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Autore: Lily_Cams    28/07/2013    1 recensioni
"Non pensavo sarebbe andata a finire così"
Fan sfegatata del Nian e del Delena, è la mia prima FF su Ian e Nina.
Si sono lasciati? Che cosa è successo veramente? Cerco di ricostruire i fatti. Una mia interpretazione di ciò che è successo negli ultimi mesi tra di loro.
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ian Somerhalder, Nina Dobrev
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La mia vita era meravigliosa. Lo era veramente.

Mare, sole, aperitivi, cene e discoteca.

Mi sembrava di essere tornata ai tempi del liceo.

Nessuna responsabilità, nessun set su cui correre avanti e indietro, nessuna convention a cui partecipare.

La mia pelle stava pian piano assumendo una sfumatura dorata, le borse sotto gli occhi erano sparite: ero finalmente e completamente rilassata.

Da parecchio non prendevo del tempo per me, solo per me.

Ogni giorno era un’esperienza nuova ed entusiasmante.

Ma più passavano i giorni più mi rendevo conto che tutto quello che stavo facendo avrei potuto benissimo condividerlo con Ian.

In tutto questo quadro di assoluta perfezione mancava decisamente un tassello, una piccola parte che mi rendeva completa.

La sera dopo cena, per esempio, mi ritrovavo sola nel mio grande letto cercandolo.

Era la forza dell’abitudine e per quanto provassi a non pensare a lui era quasi inevitabile.

Se vedevo una tartaruga, pensavo a quanto lui l’avrebbe adorata, se vedevo qualcuno che poteva lontanamente somigliarli, sussultavo,  non potevo far altro che sorridere se vedevo una coppia camminare mano nella mano.

Volevo condividere con lui le fantastiche giornate che stavo passando, raccontargli aneddoti divertenti sulle mie amiche. Desideravo essere abbracciata da lui ogni qual volta mi sentivo sola.

Avevo resisto a lungo prima di chiamarlo come avevano suggerito le mie amiche. “ Vivi la tua vita” dicevano “ prova a stare da sola: quando ti ricapiterà più?”

Ma in verità sapevo che avrei potuto fare tutto ciò con Ian al mio fianco, anzi forse mi sarei sentita anche meglio.

Lui non era QUEL tipo di fidanzato. Quello geloso e iperprotettivo: mi avrebbe concesso sicuramente una vacanza sola con le mie amiche in qualunque momento.

Eppure ho deciso di aspettare.

Volevo essere certa, più di quello che ero già, sicura di quello che provavo: sicura che non fosse solo nostalgia, come quella che si prova per un cucciolo lasciato a casa durante le vacanze.

Volevo dargli una risposta una volta per tutte, ed essere certa quando l’avrei rivisto, senza esitazioni né ripensamenti della mia decisione.

E, più passavano i giorni, più mi rendevo conto che gli avrei dato una risposta affermativa.

La conferma assoluta dei miei dubbi iniziali la ebbi una sera, una sera non molto diversa dalle altre.

Confesso che l’unico motivo per cui non avevo ancora chiamato Ian scongiurandolo di raggiungermi era il non aver ancora avuto occasioni  per mettermi in gioco con altri ragazzi.

O meglio, molti ragazzi ci avevano provato spudoratamente con me, ma avevo rifiutato sempre tutti, con un sorriso stampato sulle labbra.

Attribuivo il mio mancato interesse a piccoli difetti che trovavo in tutti loro: occhi troppo grossi, denti troppo bianchi, troppo basso, troppo serio, troppo superficiale…

Ma la realtà era una sola: nessuno di loro era Ian.

Quella sera (quella sera che non cancellerò mai dalla mia mente, non solo per avermi aiutato a fare chiarezza su ciò che volevo) ero scesa nella discoteca dell’albergo con le mie amiche, troppo stanca per uscire dall’hotel.

Dopo qualche cocktail e parecchi balli, mi sembrò di scorgere un ragazzo simile ad Ian e senza esitazione lo raggiunsi.

 “Ian!” Sfiorai la spalla del ragazzo con la camicia bianca e i capelli scuri scompigliati.

Quello si girò pizzando i suoi piccoli occhi marroni sul mio viso.

“ No, Alex, ma per te potrei essere chiunque.” Ammiccò il ragazzo dopo avermi dato una squadrata da cima a piedi.

