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Autore: Poppy    04/02/2008    0 recensioni
Di solito per presentare le mie storie metto il brano che più, secondo me, le rappresenta. Eppure per questa non ho trovato nulla... sono tanti momenti diversi che non possono essere concentrati in un unico paragrafo. In Derek&Lee c'è la storia di un bambino e dei suoi incasinati e giovani neo genitori. C'è la vita di un ragazzo che più si allontana dalla famiglia, più inizia a vivere. E, ovviamente, non può mancare la storia d'amore che unisce e porta compimento. Enjoy.
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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capitolo primo correttooooooo

Capitolo primo: Derek&Lee

Derek non ha proprio voglia di uscire, ma si lascia convincere facilmente da un entusiastico Reno.

Neanche il pensiero che quella sera è il suo turno di scegliere il locale dove rifugiarsi lo consola un po’.

È stata una settimana orribile per il povero Derek, che vorrebbe rimanere a casa a guardarsi un film spaparanzato sul divano. Volente o nolente, ad ogni modo, Reno non vuole sentire scuse, e perciò a Derek tocca mettere il nasino fuori dalla porta.

Sono le dieci e mezza quando i due amici arrivano davanti alla discoteca della serata. È un locale gay, e a dir la verità Derek ha scelto questo posto solo e unicamente per dispetto a Reno.

Sarà per l’aria soddisfatta davanti alla faccia un po’ sorpresa dell’amico, o forse per lo scintillio di sfida che ha attraversato gli occhi di Derek, in ogni caso Reno non molla e varca per primo la soglia, trovandosi davanti ad un spettacolo che… beh, non avrebbe mai voluto vedere.

È etero, maledizione, gli piacciono le donne e una vista del genere lo fa un po’ rabbrividire.

Un pensiero però lo consola: più uomini si impegnano tra di loro, più donne ci saranno per me!

E con questo ultimo sprazzo di intelligenza, e ritrovata la sicurezza, si disperde nella folla, lasciando indietro l’altro ragazzo.

Derek non capisce subito.

- Ma dove cavolo è andato a finire?

Reno era davanti a lui solo un paio di secondi prima.

Si alza sulle punte dei piedi, cercando di vedere una testa bionda in mezzo alle altre. Sfortunatamente, anche con questo stratagemma, Derek è molto più basso della media e l’unica cosa che riesce a scorgere al di là di quei corpi ballerini sono solo altri uomini che ballano.

- Oh, maledizione – borbotta, passandosi una mano attraverso i capelli color rame.

Quel cretino non si è neanche guardato alle spalle per vedere se lo stava seguendo, e adesso la sua arma si è ritorta contro di lui.

Derek si metterebbe a ridere istericamente se  non fosse così impegnato a non inciampare sui suoi stessi piedi. Abbandonato in una discoteca per gay dal suo amico etero! Una cosa da raccontare, peccato che era troppo imbarazzante!

Derek si muove incerto, scoccando occhiate tutto intorno, febbrilmente, senza riuscire a scorgere una presenza amica.

L’aria diventa pian piano irrespirabile e Derek si sente perduto in quella massa di corpi in movimento.

Quando vede un’uscita poco distante la raggiunge con fretta, aggrappandosi alla maniglia come ad un’ancora di salvezza.

Dopo pochi istanti il buio della notte lo circonda come una coperta.

Sospira.

Lì il suo cuore può rallentare il suo battito, prima che Derek debba ritornare dentro alla discoteca per riprendere la ricerca.

Si guarda intorno, inspirando l’aria fresca a pieni polmoni, e nota alcune persone all’angolo, intente a fumare qualcosa dall’odore dolciastro. Oltre a loro ci sono due ragazzi che si stanno avvicinando lungo la via, parlando concitatamente. Per il resto solo il basso pulsare della musica della discoteca riempie la strada.

Poi scorge un maglione a scritte rosse, del tutto simile a quella dell’amico, che si sta allontanando verso il parcheggio. Possibile che Reno si sia accorto della sua assenza e sia uscito per cercarlo?

Fa per seguirlo, provando anche a chiamare il nome dell’amico ad alta voce, ma il proprietario del maglione non si volta e continua a camminare imperterrito.

C’è un modo per capire se il tipo davanti a lui è veramente Reno, e così Derek prende il cellulare e inizia a digitare il suo numero, sperando di sentire nel silenzio la colonna sonora del film di 007, la solita suoneria di Reno.

