Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: Aleena    06/02/2008    3 recensioni
"Lui non è mai risalito da quei corridoi; continua a vagare, senza corpo, senza voce, mentre gli anni passano, i ricordi sbiadiscono. Perfino il suo nome scompare, facendo restare solo l’Ombra, padrone incontrastata di mura e polvere.
Ma Astrea ricorda, Astrea SA.
Era Gabriel, una volta… come l’angelo… ma lui è un demone oramai.
Ed ha dei nuovi giocattoli, i primi da secoli."
I Malandrini, un'incantesimo antico quanto la stessa Hogwarts, gelosie, tradimenti, paure... riusciranno ad uscirne indenni?
Genere: Avventura, Mistero, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: I Malandrini, Nuovo personaggio, Severus Piton
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Cap.2
PROTEGE MOI
 
 
 
Capitolo descrittivo, sopportatelo perché le descrizioni sono quello che so fare meglio!!
Mi raccomando fatevi sentire e ditemi cosa ne pensate (anche critiche e insulti).

Baci baci buona lettura!!!    ^_^

NOTA: CAPITOLO REVISIONATO, CORRETTO ED ALLEGGERITO IN DATA 12/07/2011 


PROTÉGE MOI

 

Sommes nous les jouets du destin?
 
Seguimmo per istinto le scie della comete come avanguardia di un altro sistema solare
No time, no space…
Keep your feelings in memory…

You can't change the world but you can change the facts
And when you change the facts you change points of view
If you change points of view you may change a vote
And when you change a vote you may change the world

Paradise come at a price
That I am not prepared to pay
What were we built for?
Could someone tell me please

   
 

L’atrio della villetta era una sontuosa stanza dalle pareti tondeggianti: sul muro di fondo, accostata alla parete di sinistra, un’ampia scalinata di marmo bianco conduceva ad un piano superiore, il corrimano decorato a mo di rami intrecciati; lampade a forma di candelieri erano disposte ad intervalli regolari sulla parete delle scale e su tutte le altre. Davanti a loro il muro si incurvava, rientrando in un semicerchio il cui centro era spaccato da un altro corridoio che partiva dritto davanti a loro verso le tenebre, senza nessuna finestra ad illuminarlo né luci accese; sulla sinistra, una piccola scalinata scendeva verso un sotterraneo. Ampie finestre lasciavano entrare la luce della mezzaluna, luminosa e così intensa da rendere superfluo l’uso delle bacchette. La stanza era nel complesso soffocante, ingombra e maestosa, forse per via delle pareti di legno rosso chiaro e stoffa, delle tende di pesante velluto o dei tappeti. Il pavimento di marmo non mostrava alcuna traccia di polvere o sporco, allo stesso modo dei mobili, degli specchi e di ogni altra superficie. Nonostante quell’edificio fosse visibilmente disabitato, sembrava che qualcuno o qualcosa si prendesse la briga di pulirlo periodicamente, forse ogni giorno.
I cinque si fermarono a lungo ad osservare quell’ingresso, indecisi se proseguire dritti, verso il basso o in alto; dopo un rapido consulto (dal quale Peter venne rigorosamente escluso) seguendo il cenno del capo di Sirius si diressero proprio verso la scala, percorrendo quei gradini che sembravano liquidi con una cautela che pareva sfociare nel rispetto.
Il primo piano era molto simile ad un albergo antico, il tappeto vermiglio che iniziava dall’ultimo scalino e proseguiva dritto attraverso due file di porte uguali distanti almeno cinque metri le une dalle altre, tutte chiuse tranne una: l’ultima, che immetteva in una cucina in disuso, un grande focolare sulla destra, banconi di pietra tutt’intorno lungo le pareti; sulla sinistra, ed una porticina di legno chiaro che, scoprirono, immetteva in una dispensa dai grandi scaffali di legno, pieni di forme di pane, frutta, verdura, farine ed altri ingredienti freschi.
«Scegliamoci una stanza, prendiamo qualcosa da qui e facciamo una festa, infondo abbiamo trovato la mitica casa di Tassorosso, dobbiamo pur godercela, no?» aveva proposto Astrea con la sua migliore faccia da schiaffi, così simile a quella del fratello soprattutto in quei momenti. Neanche a dirlo, i quattro avevano accettato di buon gusto - Peter aveva fatto sorrisi ed esclamazioni di gioia di circostanza per nulla credibili, ma l’avevano ignorato - ed ognuno si era fatto carico della quantità di cibo che avrebbero mangiato normalmente in un mese - a Peter era stato dato il grosso delle provviste, con la scusa che lui aveva lo zaino più vuoto.
Depredata la dispensa, immensamente soddisfatti e rincuorati, erano quindi scesi nuovamente nella sala e si erano diretti verso l’ultimo luogo inesplorato, la scala che conduceva in basso, verso i sotterranei.
 
