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Autore: Rictusempra    29/07/2013    4 recensioni
Robin è un giovane cantante italiano che è riuscito, grazie soprattutto all'aiuto di Mika, a vincere la settima edizione del talent show "X-Factor".
La vittoria gli ha permesso di partecipare al festival di Sanremo con una canzone scritta dal grande cantautore bolognese Luciano Ligabue. Ecco forse perché è riuscito non solo a vincere anche la competizione sanremese, ma anche ad ottenere la possibilità di rappresentare l'Italia agli Eurovision Song Contest (una sorta di Sanremo europeo).
Quell'anno si tenevano a Londra, in Inghilterra che era rappresentata dalla boyband più famosa del momento: i One Direction.
Robin è un loro grande fan (certo prima li prendeva in giro un po' come tutti. Ma dopo averli ascoltati si è reso conto del grande talento che hanno) e non solo avrà l'occasione di collaborare con loro... ma potrebbe... innamorarsi?
Basta concentrarsi solo ed unicamente sugli stranieri. E' giusto che anche parlare di noi italiani no? In Italia sono tanti gli artisti talentuosi che sono sottovalutati. Facciamo vivere a uno di loro il grande sogno e la grande fama. Leggete, sono sicuro che non ve ne pentirete.
Genere: Comico, Commedia, Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Lime, What if? | Avvertimenti: Incompiuta
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Tutto era organizzato. Tutto era pronto: valigie fatte, scaletta preparata.
Le canzoni che Robin doveva cantare per aprire il “Where We Are Tour” dovevano essere cinque.  Sarebbe stato sul palco quindi per quanto?  15/20 minuti? Beh, in quel poco tempo  doveva brillare. Non poteva portare dei pezzi qualunque.
Decise che le canzoni non dovevano emozionare e divertire solo il pubblico, ma principalmente se stesso. Dovevano essere canzoni significative insomma.
Si sentì quindi di portare:
1) “Don’t stop believin’” nella versione di Glee. Stranamente la preferiva all’originale e senza dubbio quella canzone lo rappresentava in pieno: non bisogna mai smettere di crederci. Non bisogna mai fermarsi davanti a nulla, soprattutto davanti la paura (che assaliva spesso il povero cantante).
2) “Teenage dream” di Katy Perry. Non sapeva esattamente cosa gli stesse succedendo, ma da quando aveva accettato la proposta fatta da Simon Cowell, aveva un po’ la testa tra le nuvole e “sentiva” molto tutte le parole del testo.
3) “Someone like you” di Adele. E’ il suo cavallo di battaglia, la sua canzone portafortuna. L’ha cantata ai provini di X-Factor e anche alla finale. “Una ballad emozionante ci sta proprio bene a metà esibizione” pensò.
4) “Raise your glass” di P!nk.  E’ giusto anche far divertire il pubblico no? Dopo qualche lacrimuccia ci si scatena con la sua canzone preferita, che Robin ascoltava MINIMO una volta al giorno.

La quinta canzone è stata senza dubbio la più difficile da scegliere. Si era arrovellato il cervello per tanto: “concludo con un qualcosa di lento o di ritmato?” continuava a chiedersi.  Senza dubbio ALMENO l’ultima esibizione prima dell’arrivo dei ragazzi doveva rimanere impressa. IMPRESSA. Era questa la chiave. Quali sono le canzoni che sono rimaste impresse nella storia? Che a distanza di anni vengono ancora cantate e si canteranno? Gli venne subito in mente “I will always love you” di Whitney Houston. Grazie a lui la canzone sarebbe arrivata alle ragazzine più piccole che magari non l’avevano mai sentita.
E poi la sua sarebbe stata una delle prime interpretazioni della canzone fatta da una voce maschile. Del resto Robin era un baritono con un’estensione davvero impressionante e un graffio che su certe note poteva strappare qualche lacrima.
Unico problema? La canzone era davvero difficile e Robin l’aveva studiata “a pezzi”. E siccome aveva deciso di inserirla nella scaletta in ritardo, era partito per il tour senza mai provarla. Ergo mentiva a se stesso quando diceva che era tutto preparato.

