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Autore: Lilies    29/07/2013    1 recensioni
«Piacere, comunque! Mi chiamo Niall Horan», esclamò lui allegramente dopo qualche istante di assoluto silenzio, allungando nuovamente una mano in direzione di Liv, che la strinse con inconsueto vigore.
«Olivia Clifford... ma puoi chiamarmi Liv», sussurrò lei semplicemente.
«Okay, Liv. Scusami, sono... dannatamente sbadato. Spero di non averlo rotto», fece Niall dispiaciuto, grattandosi nervosamente la nuca.
«Nessun problema. È talmente vecchio... spero si sia rotto, sinceramente. Così finalmente potrei cambiarlo», lo informò lei, sorridendogli per la prima volta.
Niall scoppiò in una calda e genuina risata che alle orecchie di Liv suonò maledettamente perfetta.
[prima mia one shot su questo fandom]
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Niall Horan, Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Lovers'
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Ragazzo-sorriso

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Il vento aveva finalmente messo a tacere i suoi freschi sospiri, cedendo il posto ad un innaturale silenzio interrotto soltanto dalle lievi goccioline che dalla piccola fontanella s'andavano ad infrangere nello specchio d'acqua sottostante ghiacciato dalla nevicata di pochi giorni prima; un timido sole faceva mostra di sé in un cielo limpido e terso, illuminando ogni cosa con la sua debole luce e donando alla piccola cittadella inglese un che di mistico e suggestivo.
Sulla fredda e scomoda panchina di ferro battuto posta al di sotto delle fronde di un secolare olmo sedeva, coperta da una morbida sciarpa, un paio di guanti colorati ed un buffo cappellino di lana color panna, l'esile figura di una ragazza dai fiammeggianti capelli rossi impegnata nella lettura di un grosso libro dall'aspetto piuttosto noioso.
Liv continuava a sfregare tra loro i piccoli piedi tentando di riscaldarli ed ottenendo ben pochi risultati; si diede mentalmente della stupida per aver preferito le sue amate e leggere Converse bianche ai caldi stivali di pelle che la madre le aveva regalato per il suo diciassettesimo compleanno giusto la settimana prima.
Seccata, chiuse di scatto il librone con un piccolo tonfo sordo, riponendolo con maniacale cautela dentro la stravagante borsa il cui colore, viola, faceva a pugni con quello della sua appariscente chioma.
Liv si stropicciò i grandi occhi verdi, insonnolita, per poi guardarsi intorno con circospezione, alzandosi lentamente in piedi. Era sicura che ci fosse qualcuno, tra gli alberi, che si divertiva a spiarla. Un istante dopo, sentì il suo stomaco brontolare di protesta, il che le ricordava che l'ultima volta che ci aveva messo qualcosa dentro era stata quella mattina, e che una mela ed uno yogurt non corrispondevano esattamente ad un pranzo degno di quel nome.
La ragazza si incamminò verso il bar della piazza ad occhi bassi, persa tra i suoi pensieri e decisa, malgrado la dieta che si era proposta di seguire senza sgarrare, a rimpinzarsi dei deliziosi biscotti al cioccolato che preparava Maggie, la giovane proprietaria del locale.
Il canto di un pettirosso la distrasse, facendola voltare verso i cespugli congelati del piccolo parco di Bath.
Quando volse nuovamente lo sguardo davanti a sé, la vista di Liv venne oscurata da un'ingombrante figura scura che le si riversò addosso, facendola rovinare a terra tra strilli e gemiti di dolore.
Alzato lo sguardo, Liv si ritrovò a fissare un ragazzo dagli scompigliati capelli biondi che, come lei, sedeva alquanto scompostamente a terra con un'espressione pressoché sbalordita dipinta in volto. Liv arrossì di botto, distogliendo lo sguardo e cercando di raccattare da terra il cellulare che, a causa dell'urto, le era sfuggito di mano.
«Lascia... faccio io!» si offrì il ragazzo che, non senza impaccio, raccolse il cellulare e glielo restituì. Liv rimase in silenzio, divenendo se possibile dello stesso colore dei suoi capelli.
L'altro si alzò con non poca difficoltà da terra, porgendole gentilmente una mano che Liv non esitò ad afferrare. Una volta tornata padrona del proprio equilibrio, la giovane si riassestò le pieghe del cappotto scuro, lisciandolo accuratamente.
Il biondino la scrutò divertito, le mani infilate nelle tasche posteriori dei jeans e una curiosa espressione negli occhi di un disarmante azzurro cielo, i più belli che Liv avesse mai visto.
Quest'ultima si ritrovò a pensare a quanto le fattezze dello sconosciuto le ricordassero quelle di un angelo – un angelo maldestro e terribilmente imbarazzato.
