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Autore: SheHadTroubleWithHerself    29/07/2013    4 recensioni
‘Qualcosa che non va Tomlinson?’-domando sfoderando il mio sorriso strafottente migliore.
‘Non rompermi il cazzo, ragazzina.’ Mi chiedevo quanti anni avesse più di me per chiamarmi così. Eppure non dimostrava di avere tanti più anni di me…
‘Oh, capisco. Se le cose vanno male al “grande uomo” bisogna lasciarlo nella sua quiete, afferrato.’-continuo fregandomene del suo malumore.
‘Avanti, sfogati!’-incito-‘In fondo non hai paura di picchiare una ragazzina come me, giusto?’
***
"Non avevo mai notato il suo viso da così vicino. Gli occhi marroni scuri, I capelli raccolti neri, il sorriso stronzo che compare sempre dopo ogni sua battuta e le labbra carnose così rosse tanto da volerle toccare."
***
"Forse l’avevo sottovalutato.
Forse è pericoloso davvero, e io non dovrei stuzzicarlo più di tanto."
Genere: Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Louis Tomlinson
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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CAPITOLO DUE:
Sfide e minacce.
 


Sono passati due giorni. Due interminabili e pesanti giorni in cui rimasi nel mio angolino in attesa di colui che mi avrebbe salvato da questa tortura.
Louis, il ragazzo con me in cella di cui ho scoperto il nome solo nel momento in cui qualcuno venne a fargli visita, mantiene il suo solito comportamento strafottente con la variante che adesso gli rubo le sigarette.
Le fumo specialmente quando lui va in bagno al mattino e la sera. Prima o poi finiranno e chiaramente lo scoprirà, ma in questo momento è un dettaglio irrilevante.
Sfilo una sigaretta dal pacchetto e insieme a quest’ultima i fiammiferi. Dopo averla accesa una lunga boccata di fumo mi invade i polmoni che sembrano quasi chiedermi pietà mentre la testa mi ringrazia per la dose giornaliera di sollievo e felicità, tanto che sul mio viso appare un mezzo sorriso.
Il solo pensiero di dover restare ancora quattro giorni in questo buco insieme a quello stronzo idiota mi fa rabbrividire, non sopporto più nessuna sua azione.
Di notte fa un rumore assurdo sbattendo per noia -o probabilmente per infastidirmi- il pacchetto di sigarette metallico per non parlare di quando comincia a fischiettare canzoni a me sconosciute interrompendosi solo per ridere della mia faccia nauseata e irritata. Dio, quanto non lo sopporto.
Sono passati altri dieci minuti e ciò mi fa pensare che Tomlinson avrà un colloquio lungo quindi, posso fottergli un’altra sigaretta.
 
Dopo circa una mezz’ora, ritorna in cella con una strana espressione in volto, quasi combattuta. Che Tomlinson avesse sentimenti? No, impossibile. Lo conoscevo da poco ma chiunque in questo posto perde la capacità di provare sentimenti come tristezza o amore. In prigione puoi solo annoiarti e picchiare qualcuno e chiaramente essere puniti.
 
Qualcosa che non va Tomlinson?’-domando sfoderando il mio sorriso strafottente migliore.
Non rompermi il cazzo, ragazzina.’ Mi chiedevo quanti anni avesse più di me per chiamarmi così. Eppure non dimostrava di avere tanti anni più di me.
Oh, capisco. Se le cose vanno male al “grande  uomo” bisogna lasciarlo nella sua quiete, afferrato.’-continuo fregandomene del suo malumore.
Mi regala la sua solita occhiataccia e stringe i pugni, come per non far trapassare ciò che pensa.
Avanti, sfogati!’-incito-‘In fondo non hai paura di picchiare una ragazzina come me, giusto?
Ed ecco che scatta in piedi, minacciandomi per l’ennesima volta.
Non tentarmi!’-risponde fermo mentre io sorrido in attesa di qualche reazione fisica.
Non fiatò tutta la sera e il divertimento di stuzzicare lui e la sua violenza ormai era sparito nel nulla, tutto ciò che volevo era mangiare.
Arrivano le solite fette di pane e questa volta sono io ad appropriarmele mentre Louis neanche se ne accorge.
Ne vuoi un po’?’-Nonostante tutto, ho un cuore.
No, strozzati.’-sorride ripetendo la frase pronunciata da me il primo giorno.
Continuo a mangiare a malincuore fissando a lungo un Louis quasi depresso. Testa rivolta verso il soffitto nero e braccia intorno alle gambe piegate.
Noto che sono rimaste quattro fette e mezzo perciò mi alzo e gliele porgo insieme alla brocca d’acqua senza rivolgere neanche una parola al quell’essere.
Le guarda a lungo, ma decide di lasciarle ancora lì. Forse è troppo orgoglioso per consumare ciò che io gli avevo offerto.
Mangia, idiota!’-sbotto poi, tornando al mio angolino.
Chiudo gli occhi e dormo per la prima volta in una settimana. Dormire: l’azione più bella che si possa compiere.
 


