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Autore: maeg    29/07/2013    3 recensioni
Sono fan di TORADORA! (il mio manga preferito) così ho pensato di scrivere come immagino il futuro della coppia drago(Riuji)&tigre(Taiga). La storia inizia al termine della cerimonia per il diploma, quando dopo essersi rincontrati, si ritrovano a casa Takasu dove Yacchan ha una notizia sconvolgente per i due piccioncini, che cambierà le loro vite.
Non vi anticipo nulla, spero la leggerete.
Genere: Comico, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ryuji Takasu, Taiga Aisaka, Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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INFO: Credo che finché non finirò di pubblicare tutti i capitoli, chiederò scusa alle lettrici ed ai lettori ogni volta che inserirò una nuova parte della storia. Quindi, perdonatemi.
Piccola informazione su ciò che leggerete. Il piccolo film mentale che si fa Taiga in questo episodio mi serviva per i prossimi capitoli. Ma non vi anticipo nulla, leggerete più avanti.
XoXo




Giorno 2.

 

Un forte rumore la svegliò all'improvviso.

Il cielo che intravedeva con gli occhi appena dischiusi, fuori dalla finestra, era già scuro e puntellato di stelle lucenti. Probabilmente era già passata la mezza notte ma non si curò di controllare l'orario alla radio-sveglia poggiata sul comodino.

Era troppo impegnata a respirare affannosamente per poter pensare all'orario.

Il cuore di Taiga batteva veloce, impaurito.

Probabilmente, in salotto qualcosa era finito in terra e si era frantumato. Probabilmente, qualcosa fatto di vetro o di cristallo, a giudicare dal genere di rumore sentito.

Con gli occhi chiusi, iniziò ad immaginare cosa potesse essere caduto a terra. Cosa aveva di tanto fragile in salotto?

Non le venne in mente nulla. E poi quel rumore era stato così improvviso che pensò di aver sognato. Anche perché subito dopo era tornato il silenzio, neanche una zanzara le gironzolava intorno.

Forse era un sogno”.

Taiga si stropicciò gli occhi.

Aveva dormito a lungo, forse per una giornata intera o qualcosa in più. Quel lungo sonno le impediva di distinguere il sogno dalla realtà, pensò.

Controllò con sguardo ancora assonnato la stanza intorno a lei e mentre tornò a guardare verso la finestra, sentì il suo stomaco brontolare.

Ovviamente, tante erano le ore che aveva dormito, quante le ore che non aveva mangiato.

E non era abituata a a digiunare per così tanto tempo.

Al terzo richiamo dei suoi bisogni fisiologici, decise che era arrivato il momento di alzarsi e mettere qualcosa sotto i denti.

Non indossò le ciabatte di peluche che aveva accanto al letto e si avviò verso la porta.

Ma se non fosse stato un sogno? E se c'è qualcuno di là?”.

Non ci aveva pensato, in realtà l'idea che qualcuno potesse essere entrato in casa sua, un ladro, non l'aveva minimamente sfiorata.

Quale idiota di sarebbe avventurato in casa della tigre palmare? Aveva una brutta fama anche nel quartiere, nessuno sano di mente si sarebbe infilato in quella casa.

Non posso farmi cogliere impreparata”.

Tornò sui suoi passi e si avvicinò all'armadio.

Probabilmente non fece caso al fatto che gli armadi erano due, aveva ancora sonno e sbadigliava frequentemente. Si avviò comunque verso l'armadio giusto, il suo, e ne estrasse la spada di legno.

Tornò alla porta ed entrò in salotto.

Lì, l'attendeva Riuji.

Riuji.

Effettivamente non lo vedeva da circa un giorno, se non contava i pochi minuti in cui avevano parlato dei posti letto in quella casa ed aveva completamente dimenticato la sua presenza in casa.

Quelle erano le prime 48 ore che passavano assieme dopo tanta lontananza e di sicuro le ultime 24 non erano state il massimo, dal momento che per la maggior parte del tempo aveva dormito.

Non era abituata a pulire casa tanto affondo, di solito lo faceva Riuji e non lo obbligava a pulire ogni singolo angolo dell'appartamento, come invece aveva fatto lei. Si era davvero impegnata, voleva che tutto fosse splendente, tutto doveva brillare di luce propria, per questo era tanto stanca.

Era la stanchezza dovuta ad una pulizia tanto accurata che l'aveva portata a dormire tanto a lungo.

Aah piccolo bastardino”

Appena uscì dalla porta della sua camera, vide due piedi nudi penzolare oltre il bracciolo del divano illuminati dalla luce del lampione in strada.

Si agitavano nervosi.

Era troppo lungo anche per il divano a 3 posti che possedeva. Ed era sveglio.

Le scappò da ridere.

  • Taiga?- Riuji era sveglio.

