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Autore: stuckinsilence_    29/07/2013    5 recensioni
NELLA STORIA I ONE DIRECTION NON SONO FAMOSI.
Mentre sorseggiava il suo tè fissai con insistenza le sue labbra, così rosee e sottili, come se fossero state le uniche che avrei voluto baciare con persistenza e passione per tutto il resto della mia vita. Immaginai come sarebbe stato il loro sapore di prima mattina, o la loro leggera ruvidità in un giorno nevoso, o ancora come il loro colore sarebbe potuto divenire più intenso una volta sporcate dalle mie, puntualmente tinte da rossetti sgargianti. Alzai di poco lo sguardo, verso i piccoli nei che aveva sul naso e su tutta la superficie delle goti. Se avessi potuto li avrei baciati per ore, avrei unito i puntini con essi per poi baciarli di nuovo, con delicatezza. Ancora una volta feci incontrare i miei occhi con i suoi e sentii un piccolo "boom" all'interno della mia cassa toracica; mi era forse scoppiato il cuore? Probabile.
Genere: Generale, Romantico, Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Niall Horan, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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I'll make you believe again.

-Make You Believe, Little Mix

 

Capitolo 1

 

 

Inserii la chiave argentea nella toppa della porta di ciliegio del mio appartamento e, una volta portata giù la maniglia, spinsi con il piede l’uscio per poter entrare, successivamente trascinando dietro di me le buste arancioni tipiche di Sainsbury’s  contenenti la spesa che avevo fatto solo mezz’ora prima.

 

-Valerie! Sono a casa!- Urlai alla mia migliore amica, nonché una delle mie coinquiline, posando la mia Armani  bianca lucida sul divano di ecopelle bordeaux. Annusai l’aria che aleggiava in quell’ appartamento e potei notare delle note frizzanti di lime e cannella, come piaceva a me. Se le mie coinquiline profumavano l’ambiente con quella fragranza a detta loro “nauseante” significava di certo che non avevano belle notizie da darmi. Ormai, dopo dodici anni di amicizia e cinque e mezzo di convivenza, avevo imparato a conoscere ogni loro strana abitudine.

 

“Dio, mandamela buona!” pensai dirigendomi verso il frigorifero e la dispensa per poter mettere a posto la spesa.

 

Proprio mentre mi recavo in cucina, mi accorsi di una chioma mora girata di spalle e seduta sulla penisola vicino al piano cottura ed un' ulteriore chioma mora, questa volta riccia, davanti ad essa. Claire e Harry.

 

Sapevo si fossero accorti di me e sapevo anche che in quel momento stessero fingendo di essere soli per avere un po’ di privacy e quindi, forse per dispetto o forse per puro divertimento, decisi di stare al loro gioco.

 

Dal primo sacchetto di plastica arancione, che precedentemente avevo posato all’ingresso, estrassi la bottiglia di latte e la confezione di uova e le misi in frigo buttando poi nella spazzatura la vecchia bottiglia di latte che, seppure ne contenesse ancora un poco, sarebbe scaduto il giorno stesso.

 

Afferrai poi il pacco di biscotti e lo posai nella dispensa facendo accidentalmente cadere la scatola di cacao, fortunatamente chiusa, sopra il capo della mia amica.

 

-May, ma cosa ti salta in mente!- Mi sgridò lei infastidita. Harry di rimando iniziò a ridere fragorosamente e la ragazza lo fulminò con lo sguardo color carbone.

 

-Ops, scusate, non avevo notato che steste amoreggiando allegramente sul luogo in cui giornalmente mangiamo.- Annunciai maliziosa scuotendomi i capelli biondo cenere dalle punte più chiare.

 

Inizialmente, dopo la mia affermazione, Claire fulminò anche me ma poco dopo iniziò a ridere anche lei.

 

-Okay, scusa Assie. Lo so, ti avevo detto che saremmo rimasti a cena dai suoi ma poi Anne ha avuto un imprevisto…-  Assie, quanto odiavo quel soprannome nessuno l’avrebbe mai potuto capire! Cassandra era il mio secondo nome e, da tempo, Claire e Valerie l’avevano ideato definendolo “una fottuta genialata”. Peccato però che a me facesse alquanto schifo.

 

- Scusa May, ma davvero mia madre è dovuta correre a lavoro!- Intervenne Harry in suo aiuto.

 

Io sorrisi sincera, felice per la loro complicità. Erano la classica “coppia perfetta” a mio avviso e io li adoravo.

 

-Va bene, va bene, ho capito! Niente serata “single a vita” con Valerie e la mia amica Nutella con voi intorno… Ora però scendete da qui e andate in camera, vi prego!- Ordinai fingendomi offesa.

 

-Agli ordini capitano!- Esordì la mora riproducendo il famoso gesto dei soldati per poi recarsi nella sua camera mano per mano con il suo ragazzo.

