente Hawkeye quando sarebbe tornato lucido, dopo che lui ci aveva provato spudoratamente con lei per tutta la sera, sotto gli influssi dell’alcol.
Poveretto.

- Non tentare di ridurre Fullmetal come te, Sottotenente. E tu, - lo fulminò con uno sguardo glaciale il Tenente, - non azzardarti a bere, chiaro?

- Ehi, non era mica mia intenzione! - si difese l’interpellato, sollevando le mani in segno di resa.

- Eddai, Riza, ora anche lui ha l’età per bere… non è vero, Fagiolino? - intervenne Havoc, mettendo una mano sul fianco del tenente, e attirandola a sé, mentre a Ed veniva un piccolo tic nervoso al sopracciglio per il secondo, temerario uso di quella parola. - Sei davvero bella, stasera, Tenente - biascicò in quel momento l’uomo, fissando adorante la bionda che aveva agguantato: era decisamente il tipo da sbronza romantica. E probabilmente, anche sincera.

Ed sbuffò, guardando pigramente il Tenente Hawkeye tentare di divincolarsi senza davvero volerlo dalla presa da polpo dell’uomo ubriaco.
Ah, erano cambiate davvero tante cose in quei due anni durante i quali era stato lontano, ma mai avrebbe pensato che avrebbe trovato Havoc innamorato perso della gelida e imperturbabile Riza Hawkeye, e che avrebbe scoperto che questa non era affatto tanto gelida e imperturbabile nei suoi confronti. Il ragazzo si alzò svogliato, progettando di lasciare i due quasi-piccioncini a sbrigarsela da soli, e si mosse per raggiungere il fratello.

- Edward! Mi raccomando, non ti ubriacare anche tu! - gli urlò dietro la donna, cercando di staccare la mano di Havoc dal suo fianco. Ed sogghignò.

- Mi permetta di consigliarle di preoccuparsi di ben altri problemi, in questo momento, Tenente Hawkeye. - le disse, indicandole la mano dell’ubriaco, che stava pericolosamente salendole lungo la vita. Lei guardò Ed indignata, arrossendo ancora un po’, indecisa se picchiare lui o l’uomo che le si era appolipato addosso, e optando infine per rifilare un pugno irritato a quest’ultimo.
Ed si voltò, sorridendo tra sé, e sgattaiolò via.

Al era seduto al tavolo, diligentemente sparecchiato poco prima dai residui della cena da una volenterosa Sheska, e stava giocando a scacchi con Breda, che gli stava ovviamente infliggendo una colossale batosta.

- Fratellone! Che stai facendo lì da solo? - chiese il ragazzo biondo, staccando per un istante gli occhi dal gioco e sorridendogli. Dio, pensò per un istante Ed, quanto gli era mancato quel sorriso… Come aveva potuto privare per così tanti anni il mondo di una luce così bella?

- Nulla, fuggo dal Sottotenente Havoc, che mi vuole fare ubriacare, e dal Tenente Hawkeye, che mi vorrà uccidere dopo stasera. - rispose il maggiore dei fratelli Elric, riscotendosi dai suoi pensieri malinconici e facendo sbattere le palpebre ad un perplesso Al.

- E perché non ti sbronzi un po’ anche tu, eh, capo? - insinuò distrattamente il Sottotenente Breda, muovendo di un paio di caselle la sua torre e minacciando seriamente un cavallo del suo avversario, che lo guardò disperato. - Aiuta a dimenticarsi i crucci, almeno per un po’, e tu sembri averne anche troppi per i tuoi diciannove anni… Ti riempirai presto di rughe, proprio come succederà al Colonnello.

- A proposito del Colonnello, sapete che fine ha fatto? - domandò Fury, seduto lì accanto a contemplare l’ormai scontato esito della partita.

- Già, è vero. Non si perde quasi mai una delle nostre serate, e quantomeno avverte sempre, prima! - intervenne Falman, uscendo dalla cucina con uno strofinaccio tra le mani, seguito da Sheska.

