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Autore: ILoveItBaby    26/07/2013    1 recensioni
Quando gli angeli si chetano
Quando il ciel si rabbuia
Quando il sussurro del vento svanisce
Quando la terra smette di tremare
Quando tutto tace e c'è solo il silenzio di chi attende
è il momento di correre.
********************
Dal Capitolo 1:
"Era evidente che gli dolesse, ma il ragazzo smise di massaggiarle e fece segno di no, poi perfido disse “Non è che ti sei innamorata di me e tentavi di stare un po' sola con il sottoscritto. Mi spiace ma dovrai metterti in fila, anche se...per te potrei anche fare un'eccezione!”. Greys lo fisso con il suo sguardo da Bestia Incarognita®."
[...]
"Una lieve brezza le mosse i capelli rossi e lei rabbrividì. Draco le passò il braccio intorno alle spalle e la strinse per scaldarla, con grande stupore di Greys. Non si sarebbe mai aspettata di vedere quel ragazzo così romantico, o semplicemente gentile. Gli tolse la mano e si raddrizzò. Infatti, era troppo dolce, e sinceramente non ci credeva, stava tentando di farla diventare uno dei suoi trofei."
********************
Bhe............spero con tutto il cuore che vi piaccia!!!!
Genere: Fantasy, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro personaggio, Draco Malfoy, Famiglia Malfoy, Severus Piton, Tom Riddle/Voldermort
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VII libro alternativo
Capitoli:
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Capitolo 3
 
 


« A chi ama nulla è difficile»
Cicerone
 

“Padrone, mi spiace ma non siamo ancora riusciti a trovarla” l'uomo aspettò una risposta provenire dalla zona in ombra, ma non accadde nulla. Era preoccupato. Non sapeva come avrebbe reagito ad un altro fallimento. Gliene avena già perdonato uno, lasciandolo vivere e condannandolo solo al taglio di una mano, la sinistra. Il suo predecessore non era stato tanto fortunato.
Il moncherino prese a bruciare, così lo strofinò contro la pesante e lercia palandrana che indossava.
“Quando siamo arrivati era partita da poche ore.” la voce era tremula, ridotta quasi ad un sussurro “P-però pensiamo di sapere dove si trovi. Se m-mi da ancora una possibilità, magari...” si interruppe quando un uomo non troppo alto sbucò diretto verso di lui, fermandosi diversi metri prima. Aveva un'ombra di barba e indossava abiti un po' datati per l'epoca, ma abbastanza ben tenuti.
I suoi occhi brillavano d'ira, ma il viso non lasciava trasparire alcun sentimento apparente.
“Il mio signore” disse con uno strano accento, che subito non riuscì a collocare “non richiede più i tuoi servigi” In quell'istante lo riconobbe: era il braccio destro del Padrone.
Un terrore mai provato fino ad allora lo attanagliò. “Ma le assicuro che s-siamo molto vicini a...”
“Basta!” disse con voce penetrante “Altri continueranno al tuo posto, te lo assicuro.”
Era la fine, era morto. O forse peggio: preda dell'ira del Padrone che per anni aveva servito.
L'uomo con un ghigno alzò il braccio e stese la mano destra verso di lui, aperta con il palmo in su.
Di scatto la chiuse stretta in un pugno e il servitore cominciò a contorcersi, preso da un dolore mai provato prima.
Urlò e pregò. Pregò che lo lasciassero, e poi chiese a Dio di poter morire il più velocemente possibile. Finché non esalò l'ultimo respiro, ansimando.
Quando il corpo fu ridotto in misera polvere, l'uomo si girò verso il buio.
“Mio Signore, pensò che dovrei occuparmene io prima che un altro di questi inetti rovini tutto. Mi permetta, la prego, di catturare io stesso la ragazza” chiese con uno stucchevole tono servizievole in una lingua dimenticata dagli uomini.
Una voce gutturale, come un ringhio, quasi inumana, si fece strada nell'oscurità “Va' e non mi deludere” proclamando più una minaccia che un incoraggiamento.
 
