Se un segreto tra Ginevra e Hermione si trascinasse da sei lunghi anni...se un addio diventato "inizio" prendesse forma in una notte nebbiosa...se un patto pericoloso e mortale incontrasse il benestare di due streghe folli e disperate?
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yuri | Coppie: Ginny/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Ed eccomi di
nuovo, un po' più rapidamente del solito, so che i miei
tempi sono particolarmente esasperanti!Ringrazio ancora chi mi continua
a seguire e recensire, siete davvero carini!Rispondo a Prince Myskin,
si il primo pezzo è mio, mi piacciono molto i flussi di
pensiero e soprattutto in questi capitoli diciamo di "amnesia" per
Ginny, voglio mantenerli come anello di congiunzione tra "ricordo e non
ricordo" o almeno per ora l'idea è questa!Poi si
vedrà...con
questo, Buona lettura!
Sopra al mio letto,
sulla testata di legno, nascosto dal tessuto del baldacchino
c'è un acchiappasogni...
Il cerchio di questo oggetto così deliziosamente pagano e
magico in modo primitivo, è ampio quasi un palmo e ricoperto
da una sottile striscia di pelle cobalto, dalla parte inferiore pendono
due lunghe strisce dello stesso materiale con in fondo due lunghe piume
di corvo, nere come la pece e leggere come aria. La ragnatela che
abbraccia il cerchio, disegna i caratteristici giochi di corda che in
ogni mente risvegliano immagini diverse; al centro della ragnatela una
pietra scalfita a punta, come le freccie degli indiani e in una cella
formata dalla corda sfila un piccolo turchese, così che i
sogni si innamorino di lui e rimangano imprigionati nella tela nel
tentativo di raggiungerlo.
Ti tendo una trappola si...dato che non ascolti la mia supplica, dato
che non affranchi la mia fame...ti tendo una trappola frammento di vita
che colori i miei sogni e sbianchi alle prime luci, lasciandomi
così assetata.
Perchè non ti lasci prendere?Ogni nuovo giorno mi sveglio e
so di averti perso ancora, ogni volta per così poco...
Ho bisogno di te in modo così carnale che a volte mi
spaventa l'agognarti tanto.
Memoria che vai via da me, come una goccia su un vetro scivola
lasciando la sua scia umida e effimera, come una lacrima spazzata dalle
dita, memoria che vieni e mi travolgi di notte facendo presa sul mio
cuore e stringendolo cattiva tra le dita, fino a farlo sanguinare,
urlare, per poi lasciarlo libero e in gabbia, una gabbia di vuoto e
silenzio.
Tutto è pace alla luce del sole, altra cosa è la
notte, come se qualcosa lottasse per liberarsi, come se tu che sfuggi
fossi più vicino...
Chi sono stata?Chi ero?
Ti tendo una trappola da bambina e spero tu sia talmente sciocco da
caderci...ti terrò fra le mani come si tiene una briciola di
luce, ti terrò sul mio cuore come il più prezioso
dei pensieri...vieni, vieni da me.
Ancora.
Il vento baciava i capelli cremisi, facendoli ballare una
danza sconosciuta ed orientale, affascinante nel suo melodioso
disordine e a Mark parve una dea seduta sul muretto del chiostro della
scuola, a naso in sù annusava l'aria di primavera con
sguardo perplesso e nostalgico, come se davvero quel profumo di
boccioli in fiore le aprisse orizzonti dimenticati. Il mantello della
divisa abbandonato come docile contorno alle sue anche e il maglione
grigio appoggiato alle spalle con una morbidezza strordinaria, casuale
e stupefacente, mentre la cravatta allentata permetteva alla camicetta
candida di sgualcirsi appena. La guardò a lungo prima di
avvicinarsi, come se avesse paura di infrangere qualcosa di quasi
creato...
-Aspetti lui?- chiese guardando anche lui le veloci nubi bianche sopra
alle loro teste e un'ombra sottile strinse il suo cuore quando la
ragazza con un sorriso raggiante gli rispose di si.
-E' così tanto che manca...è così
tanto che non parla con me.- disse tornando a guardare il cielo.
-Credevo non sarebbe più tornato.- fece sommessamente il
Corvonero.
