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Autore: LilyGranger    26/07/2013    4 recensioni
Dal prologo: "Capì l’antifona e mi lasciò sola.
O meglio: con le mie adorate stelle.
E con lo sguardo pieno di loro, pieno della loro luce e del loro brio, calde lacrime cominciarono a rigarmi le guance man mano che la consapevolezza di esser stata usata dal mio migliore amico si faceva strada dentro me.
Non sapevo che affacciato alla finestra vi era un altro giovane Weasley, dalla capigliatura rossiccia, lo sguardo limpido e il sorriso sincero."
Si, esatto, un'altra Fremione, spero che gradirete
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Fred Weasley/Hermione Granger, Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
Capitoli:
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TANA
P.O.V. FRED

- Su forza ragazzi ! Farete tardi e perderete il treno!- La voce di mia madre giungeva ovattata da dietro la porta leggermente socchiusa. D'istinto affondai ancora di più la faccia nel cusicno. Poi, come una furia, l'uragano irruppe in camera mia e di mio fratello.
- Fred, George ! Alzatevi subito poltroni!- sbraitò accompagnando le sue parole con un gesto della bacchetta che ci scaraventò letteralmente a terra.
-Accidenti donna...- iniziai io accarezzandomi il fianco dolorante
-... e dici di essere nostra madre!- continuò George con la voce impastata di sonno.
Molly appoggiò entrambe le mani sui fianchi e ci guardò con aria rassegnata - Scendete subito a fare colazione, sono quasi tutti lì-
Camminammo come due fantasmi oltre le spalle di mia madre mentre lei continuava a farfugliare qualcosa su che genere di sfaticati fossimo. Una volta arrivati di fronte la porta chiusa di mia sorella mi fermai. Memore della sera di qualche settimana fa, non riuscii a muovermi e a staccare gli occhi da quella maledetta porta. Le stelle di quella notte tornarono prepotentemente a riempirmi la mente, come anche gli occhi gonfi e rossi di Hermione che piangeva stringendosi nelle spalle. A pietrificarmi davanti la porta in legno contribuì anche il pensiero di quanto fossi stato bastardo.
Affacciato a quella finestra non ero riuscito a staccare gli occhi di dosso al pietoso spettacolo, ma non riuscii nemmeno a  scendere le scale della Tana e andare in soccorso della fanciulla col cuore infranto. Me ne ero stato lì, semplicemente immobile e impassibile.
Non era da me. Fred Weasley era il magnanimo signore dei sorrisi, colui che li distribuiva gratuitamente alla gente.
Negare un sorriso ad Hermione era la cosa più bastarda che potessi fare. E di fatti vivevo con i sensi di colpa dalla mattina successiva. Da quando Hermione non scese per la colazione, o per il pranzo, dandosi malata.
Io e Ron sapevamo la verità. E mentre lui si rabbuiava ogni volta che sentiva che Hermione avrebbe saltato il pasto o che non sarebbe riuscita a scendere per assistere ad una partita di Quidditch, io venivo divorato dai sensi di colpa per essere stato così codardo da non riuscire a starle accanto.

"Comunque non è un compito mio" pensavo i primi giorni. E  avevo ragione. Non ero io il suo migliore amico. Non ero nemmeno tanto sicuro di essere un amico per lei e , mi dispiace ammetterlo, lei non lo era per me. L'avevo sempre vista come " l'amichetta di mio fratello" o " la so tutto io dei Grifondoro".
Devo però dire che la stimavo, con tutto me stesso.
Stimavo la sua forza d'animo, la sua grande intelligenza e la sua grande audacia nell'infrangere ogni anno le regole per aiutare Harry nella sua lotta contro Voldemort. L'avevo sempre considerata una ragazza tosta, che sapeva il fatto suo e che mai e poi mai si sarebbe fatta buttare giù per una stupidaggine. E forse è stata proprio questa mia considerazione di lei, quella sera, a spiazzarmi impedendomi di fare alcunchè.