- Chissà… Forse ha preferito andare a casa di una bella donna, piuttosto che venire con noi a casa tua, Maresciallo! - scherzò Breda, muovendo la sua regina per mangiare l’alfiere di Al. - Scacco al re.

Nulla di più probabile, meditò tra sé Ed, oscurandosi appena. E la cosa gli bruciava, parecchio.

Il ragazzo volse inconsciamente lo sguardo verso la poltrona che generalmente occupava Mustang, e riuscì quasi a vederlo con gli occhi della sua immaginazione, comodamente stravaccato, con un bicchiere di liquore in mano e l’espressione persa nel vuoto. Oddio, non che avesse l’espressione persa nel vuoto tutta la sera, e tutte le sere; piuttosto chiacchierava facilmente con tutti, scherzava, li prendeva in giro col suo sarcasmo pungente e insopportabile…

Era il chiaro perno della situazione, perché se i militari Hawkeye, Havoc, Breda, Fury, Falman e Sheska e i fratelli Elric erano accomunati da qualcosa, ecco, quella cosa era Roy Mustang, che li aveva raccolti intorno a sé. Per egoismo, probabilmente, ma questo non cambiava le cose.
In ogni caso, era stato lui, dopo il ritorno degli Elric dal lungo viaggio durante il quale Ed era riuscito a restituire il corpo ad Al, a proporre quegli strani giovedì sera, durante i quali facevano tutto e niente, dopo una cena veloce. Trovandosi in genere dal generoso Maresciallo Falman, che aveva inaugurato in quel modo la sua nuova casa, e che non aveva ritirato il favore neanche dopo quei tre mesi.

Però, ogni tanto, il Colonnello aveva quello sguardo fisso sul nulla, seduto sulla poltrona. E più di una volta, in quei momenti, Ed aveva percepito occhiate rivolte a lui provenire da quegli occhi scuri. Ma probabilmente era solo un caso.

Distolse gli occhi; vedere quella poltrona desolatamente vuota gli stava mettendo una certa inspiegabile malinconia, e la voglia di stare lì a fare baldoria per tutta la sera, adesso, sembrava essersi volatilizzata come una bolla di sapone. Con un piccolo ‘poff’.

Il ragazzo sospirò, scuotendo appena la testa come per isolare quei pensieri assurdi, e si avvicinò al fratello, sfiorandogli la spalla. Calda. Ancora non riusciva a crederci…

- Al, io torno a casa. Hai tu le chiavi?

- Ma come, Ed! Te ne vai di già?! - esclamò stupita Sheska - La serata è appena cominciata!

- Scusatemi tanto, ma ho un po’ di mal di testa e sono stanchissimo. La prossima volta non vi libererete di me così facilmente! - tentò di scherzare il ragazzo biondo, afferrando il mazzo di chiavi che il fratello gli porgeva e dirigendosi verso la porta.

Gli altri accampati si guardarono tra loro, rassegnati, e tornarono alle loro occupazioni, mentre Ed frugava nella pila di cappotti all’entrata per poi estrarne trionfante il suo.

- Riza, Fullmetal se ne sta andando? - stava strascicando Havoc alla povera Hawkeye, ormai rassegnata a tenersi l’uomo incollato per il resto della serata - È perché non c’è il Colonnello che se ne va?

Tutti gli avventori nella stanza si bloccarono, e qualcuno azzardò un’occhiata timorosa ad Ed, paralizzato sulla porta nell’atto di aprirla.

Ah, Havoc. L’ubriachezza lo faceva molto più sincero di quanto lui stesso non desiderasse. E di quanto non desiderassero gli altri, che preferivano, per la loro incolumità e per delicatezza, non far sapere al temibile Alchimista d’Acciaio che tutti avevano notato il rapporto, inaspettatamente non troppo burrascoso, che si era instaurato tra Mustang ed Ed stesso dopo il ritorno di quest’ultimo.