  • Mi spieghi perché cerchi di dormire su un divano che evidentemente ti sta troppo piccolo?- si avvicinò al divano ed il ragazzo si mise a sedere, poggiando i gomiti sulle gambe.

La luce del lampione illuminò la sua figura per intero, proiettandone l'ombra sul muro alle sue spalle.

  • Ehm.. Non volevo svegliarti.. D-dormivi così bene..- ancora una volta gli occhi di Riuji erano rivolti verso il basso e le guance, pallide della luce del neon, si colorarono comunque di rosso.

  • Già.. Pensi davvero che ci creda?- i grandi occhi di Taiga fissarono le mani di lui che si intrecciavano nervose – Abbiamo già dormito insieme, non ricordi? A casa dei tuoi nonni!

  • Era diverso.. Non abbiamo dormito nello stesso letto, ma solo nella stessa stanza. I futon erano separati!

  • È vero.. Ma vuoi rimanere qui per sempre? Cioè dormirai sempre sul divano?-

  • N-no, non lo so- ammise rassegnato – E comunque, quella notte non ho dormito! Sono rimasto sveglio tutto il tempo, ero troppo agitato.. E..

Non riuscì a continuare la frase perché venne distratto dal rumore dello stomaco di Taiga che reclamava cibo.

  • Scommetto che non hai mangiato?

  • Se tu non mi hai portato cibo, io non ho mangiato. Sei tu che ti occupi di nutrirmi, ricordi?- Taiga lo apostrofò come di suo solito, prima di seguirlo all'angolo cottura, dove Riuji aveva già poggiato sul tavolo pentole ed ingredienti per una frittata di cipolle e carne.

Il ragazzo si mise subito ai fornelli e in men che non si dica la sala si riempì di un profumino delizioso.

L'acquolina in bocca non si fece attendere e Taiga iniziò a sentire la pancia brontolare sempre di più, la fame che non riusciva più a contenere si manifestò in tutta la sua potenza tanto che fu costretta a piegarsi in due.

  • Dai che manca poco, perché non apparecchi la tavola, nel frattempo?

  • Tavola? Io pensavo di mangiare direttamente dalla padella!- si rese conto che la battuta che aveva fatto non aveva ottenuto l'effetto desiderato, perché Riuji la guardò torvo – Uffa!

Ogni tentativo di ribattere fu inutile, perché Riuji fu irremovibile. Neanche nella vecchia casa, quando la mamma non c'era per lavoro, aveva mai mangiato senza apparecchiare. Anche solo una pezza l'aveva sempre messa, quanto meno per avere l'impressione di mangiare come facevano tutti i ragazzi della sua età, con la propria famiglia anche se poi la sera si ritrovavano solo lui ed Inko Chan.

Fino a che non era arrivata Taiga, ovviamente.

Mentre lei preparava la tavola, poggiando piatti e bicchieri sulla tovaglia, lui stava attento alla cucina e la guardava. Il suo viso venne illuminato da un dolce sorriso.

Era bellissima.

Sembrava davvero una piccola bambola di porcellana, con la sua camicia da notte bianca e piena di fiocchetti e fronzoli. Forse era anche ingombrante tutto quel tessuto, per un corpo piccino come il suo.

Chissà com'è il suo corpo, senza tutta quella stoffa” pensò e subito si vergognò di quel pensiero, soprattutto perché sentì salire un'eccitazione che fino ad allora non aveva provato.

E che era visibile, all'altezza del cavallo del pantalone del pigiama.

Si imbarazzò visibilmente per quella strana sensazione, che lei non gli aveva mai suscitato prima. Per la prima volta si sentiva attratto fisicamente da lei e la luce della strada che ne illuminava l'esile figura non lo aiutava.

I raggi del neon attraversavano la sua camicia da notte e colpivano il suo corpo, mostrandone le dolci curve d'adolescente.

Ne seguì la linea della schiena, le vertebre, arrivando al bordo della mutandina. Provò a non scendere più giù con lo sguardo, ma gli fu quasi impossibile. Era troppo invitante, suo malgrado.

Indugiò per qualche secondo sulle natiche perfette scendendo poi alle cosce fino al tallone ed alla pianta del piede, dato che Taiga apparecchiava la tavola in punta di piedi.

Il colpo di grazia gli venne inflitto quando lei si voltò verso la finestra esclamando con leggerezza “Non ho voglia di accendere la luce, mangeremo alla luce del lampione”, poggiandosi allo schienale della sedia e fissando il cielo fuori la finestra.

Non guardarla non era possibile.

Alla luce della strada era ancora più perfetta.

Non riuscì più a controllarsi.

Tolse la pentola dal fuoco in tutta fretta e corse in bagno, chiudendosi la porta a chiave alle sue spalle. Non voleva che Taiga lo vedesse eccitato e la ragazza si insospettì per quello strano comportamento.