Ha appena pigiato sul tasto della chiamata quando una persona gli sbatte prepotentemente contro.

- Ehi, fai attenzione! - urla un tipo, spingendolo da parte.

Un altro ragazzo, dal cranio rasato, si fa avanti e afferra il braccio di Derek, evitando che cadesse.

- Ehi, tutto bene? - gli chiede beffardo.

- Si, sto bene – risponde Derek brevemente, per poi strapparsi dalla presa dell’uomo.

È quasi pronto a voltarsi e a fuggire il più velocemente possibile quando una mano cala pesantemente sulla sua spalla.

- Dove credi di scappare?

Derek si volta.

I due tipi non hanno proprio una bella faccia.

- Vado a cercare un amico, lasciami! – esclama, questa volta perdendo la pazienza.

L’uomo pelato si mette a ridere.

- Ma come, non vuoi passare un po’ di tempo con noi?

- No, grazie.

- Ci divertiremo, te lo assicuro!

- Ho detto di no e adesso lasciami! - esclama Derek tentando di allontanarsi, ma l’azione gli viene impedita dall’altro uomo che si è posizionato alle sue spalle, bloccandogli la via di fuga.

A questo punto Derek non ci vede più; spinto dalla rabbia e dalla frustrazione, approfitta di un minuto di disattenzione dei tizi per dare un calcio violento all’inguine di uno e una gomitata all’altro.

Non pensa che questo li fermerà a lungo, perciò mette gambe in spalla e corre, intravedendo con la coda dell’occhio che lo stanno inseguendo, più feroci che mai.

- Maledizione! - esclama.

Dopo il danno anche la beffa.

Ci mancava proprio questo inseguimento, pensa Derek, per movimentare un po’ la serata. Non bastava perdere Reno nella discoteca, adesso deve pure scappare da due tipi piuttosto incavolati.

Derek incomincia a chiedersi quante cose strane possono succedere contemporaneamente, mentre una piccola parte del suo cervello gli dice che nell’attuale situazione farebbe meglio a pensare ad una soluzione.

Ma cavolo, la strada è deserta e ha perso di vista anche il ragazzo con il maglione a scritte rosse.

Derek non è mai stato una persona molto sportiva e non corre molto prima di perdere tutto il fiato. Vorrebbe tanto fermarsi, ma i due tizi non perdono terreno e tutto l’alcol che hanno in corpo pare dargli ancora più rabbia e vigore.

All’improvviso, però, la speranza lo avvolge e vede da lontano un paio di persone, una in special modo fa al caso suo.

Il ragazzo è alto, di colore e muscoloso e lo guarda senza capire, mentre Derek copre le distanze che li divide e gli salta al collo.

- Ti prego, aiutami! - gli sussurra all’orecchio prima che i due tizi si fermino accanto a loro, urlando offesi.

- Dove credi di andare? – gli sbraita addosso l’uomo con il cranio rasato.

- Amore, questi due mi vogliono picchiare! - grida quindi Derek, lottando per restare appigliato al maglione del ragazzo.

Il giovane di colore non mostra esitazione ed entra subito in azione, passando un braccio attorno alla schiena di Derek e strappandolo definitivamente dalla presa dei due.

- Lasciate stare il mio ragazzo - ringhia con aria minacciosa.

Sarà per l’espressione per niente gentile del ragazzo, o forse perché anche il suo amico si sta avvicinando, in ogni caso gli omoni si staccano e, con un’ultima occhiata arrabbiata a Derek, se ne vanno.

Solo quando non li vede più Derek sospira e scioglie lo strano abbraccio con il ragazzo.

- Grazie – dice, mentre le sue guance diventano immediatamente bollenti e i suoi occhi scattano verso quelli color cioccolato dell’altro, tranquillo e fermo davanti a lui.

- Figurati – risponde il ragazzo con una voce calda e dolce che prima, nel caos, Derek non ha notato.

In un attimo il silenzio cade su di loro, e Derek si sente imbarazzato come non mai. Senza pensare tira fuori il portafoglio dalla tasca posteriore e prende una banconota. – Tieni, ti offro una birra. La berrei volentieri con te - mente – ma devo andare a cercare un amico.

E così, veloce come è spuntato, Derek si allontana, lasciando il ragazzo alquanto spaesato e con i soldi in mano.

