Fanfic su artisti musicali > David Bowie
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Autore: MadnessInk    27/07/2013    2 recensioni
-Mi spiega come faccio a truccarle l'occhio se non lo chiude? Vuole che le trucchi il bulbo oculare?-. E David si limitò solamente a dire:-Trevor, dopo lo show provvedi a licenziare questa dipendente inutile-. -Ma mr. Bowie, che sta dicendo? È la m...- e lui, sbraitando letteralmente: -Taci, fa' quello che ti ho detto!-. A quel punto Mya non resse più.
Genere: Commedia, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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DID DON!
Laurent si affrettò a scendere la lunga scalinata che dalla camera dei coniugi McCartney portava alla hall. “Che monsieur McCartney sia già di ritorno?”, si chiese il maggiordomo ormai a pochi passi dalla maniglia in ottone, ben lucida per opera sua, dell'enorme portone. Aprì. Si inchinò davanti a Bowie, Trevor e il povero Fabien, spaventato come un cucciolo strappato alla madre.
-I signori desiderano?- disse quindi Laurent. Bowie diede una “spintarella” a Trevor, che lo fece arrivare più o meno nelle braccia del maggiordomo.
-Ehm, sì, salve. Staremmo cercando una donna... ehm... ecco... Mya Sion. Lui- disse Trevor, indicando Fabien, bagnato come un pulcino -Ci ha detto che è qui-
-Mademoiselle Sion è partita un'ora e mezza fa-. Trevor ci rimase un bel po'. -Ma prego, accomodatevi, piove e siete tutti bagnati- continuò il maggiordomo, indicando l'ingresso della casa McCartney.
-Per dove è partita?- si intromise Bowie.
-Non mi è stato riferito-
-Come ci è arrivata qui?- continuò il Duca con il suo quarto grado.
-In compagnia di monsieur McCartney, suppongo a piedi-. Bowie si avvicinò improvvisamente con aria minacciosa al maggiordomo urlando sotto il suo ombrello blu:
-IN COMPAGNIA? Dov'è il signor McCartney?-
-Ha accompagnato mademoiselle Sion al molo- rispose Laurent freddo come una cella frigorifera.
-Molo?- Bowie prese Trevor per il colletto -Andiamo, forza, Trevor! Andiamo a riprendercela!- disse trascinandosi quel sacco di patate appresso, lui sotto il suo
bell'ombrello e il povero manager sotto lo scrosciare incessante della pioggia.
-Credo che la nave sia già salpata. Almeno da mezz'ora-.
Fu a quel punto che Bowie si fermò, lasciò Trevor ed anche il suo ombrello. Era di spalle sia al maggiordomo sia agli altri due uomini. Una miriade di pensieri gli attraversarono la mente alla velocità della luce ed un dolore gli attraversò il cuore come un proiettile, mentre la pioggia gli scorreva, fredda, addosso. Era perfettamente immobile, con lo sguardo vuoto. Non c'era rancore, non c'era dolore, non c'era rimorso e non c'era neanche amore nel suo sguardo. Dio solo sapeva a cosa stava precisamente pensando. Il silenzio che si era venuto a creare si ruppe. David aprì lo sportello della macchina dalla parte del guidatore:
-Andiamo, Trevor- disse, poi girò dalla parte del passeggero davanti ed aprì anche quello sportello, continuando -Non c'è più niente da fare, l'abbiamo persa. Pace- concluse infilandosi silenziosamente in macchina, aprendo lo sportello posteriore destro e richiudendolo delicatamente qualche secondo dopo.
Trevor non sapeva che fare al riguardo. David che gettava la spugna così... Ma che gli era preso? Per come era lui, e non era certo poco noto questo lato del carattere del cantante, avrebbe fatto di tutto per riavere quello che desiderava. Sarebbe andato in capo al mondo, avrebbe girato anni pur di ottenere l'oggetto dei suoi desideri. E alla fine l'avrebbe ottenuto.
-Quindi... non sarebbe possibile... raggiungerla?-
-Credo proprio di no, signore-
-Ehm... va bene. Grazie mille per il suo tempo. E lo scusi, per lui significa molto quella donna. Buona giornata- fece Trevor, molto imbarazzato e alquanto confuso.
-A voi, signori- e così dicendo Laurent rientrò in casa ma non prima di aver fatto un inchino di congedo.
Trevor e Fabien si diressero silenziosi verso la macchina. Trevor si mise al posto del guidatore. Fabien stette per aprire lo sportello posteriore sinistro quando la voce di Trevor lo fermò:
-Ehi, forse... forse è meglio se siedi davanti- disse, indicando con un cenno del capo il sedile accanto al proprio. Fabien annuì e sedette davanti. Partirono. Tutti bagnati, ma partirono.
Trevor accostò davanti al bar “Le Péché Mignon”, Fabien scese dalla macchina:
-Ehm... grazie del passaggio...-. Trevor annuì :
-Grazie a te per il tuo aiuto, Fabien-. Si lanciarono un'occhiata complice e poi Trevor ripartì.
Per tutto il tragitto che avevano percorso dalla dimora dei McCartney fino a quel bar Bowie non aveva fiatato.
-Ed ora? Dove si va?- lo interrogò con lo sguardo Trevor. Bowie sembrò per un attimo essere su di un altro pianeta. Con lo sguardo rivolto fuori dal finestrino, pareva non stesse più facendo caso a niente e a nessuno. Che stesse pensando a Marte?
-All'hotel, mi sembra ovvio. Dove vuoi andare sotto questa pioggia?-. Bowie si mise i suoi bravi occhiali da sole, sebbene nel cielo non ci fossero altro che nuvole, a protezione dei suoi occhi. E si diressero veloci, silenziosi, all'hotel. Quella sera Bowie sarebbe dovuto partire, sarebbe stato meglio fare in fretta.