 

Appena se ne furono andati sospirai di sollievo poiché mi sarei potuta rilassare ma poco dopo mi balenò in mente che Valerie ancora non si era fatta viva. Decisi quindi di chiamarla per poter controllare dove fosse ma soprattutto se stesse bene. In fondo era lunedì sera ed era la nostra serata, quella con il barattolo di Nutella in mano e la televisione accesa su E4, quella che non saltavamo mai.

 

Corsi quindi fino al divano su cui avevo poggiato la borsa –corsi per modo di dire, i tacchi viola che indossavo di certo non me lo permettevano- e presi con decisione il telefono in mano.

 

Mi sedetti sul sofà in attesa di una sua risposta che non tardò ad arrivare.

 

-Assie! Come mai mi chiami?- Chiese con il fiatone e io strabuzzai gli occhi.

 

-Dove sei? E’ lunedì sera!- Esordii senza darle una risposta precisa. Nella mia voce c’era un tono di amarezza ma cercai di non darlo a vedere.

 

-E’ lunedì? Cavolo, scusa! Non mi ero proprio ricordata… - sembrò essere dispiaciuta ma poco dopo si riprese dimostrando allegria -Sai, sono al parco a fare jogging con Liam, il vicino.-

 

-Jogging? Tu, Valerie Amelia McCartney, che ti stanchi solo ad allungare il braccio per poter prendere il telecomando, fai jogging? Cristo, ma il mondo si è capovolto?- Chiesi di nuovo, questa volta più sconvolta di prima.

 

Beh, quello che dissi era assolutamente vero. Valerie era la classica ragazza pigra e svogliata che se si alza dal letto per andare a lavoro e mangiare è un miracolo. Insomma…  Cosa diamine ci faceva al parco alle otto di sera?

 

-In effetti anche io mi sto meravigliando di me stessa ma Liam me lo ha proposto in un modo così dolce che non ho saputo affatto resistere.- Si giustificò abbassando il tono di voce, forse per non farsi sentire dal ragazzo.

 

-Va bene, sei perdonata questa volta, ma giuro che se…- Non feci in tempo a terminare la frase che subito mi ringraziò di cuore e riagganciò la chiamata.

 

“Ecco il deodorante per ambienti a cosa serviva!” Mi suggerì una voce nella mia mente. Scrollai le spalle e decisi di mettere finalmente a posto la spesa mentre milioni di pensieri mi ronzavano in mente.

 

***

 

-May, noi usciamo, vieni con noi?- Harry mi distrasse dall’articolo la cui scrittura ero immersa.

 

Mi girai a guardarlo e scrutai i suoi occhi verde prato. Scossi la testa sentendo pochi secondi dopo il ticchettio che le zeppe della mora producevano a contatto con il parquet. Le sorrisi e tornai alla nuova collezione di Burberry.

 

-Dai Assie, ti presentiamo qualcuno!- Insisté Claire prendendo la sua nuova borsa dal tavolino situato davanti il divano.

 

-No, grazie. Non mi va di essere la terza in comodo in mezzo ad una coppietta e, sinceramente, non mi va neanche di conoscere nessuno.- Risposi acidamente.

 

Spesso odiavo il mio carattere freddo e distaccato ma non riuscivo affatto a cambiarlo, nonostante ci provassi da anni. Ero acida con le persone, anche quelle a cui tenevo, non riuscivo ad essere solare o quantomeno sembrarlo… Mi odiavo da sola.

 

-Ma non sarai sola, ci saranno anche Louis e Lauren!- Ribatté lei decisa. Scossi la testa di nuovo, questa volta con più decisione.

 

Louis era il migliore amico di Harry: due occhi color ghiaccio alquanto meravigliosi, dei capelli castani sempre posti in aria in modo sbarazzino e un sorriso dolce e solare ad incorniciargli puntualmente il volto.

 

Lauren, invece, era una nostra amica di infanzia con cui avevamo riallacciato i rapporti da poco. I suoi capelli riccissimi e foltissimi, castani, la rendevano unica e originale.

 

-Peggio! Sola in mezzo a ben due coppiette! Davvero, grazie ma rimango qui a finire l’articolo.- Cercai di sembrare serena, seppure non lo fossi affatto.

 

Non prendetemi per asociale, ma odiavo uscire con i miei amici: odiavo essere quella in mezzo a decine di persone che passavano il tempo ad amoreggiare o a dirsi sdolcinatezze infinite. Lo odiavo profondamente.

 

-Beh, Louis ancora non si è dichiarato quindi tecnicamente non sono una coppietta…- Ribatté Harry. Claire sembrò illuminarsi improvvisamente.