- Ehi, ma chi era quello? Lo conosci? - gli chiede Owen avvicinandosi, lo sguardo rivolto alla figura che spariva dietro l’angolo.

- No. Questa è la prima volta che lo vedo. – risponde Lee, un po’ assente, ancora fissa nella mente i magnetici occhi neri del ragazzo.

Per quell’unico attimo era stato bello avere tra le braccia un corpo caldo così morbido e profumato, di cannella, forse, Lee non lo sa. L’unica cosa di cui è certo è che vorrebbe ancora immergersi tra quei capelli soffici per sentirne il profumo.

- Ah. – risponde Owen.

E dopo un secondo:

- Li usiamo i soldi, vero?

Leon scoppia a ridere.

- Sì! Però prima andiamo ad incontrare Eddie alla discoteca.

Dopo neanche un quarto d’ora entrano nel locale e trovano Edith tranquillamente seduta con un uomo dai capelli biondi, che non avevano mai visto prima. I due sembrano piuttosto attratti uno dall’altra e si stanno parlando con espressioni scherzose.

Dove Edith abbia pescato un etero in una discoteca gay, Leon non riesce a immaginarlo…

Si sta chiedendo se sia il caso di disturbare una conversazione che sembra abbastanza intima, e Owen sembra pensare lo stesso, data la sua titubanza nel raggiungerla, quando lo sguardo di Edith cade su di loro.

- Ehi, ragazzi! - esclama facendo loro cenno di avvicinarsi. – Sedetevi con noi!

A quel punto Leon lascia perdere i suoi scrupoli e si accomoda sul divanetto di pelle nera, accanto all’amica sorridente.

- Ragazzi, vi presento Reno! Loro invece sono Owen e Leon.

- Ma chiamami pure Lee. – dice Leon con un sorriso, ricambiando la forte stretta del ragazzo.

Passano un paio di minuti di chiacchiere e con la venuta della cameriera, e approfittando della momentanea distrazione di Reno, Edith si avvicina per sussurrare una frase all’orecchio dell’amico:

– Non è stupendo? - Indica il ragazzo.

Leon  porta lo sguardo su di lui e dopo un attento esame non può fare a meno di annuire; è proprio il tipo di Eddie, biondo e dagli occhi azzurri. Ha due spalle niente male e sicuramente ci sono dei pettorali ben allenati sotto quella maglietta blu.

Sembra anche simpatico, a prima vista, e le due fossette che compaiono ad ogni sorriso gli donano un’aria innocente.

- Dimmi un po’ una cosa… – Owen si rivolge a Reno, dopo un sorso di birra dal boccale dell’amica. – Come cavolo hai fatto a finire in un posto del genere? Perché da quel che ho visto… – il suo ghigno diventa particolarmente malizioso mentre il suo sguardo passa da Eddie e Reno. – …non sembri uno che frequenta spesso discoteche per gay.

- E in effetti ho solo accompagnato un… cazzo, Derek!

Subito dopo esser scappato dal ragazzo di colore, Derek entra di nuovo nella discoteca.

Si scontra un paio di volte contro degli uomini a petto nudo prima di raggiungere il bancone del bar.

Sospira. Forse da lì riuscirà a trovare Reno!

E quando lo scoverà… botte!

Derek si beffa leggermente al pensiero e si abbandona sullo sgabello davanti al bancone, osservando nervosamente le donne e i barman affaccendati. Ticchetta con le dita sul marmo, ma si ferma subito quando un ragazzo seduto al suo fianco lo squadra stranito. Allora sbuffa e ordina qualcosa di alcolico e dal colore rosa fosforescente.

Neanche il sapore di fragola e rhum lo calma e finisce per rompere l’ombrellino colorato che decorava il bicchiere.

E’ per puro caso che, dopo qualche minuto, segue con lo sguardo una cameriera.

E chi vede nel tavolo da lei servito?

Con gli occhi fiammeggianti e la rabbia che gli scorre nelle vene, si alza in piedi e raggiunge a passo di marcia i divanetti bassi, dove quattro ragazzi sono seduti a bere e a chiacchierare.

- E in effetti ho solo accompagnato un… cazzo, Derek!

Derek non ha la benché minima idea di chi sia quella gente che circonda Reno, è troppo scosso per pensarci. E ovviamente anche il fatto che stia facendo una brutta figura non gli passa neanche per l’anticamera del cervello.

- Allora, Reno? Ti stai divertendo? - chiede sprezzante, attirando su di sé l’attenzione degli occupanti del divano.