Ginny si voltò a guardarlo perplessa.
-Volevi che non tornasse?-
-No, non mi tocca più di tanto per la
verità...dico solo che dal modo in cui se n'è
andato, non credevo sarebbe riapparso.- si schernì lui.
La rossa assentì e sorrise appena.
-Tieni ancora molto a lui Ginny?- chiese titubante guardandola in
faccia.
-Certo. Abbiamo vissuto cose insieme che non passano...è una
persona molto importante per me.-
-Si vede...ti brillano gli occhi.- e nel dirlo un fiotto di dolore lo
scosse.
-Se tu te ne andassi dicendo che non tornerai, alla tua ricomparsa mi
brillerebbero allo stesso modo.- fece lei sorridendogli e Mark si
sentì avvampare.
Un rumore di passi li interruppe ed entrambi si girarono nella
direzione di quel suono.
-Mark Davis, giusto?- fece Harry porgendo la mano all'altro e
sorridendo appena.
Un lungo tabarro nero lo avvolgeva, un tabarro da viaggio, un tabarro
da stregone, un tabarro da viandante, nero come la pece e morbido come
il burro, di lana cotta, fermato da un'unica spilla inneggiante a
Grifondoro all'altezza della spalla destra.
Mark intimorito dalla figura e dalla fama del ragazzo più
grande, tese la mano e afferrò quella dell'altro.
-Si...- biascicò.
-Felice di rivederti, è più di un anno e sei
cresciuto molto.- fece Harry sorridendogli con fare fraterno.
Non si conoscevano molto, quando Harry era diventato il ragazzo di
Ginny, Mark si era fatto rispettosamente da parte, guardando solo da
lontano le loro avventure e la loro storia, perciò per
Potter l'altro era solo un amico di Ginny e uno studente di Corvonero.
Certo si erano visti per anni, probabilmente sapevano l'uno dell'altro
più cose di quanto immaginassero, ma la conoscenza era
puramente superficiale e per Mark quel ragazzo aveva rappresentato
l'ideale da raggiungere per essere all'altezza di Ginny, quindi il suo
sentimento per lui si divideva tra ammirazione e invidia.
-Grazie...anche tu sei diverso. Ti trovo bene.- cercò di
rispondere a tono.
Poi gli occhi di Potter si spostarono su Ginny e il suo sorriso perse
d'intensità per dare spazio ad iridi da sogno e ad una molle
nostalgia.
Mark si sentì sparire, come se non ci fosse stato, proprio
l'unica cosa che poteva ferirlo così crudelmente da
sembrargli intollerabile, eppure non si mosse e guardò la
rossa rispondere all'altro con un sorriso splendente ed occhi lucidi.
Rimasero così per qualche secondo.
-Ciao strega...- disse lui riprendendosi da quell'attimo di stordimento
e poi allargò le braccia, braccia che gli sembravano buone
solo per quel gesto, per quella persona.
La ragazza camminò lentamente verso di lui e ancora
più lentamente si accoccolò sul suo petto,
aspirando il suo profumo così familiare, così
sicuro...si le era mancato da morire.
-Harry.- sussurrò mentre lui la stringeva più del
dovuto per un secondo soltanto, come a volerla tenere con sè
e il tabarro scese a coprire Ginny come fosse l'armatura scintillante
di un cavaliere e il contrasto tra il nero della stoffa e il vermiglio
dei capelli di lei accecarono Mark che in silenzio se ne
andò con il cuore in gola e un dolore cattivo in fondo al
cuore.
-E' un bel posto questo...- sussurrò lui appoggiandosi al
pesco, mentre Ginny si sedeva poco lontano.
-Belle giornate, belle persone...giorni spesi bene per quanto mi
riguarda.-
Lei assentì rimettendosi il maglione, visto che una brezza
un po' più fresca si era alzata.
-C'è profumo di noi quasùu.- concluse, ma quando
vide Ginny arrossire si schernì.
-Non intendevo solo noi due, voglio dire noi tutti. Siamo stati
ragazzini anche noi dopo tutto.-
-Bè sei tu il vecchio, io sono ancora giovane!-
-Si, come no...due anni non sono niente!Vedrai vedrai...- risero
insieme e fu bello, perchè da tanto non capitava e come
tutte le cose ritrovate si sente qualcosa in fondo al cuore che rinasce
e un calore languido investe le nostre anime.