"Problema di Harry, è lui il suo migliore amico"

Lo pensavo, e ne ero davvero convinto.
Ma poi, quando Hermione raccolse tutte le sue forze e giocò a far finta di nulla persino con Harry, capii che nemmeno lui era a conoscenza del turbamento che il suo animo, per quanto forte e robusto, era costretto a sopportare.
E così, davanti a quella porta, davanti alla SUA porta feci un giuramento a me stesso. Se non aveva la forza di parlarne al suo migliore amico, ci sarei stato io per lei. In fondo, non serviva che mi raccontasse niente  ed ero liberissimo di farlo senza dare troppo nell'occhio.
Dovevo farlo per quella vocina dentro me che continuava a non darmi pace.
-Fred tutto bene ?- mi chiese George strappandomi ai miei pensieri mentre, con fare delicato, mi dava una leggera spintarella per spronarmi ad avanzare.
-Si..va tutto bene- risposi più a me stesso che a George.

"Va tutto bene, stupido grillo parlante " pensai rivolto alla mia stupidissima e oltremodo fastidiosa coscienza.

***

Arrivati in cucina, lo scenario che dominò i miei occhi aveva dell'esilarante.
Percy, il  perfettino, se ne stava seduto con gli occhi socchiusi, a sonnecchiare chissà da quanto tempo. Diversi anni dopo, ricordando quella mattina, affermò che si stava solo " concentrando nella sua pratica di meditazione"
Harry. Oh Harry sarà anche stato il "bambino sopravvissuto" ma con quella faccia impastata di sonno, non avrei mai detto che avrebbe sconfitto Voldemort in un plateale duello nella sala di Hogwarts. I capelli erano più scompigliati del solito e ricadevano disordinati sulla fronte coprendo la cicatrice tanto famosa. Gli occhiali, storti sul naso, minacciavano di cadere da un momento all'altro nella tazza di latte e cereali che aveva davanti.
Mia sorella, seduta accanto ad un Ron più che mai immerso nel mondo dei sogni - e cibo, aggiungerei-  lanciava rapide occhiate in direzione di Harry. Sguardi celati, nascosti. Sguardi silenziosi e discreti che racchiudevano in sè mille parole.
Avevo sempre tifato per Harry e Ginny. Prima ancora che lei si stufasse di aspettarlo, prima ancora che iniziasse ad uscire con altri ragazzi. Prima ancora che lui iniziasse quella stupida storia con Cho Chang.
Il posto accanto ad Harry era vuoto: Hermione non era scesa per la colazione.
- Ginny, Hermione dorme ancora ? -  chiesi a mia sorella una volta preso posto accanto a George
-Si credo di si, o almeno è quello che faceva quando sono scesa-
" Per Merlino, quella ragazza mi vuole far lavorare ! "
Sospirai - Ok ho capito- dissi mentre mi alzavo facendo leva sulle mani appoggiate sul tavolo di legno.
-Aspetta ma dove vai ?- domandò Ron con la bocca piena di biscotti e con una goccia di latte sul naso. No vi prego, non chiedetemi com'era finita lì.
- Non sono fatti tuoi Ronnie- dissi con - effettivamente- troppo sgarbo nella voce. Per rimediare, una volta arrivato sull'uscio della porta mi girai e portai l'indice sul mio naso. - Oh a proposito, sei sporco. Proprio qui.-

***

P.O.V.  HERMIONE

La porta si aprì di scatto,facendo entrare a passi pesanti una figura nella stanza. Istintivamente infilai la testa sotto il cuscino e mugognai senza fare troppi complimenti. Lo scorrere della stoffa e l'improvviso fascio di luce che avvolse la stanza, furono davvero troppo.
- Accidenti Ginny, voglio solo dormire !- borbottai tirando il cuscino da qualche parte nella stanza, forse verso la finestra ?
- Sveglia raggio di sole !- esclamò una voce dolce e gioiosa.
"Questa non è la voce di Ginny". Sbarrai gli occhi e, improvvisamente sveglia e lucida, mi rizzai a sedere.
- Fred ma che..che cosa fai qui ?- chiesi allarmata sollevando le coperte a coprire l'imbarazzantissimo pigiama che mi ostinavo a portare.
- Non è da te dormire tanto Granger. Se non ti conoscessi bene, direi che frequentare la famiglia Weasley ti ha fatto diventare mooolto più pigra. Ehh si sa- sospirò platealmente- ..chi va con lo zoppo impara a zopp..- continuò con un accenno di risata, ma io lo interruppi prima che potesse finire la frase.
- Ci ho messo un po' ad addormentarmi- dichiarai stropicciandomi gli occhi leggermente arrossati.
- Perchè ? - chiese Fred sedendosi alla fine del letto, ben distante da me.

