Film > Now You See Me / I maghi del crimine
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Autore: pralinedetective    29/07/2013    1 recensioni
Nel buio, Jack sente un respiro caldo e umido sulle labbra.
Delle cinque volte in cui Daniel (non) è stato la persona più intelligente nella stanza, e della volta in cui se ne è reso conto.
Nessuno credeva che sarebbe andata a finire bene.
Genere: Angst, Drammatico, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: What if? | Avvertimenti: Contenuti forti
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Jeez, avrei voluto aggiornare prima però ho perso tutti i miei appunti (e metà del capitolo scritto su carta, in un quaderno che non riesco a trovare): è stato difficile riscrivere a memoria mantenendo la lunghezza e l'atmosfera che mi aveva permesso di innamorarmi della prima versione del capitolo.
Infatti ho fallito: non mi piace molto, anche se contiene tutto ciò che volevo contenesse. Pazienza.


La citazione è di Baudelaire.

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What strange phenomena we find in a great city,
all we need do is stroll about with our eyes open.


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Jack sorride. La sua bocca si piega in una curva amara, ora che ha riconosciuto il misterioso visitatore, e quel misto di paura e rassegnazione gli scivola dalle dita come sabbia finissima.

“Non è una cosa, Daniel: è magia.”

Se avesse scordato (come accade la metà delle volte) di chiudere la tenda della finestra che dà sulla strada, la luce dei lampioni svelerebbe come l’espressione sul suo viso sia improvvisamente cambiata, il suo sorriso rilassato.
Non ce n’è bisogno perché Atlas è praticamente steso sopra di lui, a contatto dal ginocchio al diaframma, la schiena e gli addominali in tensione per mantenere la posizione, e non toccare le sue labbra con le proprie.

La risata di Atlas riempie Jack di soddisfazione, e le mani che si avvolgono intorno al suo collo non lo spaventano: ha già sperimentato la morte una volta o due.


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Parigi accadde rapidamente: uno schioccare di dita, battere tre volte il tacco della scarpa, e si trovarono nel Vecchio Continente con gli occhi pieni di progetti non loro.

Non vi era una gerarchia, fra i Cavalieri: ognuno eseguiva il proprio compito e non metteva bocca in quello di altri, seguendo le istruzioni alla lettera: era troppo importante raggiungere l’obiettivo.
In questo modo, mentre Atlas ed Reeves studiavano i disegni e trovano i materiali, Wilder e McKinney svolgevano ricerche sui polli. Era decisamente Merritt ad avere più successo, riuscendo a trovare l’accesso a qualsiasi genere d’informazione, però Jack era sorprendentemente ricco di risorse.

All’inizio fu difficile trovare modo di collaborare in maniera pacifica – Daniel tendeva al proprio ruolo di showman e leader naturale, ed Henley voleva a tutti i costi dimostrargli quanto fosse maturata negli anni di separazione.

All’inizio fu difficile; poi andò anche peggio.


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Quando Daniel uscì dal bagno aveva la guardia abbassata; aveva smesso di guardare con sospetto gli altri Cavalieri in meno di una settimana, rassicurato dalla consapevolezza che, per riuscire a raggiungere il loro obiettivo, avrebbero dovuto farlo insieme.
Non ebbe quindi occasione di reagire al pugno di Henley.
Con un’esclamazione indietreggiò di scatto, andando a sbattere con la testa contro la cornice della porta e nascondendo il naso fra le mani. Era cieco a qualsiasi cosa, con gli occhi pieni di lacrime e il dolore che gli pulsava in testa come se non fosse mai esistito null’altro.

Impiegò un paio di minuti a rendersi conto di ciò che avveniva intorno a lui.
Si trovava seduto a terra di fronte al lavandino del bagno, con Jack chino a ispezionare il suo viso e Merritt appoggiato contro il muro, le braccia incrociate sul petto e una risata divertita sulle labbra.
La donna torreggiava su di lui, le mani sui fianchi e un’espressione di pura furia.

“Tu sei pazza!” mugugnò, quasi incomprensibile. Cercò di alzarsi in piedi per affrontarla, e quando il ragazzino tentò di fermarlo Daniel lo spinse lontano. “Una pazza psicopatica, una megera, una stupida —”

“Hai cambiato il mio ordine,” lo interruppe lei, e con entrambe le mani lo mandò contro il lavello; lui si portò istintivamente entrambe le mani sul naso, e se la Reeves non fosse stata impegnata a odiarlo con tutta se stessa ne avrebbe probabilmente riso.

“Che cosa?”

“Io ti avevo detto che ci sarebbero serviti quei pannelli supplementari, ti avevo detto che li avrei aggiunti all’ordine, e tu cos’hai fatto? Hai aspettato che io uscissi per annullare la mia richiesta. Sai cosa ti dico, coglione egocentrico?”

Mentre parlava Henley gli stava addosso; stringeva i pugni avvolti nei guanti di pelle e digrignava i denti durante ogni pausa drammatica. Tutto ciò a cui Daniel riusciva a pensare era che il suo alito odorava di caffè e menta, e che nascondeva una mentina sotto la lingua come era sua abitudine anni prima, e che le erano rimasti dei frammenti di cereali nell’ultimo molare destro dalla colazione.


“Dimentica i pannelli supplementari e tutti gli sciocchi tentativi di conquistarsi la tua ammirazione. Non ne sei degno. Se l’Occhio ha deciso di affidarti una missione tanto importante buon per te, ma è la mia fiducia che dovrai conquistare.”

L’escapologa si allontanò di mezzo passo, appoggiando il peso su una gamba sola e incrociando le braccia in una posa (studiata) inconsapevolmente sensuale.

“Non hai bisogno di guardarti le spalle,” sorrise, e camminò all’indietro per uscire dal bagno senza dover mai allontanare il viso dagli occhi di lui: “non ne vale la pena.”


Atlas rimase a osservare il vuoto per minuti interi, come svuotato: permise a Jack di terminare la propria ispezione senza riconoscere la sua presenza nella stanza, né insultò Merritt per la risata sguaiata che si lasciò sfuggire di fronte alla sua espressione.
Parve riscuotersi solo quando vide Henley passare di fronte alla porta del bagno, con indosso un paio di scarponcini e la sua giacca più pesante: ritrovò velocemente il controllo delle proprie gambe, raggiungendola nell’ingresso.

“Dove hai imparato a fare a botte?”

“Donna sola a Las Vegas, baby.” Gli sorrise ancora una volta, ogni traccia di ostilità assente dal suo bel viso. “Voglio che quei pannelli siano al deposito in due giorni.”

Detto questo uscì, lasciandosi alle spalle un Daniel ancora lievemente sconvolto e un McKinney in preda a risate isteriche.


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Life swarms with innocent monsters.

  
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