-Come mai ad Hogwarts?- chiese lei, mentre Harry si sedeva al suo
fianco.
-Bè tornare a casa fa bene qualche volta.-
-Dove sei stato per tutto questo tempo?-
-Il mondo babbano è vasto e quello magico ancora di
più...un anno è ti assicuro che ho visto ben
poco.-
-Un giramondo allora!-
-Si...mi piace. Harry Potter il giramondo!Mi hanno chiamato in
così tanti modi spiacevoli che questo mi piace molto!- rise
lui.
Silenzio per un attimo e sentirono il vento accarezzare le foglie e
cantare la sua canzone.
-Mi sei mancato...tanto.- fece lei guardandolo e Harry rimase
interdetto per qualche istante prima di sorriderle.
-Anche tu...ma non allo stesso modo temo.-
Ginny avvampò ancora.
-Senti possiamo evitare di arrossire ogni due secondi?Ho finito le
pezze e sai bene cosa voglio dire!Non preoccuparti, la ferita
è rimarginata...ma tu rimani sempre tu. Non potrò
mai esserti indifferente.- fece lui tentando di essere convincente.
-Avevo paura che non volessi nemmeno parlarmi...- fece lei con gli
occhi lucidi.
-Non sarei venuto, se non fossi stato pronto...davvero.-
-E' imbarazzante per me...io non ricordo molto. Gli ultimi mesi sono un
vuoto totale, ma anche eventi antecedenti sono come avvolti nella
nebbia...non ricordo perchè è finita, ma so che
era giusto.- fece lei abbassando gli occhi.
-Minerva mi ha parlato della tua amnesia...- rispose Harry pensieroso.
-Ma comunque non sbagli...era giusto così.- concluse dandole
le spalle.
Ginevra avrebbe voluto chiedere di più, farsi raccontare, ma
evito dato che il dolore negli occhi del moro era più che
evidente.
-Dimmi il vero motivo per cui sei qui!- cercò di cambiare
discorso.
-Non ti si può nascondere nulla vero?- fece lui ridendo
appena e tornando a guardarla.
-Tu sei Harry...io sono Ginny. Nessun segreto ricordi?- fece lei
scherzando, ma si bloccò non appena un'ombra
sfarfallò sul viso del ragazzo, fu questione di un secondo
poi Harry si alzò in piedi e tutto sembro passato.
-Robe del Ministero, robe pesanti...sono ancora un Auror in fondo!E poi
dovevo portarti questa...- detto questo si frugò nella tasca
dei pantaloni e tirò fuori una lettera ingiallita dal tempo.
-Cos'è?- chiese Ginny prendendola in mano.
-Ron...- fu poco più di un sussurrò e Ginny
drizzò la testa e si girò a guardarlo incredula.
-Sai dov'è?Dimmelo, mia madre sta impazzendo!- fece
afferrandogli un lembo del mantello.
-Tre mesi fa era in Danimarca...ci siamo incontrati per caso, forse la
settimana più bella negli ultimi mesi, mi ha lasciato questa
per te, poi è sparito. Non so di più davvero.-
disse sinceramente affranto.
-Tre mesi?-
-Mi dispiace...prima non sarei riuscito ad affrontarti...- si
scusò lui abbassando lo sguardo e Ginny capì e
non riuscì ad insistere, poi guardò la lettera.
-Ti dispiace se non...- ma Harry la prevenne.
-Certo che no!E' tuo fratello, leggila con calma in dormitorio. La mia
dose di Ronald l'ho avuta di persona!- e nei suoi occhi vide commozione
e tanta nostalgia di un'amicizia purissima ed un affetto
indimenticabile.
Harry si guardò intorno e vide la sera calare su di loro.
-Ginny forse è il caso che tu vada.-
-E' presto...-
-La cena è fra poco.-
-Resterai?-
Harry la guardò e Ginny capì la risposta senza
che venisse pronunciata.
