Fanfic su attori > Alex Pettyfer
Segui la storia  |       
Autore: Aissela_    27/07/2013    2 recensioni
Jonathan Rider è un comune diciannovenne di Seattle che ama stare in compagnia degli amici e uscire con le belle ragazze il sabato sera. Ma appena i suoi genitori rimangono coinvolti in un incidente mortale, la vita di Jonathan cambia radicalmente. Viene affidato ad uno degli orfanotrofi più duri del Paese, non avendo più nessun parente ancora in vita. Jonathan si trova costretto a fuggire dalla città, a lasciare i suoi amici e a cambiare nome pur di non finire in orfanotrofio. Inizia così un viaggio verso Miami, una delle più grandi città dell'America, piena di misteri e verità con cui Jonathan dovrà fare i conti. E' proprio qui che scoprirà di non essere un ragazzo qualunque, e che alcune persone farebbero di tutto per arrivare a lui.
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: AU | Avvertimenti: Incompiuta
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

6. Il primo appuntamento

Un rumore. Sono delle pentole che sbattono? Apro gli occhi. Sono ancora sdraiato sulla poltrona rossa a casa di Vince. Cos'è successo? Mi metto a sedere composto e un dolore lancinante mi trafigge il collo. Ora ricordo. D'istinto mi giro di scatto verso il divano, dove la notte prima era sdraiato Vince. E' vuoto. Improvvisamente mi sento come se qualcuno mi avesse spinto giù da un grattacielo. Dove è finito? E Mia? Le avrà fatto del male? Mi alzo di corsa e mi dirigo in cucina. E' da li che proviene il rumore di alcune pentole che sbattono. Entro e trovo Vince seduto al tavolo rotondo della cucina, che tiene tra le mani una tazza di the’ fumante. Mia è ai fornelli e combatte con una pentola piena di uova e bacon. Vince si alza di scatto e mi fissa. Sembra distrutto. "John... Mi dispiace, è solo che... Quando mi ubriaco mi succede spesso di uscire fuori di testa." dice con voce sommessa. Il suo sguardo è diverso dal solito. E' disperato. "Ma che...?" dico subito io, senza capire cosa sta succedendo. "John, ho spiegato io a Vince cos'è successo. Si è svegliato e non si ricordava più niente, così gli ho spiegato che, dopo aver bevuto tutte quelle bottiglie di birra e quella grappa super alcolica, si è ubriacato di brutto. E a quel punto ha preso un coltello e ti ha ferito." dice Mia di corsa, facendomi dei cenni con la testa e lanciandomi delle occhiatine d'intesa ogni volta che Vince non la guardava. Ora ho capito. Mia gli ha raccontato un cazzata, dato che lui non si ricordava cosa fosse successo. Mi sento più sollevato dopo le parole di Mia, così rispondo: "Vince, non ti preoccupare. Ti capisco, è successo anche a me parecchie volte." con un tono scherzoso. Vince si avvicina e mi da una pacca sulla spalla. "Guarda che cazzo ti ho fatto!" dice indicando le mie ferite e poi scoppiando a ridere. Rido anche io insieme a lui, anche se non capisco cosa ci sia da ridere. Poi Vince si ricompone e mi dice in tono tranquillo: “Allora, John, sei pronto per stasera?” Io lo guardo con aria confusa e chiedo: “Cosa?” non riuscendo a capire cosa intendeva. “L’appuntamento. Non mi dire che te ne sei dimenticato, John!” mi dice subito Mia con un tono di rimprovero. “Stasera dovevamo uscire io, Vince, te e una mia amica. Voleva conoscerti.” continua lei. “Oh cazzo. E’ vero.” dico senza accorgermene. “Tu vieni. Niente storie.” mi riprende subito Mia. Sto per protestare, ma Vince mi lancia un’occhiata d’intesa e scuote la testa per farmi capire che Mia era capace di sbranarmi se non avessi accettato l’uscita a quattro. Così sbuffo silenziosamente e rispondo: “E va bene. A che ora usciamo?”