Non può vedere quale sia la loro espressione, dato che le loro facce sono nascoste dalla penombra, ma ora è troppo concentrato sul suo amico per badarci.

Reno alla sua vista boccheggia per poi tentare goffamente di alzarsi e raggiungerlo.

- Mi dispiace tanto, Derek, è solo che io… - inizia balbettando.

Derek non la lascia finire:

- Lo so, ti sei dimenticato di me! E per colpa tua… – all’improvviso si ricorda delle altre persone presenti, abbassa drasticamente il tono e si avvicina maggiormente al viso dell’amico – Per colpa tua due tizi mi volevano picchiare! - sussurra e vede gli occhi azzurri dell’altro spalancarsi.

- Ma non ti hanno fatto niente, vero? – dice lui, guardandolo sinceramente preoccupato.

- No, però…   

- Meno male! - esclama allora l’altro, interrompendolo. – Scusa, davvero, mi è scappato di mente e poi volevo venire a cercarti… è che sono stato un attimo distratto.

Derek nota che lo sguardo dell’amico è caduto sulla ragazza seduta sul divanetto e allora, con un sospiro mentale, comprende.

- Va bene, certo. Per questa volta posso perdonarti. – sbuffa malvolentieri.

Reno sorride sollevato e batte una pacca sulla sua spalla.

- Grazie, amico, non succederà più. E comunque… - Il suo sguardo passa sulle persone ancora sedute al tavolino, preoccupate e curiose per lo spettacolino dei due, e ghigna maliziosamente. – …dovresti vedere che bellezza ho rimorchiato in questo covo di frocetti. – bisbiglia all’orecchio di Derek

Derek aggrotta le sopracciglia.

- La rossa? – chiede - L’ho sempre detto che hai un debole per le rosse… Ma sei sicuro che sia etero?

Reno sghignazza e gli fa un cenno.

- Sì, ma adesso vieni a sederti, te la presento!

Gli passa un braccio attorno alle spalle e lo conduce al divanetto.

- Ragazzi, come avrete capito, questo un mio amico. Si chiama Derek! - dice stringendogli affettuosamente un braccio.

Derek sorride leggermente mentre gli vengono presentati i nuovi amici di Reno.

Non può fare a meno di spalancare la bocca però quando i suoi occhi si posano su una persona, seduta al tavolo, ben conosciuta.

La prima reazione di Leon alla vista del ragazzo è stata di sorpresa.

Anche Owen sembra riconoscerlo subito e scambia un’occhiata tra l’ammiccante e lo stupito con Lee, per poi presentarsi cortesemente con una stretta di mano.

È con divertimento che poi osserva la reazione di Derek nel vederlo lì, seduto esattamente a quel tavolo e proprio con il suo migliore amico.

Ma insomma, che razza di coincidenza è? Leon neanche mezz’ora prima lo ha salvato da due tizi poco raccomandabili e adesso, quasi come una ricompensa per l’eroe, se lo trova davanti.

Avrebbe voglia di ridere se Derek non avesse quell’espressione così disorientata; evidentemente anche per lui questa era l’ultima cosa da aspettarsi…

Tuttavia Leon non è il tipo da arrendersi così in fretta e il suo carattere socievole di certo lo aiuta.

E così passa più o meno tutto il resto della serata a tentare di strappare fuori due parole di fila a quel ragazzo, poco prima quasi spavaldo, e adesso a disagio.

Non è l’unico ad accorgersi dell’improvvisa timidezza di Derek; infatti anche il suo miglior amico, al suo fianco sul divanetto, ogni tanto gli scocca qualche occhiata, gli arruffa i capelli, già mossi di loro, o scambia qualche parola.

Verso l’una le cose migliorano leggermente, sarà l’effetto dei cocktail e del rhum…

Owen parla come una macchinetta, strabuzzando gli occhi verdi intenso e agitando le mani nella foga del discorso, e non c’è modo di fermarlo quando inizia a raccontare della sua passione per i film di Tarantino; Reno ed Edith sono immersi nel loro mondo e Leon non crede che ne usciranno fuori molto in fretta. Derek presta attenzione un po’ ad uno e un po’ all’altro, senza decidersi.

Leon, neanche a dirlo, si sorbisce la discussione del suo amico e tenta di fargli comprendere che no, non gli piacciono i pulp.

Alla fine, però, come un miracolo sceso in terra, arriva Jimmy.