-Una notte Potter, non ti chiedo di più.-
-Un tempo sarei morto per accontentarti...ma ora...il Ministero ha
bisogno di me.-
-Quanta abnegazione...- fece lei innervosita.
-Credimi, la questione è più nostra che loro.-
-Che vuol dire?-
Harry scosse la testa e le accarezzò la guancia.
-Segreto...Ginevra Weasley la tua curiosità è
sempre la stessa.- poi la baciò sulla fronte e si
calò il cappuccio nero sulla testa.
Ginny ebbe un flash-back di quel gesto e rimase per un secondo
confusa...quel luogo, un mantello...dove e quando nella sua memoria?
-Ginny?-
-Cosa?- biascicò presa dai suoi pensieri.
-Se avrai bisogno di me...voglio dire, per te dev'essere stato molto
difficile...-
-Di che parli?-
-La morte non è mai facile da accettare...io ci
sarò quando vorrai ricordalo.-
-Harry così mi spaventi, morte?-
Gli occhi di Harry profondi e tristi la fissarono così
complici e comprensivi, così colmi di un dolore davvero
troppo grande, come se una parte della propria vita si staccasse per
non tornare e poi eccolo, scintillante e veloce e Ginny lo vide
chiaramente, il dubbio.
-Non c'è niente che tu debba dirmi?-
-No...credo di no...non capisco di cosa tu parli, c'è
qualcosa che dovrei sapere?-
-E' solo che pensavo ne avresti voluto parlare,
lascia perdere...a scuola qualche mese fa si è mosso
qualcosa...magia vecchia, magia distorta. Stai attenta tutto qui.-
-E tu questo come lo sai?- chiese lei, ma lo sguardo di lui le fece
capire che nemmeno a quella domanda avrebbe risposto.
-Ora vado, voglio partire prima che faccia buio e devo ancora salutare
Hagrid!Ah, Ginny...- fece intanto che si incamminava.
-Si?- fece lei.
-Davis è un bravo ragazzo...rassicuralo che non
c'è stato nessun ritorno di fiamma!Anche se io dovrei essere
l'ultimo dei suoi pensieri...-
-Ma cosa dici!Non...- fece lei arrossendo completamente.
-Non sono mai stato cieco...e so che vuol dire essere innamorato di
Ginevra Weasley.- fece lui dandole le spalle e alzando la mano in segno
di saluto, lasciandola lì esterefatta e sola con la lettera
di Ron fra le mani.
Cara Ginny,
così tanto tempo e comunque le mie parole sono poche e
avide...qualche mese e ancora non so come respiro ancora. Tutti questi
posti e nemmeno una speranza, tutto questo vuoto che so tu condividi mi
accompagna come la notte segue il giorno. Impossibile dimenticare...
Eppure è servito tutto questo tempo, se non a lenire il
dolore, a svelare pensieri torbidi e a comprendere cose che erano
davanti a me, ma che non riuscivo a vedere.
Il mio lutto è il tuo lutto...e so che comprendi.
Non so come io sia potuto essere così cieco e se
c'è stato rancore ormai è svanito. Sei mia
sorella, non posso e non voglio odiarti. Tanto più che ho
sempre saputo di non essere la strada giusta per lei.
Bacia la mamma per me e sappi che non ho niente da perdonarti, posso
solo piangere insieme a te.
Tuo fratello
Ron
La
rossa la rilesse fino a consumarne la grana e l'inchiostro...
E l'unica parola che confusa bruciava come fuoco era..."lei".
L'acchiappasogni
è vuoto anche in quest'alba e io ora so che esisti, lo so
per certo.
Perdonami.
Perdona questo pezzo di carne che non riesce, non è capace
di ricordare...mi sembra di impazzire e piango lacrime assurde e
inconsolabili, perchè fuori sorrido e dentro muio.
Non posso darmi pace, fino a che non potrò vedere, fino a
che non saprò la verità e so che tutto intorno a
me urla il tuo nome...perchè ora so che ne hai uno che
nessuno ha il coraggio di dirmi...tutti sanno tranne me e io sparisco
su quel nome e sospiro sulle sue lettere.
Spasimo su quella parola...netta, chiara, assoluta...e so che
è marchiato su di me, eppure io non la vedo.
Qual'è il tuo nome?