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Autore: xMinely    27/07/2013    2 recensioni
Non ho mai confidato nelle persone.
Soprattutto da quando quella mattina parte del mio mondo mi aveva abbandonato dopo una lunga lotta.
L'unica migliore amica che ho ormai, è la mia tavola.
La gente è troppo superficiale e ignorante, non capisce.
Sulle rampe nulla esiste più. Il mondo scompare, i suoni si affievoliscono.
Siamo io, la mia tavola, e la musica che pompa nelle orecchie.
Eppure a me basta questa piccola gioia, mi rende libera.
Come si dice? Ah si: 'valvola di sfogo'.
Ma forse la vita vuole mettermi ancora in gioco, vuole forse darmi una seconda opportunità per mettermi alla prova?
Sfida accettata.
Genere: Commedia, Romantico, Sportivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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-A domani Aily!- sorrido ai ragazzi che se ne vanno. Vanno a mangiare un boccone fuori, hanno chiesto anche a me di andare ma devo tornare a casa.
Max è solo tutti i giorni e almeno la sera devo portarlo fuori.
Max è il mio cane, un bovaro del bernese. Un cane da montagna, di quelli che come i San Bernardi portano i barili con il whisky per riscaldare chi si perde nella neve.
Peccato che è uno dei cani più pigri mai visti.
In parte è un vantaggio, almeno non devo portarlo a fare passeggiate infinite, usciamo e tempo 10 minuti possiamo tornare a casa.
Salto sul marciapiede con lo skate. La sera è bello passeggiare, i lampioni illuminano quel che basta e mi sembra tutto così calmo.
Manca poco a casa.
Un gatto mi passa davanti improvvisamente e sono costretta a fermarmi bruscamente.
Si ferma e mi fissa con occhi gialli. Mi piego sulle ginocchia e lo chiamo. È un cucciolo nero come la notte, e quegli occhi gialli e grandi sembrano due enormi stelle.
Si avvicina timoroso, e mi gira intorno un paio di volte prima di sfregare la testa e il muso sulla mia mano.
Lo accarezzo dietro le orecchie e lui mi lecca le dita mettendo una zampina sulla mia scarpa.
-E tu che fai tutto solo qui, eh?- mi diverto a parlare con i gatti ora.
Lo prendo in braccio e il micetto non protesta. Mi lecca la guancia e si accoccola tra le braccia. Noto che non ha il collare.
'E se lo prendessi?' domando a me stessa.
Lo infilo nella felpa e riparto sullo skate.
Max non abbaia mai quando vede i gatti, non è aggressivo. È solo un pigrone cronico, come me d'altronde.
Arrivo davanti alla porta di casa e vedo che le luci sono spente.
Tiro fuori le chiavi. Sembro un albero di Natale, con lo skate sotto il braccio, il micio nella felpa e le chiavi in mano.
L'equilibrio precario è uno stile di vita.
Giro la chiave nella serratura ed entro. C'è silenzio ovunque. Poso le chiavi sul tavolo e vado in cucina per dare un po' da mangiare al micio,
che da quando ero entrata aveva cominciato a miagolare in modo quasi tenero.
Nel buio della cucina trovo il frigorifero aperto, tappi di bottiglie e le bottiglie di birra stesse ovunque.
Sospiro e la rabbia inizia a farsi largo dentro di me. Prendo un sacco della spazzatura e butto le bottiglie che sono nel lavandino.
Metto il micio li con un bicchiere d'acqua, così da farlo stare buono mentre pulisco.
Raccolgo tutto da terra e chiudo il frigo. Metto il sacco fuori dalla porta e torno in cucina. Il micetto miagola disperatamente nel lavandino.
Quando mi vede si placa e lo prendo in braccio di nuovo. Vado in salone e la tv è accensa. Papà è buttato sul tavolino basso davanti al divano, addormentato, con la solita bottiglia di birra in mano. Bottiglie ovunque anche qui. Predo la coperta sul divano e gliela poggio sulle spalle, spegnendo la tv. A terra oltre le bottiglie ci sono cocci e cocci di vasi rotti, ha scaraventato a terra anche qualche cornice, rompendone i vetri.
Tengo il micio sulle gambe, per evitare che si faccia male in mezzo alle schegge, e raccolgo i pezzi grandi da terra. Mi allontano dai cocci e lascio il gatto a terra che mi segue in cucina. Prendo un'altra busta e la scopa.