 

-Il mio Lou-Lou ha intenzione di dichiararsi a Lauren? E quando avevate intenzione di dirmelo?- Stridulò acidamente ma allo stesso tempo con tono scherzoso. Io la ignorai.

 

-E’ uguale. Insomma, ho del lavoro importante da sbrigare entro dopodomani e non credo di farcela in ufficio. Grazie lo stesso per l’invito.- Esordii riprendendo il mio computer sulle ginocchia, convinta della mia decisione.

 

-Assie, lavori fin troppo e sappiamo benissimo che domani ce la farai eccome a finire l’articolo!- Mi rispose Claire aggiustandosi il copri spalle.

 

-Non è mai abbastanza, divertitevi anche al mio posto.- Dissi con tono acido riprendendo a parlare delle nuove collezioni autunnali di Burberry . La coppia sbuffò all’unisono ed entrambi mi salutarono con un cenno del capo, cercando di riprodurre sul proprio volto un sorriso forzato che alla vista pareva quasi la riproduzione di una smorfia.

 

Poco dopo sentii dei passi alle mie spalle, il portone sbattere violentemente e il suono acuto dell’interruttore della luce all’ingresso che veniva premuto.

 

Mi sentii sollevata e ringraziai Dio che i due non avessero insistito troppo. Immantinente però tutta la voglia che avevo di portare a buon punto il mio lavoro svanì come anche l’idea che avrei potuto rallegrare la mia serata fingendola una normale “single a vita” ma senza Valerie non sarebbe stato lo stesso.

 

“Forse un frappuccino da Starbuck’s renderebbe tutto più semplice.” A quel pensiero poco dopo gelai.

 

Lo Starbuck’s più vicino si trovava infatti niente poco di meno che vicino la stazione di Wanstead, la stessa in cui Niall una calda sera di due mesi prima scese senza più farsi vivo. Era andata esattamente così e tutta la voglia che avevo di conoscerlo svanì la mattina dopo quando in stazione non  lo trovai, e neanche in quella successiva e ancora, neanche nelle altre che seguivano. Mi ero illusa come una bambina e lui era stato un perfetto ingannatore. E se avessi accettato di uscire con lui? Mi avrebbe dato buca o avrei dovuto ringraziare la mia ingenuità? Fu infatti colpa della mia troppa attenzione e credenza nel destino se non accettai di rincontrarlo. Stupida me!

 

“E se invece, semplicemente, non sia stato destino?” mi suggerì la mia mente.

 

-Al diavolo tutto!- urlai all’aria chiudendo di colpo il computer e correndo in bagno a ritoccarmi il trucco.

 

Non era di certo per uno stupido ingannatore che mi sarei chiusa in casa a vita: l’intero mondo mi stava aspettando proprio fuori di essa.

 

***

 

Sentii un leggero venticello arrivare a carezzare delicatamente i miei capelli, segno che la metropolitana stava per arrivare. Chiusi gli occhi inspirando l’aria fresca che aleggiava nella stazione di Redbridge quella sera di metà Luglio e mi beai di quei pochi secondi di relax che la vita mi stava offrendo in quell’attimo. Il treno arrivò di colpo e salii con determinazione riuscendo a prendere un posto a sedere. Seppure fossero le 20.30 era ancora abbastanza affollato in metro  e fui decisamente fortunata.

 

Non feci in tempo ad accorgermi che il treno fosse ripartito quando si fermò di nuovo.

 

-Wantstead. Per favore, attenzione al dislivello tra il treno e la piattaforma.- La famosa voce metallica annunciò che dovessi scendere. Mi alzai reggendomi al palo di acciaio laccato di rosso e afferrai con decisione la mia borsa. Proprio mentre le porte si aprivano, sedermi mi venne però spontaneo: un angelo aveva appena preso posto al mio fianco. Strabuzzai gli occhi e un groppo mi si formò in gola proprio mentre sentivo il mio stomaco ribaltarsi: era forse una mia visione? Il ragazzo non sembrò però notarmi, come se non ricordasse nulla della conversazione avvenuta solo due mesi prima.

 

Non so né dove né come trovai il coraggio, ma decisi di parlargli seppure sembrava alquanto interessato al suo iPhone che stava smanettando con concentrazione.

 

-Ehm… Niall?- Il ragazzo sentendosi nominare rigirò il capo verso di me. Alla mia vista sembrò tanto confuso quanto anche sorpreso e rimase qualche secondo perplesso, forse mentre cercava di mettere a fuoco la mia immagine. Io per rassicurarlo sorrisi in modo smagliante mostrando il distacco tra l’ Angel  -neanche a farlo apposta- che avevo sulle labbra e il bianco dei miei denti.

 

-Ci conosciamo?- Chiese confuso. Sentii il mio cuore andare in frantumi di colpo.