Louis’ POV

E’ troppo, troppo da sopportare.
Nonostante i miei 19 anni mi sento un bambino. Un bambino che ha mangiato più caramelle del dovuto e ora la madre lo punisce togliendogli i giocattoli che tanto ama.
Ma io non ho mangiato delle caramelle e non verrò punito così velocemente.
Io ho ucciso delle persone e sono in prigione.
E vedere il volto di mia madre affranto e ricoperto di lacrime mi fa stare molto peggio. E l’avvocato non fa altro che ripetermi che ho poche speranze di scampare alla condanna.
E ora ci si mette la ragazza stronza.
Non la sopporto, è semplicemente irritante e rompicoglioni, l’avranno denunciata per aver irritato un numero record di persone, ne sono sicuro.
E’ giorno, e me ne accorgo dal sole californiano che cade proprio su di me.
Se non altro devo resistere per altri 3 giorni e poi potrò levarmi quella ragazza dai coglioni.
Non so nemmeno il suo nome e non mi interessa saperlo.
Però il suo corpo non è niente male, soprattutto il fondoschiena. C’è sempre qualcosa di buono nelle persone, anche quelle più irritanti!
Decido di dormire ancora, spostando il mio corpo stanco nella zona all’ombra della cella.
Malcom…scappa!
Che cavolo le prende? Adesso parla anche nel sonno?
Malcom…
Hey, io voglio dormire!’-urlo tirandole il cestino di ferro del pane addosso.
Lei si sveglia cambiando subito posizione e fulminandomi con lo sguardo seppur leggermente confusa.
E non guardarmi così. ’-aggiungo richiudendo gli occhi.
Faresti meglio a fare meno lo sbruffone…’-sussurra molto vicino a me.
Aprendo gli occhi, noto la sua figura molto vicina con il coltellino pronto a colpire.
Hei, non ti accaldare troppo!’-scherzo.
Sta tranquillo, non mi accaldo per così poco.’-dice rimanendo impassibile
Non avevo mai notato il suo viso da così vicino. Gli occhi marroni scuri, I capelli raccolti neri, il sorriso stronzo che compare sempre dopo ogni sua battuta e le labbra carnose così rosse tanto da volerle toccare.
Cosa fissi?’-chiede avvicinando la lama alla mia faccia.
Niente, credi che potrei fissarti? Abbassa la cresta!
Sei proprio impossibile.’-conclude con una smorfia schifata.
Ma senti chi parla.’-ribatto.
Sbuffa e riponendo il coltellino riprende la solita posizione nel suo amato angolo.
 
Il manganello che viene abbandonato sulle sbarre di ferro delle celle per svegliare i poveri carcerati mi fora i timpani portando istintivamente le mani su questi ultimi.
Quella tipa non c’è, sarà in bagno a lavarsi.
Distendo le ossa e prendo il mio amato pacchetto di sigarette, vinto ad una partita di poker circa una settimana fa. ‘Una mano fortunata’ erano state le parole che pronunciai non appena la gente venne ad applaudire.
Una, due, tre, quattro… quattro?
No. Erano otto, me lo ricordo! E io non ho fumato da quando sono stato in isolamento con quell’idiota.
Quella stronza! Fanculo.’-impreco dando un pugno al muro.
Stringo gli occhi per assimilare il dolore appena ricevuto.
Deve pagarla, anche se non so ancora come.

 

Beth’s POV
 

 
Finalmente sei venuto!’-esclamo con un gran sorriso nel vedere Malcom.
Scusa, colpa della scuola!’-dice in colpa.
Che cosa mi dici?’-riprendo cambiando discorso.
Beh, tutto bene. Con Amanda va alla grande e gli studi procedono!’-riassume illuminandosi non appena pronuncia il nome della sua amata.
Appena uscirò da qui la dovrò conoscere!’-commento sorridendo.
Sarà difficile se inizi a picchiarti con mezzo carcere!’-ironizza seppur con una punta di rimprovero.
Non esagerare. E poi è solo uno!’-giustifico.
Per adesso!’-ride-‘comunque, mi manchi tremendamente!’-aggiunge.
Le sue dita si scontrano sulla piccola fessura che il vetro divisorio ha lasciato. Le tocco, sorridendo e ricordandomi immediatamente della morbidezza delle sue mani.
Anche tu.’-sussurro.
 
Al fine della visita, lascio a malincuore Malcom e ritorno al mio inferno.
Non la cella, ma quell’essere nocivo alla mia salute mentale chiamato Louis Tomlinson.
 
Tu, esimia testa di minchia che non fa altro che rompermi i coglioni ogni santo giorno da una settimana!’-esclama Louis indicandomi.
Bonjour finesse!’-rispondo premiandomi la faccia di un Louis confuso.-‘E’ francese.’-aggiungo
So che hai fumato quattro delle mie sigarette!’-incalza sottolineando le ultime due parole.
Merda. Non pensavo se ne sarebbe accorto così velocemente.
Oh, non erano le mie?’-fingo- ‘Ops.’ -finisco divertita.
Louis si precipita atterrandomi.
Afferra subito i miei polsi evitando così che io potessi prendere la mia unica arma di difesa. Mi fissa con aria omicida che inizia seriamente a spaventarmi.
Non ti hanno insegnato che non si ruba?’-soffia avvicinandosi.
Notizia dell’ultima ora, sono qui per questo.’-ribatto cercando di avere il controllo della situazione.
Beh, questo non cambia ciò che hai fatto. Tocca di nuovo qualcosa che è mio e io non mi fermerò ad una semplice minaccia!’-dice schiacciando la mia gamba con il suo ginocchio provocandomi dolore. La mia espressione non cambia e questo lo incita a fare sempre più pressione finché un piccolo gemito dolorante lascia le mie labbra.
Questo deve farti capire che con me non ti conviene scherzare.’-ricorda un ultimo volta, lasciando finalmente la presa sul mio corpo.
Forse l’avevo sottovalutato.
Forse è pericoloso davvero, e io non dovrei stuzzicarlo più di tanto.
Avevo anche sopravvalutato la mia forza. Battersi con Lucy pensavo fosse qualcosa di grande, ma in realtà chiunque si sia battuto con lei vinceva.
 



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