-Rimani qui tu, non voglio che ti fai male.- dico al gattino mettendolo sul tavolo. Si sdraia sul tavolo e si lecca una zampina come per dire 'capito'.
Tornata in salone, alzo le cornici dal pavimento. Nemmeno le guardo e le riposo sulla mensola. Spazzo via tutto e il sacchetto si riempie.
Getto lo guardo a mio padre, ancora dormiente sul tavolino.
Guardo le foto. Siamo io, lui e la mamma, sorridiamo. L'avevamo fatta in occasione dell'arrivo di Max a casa.
Ci sono io che lo tengo in braccio, a quel tempo era ancora possibile, la mamma mi accarezza la testa e papà sorride dando un bacio sulla guancia a mamma.
Io e lei abbiamo gli stessi capelli biondi, solo che i miei si sono un po' scuriti crescendo. Gli occhi li ho preso da papà, scuri quasi neri.
Lascio il sacchetto con i vetri vicino alla porta e prendo il gattino in cucina, che da bravo non si era mosso.
Salgo in camera mia. Davanti alla porta del bagno, Max è sdraiato e quando mi vede inizia a scodinzolare.
Si alza in piedi e mi arriva al bacino e allunga la testa. Ha riconosciuto un odore diverso dal solito così, incuriosito, con la zampa spinge sulla mia coscia.
Mi siedo a terra e gli mostro il micetto. La macchietta nera che tengo in mano miagola flebilmente e odora l'aria, mentre Max avvicina il muso a quello del gatto.
Anche Max lo odora ma non si mette ad abbaiare. Ciel, così ho deciso di chiamare il gatto, gli lecca il naso e Max fa lo stesso.
Con al sottile differenza che gli ha fatto mezzo bagno con la sua lingua enorme.
-Bravo Max, lui è Ciel e starà con noi da adesso.- lo accarezzo e poggio Ciel a terra.
Max va in camera e torna con il guinzaglio in bocca. Me lo lascia in mano e glielo metto.
Appena finito di allacciarlo corre giù alla porta. Sorrido e prendo Ciel mettendolo sempre nella felpa per non fargli prendere freddo.
Scesa giù apro la porta e prendo le chiavi. Con Max al guinzaglio facciamo una breve passeggiata. Mi fermo a una panchina dopo 10 minuti. Mi metto a gambe incrociate e mi riposo un pochino.
Accarezzo Ciel che si muove dentro la felpa. Max abbaia quando vede una figura avvicinarsi a noi. Vedo Tyler in skate che torna verso casa.
-In giro a quest'ora?- mi chiede sedendosi accanto a me.
-Dovevo portare Max a spasso.- rispondo e lui nota il movimento nella mia felpa. Tiro fuori Ciel e glielo porgo.
-Perché ti metti ad adottare animali a caso? L'ultimo gatto è scappato ti ricordo.- ride mentre Ciel gli lecca la mano.
-Finché hanno bisogno di me possono stare quanto vogliono, poi se si rompono possono andare via, nessuno li costringe a restare.- mi trema la voce a queste ultime parole e spero che Tay non se ne sia accorto. Mando giù un po' di saliva.
Cade il silenzio. Max lo interrompe mettendo il muso sulle mie gambe e iniziando a piagnucolare.
-Il pigrone qui è stanco, noi torniamo a casa.- mi alzo dalla panchina e Tyler fa lo stesso.
-Si andiamo, è tardi.-
Tyler è il mio vicino di casa. Quindi tiene Ciel in braccio fino a quando non arrivo davanti alla porta.
-Ci vediamo domani mattina?- chiede lasciandomi Ciel in braccio.
-Si, solita ora al bar. La colazione offro io.- mi batte il pugno e va verso la porta di casa sua.
Apro la porta e Max entra prima di me. Non faccio in tempo a posare le chiavi sul tavolo che è già su in camera.
Prendo un po' del pesce che avrei dovuto mangiare a cena, e dopo averlo messo in un piattino, lo porto in camera.
Lascio il piattino accanto alla scrivania e Ciel si precipita a mangiare.
Doveva essere affamato, a differenza di me che ho lo stomaco chiuso.
Mi levo i vestiti e metto un magliettone extra large. Max è sul letto, sdraiato ed intento a mordicchiare un pupazzo comprato apposta per lui. Mi ero stancata di camminare scalza, così gli comprai quel pupazzo da mordere e torturare. Almeno le ciabatte rimanevano a me.
Attacco l'iPod alle casse e accendo un po' tenendo il volume basso.