Il giovane Elric terminò di ruotare la maniglia con una lentezza esasperante, rivolse allo sbronzissimo Sottotenente uno sguardo omicida che scandiva un preoccupante ‘Domani-a-lavoro-faremo-i-conti’, si girò appena verso l’interno della casa e borbottò: - Ci vediamo domani al Quartier generale, gente -. Poi uscì, richiudendosi dietro la porta con un tonfo secco.

Gli astanti poterono solo occhieggiare malevoli Havoc.

- Beh? Che avete tutti da guardarmi? - fece innocentemente lui, strappando un sospiro esasperato al Tenente Hawkeye.

*

Stupido Havoc! Non me ne sono mica andato perché non c’è Mustang!

Ed attraversò la strada deserta a passo di marcia, infilandosi in una viuzza che andava a sbucare accanto ad un giardino alberato e mal frequentato. Poco male, se lo avessero aggredito almeno avrebbe potuto sfogare legittimamente i suoi nervi tesi su qualcuno di vivo.

È solo che ripensare alla faccia stupidamente imbambolata di quel bastardo di un Colonnello mi ha messo malinconia, punto!

I lampioni erano quasi tutti guasti, in quella zona. Calpestò seccato il viottolo in ghiaietta che attraversava il giardino, facendo più rumore del necessario e quasi augurandosi che sbucasse fuori qualcuno dicendo ‘Mani in alto, e dammi tutto quello che hai’. Oh, punching-ball infelice!

E il motivo per cui mi ha messo malinconia non mi interessa, chiaro?! Sono felice della mia ignoranza, e…

Si fermò di colpo, interrompendo bruscamente il suo delicato dialogo interiore. Aveva sentito un rumore.

I suoi muscoli si tesero e l’automail stridette appena, mentre aguzzava le orecchie, certo, per una primitiva forma di sesto senso, che non si trattasse di un semplice randagio di passaggio. Improvvisamente, l’idea di fare a botte con qualcuno, lì nel buio, completamente da solo, davanti ad un nemico invisibile e sconosciuto, non gli sorrideva più quanto prima.

Poi lo avvertì di nuovo.
Un lamento lievissimo, appena udibile, soffocato. Sofferente. Proveniva dai cespugli alla sua sinistra.

Si avvicinò con circospezione, attento ad una possibile trappola, trasmutando per ogni eventualità il braccio destro nella consueta lama affilata che usava nei suoi scontri. Fu con quella che spostò cautamente i rami del cespuglio dal quale era partito il suono misterioso, rivelando un corpo riverso a terra, avvolto in un lungo soprabito nero, circondato da un debole ma percettibile odore di sangue.
Un corpo con una testa di capelli nero-pece decisamente familiari.

Il cuore di Fullmetal mancò un battito, mentre il suo sangue gli si gelava nelle vene.

- Cos... Colonnello?!

La figura a terra fremette appena, ed Ed si precipitò accanto ad essa, ritrasformando il braccio per non rischiare di affettarla e voltandola delicatamente supina.

- F-Fullmetal…- mormorò Roy Mustang, ansimante, in un alito talmente basso che Ed quasi non lo sentì, perso a contemplare con orrore il volto di quello che era effettivamente il suo superiore. Il colore cereo della sua pelle contrastava in modo quasi doloroso con le spesse tracce di sangue ancora fresco che attraversavano tutto il viso, scivolando dalla fronte lungo gli zigomi e le guance. Non era un gran spettacolo.

- Colonnello, che le è successo?! Lei è ferito! - lo investì il ragazzo concitato, aprendo i lembi del cappotto dell’uomo con l’automail mentre sorreggeva il corpo inerme per le spalle con l’altro braccio.

L’altro non riuscì a rispondergli, ma lo guardò sarcastico sollevando stancamente un sopracciglio, gesto che con ogni probabilità sottintendeva una qualche considerazione del genere “Ma davvero? Tu guarda, non mi ero accorto di essere coperto di sangue”, rivolta al suo povero subordinato; questo però lo ignorò, riflettendo semplicemente che, se aveva ancora la forza di sbeffeggiarlo, evidentemente non era messo così male.

