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Autore: LindyHoran    26/07/2013    0 recensioni
Gli ultimi cinque anni della mia vita glia avevo passati a frequentare una scuola d’arte che avevo lasciato molto felicemente, non perché la odiassi, cosa molto comune nel cervello di una teenager all’età di 18 anni, ma perché la gente del miei corsi, non era poi cosi tanto simpatica. Un gruppo di ragazzetti snob che impugnando qualche matita e pennello creavano dei veri e propri capolavori. Io mi ero specializzata in fotografia e disegno dal vero, due cose completamente differenti. In realtà ero legalmente, se cosi si possa dire, specializzata in fotografia e design ma nel corsi pomeridiani andava a lezioni di disegno ed ero diventata più tosto brava con la matita. E questi discorsi da dove erano partiti? Il mio solito problema. MI perdo incontinuazione nei pensieri. Ero sull’aereo che si da piccola avevo sognato di prendere. Quel aereo che mi avrebbe portato a Londra, la città dei miei sogni. Elisa era la mio fianco, entusiasta di atterrare. I miei non avevano mai avuto la possibilità di viaggiare e questo è il mio primo vero viaggio. Ho messo da parte per anni i soldi, e finalmente sono qui, su questo aereo, pronto ad atterrare sulla mia futura
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: Contenuti forti
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#Capitolo 2.

La Casa era più accogliente di quanto pensassi, forse a farmi questo effetto era il semplice fatto che ero finalmente qui.
“Bene, sarà la nostra casa per un po’.” Ho detto rivolgendomi verso a Elisa che ammirava la casa.
“Non mi dispiace affatto, è bellissima!” Mi ha detto sorridente.
“Siamo in due a pensarlo, c’è solo un problema..” Ho detto preoccupata. Lei ha trasformato il suo viso sorridente in un una faccia preoccupata. Mi sono messa a ridere.
“Tranquilla l’unico problema è la sorpresa di mia zia, mi ha detto che riconosceremo le stanze. Il chè è grave detto da lei.” È scoppiata a ridere e io l’ho seguita.
“Vieni.” Le ho detto salendo le scale di legno bianco che per quanto sapevo avrebbero dovuto portarci alle camere. Lei mi ha seguita attenta e curiosa.
Mi sono ritrovata davanti a un lungo corridoi che non avevo idea di dove portasse. Ho sentito odore di fritto e la cosa non mi dispiaceva affatto. Ho sorriso a Elisa che mi ha guardato non capendo. “Perché c’è questo odore?” Mi ha chiesto.
“Non ne ho la più pallida idea ma mi piace.” Ho risposto sorridente.
“Mi sembra ovvio tu ami qualsiasi cosa provenga o che sia cibo.” Ha detto scherzando. Ho annuito. Ero diventata un specie di segugio, e attraverso l’odore di fritto arrivai alle nostre camere. Mia zia la solita.
“Devo dire che tua zia ti conosce proprio bene.” Ha detto Elisa guardando incredula i due vassoi ricoperti di patata fritte, muffin e pizzette. Sembrava una festa di compleanno. Mia zia sapeva bene come attirarmi nelle camere giuste. Ho buttato la valigia sopra il letto e mi sono presa ciò che mi spettava. Intanto Elisa alle mie spalle stava appoggiando la valigia su una sedia posta a fianco al letto. “E questo? Cos’è?” Mi sono girata verso di lei masticando con calma un pezzo di muffin. Aveva un foglio bianco panna in mano, e lo guardava non capente della sua esistenza. Ho ingoiato il boccone e ho preso parola. “Probabilmente è sempre mia zia. Leggilo, avanti.” Lei mi ha sorriso per poi abbassare le lo sguardo sul foglietto e iniziare a leggere:
“ Elisa,
non ho la più pallida idea ti come ti accoglierà Bella, spero bene; che ti spieghi ogni angolo della casa, ma non ne sono sicura. Probabilmente ora si starà ingozzando. Ti scrivo per darti il benvenuto. Spero che tu ti troverai bene, e spero di starti simpatica. Be la tua camera è quella a fianco di Bella. Spero ti piaccia, ho cercato di mettere le coperte giuste e pure di arredarla nel modo opportuno ma non conosco affatto i tuoi gusti, quindi nel caso non dovesse piacerti, hai il permesso di cambiarla a tuo piacimento.
A presto.
Mery”
 
Mi sono messa a ridere. “Mi zia sa il fatto suo.” Le ho detto. “Direi proprio di si!” Mi ha detto ridendo.  Ho messo da parte il pezzo di muffin che dovevo ancora finire e mi sono pulita le mani con un fazzoletto bianco candido posto a fianco ai vassoi. “Allora andiamo a vedere la tua stanza.” Ho detto ad Elisa ingoiando l’ultimo boccone.

Spero vi piaccia lo so, la mando molto alla lunga ancora non c'è traccia di quei 5 ragazzi :33 ma nel prossimo ci saranno ;)
Recensite, vorrei veramente sapere cosa ne pensate. Grazie ancora per il vostro tempo. 
Con Affetto. #Lindy.
 
 
  
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