Non c'è un'anima, si è spenta l'allegria, resta un mare che va e ha già spazzato via la tua, la mia perduta eternità che ormai non è che sabbia a raffiche ..

Mi siedo a terra e mi immergo nei miei pensieri, nei miei ricordi.

Ricordami, se non ti sembra strano rivivere quegli attimi con me
e ritorno naufraga nella stessa camera
e dormo qui senza di te come una stupida..

Inizio a piangere, stringendo le gambe al petto.
Singhiozzo come un'idiota, ma le lacrime non ne vogliono sapere di smetterla di scendere.
Sento il muso di Max sul braccio, così apro le braccia e lo abbraccio mentre continuo a piangere seduta per terra. Ciel con i suoi occhioni mi guarda e si sdraia accanto alla mia coscia.

Ricordami,non senti che ti chiamo?
non chiedermi di non amarti più
e mi sveglio naufraga nella stessa camera
e scappo via lasciando qui, quest'alba splendida.

Mi manca lei. Non posso farci niente. Vorrei che fosse qui, ma non è possibile.
Sento bussare alla finestra. Tyler è sulla scala antincendio, e mi guarda preoccupato. Max si scansa e apro la finestra.
Tay entra senza proferire parola mentre io chiudo la finestra.
Sento le gambe cedere e mi rimetto a terra, senza che le lacrime avessero smesso anche solo un secondo di rigarmi il viso.
Max prende Ciel con la bocca senza fargli male e lo mette nella cuccia con sè. Si addormentano dopo poco.
Tyler si siede accanto a me e mi abbraccia. Continuo a piangere sulla sua spalla e mi sento sempre più idiota.
Non dice nulla. Sa come mi sento. Non è la prima volta che corre in mio aiuto così.
-Ci avevo visto giusto prima, quando mi sembravi triste..- dice lui accarezzandomi la schiena.
Nessuno mi ha mai visto in questo modo, così fragile. Solo lui.
Non rispondo e continuo a piangere, stringendo la sua maglietta nella morsa della mia mano.
La musica continua leggera a suonare sotto i miei singhiozzi.

And in the morning, I’ll be with you but it will be a different kind
‘Cause I’ll be holding all the tickets and you’ll be owning all the fines

Come una bambina tra i singhiozzi riesco a dire solo 'mamma' e sento Tyler che lí immobile intento ad abbracciarmi, si sente impotente davanti al mio dolore.
Quelle sue braccia mi ricordano un po' quelle di mia mamma.
Quella sensazione di quiete, di serenità, di calore.
È successo 3 anni fa. Un cancro l'ha portata via. L'ha prosciugata delle sue forze fino a ridurla tutti i giorni a letto.
Era sempre stanca, affaticata. Andavo ogni giorno a svegliarla, portandole la colazione a letto, alcune volete la imboccavo anche. Le rimboccavo le coperte prima che si addormentasse, anche se sarebbe dovuto essere il contrario.
Ero convinta nella mia ingenuità che sarebbe stata meglio, che ce l'avrebbe fatta. Perché lei era la mia forza, perché era forte e quel sorriso era capace di farmi andare giusta anche la giornata peggiore. Credevo che ce l'avrebbe fatta perché è la mia mamma. Un giorno non si è semplicemente svegliata più. È volata via da me così, sotto i miei occhi, senza che potessi fare nulla. Senza che le potessi dire addio. Nessuno è più stato capace di rendermi felice come faceva lei.
Da lì papà non si è più ripreso. Ha perso la donna che amava. Lasciando sola me. Per questo anche se è mio padre e gli voglio bene, non riesco a perdonarlo.

'Ferma Aileen, dove corri? Tanto non puoi scappare!'
La voce dolce della mamma e i ricordi di quando giocavamo si riversano nella mia mente.
'Mamma! Dai tanto non riesci a prendermi, sono troppo veloce.'
A quelli della mia infanzia si sostituiscono altri.
'Tesoro, oggi sono un po' stanca, ti va di farmi compagnia? Prometto che giocheremo domani a nascondino'.

Lacrime e solo lacrime.
Tyler mi prende in braccio e mi poggia sul letto, continuando ad abbracciarmi.
Dopo un po' le lacrime si fermano e al loro posto ho solo un senso di vuoto nello stomaco e gli occhi gonfi e caldi, con la sensazione di lacrime asciutte sulle guance.
Mi sento idiota a piangere così, come una bambina.
-Tua mamma non vorrebbe saperti triste, Aileen- la voce di Tay filtra come uno spiraglio di luce nella mia mente, vuota anche questa.
-vorrebbe che tu andassi avanti, e che fossi forte.- si mette a sedere e lascio la mia testa sulle sue gambe, mentre mi accarezza i capelli.
Non riesco a guardarlo, ho paura di vedere il suo sguardo.
-Quando ci fu il funerale, mi ricordo ancora quanto tu piansi buttata a terra, quanto mi sentii stupido per non poter far nulla per rimediare a quello successo. Tua madre manca a me, mi piaceva passare i pomeriggi con te, lei e mia madre. Quel giorno promisi a me stesso di essere la tua forza, perché vederti così mi fa male.- lo sento così vicino in questo momento, come un cuscino ad attutirmi sempre la caduta.
Lentamente mi addormento mentre Tyler continua a dire: -Ci sono io con te, non abbatterti così.-

Durante il sogno io e la mamma siamo sul letto a parlare, come facevamo sempre. Era un sogno bellissimo.



Angolino dell'autrice
Buonasera a tutti, eccomi con questo nuovo
e commovente capitolo. La sera prima di
dormire penso sempre a che cosa scrivere nei
nuovi capitoli e oggni pomeriggio ho scritto questo
(a parer mio) splendore.
Avete letto la ff della mia amica? Quella che è affiliata alla mia ff?
Se non avete letto correte a leggere:
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2024858&i=1

Twitter: https://twitter.com/xMinely_

Domani parto, spero di riuscire a pubblicare i capitoli da qualche pc.
Scriverò con il cuore i prossimi capitoli.
Grazie alle poche personcine che hanno recensito.
Significa tanto.
Sempre in volo, Minely.

   
 
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