Anime & Manga > Kuroshitsuji/Black Butler
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Autore: Alexiel_Slicer    27/07/2013    1 recensioni
Probabile seguito della seconda serie di Kuroshitsuji.
Francia. Una mezz'anima ed una rosa formata da 7 petali, rappresentanti i 7 peccati capitali, da comporre.
Fu svegliata nel cuore della notte da un'insistente scalpitio di piedi contro la strada sterrata e dalle urla irregolari che squarciavano il silenzio della notte con il loro "Strega! Al rogo la strega!". [...]
[...] Ad un tratto scivolò e battè la testa su una roccia. La vista le si annebbiò e sentì qualcosa di caldo scivolarle lungo la fronte. Le voci sembravano avvicinarsi.
Un corvo volò silenzioso su un albero lì vicino e gracchiò. Quel verso rimbombò nelle sue orecchie. Lasciò il ramo dell'albero su cui si era posato, la ragazza udì le sue ali sbattere. Sembrava un rumore assordante. Mormorò una frase incomprensibile e l'uccello atterrò sulla roccia che le era accanto e sulla quale aveva sbattuto la testa. Scosse la testolina corvina coperta da piume e col becco picchiettò il sangue con cui si era imbrattata la grigia e muschiata roccia. (tratto dal primo capitolo)
***
Mia prima ff su Kuroshitsuji
DEATH!
Genere: Dark, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri personaggi, Ciel Phantomhive, Grell Sutcliff, Sebastian Michaelis, Undertaker
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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QUEL MAGGIORDOMO 2 - Il caso della mezz'anima


Quando Sebastian entrò nella stanza trovò Ciel seduto su una poltrona, con le gambe accavallate e con la testa sorretta da una mano, mentre annoiato studiava la pedina della regina nera sulla scacchiera.
"Quindi adesso hai due padroni?" gli chiese.
"A quanto pare".
"La cosa non mi piace". Detto quello mosse una pedina e fece soccombere il re bianco. Scacco matto.

***

La biblioteca di Cinematic Records degli shinigami era immensa e grondante di libri. Tra quegli scaffali si aggirava un uomo con una lunga tunica nera, dalle cui maniche ampie fuoriuscivano solo un paio di mani pallide dalle dita affusolate e dalle lunghe unghie laccate di nero, da sotto la tunica, invece, spuntavano degli stivali, anch'essi, neri. Sulla spalla indossava un drappeggio grigio, mentre sul fianco aveva un cordone da cui pendevano svariati ciondoli. In testa teneva un cilindro nero alla cui estremità usciva un pennacchio, sotto di esso c'era una chilometrica chioma grigia-argento con una frangetta che gli copriva completamente gli occhi. Da essa sbucava una cicatrice che gli divideva in due il viso.
"Oh, Will perchè mi hai portato qui? Con tutti questi stupidi libracci non c'è per niente un'atmosfera romantica!". Una voce acuta e lagnosa smorzò il silenzio. "Ma non fa nulla! Faremo bruciare tutto col nostro amore".
L'uomo dall'aspetto serio e professionale ignorò i deliri passionali del suo compagno rosso e appena vide il tizio in nero, intento a sfogliare un libro, gli andò incontro.
"Oh Dio! Sono in mezzo a due uomini fighi!" urlò in estasi Grell avventandosi sull'uomo che leggeva. Questo non si scompose.
"Grell, un pò di contegno! Lascia stare lo shinigami leggendario!".
"Non essere geloso, Will. Io sono per entrambi".
Will spazientito si sistemò gli occhiali sul naso dritto e allontanò Grell tirandolo per il colletto della camicia.
"Undertaker, abbiamo bisogno del tuo aiuto. Ci sono arrivati ordini dall'alto di indagare su un'anima sospetta".
"Ah, davvero? Uffa, che noia!" sbuffò Grell interrompendolo.
Will continuò a parlare "L'anima in questione appartiene ad una ragazza, una certa Scarlett Belmont. A quanto sembra la sua anima è...incompleta, a metà. E' insolito e i piani alti ci vogliono vedere chiaro. Siccome è la prima volta che capita un caso simile vogliono che intervenga tu".
Undertaker curvò la bocca in un enorme sorriso "Sembra divertente" disse come se fosse appena caduto dalle nuvole.
"Sarai affiancato da lui" disse Will accennando a Grell "Spero solo non ti dia troppe noie e che soprattutto non mi faccia fare degli straordinari non retribuiti".
Controllò l'orologio "E' la fine del mio turno. Potete iniziare il vostro lavoro anche adesso" e se ne andò.
"Lavoreremo insieme, io e te soli" irruppe Grell eccitato avvinghiandosi di nuovo all'uomo. Undertaker da parte sua tirò fuori dalla tunica un sacchetto, da cui prese un biscotto a forma d'osso. Iniziò a rosicchiarlo. "Eh-eh sembra divertente".
"Oh si! Io e tu! Tu ed io! Uniti nella nostra passione travolgente sconfiggeremo il male! Death!".

***

Sebastian armeggiava in cucina e con eleganza e maestria si destreggiava tra i fornelli e le patate da affettare, quando qualcosa picchiettò contro il vetro della piccola finestrella sul lavabo. Si voltò e i suoi occhi si illuminarono quando videro un gatto arancione tigrato che guardava con gli occhietti chiari ciò che bolliva in pentola, mentre con la lingua rosa si leccava i lunghi baffi bianchi. Andò alla finestra, l'aprì e lo prese in braccio.
"Guarda che occhi furbi! Così espressivi ed enigmatici! Che pelo morbido! Che unghie affilate e che polpastrelli lisci! Che creatura perfetta!" premette la zampa del micio guardando estasiato la fuoriuscita degli artigli un pò sporchi di terra.
La porta si aprì e Ciel vedendolo contemplare l'animale scosse la testa rassegnato.
"La tua è una malattia" disse.
"Sebastian! Sebastian!". Un ticchettio di tacchi contro il pavimento di marmo sopraggiunse e una testa di boccoli rossicci fece capolino dalla porta; il gatto scappò via dalle braccia del maggiordomo.
"Perchè non mi hai presentato il tuo amico?".
Sebastian notò che sulla sua fronte, senza benda non c'era più la ferita provocata dallo scontro con la roccia, ma non si lasciò scomporre. "Ha ragione, rimedio subito alla mia mancanza. Lui è Ciel Phantomhive, l'ultimo discendente della famiglia Phantomhive. Se non le dispiace starà con noi. Lo farò sistemare in una delle tante camere della servitù".
Ciel lo guardò male.
"Sei un demone anche tu, vero?" gli domandò abbassandosi alla sua altezza. I suoi occhi verdi lo scrutavano con curiosità.
"Si" rispose lui con diffidenza "Piuttosto come hai fatto ad evocare Sebastian? Come sapevi la formula per chiamarlo?".
La donna non rispose.
"Perdoni la curiosità del mio padron..." si corresse "Di Ciel. Invece devo dire che la trovo in perfetta salute..." disse riferendosi alla fronte dalla ferita scomparsa.
La ragazza lo inchiodò con gli occhi di smeraldo "Immagino che qui dentro ognuno abbia i propri segreti...".
  
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