La sua sfrontatezza mi strappò un sorriso.

“Scusa, ti ho scambiato per un altro ragazzo, ovviamente. E ho bevuto troppi Martini, credo proprio di dover andare!”

Stavo per voltarmi quando lui mi bloccò con gentilezza tenendomi per un braccio. “ Appunto che ne hai bevuti troppi, uno in più o in meno non ti farà male. Non credo che a questo Ian dispiacerà molto, se non è qui con te!”

“ Sarebbe piuttosto contrariato, in verità” pensai tra me e me.

Dall’altra parte della stanza le mie amiche mi sorridevano e mi incitavano a seguirlo per un drink, sottolineando la forma dei suoi bicipiti scolpiti.

Decisi così di seguirlo al bar, dove era più facile avere una conversazione senza che la musica assordante sovrastasse le nostre parole.

Con mia grande sorpresa, Alex si rivelò un vero gentiluomo.

Intrattenni una conversazione con lui per più di un’ora. Era veramente simpatico, un tipo brillante e anche misterioso, per certi versi.

Ciò che mi piaceva soprattutto di lui era che non sembrasse conoscere la mia vita da attrice e io non feci nulla per ricordargliela. Mi sentivo davvero come la ragazza che ero un tempo. Prima di essere la Nina Dobrev conosciuta dal mondo.

Non mi ero resa conto dell’ora quando il barman ci annunciò della chiusura del locale.

“Sono già le 4? Incredibile. Mi hai fatto perdere la cognizione del tempo con tutte le tue battute sugli squali, mio caro Alex”.

“ Se volete faccio portare qualcosa nella vostra camera signori.” Ci propose il ragazzo dietro il bancone, vedendoci continuare allegramente a scherzare tra noi.

A quella affermazione avvampai. Alex era di certo un tipo simpatico, ma lo conoscevo comunque da nemmeno due ore! Non gli avrei permesso di entrare in camera mia.

Lui doveva aver notato la mia espressione contrariata perché rispose prontamente: “ No, non si preoccupi, abbiamo ricevuto il messaggio, sloggiamo!”

Io intanto mi guardai intorno in cerca delle mie amiche.  Loro però se ne erano già andate, senza nemmeno avvisarmi.

“ Permettimi almeno di accompagnarti fino alla tua camera, non potrei perdonarmelo se ti succedesse qualcosa.”

Risi a quell’affermazione: “ Che cosa potrà mai succedermi in un albergo!”

“Oh non vorrei che ti imbattessi in qualche brutto ceffo.”

Un po’ brilla e ingenua accettai l’offerta e presi il braccio di Alex, abbronzato e muscoloso.

Continuammo a chiacchierare allegramente per il breve tragitto, fino all’arrivo della mia camera.

“ Grazie per la serata Alex, mi sono divertita molto, speriamo di vederci in questi giorni!”

Mi staccai da lui e inizia a frugare nella borsetta in cerca della chiave magnetica, determinata a velocizzare tutti i convenevoli.

Alex era, sì, un tipo molto bello e affascinante, ma, come sempre, aveva qualcosa che me lo faceva detestare.

Almeno, diversamente da tutti gli altri spasimanti, mi aveva trattato come una persona del tutto normale ed era stato questo a convincermi a parlare con lui per l’intera serata, altrimenti l’avrei allontanato dopo aver sorseggiato il mio cocktail ringraziandolo con un semplice sorriso.

Lui però non era del mio stesso avviso. “Perché terminare una serata così bella quando possiamo farla continuare?” Il tono della sua voce era cambiato, più duro e determinato, quasi crudele. Si fece più vicino e sentì il suo alito che puzzava di alcool sul mio collo.

“ Alex non mi sembra proprio il caso…” prima di riuscire a terminare la frase, lui mi aveva baciata, con foga, stringendomi troppo le braccia in una sorta di abbraccio-morsa.

Provai con tutte le mie forze a spingerlo via, ma, tutti quei muscoli che fino a dieci minuti prima apprezzavo, mi impedivano di spostarlo.

Riuscì mordergli un labbro, sperando di riuscire a urlare mentre lui si allontanava da me, ma fu più veloce e mi tappò la bocca con una mano impedendomi qualsiasi movimento.

