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Autore: BELIEBER_G    28/07/2013    1 recensioni
Ciao a tutti! Sono Giulia, e questa è la mia prima FF, buona lettura; spero vi piaccia.
La storia è a capitoli, che poi sono due parti, parla di una ragazza di nome Alessia, con le sue insicurezze ma che grazie ai suoi amici, la faranno distrarre. Come tante, ha un idolo che conosce attraverso la TV, fa la sua promessa: di essergli sempre fedele.
Poi succederanno degli eventi emozionanti, tristi, comici, e ovviamente romantici.
Con questa storia, vi farò sentire veramente le emozioni che ci sono dentro.
Genere: Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Il mattino seguente mi svegliai verso le 10:00, mi alzai dal letto con calma. Misi le ciabatte e scesi in cucina per prepararmi la colazione, controllai se mia madre era già uscita per andare al lavoro, sapevo comunque che mio padre usciva presto la mattina, quindi non c'era. Per la conferma di mia madre, trovai un biglietto sul tavolo con scritto:"Buongiorno Alessia. Ricordati che prima devi mettere a posto la tua camera e poi inizi con la casa. A dopo." 
Okay, mi aveva riempito la giornata con il lavoro, l'aveva fatto a posta, così non mi sarei messa tutto il giorno sul computer. Lei ragionava così, la conoscevo fin troppo bene: se non avrei pulito la casa, lei non mi avrebbe prenotato il biglietto. Mi aveva messa in trappola, ma non mi importava avrei fatto qualsiasi cosa per vederlo. 
Dopo quel ragionamento, feci colazione; ma non mangiai molto, primo perchè dopo non mi volevo sentire male, secondo perchè mi volevo tenere leggera. 
Verso le 11:00 finii di fare colazione, e sistemai la cucina. 
Dopo aver finito, tornai su e andai in camera dei miei genitori per cercare dentro l'armadio di mia madre, che cosa si metteva lei quando faceva le pulizie. Trovai una tuta leggera e comoda, di sicuro mi stava bene di taglia. Andai in bagno a metterla, mi specchiai allo specchio ed esclamai:"Che carina; la tuta, non io. Uhm va benissimo per pulire. Mettiamoci al lavoro, leviamoci questo pensiero, avanti fallo per il tuo idolo." Non era poi la fine del mondo, anzi ne valeva pure la pena.  Uscii e cominciai a sistemare la mia camera, non c'era molto da fare, feci per bene il letto e spazzai un po' per terra.  Mi telefonò Vanessa che uscì prima oggi, ero felice di sentirla. 
“Hey! E così sei uscita prima, eh?”
“Ho chiamato mia madre, perché non mi sentivo bene. E poi…”
“E poi? Dimmi, Vanessa.” 
“Be'... La professoressa mi ha sospesa pure a me, perché oggi in classe ha detto, che se non studiamo ci sospende! E quindi ha detto anche di te, e io ti ho difesa.”
“Ma Vanessa! Non te ne dovevi occupare! Ti sei fatta sospendere per colpa mia.”
“Non deve dire cavolate, su di te. Mi ha dato fastidio.”
“Grazie, però non dovevi…”
“Adesso siamo in due, non è confortevole? Adesso potremmo anche vederci prima e passare più tempo insieme.”
“Che amica scema che ho, ma anche dolcissima.”
Mi ringraziò e ridemmo insieme. 
“Oh, ora è meglio se mi rimetto al lavoro, mia madre mi ha dato qualcosa da fare in casa, se no niente biglietto e addio concerto.”
“Sempre meglio che andare a scuola.”
“Certo che sì.” 
La salutai e le dissi che poi ci sentivamo più tardi. 
Dopo la camera mi toccava fare il piano di sotto, mi stavo annoiando a morte e mi venne un'idea: visto che stavo da sola, potevo fare quello che mi pareva, e nessuno avrebbe urlato di abbassare il volume, così presi il CD di Justin e metterlo a volume alto. 
La musica era sempre il massimo quando uno stava da solo in casa, e cerca qualcosa di divertente. 
Presi lo scopettone e con il manico cominciai a cantare a squarciagola, mi sentivo una superstar. Mi stavo divertendo un sacco. 
Ballavo e spazzavo insieme, ormai ero un caso perso.
Dopo il salotto mi toccò fare la parte più impegnativa della casa: l'ufficio di mio padre. Ci passava tutte le sere e lavorava lì. Ogni volta che lo chiamavo per mangiare, per quanti fogli sparsi in giro, quasi non riuscivo a vederlo in faccia. 
Qui toccava fare un lavoro da esperti delle pulizie. 
Cominciai prima, a levare tutti i fogli sulla scrivania, a pulire lo schermo del computer e riordinare i libri. E poi lavare per terra e profumare tutto quello che mi trovavo in mano. 
Ci volle un'oretta circa per fare tutto. 
Dopo sentii, dei passi di tacchetto, di sicuro era tornata mia madre dal lavoro. 
Sfinita, lei mi trovò sul divano sprofondata sul divano a vedere un po' di TV. 
“Alessia, io spero per te che non hai passato la mattinata a vedere la TV e non fare niente!”
“Oh no, mamma! Ho appena finito. Ho fatto tutto quello che mi hai chiesto.”
“Bene, dovevi farlo per forza.” 
Le tirai un'occhiataccia. 
“Adesso posso meritarmi un po' di computer? E magari mi dai un sì per il biglietto?” 
“Il computer sì. Il biglietto magari…”
“Mamma! Ho fatto tutto! Mi sono massacrata di lavoro.”
“E' ancora presto per prenderlo, no?” 
“Sì, ma è meglio prenotarlo prima. E poi, si può sapere perché stai facendo così, ancora arrabbiata per me?”
“Non mi aspettavo che ti sospendevano per tre giorni!”
“Lo so! Neanche io, pensa un po'!”
“Okay, magari adesso siamo stressate tutte e due e quindi facciamoci gli affari nostri. Per il biglietto, si vedrà.”
“Spero che ci penserai almeno un po'.”
Sbuffò. Naturalmente capivo il suo stress per il lavoro, e l'arrabbiatura per me. Ma non deve certo prendersela con me. 
Mi collegai su internet e sentii un po' Vanessa. 
“Hey, indovina? Mi sa che ho fatto il lavoro per niente…”
“Che è successo?”
“Mia madre è sotto stress sia per il lavoro e sia per me. Mi continuo a dire che dovevo aspettare, ma la tentazione era troppa.”
“Accidenti. Quindi il biglietto?”
“Ci deve pensare. Non so che cosa fare, Vanessa.”
“Tu aspetta, insomma c'è ancora tempo.”
“Aspettare è la parte più difficile.”
“Senti se dovesse dire di no, allora te lo compro io il biglietto, okay? Voglio solo vederti felice, io.”
“Oddio ma davvero? No, ma tu sei una vera amica, fantastica sei!” 
“Avanti, non mi costa nulla. Lo faccio per te.” 
“Grazie, grazie, grazie! Mi hai fatta felice!”
“Oh era quello che volevo. Allora, dopo questa felicità immensa, che facciamo, dopo ci vediamo?”  
“Non saprei... Casomai ti faccio sapere, dai. Voglio fare un sonnellino, che sono stanchissima.”
“Okay, riposa, Alessia.”
La salutai e chiusi il computer. Mi infilai sotto le coperte e dormii serena. 
  
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