«Piacere, comunque! Mi chiamo Niall Horan» esclamò lui allegramente dopo qualche istante di assoluto silenzio, allungando nuovamente una mano in direzione di Liv, che la strinse con inconsueto vigore.
«Olivia Clifford... ma puoi chiamarmi Liv» sussurrò lei semplicemente.
«Okay, Liv. Scusami, sono... dannatamente sbadato. Spero di non averlo rotto» fece Niall dispiaciuto, grattandosi nervosamente la nuca.
«Nessun problema. È talmente vecchio... spero si sia rotto, sinceramente. Così finalmente potrei cambiarlo» lo informò lei, sorridendogli per la prima volta.
Niall scoppiò in una calda e genuina risata che alle orecchie di Liv suonò maledettamente perfetta.
«Nessun rimpianto, allora! Credevo—»
«Di dove sei? Sembri... sei irlandese?» l'interruppe, perplessa, accorgendosi solo allora dello strano accento del biondo.
Niall si bloccò, interdetto, poi si aprì nell'ennesimo sorrisetto raggiante.
«Hai indovinato, Liv. I miei sono di Mullingar, ci siamo trasferiti qui da poco.»
«Sul serio? Non sai quanto t'invidio. Ho sempre sognato di abitare in Irlanda, viaggiare in giro per il mondo... invece sono bloccata qui a Bath da quando sono nata. Mia mamma è irlandese, ma si è trasferita qui quando ha sposato papà» sospirò Liv parlando velocemente ed accarezzandosi distrattamente i capelli senza accorgersi delle continue occhiate che Niall le rivolgeva.
Liv sorrise, poi riprese a camminare. Lui si affrettò a seguirla.
Un imbarazzato silenzio si propagò velocemente tra i due; Liv torturava continuamente i suoi poveri riccioli, mentre Niall fissava con grande intensità un punto imprecisato oltre il muretto che costeggiava la stradicciola.
Ad un certo punto, il piede destro di Liv si trovò la strada bloccata da una pietra giunta per caso nel mezzo del sentiero; la ragazza c'inciampò, ondeggiando pericolosamente. Niall l'afferrò prontamente per la vita, impedendole di cadere a terra.
Liv boccheggiò, presa alla sprovvista, ed incrociò lo sguardo di Niall: un leggero tremolio la percorse, facendola sentire leggera come una foglia. Niall ammutolì, pervaso da una serie di forti scariche elettriche che lo scossero e lo lasciarono totalmente disorientato.
Lasciò andare Liv quasi immediatamente, poi si scompigliò in fretta i corti capelli biondi ed infilò nuovamente le grandi mani in tasca, sgranando i suoi bellissimi occhi celesti.
«Scusami!» borbottò, visibilmente a disagio.
Liv lo fissò intensamente per qualche istante, poi guardò altrove.
«Grazie» mormorò. «Credo... Credo sia ora che io torni a casa.»
«Devo andare anch'io!» esclamò lui in fretta, improvvisamente agitato.
«A presto...» disse Liv, delusa dalla fredda risposta di quel ragazzo così bello e gentile e dal sorriso estremamente gioioso e rassicurante.
Niall annuì. Fece per voltarsi ma, prima di andarsene, salutò Liv con un piccolo cenno della mano, le guance nuovamente imporporate.
Lei rimase ferma al suo posto, pensierosa. Si massaggiò piano il punto in cui le mani del ragazzo l'avevano afferrata, appena pochi istanti prima, ed arrossì.


Da quel giorno, per quattro settimane, due ragazzi si incontrarono sotto il grande olmo, e ogni giorno si scambiarono un sorriso.
Quel legame nato in maniera così imprevista si tramutò ben presto in una passione inestinguibile, in un amore che accrebbe giorno dopo giorno senza mai accennare a diminuire.
Lo splendente sorriso che accompagnava da sempre la vita di Niall non se n'era mai andato; per Liv era come un faro, la luce necessaria per sconfiggere le tenebre.
E gli occhi, gli occhi verdi di Liv, gli occhi che avevano il potere di rallegrare anche il più triste degli uomini... Niall li amava, li amava incondizionatamente. Amava quegli occhi capaci di leggergli l'anima, quegli occhi che rispecchiavano anche il più piccolo cambiamento d'umore di quella ragazza così apparentemente fragile.
Amava ogni più piccola sfaccettatura del carattere della sua Liv. L'amava quando gli strillava di smettere di farle il solletico, fingendosi arrabbiata; amava il modo in cui gli si stringeva al petto, di notte, quando faceva un brutto sogno; l'amava anche quando gli urlava di non volerlo vedere mai più, per poi tornare da lui con le lacrime agli occhi cercando un suo bacio, un bacio che faceva dimenticare per sempre ad entrambi il motivo di quei litigi.
Niall amava quando, dopo aver fatto l'amore, Liv prendeva sonno tra le sue braccia calde e protettive e se ne stava lì, immobile, il battito del suo cuore a scandire i respiri di lui.
Liv e Niall si amavano in tutti i modi possibili ed immaginabili, talmente tanto da non riuscire a descriverlo a parole.


