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Autore: nigatsu no yuki    27/07/2013    4 recensioni
Mi ero sempre chiesta perché la gente si ostinava a vedere solo luce o oscurità.
Ricordo i miei anni a Hogwarts e meglio ancora le voci sussurrate la prima volta che salii sull'espresso per il castello: i ragazzini come me fantasticavano sulla Casa alla quale sarebbero stati assegnati, le uniche nominate: Grifondoro o Serpeverde. Perché i maghi dimenticano Corvonero e Tassorosso?
Il bene e il male. Quello che vi era in mezzo non era tenuto in conto da nessuno.
-Pensavi sarebbe finita così?- sussurrò, le sue parole già lontane da me.
Scossi la testa, senza accettare la realtà -No, ho sempre creduto in te fino alla fine-
Un sorriso amaro gli dipinse il viso, era uno di quei vecchi sorrisi che solo io o le mura di Hogwarts potevano vantare di aver visto -Hai sempre creduto in una parte di me che non esiste- replicò.
Guardai i suoi occhi azzurri, per me erano diventati irraggiungibili, si sfiorò il braccio sinistro dove sotto la stoffa pulsava il segno del Male che lo aveva trasformato in ciò che aveva sempre odiato poi si girò andandosene e lasciandomi sola.

Storia interrotta, spero potrà riprendere a breve.
Genere: Fantasy, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, Il trio protagonista, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
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Capitolo 19 - Serpeverde
 
 

 
-Il tuo intento di non farti notare è fallito miseramente-
Una voce che aveva riconosciuto subito, aveva fatto bloccare Daniel, a metà strada nei sotterranei.
Il ragazzo non si era concesso il lusso di sospirare, come per far capire che era stato davvero colto sul fatto.
Si voltò appena, aspettando prima di rispondere -Non cerco mai di nascondermi- disse con voce piatta.
Il professor Piton ridusse gli occhi a due fessure -Seguimi- sibilò, poi si voltò facendo svolazzare il mantello che gli copriva le spalle e sparendo nella luce soffusa dei sotterranei.
Il ragazzo si trovò costretto a seguirlo fino al suo ufficio. Arrivato il professore chiuse la porta e tornò a guardare il figlio.
-Pensavo di essere stato chiaro- incominciò.
-Lo sei stato infatti- rispose Daniel senza abbassare gli occhi.
Piton fece un passo avanti -Non credo tu abbia recepito bene in questo caso- sussurrò -sto cercando di proteggerti Daniel, questo complica tutto-
Negli occhi del ragazzo passò un lampo di rabbia -Non ho bisogno del tuo aiuto, pensa a Malfoy più che altro- sbottò -so cosa devo fare e lo farò-
-E sai bene che per farlo dovrai dire addio a tutto ciò che appartiene alla tua vita passata, non sei più un ragazzino- riprese il professore -e intendo, dire addio proprio a tutto-
Daniel sapeva dove voleva andare a parare, era qualcosa che il professore aveva capito bene su di lui, era qualcosa che la sua Occlumanzia non era riuscita a schermare agli occhi del padre, e sicuramente non solo ai suoi.
-Non c'è bisogno di essere ripetitivo- disse il ragazzo facendo un passo indietro e raggiungendo la porta -non fallirò-
-Lo so- disse Piton -ma puoi contare sul mio aiuto-
E' troppo tardi per cominciare a comportarti da padre pensò Daniel girando piano la maniglia della porta.
-So che può sembrarti una missione ingrata ragazzo, ma lui è fiero di te- concluse l'uomo.
Daniel, che non voleva ascoltare altro, sparì dietro la porta, richiudendola con un tonfo, impedì alla sua mente di concentrarsi su pensieri fissi, mentre un vuoto ormai diventato abituale riempiva il suo corpo.
Si concesse una piccola scintilla di rabbia e gelosia, poi prese la via della Sala Comune di Serpeverde.