Passarono alcune ore ed i coniugi McCartney furono di ritorno, Laurent aprì loro la porta, accogliendoli nella loro casa mite ed asciutta rispetto alla coppia che era fradicia. Linda andò subito a farsi un bagno caldo. Anche Paul aveva intenzione di andare a farsi un bel bagno caldo rilassante, distensivo con la sua adorata mogliettina che da quel momento in poi non avrebbe mai più trascurato, ma Laurent lo fermò ancor prima che potesse esprimere questo suo desiderio:
-Signore, alcune ore fa tre uomini sono venuti qui, in cerca di mademoiselle Sion-
-Forse uno di quelli era il suo datore di lavoro-. Paul si fermò un attimo a pensare. Chissà com'era il datore di lavoro di Mya. Non glielo aveva mai descritto, non gli aveva mai detto neanche il suo nome... -Ad ogni modo non hanno trovato quel che cercavano. Beh, io vado a rilassarmi un po' con Linda- disse Paul e, mentre stava per avviarsi su per le scale Laurent lo fermò di nuovo:
-Tutto è pronto- disse. Paul lo guardò interdetto ed annuì. Che diavolo intendeva Laurent? Cosa era pronto? L'ex Beatle, noncurante delle parole del maggiordomo, raggiunse la moglie nel bagno e si immerse nella vasca riempita di acqua caldissima e bagnoschiuma al cacao.
-Paul, pensi che Mya starà meglio?- disse linda guardando il soffitto. Paul le prese la mano:
-Sono sicuro di sì. È una donna forte-.
I due si goderono il bel bagno caldo, poi si avviarono in camera da letto. Appena Linda aprì la porta, un profumo di rose la inebriò: il letto, il pavimento e le superfici dei mobili erano ricoperti di petali di rose rosse. Tantissimi petali di rose rosse.
-Paul!- esclamò Linda abbracciando il marito -Come sei romantico!-. Un bacio risuonò nell'aria silenzioso, poi la coppia entrò nella camera. Si sentì della musica, molto alta. Dopo qualche minuto Paul uscì dalla camera e dietro la porta di questa vi affisse un cartello, poi rientrò.
Laurent più tardi passò di lì per andare a sistemare il bagno. Lesse il cartello: “NON DISTURBARE”. Un sorriso di soddisfazione gli si dipinse sul viso, poi passò oltre, continuando a fare il suo dovere.

 

ANGOLO AUTRICE

Salve a tutti! Sono tornata con la fine del terzo capitolo di questa maledettissima FF. Non ho particolari commenti da fare a proposito di questo mini-chapter, a parte che non mi ispira molto e anche se spero che a voi piaccia. Dunque buona lettura, recensite mi raccomando e... buone vacanze!
Un beso, MadnessInk

  
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