Erano da poco spariti oltre il bordo del pavimento che una figura nera riapparve: discese cauta le scale che conducevano al piano superiore e si inoltrò nelle altre che scendevano, silenziosa e fugace.

La scala conduceva ad un altro corridoio fiocamente illuminato da una luce pallida e giallastra dall’origina indefinibile, misteriosa, appiccicosa e sgradevole; una sensazione di vuoto ed oppressione sembrò scendere su di loro come un’ombra alimentando il silenzio e spingendoli ad andare avanti, insinuando in loro il terrore per la strada percorsa, l’ossessione che qualcosa li seguisse.
Fu quando questa situazione si fece insopportabile che Peter si fermò di botto, piagnucolando
«Andiamocene io ho… ho pa… paura… ragazzi… p… per favore…» balbettò, le parole rese ancora meno riconoscibili dalle mani che si portava ossessivamente alla bocca.
«Forza, non c’è assolutamente niente da temere, siamo al sicuro e siamo soli, nessuno ci darà fastidio, qui. Muoviti, smettila di frignare e cammina. Non farci perdere tempo, all’alba dobbiamo essere al castello» nonostante James si sforzasse di mantenere l’abituale tono canzonatorio usato per Codaliscia, la sua voce tradiva una certa agitazione.
«No, m rifiuto, non puoi costringermi a… ah» improvvisamente il tremito di Peter si arrestò, così come le sue suppliche impaurite. Per un istante un silenzio glaciale scese su tutti loro.
«Muoviti o ti lasciamo qui da solo, e dopo voglio vedere come farai a tornare al castello» nella voce di Sirius c’era più rabbia di quanto fosse necessario. Nonostante tutto, Peter sorrise: un ghigno strano, una luce furba e divertita negli occhi ora di un nero cupo - effetto della luce? Si chiese Sirius, accantonando poi la cosa.
Annuendo, Minus si rimise lo zaino in spalla e si avviò con calma serafica, quasi angelica. Stupito, Sirius si scambiò un’alzata di spalle con Lupin quindi si mosse, seguendo l’amico lungo il corridoio.

L’ombra nera rallentò poi, cauta, si rimise in marcia, il tappeto che attutiva i suoi passi svelti, mossi da un’angoscia che paragonava a quella di una nuova giornata al castello.
 
«Che ne dite di questa stanza, ragazzi? Mi sembra perfetta… per festeggiare» Peter si era fermato dinnanzi ad una porta aperta sulla sinistra che immetteva in una piccola cucina rustica con salottino elegante, ingentilito da poltrone morbide e sedie foderate; un tavolino, un camino ad un lato ed un armadietto carico di ogni genere di bibite all’altro facevano bella mostra di sé.
«La prima buona idea della giornata, bravo, topolino» commentò la giovane Black con un sorriso canzonatorio.
«Zitta» nella voce di Peter, così diversa dall’abituale, c’era un astio represso talmente forte che Astrea ne fu intimorita, tanto che fece un passo indietro verso la porta, incapace di rispondere a tono.
«Non provarci mai più, Peter, ed impara un po’ di rispetto» Sirius lo aveva afferrato per la cravatta, avvicinandogli il viso al proprio.
«Smettetela di litigare, siete noiosi. Venite a vedere, è immenso» dalla porta di sinistra arrivava la voce di James, che evidentemente si era dato all’esplorazione dell’appartamento.
«Per… perché non andiamo a vedere anche noi, amico?» gemette Peter, tentando di allentare il nodo della cravatta; per tutta risposta Sirius lo lasciò andare con una spinta e si voltò per seguire l’amico nella stanza limitrofa. Peter abbandonò lo zaino pesantemente a terra, accanto ad una delle poltrone, e si voltò ad osservare nella direzione nella quale era sparito Sirius.
Ancora stupita, Astrea avanzò verso la soglia per seguire il fratello, e passando davanti a Peter non poté fare a meno di notare il sorriso perfido che il ragazzo le indirizzò; gli voltò le spalle e varcò l’uscio. Il Topolino sorrise nuovamente, lanciò un’occhiata alla porta ancora aperta poi si voltò, scomparendo anche lui nell’ombra dell’uscio.
 