L’ipotesi scomparve dalla sua mente appena vide le ferite del Colonnello.
Mustang aveva il busto cosparso di grossi, lividi ematomi e di tagli, non letali, ma abbastanza profondi perché il sangue ne sgorgasse copioso, bagnando la spessa maglia dell’uomo e le mani di un inorridito Ed. C’era, in particolare, una grossa ferita sul fianco sinistro, larga e profonda, da cui usciva continuamente sangue a fiotti, che urgeva cure immediate, o sarebbe morto dissanguato. Che fare?

L’ospedale era troppo lontano, e non poteva di certo mollarlo lì per andare a cercare aiuto. Ma tornare da Falman trasportando il corpo debole del suo superiore sarebbe stato uno sforzo impossibile anche per lui. C’era casa sua e di Al, ma non era poi così vicina, e anche per il ferito essere sbatacchiato qua e là in quelle condizioni per un grosso tratto di strada sarebbe stato poco piacevole, oltre che pericoloso.

- Aaaah…! Che faccio, che faccio, che faccio?! - si disperò a mezza voce, stringendo appena di più le spalle di Mustang con il braccio.

Roy lo fissò, lottando per non perdere i sensi, lo sguardo sempre più annebbiato di minuto in minuto. Stava scivolando dell’incoscienza, appoggiato sulle gambe di Fullmetal, avvolto dal suo braccio caldo.
Non é un brutto momento per morire, tutto sommato, delirò un istante.
Ma vedere il volto angosciato del ragazzo gli fece mettere da parte i suoi intenti egoistici. Magari poteva aspettare ancora un po’.

- Ah…- gemette pianissimo, per attirare l’attenzione di Ed. Si assicurò che lo stesse ascoltando attentamente, prima di raccogliere le sue poche forze rimaste per parlare. - Casa mia… Qui dietro -, bisbigliò, ansimando poi in aggiunta un indirizzo. E svenne.

Ed non cercò nemmeno di rianimarlo. Frugò frenetico nelle tasche del soprabito dell’uomo, estraendone un mazzo di chiavi, quindi si alzò e sollevò il più delicatamente possibile il corpo esanime di Mustang, cercando il modo migliore per trasportarlo e toccandogli inavvertitamente il lato del torace. L’altro, pur privo di sensi, sussultò appena. Doveva anche avere delle costole rotte, considerò Ed, prima di caricarselo su una spalla, piuttosto rozzamente, in realtà. Ma tanto, peggio di così…


Fine primo capitolo


Due note per finire
Ad essere sincera, non è che fossi molto convinta di voler postare questa storia: non mi convince molto, specie negli ultimi due capitoli. Ma ormai è fatta, e lascio il giudizio a chi la leggerà^_^.
Solo una precisazione: ho ambientato questa fic quando Ed ha all'incirca diciannove anni (le età degli altri sono di conseguenza calcolabili, suppongo XD), ma non c'è nessun motivo particolare (leggasi: non mi serve nessun personaggio strettamente maggiorenne, perché non ci saranno lemon o cose simili). È solo che mi piace immaginarmi i personaggi con qualche anno in più, per potermi permettere il lusso di rendere alcuni personaggi un po' più maturi, piccoli cambiamenti che solo il tempo può compiere, a meno che non si scriva di personaggi OOC.

Passo a rispondere ai commenti che mi avete lasciato per "Esitazioni". Con annesso un grazie di cuore a tutti quelli a cui è piaciuto quel piccolo esperimento.

Tao: che bello, sapere che quel discorso della Verità saltato fuori all’ultimo non suona male. Era una cosa che davvero mi preoccupava! Però… come hai fatto a commentare una storia a quell’ora di mattina? >.<’ Io di solito alle sette sono fisicamente sveglia e psicologicamente in fase REM…! XD Sono contenta che ti sia piaciuta, grazie!

eLiSeTtA: mi fa piacere che tu l’abbia apprezzata! E quella frase… sono contenta che tu l’abbia colta, perché era un po’ il centro di tutto. Un po’ Ed che, di punto in bianco, sente l’urgenza quasi fisica di fiondarsi tra le braccia del suo Taisa, ma, visto che è una decisione in un certo senso improvvisa, metterla in atto non sarà per nulla facile! (oddio, mi sono appena autocommentata, è inquietante XD) Di nuovo tra i preferiti? Grazie-^__^-!