Il tour partiva (ovviamente) da Londra: lo stadio si chiamava “Stramford bridge” e al solo pensiero di cantare davanti a chissà quante persone Robin si sentiva male. Forse in albergo avrebbe dovuto mangiare qualcosa, o sarebbe svenuto.
“Se svenissi sul palco sarebbe proprio un inizio di mer*a” pensò. “Anche se preferirei svenire in questo momento, piuttosto che cantare”. Ad un certo punto vide un biondino venirgli incontro. Subito scacciò i brutti pensieri .
“Finalmente, era ora che arrivassi” disse Niall abbracciandolo. Si erano visti una volta e sentiti tramite messaggi. Eppure già si stava dimostrando un grande amico.
Ma non era solo lui, anche Zayn, Liam e Louis lo strinsero. Davvero non se lo aspettava.
“Noi abbiamo già fatto le nostre prove”affermava Liam.
“Chiamale prove poi … abbiamo fatto i cretini per tutto il tempo” aggiunse Niall.
“Ma non è quello che facciamo sempre? Alla fine ci va sempre tutto bene” concluse Zayn.
“Ora tocca a te. Sappiamo quello che sai fare. Ci fidiamo di te e sappiamo che darai il meglio. Non pensare a nulla, semplicemente divertiti” gli disse Louis, trasmettendogli una sicurezza incredibile.
Provò le prime quattro canzoni senza alcun problema. Ma iniziò a perdere quella sicurezza datagli dall’amico giunto al quinto pezzo. Non solo perché appunto non l’aveva mai provato per intero, ma anche perché tutti, dagli addetti agli assistenti (oltre che chiaramente ai ragazzi) erano lì a sentirlo cantare. L’unico che non si sapeva dove fosse era Harry.
A Robin infastidiva che non fosse venuto a salutarlo e che non fosse lì a sentirgli cantare quella canzone. Ma non capiva proprio il perché.
Titubante iniziò a cantare quando a un certo punto, dal nulla, vide Harold raggiungere gli altri. Accennò un sorriso che subito nascose e continuò. All’ultimo ritornello la sua voce esplose come non mai. Chi l’ascoltava iniziò ad applaudire. Addirittura qualche bodyguard si lasciò sfuggire una lacrima.
Finito il pezzo Harry corse via, all’improvviso. Gli altri invece salirono sul palco, saltando e urlando cose tipo “Mio Dio, dovremmo essere noi ad aprire te”, “Sei stato fenomenale”, “La tua voce non è umana”.

Tutti e 5 (senza Harry, che dalla ‘fuga’ improvvisa non si era fatto vedere più) passarono il pomeriggio insieme. Giocarono a pallone, parlarono, si divertirono. A Robin sembrava conoscerli da sempre.
Alle 19:00 iniziarono però a prepararsi per lo spettacolo e alle 20:00 esatte Robin salì sul palco.
Mentre percorreva la strada dal palco al backstage, Robin sentì Niall dire “Harry finalmente. Si può sapere che fine avevi fatto?”.
“Cosa gli ho fatto? Perché mi evita?” continuava a chiedersi il cantante.
Queste furono le ultime domande che si pose. Iniziato il concerto non pensò ad altro che alla sua performance (quando doveva cantare lui) e a divertirsi (quando dovevano cantare i ragazzi).

“E’ stato un successone. Siamo stati grandi. TUTTI E SEI, vero?” disse Liam mentre tornavano in albergo.
“Assolutamente sì, credo sia stato uno dei nostri concerti migliori” aggiunse Zayn.
Robin non poté che essere d’accordo e andò a dormire con un sorriso a 32 denti.

Ma proprio mentre stava per spegnere la luce sul comodino e chiudere gli occhi gli arrivò un messaggio. Quando lesse il numero di Harry rimase veramente sorpreso. Diceva solo: “Vediamoci nella hall tra 5 minuti”.

Nota dell'autore: allora? cosa ne pensate di questo capitolo? Ho provato a farlo un po' più lunghetto (mi hanno suggerito così), non so se nel prossimo dilungarmi di più o mantenermi su questa lunghezza. Ma questo mi interessa relativamente. Preferirei sapere piuttosto se la storia vi sta piacendo ma soprattutto informarvi del fatto che questo capitolo è stato scritto piuttosto velocemente e rivisitato a stento. Mi scuso per eventuali errori e vi chiedo di segnalare le cose più gravi, così che io le possa cambiare :D
grazie a tutti per l'attenzione :)
  
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