La fame però era troppa, non resisteva più.

Si avvicinò al piano cottura, sistemò la cena in due piatti e si mise a tavola.

Non sapeva se iniziare a mangiare o aspettare.

Da una parte le dispiaceva iniziare senza Riuji, soprattutto perché si sentiva in colpa per il fatto che, prima di entrare in soggiorno, si era completamente dimenticata della sua presenza.

Dall'altra aveva davvero una fame nera e non sapeva come ingannare il tempo nell'attesa di poter cenare con il fidanzato.

Ne approfittò per riflettere su qualche pensiero che le affollava la mente e non le dava pace.

Per Riuji, dall'altra parte della casa, la situazione non era semplice.

Non sapeva come placare quel desiderio, come eliminare quel gonfiore sui pantaloni. O meglio, idee ne aveva dal momento che negli ultimi cinque minuti la sua mente era stata affollata da pensieri malsani.

Tutti implicavano il rinunciare alla cena.

Cercò di cambiare direzione ai suoi pensieri, ma non ci riuscì.

Il desiderio di stringerla fra le sue braccia, accarezzarne il corpo e baciarla con tutto l'amore che aveva in cuore, il desiderio di averla sua per la prima volta, non accennava ad andarsene.

Quasi gli sembrò di sentire la delicata pelle della tigre palmare sotto le dita.

Quasi poteva immaginarsi nello scoprire ogni centimetro del suo corpo, proprio in quel momento, se invece di correre in bagno, avesse assecondato il suo desiderio.

Come posso fare? Insomma.. Prima o poi dovrò anche dormire con lei, no?! Non posso certo dormire sul divano fino a.. PER SEMPRE!” quel per sempre gli fece paura.

Non aveva pensato, o forse non aveva avuto il tempo di pensare alla durata della sua permanenza lì. Si era solo trasferito e basta. Nessun pensiero, nessun ragionamento.

Boom, scaraventato nella vita di una coppia di conviventi, probabilmente troppo giovani per una scelta del genere, ma comunque ora era lì.

E sarebbe rimasto lì.

Si rese conto che l'eccitazione era svanita pensando quelle cose, tutto era tornato alla normalità.

Si lavò il viso, le mani, fece un bel respiro ed uscì.

Trovò Taiga già seduta al tavolo, con il piatto davanti ed il capo chino, intenta a guardarsi la punta dei piedi.

Quando sentì il rumore della porta chiudersi alzò lo sguardo, incontrando quello di Riuji.

  • Ce ne hai messo di tempo.

  • Ah.. Ahah, si lo so. Urgenza.- non voleva dilungarsi troppo sulla faccenda, per cui si mise velocemente a sedere di fronte Taiga e puntò lo sguardo sul piatto pieno di frittata ormai tiepida.

  • Bé, adesso possiamo mangiare. Buon appetito!

  • Uhm.

Contemporaneamente affondarono le bacchette nella pietanza ed iniziarono a mangiare.

Finché i piatti non furono vuoti, nessuno dei due parlò e l'unico rumore che si sentiva era quello dei loro denti che masticavano il boccone. Il silenzio non durò a lungo, dal momento che ci impiegarono pochi minuti per finire lo spuntino delle due di notte.

  • Aaaaah! Adesso si che sto bene!- Taiga fu la prima ad iniziare la conversazione – devo dire che hai superato te stesso! Era buonissima!

  • Ti è piaciuta? Mi fa davvero piacere!

  • Mi hai fatta preoccupare quando sei corso in bagno..

No!”

  • Perché?

  • Di punto in bianco, senza dire una parola, sei corso in bagno.. Ho temuto per la cena!- la ragazza spinse con i piedi la sedia lontana dal tavolo e si accovacciò, posando i piedi sulla seduta ed il mento sulle ginocchia.

Meno male! Non si è accorta di nulla..”

  • Avevo dei crampi allo stomaco..

  • Fame!

  • Si.. Forse.- rivolse lo sguardo alla finestra, incontrando il lampione galeotto ed i palazzi dall'altro lato della strada.

Anche Taiga si rivolse verso la finestra.

Passò qualche minuto prima che Taiga riprendesse a parlare.

  • Sai, Riuji, mentre eri in bagno ho pensato..

  • A cosa?

  • Vedi.. Se per te è un problema dormire con me, possiamo prendere un letto da mettere nello studio e dormirai lì. Non voglio costringerti a fare qualcosa che non vuoi.- i piedi le spuntavano dall'orlo della camicia da notte, raggiunti dai lunghi capelli ondulati. Il capo poggiato al ginocchio e con le mani stringeva ancora di più le gambe al suo esile corpo. Tirò un lungo sospiro e poi riprese a parlare.