L'uomo camminava lungo un corridoio in pietra, talmente ammuffito che nemmeno i topi si sarebbero introdotti laggiù. Era alto e con un corpo statuario, con un viso che gli dava appena una ventina d'anni.
I capelli erano dolci boccoli castani e gli occhi, neri come la pece, con leggere sfumature violacee, si perdevano tra la smagliature della roccia.
Odiava quel luogo, con tutta la sua anima, ma non poteva certo dirlo al suo Padrone. Nella migliore delle ipotesi lo avrebbe ucciso. Ma sapeva, con un'esperienza di ben millenovecento ottantasei anni, che non poteva farci nulla. Oltrepassò con disgusto la carcassa di chissà quale bestia morta. Quel luogo era un labirinto grande, secondo la sua esperienza, circa come Manhattan. Per molto tempo, avventurandosi per quegli ostili e antichi corridoi, ancora per lui un interrogativo su quando e perché fossero stati costruiti, era riuscito a rinvenire ossa di animali estinti da epoche così antiche che solo un manipolo di esseri (nessuno dei quali umani) poteva anche solo vantare di averne sentito parlare.
Doveva essere antico come il mondo. Chissà quali creature lo aveva eretto. Nemmeno il suo Padrone era ancora in fasce che quel luogo già esisteva come una vera e propria leggenda, ed egli aveva vissuto più di cento mila anni. Non dubitava che antichi angeli fossero vissuti nell'enorme reticolo nel quale stava camminando.
Un rumore dietro di lui lo raggiunse, rimbombando fastidiosamente sulla roccia. D'istinto l'uomo portò la mano alla cintura, dove era appesa la sua amata bacchetta di legno di pino albino.
Rimase in ascolto, scoprendo che era solamente un ratto incauto arrivato fin lì.
Aveva un compito importante da portare a termine e non c'era margine di errore, ma soprattutto doveva muoversi in tempi stretti.
Gli sfuggì una risata. Finalmente avrebbe potuto prendere nuovamente il mezz'angelo. Il solo pensiero lo fece ardere di desiderio. Doveva essere sua.
Lo era sempre stata e ora aveva la possibilità di averla e di far risorgere il suo popolo, che lei aveva vilmente abbandonato.
Oh! Quanto l'aveva aspettata, spiata, seguita fin da prima che la Grande Città Sommersa sprofondasse.
Non aveva paura del suo padrone, era sopravvissuto a molte cose, e di certo non l'avrebbe lasciata a lui. Aveva progetti molto più grandi che compiacere il proprio «capo».
Appena fosse tornato in superficie avrebbe preso il suo jet privato alla volta di Londra. Erano due secoli che non ci andava, doveva essere cambiata.
Una volta arrivati a destinazione si sarebbe messo alla ricerca del suo dolce angioletto.
Rise e ascoltò l'eco che gli regalavano quelle oscure gallerie.
 
 
 
 
 
 
 
 







Angolino Autore Autrice
 
Ciao a tuttiii! Come vi va la vita? A me non male. Come potete vedere sono riuscita ad aggiornare, ma sono un po' di fretta.
Questo, come avrete letto, è un capitolo che introduce alcuni personaggi non troppo “amichevoli” nei confronti della nostra valchiria rossa. Non ho aggiunto nulla di Greys al castello perché non volevo sminuire l'importanza di questo capitoletto.
Cooomunque non preoccupatevi la rossa al prox cap sarà di nuovo qui.
Volevo inoltre dare una comunicazione di servizio: ho notato di non avervi detto ogni quanto avrei aggiornato (ops, scusatemi infinitamente), beh sarà all'incirca ogni 2 giorni, 3 al max, in ogni caso se fossi proprio troppo impegnata e non riuscissi, nemmeno facendo i salti mortali, ad aggiornare vi avvertirò prima.
Lunedì posterò nuovamente e spero che anche questa volta abbia soddisfatto le vostre aspettative!
Tanti Baci, ILoveItBaby
   
 
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