 
§ § §
 
 
La piuma correva veloce sulla pergamena, senza quasi che me ne accorgessi.
Concentrarsi su quel complicato tema di Rune stava riuscendo nel suo intento principale. E no, non mi riferivo a prendere un Eccezionale a fine anno, ma a tenere la mente occupata e lontana da pensieri dannatamente fastidiosi, ormai all'ordine del giorno.
L'altra sera per la rabbia e l'agitazione avevo aperto una finestra nella Sala Comune deserta e dopo essermi trasformata, avevo preso il volo. Ovviamente la mia decisione di dimenticare tutto per un po' era miseramente fallita, anzi sospettavo di essere passata troppo vicina all'ufficio della McGranitt ancora illuminato a tarda notte.
Capii di essermi bloccata quando notai che la macchia sotto il sottile pennino si stava allargando troppo, smisi di far pressione sul foglio e posai la piuma.
-E' più difficile di quanto immaginassi- stava dicendo Peggy seduta accanto a me, completamente concentrata sulla sua pergamena, probabilmente la sua mente era più libera della mia.
Mi fermai qualche istante fissandola: l'anno prima ci eravamo allontanate quasi senza accorgercene. Forse per la mia nuova voglia di rimanere sola il più possibile, forse anche perché cominciavo a sopportare sempre meno Cho, che viaggiava di pari passo con lei.
Ma da quanto mi aveva racconta ad inizio anno, ora le due non sembravano più sulla stessa lunghezza d'onda, Peg sembrava essere tornata da me.
Non sapevo ancora come interpretare tutto quello: se sentirmi un ripiego, oppure felice per il ritorno di un'amica.
Optai per la seconda, avevo perso fin troppi amici.
Quando l'ora di lezione finì ci incamminammo entrambe verso la Sala Grande per la cena. Dopo esserci sedute il mio sguardo corse, quasi senza volerlo, al tavolo dei Serpeverde. Daniel mi stava già guardando, ebbi il tempo ricambiare quell'occhiata per due secondi, poi affondai di nuovo la testa nel piatto, stringendo i pugni con forza. Non avevo voglia di interrogarmi sul perché di tutte quelle sensazioni che mi attraversavano, ma ero arrabbiata, tremendamente arrabbiata.
Quando la cena finì Harry si avvicinò al nostro tavolo -Devo chiederti una cosa- mi spiegò.
-Che succede?- chiesi preoccupata.
-Ehm... io ti aspetto in Sala Comune Evey- mi disse Peggy prima di sparire con una buona metà dei Corvonero, seguii tutti loro con lo sguardo finché non sparirono oltre l'alto portone di pietra.
Mi concentrai di nuovo su mio fratello -Riguarda le lezioni con Silente?- chiesi subito.
-No, veramente...- incominciò.
-Non dirmi che hai ancora questa fissa per Malfoy, non è un Mangiamorte, ha solo sedici anni- lo interruppi io.
-Volevo parlare di te Evey- disse prima che potessi interromperlo di nuovo.
Lo guardai sorpresa -Di me in che senso?- chiesi.
Lui si guardò un attimo attorno, forse c'era ancora troppa gente per i suoi gusti in Sala Grande, rimase voltato più del dovuto verso il tavolo che prima anche io avevo fissato, poi si alzò in piedi -Vieni- disse e così fui costretta a seguirlo.
Solo al terzo piano si fermò finalmente, proprio davanti ad una grande finestra che dava sul Lago Nero.
-Ok mi stai seriamente spaventando- gli dissi dato che stentavo a capire tutto quello -cosa succede?-
Sfuggì al mio sguardo -Senti è passato fin troppo tempo- iniziò -e io non ho mai voluto essere invadente o altro perché so che sai badare a te stessa-
Lo guardai ancora più confusa.
-Da quello che so avete litigato due anni fa- riprese.
A quel punto la mia espressione mutò di colpo; tutta la sorpresa scomparve immediatamente, mentre abbassavo gli occhi, indecisa se essere furiosa o dannatamente triste.
-Io non ho mai detto nulla perché non mi volevo mettere in mezzo, perché non c'entro proprio nulla, però tu sei sempre più malinconica Evey- continuò -e se da un lato posso dare la colpa a tutto quello che è successo in questi anni, a Sirius...- si fermò prendendo un respiro -beh so che rimanere senza il tuo migliore amico non ti ha aiutata a superate tutto-
Non riuscivo a capire come avessi fatto a non pensarci: se l'avevano saputo appena un mese dopo l'accaduto i gemelli, com'era possibile invece che Harry ne fosse all'oscuro?
Mi appoggiai al muro di pietra continuando a tenere gli occhi bassi.
-E non mi piace per nulla come sta procedendo il tutto: tu stai sempre peggio e Daniel è sempre più vicino alla cerchia di Malfoy, dammi pure del paranoico, ma ho un bruttissimo presentimento- finì e quelle sue parole mi fecero alzare la testa di scatto. Non avevo mai preso sul serio i suoi sospetti su Malfoy, forse voleva dire che dovevo cominciare a preoccuparmi?
-Cos'è successo due anni fa?- mi chiese -perché avete litigato?-
Fissai lo sguardo su di lui scuotendo la testa -Gli ho permesso di avvicinarsi troppo a quelli- sussurrai -l'ho lasciato andare- forse alla fine, oltre ad essere stata così testarda, ero stata anche egoista, perché avevo sempre visto quelle tenebre, quella malinconia nei suoi occhi che lo attiravano in un oblio nero e senza fine e non avevo fatto niente.
-Si è preso gioco di me- continuai nonostante tutto -ha lasciato che insultassero la mamma, non ha fatto nulla- che scusa vecchia e sciocca.
Ma forse è stata anche colpa mia.
-Pensavo non fosse come loro- disse Harry.
Non era mai stato come loro.
-Ma forse alla fine è meglio così- riprese -non mi fido di Piton e non mi fido di lui, quindi fai bene a stargli lontana-
Mi abbracciò, voleva confortarmi, ma quelle ultime sue parole ci riuscirono per nulla.