“Dai Vince, ti muovi? Sono già le 20.30 e la mia amica ci starà già aspettando lì da mezz’ora.” urla Mia, in fondo alle scale. Io sono seduto sul divano, nei miei jeans blu, t-shirt bianca e blazer grigie, a prepararmi psicologicamente per la serata. Non ho nessuna voglia di uscire, tanto meno di conoscere un nuova ragazza. E se lei vuole avere una storia seria con me? Devo subito mettere in chiaro che non voglio assolutamente fare niente di serio con lei, appena la vedo. Non sono riuscito a nascondere i due tagli che ho sul collo e sul viso, neanche con il fondotinta di Mia. Mi dovrò inventare qualcosa nel caso l’amica di Mia farà domande. Finalmente Vince scende. Indossa un paio di pantaloni beige, delle scarpe marroni e una maglietta abbinata. E’ molto elegante, proprio come Mia, che indossa un vestito molto corto color verde acqua. Mi sento fuori luogo vestito così. Avevo pensato di andare a cambiarmi, ma Mia già ci sta spingendo fuori dalla porta di casa per dirigerci verso la macchina. Una volta arrivati al locale, che è uno dei ristoranti più conosciuti in città, mi guardo in giro in cerca della ragazza. Poi vedo Mia sorridere e salutare con la mano una ragazza seduta da sola ad un tavolo. Ci avviciniamo e lei si alza. Indossa un vestito attillato tutto nero di pizzo e dei tacchi neri molto alti. “Ciao Mia! Sei bellissima.” dice lei in un tono allegro. “Oh tesoro, sei dolcissima. Questo è Vince, ti ricordi di lui?” dice Mia indicando il proprio ragazzo accanto a lei. La ragazza fa un grande sorriso e risponde con gentilezza: “Ma certo! E’ un piacere rivederti, Vince.” Lui gli prende la mano e gliela bacia. Non lo facevo così ‘cavaliere’. Poi Mia mi prende a braccetto e si rivolge all’amica: “E questo è John, il ragazzo di cui ti ho parlato.” La ragazza mi squadra da capo a piedi. Io rimango in silenzio, sinceramente imbarazzato. “Piacere di conoscerti John, io sono Charlotte.” dice porgendomi la mano. La stringo, facendogli un sorriso, ma senza dire niente. Poi ci sediamo al tavolo e cominciamo ad ordinare. Sono seduto vicino a Charlotte e dall’altro lato del tavolo ci sono Vince e Mia. Mentre le due ragazze chiacchierano e ridono, Vince mi fa un occhiolino, vedendomi in difficoltà. Poi si sporge in avanti e mi sussurra: “Sta tranquillo, amico. Non vedi che è uno schianto? Dopo cena io me la porterei a letto.” Io lo fulmino con lo sguardo, poi torno a mirare il mio menù. La serata procede tranquilla, con chiacchiere e risate. Io personalmente me ne sto zitto ad ascoltare le storie o le cazzate raccontate dagli altri, senza preoccuparmi di intervenire. Non vedo l’ora di andare a casa. Tra poco dovremmo andare, sono già le 1 e 20 e il locale chiuderà a momenti. Poi però accade una cosa del tutto inaspettata. Mia e Vince si stanno punzecchiando a vicenda con prese in giro o racconti stupidi, quando Charlotte si gira verso di me e mi prende la mano da sotto il tavolo. Io la guardo e lei mi fa un sorriso. Rimango a fissare le nostre mani intrecciate finché non sento Vince dire: “Beh, si è fatto tardi ragazzi, che ne dite di tornare a casa?” Ci alziamo tutti insieme, lasciando sul tavolo circa 200 dollari. Una volta fuori dal ristorante, Vince mi da una gomitata sulle costole e poi, con voce abbastanza alta, dice: “Allora Mia, ce ne vogliamo andare a casa, solo io e te? Lasciamo i due piccioncini da soli, così noi abbiamo la casa tutta per noi…” I due si guardano con uno sguardo trasognato, lasciando intendere che non vedono l’ora di farlo. Io fulmino Vince con lo sguardo, ma lui non sta guardando me, è ancora concentrato su Mia. “A dire la verità, io sono molto stanco. Non mi sento neanche tanto bene. Ho… Mal di testa. Vorrei venire a casa con voi, se non vi dispiace.” dico subito io. Charlotte mi guarda un po’ delusa, ma poi il suo sguardo si illumina: “Mi è venuta un’idea. Io abito qui dietro John, potresti venire da me, ti prendi qualcosa per il mal di