La figura nera si affacciò e guardò sospettosa la stanza che il ragazzo grassottello aveva appena lasciato, poi sgattaiolò dentro e si rannicchiò fra una poltrona ed il muro, silenziosa, in attesa…
 
Dal piccolo salottino si aprivano tre porte, una sulla sinistra e tre sulla destra; di queste, la prima era ampia,  occupata da un letto matrimoniale molto basso, una specchiera e due comodini; la seconda porta conduceva ad un piccolo bagno di marmo celeste chiaro, con un’ampia vasca al livello del terreno; la terza stanza era stretta, al punto da farci stare un armadio molto alto, un letto singolo accostato alla parete e una scrivania.
La porta di sinistra rispetto al salottino-cucina invece conduceva ad un’unica, ampia camera con un letto dal baldacchino alto, protetto da lunghe tende in velluto nero ed addossato ad un mobile di legno scuro che imprigionava tutta la parete e quella adiacente, la frontale; sopra il letto, era scavato in ripiani ed occupato da tomi e tomi dai più svariati argomenti, mentre sull’altra parete era chiuso, e fungeva da armadio. Non c’erano finestre, in nessuna stanza.
 
L’ombra scura ebbe un fremito, come una sferzata d’aria pura di notte che gli ghiacciò la schiena; un brivido gli percorse la schiena e, irrazionalmente, si voltò a cercarne la fonte nella stanza buia; voleva alzarsi, spostarsi, ma le voci di chi non doveva sapere stavano lentamente avvicinandosi e lui non poteva, non doveva sprecare un’occasione così perfetta per incastrarli. Si voltò verso l’entrata che dava sul corridoio per il quale erano arrivati, e il cuore mancò un battito… Una corrente invisibile, indefinibile, stava lentamente chiudendo la porta.
 L’ombra si mosse, fece per alzarsi ma in quel momento nella stanza rientrarono i cinque. Il rischio era troppo grande, non poteva farsi scoprire per un timore infondato; si accucciò nuovamente, un dubbio insidioso nel cuore…
 
«Direi che questo sia il posto migliore per sistemarsi» Sirius sembrava aver ritrovato d’improvviso l’allegria.
«Logico, fratellino, abbiamo vicino tavolo, bibite e via di fuga»
«A me non piace questo post…» Piagnucolò inascoltato Peter, guardandosi attorno con una rinnovata paura negli occhi, come un topo su di una nave in balia della tempesta.
«Peccato non aver trovato niente, però, vero?» disse Remus, girando attorno ad una poltrona.
«Cosa intendi per niente, Ramosuccio?» domandò Sirius, avvicinandosi con fare malizioso all’amico.
«Niente di pericoloso, distruttivo o in qualche modo divertente, mio caro dolce cagnetto» rispose Astrea quasi con dispiacere, sollevando le spalle e volgendosi intorno, come se s’aspettasse di vedere un misterioso ordigno sbucare dalle ante sotto il lavello.
«Smettete di fare i piccioncini, mi date il voltastomaco» James era appena riemerso dal bagno e si sistemava la camicia nei calzoni, l’aria soddisfatta.
«Ragazzi…» pigolò Peter, ancora; si guardava intorno come se non sapesse bene il perché del suo essere lì, come chi si sia ritrovato a dieci passi di distanza senza sapere come vi fosse arrivato.
«Strana questa luce però, non trovate?» Fece Astrea, troncando con noncuranza la protesta di Minus.
«Perché?»
«Perché la logica l’ho presa tutta io, fratellino…»
«… E a me hai lasciato tutta la simpatia»
«Ah, quella scarseggiava già prima del nostro arrivo. Bhe, consolati, almeno ci siamo divisi in parti uguali la bellezza e l’avventatezza»
«Di quella doveva essercene in sovrabbondanza, dato il vostro temperamento» Remus concluse il battibecco, facendo scoppiare a ridere i due fratelli Black.
«… Ragazzi per favore… non mi piace qui…»
 