 
L'inverno arrivò in fretta al castello, accompagnato dalla solita coltre bianca di neve, dai camini nelle Sale Comuni sempre in piena attività e dai ragazzi che per i corridoi già parlavano di feste e regali natalizi.
L'autunno però non era trascorso così inosservato: Katie Bell era viva per miracolo, dopo aver toccato una collana con una potente maledizione al suo interno. La notizia aveva fatto il giro del castello, si era capito che Katie era sotto incantesimo quando aveva ricevuto la collana e che questa era diretta a Silente. Alla fine comunque il colpevole non si era trovato, anche se secondo Harry doveva essere per forza Malfoy.
Ovviamente non avevo tenuto in conto più di tanto la sua paranoia verso il Serpeverde, ma qualche sospetto, certo non verso di lui, ce l'avevo.
Chi poteva volere Silente morto? E perché ricorrere a questi trucchetti che, oltre ad essere estremamente banali, rischiavano di mettere in in mezzo studenti innocenti?
Insieme a tutto questo si erano susseguite le difficili lezioni dell'ultimo anno, accompagnate, in un fine settimana, da una delle più belle partite che Grifondoro avesse disputato da troppo tempo; non che il Quidditch mi interessasse più di molto.
Io e Peggy sembravamo essere tornate quelle di un tempo, ma questo non mi aveva allontanata da Luna e per la prima volta da due anni, potevo dirmi abbastanza soddisfatta degli amici che mi circondavano.