Roy Mustang: dici che Ed non approverebbe il Club delle Coccolatrici? Ma, se vuole ne facciamo uno anche per lui: credo che ci sarebbero un mucchio di volontarie anche lì XD! Comunque, è una mia impressione, o la tua recensione è rimasta tagliata?>.<’’

MiLiKa: mi fa piacere che l’idea di Verità ti abbia “incantato”. Ti dirò, personalmente lo trovo anche un po’ inquietante: se fossi Ed, l’idea che quel coso senza faccia del Portale possa sapere tutto di me mi preoccuperebbe XD. Tra i preferiti? Non so che dire: grazie!

elyxyz: che ci vuoi fare, sono un animale incomprensibile, sulle prime, lo so XD. E probabilmente anche sulle seconde, a dire il vero… ma insomma, a parte tutto, sono contenta che ti piaccia il mio stile *_*, e che ti sia piaciuta la fic e il POV… Grazie davvero!

chibimayu: “L’insicurezza che anima il nostro piccolo protagonista”<--augurati che Ed non ti abbia sentito XD. A parte ciò, sono felice che ti piaccia il narratore onnisciente. Personalmente, io li adoro: diventano a loro volta un personaggio, in qualche modo, e il racconto diventa più dinamico. Almeno, io la vedo così^^.
Credo sia un po’ il sogno di chiunque, poter vedere il futuro in situazioni del genere. Diamine, hai idea di quante figuracce mi sarei risparmiata, se solo avessi immaginato che stavo per combinare?! XD
La preoccupazione di Roy per Ed è una costante per tutto l’anime e il manga, e, anche se l’Arakawa prova a far subentrare l’idea che questo avvenga per una sorta di affetto paterno del Colonnello nei confronti del suo sottoposto, io non ci cascherò, nono! È evidente che si amino alla follia e che l’autrice di FMA non voglia ammetterlo >.<’’!
Spero di essere all’altezza delle precedenti con questa fic! (quanto mi hai fatto ridere con il marito che lucida gli shuriken X°D)

bianfre: grazie, sono contenta che ti sia piaciuta! ^_^

Setsuka: *Chiara saltella per casa, lieta che qualcuno abbia approvato il titolo delle fic*. Ehm, tornando seria. Sono davvero felicissima che la fic sia dinamica, pur nella sua immobilità. Dopotutto, analizza un istante di vita, un flash di Ed con la mano sulla maniglia, e cosa più statica non credo ci sia, però allo stesso tempo in quel dato istante si vedono tutte le cose che succederanno di lì a poco. Insomma, spero si sia capito quello che intendevo^^’, ma il punto è che la tua analisi mi ha lasciata sbalordita.
Credo che il collegamento con Leopardi fosse l’ultima cosa che potevo aspettarmi. Vedi, io AMO “L’infinito”, ma non è che sia molto ferrata sul pensiero di questo poeta. Però il discorso di capiva abbastanza, e ti ringrazio^^! (curiosità: eri mica reduce da una sessione di studio di Letteratura Italiana? XD)
Sono contenta che ti sia piaciuta! Ah, Roy che ha un *cuore da uke sentimentale* è un’espressione che mi piace tantissimo *_*.

Bad Girl: mi fa piacere che ti sia piaciuta^^! Povero Ed, mi fa una pena, davanti a quella porta con nessuna certezza e mille dubbi davanti, e tutto dipende da se abbasserà o meno la maniglia… Tra i preferiti anche tu, grazie!^_^



Bene, ho risposto a tutti, credo.
Grazie per aver letto fin qui, e grazie se commenterete (ricordo che accetto qualsiasi critica negativa, se motivata)!
E chi volesse contattarmi, sono disponibilissima ^____^.

Alla prossima^^!


  
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