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Autore: xidolsvoice    28/07/2013    4 recensioni
insieme con il corpo,ma lontani con la mente.
si odiavano?forse,ma non sapevano che quell'odio era solo un sentimento per reprimere qualcosa di molto più forte,che solo le loro anime avevano percepito,l'amore.
oramai l'una faceva parte dell'altro,erano una cosa sola,in due corpi diversi,pronti ad amarsi fino a star male.
Genere: Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nathan Sykes
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 2:

Nathan:
Al pensiero che quella ragazza avrebbe vissuto per circa tre mesi nella stessa casa in cui mi trovavo non calmava i miei spiriti. Era una ragazza dalla statura media e dal corpo esile, gli occhi blu, di un blu simile a quello del mare, delle labbra piene, che si arricciavano continuamente in un dolce e timidissimo sorriso assolutamente perfetto, i capelli nero corvino raccolti in una coda alta che lasciava intravedere il piercing che aveva dietro al collo e il viso dai lineamenti ancora velatamente fanciulleschi e la pelle di un bianco candido; ero fermamente convinto che la perfezione non esistesse ma lei ci era vicina, fin troppo vicina.
Interruppi i miei pensieri, che stavano prendendo una via eccessiva e la guardai per l’ennesima volta, era al mio fianco che sorrideva mentre guardava il mare e accarezzava con la mano la sabbia su cui ci eravamo entrambi seduti, era evidentemente intimidita da me e così, per rompere il ghiaccio mi alzai, tendendole la mano.
“Dai, andiamo a farci un bagno, scommetto che non lo fai da tanto” sorrisi appena lei mi strinse la mano aiutandosi ad alzare, facendo attaccare involontariamente i nostri corpi. Non fermai il contatto con i suoi occhi, finché non li abbassò lei, in difficoltà a causa della mia insistenza.
Accennai un sorriso e cominciai a camminare con lei dietro, stringendogli ancora la mano, verso il mare.

Arlene:
Per quanto avessi potuto capire da quel poco di tempo in cui mi trovavo lì, Nathan era un ragazzo davvero dolce e simpatico, completamente diverso dai soliti ventenni arroganti e presuntuosi. Di lui sapevo solo il nome e l’età grazie a mia madre, volevo sapere ogni cosa di lui, ma la timidezza mi frenava ogni volta come se spingesse via la mia voce. L’acqua del mare mi arrivava verso il basso ventre, i brividi sulla mia pelle erano fin troppo evidenti mentre Nathan si era già tuffato da un pezzo.
“Ehi signorina, quanto dovrò aspettare prima di vederti tuffare?” disse lui, mostrando uno dei suoi soliti magnifici sorrisi mentre alzava il sopracciglio.
“E’ troppo fredda l’acqua” esclamai accennando una risata.
Vidi Nathan alzarsi e avvicinarsi a me, mi prese in braccio, facendo poggiare la mia pancia sulla sua spalla bollente, a causa del sole che involontariamente stava prendendo.
“Nath lasciami” riuscii a dire, prima di essere lanciata in acqua.
Risalii prendendo fiato mentre tremavo come una foglia.
“Oh hai fatto il peggior guaio della tua vita!” esclamai mentre cominciavo a schizzarlo, avvicinandomi a lui che era occupato a ridere e provare a colpirmi con gli schizzi. Mi arrampicai sulle sue spalle e gliene morsi una, scoppiando a ridere mentre lo spingevo all’indietro e lo portavo sott’acqua con me.
Nathan:
Avevo passato un bellissimo pomeriggio in sua compagnia, di lei ancora non avevo scoperto niente oltre al nome, non volevo metterla in difficoltà facendogli domande su di lei così decisi che quando sarebbe stato il momento giusto gli avrei chiesto di lei. Tornammo a casa per le sei del pomeriggio, dove trovammo mia madre e la sua sul divano, a parlare di chissà cosa mentre ridevano a squarciagola.
“Ehi, siete già di ritorno?” domandò mia madre, sorridendo ad Arlene.
“Si, ho preferito tornare adesso e cominciare a mettere apposto le mie cose” disse Arlene con un filo di voce mentre mostrava uno dei suoi leggeri e timidissimi sorrisi.
Salimmo sopra velocemente e lei si avviò verso la sua stanza, ed io nella mia. Solo in quel momento mi ricordai che oggi c’era un falò sulla spiaggia, dove saremmo stati io ed i miei amici.
Fai venire anche lei, dai. Continuava a ripetere la vocina in me e, per la prima e probabilmente ultima volta gli diedi ascolto.
Mi fermai sulla soglia della porta della sua camera e la guardai mentre lei era girata, e si scioglieva la coda scuotendo di poco i capelli, tossii appena facendola girare.
“Ohw, Nathan dimmi” farfugliò lei, probabilmente intimidita.
“Stasera in spiaggia c’è un falò e ci saranno dei miei amici, ti va di venire con me?” dissi tutto d’un fiato, sorridendo.
“Ohw.. ehm.. sono stanca, scusa.. preferisco rimanere qui” disse mostrando un sorriso.
“Va bene” dissi cercando di non mostrare la mia delusione nella sua risposta, ma dovevo aspettarmela. Era una ragazza molto, forse troppo timida, c’era una possibilità su un milione che lei dicesse si, ed io non volevo nemmeno costringerla a venire.
Mi feci una veloce doccia e asciugai i capelli, alzandoli in un ciuffo e mi andai a vestire velocemente. Scesi le scale e trovai Arlene seduta sul divano, tra mia madre e la sua che parlavano di chissà cosa,  mi sembrava abbastanza a suo agio, e la cosa mi fece molto piacere, mi sedetti  al fianco di mia madre, cominciando a parlare con loro finché  i miei amici non suonarono alla porta, andai ad aprire e prima ancora che io li salutassi Max esclamò con un tono di malizia avanzando verso Arlene “Oh, lei deve essere la tua coinquilina!”
Notai che le guance si colorarono di un rosso acceso mentre tutti gli erano attorno.
“Ehm.. ciao” esclamò fredda Arlene, probabilmente infastidita dalla loro malsana voglia di sapere.
“Dai ragazzi, andiamo” dissi scocciato, provavo una strana sensazione nel vederli ronzare intorno ad Arlene, che definivo quasi di mia proprietà.
Prima di alzarsi stamparono tutti e quattro un bacio sulla guancia ad Arlene, mentre lei sfoderava uno dei suoi falsi ma a mio parere adorabile sorrisi.
Chiusi la porta alle mie spalle e non parlai con nessuno dei quattro, non volevo sentire i loro caldi commenti su Arlene, o almeno non adesso.
  
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