 
Raggiunsi Harry al tavolo di Grifondoro dopo la cena: Ron era stato trascinato via da Lavanda Brown ed Hermione, dopo aver assistito alla scena se n'era andata infuriata.
-Non si parlando ancora?- chiesi sedendomi accanto a mio fratello che scosse la testa sconsolato.
-Comunque, davvero hai chiesto a Luna di venire con te alla festa di Lumacorno?- continuai.
Harry annuì -Ho pensato di invitare un'amica- spiegò.
Lo scrutai a fondo -Quindi...tu...- iniziai, ma lui intuendo le mie parole mi anticipò.
-Non è assolutamente come pensi- si affrettò a dire.
Trattenni una risata per il suo imbarazzo -Ero solo curiosa- spiegai.
Lui annuì poi si alzò e io lo imitai -Tu invece chi porti?- chiese mentre prendevamo la via delle scale.
-Sai tutto questo mi ricorda vagamente il Ballo del Ceppo e io ho odiato il Ballo del Ceppo- borbottai -quindi ci vado da sola-
Mi guardò spaesato -Non hai davvero nessuno da portare?-
-Per tutti i folletti, io neanche ci voglio venire, ma l'ho promesso a Luna- spiegai con il broncio tanto che lui scoppiò a ridere.
Ridevamo entrambi quando, nel corridoio del secondo piano, incontrammo Malfoy. Il ragazzo passò vicino a noi lanciando un'occhiata velenosa ad Harry che replicò più o meno nello stesso modo.
-Ti serve qualcosa Sfregiato?- chiese Malfoy fermandosi come per fronteggiare mio fratello.
A quel punto anche Harry si fermò -Non so Malfoy, magari potresti dirmi perché hai cercato di rifilare una maledizione a Silente usando un'inutile collana- ringhiò Harry -se tu non l'avessi notato, ci è andata di mezzo un'innocente-
-Oh certo, sempre a sputare sentenze Potter, ovviamente chi sospetterebbe mai, invece, del Prescelto sfregiato?-replicò Malfoy facendo un passo avanti e impugnando la bacchetta.
Capendo come sarebbe finita mi frapposi tra i due, pensando solo successivamente che il Serpeverde si sarebbe fatto pochi problemi a colpirmi. Harry invece, anche lui con la bacchetta alla mano, fu costretto ad abbassarla.
-Vedete di piantarla- sbottai.
-Da solo non ce la fai a proteggerti, Potter?- continuò Malfoy senza calcolarmi minimamente.
Harry era sul punto di rispondere quando dei passi verso l'inizio del corridoio, troppo silenzioso quella sera, fecero girare tutti e tre.
Fortunatamente non si trattava di nessun professore, ma di Daniel, probabilmente in cerca del compagno di casa, che si trovò di fronte ad una scena inattesa che lo lasciò interdetto. Malfoy con la bacchetta puntata contro Harry, il quale si era apprestato a riposizionarsi in guardia, il tutto con me in mezzo ai due.
-Se sei qui per darmi una mano, va bene- fu Malfoy il primo a parlare, riferendosi a Daniel -sennò puoi benissimo andar via-
Perché sembrava esserci astio tra i due? Insomma ora non erano migliori amici?
Stai diventando patetica Evey.
Misi a tacere la vocina che mi ronzava in testa, tornando a concentrarmi sui due Serpeverde.
-Veramente Zabini ti stava cercando- riferì Daniel -sembrava importante-
I due si scrutarono per un lungo istante poi Malfoy abbassò la bacchetta -Ti è andata bene Potter- sputò tra i denti andando via.
-La prossima volta sarò felice di schiantarti Malfoy se punti ancora quella bacchetta contro mia sorella- urlò Harry al ragazzo che ormai era sparito, probabilmente diretto al suo dormitorio.
-Andiamo- si apprestò a dire Harry dopo aver guardato di sfuggita Dan, che rimaneva fermo all'inizio del corridoio.
Annuii cercando di evitare lo sguardo di Daniel ancora fisso su di noi.
Riuscimmo solo a fare qualche passo verso le scale, alla fine.
-Evey, devo parlarti-
Mi bloccai subito, mentre Harry fece qualche passo in più per poi voltarsi, il suo viso esprimeva anche troppa rabbia -Sono stato volutamente fuori da questa storia, ma ora ne ho abbastanza- incominciò -vedi di starle alla larga-
