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Autore: My Pride    26/07/2013    5 recensioni
~ Raccolta di flash fiction e one-shot incentrate sulla coppia ZoSan ♥
» 7. Moment like this
Le ragazze si erano soffermate ben poco nella ressa della locanda, quindi Sanji adesso era il solo ad essere rimasto lì ad osservare le fiamme rosse ed oro di quel camino. Anche volendo, però, non sarebbe comunque riuscito a dormire, dunque aveva optato per starsene da solo con i propri pensieri.
[ Sanji Centric ~ Zoro/Sanji with little Bromance ]
[ Partecipante alla «The Seasons Challenge» indetta da Jadis_ sul forum di Efp ]
Genere: Fluff, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Roronoa Zoro, Sanji, Z | Coppie: Sanji/Zoro
Note: Missing Moments, Raccolta, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Do one, melt one, love one'
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3_Let it snow Titolo: Let it snow
Fandom: One Piece
Tipologia: One-shot [ 1138 parole [info]fiumidiparole ]
Personaggi: Roronoa Zoro, Sanji Black-Leg, Dick Sniper
Rating: Giallo
Genere: Generale, Sentimentale, Fluff
Avvertimenti: Shounen ai, What if?
Tabella/Prompt: Inverno › 01. Neve
12 Storie - #02 Colori: #09. Bianco
Una ficcy... al prompt: 66. Prigionia › 54. Spazzolino



ONE PIECE © 1997Eiichiro Oda. All Rights Reserved.