testa e chiacchieriamo un po’. Così lasciamo Vince e Mia alla loro seratina romantica.” Vince e Mia fanno un sorriso a trentadue denti: “Perfetto!” urlano insieme. “Io… Non so, forse dovrei tornare…” non so proprio cosa inventarmi, non voglio andare da lei. “Dai John, ci divertiremo.” dice felice Charlotte. “Si amico, vi divertirete, proprio come me e Mia.” dice Vince dando un bacio a Mia. Poi, senza neanche aspettare la mia risposta, Vince e Mia se ne vanno, facendoci un cenno con la mano in segno di saluto. Sto per seguirli, ma Charlotte mi prende per mano e comincia a camminare dalla parte opposta. “Allora, John, quanti anni hai?” mi chiede tranquillamente. “Diciannove.” rispondo io dopo qualche secondo. “Oh, un anno in meno di me.” dice lei, guardandomi in un modo strano. Poi ci fermiamo davanti ad una piccola casa bianca con delle rifiniture marroni. Lei tira fuori le chiavi e apre la porta, poi mi prende per mano e mi trascina dentro. “Siediti, John.” mi dice subito, mentre lei va in cucina a prendere una bottiglia di vino bianco e due bicchieri. Faccio come mi dice lei e mi siedo su un divano tutto bianco. Lei mi raggiunge e si siede accanto a me. Poggia i bicchieri sul tavolino davanti a noi, li riempie e poi me ne porge uno. “A noi.” dice Charlotte, facendo toccare il suo bicchiere con il mio. Io la guardo senza riuscire a dire nulla, poi comincio a bere il vino. “Allora… Sei fidanzato?” mi chiede un po’ titubante lei. “No… Ma non sto cercando storie al momento. Voglio pri…” comincio a dire io, ma non riesco a finire la frase. Perché? Perché Charlotte mi si è gettata addosso, attaccando le sue labbra alle mie. Comincia a baciarmi più intensamente, finché i nostri respiri non diventano affannati. Non riesco a staccarmi da lei. Ora è proprio sopra di me, e si sta togliendo frettolosamente il vestito di dosso. Poi mi alza dal divano, continuandomi a baciare. Mi trascina in camera sua e una volta lì, mi butta sul letto. Lei è sempre sopra di me, in mutande e reggiseno. Mi toglie la maglietta di dosso e comincia a baciarmi sul petto. Non riesco a smettere di guardarla. E’ così bella. Non voglio farlo, perché non voglio illuderla. Ma non riesco a fermarla. Mi toglie la cinta dei pantaloni e poi me li tira giù, fino al ginocchio. Lei mi prende le mani e me le bacia, poi mi guarda negli occhi e mi dice: “Sei uno dei più bei ragazzi che abbia mai visto, John. Credo di essermi innamorata di te.” Comincia ad accarezzarmi il taglio che ho sul viso, sentendo un lieve dolore. Poi si alza. Sta per slacciarsi il reggiseno… Ma io mi alzo e la blocco. “No. Ti prego. Non voglio farlo. Mi dispiace Charlotte, ma non provo niente per te.” gli dico il più delicatamente possibile. Lei mi guarda con orrore sul viso. Mi da uno schiaffo fortissimo, proprio sul taglio e mi dice: “Sei uno stronzo! Hai aspettato che mi spogliassi prima di dirmelo? Vaffanculo!” Poi prende una magliettona da un cassetto e la indossa di corsa. Prende la mia maglietta da terra, ma la tira addosso e mi urla: "Fuori da casa mia!" sbattendomi fuori dalla porta di casa. Rimango come uno stupido a fissare quella porta marrone. In fondo, era quello che volevo. Andarmene a casa a riposare, far capire a Charlotte che lei non era niente per me e che non volevo fare nulla di serio con lei. Ma perché mi sentivo uno schifo?







Buongiorno bellissimi :3 Povero il nostro John, non gliene va bene una! Come continuerà la nottata di John secondo voi? Fatemi sapere che ne pensate e per favore, mettete la mia storia tra le seguite se volete, non vi costa nulla :’) Ringrazio subito tutte le meraviglie che lo faranno :’)

Mamma mia, guardate quanta figaggine in una sola foto *-*

Image and video hosting by TinyPic



E questa è Charlotte, ovvero Dakota Fanning :’)

Image and video hosting by TinyPic

  
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su attori > Alex Pettyfer / Vai alla pagina dell'autore: Aissela_