Da quando era diventato così protettivo nei miei confronti? Pensavo sapesse bene che ero capace a cavarmela da sola -Harry- iniziai, ma fui interrotta dalla voce di Daniel -Non devo rendere conto a nessuno- spiegò -e di sicuro non a te Potter-
Potter? Quando mai aveva chiamato Harry con il suo cognome?
Ti dimentichi troppo spesso che lui non è più il ragazzino che conoscevi.
-Voi Serpeverde non mi fate paura- continuò Harry -ma io non scherzo-
-Neanche io- replicò l'altro con voce piatta e sguardo vuoto.
Mio fratello strinse con forza la sua bacchetta, abbassata lungo il fianco, a quel punto decisi mi muovermi.
Strinsi il braccio ad Harry -Ehi va tutto bene- gli dissi -so badare a me stessa, starò ad ascoltare tutte le scuse inutili che avrà da dirmi e poi me ne andrò a dormire-
-Scuse?- chiese lui non capendo.
Scossi la testa, non avevo proprio voglia di raccontargli della mia ultima chiacchierata con Daniel alle porte della Foresta Proibita -Tranquillo Harry, ci vediamo domani a colazione- lo rassicurai con un sorriso.
Il fatto che si preoccupasse tanto per me era qualcosa di davvero dolce, ma dovevo chiarire la questione “Daniel”, era aperta da ben due anni e io ne avevo abbastanza. Sembra quasi che continuassimo a dirci le stesse cose, che i litigi fossero sempre uguali: le scene si riavvolgevano e tornavano a scorrere, e io non potevo non soffrire per tutto quello, vedendo come avevo perso il mio migliore amico.
Harry annuì, anche se non era per nulla convinto, poi andò via non prima di aver scoccato un'occhiataccia di fuoco a Daniel.
Lui non si fece impressionare, si concentrò su di me percorrendo i pochi passi che ci dividevano.
La rabbia tornò a galla, ma non era dirompente come quella di qualche giorno prima; adesso ero solo stanca. Di quella situazione, dei suoi occhi vuoti e di quelle litigate.
-Questo è il tuo ultimo teatrino, giocatelo bene- dissi -perché mi sono stancata di tutto questo e non ti darò più ascolto d'ora in poi-
Lui continuò a fissarmi -In realtà avrei qualcosa di importante da dirti- spiegò -ma non questa sera-
Lo guardai senza capire -I tuoi giochetti mi hanno stancata...- sbottai.
-Nessun giochetto, non sta volta- disse piatto -devo parlarti e voglio farlo quando ci sarà la festa di Natale di Lumacorno-
Inarcai le sopracciglia -E perché mai?- chiesi.
-Stasera non è la sera giusta- si limitò a spiegare.
-Beh mi dispiace- risposi -ma sei riuscito a farmi passare per stupida una volta, e io non ci ricasco-
Mi guardò interessato -Hai fatto tutto da sola Evey- disse -ma...- si arrestò a ricominciare subito notando che lo volevo interrompere -ora stiamo parlando d'altro-
Lo guardai davvero male, la volta prima avevo lasciato che si prendesse gioco di me, mentre forse dentro di me c'era davvero la convinzione di perdonarlo, di far finire quell'inutile farsa. Ma ora no, il tutto era tornato come prima: volevo che mi lasciasse in pace e volevo che la smettesse di essere così dannatamente lunatico.
-Quindi- ricominciò -mi accompagneresti alla festa di Lumacorno?-
Spalancai gli occhi per la sorpresa.
Cosa non gli era chiaro del fatto che non volevo più avere niente a che fare con lui? Quanto non capiva quanto tutto quello mi facesse male?
Maledizione perché è così stupido!
Inspirai profondamente, mi prudevano le mani, lo avrei volentieri picchiato o Schiantato, sfortunatamente avevo lasciato la mia bacchetta nel dormitorio.
Aspettava ancora una mia risposta, la sua espressione sempre la stessa, incredibilmente vuota.
-Scordatelo- ringhiai -ti ho già detto che ne ho abbastanza di voi Serpeverde- lo superai dandogli le spalle, non prima di vedere quasi l'ombra di un sorriso sul suo volto, prima che tornasse serio.
-Allora verrò a cercarti alla festa e parleremo comunque- mi disse anche se udii la sua voce da lontano, mentre imboccavo le scale, cercando di lasciarmi alla spalle tutta la sua stupidità.