  • Quando abbiamo deciso per la fuga d'amore, quando abbiamo dormito a casa dei tuoi nonni nella stessa camera.. Bé, vedi, credo che quella sia stata una delle giornate più belle che ho mai trascorso fino ad oggi. Per la prima volta mi sono sentita nel posto giusto, nel momento giusto. Sentivo che non c'era altro posto in cui dovessi essere. Io dovevo essere lì, vicino a te. Ho desiderato che quella notte durasse in eterno. Quello che più mi rendeva felice era l'idea che avessi una persona al mio fianco che mi voleva. Credevo che anche tu volessi dividere quella stanza con me, dormire accanto a me. Ma mi hai detto che quella notte tu non hai chiuso occhio.

    Non lo guardava negli occhi, ma continuava a fissare lo scenario fuori dalla finestra, per quanto questo fosse privo di interesse

Perché mi dici questo, Taiga?”

  • Non ti dirò bugie. Avevo dimenticato che tu stessi qui, che ti fossi trasferito da me. Mi sono svegliata per via di quel rumore. Devi aver fatto cadere qualcosa, ma non fa nulla. Non è importante. Se non avessi avuto una fame tremenda non sarei uscita dalla mia stanza e non mi sarei accorta di te. Quando ho realizzato che eri qui, ho avuto pensieri tristi. Mi è dispiaciuto non trovarti al mio fianco. Così ho iniziato a pensare che potevo averti fatto del male, involontariamente si intende. Che ti avevo offeso. Che non avessi voglia di stare con me. Ho pensato che fosse dovuto alla mia improvvisa partenza, quel giorno. Che quel mio gesto potesse averti talmente tanto ferito, da non volermi al tuo fianco. Mentre apparecchiavo, mi sono accorta che la mia camicia da notte era trasparente e quando mi sono voltata tu sei scappato.

Allora se ne è accorta!”

  • Non me lo aspettavo. Ho realizzato che probabilmente sono io il problema. Ho realizzato che la mia vicinanza, fisica soprattutto, ti dia fastidio in situazioni di intimità. Che il mio sembrare una bambina ti possa creare qualche problema. Da quando ci siamo visti, non mi hai mai abbracciata, non mi hai dato un bacio. Sono io che mi sono spinta verso di te. Non metto in dubbio il tuo amore.. Me lo hai provato stando qui, in questo momento. Decidendo di venire a vivere con me. Ma forse hai qualche problema con il mio aspetto e non voglio costringerti a starmi vicino, dormirmi vicino, se non vuoi. Se, dormire accanto a me, ti può dare l'impressione di dormire con una bambina, non lo devi fare. Aspetterò.

Non sai neanche quanto ti sbagli!”

Lei non si aspettava una risposta. Non si aspettava un gesto.

Il modo in cui era seduta, il fatto che non lo guardava, gli fece capire che non aveva intensione di continuare il discorso.

Taiga si alzò in piedi, posò i piatti sporchi nel lavello e si avviò verso la porta della sua stanza.

  • Buona notte Riuji.

Il discorso di Taiga lo aveva scosso profondamente. Era quello che pensava lei? Che il suo aspetto per lui fosse un limite? Era arrivata a pensare che lui non sopportava starle vicino!? Quanto era sbagliata.. Quanto era fuori strada quella tigre.

Ripensò ai suoi atteggiamenti in quegli ultimi giorni. Forse Taiga aveva ragione. Forse si era mostrato distante e lei aveva mal interpretato i suoi gesti.

Taiga si richiuse la porta alle spalle e prima di rimettersi a letto si avvicinò alla finestra. Vide l'appartamento, il vecchio appartamento di Riuji e rimase a fissare la finestra della sua vecchia stanza.

Forse l'idea di vivere insieme non era stata una genialata, forse l'aveva costretto a fare qualcosa che non voleva. E quello era il risultato.

Domani andrà meglio” pensò infilandosi sotto le coperte ed alzando il lenzuolo fin sopra la testa.

Passarono pochi minuti quando sentì qualcosa che si posava pesantemente accanto a lei, sul letto.

E pochi secondi dopo, le braccia di Riuji la avvolsero.

Lui la strinse a se, talmente stretta che per qualche secondo perse il fiato.

Gli occhi le si riempirono di lacrime, che le caddero sulla guancia quando chiuse gli occhi, mentre il calore del corpo di Riuji le arrivò al cuore.

Prima di prendere sonno, Riuji le diede un leggero bacio sulla testa.

- Dobbiamo dirlo ai ragazzi che adesso viviamo insieme. Dobbiamo dirlo a Minori- disse Riuji prima di chiudere gli occhi ed iniziare a sognare sogni non tanto diversi dalla realtà che stava vivendo.

  
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