L’ombra nera si spostò un poco, così da riuscire a vedere in faccia i ragazzi; l’ultimo ad aver parlato, quello grasso e sudaticcio, si agitava nervoso sul posto, guardandosi intorno, come se aspettasse di vedersi crollare le pareti addosso da un momento all’altro.
«Si può sapere che hai da rompere Peter?»
«S… Sirius… per favore… andiamocene»
«Non credi di averci fracassati abbastanza per oggi? Devi proprio tirare fuori il peggio di noi stasera?» il ragazzo Black gli si piantò davanti, i pugni sollevati, il volto contratto.
«Avanti Sirius, lascialo stare, lo conosc…» Remus si interruppe: l’espressione di Peter era cambiata improvvisamente, e dalla paura era trasfigurata in sfrontatezza; un sorriso di sfida. Non aveva lasciato a Sirius nemmeno il tempo di realizzare: gli si era lanciato contro e l’aveva colpito con un pugno appena sotto lo sterno, mandandolo a terra dolorante. Sirius si rialzò, il viso in fiamme carico d’ira, e con un grugnito si lanciò contro il piccolo ragazzo che con una rapidità sorprendente si era spostato, finendogli dietro e facendogli lo sgambetto: James e Lupin si spostarono in avanti, ma Sirius li fermò
«Lasciatelo a me, è ora che impari un po’ di rispetto» disse e si avventò su Peter contro con furia cieca.
Forse per la sorpresa che gli si leggeva ora negli occhi, forse per la paura, forse per una distrazione, Peter non fu così veloce da evitarlo; Sirius lo colpì allo stomaco e al volto, poi di nuovo allo stomaco, facendolo barcollare e scivolare oltre la porta semichiusa che dava sul corridoio, finendo sul marmo, il sangue che gli sgorgava copioso dal naso.
Sirius fece per uscire e riprenderlo ma in quel momento il viso di Peter si contrasse in una smorfia di dolore, e dal petto qualcosa molto simile a polvere scura fluttuò fuori e si frappose fra la porta e il muro, bloccando qualunque tentativo di fuga.
 
Debole. Non mi serve…
 
Sirius si lanciò contro l’ombra e vi sbatté una, due volte, rimbalzando indietro come fosse di gomma; infine estrasse la bacchetta dalla tasca e la puntò contro l’ostacolo, iniziando a mormorare l’incanto.
«Reducto»
Non successe nulla.
«Bombarda… Reducto… Incendio… REDUCTO» urlò Sirius, agitando la bacchetta a vuoto nell’aria.
Niente. Peter osservava la scena, allibito, immobilizzato dal terrore, mentre tutti gli altri dentro avevano estratto le loro bacchette e le puntavano contro la macchia; non un singolo incantesimo riuscì.
«Peter, aiutaci!» urlò Lupin, avventandosi contro la barriera scura, prendendola a spallate la porta nel tentativo di abbatterla.
«Io…» un balbettio, lontano e distorto. Minus, ancora a terra, cominciò a strisciare indietro.
«PETER» fecero James e Sirius, infuriati. Astrea si teneva una mano premuta sulla bocca, l’altra a stringere la bacchetta convulsamente.
«Io… Scusate…» biascicò Peter, la voce che si faceva più lontana adesso.
«NON ANDARTENE PETER» rumore di passi. Peter si era alzato, ma la barriera scura rendeva difficile vederlo.
«… Scusate…» un’eco, lontano.
 