“Ah non ti piacciono i miei baci?” Disse lui quasi in un sussurro. Continuò passando la lingua sull’incavo del mio collo e iniziai a provare un conato di vomito.

“Ehi ehi! Non ti dimenare troppo o le telecamere laggiù penseranno che io ti stia facendo qualcosa di male, ma non è così. Era quello che volevi da tutta la sera, si vedeva… adesso fa la brava..”

Insinuò la mano libera tra le mie gambe mentre io mi dimenavo.

Prima che riuscisse ad arrivare nelle mie zone intime, riuscì ad aprire finalmente la porta con la chiave magnetica che tenevo ancora stretta in mano.

Alex, sorpreso da questo gesto, mi lasciò andare dalla morsa delle sue braccia per qualche secondo e io ne approfittai per entrare dentro e chiudermi a chiave.

Sentì la rabbia di lui anche attraverso la porta. Lanciò un calcio contro il duro legno, poi sentì dei passi ed infine il suono di un ascensore.

In quel momento caddi sulla moquette e iniziai a piangere.

 
Passai le ore che precedevano l’alba in preda ai singhiozzi, con il trucco che mi colavo sul viso.

Quando le mie amiche bussarono alla porta, alle nove del mattino, avevo avuto giusto la forza per alzarmi e farmi una doccia, per cercare di togliermi le tracce di quell’orribile serata.

Raccontai ogni singolo dettaglio, tra le lacrime.

Loro passarono ore scusandosi per non avermi aspettato, per aver permesso a quell’uomo di avvicinarsi.

Ma le mie amiche non avevano bisogno del mio perdono. La colpa era esclusivamente mia, ero stata io a sedermi con lui per ore al bar, a ridere delle sue battute, a non aver capito le sue vere intenzioni, ad essere stata troppo ingenua.

Per questo motivo, quando loro proposero di denunciare quell’uomo alla polizia, rifiutai.

Se avessi chiamato la polizia tutti avrebbero saputo, la notizia sarebbe stata in prima pagina su tutti i quotidiani la mattina successiva e in meno di un’ora tutti i blog avrebbero sbandierato questo ultimissimo gossip.

Ma soprattutto, Ian avrebbe saputo.

Decisi soltanto di andare alla reception, parlare con la security, sbattere Alex fuori dall’hotel e far cancellare tutti i video che dovevano aver ripreso quell’oscenità anche a costo di corrompere qualcuno.

Ma quella mattina, quando mi presentai nella hall, mi comunicarono che nessun Alex aveva pernottato da loro.
 

Ho passato i due giorni successivi chiusa in camera con le mie amiche, cercando di dimenticare quell’incubo.

Dimenticare tutto mi sembrava l’unica soluzione plausibile.

In fin dei conti poteva andare molto, ma molto peggio. Un bacio. Solo quello.

Il terzo giorno sono tornata in spiaggia e mi comportavo nel modo più normale possibile.

Anche le mie amiche fingevano che nulla fosse successo, come avevo chiesto loro, anche se non condividevano la mia scelta.

Soltanto su un punto erano state irremovibili: ogni volta che mi spostavo c’era sempre qualcuno che mi accompagnava.

E quando quel ragazzo carino con la tavola da surf mi ha sorriso e il mio sangue si è gelato nelle vene, una di loro mi ha preso a braccetto portandomi lontana.
 

Ormai quando tutto era passato e quella sera mi sembrava solo un dolore lontano, mi mancava solo una cosa da fare: dovevo assolutamente rintracciare una persona.





 Cam's
Salve ragazzi! In un caldo pomerrigo domenicale aggirono la ia storiella!
So che avrei cercati di essere il più possibile vicina alla realtà... Ma parliamone, serve un po' di pathos.
Sono dell'idea che Nina abbia ricercato Ian, ma non sapendo come, mi sono lasciata prendere un po' dallo schizzo artistico....


Bene dopo questa breve spiegazione, i ringraziamente!
Grazie a te che hai letto fin qui, grazie a te che mi stai seguendo, grazie a te che hai recensito e grazie a te che recensirai! 
Mi mancava scrivere qui!
Un bacione a tutti, a presto!
Cams

P.S. sottolineo un particolare: salto le righe e vado spesso a capo anche se so che non è sintatticamente corretto, perchè questo aggevola la lettura come mi ha fatto notare un'amica! Detto questo concluo davvero
un bacio
 
  
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