 
-Oh Evey stai davvero bene con questo vestito- Luna era apparsa alle mie spalle di soppiatto e mi fece sobbalzare.
-Grazie Luna, anche tu stai molto bene- ammisi.
Lei fece un sorriso e un giro su se stessa, facendo gonfiare la gonna -Papà dice che questo è il suo vestito preferito- ammise quasi con imbarazzo.
Sorrisi, almeno quella serata non era stata così male: immaginavo che Luna sarebbe rimasta con me, mentre avevo passato la precedente mezz'ora cercando di tenere occupata Hermione sotto suo ordine, a quanto pareva stava cercando di scappare da qualcuno.
-Ma Harry dov'è?- le chiesi.
-Oh è arrivata Hermione e l'ha trascinato via, sembrava importante- spiegò, lo sguardo puntato sul tavolo del buffet.
Ridacchiai, a quanto pare Hermione aveva trovato qualcun altro da torturare.
Il mio sguardo vagò per tutta la sala: Lumacorno era impegnato in una conversazione con due ragazzi di Tassorosso e Grifondoro, Gazza si aggirava ancora confondendosi davvero poco con gli invitati, Harry ed Hermione invece erano in angolo, la ragazza si guardava attorno circospetta.
-Credo che andrò a prendermi del budino- disse ad un certo punto Luna dirigendosi verso il tavolo imbandito, ricolmo di ogni prelibatezza.
Annuii mettendomi a fissare la gelatina arancione che traballava, quasi a ritmo con le chiacchere di quella sera.
Quasi non mi accorsi di una presenza, di cui mi aspettavo benissimo l'arrivo da un momento all'altro; sembrò come Materializzarsi al mio fianco.
Sospirai, avevo provato ad evitalo tutta la sera, a quanto pareva non ero proprio brava a tenere le persone indesiderate il più lontano possibile.
-Ti ascolterò- dissi -ma poi sei pregato di lasciarmi in pace, una volta per tutte-
Si voltò appena verso di me -Non qui- sussurrò, poi cominciò a camminare verso l'uscita della sala.
Sbuffando dovetti seguirlo; si fermò poco lontano alla fine di un corridoio, illuminato unicamente dalla luna che sbucava al di là di una grande finestra.
Notai che mi stava fissando, così puntai il mio sguardo sul suo. Cercava di leggermi, ne ero più che sicura, com'ero sicura del fatto che ci riuscisse benissimo.
-Allora?- chiesi spazientita, quasi a disagio sotto i suoi occhi blu.
-Ho una domanda per te- disse Daniel dopo qualche secondo.
Lo guardai sorpresa -Pensavo dovessi parlarmi tu- dissi meccanicamente.
Fece un passo avanti, quasi ignorando ciò che avevo detto -Hai mai pensato di finirla con tutto questo?- chiese -Di tornare di nuovo amici?-
Era la domanda più stupida che mi avessero mai fatto.
Lo guardai spaesata, perché continuava a stupirmi? Perché quello che diceva non aveva un minimo di senso?
-Cosa...?- iniziai a dire.
-Andiamo Evey non è difficile- riprese.
Per tutti i folletti, il suo tono completamente distaccato mi faceva saltare i nervi.
-Perché ti interessa?- chiesi di rimando.
Rimase zitto fissando un punto indefinito al di là delle mie spalle, poi chinò appena la testa per rialzarla, sul suo volto si dipinse uno strano sorriso -Ti sembrerà stano, ma voglio sapere fino a che punto devo sentirmi in colpa-
Perché quello che diceva non aveva un minimo di senso?
Questo lo hai già detto Evey.
Scossi la testa come per liberarmi dei miei pensieri -E' un altro scherzo dei tuoi?- chiesi, perché davvero, non riuscivo ad interpretare tutto quello in altro modo -ti ho detto che ti avrei ascoltata, ma devi smetterla con questi assurdi giochetti-
Non rispose alla mia domanda, continuò a fissarmi, il che mi fece solo più arrabbiare e quindi, di conseguenza, cominciai a parlare a sproposito -Credi davvero che questi due anni siano stati un gioco? Magari per te lo sono stati, ma non hai idea di come io mi sia sentita!-
No, cavolo, sta zitta!
-Ho cercato per tutto il tempo il mio migliore amico, quello che a quanto pare tu non sei più, e sono stanca di questa storia, volevo metterci una pietra sopra perché anche io sono stata troppo testarda. Ma a quanto pare a te non importa e non è mai importato nulla!-
Per le mutande di Merlino, tappati la bocca!
Questa volta ascoltai quella vocina insistente nella mia mente e mi fermai senza aggiungere altro, il fiato corto e un dolore sordo nel profondo del petto.
Potevo quasi vedere sorpresa nella sua espressione, ovvero qualcosa che non mi aspettavo minimamente.
Abbassò lo sguardo, quindi non si aspettava quella mia risposta?
Poi fece un passo avanti puntando i suoi occhi sui miei; avrei tanto voluto fare un passo indietro, ma sentivo le gambe bloccate.
-C'è un motivo a tutto- mi disse -ma forse sono stato uno stronzo due anni fa, quando Malfoy ti ha detto quella cosa, avrei dovuto fare qualcosa-
Non riuscii a manifestare appieno la mia sorpresa, si stava davvero scusando?
-Ma non so qui proprio per scusarmi- continuò -in realtà non lo so neanche io... e solo che volevo fare una cosa-
Era in difficoltà, non lo vedevo così da tantissimo tempo, forse da quella sera nella Sala d'Ingresso quando mi aveva chiesto perché non piaceva a Sirius.
-Ma non posso- riprese -e... rispetterò ciò che mi hai chiesto, non ti rivolgerò più la parola, dato che è ciò che vuoi- fece un sorriso stanco -non volevo rovinarti questi ultimi anni di scuola Evey, credimi, ma sono successe cose più grandi di me-
Le ultime parole quasi non le sentii, non diedi loro l'importanza che meritavano, mi fermai alle precedenti.
Non capivo cosa dovesse essere quella rivelazione, mi sentivo una stupida; era sempre stato abbastanza facile capire cosa gli passava per la testa, ora non più. Sembrava aver alzato un muro che lo isolasse da tutto e da tutti, solo allora riuscii a vederlo davvero.
Che ti è successo Dan?
-Beh buonanotte- concluse con un mezzo sorriso, allontanandosi da me e dandomi le spalle.
Non poteva farlo, non poteva pensare che quelle sarebbero state le ultime parole che ci saremmo scambiati. Non mi aveva spiegato nulla, anzi aveva fatto sorgere altre mille domande e io odiavo non sapere, mi odiavo perché non capivo più quel che stava succedendo.
Fece solo qualche passo poi si bloccò, lo guardai senza capire.
Si voltò appena, ora i suoi occhi sembravano quasi essere tornati gli stessi, riuscivo a riconoscerli; e al loro interno vedevo che era come combattuto. Mi guardava come se non sapesse cosa fare.
Avrei voluto tanto anche io una risposta, perché me ne rimanevo lì, le gambe immobili e non riuscivo neanche a metabolizzare bene le sue ultime parole.
Rimase a guardarmi per un tempo che mi parve indefinito, infatti, alla fine, quasi non mi accorsi quando, ritornando indietro verso di me, mi prese il viso tra le mani appoggiando le sue labbra sulle mie.
Anche la vocina nella mia testa non ebbe nulla da dire, completamente sconcertata, sia lei che me; completamente immobile, incapace di reagire in qualsiasi modo.
Una parte di me ancora non capiva cosa stava succedendo, l'altra voleva spingerlo via, mentre l'ultima quella più piccola, che ironicamente stava dicendo, mi diceva di rimanere lì e di ricambiare quel bacio.
Dannazione mi sta davvero baciando.
Appena un attimo dopo, o un minuto, non lo sapevo con certezza, Dan si allontanò da me, giusto il tempo di far incontrare ancora i nostri sguardi, poi si voltò di nuovo e questa volta andò via davvero.
Con gli occhi spalancati per lo stupore, l'unica cosa che riuscii a fare fu abbassare un momento lo sguardo, fare un traballante passo indietro e sfiorarmi le labbra con le dita.
