    «Uffa, mi sto annoiando», borbottò di punto in bianco Dick, osservando la città imbiancata attraverso il vetro della finestra della camera che avevano affittato per quella notte.
    Per le strade, oltre il mulinare dei fiocchi di neve, si riuscivano a scorgere le luci della festa di paese che si stava svolgendo di sotto nonostante il maltempo, e il ragazzo non capiva perché avrebbe dovuto continuare a starsene là dentro se persino Rufy aveva ottenuto da Nami il consenso di andarsene in giro... a patto che non si mettesse nei guai e non provocasse nessuna rissa come suo solito, ovviamente. Per farla breve, erano tutti fuori a divertirsi e a fare a palle di neve - da lì riusciva benissimo a vedere Chopper e Usopp che se le lanciavano di continuo, coinvolgendo anche Franky che puntualmente gridava loro di piantarla -, mentre lui... beh, si limitava ad osservarli e basta. Ah, maledetto raffreddore. E accidenti ai suoi genitori che lo tenevano chiuso lì per il suo bene. Eppure non era più un bambino e avrebbe potuto tranquillamente accettare le conseguenze.
    «Saresti lì anche tu se non ti fossi messo a fare gli angeli di neve con una canotta e un pantaloncino», ironizzò di rimando Sanji, traendo una lunga boccata dalla sigaretta che si era acceso poco prima. Se ne stava sdraiato sul letto a fissare il soffitto bianco, con un braccio incrociato dietro alla testa e le gambe accavallate sul materasso. «Sei proprio uguale a quello scemo d'un marimo».
    «Ma ho solo un raffreddore!»
    «Secondo Chopper hai qualche decimo di febbre», precisò il cuoco, gettandogli una rapida occhiata prima di abbozzare un sorriso e allungare un braccio verso il comodino, afferrando il pacchetto di sigarette e facendo scattare il coperchietto di carta. «Se la smetti di lagnarti come un marmocchio, ti concedo un tiro».
    Dick assottigliò le palpebre dopo aver distolto a fatica lo sguardo dal paesaggio innevato, un po' scettico. «Dov'è la fregatura?» domandò difatti, ma il cuoco sorrise, se possibile, ancora di più.
    «Nessuna fregatura. Parola mia. A patto che dopo fili a lavarti i denti».
    «Non ho lo spazzolino».
    «In borsa».
    Dick abbozzò un sorrisetto compiaciuto. «Allora credo che accetterò».
    «E io credo invece che tu debba andartene a dormire», asserì di punto in bianco una voce austera, facendo trasalire entrambi i biondini. Sulla soglia si stagliava la figura di Zoro, la cui espressione lasciava benissimo intendere quanto poco fosse d'accordo con quella concessione. Cavoli, certo che aveva un tempismo che faceva veramente schifo, secondo il parere del giovane Dick.
    «Ma non è giusto, Sensei! A te nessuno vieta di bere!»
    «Non mettere a confronto il sake con quella porcheria con cui vi avvelenate tu e questo stupido cuoco», rimbrottò, indicando con un cenno del capo Sanji e rimediandoci da quest'ultimo una scarpa addosso. «Ohi! Guarda che ho solo detto la verità!»
    «Sta' zitto e chiudi quella porta, marimo. Fai uscire tutto il calore».
    «Nay, faccio uscire questo terribile tanfo di fumo».
    «Non accetto critiche da uno che puzza sempre di sake», replicò il cuoco con un sopracciglio inarcato, spegnendo la sigaretta nel posacenere; fece per prenderne un'altra quando sulla sua traiettoria si parò proprio la mano di Dick, che gli fregò una stecca da sotto il naso.
    «Questa la prendo io», disse con semplicità inaudita, scappando verso la porta e oltrepassando il più veloce possibile Zoro, il quale non mancò di gridargli qualcosa contro e di sbottare subito dopo; Sanji, invece, dopo un attimo di perplessità iniziale, si lasciò sfuggire uno sbuffo ilare, scuotendo il capo. Era proprio un sedicenne problematico, quel ragazzo.
    «Non credi di essere un po' troppo duro, marimo? Dovresti lasciarlo un po' stare», provò a calmarlo, prendendo una nuova stecca. Stavolta, però, prima che potesse accenderla, se la vide sfilare via proprio da Zoro, incontrano il suo sguardo cupo quando sollevò la testa verso di lui. «Cos'è, adesso vuoi impedire anche a me di fumare?»
    Zoro stranamente sorrise, sistemandosi sopra di lui per osservarlo meglio da quella breve distanza. «Sempre, scemo d'un cuoco. Specialmente quando quelle stecche ti tengono la bocca impegnata e io non posso fare questo», disse, e Sanji ebbe appena il tempo di aprire la bocca per protestare prima di ritrovarsi le labbra di Zoro incollate alle proprie, tappando nel fondo della sua gola ogni possibile replica; sconcertato, reagì di istinto e provò comunque ad allontanarlo da sé tempestandogli la schiena di calci, ma più lo spadaccino si strusciava contro di lui, premendo sul suo stomaco il rigonfiamento già prominente che aveva in mezzo alle gambe e rendendo quel bacio più passionale, più Sanji non se la sentiva proprio di cacciarlo, anzi. Fu proprio lui, ad un certo punto, a spingersi verso il suo corpo muscoloso e ad avvolgergli le braccia intorno al collo con una forza tale che sembrava pronto a strangolarlo, ansimando alla ricerca d'aria quando Zoro si allontanò da lui con il fiato corto.
    Si guardarono per un lungo attimo negli occhi, entrambi intenti a riportare ossigeno nei polmoni per quella perdita fin troppo rapida, ritrovandosi poi a ridacchiare come due idioti qualche momento dopo e a stringersi l'uno contro il corpo dell'altro. «Accidenti... credo di avere la febbre anch'io», ghignò Zoro, e Sanji non si risparmiò dal dargli un calcetto allo stinco.
    «Quella si chiama eccitazione, marimo. Non mi freghi facendo passare il tuo accaldamento per della febbre».
    «Peccato. Avresti potuto farmi da infermiera, ricciolo».
    «Nemmeno morto, gorilla tutto muscoli». Il cuoco ridacchiò nel udire il borbottio che sfuggì dalle labbra dello spadaccino, arcuando poi un sopracciglio nel sentire qualcosa di duro premere ancor più contro il suo interno coscia. «Ohi, marimo, di' un po'... vuoi farlo, non è vero?»
    Zoro si freddò un attimo, grattandosi poi dietro al collo con una mano. «Non dovrei?»
    «Tsk. Sei un caso disperato», bofonchiò, però stava sorridendo. «Ma non sarebbe male, con questo freddo...»
    Bastarono quelle poche parole per far sì che Zoro tornasse a ghignare divertito e riprendesse da dove si era interrotto, succhiando voglioso il mento del cuoco e godendo nel sentire la barba solleticargli la punta della lingua; ben presto i loro ansimi riempirono la stanza e la maggior parte dei vestiti fu abbandonata sul pavimento e ai piedi del letto, le cui coperte vennero tirate via con foga mentre si rotolavano sul materasso. Zoro stava per sfilare al compagno anche le mutande quando la porta si spalancò d'improvviso, rivelando la sagoma di Dick che li osservava con aria incredula.
    «Che cavolo, Sensei! Puoi non pensare al sesso, per una sera?!» sbottò, richiamando a sé le ire dello spadaccino.
    «E tu che ci fai qui?! Tornatene a fumare!»
    «Ah, adesso posso? Ipocrita!»
    «Abbassa la cresta, marmocchio!»
    «Ma ho ragione io!»
    «Invece no!»
    «E invece sì!»
    Quel botta e risposta continuò ancora per molto, tanto che Sanji, scocciato, arraffò la coperta e lasciò quei due marmocchi ai loro litigi, dirigendosi alla finestra con la fedele sigaretta che avrebbe voluto fumarsi prima dell'approccio di quello scemo d'un marimo.
    In quella ciurma non si poteva mai scopare in santa pace, accidenti
.






_Note inconcludenti dell'autrice
A dirla tutta, per questa storia necessiterei di una spiegazione a parte - insomma, chi diamine è questo ragazzo di nome Dick? Che cacchio ci fa con loro? Perché rompe le palle al marimo chiamandolo Sensei? -, però, visto che in questa shot è già piuttosto grandicello e ha preso il bruttissimo vizio di Sanji nonostante Zoro lo odi, vi lascio il link di una storia scritta dalla mia nipotola, dove Dick è un marmocchietto e viene spiegato qualcosa di più su di lui e su chi sia in realtà: Mugiwara Christmas
Se non fosse stato per i prompt, comunque, non l'avrei mai inserito, ma mi serviva e... beh, farete la sua conoscenza almeno in parte, visto che prima o poi io e Red Robin posteremo la storia in cui c'è lui e tutto il resto. Se intanto vi interessa qualcosa, anche solo per non sentire me che vi rompo le palle - sono una rompiscatole, lo so -, Dick è questo tipetto qui
Okay, la smetto di sclerare come una scema. C
ome sempre, commenti e critiche sono ben accetti
Alla prossima. ♥


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