- Ehi, amico, ce ne hai messo di tempo, eh? - lo prende in giro Owen, facendogli poi spazio per sedersi.

Il ragazzo sorride sornione e mostra un’espressione piuttosto soddisfatta.

- Ho passato una bella serata – annuncia, alzando fieramente la testa, quella sera viola scuro.

- E il tuo bello dove l’hai messo?

- È tornato a casa, domani deve alzarsi presto! – risponde, ma la sua attenzione viene presto attirata dai due nuovi personaggi.

- Ehilà, ragazzi! Io sono Jimmy! – dice affabilmente.

E neanche tre minuti dopo è saltato in braccio a Reno, con la scusa di volergli stringere la mano, e si è accomodato praticamente addosso a Derek.

Leon non può fare a meno di chiedersi come adesso reagirà il ragazzo.

Eppure, nonostante tutte le sue possibili previsioni, Derek si scioglie.

Non capisce assolutamente come, dato che in fondo ha ancora un Owen abbastanza alticcio a cui badare, ma adesso il ragazzo sorride e Leon pensa che… beh, ha un sorriso stupendo, e che il neo, poco sotto l’occhio, non fa altro che rendere la sua espressione ancora più adorabile.

- Allora, tesoro - dice all’improvviso Jimmy a Derek. – andiamo a ballare?

Derek annuisce e si alza, i piedi un po’ traballanti per l’alcol; l’altro lo afferra bruscamente per la vita sottile e gli affonda il viso nel collo.

- Uhm, quanto ti mangerei! - soffia Jimmy mentre Derek scoppia a ridere. Si allontana con un sorriso malizioso e si rivolge agli altri:

- Qualcuno viene a ballare con noi?

Tutti scuotono la testa e allora, con un ultimo cenno del capo di Derek verso Reno, si allontanano.

Leon li segue distrattamente con gli occhi e quasi sussulta quando scorge Jimmy dare un pizzicotto scherzoso al fianco dell’altro ragazzo, e questi rispondere con un bacio sulla guancia.

Scuote la testa, colpendosi inavvertitamente con un paio di treccine.

Proprio non capisce: lui ha cercato per ore di metterlo a suo agio, parlando a Derek del più e del meno e facendo battute. E non ci è riuscito.

- Oooh! Il nostro bel Lee si è innamoratoo a prima vista! – Singhiozza improvvisamente Owen, ridendo - Ti piace, vero? A me puoi dirlo!

- Eh?

- Sei cotto di Derek! Sei cotto di Derek! – lo canzona Owen.

Leon non risponde subito.

- Beh, senti - sbotta allora il suo amico, dopo un altro sorso di birra. – Ti ho osservato per tutta la sera e ti ho visto adesso. Sei geloso di Jimmy, vero? – sorride complice.

- E se anche fosse?

Owen alza le spalle.

- Beeeeh, provaci no? Qualcun altro ha invitato la tua fiamma a ballare… e tu sei stato lì fermo come un tonno! – scoppia a ridere sguaiatamente.

- Jimmy non ci proverebbe mai con Derek!

- È vero! E poi, anche lui ha notato le occhiate che lanciavi al piccoletto! E non è così scemo da mettersi in mezzo!

Leon stringe in mano il boccale di birra e sorseggia il contenuto. Sposta qualche treccina da davanti agli occhi, si passa la mano sul retro del collo, proprio dove sa che c’è il tatuaggio, e beve un altro po’ di birra.

Solo dopo qualche secondo riprende la conversazione:

- Beh, è un bel ragazzo. E non mi costa niente provare.

- Adesso ti riconosco! – esclama Owen. – Ti consiglio però di fare attenzione ad un particolare, - indica Reno, che con un occhio osserva Eddie parlare e con l’altro segue Jimmy e Derek sulla pista. – sembra piuttosto protettivo! Dovevi vedere che occhiataccia ha spedito a Jimmy quando ha portato via il piccoletto!

 

 

 

 

 

Non picchiatemi! Lo so che non è un capitolo nuovo, ma la mia beta Fiorediloto (che ringrazio veramente tanto!) mi ha dato un paio di dritte per migliorare un po', e non potevo non correggere (ma non potevo neanche modificare solamente). Spero che troverete dei miglioramenti.

Un grazie particolare alle persone che hanno commentato! Ci sentiamo presto con un capitolo sul passato di Lee e di Derek!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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