Angolo Autrice


[Lungo ed inutile pippozzo in arrivo...]

... davvero non so con quale coraggio mi faccio rivedere, dopo ben cinque mesi d'assenza... mi faccio pena da sola.
Chiudo umilmente perdono a tutti voi carissimi tanti pochi lettori, scrivere una storia vuol dire prendersi un impegno, che in questi tempi non ho molto rispettato e la cosa mi dispiace molto. Potrei incolpare la fine della scuola e la maturità, ma oltre a loro ho avuto davvero pochissimo tempo per mettermi seduta davanti al computer, facendo uscire buone idee.
E ovviamente tutto questo mi è riuscito in un ritardo immane, a anche male T__T

Parlando di questo capitolo, sono poco soddisfatta. Immaginavo di riuscire a scriverlo meglio, ma benché io abbia cercato di migliorarlo, questo è il massimo che posso offrirvi.
E' un capitolo che si concentra principalmente sul rapporto Evey-Dan (ma dai?!) ho lasciato da parte un po' la vera storia: ricordi su Voldy, paranoie da Draco-Mangiamorte, dramma Ron-Hermione etc...
E' un capitolo sentimentale, beh almeno ci ho provato; ed è anche un capitolo che lascia presagire qualcosa, ovviamente questo qualcosa è uno spoiler gigantesco, quindi me ne rimarrò zitta c:
Spero che Harry non risulti troppo OOC in questo capitolo: il fatto che sia così protettivo verso Evey magari non è propriamente suo, ma pensando che lei è l'ultimo membro della famiglia che gli rimane, immagino voglia vederla solo felice :)

Quindi ora possono partire i vostri insulti, me li merito tutti ç__ç se il capitolo non vi ha completamente delusi fatemelo sapere, mi raccomando!
Alla prossima ^__^
   
 
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