 

-Beh, circa due mesi fa mi dissi che ci saremo rivisti… Sai, ci siamo incontrati proprio qui. Non ti ricordi di me?- Chiesi con un pizzico di delusione e voce tremolante. Alle mie parole alzò di colpo il capo e, dopo aver scontrato il suo sguardo nel mio –gesto che seppure involontario mi fece balzare il cuore-, iniziò a blaterare cose a caso che io non riuscii a comprendere.

 

Solo in quel momento mi accorsi che già eravamo diretti verso Leyton. In pratica stavo girovagando per Londra senza una metà ma di tutto ciò non m’importava perché il mio angelo era proprio accanto a me.

 

Il biondo smanettò con il suo cellulare e poco dopo lo vidi porgermelo con un sorriso incerto.

 

Prendendo il suo iPhone bianco in mano sfiorai la sua e infiniti brividi mi percorsero la colonna vertebrale.

 

Notai che avesse lasciato una conversazione aperta con un certo Zayn. Il messaggio al centro del display era datato 20 Maggio 2013, proprio la sera in cui ci siamo incontrati, e citava:

 

“Sono in metro, c’è una ragazza stupenda. Le sto parlando e ti giuro che ci esco insieme prima o poi!”

 

Il mio cuore balzò ancora di più. Parlava di me?

 

-Se non sei tu la ragazza mi scuso, ma dopo l’incidente non ricordo nulla e da quando mi sono svegliato e ho letto questa conversazione ho voglia di ritrovarla e insomma, se sei tu non mi meraviglio affatto però…- Iniziò a blaterare cose del genere e mi venne spontaneo abbracciarlo. Ispirai il suo profumo che tanto amavo e mi godetti la sua stretta delicata lungo i miei fianchi sottili fasciati dalla camicetta di lino che indossavo.

 

Le sue parole però mi balenavano in mente di continuo lungo tutta la durata di quell’abbraccio sconosciuto e azzardato a cui tanto mi ero legata. Quale incidente? Perché non ricordava?

 

-Non… ricordi nulla?- Chiesi intimidita mentre lo abbracciavo, cogliendo il momento giusto per non guardarlo negli occhi.

 

-Lunga storia sinceramente, ma se davvero sei la ragazza del messaggio voglio avere modo e tempo per potertela raccontare.- Rispose distrattamente staccandosi dalla mia presa e lasciandomi un poco di amaro in bocca.

 

Io annuii sorridendogli e lui ricambiò facendomi intendere con i suoi occhi color oceano un senso di gratitudine verso di me.

 

-Sono grato di averti rincontrata- aggiunse poco dopo, -non credo più nel destino, ma ne sono grato davvero.-

 

-Ti ci farò credere di nuovo, allora.- Risposi a mia volta facendogli scappare un piccolo risolino.

 

-Non ridere, sai che senza di esso non sarei rimasta incantata per ben due volte?- Chiesi poco dopo ridendo assieme a lui.

 

-Oxford Circus. Per favore, attenzione al dislivello tra il treno e la piattaforma.- Già eravamo giunti in centro?

 

-Che ne dici di un giro in centro?- Propose allegramente facendomi annuire. Proprio mentre riprendevo la mia borsa in mano lui mi prese per il braccio destro e mi voltò il viso verso il suo.

 

-Io non ricordo il tuo nome, però.- Rifletté ingenuamente. Io sorrisi.

 

-May, come il mese in cui sono rimasta incantata di incontrarti per la prima volta.-

 


 

Ciao a tutti,

sono di fretta quindi sarò breve se no Chiara mia ammazza. :')

Come avrete letto ecco finalmente il primo capitolo ispiratomi da Tony di Skins (chi lo segue capirà) e da Make You Believe.

Ho voluto introdurre tutti i ragazzi, tre altri personaggi e la vita e già alcuni aspetti del carattere di May.

In più, guarda caso (se non ci fosse il guarda caso non sarebbe una fanfiction lol), sulla metro May incontra di nuovo Niall che però non ricorda nulla per colpa di un incidente.

Cosa è accaduto al povero ragazzo? Lo scopriremo nella prossima puntata -o prossimo capitolo-!

Scherzi a parte, mi farebbe piacere sapere cosa pensate di questo capitolo quindi le RECENSIONI SONO BENE ACCETTE, COME ANCHE CONSIGLI, PARERI O CRITICHE: SONO QUI PER QUESTO.

GRAZIE INOLTRE PER AVER LETTO, SENZA DI VOI NON SAREI QUI. GRAZIE GRAZIE GRAZIE!

Dopo ciò vi lascio il mio twitter e mi dissolvo.

Tanti baci,

Alessia aka stuckinsilence_

Twitter: stuckinsilence_

P.S. Caso mai seguivate la mia ff "A weird holiday" l'ho dovuta eliminare per motivi privati, mi dispiace.

A presto belli!

 

 

 

 

  
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