"Perchè?" pensai " Perchè ho paura di tornare a scuola. Perchè per la prima volta in vita mia non voglio che le vacanze finiscano "
 Alla Tana, incredibile a dirsi, era stato facile sfuggire da Ron, dalla situazione, dalla tristezza... Ma una volta tornata a camminare nei corridoi di Hogwarts cosa sarebbe successo ? Il Golden Trio non sarebbe più esistito ? Avrei visto Ron tra le braccia di quella ragazza a cui tanto agognava ?

Avevo paura.

- Ginny russa tremendamente- mentii facendo un mezzo sorriso. Nel momento in cui lo dissi, il limpido sguardo di Fred si oscurò e le sue sopraciglia si aggrottarono. Durò un attimo, poi tutto tornò alla normalità.
Vedendo che non si decideva a parlare, cercai di portare avanti il discorso - Perchè sei venuto qui ?-
-Oh mamma mi ha detto di venire a svegliarti, ti vuole giù fra 5 minuti visto che sono le 10:50 - rispose alla leggera.

"Oh per Morgana! "

Scattai giù dal letto scalciando violentemente le coperte che andarono ad avvolgere Fred.
-Oh accidenti, accidenti, accidenti!- borbottavo isterica mentre raccimolavo la roba da portarmi in bagno. - ACCIDENTI ! Perchè non mi avete svegliata prima?!?! Il treno parte alle 11:00 precise ! - Senza aspettare risposta corsi in bagno.
- Dove vai ?- mi urlò dietro Fred. Sbaglio o la sua voce sembrava divertita?
-A VESTIRMI!-
Ci misi 3 minuti a carburare. Lentamente mi affacciai di nuovo sull'uscio della stanza di Ginny, dove Fred mi aspettava seduto con un maledettissimo sorriso stampato sul volto. Facendo penzolare un orologio da polso in sua direzione, lo incenerii con lo sguardo.
- Le 10:50 .. Fred ? - chiesi riuscendo a malapena a trattenere l'irritazione. - Non sono nemmeno le 10 !!-  sbottai lanciando l'orologio verso di lui e la sua contagiosa risata. Volevo nasconderlo, ma un sorriso era spuntato anche sulle mie labbra.
Svogliatamente si alzò e attraversò la stanza verso di me, ma quando mi fu accanto per  si abbassò all'altezza del mio volto e mi sussurrò nell'orecchio con voce suadente.
- E comunque, bellissimo pigiama.-
Il mio volto avvampò e potei sentire il calore irradiarmi le guance. Ci misi un attimo a spingerlo fuori dalla stanza e sbattergli la porta in faccia.
- ESCI ! - urlai anche se la porta si era già chiusa alle sue spalle. Potevo ancora sentire la sua risata allontanarsi giù per le scale.
E mentre piegavo i miei vestiti all'interno della valigia, non potei impedire ad una risata di sgorgare anche dalla mia gola.

Non sapevo il motivo, ma Hogwarts ora mi sembrava un po' meno spaventosa.


Allora, salve a tutti voi che seguite la mia storia.
Vi ringrazio per aver letto anche questa seconda parte e spero con tutto il cuore che vi sia piaciuta. Io, personalmente, non ne sono molto soddisfatta ed è per questo che ci ho messo tanto a scriverlo. Spero di rimediare negli altri capitoli e di non aver deluso nessuno.A tal proposito, se ci fosse qualche chiarimento che voleste chiedermi, sarò ben lieta di ascoltarlo ^^
Un bacio a tutti e grazie ancora per l'attenzione <3

   
 
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