sei anni dopo


Un leggero venticello primaverile accarezzava il volto arrossato della giovane appoggiata alla balaustra della grande finestra di una piccola villetta nella periferia di Mullingar.
La donna s'aggiustò scompostamente una ciocca di capelli rosso fuoco dietro l'orecchio sinistro, mentre l'altra mano volava alla fronte, la quale aveva preso a dolerle provocandole un fastidioso quanto ormai familiare senso di nausea. Liv sbuffò, contrariata, certa che sarebbe stata meglio entro pochi minuti.
Una fragorosa risata – la sua – proruppe da un punto indefinito dietro di Liv, costringendola a voltarsi.
Niall, appoggiato al piccolo divanetto, osservava teneramente la moglie, gli occhi cerulei più luminosi che mai. Liv assottigliò i suoi, verdi, sbuffando per la seconda volta.
«Piantala di prendermi in giro, Horan. Ti ricordo che è colpa tua» borbottò Liv, tornando a guardare fuori.
Dopo un altro risolino, l'uomo le si avvicinò prudentemente, fino a trovarsi ad un passo da lei. Le picchiettò dolcemente la spalla, invitandola a voltarsi; poi s'inginocchiò, fino a trovarsi faccia   faccia con il ventre della moglie sul quale, con cautela, appoggiò entrambe le mani.
Liv l'osservò piegando la testa di lato, come faceva sempre quando suo marito faceva qualcosa d'insolito. Lui ricambiò lo sguardo, negli occhi un'incontenibile felicità.
In quel momento, Niall sentì due attutiti quanto poderosi colpetti provenire dai punti in cui le sue mani accarezzavano l'ormai visibile pancione di Liv.
Entrambi trattennero rumorosamente il fiato; Liv si asciugò frettolosamente la lacrima di gioia che le era sfuggita, mentre sul volto di lui andava a formarsi il più bello e felice dei sorrisi.
Niall, dopo aver baciato dolcemente il ventre di Liv, si rimise goffamente in piedi, la afferrò per la vita e la fece volteggiare senza mai smettere di ridere nel suo modo spensierato e genuino che finiva sempre per contagiare anche lei.
Liv lo guardò dritto negli occhi, appropriandosi delle sue labbra morbide e regalandogli un bacio che sapeva di speranza per il nuovo capitolo della loro vita che Niall e Liv si apprestavano a scrivere.
Con l'aiuto, ovviamente, di due piccoli esserini urlanti dagli occhi verdi e i capelli biondi.




Nda: modalità fluffosa mode: on! Ebbene sì, cari i miei Efpiani(?): Lilies si è tuffata di pancia in un fandom che la incuriosiva... e la sua testolina l'ha portata a scrivere una one shot assolutamente dolce, zuccherosa, diabetica... e chi più ne ha più ne metta!
Però boh, ne sono piuttosto soddisfatta, sapete?
Gli One Direction sono territorio assolutamente sconosciuto per una che fangirleggiava esclusivamente su Jily, Harmony e Old Generation (Harry Potter → true love).
La scelta del protagonista maschile è ricaduta su Niall senza un motivo ben preciso, semplicemente mi sembrava il più adatto per una storia del genere, visto che mi sono praticamente innamorata del suo sorrisone allegro e super tenero.
Bebem(?), tutto qua. Mi mancava Efp, e mi era venuta un'improvvisa voglia di sperimentare.
Peeeerciò... Cosa ne pensi, tu che hai letto?
Mi piacerebbe seriamente sentire il parere di qualche Directioner, ne sarei davvero lieta *__*
Ps: per chi seguisse la mia long fiction sull'Era dei Malandrini(“RESISTANCE”).. Sto riguardando il 15° capitolo per la 23429845199sima volta, e dovrei riuscire a postarlo entro domani. Al massimo, mercoledì.
Vi abbraccio tutti,
Lilies

  
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