Codardo…

Un rumore sordo, secco, fece voltare Minus; non appena il suo sguardo incrociò la cosa che l’aveva provocato, Peter sbiancò e si volto, inciampando, tentando di rimettersi in piedi.
Piangeva; non riusciva ad avanzare e il terrore lo stava sopraffacendo.
«Scappa, avverti qualcuno… chiama Silente… Peter, scappa, chiama aiuto» urlò Astrea. Poi la porta si chiuse con uno schianto sopra l’ultimo tentativo di fuga del ragazzo.
Un secondo, poi un urlo squarciò l’ultima speranza dei quattro, un urlo disperato di sofferenza, una richiesta d’aiuto.
Poi più nulla.
 
L’ombra nera era uscita dal suo nascondiglio, e come gli altri aveva alzato la bacchetta e tentato inutilmente di lanciare incantesimi. Ora era dietro ai quattro, esposta, ma ormai la segretezza non aveva importanza.
 
«Che è successo? Perché gli incantesimi non funzionavano? » Astrea, prossima alle lacrime, si gettò tra le braccia del fratello che, allibito, fissava ancora la porta chiusa.
«Peter…» la voce di James era bassa, sorpresa. Non continuò, limitandosi a fissare la porta come se avesse le risposte che cercava.
«Che succede? » domandò ancora la ragazza, quindi alzò la testa. E lo vide «che ci fai tu qui?» chiese all’ombra nera.
«Vi avevo segui…» ma a quel suono anche gli altri si erano girati e il volto di Sirius s’era trasfigurato in una nuova maschera d’ira e d’odio.
«Che ci fai qui, Mocciosus?»


 


Un grazie ancora a chi legge e a chi commenta!!!! Allora a presto… mi raccomando fatevi sentire che in questo periodo ho bisogno di voi.
Baci!
Ah, quasi dimenticavo... le canzoni sono Protége moi, Placebo / No Time, no space, Battiato / New Dress, Depeche Mode / Megalomania, Muse

Ps: si capiva chi era l’ombra che li seguiva?
 
E ‘cosa sarà successo a Peter’ non lo chiediamo?
Sarai morto, Topolino, capita, sai?
Hey, ma è solo il secondo chap…
Meglio prima che poi…
Sirius!!!
Anzi, direi che era quasi ora!!!
Ma sai che sei un bello str…
Ok, raga, salutate che andiamo a concludere questa conversazione in privato… Sirius, smetti di strozzare Peter… ok, a presto ;)


Per SakiJune: Complimenti, hai indovinato!!!! Per il premio… hem… il titolo di campionessa basta??
 
Per XxX.SilverLexxy.XxX: Innanzitutto, grazie per i complimenti, e per la recensione chilometrica, che mi piace davvero tanto!!! poi… l’introduzione per me è un dramma, non so mai cosa metterci, ed è un peccato, perché è la parte che colpisce di più, ma al momento di scriverla mi blocco.. e stavolta ho optato per un pezzo della ficcy, non il migliore, ma quello che era possibile senza svelare troppo… dovrò impegnarmici di più J( ps, si accettano suggerimenti eheh)!! Ma passiamo alle critiche… allora, lo spiegherò più avanti, ma c’era un certo conflitto fra Astrea e Peter, e lei, logicamente, essendo spalleggiata da un leader come il suo fratellino, attira su di sé le simpatie, a discapito di Peter… ahhh, si vede che anche in lei scorre il sangue dei Black… Astrea… lei è un personaggio su cui conto molto, ma non dirò altro, per ora: leggere per sapere!! J per quanto riguarda l’esplosivo… ammetto di aver volutamente esagerato in quel punto, anche se non sembrerà poi così strano l’uso di prodotti babbani da parte di Astrea, fra poco! Il guaio è che questo chap ricalca ancora l’idea originaria che avevo di questa ficcy, un’idea che sta per compiere il suo primo anno di età (è relativamente vecchia, e fino ad ora l’avevo lasciata da parte…) e che, in questo periodo, è maturata di molto! Mi hanno fatto piacere, comunque, i tuoi appunti, e spero che continuerai a mandarmeli!! In ultimo (ma non di minore importanza) un’enorme grazie per la pubblicità che hai promessa!!!! Sei davvero troppo buona!!! Con una commento così, mi hai fatto tornare la voglia di continuare la ficcy!!

  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Aleena